WSOP, in finale c`è anche Butteroni
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WSOP, in finale c`è anche Butteroni
4 agosto 2015 Attualità e politica del gioco 3 Totoguida Scommesse n. 56 WSOP, in finale c’è anche Butteroni L’INTERVISTA di Gioel Rigido È IL SECONDO ITALIANO CHE ARRIVA COSÌ IN ALTO: «QUANDO SONO PARTITO NON ERO CERTO DI ISCRIVERMI AL MAIN EVENT» l chipleader avrà il 55% delle fiches in gioco e molte più pressioni. Al contrario io potrò dormire tranquillo la notte per dare il 100% per l’esame dell’8 novembre». Quella che può sembrare una missione impossibile, Federico Butteroni la liquida quasi con una scrollata di spalle. Il poker pro romano, appena 25 anni, è uno dei nove giocatori che disputeranno il November Nine, il tavolo finale del Main Event delle World Series of Poker. È anche il giocatore con meno chip (6.200.000), ma sa già che sono due gli avversari da cui guardarsi: «Temo più di tutti Max Steinberg e il chipleader Joseph McKeehen». Il primo ha messo da parte un patrimonio di 20.200.000 chip e nel suo palmares vanta già un braccialetto e circa 2 milioni di dollari vinti; il se- «I condo invece ha 63.100.000 fiches, dieci volte di più che Butteroni. Ma raggiungere il November Nine è già di per sé un motivo d’orgoglio, visto che finora solo un altro italiano – Filippo Candio nel 2010 – era riuscito in una simile impresa. E dire che il giocatore romano – come ha confidato ad Agimeg – non era nemmeno certo di iscriversi al Main Event: «Prima di partire per Las Vegas ho deciso che avrei giocato il Main Event solo se avessi vinto 50-60mila dollari nelle prime fasi. In caso contrario non mi sarei iscritto». E poi il Main Event, nel corso del quale si è lasciato alle spalle 6.411 avversari: «Il solo fatto di iscrivermi è stato per me il coronamento di un sogno. Sono sincero, ero partito molto male, ma grazie all’esperienza maturata nel mese precedente a Las Vegas sono stato capace di mantenere la calma e di non buttare neanche una fiche. Quando si gioca un torneo così lungo è importante fissarsi piccoli step, come arrivare alla pausa cena, sempre nella regolarità del gioco e affrontare i livelli successivi con uno stato mentale adeguato». Nel corso del torneo, Butteroni ha anche giocato contro Daniel Negreanu, una delle leggende viventi del poker: «Con 27 giocatori rimasti, nel giorno e nel torneo più importanti della mia vita, mi è sembrato di sognare. Avrei giocato tutto il giorno al tavolo televisivo, il più importante, con le telecamere che non ti mollano un attimo e mettono ancora più pressione. Sono contento di aver fatto il mio gioco». Adesso inizia la preparazione per il November Nine, ma Butteroni non ha intenzione di passare tutto il tempo al tavolo verde: «Allenarmi può essere utile, ma non bisogna neanche giocare troppo. Non si può rischiare di arrivare scarichi. E poi dopo aver giocato un torneo del genere non è facile immergersi in partite che si affrontano con una mentalità completamente diversa. Poco gioco quindi, molto sport e una dieta sana che mi permetterà di arrivare in forma». Poi c’è la sfida nella sfida: Candio nel 2010 aveva ottenuto un ottimo quarto posto, e un premio da oltre 3 milioni di dollari. Butteroni insomma dovrebbe conquistare almeno il podio, ma non è questo l’obiettivo che si pone: «Non mi interessa superare Candio o essere il miglior italiano della storia», assicura. «Penso a giocare la mia partita e a cercare gli spot che saranno a valore atteso positivo». n AGENZIE La rete Obiettivo 2016 ospita Bwin ono stati i primi a lanciare le scommesse on line in Italia e per la prima volta arrivano nelle agenzie: Bwin ha siglato un accordo con la rete di agenzie di Obiettivo 2016, quelle che una volta si chiamavano Snai Servizi. In questo modo, oltre che dal computer o dallo smartphone, si potrà scommettere con Bwin anche in un’agenzia di scommesse terrestre, o land based per usare l’espressione inglese con cui si distinguono i negozi di gioco reali da quelli su Internet. «Un provider indipendente per i concessionari indipendenti», ha detto Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, alla presentazione dell’accordo, «ovvero un marchio conosciuto e di successo per la necessaria visibilità, una soluzione efficiente perché i singoli concessionari possano competere con i grandi concessionari». L’obiettivo della società guidata da Ughi, dal momento in cui ha smesso di chiamarsi Snai Servizi, è di svincolarsi dai grandi concessionari che impongono l’esclusiva e consentire alle agenzie, a loro volta titolari di concessione, di operare con diversi bookmaker e offrire ai propri clienti di scegliere volta per volta chi offre le scommesse che il singolo scommettitore considera più convenienti. A settembre prossimo, Obiettivo 2016 presenterà la propria proposta ai concessionari indipendenti della raccolta delle scommesse, in affiancamento con il marchio Bwin, offrendo così ai propri clienti un pacchetto chiavi in mano che consentirà a negozi e corner di presentare e offrire un prodotto unico sul mercato nazionale. n S PIRATERIA INFORMATICA Il pizzo on line si paga in bit S abota i sistemi di sicurezza di alcuni casinò e poi cerca di estorcere una somma di denaro con la minaccia di provocare un black-out totale. Sembra la trama di un film con George Clooney e Brad Pitt, invece è quello che è avvento qualche settimana fa ad Atlantic City, e nell’epoca di Internet tutto si è svolto in maniera “virtuale”: l’attacco, infatti, è stato informatico e le vittime designate quattro casinò on line. Ma non solo: anche il riscatto doveva essere pagato in bitcoin, la moneta virtuale detta anche cryptovaluta proprio perché garantisce il totale anonimato di ogni transazione. L’attacco però ha rischiato di causare non pochi danni reali: «Potenzialmente poteva danneggiare non solo i sistemi dei quattro casinò colpiti, ma tutto il mercato on line di Atlantic City, visto che tutte le case da gioco virtuali condividono lo stesso network», ha spiegato David Rebuck, direttore della Divisione Giochi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del New Jersey. In sostanza l’hacker ha dimostrato le proprie capacità lanciando quello che in gergo viene definito un “DoS distribuito”, ovvero un attacco effettuato utilizzando più terminali che bombardano di informazioni e intasano i server colpiti. L’attacco è durato mezzora, quindi l’hacker ha inviato la richiesta del pagamento in bitcoin – le autorità non hanno specificato l’entità della somma – e la minaccia di lanciare un secondo attacco, devastante, qualora il trasferimento non fosse stato effettuato entro 24 ore. Le case da gioco colpite tuttavia «non hanno versato un centesimo», si è affrettato a chiarire Rebuck e anzi, grazie proprio all’intervento della Divisione Giochi, «gli effetti del secondo attacco sono stati mitigati e non ci sono state conseguenze di rilievo sulle giocate». Conti di gioco e dati degli utenti – hanno sottolineato ancora le autorità – non sono stati in alcuno modo violati. Le indagini adesso proseguono per identificare l’hacker, ma per Rebuck «c’è un sospettato, una persona già nota alle forze dell’ordine». n Il braccialetto del vincitore ono considerate i campionati del mondo del poker, ma ci hanno messo un po’ di tempo a raggiungere l’importanza che hanno oggi. La prima edizione delle World Series of Poker si disputò nel 1970, solo sette giocatori al tavolo verde, allora ci si accedeva solo se invitati. I sette si sfidarono in cinque specialità diverse (5 card stud, Deuce to seven low-ball draw, Razz, Seven card stud e Texas Hold’em) e alla fine elessero il campione con un voto. Per la cronaca, bisognò votare due volte, perché alla prima ogni giocatore “elesse” se stesso. Vinse Johnny Moss, il premio consisteva solamente in una coppa d’argento. Dal 1973 i tornei sono andati aumentando di anno in anno, uno per ogni specialità di poker, ormai se ne giocano una sessantina con quote di iscrizione che variano da 500 a 50mila dollari. Il vincitore di ogni specialità, oltre a un premio in denaro, ottiene anche un braccialetto. Il torneo più importante è il Main Event, si gioca a Texas Hold’em senza limite di puntate, la variante più diffusa. Negli anni ‘80 arrivarono i satelliti, vennero disputati in varie parti del mondo per consentire anche a giocatori non professionisti di vincere la quota di iscrizione a un evento delle WSOP, investendo solo pochi dollari. Ma bisognò attendere il 2003 perché il Main Event se lo aggiudicasse un esordiente: Chris Moneymaker aveva vinto il ticket grazie a un satellite on line con quota d’iscrizione da 39 dollari, se ne portò a casa 2,5 milioni. Dopo quell’exploit non ha mai più ottenuto risultati di particolare rilievo, ma intanto aveva dato l’idea che i campionati del mondo di poker fossero alla portata di chiunque. Dal 2008, il tavolo finale del Main Event è diventato un evento a sé stante e si gioca a novembre, il November Nine. S 4 agosto 2015 Totoguida Scommesse n. 56 4 Attualità e politica del gioco La “gaming hall” nei punti legali LEGISLAZIONE otrà sembrare monotono, ma le cose che vengono ripetute Stefano Sbordoni è avvocato del Foro alla fine rimandi Roma esperto di gono impresse: normativa italiana la mancata ate internazionale in materia di giochi tuazione della e scommesse. Delega Fiscale è un’occasione persa. Non soltanto per l’industria sana del settore dei giochi, ma per questo nostro Paese, bello, creativo, ma sottosviluppato. Per costruire dei modelli alternativi e far sopravvivere questo settore, che malgrado le varie correnti politiche che cercano di demolirlo ricoprendosi di falsi moralismi e valori etici di cui spesso ignorano l’esistenza, garantisce un indotto di posti di lavoro come quello delle grandi industrie multinazionali, è necessario essere creativi, seppur applicando le regole che ci sono, supportati dalla giurisprudenza, nazionale e comunitaria, che in alcune occasioni è propositiva tanto da prendere le veci del nostro legislatore, distratto e troppo impegnato su altri temi. Proprio in quest’ottica si vuole P analizzare una pronuncia di qualche anno fa del Tar Lazio (n. 1574/2013 del 13 febbraio 2013) che, rimasta troppo tempo nel cassetto, ha sancito un importante principio. Nelle sale dedicate, dove si commercializza il gioco tramite apparecchi da divertimento ed intrattenimento di cui all’art. 110, comma 6 a) e b) Tulps, è possibile offrire altre tipologie di gioco. Ecco il caso. Il ricorrente era regolarmente iscritto nell’elenco dei soggetti di cui all’art. 1, comma 82, l. n. 220 del 2010 (“esercente comma 6a, esercente comma 6b e altro) e abilitato all’esercizio di attività di offerta di giochi pubblici con vincita in denaro, e più specificatamente: a) a far data dal 1° gennaio 2009, del gioco numerico a totalizzatore nazionale denominato “Superenalotto” quale punto facente parte della rete di vendita di quest’ultimo, in forza di specifico accordo contrattuale; b) del gioco praticato con apparecchi denominati “videolotterie” di cui all’art. 110, comma 6, lett. b) Tulps, in di Stefano Sbordoni forza di autorizzazione ai sensi degli artt. 88 Tulps e 2, comma 2 – quater d.l. n. 40 del 2010, convertito nella l. n. 40 del 2010, rilasciata il 24 ottobre 2011 dalla Questura della Provincia di Massa Carrara. In data 26 ottobre 2011 Adm concludeva positivamente le operazioni di collaudo e di verifica di idoneità dell’esercizio gestito dal ricorrente. In data 27 ottobre 2011 veniva altresì rilasciata apposita certificazione di idoneità. Successivamente, Adm procedeva ad altro sopralluogo a seguito del quale, questa volta, veniva redatto verbale negativo di idoneità. Veniva prescritta “la rimozione” nel ter- mine di 15 giorni, della raccolta del gioco del Superenalotto, pena il «ritiro dell’autorizzazione per la raccolta di gioco mediante apparecchi di cui all’art. 110, comma 6, lett. B». La parte ricorrente lamentava davanti al giudice amministrativo che nessuna disposizione di legge o di regolamento vietava ovvero inibiva la coesistenza, all’interno degli “ambienti dedicati” di cui all’art. 9, comma 1, lett. f) decreto Adm 22 gennaio 2010, di una pluralità di prodotti o servizi di gioco con distribuzione di vincite in denaro, attraverso rete fisica, debitamente autorizzati da Adm. Al riguardo la stessa Amministrazione, con circolare 7 settembre 2010 (prot. n. 2010/29581/Giochi/Adi, avente ad oggetto “caratteristiche degli ambienti dedicati” di cui alle lettere e) ed f) del Decreto Direttoriale 22.1.2010) andava a chiarire che negli ambienti dedicati, l’offerta di gioco mediante apparecchi vlt può essere associata all’offerta di qualsiasi altra tipologia di gioco pubblico già autorizzata. L’ufficio regionale, pertanto, aveva ingiunto la cessazione della raccolta del gioco del Superenalotto sull’erroneo presupposto di un divieto di offerta di qualsiasi altra tipologia ludica, ancorché autorizzata, negli ambienti di cui trattasi. Peraltro, il decreto pro Abruzzo, quello che ha introdotto le vlt in Italia (art. 12, comma 1, lett l) del decreto legge n. 39 del 2009, convertito nella l. n. 77 del 2009), prevede che le caratteristiche degli “ambienti dedicati” devono esser tipizzate dall’amministrazione, «assicurando che i videoterminali siano collocati in ambienti destinati esclusivamente ad attività di gioco pubblico». Il gioco numerico a totalizzatore nazionale denominato “Superenalotto” costituisce un’attività di gioco pubblico pienamente compatibile con quella praticata attraverso gli apparecchi videoterminali di cui all’art. 110, comma 6, lett. b) Tulps. Il Collegio, nel ritenere fon- date le censure di parte ricorrente, rilevava quanto segue. Alla luce della norma primaria si deve ritenere che «sia la rete gntn che la rete vlt, fanno parte dell’unica rete del gioco lecito, di talché, ove il legislatore, al fine di assicurare un più efficace controllo su tale rete, avesse voluto introdurre delle forme di incompatibilità nella raccolta afferente ai vari tipi di gioco, avrebbe dovuto esplicitamente prevederlo. Tale incompatibilità, comunque, non può essere prescritta da Aams, in assenza, come si è visto, di una precisa base normativa». Non si può non essere d’accordo con il giudice amministrativo che anche in questa occasione ha assunto le vesti del legislatore. Si spera a questo punto che questo principio venga recepito da Adm nel prossimo bando di gara per la commercializzazione dei giochi su base sportiva ed ippica: se nei nuovi punti potranno essere offerti tutti i giochi autorizzati sarà un bella vittoria per la rete legale. n