Leggere l`opera d`arte
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Leggere l`opera d`arte
Excerpt of the full publication N U O V A E R A Maurizio Elettrico I significati nascosti Leggere l’opera d’arte ® SIGMA LIBRI Excerpt of the full publication G r u p p o E d i t o r i a l e E s s e l i b r i - S i m o n e Leggere l ’ o p e r a d ’ a r t e TUTTI I DIRITTI RISERVATI Vietata la riproduzione parziale Azienda con sistema di qualità certificato ISO 14001 : 2003 SIGMALIBRI è un marchio del Gruppo editoriale Esselibri - Simone Finito di stampare nel mese di settembre 2005 dalla «Arti Grafiche Italo Cernia» – Via Capri, 67 – Casoria (NA) per conto della Esselibri S.p.A. – Via F. Russo, 33D – 80123 Napoli Grafica e copertina: Giuseppe Ragno Excerpt of the full publication Non si finisce mai di imparare in arte. Ci sono sempre cose nuove da scoprire. Ogni volta che ci poniamo dinanzi a esse, le grandi opere appaiono diverse. Sembrano inesauribili e imprevedibili, come veri e propri esseri umani. Ernst H. Gombrich L’arte occidentale è ricchissima di simboli legati alla sapienza del passato, di cui talvolta è andata persa la chiave di lettura: questi codici sono parte essenziale dell’opera e senza la loro comprensione è impossibile cogliere il messaggio dell’autore nella sua totalità e complessità. Ciò si deve alla qualità stessa dell’immagine e alla sua capacità di evocare significati: già Plotino, il grande filosofo neoplatonico, ricordava che gli Dei pensano per immagini e che attraverso esse si raggiunge l’identità perfetta tra il pensante e il pensato, la forma divina della conoscenza. Per l’arte risulta spesso fondamentale la pregnanza simbolica dell’oggetto reale, che ne costituisce la vera essenza, e la rete analogica tra i diversi significati. Si cercano così i rapporti e le relazioni tra gli eventi più lontani, al fine di rivelarne una loro natura interna legata ad un specifico fine. Tutto diventa simbolo, come per la rappresentazione mentale del sogno, che rimanda ininterrottamente ad altri significati. Ogni immagine quindi rinvia ad una qualsiasi realtà, ed ogni realtà può essere immagine di qualsiasi cosa esistente. E qui si inserisce l’attività dell’artista, nell’uso che l’arte fa dell’immagine simbolica e della sua capacità evocatoria. La grande opera d’arte diventa per questo momento dell’infinito, per questa valenza associativa e combinatoria dei suoi simboli-immagini, forma in grado di modificare la realtà, agendo innanzitutto sulla nostra mente. Questo spiega anche il valore magico dell’arte, la sua capacità di interferire sullo stato di coscienza dell’uomo e di essere non solo momento di contemplazione ma anche di azione e trasformazione. Nel corso del tempo, i riferimenti culturali cui gli artisti hanno attinto per trasmettere particolari significati sono molteplici: dalla mitologia ai culti di matrice orientale, dalla tradizione cristiana alle dottrine alchemico-esoteriche e alla filosofia antica. Proprio la magia, l’esoterismo, l’occultismo e l’alchimia hanno affascinato in modo particolare gli artisti del Medioevo e del Rinascimento, arrivando sino al Settecento, il cosiddetto secolo illuminato. Visitare una chiesa o un monumento significa quindi addentrarsi in un’intricata foresta di simboli, camminare in un mondo di immagini, affrescate sulle pareti, raffigurate nei dipinti e scolpite sulle facciate, sui portoni e nei capitelli che dividono navate o chiostri. Questo libro ce ne descrive i significati, con l’ausilio di immagini che consentono di leggere le opere d’arte e coglierne imprevisti riferimenti. Excerpt of the full publication Excerpt of the full publication Indice L’architettura romanica: L’idea moderna di progresso ............................................... L’architettura gotica: La cattedrale ................................................................................. I mantelli degli imperatori medievali: Il rapporto con il potere ............................. Giotto: Compianto sul Cristo morto .................................................................................. Simone Martini: Annunciazione........................................................................................ Beato Angelico: Tebaide ...................................................................................................... Lorenzo Monaco e Gentile da Fabriano: Adorazione dei re Magi .......................... Masaccio: Crocifissione ........................................................................................................ Pisanello: San Giorgio e la principessa.............................................................................. Il Rinascimento: Astrologia e potere ................................................................................. Filarete: La nuova concezione urbanistica ...................................................................... Brunelleschi: Cupola di Santa Maria del Fiore ............................................................... Leon Battista Alberti: Teoria e pratica di una nuova architettura .......................... Andrea Mantegna: Affreschi della Cappella Ovetari ................................................... Andrea del Castagno: Affreschi della Villa Legnaia ..................................................... Piero della Francesca: Leggenda della vera Croce ....................................................... Filippo Lippi: Banchetto di Erode ....................................................................................... Paolo Uccello: Battaglia di San Romano ......................................................................... Andrea Mantegna: Camera degli sposi............................................................................ Piero della Francesca: Pala di Montefeltro .................................................................... Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole De Roberti: Affreschi di Palazzo Schifanoia .......................................................................................................................... Pinturicchio: Affreschi dell’appartamento Borgia ........................................................ Leonardo da Vinci: Annunciazione ................................................................................... Hieronymus Bosch: Sette peccati capitali ...................................................................... Sandro Botticelli: La famiglia de’ Medici ........................................................................ Antonello da Messina: San Girolamo nello studio ....................................................... Botticelli: Primavera .............................................................................................................. Piero di Cosimo: La vita umana nell’età della pietra .................................................... Indice 9 11 13 15 17 19 21 25 27 29 31 33 35 37 39 41 45 47 50 52 54 57 59 61 64 67 69 71 5 Luca Signorelli: Educazione di Pan ................................................................................... Giovanni Bellini: Restelo di Vincenzo Catena ................................................................ Carlo Crivelli: Madonna della candeletta ....................................................................... Leonardo da Vinci: Cenacolo ............................................................................................. Perugino: Polittico della Certosa di Pavia ......................................................................... Albrecht Dürer: Compianto sul Cristo morto ................................................................. Michelangelo: Le tombe medicee ...................................................................................... Raffaello: Lo Sposalizio della Vergine ............................................................................... Michelangelo: Tondo Doni ................................................................................................... Raffaello: Putto morto su delfino....................................................................................... Giorgione: Affreschi di Casa Pellizzari .............................................................................. Giovanni Bellini: Madonna con il bambino .................................................................... Bramantino: Crocifissione .................................................................................................... Vittore Carpaccio: Disputa di Santo Stefano ................................................................. Andrea del Sarto: Madonna delle arpie .......................................................................... Pontormo: Ritratto di Cosimo de’ Medici ......................................................................... Correggio: Assunzione della Vergine ................................................................................. Pontormo: Pietà ...................................................................................................................... Giovan Gerolamo Savoldo: Maddalena .......................................................................... Cranach il vecchio: Ritratto di Lutero .............................................................................. Parmigianino: Madonna dal collo lungo .......................................................................... Parmigianino: Antea .............................................................................................................. Angelo Bronzino: Trionfo di Venere o la lussuria smascherata .................................. Lorenzo Lotto: Pietà .............................................................................................................. Baldassarre Peruzzi: Oroscopo di Agostino Chigi .......................................................... Giorgio Vasari: Affreschi della Casa Vasari ..................................................................... Tiziano Vecellio: San Girolamo penitente ....................................................................... Veronese: Cena di Emmaus .................................................................................................. Tintoretto: Ritrovamento del corpo di San Marco......................................................... Jacopo Zucchi: Galleria di Palazzo Rucellai .................................................................... Caravaggio: Bacchino malato ............................................................................................. Caravaggio: Bacco.................................................................................................................. 6 Indice Excerpt of the full publication 73 75 77 79 82 83 85 86 88 90 91 93 94 96 98 100 102 104 105 107 109 111 113 115 117 119 121 123 125 127 129 131 Caravaggio: Giove, Nettuno e Plutone .............................................................................. Annibale Carracci: Ercole al bivio ..................................................................................... Caravaggio: Morte della Madonna e Madonna della serpe ........................................ Caravaggio: Sette opere della misericordia ..................................................................... Guercino: Rinaldo addormentato rapito da Armida ...................................................... Guido Reni: Atalanta e Ippomene ...................................................................................... Giovanni Lanfranco: Cupola di Sant’Andrea della Valle ............................................. Jusepe de Ribera: Sileno ebbro .......................................................................................... Velázquez: Marte .................................................................................................................... Rembrandt van Rijn: Aristotele che contempla il busto di Omero ........................... Salvator Rosa: Humana fragilitas ..................................................................................... Luca Giordano: Madonna del Rosario o del baldacchino ............................................ Pietro Longhi: Il rinoceronte ............................................................................................... Il Tempio di Santa Maria della Pietà: Cappella San Severo .................................... Giuseppe Sammartino: Cristo velato ............................................................................... Indice Excerpt of the full publication 132 133 134 136 138 140 142 144 146 147 149 152 154 156 160 7 L’architettura romanica: L’idea moderna di progresso Duomo di Pisa L’architettura romanica si sviluppa con le sue molteplici forme, in tutta Europa, tra l’XI e il XII secolo da Occidente (Spagna) ad Oriente (Polonia) e dal Sud (Italia meridionale) al Nord (Gran Bretagna). Soprattutto si evidenzia una nuova concezione dei materiali: non è più necessario utilizzare esclusivamente marmi preziosi e spesso per la scultura, divenuta parte integrante dell’architettura, si adopera la pietra semplice. La muratura sostituisce le lastre di marmo che decoravano le pareti delle chiese bizantine. L’affresco si diffonde più del mosaico, che invece viene impiegato per creare sontuose pavimentazioni. Nell’arte romanica comincia ad affermarsi l’idea moderna di progresso. Infatti, mentre l’estetica bizantina era essenzialmente legata al rispetto di regole incontrovertibili e rigorosamente applicate, il Romanico tende alla sperimentazione di materiali, forme e tecniche. Il monumento principale è la cattedrale, con un preciso riferimento al potere vescovile; essa non è soltanto chiesa, cioè luogo di funzioni religiose, ma anche un punto di incontro per le decisioni popolari: in questo senso è simile alla basilica romana, I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication 9 centro preposto per il consiglio e le relazioni pubbliche ed economiche. Inoltre, nella cattedrale le opere d’arte rappresentano tutte le verità religiose della chiesa, creando vere e proprie enciclopedie dell’immagine destinate a una popolazione prevalentemente analfabeta. D’altronde, nell’architettura romanica l’edificio religioso è uno spazio di grandi dimensioni, dove si verifica una fusione dell’elemento architettonico con quello scultoreo, apportata per un fine estetico e funzionale. Dal punto di vista simbolico la cattedrale è una sorta di raffigurazione del mondo, un’immensa scultura del mondo naturale: la volta è il cielo, il pavimento è la terra e le colonne con i capitelli fioriti e vegetomorfi sono gli alberi. Non è più necessario radicalizzare il contrasto tra esterno e interno di un edificio, come immaginava l’architettura bizantina, riprendendo il simbolismo di un’anima immortale, splendida di ogni dono, ma rivestita da un corpo mortale, umile e povero. Il Romanico sviluppa invece la tridimensionalità dell’edificio al di là della soluzione grandiosa e spettacolare della superficie musiva a parete, che si poneva come negazione dello spazio e riduzione alla bidimensionalità per affermarvi il teorema della luce. L’architettura romanica invece adotta soluzioni che sempre di più articolano lo spazio per raccordarsi con la dimensione naturale dell’uomo e con le sue esigenze sociali. Alcuni edifici pisani costituiscono tra i più bei esempi di tale architettura. La città fu dominata dagli ostrogoti, dai bizantini e infine dai longobardi. Ebbe un periodo di grande rinascita con la conquista carolingia, trasformandosi a poco a poco in una potenza marinara in equilibrio politico con i bizantini e con il mondo islamico, fino alla vittoria conseguita sui i musulmani a Palermo nel 1063. Il Campo dei Miracoli, dove sono concentrati i più importanti monumenti, rappresenta attraverso il significato simbolico degli edifici tutto il ciclo dell’esistenza: dalla nascita (il battistero) alla morte (il camposanto). Anche nell’Italia Meridionale furono erette costruzioni romaniche di straordinaria bellezza. Di particolare interesse è l’edilizia religiosa che maturò in Puglia dove furono avviate le fabbriche della Cattedrale di Bari, di Trani, di Bitonto e di Ruvo di Puglia. Ma ancora vanno ricordate la Cattedrale di Troia della fine dell’XI secolo, la Chiesa di San Leonardo di Siponto e Santa Maria Maggiore a Monte Sant’Angelo. Intanto in Sicilia in questa stessa fase si sviluppa un’architettura nata dalla fusione di stili di varia provenienza, bizantina, araba, normanna e francese che crea, attraverso una combinazione sincretica ma ricchissima di spunti originali, alcune delle opere più importanti dell’Europa medievale. Tra queste ricordiamo la Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, la Cappella Palatina e Santa Maria dell’Ammiraglio a Palermo, il Duomo di Cefalù e la Cattedrale di Monreale (famosa anche per i suoi mosaici). In Campania le Cattedrali di Caserta Vecchia, di Salerno, di Sessa Aurunca e la Chiesa di Sant’Angelo in Formis, fatta costruire da Desiderio nel 1073, costituiscono i momenti più felici dell’architettura romanica. 10 I significati nascosti Leggere l’opera d’arte L’architettura gotica: La cattedrale Particolare esterno della Cattedrale Notre Dâme di Chartres Il Gotico costituisce l’ultima grande espressione artistica del Medioevo e la sua diffusione riguardò l’Europa intera. L’edificio più rappresentativo dell’architettura gotica è sicuramente la cattedrale, caratterizzata dall’uso dell’arco a sesto acuto, nella cui forma simbolicamente si rivela una visione della realtà trascendente in opposizione a quella offerta dall’arco a tutto sesto, che è piuttosto immagine di un percorso ciclico del cosmo. L’arco a sesto acuto, inoltre, consentiva l’apertura di grandi finestre dalle vetrate colorate, un diaframma selettivo per la luce in grado di evocare il sovrannaturale nel materiale. La trasparenza colorata del vetro, quindi, aveva un valore non solo funzionale ma anche formale (il passaggio dalla superficie della pietra a quella del materiale vitreo) e narrativo (le storie religiose che vi sono rappresentate). All’esterno la cattedrale gotica presenta una ricca decorazione scultorea; l’edificio appare come una fitta foresta di statue, pinnacoli e guglie, una tensione ascendente in cui architettura e scultura diventano un’unica cosa. Il miracolo tecnico giunge a una sua straordinaria celebrazione; la cattedrale gotica è soprattutto indice della capacità tecnologica raggiunta dalla comunità ed è testimonianza della considerazione che tale società di uomini ripone nelle proprie forze in un rapporto di fiducia con il divino. Non si riscontra un vero problema della storia, quale si presenterà nella civiltà umanistica e rinascimentale, con il conseguente rapporto dialettico, spesso caratterizzato dall’esaltazione e dall’imitazione, con un proprio glorioso e ineguagliato passato, ma una fede nel presente e nei suoi ideali rivolti alla trascendenza, da un lato, e ai valori cortesi, dall’altro. L’affresco, che nell’arte romanica aveva prodotto importanti cicli, integrandosi armoniosamente con la struttura architettonica, nell’età gotica cominciò a decadere almeno fino al Trecento, periodo in cui si riaffermò la pittura dei grandi cicli. I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication 11 In Italia il Gotico ebbe caratteristiche del tutto particolari e diede inizio ad alcune anticipazioni espressive che fioriranno poi in tutta Europa. Notevoli, infatti, sono gli esempi in architettura e scultura che prefigurano il Rinascimento: tra questi ricorderemo Santa Croce e Santa Maria del Fiore. Solo il Tardo Gotico italiano, nella seconda metà del Trecento, tenderà ad allinearsi con quello europeo: esempi fondamentali saranno San Petronio a Bologna e il Duomo di Milano. Si può stabilire un’equivalenza tra l’arte del costruire nel mondo medievale, in particolare nell’età gotica, e la filosofia del tempo. L’edificio era considerato un’opera totale, ovvero una rappresentazione del mondo intero. In questo senso la cattedrale è simile alle Summe della Scolastica medievale, un sistema filosofico con il quale si ordinavano gerarchicamente tutti gli aspetti dell’universo, da Dio ai mestieri dell’uomo, dalla natura al diavolo. Le Summe racchiudevano quindi la totalità della conoscenza umana, esattamente come le cattedrali. Tali edifici possono considerarsi, quindi, una sorta di enciclopedia del tempo, fatta di immagini: libri immensi nei quali i fedeli potevano ritrovarvi i vari aspetti della conoscenza coeva. Le cattedrali e la Scolastica cercarono di superare gli aspetti contraddittori del pensiero e della realtà, attraverso processi combinatori rispettivamente dell’equilibrio architettonico e della logica. 12 I significati nascosti Leggere l’opera d’arte I mantelli degli imperatori medievali: Il rapporto con il potere Mantello di Enrico II Nel Medioevo, oltre a un certo recupero in un ambito intellettuale, è soprattutto nel rapporto con il potere, in particolare con quello imperiale, che risorge l’astrologia nel suo antico valore cosmologico. L’astrologia, in quanto sistema di simboli cosmogonici di un rimando speculare tra potere terrestre e celeste, rivela nel Medioevo la sua vitalità anche nelle realizzazioni figurali e in particolare nei ricami sui manti degli imperatori. Noto è infatti il mantello stellato di Ottone III, incoronato nel 995; l’abito aveva una rappresentazione escatologica, lega- I significati nascosti Leggere l’opera d’arte 13 ta alla simbologia cosmica e zodiacale, come fusione della Gerusalemme celeste con quella terrestre (macrocosmo-microcosmo) e venne donato al Monastero di Sant’Alessio sull’Aventino. Enrico di Bamberga nel primo quarto dell’anno Mille ebbe in regalo dal conte pugliese Melo di Bari un mantello con la raffigurazione dello zodiaco. Anche il manto di Ruggero il normanno presenterebbe per certi studiosi un rapporto con la simbologia astrologica, così come è raffigurata in un mappamondo celeste realizzato in Egitto nel 1225 e ora a Napoli nel Museo di Capodimonte. Ma ancora più interessante è la descrizione di queste cosmologie zodiacali sulle vesti imperiali fatta da Pietro Diacono, poligrafo di Montecassino, che descrive nel suo Libellus de cerimoniis Aulae Imperatoris i manti dell’imperatore (forse Ottone III), tra cui uno con una riproduzione zodiacale trapuntata di perle e di 365 tintinnaboli (campanelli), quanti erano sul leggendario mantello di Melchisedec e corrispondenti ai giorni dell’anno. Un secondo mantello descritto, ancora proporrebbe, attraverso una simbologia mistica del potere, il rapporto con il destino, nella forma di un labirinto con al centro un minotauro astomo, ovvero con il dito indice puntato sulla bocca, come nel gesto di fare silenzio che era stato di Arpocrate. La misteriosa figura sta forse a indicare il mistero insondabile del mondo e del destino, mentre il labirinto è simile ai dedali sotterranei delle cattedrali gotiche che presentano al centro una zona circolare. Il labirinto è probabilmente una rappresentazione del destino e dell’imponderabilità degli influssi stellari che il fedele attraverso un percorso iniziatico cerca di superare con la forza della fede, raggiungendo il centro della struttura rappresentante il sole o la Gerusalemme celeste. 14 I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Giotto: Compianto sul Cristo morto Giotto, Compianto sul Cristo morto (1303-1305), Cappella degli Scrovegni, Padova Il Compianto sul Cristo morto è una delle scene culminanti del ciclo giottesco della Cappella degli Scrovegni a Padova, nonché il momento più alto del rinnovamento pittorico svoltosi durante il Trecento nel mondo occidentale. La potente famiglia degli Scrovegni aveva, intorno al 1300, comprato un terreno, con il permesso del vescovo Ottobono dei Razzi, sul quale costruire una Cappella dedicata I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication 15 all’Ordine dei Cavalieri Gaudenti, cui apparteneva Enrico Scrovegni, committente di Giotto. Secondo le indicazioni di un antifonario della Biblioteca Capitolare di Padova i lavori per la decorazione della Cappella iniziarono nel 1303 per concludersi nel 1305. Sulla parete destra della Cappella si susseguono le storie di Gioacchino: Cacciata di Gioacchino dal tempio, Esilio di Gioacchino tra i pastori, Annuncio a Sant’Anna, Sacrificio di Gioacchino, Sogno di Gioacchino, Incontro presso la Porta Aurea. Sulla parete sinistra sono raffigurate le storie di Maria: Nascita di Maria, Presentazione di Maria al tempio, Consegna delle verghe a San Simeone, Preghiera per il fiorire delle verghe, Sposalizio di Maria, Corteo nuziale di Maria, Annunciazione. Sempre sulla parete sinistra sono raffigurate le storie di Cristo: Visitazione, Nascita di Gesù, Adorazione dei re Magi, Presentazione di Gesù al tempio, Fuga in Egitto, Strage degli innocenti, Disputa di Gesù con i dottori, Battesimo di Gesù, Nozze di Cana, Resurrezione di Lazzaro, Ingresso a Gerusalemme, Cacciata dei mercanti dal Tempio, Tradimento di Giuda, Lavanda dei piedi, Cattura di Gesù, Gesù davanti a Caifa, Flagellazione, Andata al Calvario, Crocifissione, Compianto sul Cristo morto, Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Allegorie delle virtù, Allegorie dei vizi capitali. Sulla volta a botte è affrescato un cielo stellato con dieci medaglioni che raffigurano Gesù, Maria e i Profeti. Sulla controfacciata appare lo straordinario Giudizio Universale. Nel Compianto sul Cristo morto l’artista esprime una profonda introspezione psicologica, impensabile nell’età medievale, non solo attraverso la definizione fisionomica dei personaggi, che sono innanzitutto individui, unici e irripetibili, ma anche grazie all’espressione dei volti, alla potenza emotiva degli sguardi e, infine, alla coreografia tragica dei gesti, che acquisiscono verosimiglianza grazie a un nuovo concetto di volume e di spazio. Il realismo della scena fonde il sacro e il profano: ai personaggi disposti attorno al corpo del Salvatore fanno riscontro in cielo i dieci angeli scossi dal dolore. Le figure vibrano di una tensione umana e assumono pose drammatiche poco consone alla loro natura teologica. Così Giotto unisce in un unico “compianto” il cielo e la terra, il mondo naturale e quello sovrannaturale, l’umano e il divino. Nel gruppo delle pie donne la sofferenza per la morte di Gesù assume caratterizzazioni esemplari; la Madonna abbraccia il figlio, Maria di Cleofa solleva le mani del Cristo, quasi nell’intento disperato di animarlo, Maria Maddalena gli accarezza i piedi, con il volto contratto dalla smorfia di un lamento. Giovanni, invece, in piedi e con le braccia aperte, ricalca la figura della croce. È evidente il rapporto tra questa scena e il dramma sacro, particolare forma di teatro religioso che si svolgeva sul sagrato delle chiese: a esso si richiama l’impianto degli affreschi, dove è fondamentale la drammatizzazione psicologica, ottenuta attraverso gli sguardi e gli incontri tra i personaggi. 16 I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication Simone Martini: Annunciazione Simone Martini, Annunciazione (1333), Siena, Galleria degli Uffizi, Firenze L’Annunciazione di Simone Martini, eseguita nel 1333, è uno splendido esempio di pittura gotica. L’artista si forma a Siena, culturalmente legata alla Francia e ai valori, quindi, di una civiltà cavalleresca e cortese. L’opera originariamente era collocata nella Cappella dell’altare di Sant’Ansano del Duomo di Siena. La visione del dipinto è dominata dal fondo dorato, immagine del divino. Nella descrizione del tema religioso dell’Annunciazione non c’è posto per la natura. La totale assenza di qualsiasi caratterizzazione ambientale nasce dall’idea che nel mondo spirituale la luce sostituisce lo spazio. L’artista rappresenta una bellezza spirituale, ricca di elementi decorativi, contrapposta alla bellezza etica della pittura di Giotto. Simone Martini è lontano dal pathos psicologico, consono alla spiritualità francescana espressa negli affreschi di Giotto. I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication 17 Il dipinto dell’artista senese presenta elementi preziosi: l’arcangelo Gabriele non indossa una semplice tunica, ma un prezioso broccato color ocra, che emana la stessa luce del fondo dorato, ed è avvolto da una fascia con lettere dorate. Lo spazio costruito all’interno dell’opera è esiguo: quasi una stretta scatola, che possiede, comunque, le dimensioni necessarie per contenere le figure. Se si potesse entrare all’interno di questo quadro constateremmo che non c’è profondità per fare un solo passo. L’abbozzo di prospettiva costruisce una pedana policroma che simula una pietra rossa e nera, che evoca, in quello che era un diffuso uso simbolico del colore, la futura passione e morte del Cristo. La pietra della pedana potrebbe essere la sardonica, un particolare tipo di calcedonio adoperato per rivestimenti particolarmente preziosi e nel Medioevo associata agli angeli Serafini. L’arcangelo Gabriele, che presiede la sfera lunare, rimanda al principio della fecondazione e dell’incarnazione. L’aspetto è asessuato e la tunica di damasco chiaro nasconde le caratteristiche anatomiche. Gli orli della veste sono tempestati di pietre preziose che si alternano in base al colore: azzurro (zaffiro), rosso (rubino) e verde (smeraldo). Il tema delle pietre preziose, che si rapportano alle sfere angeliche, è ripreso nel diadema sulla testa dell’angelo. È evidente il rapporto, tipico della cultura gotica, con gli antichi lapidari cristiani, ispirati prevalentemente ad alcuni versetti dell’Apocalisse di Giovanni. Il mantello è di colore ocra dorato ed è decorato con riquadri che richiamano il tema della croce. L’angelo porta sulla testa una ghirlanda e porge un ramo germogliante, principio di vita e simbolo della rinascita dell’umanità attraverso l’esperienza del Cristo. La mano destra indica l’alto in direzione della colomba, simbolo dello Spirito Santo. Coerentemente con una tendenza affermatasi molti secoli prima nel mondo bizantino, la Madonna non presenta precise indicazioni anatomiche. Gli occhi hanno un taglio orientale, tipico di Simone Martini. L’espressione del volto è rigida e poco naturale. Nella preziosità ieratica del Gotico, legato agli ideali di una società cavalleresca e ai simboli metafisici della religione, non c’è spazio per la resa psicologica. Il mantello è blu scuro e allude alla notte, simbolo celeste del femminile. Le figure sono caratterizzate da elementi metafisici. In particolare, le ali dell’angelo non hanno spessore e sono decorate con penne simili a quelle di un pavone. Le aureole sono piatte: essendo corpi di luce, e quindi elementi spirituali, non partecipano allo spazio fisico attraverso una particolare disposizione prospettica, ma lo superano configurandosi come bassorilievi dorati ricchi di diademi e altre decorazioni. La Vergine regge il Libro del profeta Isaia, che allude alla futura nascita del Messia, ed è seduta su un trono di legno chiaro con tarsie geometriche di gusto orientale. Tra le due figure sembrano scorrere delle lettere che indicano le parole, il verbum divino, che l’angelo rivolge alla Vergine nel Vangelo di Luca. 18 I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication Beato Angelico: Tebaide Beato Angelico, Tebaide (1420 circa), Galleria degli Uffizi, Firenze Il quadro fa riferimento a una regione dell’Antico Egitto, con capitale Tebe, a sud di Assuan. Poiché in quest’area geografica vi soggiornarono, dal IV secolo, molti eremiti cristiani, il termine Tebaide indica un luogo dominato dalla quiete, idoneo per una esistenza serena, caratterizzata dal lavoro e dal raccoglimento spirituale. Una sorta di utopia monastica che simboleggia la purezza e la perfezione sociale di una Civitas Dei. L’attribuzione dell’opera è stata a lungo discussa: l’ultimo degli autori indicati è stato Gherardo Starnina. Recentemente nuovi studi hanno accertato la mano di Beato Angelico. L’artista, uno dei massimi interpreti della pittura quattrocentesca, divenne frate domenicano tra il 1418 e il 1423 presso il Convento di San Marco a Firenze. I primi riferimenti pittorici di Beato Angelico furono Gherardo Starnina e Lorenzo Monaco, massimi esponenti della pittura tardo gotica. In seguito, l’incontro con Massaccio influenzò profondamente il suo linguaggio artistico. L’opera che segna l’avvenuta fusione tra gli influssi tardo gotici e la nuova sensibilità rinascimentale è il Tabernacolo realizzato nel 1433 per l’Arte dei Linaioli e conservato nel Museo di San Marco. La straordinaria cornice marmorea del dipinto è del Ghiberti, uno dei massimi esponenti del rinnovamento culturale fiorentino di quegli anni. L’impresa artistica più importante realizzata dall’Angelico furono gli affreschi per il Convento di San Marco che ebbero un’importanza fondamentale sugli ulteriori sviluppi dell’arte rinascimentale fiorentina. Nella Sala Capitolare del Convento è raffigurata l’enorme Crocifissione. Nel corridoio nel quale si susseguono le celle dei frati troviamo due affreschi: San Domenico adorante il Crocifisso e la Madonna delle ombre con i Santi Domenico, Cosma, Damiano, Marco, Giovanni Evangelista, Tommaso d’Aquino, Lorenzo e Pietro martire. La prima cella pre- I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication 19 Giuseppe Sammartino: Cristo velato Il Cristo velato di Giuseppe Sammartino, realizzato nel 1753, è senza dubbio la scultura più famosa presente nel complesso monumentale della Cappella di San Severo. L’opera doveva essere collocata nella cripta della Cappella, dove attualmente troviamo le due “macchine anatomiche”. Raimondo de’ Sangro in una lettera indirizzata a uno dei più famosi scienziati del tempo, il fisico Jean Antoine Nollet, scrisse «Nel mezzo di questa cripta sarà posta una statua in marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante nostro signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della Giuseppe Sammartino, Cristo velato (1753), Cappella San Severo statua, ma fatto con tanta arte che lascia stupiti i più abili osservatori. È l’opera di uno dei miei scultori, un giovane napoletano, Giuseppe Sammartino». La cripta sarebbe diventata così un nuovo Santo Sepolcro. Se la famiglia del Sangro è rappresentata in un ritorno alla vita che irrompe da monumentali sepolture, la figura del Redentore, qui riprodotta quasi come un antico capostipite, giace nella infermità della morte. Fu infine sistemata al centro della Cappella, sul pavimento un tempo interamente rivestito da un mosaico marmoreo riproducente un labirinto che allude a un percorso iniziatico. Il rapporto tra il panneggio e il corpo del Cristo è quanto di più stupefacente si possa ammirare nel campo del virtuosismo plastico, dando l’impressione di due elementi sovrapposti. Il Cristo velato appare come un trompe l’oeil anatomico, dove l’illusionismo rapportato alla figura umana raggiunge il suo apice. L’opera ebbe vari estimatori tra cui Antonio Canova. Il grandissimo scultore dell’Ottocento la definì «opera immensa, seconda, forse, soltanto alla Pietà del Michelangelo» e dichiarò di essere disposto anche rinunciare a dieci anni della sua vita pur di essere l’autore di un tale capolavoro. 160 I significati nascosti Leggere l’opera d’arte Excerpt of the full publication Excerpt of the full publication