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IL NUOVO VIERA AX900 n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE SPECIALE CES 2015 39 PAGINE DI NOVITÀ DA LAS VEGAS n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 Gianfranco GIARDINA Non c’è dubbio che l’edizione 2015 del CES sia stata quella, nella storia recente, in cui si è creata la massima distanza tra le proposte dell’industria e le effettive necessità dell’utenza. Beninteso, sono sempre esistiti i prodotti che cercavano di anticipare i bisogni degli utenti per creare nuovi mercati. Ma questa volta, complice la crisi, la percezione di inutilità (nel senso di non-utile) della maggior parte delle innovazioni è addirittura conclamata, tanto da spingere Bloomberg.com a titolare l’articolo di presentazione del CES “Must-Have Gadgets You Don’t Need”, in italiano qualcosa come “Gadget indispensabili di cui non c’è bisogno”. Un ossimoro che rispecchia bene la realtà: le frontiere aperte dall’”Internet of Things” sono infinte; è tutto un universo da scrivere. Ovviamente, nell’esplorare nuove vie, si imboccano anche direzioni che non porteranno da nessuna parte. Così quest’anno il consumatore si ritrova senza grosse novità sul fronte dei prodotti “tradizionali” (come TV, smartphone, tablet, fotocamere e PC), prodotti che però usa e che, con i giusti stimoli, sarebbe pronto a rinnovare; parallelamente vede fioccare un sacco di novità, alcune anche oltre il limite del bizzarro, in ambiti in cui non ha alcun bisogno: il biberon connesso, la suola riscaldante, decine di smartwatch da caricare tutte le sere, il letto che registra i movimenti e così via. Cose belle e divertenti da vedere ma che in pochi comprerebbero davvero. Gli smartphone hanno “nuclearizzato” in pochi anni molte altre categorie di prodotto tradizionali che, se non sono scomparse, sono comunque duramente ridimensionate: fotocamere compatte, navigatori GPS, videocamere, player MP3. Il nuovo, invece, sta arrivando in maniera disordinata, tanto che c’è disagio anche nei negozi per trovare la giusta collocazione ai vari “wearable” e accessori smart. Ora, è evidente che in termini di notizia tiri di più un gadget che introduce elementi di novità tecnologica che un TV Quantum Dots, tecnologia che si vorrebbe vendere come un nuovo ritrovato della tecnica e che di fatto era già presente due anni fa nei negozi italiani. Così, se non ci fosse LG che fa sognare con gli OLED (ma servono prezzi e quantità adeguate), sul fronte delle categorie “classiche” saremmo al palo. Tanto che la speranza di molti utenti è rivolta ora al Ultra HD Blu-ray, presentato solo da Panasonic. Chi vide il lancio del DVD al CES di Las Vegas 18 anni fa, con la spinta all’unisono di tutta l’industria hardware e di tutte le major cinematografiche, capirà al volo che il nuovo supporto 4K è ancora molto lontano dal diventare realtà. Insomma, troppo focus su Internet delle cose rischia di trasformare il CES nella fiera di Internet delle Cose (inutili). Gli organizzatori farebbero bene a pensarci e a correggere il tiro, facendo di tutto per riportare gli espositori americani (Microsoft, Apple, Google, Facebook, Twitter, per esempio) tra i padiglioni di Las Vegas. torna al sommario Hollywood si allea con Netflix, nasce la UHD Alliance 04 Tutti i segreti del Blu-ray 4K Panasonic 08 I gadget (quasi) imperdibili visti al CES 2015 38 Per i TV un 2015 all’insegna dell’HDR 05 03 Il 4K è già vecchio, ora è tempo di High Dynamic Range Vi spieghiamo di cosa si tratta e quali sono i suoi vantaggi 07 09 12 Se tutto diventa Internet delle cose (inutili) MAGAZINE Panasonic, per i TV TV Samsung SUHD LG a tutto OLED arriva Firefox OS colori “super” anche piatto Pochi i TV nuovi, basati HDR per stupire e Tizen su affinameti dell’AX800 anche per i vecchi TV 13 23 Tanti modelli, piatti e curvi. Cresce l’affidabilità 25 Android TV e 4K LG G Flex 2: più Garmin Vìvoactive per i TV Sony 2015 potente e più bello È lui il migliore? Stupendo l’X900C, il TV In anteprima video le Autonomia super grazie Sony più sottile di sempre nostre prime impressioni al display retroilluminato 03 31 20 Nikon D5500, viva B&O Moment lo schermo touch musica di classe 33 NVIDIA ha creato il “cervello” dell’auto n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE MERCATO Idee interessanti dal settore delle auto: le aziende puntano sulle auto che guidano da sole e sull’aiuto alla guida Consumer Electronic Show 2015 senza il botto Il CES chiude senza botti e con poche certezze: Internet delle Cose e device intelligenti restano al centro della scena Mancano forse innovazioni in grado di creare un nuovo boom. Nota lieta OLED: il 2015 potrebbe essere il suo anno di Roberto PEZZALI on è stato un pessimo Consumer Electronic Show quello di quest’anno, ma non è stato nemmeno uno dei migliori. Il mondo della tecnologia sta cambiando, sta provando, sta tentando nuove strade e nuove soluzioni senza capire bene quale sia però quella giusta da prendere. Forse a Las Vegas manca un faro: Samsung è ormai, negli ultimi anni, la regina del CES ma è chiaro che non riesce a sobbarcarsi un peso che invece dovrebbe essere condiviso tra tutti quanti i big dell’elettronica di consumo, da Apple a Google per finire con Microsoft, che a Las Vegas ha preso casa e dominato per alcuni anni fino a decidere, due anni fa, di abbandonare la kermesse per dedicarsi alle proprie convention. Non è possibile neppure affidarsi alle aziende giapponesi, quelle per intenderci che hanno creato l’elettronica di consumo: restano aziende fantastiche, piene di idee e di prodotti geniali ma molti di questi sono ormai dedicati alle soluzioni business to business. Toshiba si è quasi ritirata del tutto dal mondo del consumer dopo i due scivoloni HD DVD e TV 3D senza occhiali, Sharp ha abbandonato praticamente l’Europa e resta solo sul mercato Usa con i TV, Panasonic resiste ma sembra più interessata alle batterie per le Tesla, più redditizie di fotocamere, TV e sistemi audio, mentre Sony si regge su due gambe, una si chiama Playstation e l’altra Digital Imaging. I TV restano per ora, ma nessuno è in grado di dire se sarà così per sempre: in ogni caso a Las Vegas ha dimostrato di essere in grado di creare ancora prodotti capaci di stupire, come il TV LCD spesso quanto un OLED, meno di 5 mm. E proprio di OLED vogliamo parlare: LG si gioca tutto con una line up N incredibilmente varia: curvo, piatto, flessibile, Ultra HD e HD. Se i prodotti ci saranno e i prezzi saranno giusti potrebbe essere l’anno della svolta, anche se è evidente che l’interesse per un nuovo TV non è più quello di un tempo. Lo sa bene pure Samsung che non ha fatto altro che rinnovare la sua gamma cercando di tenere il ruolo di leader con piccole cose come il S-UHD e Tizen. Non sono rivoluzioni, sia chiaro, ma è anche vero che probabilmente è davvero difficile creare qualcosa che sia percepito da tutti come stravolgente: l’OLED, ad esempio, colpisce i meno “tecnologici” più per lo spessore che per la qualità che riesce a generare. Perde terreno anche tutto ciò che ruota attorno al TV e all’entertainment: home cinema, proiezione e sorgenti anche in Ultra HD restano una rarità, con il Blu-ray Ultra HD di Panasonic esemplare unico che suona quasi come una proposta personale di Panasonic più che una adozione globale. L’eredità dei giapponesi resterà sempre in Asia: produttori come Hisense e Haier stanno sfruttando i momenti di incertezza per recuperare il gap con gli altri in termini di design e di usabilità. Per certi versi, guardando queste azienTra i protagonisti del CES 2015, i TV OLED presentati da LG. La gamma dei TV è de, sembra di vedere molto varia e spazia dai piatti ai curvi ai flessibili, dagli Ultra HD agli HD. la Samsung e la LG di torna al sommario molti anni fa, quando ancora erano piccole aziende che andavano a tentativi sotto il dominio dei colossi giapponesi. Resiste l’audio, anche se declinato in forme diverse: streaming e multiroom sono le nuove frontiere ma si inizia a riconoscere l’importanza della qualità anche per la musica liquida. L’hi-resolution audio, dopo anni di spinta da parte di Sony, diventa uno standard con un logo e ci auspichiamo che presto tutti i servizi offrano musica liquida di qualità e non compressa. L’altra faccia del CES è quella “connected”: il messaggio che si vuole trasmettere, e non sappiamo se sia quello giusto, è che ogni cosa incapace di dialogare con uno smartphone o con un altro oggetto è inutile e passata di moda. Forse non è così, anche perché vedendo le proposte di Internet of Things e connected devices, se togliamo qualche eccezione in campo smarthome, il resto è rappresentato da accessori non sempre utili. Il boom dei wearable, intesi come smart trackers e orologi, ha portato alla nascita di prodotti tutti identici tra loro che non danno un vero valore aggiunto e sicuramente non creano “dipendenza”. Pure le auto intelligenti e connesse, che dovevano essere la vera rivoluzione della fiera, non si sono rivelate tali: quasi tutte le soluzioni di infotainment sono più belle da vedere che realmente utili. Diverso invece il tema delle auto che guidano da sole e dell’aiuto alla guida: qui le aziende ci stanno puntando forte e i progressi si vedono, ma la sensazione è che ci troviamo comunque di fronte a una rivoluzione che non sarà assolutamente immediata. La “next big thing”, il prodotto che davvero crea un segmento come lo sono stati lo smartphone, i TV piatti, l’home cinema e per ultimo il tablet, ancora all’orizzonte non si vede. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE ENTERTAINMENT C’è la volontà di qualificare in tre fasce i TV Ultra HD, “bocciando” i più economici Hollywood si allea con Netflix per le specifiche Ultra HD Annunciata la nascita di UHD Alliance con l’obiettivo di offrire video di altissima qualità di P. CENTOFANTI e R. PEZZALI A lcuni dei maggiori produttori di elettronica capitanati da Samsung, gli studios di Hollywood e Netflix hanno annunciato la nascita della UHD Alliance. Si tratta di un’associazione che punta alla definizione del formato video dei contenuti del futuro in Ultra HD, che includa nuove specifiche come Wide Gamut, High Dynamic Range e Audio 3D. Della partita sono nomi come Dolby, LG, Netflix, Panasonic, Samsung, Sharp, Sony Visual Product, Technicolor, Walt Disney Studios, Twentieth Century Fox e Warner Bros. Entertainment, ma è la presenza soprattutto di Netflix a destare attenzione, perché è chiaro che il focus non è tanto il Blu-ray Disc quanto una serie di specifiche indirizzate anche allo streaming e al video on demand. Un approccio universale insomma, anche se nel comunicato che annuncia la nascita del consorzio non si fa alcuna menzione del Blu-ray Disc. Proprio Netflix aveva annunciato la prossima disponibilità di video HDR in Ultra HD in streaming sui nuovi TV di LG. Durante il press day del CES 2015 si è parlato in realtà anche di Blu-ray: la conferenza stampa di Panasonic ha generato un po’ di confusione con l’annuncio del primo lettore Blu-ray Disc capace di riprodurre nativamente contenuti in 4K, un prototipo mostrato presso lo stand di Panasonic ma che non è ancora chiaro se riprodurrà contenuti 4K dalla rete o da disco. La Bluray Disc Association non ha rilasciato alcun comunicato ufficiale in merito e a parlare c’è solo quello di Panasonic che fa riferimento a caratteristiche che dovrebbero venire definite dalla BDA nel futuro formato denominato Ultra HD Blu-ray, ancora in fase di scrittura, a quanto pare. Il nuovo formato utiliz- torna al sommario Google Cast attacca AirPlay nello streaming musicale Google annuncia l’estensione di Google Cast alla musica e ai servizi di streaming replicando di fatto AirPlay di Apple e Spotify Connect zerà, stando a quanto dichiarato da Panasonic, il codec HEVC con bit rate fino a 100 Mbit/s, video fino a 10 bit con supporto per il wide gamut BT.2020 e high dynamic range o HDR che consente di avere una luminosità massima fino a 10.000 cd/mq. Al momento le uniche novità su questo fronte arrivano da Panasonic, senza alcun annuncio di supporto da parte di Hollywood, mentre UHD Alliance sembra avere un fronte più ampio, anche se all’appello mancano ancora Paramount, Sony Pictures e Universal. Le due iniziative convoglieranno in una sola? Viaggeranno su due binari paralleli? Una esclude l’altra? L’impressione che ci siamo fatti, dopo aver parlato con diverse persone coinvolte nell’iniziativa, è che, almeno al momento, l’obiettivo principale di questa UHD Alliance sia più che altro distinguere sul mercato i prodotti dei “big” dell’elettronica di consumo tagliando fuori di fatto i “nuovi”, ovvero i cinesi, che sono arrivati sul mercato con prodotti 4K a costo (per alcuni troppo) contenuto. Entro qualche mese saranno realizzati due loghi che identificheranno nei negozi i prodotti “Ultra HD Premium” e quelli “Ultra HD Advanced Premium”: resteranno esclusi da questa certificazione i “low qua- lity” e i “low price” UHD Panel. Al momento lo sviluppo di questo progetto troverebbe in LG un freno, azienda che sarebbe ancora in fase di discussione: la querelle sembra legata ai pannelli RGBW usati sugli OLED, che non è chiaro in quale categoria possano rientrare date le sue particolari caratteristiche costruttive. Fortunatamente per essere “Premium” o “Advanced Premium” esistono anche criteri legati alla qualità di immagine, anche se attualmente pare che molti dei parametri siano ancora in discussione. Ci è stato detto, per esempio, che per essere “Advanced Premium” un TV dovrà gestire lo spazio colore DCI-P3 ed essere High Dynamic Range, una scheda che praticamente al momento identifica la nuova serie S’UHD di Samsung. Altri parametri in considerazione riguardano il processore video e le decodifiche supportate, sicuramente HEVC a 10 bit e VP9, ma ad oggi niente è ancora stato ufficializzato. La UHD Alliance sta studiando ora i loghi da “appiccicare” sui TV: arriveranno nei prossimi mesi, giusto in tempo per la nuova stagione degli acquisti. Sarà la solita certificazione inutile, in puro stile THX, un altro bollino-medaglia da apporre sullo schermo dei TV in negozio o porterà davvero a qualcosa di buono? di Emanuele VILLA Google ha annunciato l’estensione del protocollo Google Cast ai servizi di streaming musicali e ai dispositivi (in particolare, speaker) compatibili, andando di fatto a replicare l’analogo servizio di casa Apple (AirPlay) e Spotify Connect. In questo modo sarà possibile, mediante dispositivo Android, ascoltare la musica dei principali servizi di streaming direttamente sugli speaker compatibili. Il meccanismo di funzionamento è analogo a quello di Chromecast: lo smartphone Android non invierà alcun dato musicale, sarà il ricevitore integrato nello speaker ad attingere direttamente alla musica via cloud, scaricando di fatto lo smartphone di ogni incombenza e assicurando una qualità sonora superiore rispetto al classico Bluetooth. Tra i servizi di streaming compatibili troviamo Rdio, Pandora, NPR One e Google Play Music, mentre la disponibilità dei primi speaker compatibili è prevista per la prossima primavera, a partire dagli Stati Uniti. I marchi che hanno già aderito al progetto sono LG, Sony e Denon, mentre tra i servizi di streaming manca il n.1 al mondo, ovvero Spotify. Questo perché - supponiamo - quest’ultimo ha un suo servizio analogo, ovvero Spotify Connect, e non intende (almeno per il momento) svincolarsi. Ma poi a seconda di come andrà il servizio di Google, le carte in tavola potrebbero cambiare. Clicca qui per il video. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO L’Ultra HD è ormai una novità superata, il 2015 è l’anno dell’High Dynamic Range. Vediamo di cosa si tratta Il 4K è già vecchio, quest’anno si parla di HDR L’obiettivo è una maggiore dinamica e un rapporto di contrasto più elevato, per ottenere immagini ancora più realistiche L di Paolo CENTOFANTI a parola d’ordine quest’anno al CES per quanto riguarda i TV non è tanto quantum dot (che anzi i produttori hanno mascherato dietro fantasiosi nomi di marketing), quanto HDR o High Dynamic Range, che giusto per fugare ogni potenziale dubbio, non ha nulla a che fare con l’omonima funzione che trovate sulla fotocamera o il vostro smartphone. Siccome evidentemente l’Ultra HD non è sufficiente da sola a farvi venire voglia di cambiare TV, serve qualcosa di ancora più nuovo e questo qualcosa si chiama HDR. Ma di cosa si tratta? Anche se solo ora tutti produttori si premurano di farcelo sapere, la realtà è che i contenuti video di oggi vengono ancora masterizzati in produzione tenendo come riferimento le caratteristiche dei monitor da studio con una luminosità massima di 100 nits o candele al metro quadro, un valore che risale ancora ai tempi degli schermi CRT e ai proiettori cinematografici a pellicola. Da tempo però gli schermi offrono una luminosità massima decisamente superiore, anche più di 500 cd/mq, motivo per il quale siamo soliti nelle nostre prove calibrare i TV in modo tale da portarci più vicini alle condizioni per cui sono pensati i contenuti. Questo perché “sparando” la luminosità con contenuti non appositamente studiati, si altera la resa delle immagini rispetto alle intenzioni originali con risultati spesso poco naturali. Ecco allora arrivare l’High Dynamic Range, che lavora su due livelli: i contenuti e l’hardware. I creatori di video potranno infatti masterizzare i loro contenuti tenendo come riferimento non più i 100 nits fin qui utilizzati, ma valori fino a 4000 nits. Per far questo serve una nuova curva di trasferimento (il rapporto tra segnale video e luminosità dell’immagine riprodotta, quella che comunemente chiamiamo curva del gamma) e una maggiore risoluzione in termini di bit per componente colore per poter avere sufficienti sfumature su una scala che torna al sommario diventa molto più ampia rispetto a quella standard. I vantaggi di questa soluzione? Una maggiore dinamica si traduce in un maggiore rapporto di contrasto dell’immagine (il rapporto tra il bianco e il nero), per immagini sempre più realistiche, ma anche in un maggior numero di sfumature possibili, specie sulle alte luci dove usualmente il segnale è più “compresso”. Ovviamente anche l’hardware del TV deve essere in grado di riprodurre tutta questa dinamica in più: il pannello deve poter “erogare” luce sufficiente certo, ma deve essere anche capace di riprodurre tutte le nuove sfumature intermedie di colore e per questo si parlerà in futuro sempre più spesso di display a 10 bit (gli attuali sono a 8 bit). In realtà nulla di particolarmente innovativo, visto che Dolby, con il suo Dolby Vision, lavora sull’HDR da diversi anni, così come anche Philips ora TP Vision. In questo senso è importante l’annuncio dell’Ultra HD Alliance, perché il consorzio punta proprio a trovare uno standard comune su come implementare l’HDR: quale curva utilizzare per la codifica delle immagini? Quanti bit? Quale spazio colore? Affinché i contenuti continuino a venire generati con delle specifiche rigide come quelle fin qui utilizzate nella produzione video, affinché ciò che un direttore della fotografia crei venga riprodotto in modo fedele su qualunque display, occorre trovare un accordo. Lo stesso vale per la Bu-ray Disc Association che evidentemente dovrà adeguarsi o partecipare alla discussione con la UHD Alliance se non si vuole creare un grande pasticcio e un ginepraio di formati che i produttori di TV dovranno supportare. Inutile dire intanto che tutti i TV Ultra HD già venduti, con ogni probabilità, non saranno in grado di riprodurre i prossimi contenuti HDR. IN casa AX900 IL TV 4K nATo per LA mAssImA quALITà dI VIsIone Immagini superlative, neri profondi e colori ricchi AX900 è un TV LED LCD Ultra HD all’avanguardia, pensato e realizzato con il preciso obiettivo di offrire una riproduzione video 4K con la massima qualità visiva possibile. Il suo pannello offre un dettaglio eccezionale, grazie a tecnologie esclusive frutto del grande patrimonio di conoscenze Panasonic. A questo si aggiungono funzioni avanzate che permettono di ottenere un’esperienza di intrattenimento completa, smart e intuitiva. Nero per passioNe La capacità di riprodurre neri intensi è il punto di partenza per ottenere un’immagine dotata di una buona profondità, con colori reali e ricchi di sfumature. Per questo Panasonic AX900 adotta il sistema Direct LED Full Array e la tecnologia Local Dimming, che analizza il segnale video in ingresso e che regola la retroilluminazione delle diverse aree del pannello in base al contenuto delle immagini. In questo modo vengono evitati fastidiosi aloni nelle immagini scure, si ottiene un contrasto elevato e una perfetta riproduzione dei dettagli, anche nelle scene più scure. Colori Come al CiNema Per ottenere immagini 4K con colori fedeli e consentire di vedere i film come il regista li ha pensati, i progettisti hanno lavorato fianco a fianco proprio con i registi e direttori delle fotografia presso i Panasonic Hollywood Laboratories: il risultato è una gestione dei colori a livello dei monitor di studio professionale. Tra le tecnologie adottate spicca la correzione del colore 3D LUT, che regola la riproduzione cromatica in modo dettagliato per offrire una riproduzione accurata. Il TV, inoltre, rileva la luce ambientale e adegua automaticamente i parametri delle immagini, per offrire sempre la migliore qualità visiva. CoNNettività a prova di 4K AX900 ha funzioni smart e di networking molto avanzate e una connettività completa, per sfruttare al meglio l’alta qualità di immagine e vedere la più ampia gamma di contenuti 4K. A fianco a 4 ingressi HDMI 4K con supporto 60p troviamo un ingresso DisplayPort; inoltre, il TV può riprodurre contenuti con protezione del copyright HDCP2.2 ed è dotato di decoder H.265 (HEVC). n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Nuovi TV, videocamere HDR e Blu-ray “4K”: ecco le principali novità presentate a Las Vegas da Panasonic Ecco le novità presentate da Panasonic al CES Per i TV si tratta essenzialmente evoluzioni sulla base dell’eccellente AX800, nel 2015 potrebbe arrivare anche l’OLED di Emanuele VILLA L a conferenza stampa Panasonic del CES 2015 è stata l’occasione per fare il punto sull’attività dell’azienda e non solo per presentare nuovi prodotti per l’intrattenimento domestico e il digital imaging. Questo giustifica il fatto che la prima parte della conferenza è stata dedicata a un settore “che non ti aspetti” al CES, ovvero all’automotive. Ma d’altronde quando il il 25% dei ricavi giunge da li’, è inevitabile che gli investimenti dell’azienda si muovano di conseguenza. Panasonic è presente nel settore tramite sistemi di infotainment di bordo ma anche come produttore di batterie pensate per alimentare le auto elettriche in circolazione, da cui la stretta partnership con Tesla. Ciò premesso, le novità nel ramo consumer non sono state moltissime ma decisamente interessanti. Tra quelle rivelate alla conferenza stampa, particolare enfasi è stata data al digital imaging, dove Panasonic ha presentato due nuove videocamere consumer 4K in grado di riprendere in HDR, ovvero con gamma dinamica estesa rispetto alla ripresa tradizionale. I due modelli sono WX970 e WX870, entrambi con modalità di ripresa 4K, stabilizzazione ottica, zoom 20x, NFC, Wi-Fi e, appunto, HDR Movie, funzionalità che tra l’altro Panasonic estende ad altri camcorder Full HD presentati al CES. Altra funzionalità interessante, questa volta esclusiva del modello WX970, è la Twin Camera, ovvero una seconda camera sul retro del visore che può riprendere insieme alla principale per effetti suggestivi di picture in picture con due direzioni di ripresa o con la stessa direzione di ripresa ma con due angoli di quadro completamente diversi. Altra notizia, ma relativa solo agli Stati Uniti, è il rientro del marchio Technics su suolo americano, cosa da noi anticipata allo scorso IFA di Berlino, e discorso analogo per le soluzioni di monitoraggio e controllo domestico, anticipate alla recente fiera europea. Panasonic ha poi annunciato di essere parte della Ultra HD Alliance, la neoanata associazione di aziende hardware e software a sostegno della diffusione di contenuti e standard 4K. Interessante poi la nuova linea flagship di TV LCD, contraddistinta dall’impiego della tecnologia Quantum Dots (un po’ la moda del momento). Infine c’è l’anticipazione di un particolare lettore Blu-ray capace di gestire contenuti 4K, mostrato allo stato prototipale. Per gli approndimenti vi rimandiamo alle news specifiche. Tutti i dettagli dei nuovi TV 2015 Panasonic al CES ha annunciato tre nuove serie di TV Ultra HD, CX850, CX800 e CX650/CX600. Innanzitutto non si parla di novità tecnologiche straordinarie rispetto a i modelli dello scorso anno. Il modello di punta, il CX850, sembra avere le stesse caratteristiche dell’AX900 con certificazione THX 4K, Local Dimming Pro, Studio Master Drive. Panasonic parla anche di nuovo Super Bright Panel, anche se non dovrebbe trattarsi già di un TV HDR. Panasonic ha mostrato in- torna al sommario fatti una demo con un prototipo High Dynamic Range, ma in riferimento ai nuovi TV il personale allo stand ci ha detto che il Super Bright Panel è solo un primo passo verso in questa direzione. Di certo il nuovo TV avrà comunque una nuova funzione di dynamic range remastering, che permetterà cioè di rielaborare i segnali in ingresso in modo tale da sfruttare la maggiore gamma dinamica del pannello, senza semplicemente “pompare” la luminosità massima. Per quanto riguarda il local dimming si parla di un algoritmo ulteriormente migliorato e, come nell’AX900, la retroilluminazione sarà di tipo full LED, per cui ci possiamo aspettare prestazioni a livello dell’ottimo top di gamma di quest’anno. Altra novità riguarda i colori, visto che Panasonic ha lavorato per portare la copertura dello spazio colore fino al 98% dello standard DCI per il digital cinema e che potrebbe venire portato sul mercato consumer sia con l’Ultra HD Blu-ray che dalla UHD Alliance. L’altra novità riguarda Firefox OS che sui modelli CX850 e CX800 verrà usato come base per la nuova piattaforma Smart MyHomeScreen 2.0. Presso lo stand c’era solo una demo pre-programmata che lasciava intravedere ancora poco di questa nuova piattaforma e l’integrazione con le altre funzionalità del TV. Ci è sembrato comunque un sensibile passo in avanti visto che la smart TV di Panasonic aveva decisamente bisogno di una rispolverata. Il modello CX850 sarà disponibile in due tagli 55 e 65 pollici e prezzi e disponibilità sono ancora tutti da annunciare. La serie CX800 è un gradino più in basso. Sarà sempre dotata di piattaforma Firefox OS, ma non avrà il Super Bright Panel e la retroilluminazione full LED. Sarà un prodotto simile all’AX800, quindi con local dimming ma pannello di tipo LED Edge. Questo modello è stato annunciato al momento in tre tagli: 65, 60 e 55 pollici. La fascia media sarà composta infine da modelli Firefox OS con pannello Ultra HD Super Bright Panel, seppure senza local dimming, per la CX650 (tagli 55, 60 e 65 pollici), mentre il CX600 è un solo modello da 50 pollici e senza Firefox OS, ma con le stesse caratteristiche di immagine della serie CX650. L’OLED potrebbe arrivare entro l’anno Potrebbe esserci un po’ di OLED nel futuro di Panasonic: il prototipo di TV OLED da 65” che l’azienda giapponese ha esposto all’IFA è arrivato anche a Las Vegas in una nuova versione leggermente rivista. Panasonic sembra aver abbondato la prima idea di TV OLED realizzato con tecnica ink-jet: il meraviglioso TV da 56” presentato insieme a Sony due anni fa resterà un ricordo, e la strada più percorribile sembra la realizzazione di TV OLED utilizzando pannelli di terze parti.Il TV che abbiamo visto in fiera a Las Vegas, un 65” curvo 4K, oltre ad essere il primo TV curvo di Panasonic è realizzato utilizzando un pannello WRGB OLED, e riteniamo (anche se nessuno ce lo ha confermato) che l’azienda abbia usato un pannello comprato da LG. Panasonic potrebbe arrivare sul mercato con questo modello di TV OLED entro l’anno, con un lancio mondiale a settembre in occasione dell’IFA di Berlino. Una necessità per Panasonic: la serie AX900, pur con delle prestazioni eccellenti, potrebbe non riuscire a far breccia nel cuore degli appassionati rimasti “orfani” del plasma: l’OLED può farcela. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Panasonic ha proposto alla Blu-ray Disc Association un nuovo standard Ultra HD Blu-ray: dischi fino a 100 GB e HEVC I segreti del Blu-ray 4K Panasonic: dischi a tre strati e HEVC Si attende la conferma dello standard entro l’estate e soprattutto l’adozione da parte degli altri produttori e delle major di Emanuele VILLA P anasonic al CES 2015 di Las Vegas ha presentato un lettore Blu-ray 4k. O meglio, ne ha fatto vedere uno durante la conferenza stampa, affermando che si tratta di un lettore capace di “riprodurre contenuti in 4K nativo”. In realtà, nei discorsi delle conferenze stampa americane, già scritti a tavolino fino all’ultima virgola, l’utilizzo di quel vago “contenuti” e l’aver evitato del tutto il sostantivo “disco”, lascia pensare che la situazione sia ancora molto fluida in seno alla neonata Ultra HD Alliance, della quale Panasonic fa parte. Il prodotto finale al quale Panasonic allude sarà un lettore di un nuovo formato di disco ad alta capacità? Di un lettore Blu-ray in grado di riprodurre i file 4K o lo streaming di sorgenti online come i film 4K su Netflix? Panasonic ha glissato durante la conferenza stampa, limitandosi a mostrare un prototipo non funzionante di quello che diventerà, nella seconda parte dell’anno, il primo lettore Blu-ray 4K. Grazie alle informazioni forniteci da un manager Panasonic al CES, ora abbiamo le idee chiare: quello mostrato alla conferenza stampa era sì un mockup non funzionante, ma il concetto portato avanti da Panasonic è proprio quello di riuscire a dare vita a un nuovo standard 4K basato su disco, che l’azienda vorrebbe chiamare Ultra HD Blu-ray. Al momento si tratta semplicemente di una proposta che l’azienda giapponese ha fatto alla Blu-ray Disc Association e che, se avrà il supporto degli altri membri, dovrebbe diventare standard entro l’estate: l’ipotesi portata avanti da Panasonic è di proporre tre tipi di supporti, uno “normale” da 50 GB (analogo all’attuale), uno con due strati da 66 GB e uno con tre strati da 100 GB. Il formato non sarà in alcun modo compatibile con quello attuale, torna al sommario per cui sarà necessario un lettore ad hoc; per lo stesso motivo gli eventuali nuovi dischi non saranno compatibili le attuali console. A livello di bitrate si parla di un massimo gestibile di 100 Mb/s, ma il prototipo attuale non può gestire flussi di dati superiori agli 80 Mb/s, il che imporrà un limite alla qualità dello stream. A livello di codec verrà utilizzato l’efficientissimo HEVC e lo standard sarà compatibile con il video HDR, con profondità di colore a 10 bit. Come anticipato, nulla è definito e si tratta semplicemente di una proposta di Panasonic alla Blu-ray Disc Association: potrebbero passare mesi prima che la cosa diventi realtà ma si tratta quanto meno di un passo importante verso la standardizzazione dei contenuti 4K, per il quale ci complimentiamo con Panasonic. Un’ottima notizia per gli appassionati, che po- trebbe dare una mano allo sviluppo del mercato dell’Ultra HD in Paesi (come il nostro) in cui i limiti della banda Internet pongono un freno strutturale allo sviluppo dello streaming ad alto bitrate. Anche se - va notato - i tempi sarebbero stati decisamente matu- ri per un eventuale lancio congiunto dello standard tra tutti i produttori e le major, dato che le tecnologie di base applicate per questa implementazione sono già tutte sviluppate; il fatto che allo scoperto ci sia solo Panasonic non è un bel segnale... TV E VIDEO TCL ha presentato a Las Vegas un TV da 55’’ 4K con tecnologia Quantum Dots Quantum Dots (e niente OLED) per i TV TCL Il nuovo modello H9700 è un vero flagship, ha finiture accurate e arriverà anche in Europa T di Emanuele VILLA CL non ha ancora un riconoscimento planetario, come possono avere Samsung o Sony per esempio, e per questo la presentazione stampa al CES è stata preceduta da una corposa introduzione sui numeri e la mission dell’azienda. I numeri snocciolati sono davvero notevoli: TCL è quarta nella vendita mondiale di TV LCD e sesta nei telefoni Per quanto concerne il mercato dei TV, le novità sono state due: una dedicata ai soli Stati Uniti e su cui non ci soffermiamo, ovvero la Roku TV compatibile 4K, e il nuovo TV flagship della serie H9700, che invece ci interessa in particolar modo perché arriverà anche in Europa. Parlando di presente e futuro dei TV, TCL boccia senza mezze misure l’OLED: ci dicono che la tecnologia è eccezionale, ma affinchè l’innovazione abbia senso deve essere abbordabile ed evidentemente – nella filosofia del gigante cinese – l’OLED non lo è ancora. Lo è invece la tecnologia Quantum Dots, fornita da QD Vision e alla base del nuovo flagship H9700, che TCL mostra per la prima volta a Las Vegas al pubblico americano. L’abbiamo osservato per qualche minuto ed effettivamente si tratta di un “flagship” anche nell’estetica: l’H9700 propone cornici molto sottili, finitura in alluminio spazzolato e molta cura di dettaglio anche nella scocca posteriore, che viene coperta da una placca magnetica per evitare che i connettori siano a vista. A livello tecnico parliamo di un display 4K da 55’’ di diagonale (al momento non sono previsti altri polliciaggi) con tecnologia Quantum Dots per uno spazio colore molto esteso e grande attenzione anche all’audio, con diffusori a vista firmati harman/kardon. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Al CES 2015 Samsung annuncia i TV SUHD: la piattaforma è Tizen e mentre il pannello guadagna i Quantum Dots Samsung SUHD: colori super e Tizen per stupire L’interfaccia grafica, totalmente rinnovata, è meno confusa. Con Evolution Kit Samsung aggiornerà anche i vecchi TV S di Roberto PEZZALI UHD: è questa la sigla scelta da Samsung per presentare i nuovi TV basati sulla piattaforma Smart Tizen. Dietro questo acronimo Samsung ha sapientemente nascosto la tecnologia “Quantum Dots”: l’evoluzione dei TV LED che mirano a fornire una gamma cromatica più ampia grazie al pannello dotato di piccoli nano cristalli (leggi l’approfondimento). Nel corso della conferenza stampa di presentazione Samsung non ha diramato dettagli, e i pochi che ha dato odorano molto di marketing: “Questa tecnologia fornisce agli spettatori immagini con una qualità cromatica 64 volte superiore a quella dei televisori tradizionali” - esordisce Samsung, per poi concludere aggiungendo che “il potente processore octa-core analizza automaticamente la luminosità delle immagini per ridurre al minimo il consumo di energia supplementare producendo così immagini con neri ancora più neri, punti di regolazione colore più accurati e una luminosità che supera di 2,5 volte i tv tradizionali”. Samsung ha trovato in Fox il partner ideale per spingere il concetto di SUHD: Fox infatti effettuerà un remastering particolare di Exodus per esaltare la gamma cromatica dei nuovi TV, una sorta di “HDR” che sfrutta l’elevata luminosità del pannello e l’ampio gamut che il pannello Quantum Dots può offrire. La gamma Samsung SUHD comprende 3 serie, JS9500, JS9000 e JS8500 tutte simili nel design con pannello curvo, una cornice in alluminio sottile e una nuova base. La serie 9000, inoltre, si differenzia dalle altre per un particolare motivo “zigrinato” sul retro creato da un nuovo designer, lo stesso che ha realizzato anche un particolare TV 21:9 appoggiato ad una base che pare il piedistallo di una statua all’interno del quale è alloggiato il sistema audio. Tutti i nuovi TV Samsung di ultima generazione sono dotati di sistema operativo “open-source” Tizen e di Quick Connect, una funzionalità che permette il riconoscimento automatico ed immediato degli smartphone e tablet Samsung che si desidera connettere al TV tramite tecnologia BLE (Bluetooth Low Energy). Gli utenti possono quindi condividere contenuti video dal proprio dispositivo mobile direttamente su Smart TV premendo un semplice tasto. Tizen è “ispirata” da LG WebOS Ogni Smart TV Samsung del 2015 sarà dotata di sistema operativo “open-source” Tizen. Per Samsung è una scelta importante: dopo gli smartwatch anche per i TV si passa a qualcosa di sviluppato interamente, un sistema snello, leggero e open. E’ proprio su quest’ultima parola che a nostro avviso si gioca la partita: nessuno dei produttori di Smart TV è stato così lungimirante da aprire la sua piattaforma permettendo a tutti di creare e pubblicare liberamente applicazioni sullo “store” e Samsung potrebbe essere la prima a lanciare un sistema aperto a tutti, senza una “censura” sulle applicazioni e senza la necessità di accordi commerciali per poter avere la propria app disponibile sui TV. La nuova Smart TV, nonostante le similitudini con WebOS che faranno sorridere LG, sembra comunque interessante: a bordo avrà infatti PlayStation Now, per giocare in streaming ai giochi della PS3 collegando un controller dual shock, e integrerà anche una serie di giochi come Just Dance di Ubisoft e Bingo Home di Dreamworks. Grazie all’Evolution Kit sarà possibile aggiornare anche i vecchi modelli di TV Samsung mantiene la parola: un responsabile ci ha confermato che Evolution Kit con aggiornamento a Tizen sarà disponibile per le TV Full HD a partire dalle serie ES e per le TV 4K con il box esterno. Insieme ai kit, come sempre, verrà dato anche il nuovo teleco- torna al sommario mando dotato di puntatore e giroscopio, realizzato da Samsung esaminando i dati dei tasti più utilizzati. Non sappiamo come Samsung abbia ottenuto tali dati, presumibilmente con una raccolta anonima delle informazioni dalle smart TV connesse. Tizen è un buon passo avanti: l’interfaccia ancora non era completa pertanto non è stato possibile navigare in tutti i menu, tuttavia ci è sembrata più reattiva e veloce di quella dello scorso anno, anche se parte del merito va al processore a otto core. Tizen, oltre alla nuova interfaccia e alla velocità maggiore non porta però grossi cambiamenti: l’unica funzione aggiunta è una integrazione sul segnale televisivo di metadati che arricchiscono in tempo reale le trasmissioni sportive. Notevoli i miglioramenti in campo gaming: la videocamera usata sul nuovo modello è in grado di fare tracking posizionale in modo simile a Kinect permettendo il lancio di giochi come Just Dance di Ubisoft e la creazione di app fitness dedicate. Sempre in tema giochi arriva l’accesso a Playstation Now, il servizio di Sony per i giochi della PS3 in streaming: il TV accetta i controller DualShock e dispone di app dedicata per il collegamento al cloud gaming, collegamento al momento non funzionante in Italia. Tizen sarà usato da Samsung su tutta la gamma di TV 2015 e come aggiornamento sulle versioni precedenti: l’unico elemento che rimane ancora da capire è se i TV serie H dello scorso potranno essere aggiornati senza necessariamente acquistare l’Evolution Kit. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Per Samsung saranno HDR e pannello a 10 bit le evoluzioni in termini di qualità HDR e pannello 10 bit per i TV Samsung Il target resta sempre l’OLED, il cui pannello con l’HDR avrebbe però una vita breve S di Roberto PEZZALI amsung non snobba l’OLED, visto come un traguardo da raggiungere, ma ha deciso che l’High Dynamic Range è la nuova frontiera della qualità per le TV. Il nero è importante, ma allo stesso modo lo è lo spunto di luminosità: i TV oggi non riescono a fornire una luminosità adeguata in certe scene restituendo immagini “pallide” e lontane da quella che regista e direttore della fotografia avevano in mente quando hanno effettuato il grading del film. Una luminosità che i TV OLED non hanno: sfruttando la tecnologia RGB abbinata all’HDR la vita di un TV OLED si ridurrebbe e i TV LG, che usano un White OLED con filtri RGB, non possono raggiungere certe luminosità. Parallelamente, in un meeting tecnico sulle nuove TV S UHD, abbiamo appreso qualche dettaglio in più sulla nuova gamma composta da 3 serie, JS9500, top di gamma Full LED local dimming, JS9000 con pannello edge LED e JS8500 edge led a schermo piatto (non esposto al CES). Samsung per la prima volta utilizza un pannello a 10 bit, e da quanto abbiamo potuto vedere è l’unica: Sony (secondo Samsung), sul suo top di gamma HDR ha un processore a 10 bit, ma avrà anche quest’anno un pannello a 8 bit. Un piccolo vantaggio tecnologico che Samsung si è tenuta, essendo produttrice dei pannelli per la maggior dei costruttori. Il passaggio a 10 bit è fondamentale con l’Ultra HD perché il REC 2020, lo spazio colore che dovrebbe essere usato per i contenuti in 4K, richiede appunto i 10 bit contro gli 8 bit del REC 709 usato per il normale HD. torna al sommario Il cavo MHL diventa “Super” Pronto anche per il video 8K Dalle nostre parti è già ardito pensare a contenuti video con definizione 4K ma oltre oceano si è già molto oltre Ecco arrivare il cavo Super MHL in grado di trasferire filmati a 8K Quello che Samsung in pratica dice è che tutti i TV venduti fino ad oggi (inclusi i Samsung) sono obsoleti se si guarda a quelle che sono le intenzioni della Ultra HD Alliance, che spinge proprio per contenuti HEVC a 10 bit. L’altro elemento, oltre al pannello a 10 bit, è proprio l’HDR: Samsung sul JS9500 utilizza un nuovo pannello Full LED con local dimming a oggetti. Non sappiamo quante zone gestisce, ma pare siano svariate migliaia di zone dinamiche: proprio per poter gestire l’HDR il nuovo pannello è in grado di accendere una zona grossa qualche millimetro. I TV Samsung S UHD potranno sfruttare l’HDR in due modalità: simulata, quindi espandendo la gamma su contenuti che non sono stati concepiti in questo modo oppure nativa, con contenuti che esaltano al massimo questa funzionalità. In questa ottica nasce la collaborazione con Fox, che sta rimasterizzando Exodus per trasformare il master DCI-P3 a 12 bit in un master HDR a 10 bit per le TV. Il risultato che abbiamo potuto vedere è notevole: l’HDR non solo migliora colori e spunto ma aumenta anche il contrasto di Roberto FAGGIANO percepito. Con i segnali test che ci sono stati mostrato il nuovo top di gamma Samsung effettivamente non sfigura affatto di fianco all’OLED (che ci è parso comunque più naturale): forse non compete sul nero ma ha colori più brillanti e un’immagine che colpisce di più. Il cavo MHL non ha finora avuto molta fortuna sul mercato, poco adottato dai produttori e probabilmente ritenuto dagli utenti meno pratico delle varie funzioni di mirroring e Miracast. Ma il consorzio del cavo deputato a trasferire contenuti da un dispositivo mobile a TV e sistemi home theater non demorde: proprio in occasione del CES 2015 è stato infatti presentato il cavo Super MHL, capace di trasportare filmati addirittura in 8K! In dettaglio si possono trasmettere filmati a 120 fps e gamma di colori fino a 48 bit, naturalmente accompagnati da una colonna sonora multicanale Dolby Atmos o DTS HD. Si potrebbe dire quanto meno prematuro ma comunque è bello sapere che mentre in Italia vedere un filmato in semplice HD è già un bel traguardo, difficile da raggiungere, altri danno già per scontato il 4K e si preparano a nuovi obbiettivi. Tra le altre caratteristiche interessanti rilevabili dalle specifiche tecniche preliminari, appena rilasciate dal consorzio, troviamo la possibilità di alimentare e ricaricare i dispositivi mobili con potenza fino a 40 watt. creativo Lumix GH4 e FZ1000 L’evoLuZione deLL’immaGine Scatena la creatività con foto e video in 4K Girare video e scattare foto a una qualità mai vista prima è possibile, grazie alle due fotocamere evolute di Panasonic, la fotocamera ad ottiche intercambiabili Lumix GH4 e la bridge FZ1000, in grado di portare la fotografia e il video ai massimi livelli grazie alle meraviglie del 4K. GH4, la FOTOCaMERa aD OTTICHE INTERCaMBIaBIlI CON vOCazIONE Da vIDEOMakER Lumix GH4 è la DSLM micro quattro terzi che punta tutto su 4K, su qualità e specifiche professionali e su una grande maneggevolezza. Ma Lumix GH4 non è solo un’eccellente fotocamera che colpisce per la qualità dell’immagine, per la precisione del dettaglio e per la resa cromatica: è anche e soprattutto un’ottima videocamera, in grado di riprendere in 4K come nessun’altra fotocamera o smartphone possono fare. Tutto questo in virtù delle sue ottiche luminose e di un grande sensore, per una qualità video che soltanto una videocamera semiprofessionale è in grado di offrire. Lumix GH4 è il prodotto ideale per registrare video in risoluzione Ultra HD, da rivedere su schermi 4K, con risultati sbalorditivi per nitidezza e realismo delle immagini. Nel cuore della Lumix GH4 infatti pulsa un sensore LIVE MOS da 16 MP, che offre una qualità di immagine oltre ogni aspettati- va. La riduzione del rumore è assicurata dal processore di immagine Venus Engine 9AHD, che riduce il rumore e conserva un numero elevato di dettagli, scattando in formato RAW. Inoltre, la messa a fuoco sulla Lumix GH4 è sorprendentemente rapida, grazie all’introduzione del sistema di autofocus DFD (Depth From Defocus). Lumix GH4 è la DSLM che può soddisfare sia il fotoamatore, sia il professionista del video, grazie alla possibilità di girare filmati 4K in MOV e MP4. luMIx Fz1000, la BRIDGE aD alTE pREsTazIONI CHE REGIsTRa IN 4k Sensore MOS da 1 pollice e 20 MP di risoluzione, obiettivo LEICA DC VARIO ELMARIT con zoom ottico 16x, obiettivo ultragrandangolare da 25 mm e, soprattutto, registrazione di video in 4K: queste le credenziali di presentazione della bridge Lumix FZ1000. In virtù dalle sue peculiarità di eccellente fotocamera dalle ottiche luminose e dal grande sensore, la bridge FZ1000 si distingue per le prestazioni video eccellenti grazie alla registrazione in qualità 4K (3840 x 2160) a 25 fps: è possibile registrare anche nel “normale” Full HD 1920 x 1080 a 100 fps ed estrarre da questo flusso immagini a 8 Megapixel. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Tantissimi modelli di TV OLED per LG, curvi e finalmente piatti. In arrivo anche una piattaforma WebOS più veloce LG punta forte su TV OLED e Internet of Things I nuovi pannelli dei TV OLED 2015 offrono una maggiore affidabilità, ipotizzabile a una politica di garanzia pixel zero ? C di R. PEZZALI e P. CENTOFANTI onnected Home, Internet of Things e auto: LG annuncia nella prima conferenza stampa ufficiale del CES di Las Vegas i paletti su cui costruire il futuro. Piattaforme evolute, capaci di evolversi e di migliorare anno dopo anno permettendo un dialogo sempre più stretto con gli altri dispositivi della casa: il primo esempio è WebOS, la soluzione per Smart TV che arriva ora alla versione 2.0 ancora più veloce e completa. La conferenza stampa di LG scorre veloce, tante idee, tanti prodotti, ma una cosa è certa: LG vuole restare leader nell’OLED staccando la concorrenza su un prodotto che già dal prossimo anno varrà un milione di pezzi nel mondo. La gamma OLED di LG per il 2015 sarà completissima, a partire dal 77” 4K flessibile che può passare da curvo a piatto con un tasto del telecomando. Quello che più interessa però è la presenza di svariati modelli premium e entry level, tutti dotati di WebOS 2.0 e soprattutto disponibili sia con schemo curvo che piatto. LG non vuole però abbandonare il campo LCD LED: il 60% della gamma di TV sarà 4K e per i modelli di punta ci sarà la tecnologia Color Prime Nanospectrum, il nome scelto dall’azienda per identificare i TV con Quantum Dots. Per essere precisi LG ha realizzato due tecnologie che ampliano la gamma dinamica dei TV, una basata proprio sui Quantum Dots e una invece realizzata con una tecnologia di LG stessa destinata ai TV di fascia media: ci auguriamo che le due diverse soluzioni siano identificabili in qualche modo. Poche parole anche sul nuovo WebOS: è molto più veloce, parte in meno di due secondi e aggiunge una serie di funzionalità come “My Channel”, una lista di preferiti nella schermata di start facilmente raggiungibili. Quasi tutti i TV WebOS saranno spinti da un processore quadcore e ci saranno anche nuove app come GoPro Channel, in esclusiva, e Netflix e Youtube abilitate allo streaming in 4K. Con Netflix LG continua la sua collaborazione decennale: grazie al decoder HEVC integrato a 10 bit la prossima gamma di TV LG sarà in grado di gestire lo stream di video in 4K ad alta dinamica (HDR), l’ennesima innovazione del colosso dello streaming in termini di qualità. Chiude la conferenza stampa di LG il nuovo G Flex 2, lo smartphone con schermo OLED curvo che non ha avuto, di cui vi raccontiamo in questa news. Nel 2015 arrivano gli OLED piatti Il piatto forte della gamma LG per il CES 2015 è naturalmente costituita dai nuovi TV OLED 4K, che quest’anno praticamente raddoppia con tanti nuovi modelli. Come già dettto, la novità più importante in assoluto è che alla gamma di TV OLED curvi si affiancherà finalmente anche una serie costituita da televisori con schermo piatto, cosa questa che non potrà essere accolta con grande piacere da tutti colori che torna al sommario non si sono fatti sedurre dalle curve viste fin qui. Andando con ordine, il top di gamma 2015 è costituito dal TV OLED da 77 pollici “bendable”, cioè con schermo pieghevole che a comando passa dalla configurazione piatta a quella curva e viceversa: lo avevamo visto lo scorso anno come prototipo, ma ora diventa un prodotto commerciale con sigla EG9900. Sempre da 77 pollici è l’EG9700, il modello Ultra HD che avevamo già visto all’IFA di Berlino lo scorso settembre. La gamma “curva” comprende altri due modelli con dimensioni di 55 e 65 pollici e sigla EG9600. Per quanto riguarda i TV piatti le serie sono invece due. La prima, la EF9500, costituita da due tagli, 65 e 55 pollici, la seconda da un unico modello da 65 pollici, l’EF9800 Art Slim, contraddistinto da una soundbar integrata firmata Harman/Kardon. LG è stata avara di dettagli tecnici. Sappiamo che tutti i nuovi modelli saranno dotati della nuova versione di WebOS per quanto riguarda la piattaforma smart TV e che quelli fin qui visti saranno tutti Ultra HD. A questi si unirà anche una gamma entry level con pannelli full HD. LG ci dice anche che i nuovi pannelli offrono un’affidabilità decisamente migliorata rispetto ai TV OLED di primissima generazione, tanto che l’azienda starebbe pensando alla possibilità di offrire una politica di garanzia pixel zero, cioè la sostituzione in garanzia di pannelli anche con un solo pixel morto. L’avviamento della nuova fabbrica di pannelli garantirebbe inoltre un ulteriore abbassamento dei prezzi dei nuovi TV e soprattutto numeri più consistenti di pezzi sui vari mercati, compreso quello italiano. Insomma, il 2015 dovrebbe essere l’anno in cui i TV OLED potrebbero diventare una realtà affermata nel mercato TV. Nel momento in cui scriviamo non abbiamo ancora avuto modo di approfondire quali sono i piani per il nostro paese, se non che tutti i modelli visti arriveranno anche in Italia. A fine mese ci sarà un evento per l’Europa dedicato ai TV OLED e sicuramente arriveranno maggiori informazioni. video lab LG OLED TV In anteprima dal CES 2015 i nuovi modelli n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Conferenza stampa sottotono per Sony ma le novità non sono mancate. Stupendo il nuovo TV “floating design” I TV Sony 2015 sono i più sottili di sempre Nella gamma Sony c’è spazio anche per Android TV e per l’audio ad alta risoluzione. Negli USA in primavera, poi da noi di P. CENTOFANTI ed E. VILLA U n keynote un po’ sottotono per Sony, più un richiamo ai risultati fin qui conseguiti soprattutto nella fotografia, con gli ultimi acclamati modelli di mirrorless full frame, e naturalmente da PlayStation, che ha superato quota 18 milioni di console vendute dal lancio, 4 milioni solo durante lo shopping natalizio. Con la scadenza dell’anno fiscale 2015 come target per il risanamento dell’azienda sempre più vicino, Kazuo Hirai comincia probabilmente a sentire la pressione e la necessità di portare a casa risultati concreti. La Sony del futuro deve essere meglio focalizzata sui settori vincenti e nel discorso di Hirai ci sono stati accenni all’automotive (in cui Sony pensa di portare l’esperienza maturata nei sensori di immagine ad alta sensibilità), ai nuovi servizi di streaming (PlayStation Vue), alle immancabili tecnologie indossabili e Internet of Things. Non sono mancati comunque i prodotti novità e in particolare nuove gamme di TV LCD tutte basate su piattaforma Android TV, capitanate da un nuovo televisore con “floating design”, vale a dire cornice ridotta al minimo e uno spessore di pochi millimetri e paragonabile a quello degli schermi OLED. Anche per Sony uno dei temi nuovi del 2015 in fatto di televisori è quello dell’HDR, con supporto per i contenuti in questo formato proposti da Netflix. Si tratta di filmati codificati con un più ampio range dinamico rispetto all’HD standard e che permette di sfruttare meglio l’elevata luminosità di picco dei TV di oggi, offrendo per l’appunto una più ampia gamma dinamica in termini di contrasto. Sony ha ribadito poi il suo supporto per l’audio ad alta risoluzione o High-Res Audio, annunciando tra l’altro che il suo logo che da qualche anno compare su suoi prodotti compatibili con i file ad alta risoluzione, sarà adottato anche da case discografiche e altri produttori hardware per proporre ai consumatori un marchio immediatamente identificabile. Per l’occasione Sony presenta al CES una nuova gamma di sistemi stereo, walkmen e prodotti wireless per l’audio ad alta risoluzione, e in quest’ultimo caso anche con la nuova codifica audio LDAC ottimizzata per offrire audio Hi-Res anche via Bluetooth. TV Sony X850C torna al sommario Per quanto riguarda invece il 4K sono due i nuovi prodotti principali annunciati: una nuova videocamera Handicam capace di riprendere video in 4K in formato XAVC-S con sensore da 26 Megapixel e una nuova versione della sportcam di Sony, l’Action Cam 4K presentata per l’occasione da un testimonial d’eccezione: l’artista dello skateboard e sport estremi Tony Hawk. Tutti i dettagli dei TV Sony 2015 Nonostante l’assenza pressoché totale di novità nel segmento mobile, Sony ha presentato al CES un’intera nuova line up di televisori LED contraddistinti dalle ultime tecnologie in ambito video ma anche audio, con il supporto - da parte dei modelli X930C e X940C dell’Hi-Res Audio. Ma il punto di partenza e vero elemento cardine della nuova offerta Sony è un bellissimo modello XBRX900C, disponibile nelle varianti 55’’ e 65’’ e, in assoluto, il più sottile TV LED Sony mai realizzato, con un pannello da appena 5mm di spessore. Il risultato è davvero impressionante: il TV sembra un foglio e, soprattutto, mantiene questo spessore minimo per la stragrande maggioranza della sua struttura. A livello tecnico stiamo parlando di un display con risoluzione Ultra HD con un nuovo potente processore 4K integrato, che Sony chiama X1 ed è responsabile non solo dell’upscaling ma anche della gestione dei parametri d’immagine quali la vividezza, il rapporto di contrasto, ecc. Il TV incorpora la tecnologia Google Cast per lo streaming da smartphone e tablet ma, soprattutto, è completamente basato su Android TV, come tutta la nuova gamma 4K del produttore nipponico; infine, tra le specifiche “top” spicca la compatibilità HEVC e VP9 per la riproduzione dei contenuti 4K. Alla medesima gamma appartengono poi i modelli X930C e X940C, che però differiscono dalla serie 900 soprattutto sotto il profilo estetico. Riprendendo la filosofia di design attuale, il display è circondato dai diffusori a vista, tali da rendere l’impatto un po’ più “pesante” ma la qualità sonora decisamente superiore. Non è un caso che i modelli X930C (65’’) e X940C (75’’) supportino appieno l’audio ad alta risoluzione Hi-Res Audio. La differenza principale tra i due modelli, oltre al polliciaggio, sta nell’impiego della tecnologia X-tended Dynamic Range per il modello da 65’’ e X-tended Dynamic Range Pro per quello da 75’’, mentre per il resto sono molto simili: 4K di risoluzione per entrambi, processore X1, Android TV come piattaforma software, con tanto di controllo vocale di casa Google, Triluminos, piena compatibilità HEVC e VP9 e disponibilità a partire da questa primavera. Chi vuole passare al 4K senza spendere una fortuna (per quanto le cifre non siano ancora annunciate) può rivolgersi alla serie X850C, che consta di modelli da 55’’, 65’’ e 75’’. Il design è più semplice e meno curato, c’è meno attenzione al comparto audio ma il basamento è estremamente solido: processore X1, Triluminos, Android TV di Google e compatibilità HEVC e VP9. Lo stesso vale per la serie entry 4K di polliciaggio inferiore, ovvero X830C che consta di modelli da 43’’ e 49’’: le caratteristiche sono le stesse dei modelli superiore, fatta eccezione per il pannello Triluminos. Negli USA tutti i modelli sono previsti in uscita in primavera, da noi occorrerà aspettare un po’ di più. video lab Sony TV La nuova gamma di televisori LED n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Dopo la maturazione dell’elettronica migliora il look: i TV Hisense ora sono al top TV Hisense: qualità e finiture da “grandi” I miglioramenti della gamma 2015 sono notevoli, la partnership con Loewe dà i primi frutti di Roberto PEZZALI assi da gigante per Hisense: il produttore cinese ha mostrato al CES la nuova gamma di TV ULED, acronimo scelto per i televisori dotati di pannello con retroilluminazione Quantum Dots, e dobbiamo dire che i miglioramenti rispetto a quanto visto lo scorso anno sono notevoli, soprattutto sotto il profilo delle finiture. Chi ha visto dal vivo infatti alcuni modelli 4K dello scorso anno, come l’XT880, si sarà accorto di finiture non sempre impeccabili, anche se per il prezzo a cui venivano proposti si poteva anche chiudere un occhio. Quest’anno i nuovi modelli sono curatissimi, rifiniti non solo nelle cornici ma anche nei pannelli posteriori per i quali è stata studiata anche un particolare rivestimento simil- alluminio. Se non fosse per il logo difficilmente una persona riuscirebbe a distinguere un TV di questo tipo da uno dei vari modelli presenti sul mercato degli altri produttori più “blasonati”, fatta P Il 3D è stato bandito dai padiglioni del CES Ma se il 3D con gli occhiali è defunto, quello senza occhiali rialza la testa allo stand Samsung, grazie ai pannelli 8K di Roberto PEZZALI eccezione forse per Sony che mantiene un livello costruttivo ancora più elevato per dettagli e finiture. Migliora anche la qualità dell’immagine, e qui senza dubbio la partnership con Loewe ha fatto bene: l’azienda tedesca ha contribuito alla rivisitazione di software e processore video rendendoli più “occidentali” e meno “cinesi”. Hisense purtroppo ha fatto ampio uso di fotografie e video abbastanza statici allo stand, quindi non abbiamo avuto modo di vedere i TV in opera con materiale cinematografico: ci sarà l’occasione non appena arriverà uno dei primi campioni, e - ci assicurano sin da Las Vegas - che dovremmo riceverlo tra qualche settimana. I primi modelli della nuova gamma arriveranno nei negozi italiani ad aprile e saranno TV curvi con pannello 4K: la tecnologia sarà quella dei modelli visti all’IFA, quindi con local dimming a 144 zone. TV E VIDEO Allo stand Haier veniamo accolti da un mastodontico 105’’ curvo con risoluzione 5K Invasione Ultra HD Haier: c’è anche un 5K Ma ci sono sono altri 18 nuovi TV molto più “umani”e dalle caratteristiche interessanti di Emanuele VILLA aier si presenta al CES con un discreto numero di novità: all’ingresso dello stand lo spettatore viene letteralmente “colpito” dalla grandezza del nuovo LED curvo 21:9 con risoluzione 5k, un prodotto ben congegnato dal punto di vista estetico e della qualità d’immagine, per quanto difficilmente possa uscire dalla categoria degli esercizi di stile. A livello di design, si nota chiaramente il tentativo di Haier di realizzare qualcosa di nuovo, e anche dal vivo il TV ci è sembrato molto curato, sorretto da una struttura metallica che sembra sospenderlo in aria. Il TV ha un pannello 3D polarizzato, doppio tuner e risoluzione di 5120 x 2160 pixel. Fermo restando che Haier è una delle poche aziende che ha mostrato al CES dei prototipi di TV OLED da 55’’, affermando però di non avere (al momento) piani di commercializzazione, le altre serie di TV puntano a soddisfare tutte le esigenze, per un totale di 5 nuove gamme e 18 televiso- H torna al sommario Samsung riaccende il sogno del 3D senza occhiali ri. Abbiamo apprezzato, in particolare, il 65Q8000, un TV imponente, curvo e dal design particolare con finitura dorata ma sufficientemente sobria. È ovviamente un TV 4K, dispone della piattaforma Haier Smart TV, un rapporto di contrasto dinamico (per quanto possa valere) di 40.000.000:1, 3 porte HDMI 1.4, 1 HDMI 2.0, doppia presa USB e classe energetica A+. Arriverà in Europa nel secondo trimestre dell’anno esattamente come i TV della serie H6500 e B7000, tutti piat- ti, disponibili nei tagli di 42’’, 50’’, 55’’ e 65’’ e contraddistinti dal look minimale e dalla risoluzione Ultra HD; più in dettaglio, parliamo di televisori LED con triplo tuner DVB-T/C/T2, piattaforma smart di Haier, Wi-Fi intergrato, 4 porte HDMI (di cui 1 HDMI 2.0) e classe energetica A per la serie H6500 e A+ per B7000. Quest’ultima, in particolare, mira a portare la risoluzione Ultra HD nelle case di tutti, per cui possiamo aspettarci un posizionamento abbastanza aggressivo. “Il 3D non ha senso fino a quando non si potrà avere senza occhiali” si è sempre detto, e sappiamo bene che per avere il 3D senza occhiali ad una risoluzione accettabile serve un pannello ad altissima risoluzione. Pannelli che, dopo l’arrivo del 4K consumer, iniziano ad essere disponibili: sfruttando un pannello 8K da 110”, Samsung ha mostrato al CES 2015 il televisore 3D senza occhiali più grande al mondo e dobbiamo dire che la qualità di visione, seppur vincolata come sempre a punti di visione ben precisi, è migliorata rispetto ai prototipi senza occhiali degli anni scorsi. Lo stesso filtro, applicato probabilmente ad un televisore da 55” 8K, potrebbe iniziare a dare quella qualità che i TV 3D “glassfree” non hanno mai raggiunto per la bassa risoluzione di visione. Difficile dire se questo porterà a un nuovo fenomeno “3D”: il mercato ha bruciato troppo in fretta questa funzionalità, spinta senza contenuti e illudendo le persone che l’upscaling da 2D a 3D bastasse per poter dare qualche qualcosa in più. Ora che il danno è fatto, recuperare sarà difficile anche di fronte a display senza occhiali dalla qualità finalmente accettabile. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Ancora presente negli Stati Uniti, Sharp ribadisce l’importanza delle sue tecnologie Sharp ci riprova, con il Quattron Ultra HD Al CES la casa giapponese presenta il TV “oltre” l’Ultra HD, con pannello Quattron 4K di Paolo CENTOFANTI harp arriva al CES in uno dei periodi forse meno facili per l’azienda, dopo che ha essenzialmente annunciato l’uscita dal mercato europeo dei TV. Anche per il mercato americano le novità non sono moltissime. Certo, ci sono una nuova gamma di TV Ultra HD e un nuovo particolare TV “Beyond Ultra HD”, ma durante la conferenza stampa non sono stati i nuovi prodotti a tenere banco. Sharp si è concentrata infatti soprattutto sulle sue ultime tecnologie di display che, secondo l’azienda, introducono degli aspetti rivoluzionari per l’intero settore. In realtà non si tratta di nulla che non sia già stato annunciato: i free form display e i pannelli MEMS-IGZO per tablet che Sharp ha realizzato insieme a Pixtronix di Qualcomm. Per quanto riguarda il concept di “free form” si tratta della possibilità di realizzare schermi completamente senza cornice e di forma totalmente arbitraria. Ciò è stato reso possibile grazie a una nuova tecnologia che consente di rimuovere l’elettronica di controllo dalla cornice e spostarla direttamente a livello dei singoli pixel, togliendo così il vincolo di avere uno schermo di forma rettangolare. I display MEMSIGZO, anche questi già annunciati e mostrati, sono particolari schermi che utilizzano dei mini otturatori meccanici come pixel, che modulano la luce RGB sequenziale proveniente dalla retroilluminazione. Si tratta di una tecnologia che sulla carta consente di ridurre sensibilmente i consumi rispetto a un ordinario display LCD, motivo per il quale i MEMS-IGZO troveranno applicazione soprattutto in campo mobile. Il PF1500 è un Full HD LED con tuner, client DLNA e 1400 ANSI lumen, il PH300 arriva a 720p e va a batteria S torna al sommario LG presenta i proiettori con DLNA e tuner integrato di Roberto PEZZALI Tornando ai TV, Sharp ha annunciato tre nuove gamme di televisori Ultra HD per gli Stati Uniti. L’entry level è l’UB30 (43, 50, 55, 65”), con Revelation upscaler e codec HEVC e VP9 per lo streaming video in 4K. Un gradino più in alto c’è la serie UE30 (60, 70 e 80 pollici), il primo TV Sharp basato sulla piattaforma Android TV e che rispetto al modello inferiore annuncia anche la funzione di local dimning denominata AquoDimming. Il nuovo top di gamma è l’UH30, disponibile in tagli da 70 e 80 pollici e sempre con piattaforma Android TV. Si tratterà di un TV certificato THX 4K (la certificazione è in via di rilascio), dotato di processore quad core e di pannello LCD Spectros Rich Color, che Sharp ha definito “simile ai Quantum Dots”. Più in avanti nel corso del 2015, Sharp lancerà anche un nuovo TV con cornice ultrasottile e spessore ridottissimo simile a quello degli OLED. Infine, Sharp ha presentato la nuova serie di TV “Beyond 4K”, essenzialmente la tecnologia Quattron applicata ad un pannello Ultra HD. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un particolare pannello che utilizza non tre ma quattro colori primari, con un pixel giallo che va ad affiancarsi alla classica tripletta RGB. Con questo “trucchetto”, la risoluzione effettiva nativa del pannello è di circa 66 milioni di subpixel, con un incremento del 167% rispetto a un display Ultra HD tradizionale. Se ciò possa portare a dei reali benefici sulla qualità di immagine è naturalmente tutto da dimostrare. Il TV è dotato di retroilluminazione full LED con local dimming e supporto per l’High Dynamic Range e arriverà nel corso del 2015. Negli ultimi anni LG ha realizzato una serie di interessanti proiettori DLP portatili a LED: alta luminosità, 30.000 ore di durata della lampada, estrema compattezza e soprattutto funzioni che facilitano l’integrazione con smartphone, tablet, rete e chiavette USB per riprodurre file multimediali. Il nuovo modello, il PF1500, è un piccolo gioiellino: è un proiettore LED Full HD facilmente trasportabile dotato di zoom, regolazione di keystone ai 4 angoli, tuner e client DLNA integrato e applicazioni per i più noti servizi di streaming. Con una luminosità di 1400 ANSI lumen questo proiettore non si comporta affatto male, ha un buon nero e una notevole resa cromatica. Interessante anche la possibilità di associarlo a a docking esterne tramite la connessione Bluetooth integrata, con regolazione dei ritardi per garantire il lip-sync. Il prezzo di questo modello dovrebbe essere inferiore ai 1000 euro ma al momento non sappiamo se arriverà in Italia. Interessante anche il piccolo PH300: è un proiettore LED 720p portatile con batteria integrata che garantisce una autonomia di quasi 3 ore: non è luminoso come il PF1500 ma ha comunque il tuner integrato e riproduce file da chiavetta. È perfetto per proiettare film o per giocare su uno schermo d’occasione, come un muro bianco o un telo. hands free n.58 / 12 3 novembre 2012 MAGAZINE A500 LA cAm indossAbiLe per ULtrA emozioni registrare filmati in 4K in totale libertà Per chi è stanco delle “solite” camcorder indossabili che al massimo sono capaci di riprendere video in HD, A500 di Panasonic è la risposta giusta. È una cam indossabile capace di registrare video 4K Ultra HD a 25 fotogrammi al secondo. Leggera, comoda da indossare sulla testa e semplice da utilizzare, A500 consente di riprendere video in qualsiasi condizione e di ottenere sempre il meglio, che si tratti di immortalare le proprie imprese sportive o di riprendere una videoricetta. Dotata, inoltre, di connettività Wi-Fi con NFC, permette una facile e immediata comunicazione con smartphone e tablet, basta un tocco. Qualità video da prima della classe La qualità dei filmati prima di tutto. Con la cam indossabile A500, la qualità delle immagini sarà sempre impeccabile, senza mai scendere a compromessi in ogni situazione. A500 consente, infatti, di registrare video in risoluzione 4K a 25 fps, addirittura 4 volte superiore quella delle riprese Full HD. E per non perdere neanche un dettaglio dei propri video, l’ideale è rivedere le splendide immagini registrate con A500 su un torna al sommario emozionante TV Panasonic 4K come l’AX900. Ma non solo, A500 è stata pensata per riprese in movimento sempre perfette grazie allo stabilizzatore d’immagine e alla funzione Level Shot: lo stabilizzatore minimizza il mosso, mentre la correzione automatica di allineamento rileva l’inclinazione della ripresa ed eventualmente la ruota allineandola all’orizzonte. leggerezza e comodità tutte da indossare Panasonic A500 è una cam wearable: si può facilmente indossare sulla testa grazie a un semplice archetto da sistemare dietro l’orecchio oppure attaccare a casco, zaino e altro con i numerosi attacchi disponibili. Composta da due diverse unità collegate da un cavo, ha peso e dimensioni contenute, poco più di 30 grammi per l’unità videocamera e 119 grammi per quella principale con display LCD (da indossare al braccio con apposita fascia), per un utilizzo confortevole in ogni condizione. La cam di Panasonic, infatti, è resistente all’acqua (fino a 3 metri di profondità per circa 30 minuti) e alla polvere per riprese senza limiti. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Le cuffie integrano nell’archetto un visore che genera uno schermo di 80” ad altissima risoluzione Queste non sono (solo) cuffie: c’è un cinema dentro Se si passa a contenuti audio-video, basta ruotare di 90 gradi la cuffia per avere davanti agli occhi due microproiettori A di Roberto PEZZALI ltro che Beats: il creatore delle cuffie Avegant ha avuto un’idea davvero geniale, anche se probabilmente l’ispirazione gli è venuta guardando qualche puntata di Star Trek The Next Generation. Infatti, chiamarle cuffie è un po’ riduttivo: Avegant può infatti essere definito l’”Oculus Rift” dell’entertainment. Il concetto è abbastanza semplice: all’interno dell’archetto delle cuffie è stato ricavato un visore che genera uno schermo di 80” di diagonale ad altissima risoluzione. Avegant è probabilmente l’evoluzione dei visori cinematografici che Sony, Zeiss e tanti altri hanno lanciato nel tempo, ma da quanto abbiamo potuto vedere la resa è decisamente più alta con una risoluzione che rende davvero difficile percepire i pixel. L’angolo di visione è di circa 45°, ma l’obiettivo dei creatori è proprio la realizzazione di un visore per il cinema, quindi non sono interessati all’effetto di coinvolgimento di un visore 3D Oculus. Per ottenere una resa così elevata sotto il profilo della risoluzione, i creatori di questo schermo non hanno usato dei pannelli OLED con una serie di lenti, come accadeva nei precedenti visori, ma hanno sfruttato due matrici DMD da 1280 x 720, le stesse dei video proiettori DLP. Praticamente, anche se la cosa potrebbe spaventare qualcuno, questo visore proietta le immagini sulla retina sfruttando due micro proiettori inseriti nei padiglioni: la luminosità è ovviamente calibrata per non danneggiare la vista e il risultato, vi assicuriamo, è davvero appagante. Quello mostrato in foto è il design definitivo: non abbiamo avuto modo di provarlo, perché ci è stato concesso solo un breve assaggio su un prototipo abbastanza pesante e scomodo, ed è proprio sulla comodità che si gioca la partita. Per guardare un film intero, infatti, il visore dev’essere non solo utilizzabile, ma non deve neppure dare fastidio in caso di visione prolungata: il prototipo da noi valutato non era regolabile, pertanto abbiamo avuto qualche difficoltà ad adattarci. La forma scelta per il prodotto finito comunque, per quanto sia elegante, non ci sembra che possa risolvere i pro- torna al sommario blemi del prototipo: è una cuffia girata di 90 gradi e difficilmente potrà rimanere in posizione, soprattutto con un supporto di appoggio al naso minimo. Avegant sarà disponibile entro l’anno e il costo non è proprio abbordabile: 599$, ma ci sono 100$ di sconto se lo prenotate entro una settimana. HI-FI E HOME CINEMA Philips ha presentato al CES due diffusori per TV molto diversi tra loro Da Philips due soundbar top di gamma Una funge da base per televisori fino a 65”, l’altro è ultra compatto per il fissaggio a parete L di Roberto FAGGIANO a gamma di diffusori per TV di Philips si arricchisce di due nuovi modelli al vertice per prestazioni e prezzo. Sono modelli molti diversi tra loro ma con in comune il prezzo di ben 500 euro, entrambe saranno disponibili a primavera inoltrata. Il Fidelio XS1 è definito da Philips come “Soundstage”, in pratica è un diffusore largo e sottile che può fungere da base a televisori fino a 65 pollici, con un elegante ripiano in vetro sul lato superiore. Integra un sistema di altoparlanti 3.1 con canale destro, centrale e sinistro mentre il subwoofer è separato ma collegato senza fili; quest’ultimo è molto sottile (solo 83 mm di spessore) e può essere collocato in maniera orizzontale oppure verticale. Sul diffusore principale sono stati utilizzati due altoparlanti per il canale centrale in modo da riprodurre al meglio i dialoghi, mentre i canali destro e sinistro diffondono lateralmente, in modo da migliorare gli effetti surround in combinazione con le codifiche Dolby Digital e DTS. Il Fidelio XS1 è anche dotato di connessione Bluetooth aptX con NFC per poter essere utilizzato per riprodurre musica da smartphone e tablet. Con il concetto simile di soundstage ma dotato di subwoofer integrato è disponibile il modello HTL5130, con prestazioni sonore, e prezzo, più contenuti. L’altro diffusore al top di gamma è invece la soundbar HTL7140, un vero diffusore concentrato in una sottile barra musicale i cui lati misurano appena 38 x 54 mm oltre a un subwoofer separato senza fili. Un diffusore così sottile e compatto è ideale per essere fissato a parete sotto grandi schermi anch’essi sistemati a parete. All’interno del diffusore troviamo ben otto altoparlanti: due midrange per il canale centrale, un tweeter e due midwoofer per ogni canale in modo da sfruttare al meglio la larghezza per separare i due canali destro e sinistro. Il subwoofer invece monta un altoparlante da 20 cm per poter riprodurre degnamente gli effetti più spettacolari. Il collegamento al televisore avviene con presa hdmi ma è possibile anche ascoltare musica senza fili tramite il Bluetooth con aptX e abbinamento automatico NFC. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Niente speaker classici, ma forme nuove per il team creato da Samsung Samsung aspira al primo posto tra le aziende Hi-Fi Per raggiungere l’obiettivo ha “rastrellato” sul mercato in crisi ingegneri e progettisti di Roberto FAGGIANO amsung ha grandi progetti per l’audio e non lo nasconde: nel corso della conferenza stampa al CES 2015 ha annunciato come obiettivo quello di diventare la prima (!) azienda audio al mondo. Sicuramente fa piacere vedere una nuova focalizzazione sull’audio anche di un brand che fa proprio dell’orizzontalità sul mercato il suo elemento chiave. Una passione per l’audio probabilmente sbocciata nel cuore di Samsung contestualmente all’acquisizione di Beats Audio da parte di Apple: chi è abituato ad associare alla parola “hi-end” mostri sacri come Mark Levinson, McIntosh e tutte le altre aziende che hanno scritto la storia dell’hi-end, probabilmente rabbrividirà di fronte alla nuova “pazza idea” del produttore coreano. Samsung però fa sul serio: ha creato un nuovo laboratorio audio hi-end a Los Angeles e ha assunto 100 tra i migliori ingegneri del suono a livello mondiale. Con il mercato dell’audio in crisi e le sue disponibilità economiche non ha certo faticato a fare “shopping” e in pochi mesi è riuscita a radunare una serie di personalità storiche per metterle al lavoro sulla nuova gamma di prodotti audio. I diffusori multiroom della serie M (qui la prova) ci avevano già stupito per qualità audio e costruzione, ma la nuova gamma di speaker per la casa ci ha davvero sorpreso non solo per il design ma anche per materiali e resa sonora. Samsung ha chiesto al neona- Il primo frutto dell’acquisizione della divisione audio di Philips da parte di Gibson è una nuova linea di cuffie realizzate in collaborazione con Usain Bolt, il campione velocista S torna al sommario Le cuffie Gibson vanno veloci come Bolt di Roberto FAGGIANO to team di realizzare prodotti audio di ottima qualità uscendo però dai classici schemi: quindi niente speaker classici ma forme nuove che possano in qualche modo colpire anche esteticamente. I primi prodotti, come anticipato, sono due diffusori particolari a forma di uovo che emettono audio a 360 gradi, pensati quindi non per l’ascolto stereofonico ma per sonorizzare interi ambienti sfruttando anche le capacità multiroom offerte dalla applicazione dedicata. WAM 7500 e WAM 6500, questi i due modelli, possono essere appoggiati a pavimento, a scaffale o addirittura appesi con un filo. Samsung non ha rilasciato prezzi o specifiche, l’unica cosa certa è la presenza di Wi-Fi o Bluetooth per il collegamento e di un modulo di amplificazione digitale con un DSP dedicato. Il modello WAM 6500 dispone anche di batteria integrata, per poter essere spostato in giardino o in un altro ambiente senza la necessità di una alimentazione. Lo spaccato del diffusore, mostrato con orgoglio da Samsung, evidenzia effettivamente una cassa costruita con cura e ben progettata anche nei dettagli. La qualità? Per quello che si può capire in fiera in un ascolto di pochi minuti, davvero buona: non è sicuramente il tipo di diffusore che colpisce l’audiofilo, ma l’audio ormai sta trovando nel multiroom e nei diffusori wireless una nuova giovinezza e ogni tentativo fatto per alzare la qualità di questi nuove tipologie di apparecchi è sempre ben accetto. WAM 7500 E WAM 6500 Ii chiama Trainer by Gibson la nuova linea di cuffie sviluppate in collaborazione con il velocista Usain Bolt, tutte caratterizzate da pratici accorgimenti per l’utilizzo durante l’allenamento e la corsa. Nel primo modello presentato al CES troviamo alcune interessanti ed inedite funzioni. Il design Aeroflex consente di trasformare la cuffia secondo le preferenze di chi la indossa, per essere sempre leggere ma ben aderenti anche durante i movimenti più veloci. Nightnav è una luce LED inserita nella cuffia per rendere sempre ben visibile la persona che la indossa durante le ore buie. Safesound è il trasduttore da 40 mm utilizzato nelle cuffie, con padiglione aperto per avere sempre la migliore resa sonora. Cool Touch è un sistema di controllo termico applicato nei padiglioni, in grado di regolare il calore per avere sempre il migliore comfort in ogni situazione climatica. Inoltre i padiglioni e i trasduttori sono protetti dall’umidità e dal sudore. Il collegamento della cuffia è senza fili tramite Bluetooth. Il prezzo della prima cuffia Trainer by Gibson non è stato comunicato, la disponibilità negli USA è per il prossimo aprile. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Il prezzo di listino è elevato, 1.199 dollari, arriverà in primavera Da Sony il Walkman che costa più di 1000 dollari Un Walkman per audiofili, con supporto Hi-res Audio, 128 GB di memoria e Android 4.2 S di Emanuele VILLA i dice che Sony non abbia portato nessuna novità “mobile” al CES. Ma in realtà passeggiando per il suo immenso stand ci si imbatte in un prodotto decisamente particolare: un walkman (NW-ZX2) pensato per i puristi dell’audio. Un walkman davvero “strano” nel look, nel senso che all’apparenza sembra uno smartphone Sony Xperia in tutto e per tutto, ma all’atto pratico risulta spesso, massiccio e più pesante della media. Tutto ciò si giustifica sulla base del target di questo prodotto, ovvero chi ama passeggiare con la propria musica preferita sapendo di ascoltarla al massimo delle sue possibilità e che, per questo, non ha particolari pretese di portabilità. Il prezzo di listino è decisamente elevato: 1.199 dollari, con disponibilità durante la primavera. Ci abbiamo giocato per qualche istante, confermando l’espe- rienza d’uso tipica degli smartphone Sony: d’altronde il sistema operativo è il classico Android 4.2, ma senza la parte telefonica. A livello di connettività dati, invece, non ci sono differenze tra NW-ZX2 e un qualunque smartphone: troviamo Wi-Fi, Bluetooth con LDAC per la massima qualità d’ascolto wireless e NFC per il pairing immediato e senza fili. Dove questo apparecchio eccelle è la qualità sonora: l’apparecchio è infatti compatibile con i formati Hi-res Audio compresi DSD, WAV, AIFF, FLAC, Apple Lossless e altri ancora, dispone di 128 GB di memoria built-in e uno slot micro SD per eventuali ulteriori aggiunte, include la tecnologia DSEE AKG presenta a Las Vegas le nuove cuffie flagship N90Q, modello realizzato in collaborazione con Quincy Jones e stracolmo di tecnologia di Emanuele VILLA HX per l’upscaling dei brani compressi e il processing S-Master HX per la massima qualità sonora, con supporto fino a 192 kHz. Il fatto che sia Android, con tanto di Google Play, non esclude che con NW-ZX2 ci si possa anche giocare o usarlo per comunicare, ma il suo impiego principale, considerando anche i limiti di portabilità, è senza dubbio l’ascolto sonoro. HI-FI E HOME CINEMA Parrot Zik Sport uscirà nel corso del 2015 ad un prezzo ancora sconosciuto Parrot Zik Sport, l’auricolare da sogno per i runner È un auricolare Hi-End per la migliore qualità d’ascolto e per il monitoraggio delle performance di Emanuele VILLA E cco una primizia targata CES 2015: Parrot Zik Sport. Ed è tutt’altro che semplice definire un prodotto che non è un semplice auricolare né “solo” uno strumento di motion tracking, bensì quella che potrebbe diventare la più evoluta manifestazione di tecnologia indossabile pensata per gli atleti. Parrot ce l’ha mostrata all’evento di presentazione della fiera, ma ammette di non aver ancora una data precisa di uscita: Zik Sport uscirà di sicuro nel corso dell’anno, ma al momento non è possibile essere più precisi. Così come non si può sapere il prezzo. Zik Sport è un auricolare di design, dal look così diverso dalle comuni soluzio- torna al sommario ni disponibili sul mercato da sembrare piuttosto spesso e ingombrante; in realtà pesa 70 grammi e quei due voluminosi cuscinetti posti subito sopra gli auricolari servono per dare stabilità alla struttura, non contengono sensori di alcun tipo: ci hanno spiegato che, essendo Zik Sport pensato per chi corre, solo in questo modo è possibile ottenere una stabilità pressoché totale anche in condizioni di attività intensa. Ciò premesso, e oltre alla ovvia possibilità della riproduzione musicale, le cuffie dispongono di sensori biometrici che, grazie all’app di supporto (iOs e Android) sono in grado di calcolare un po’ di tutto: il punto di partenza sono i passi, da cui la distanza percorsa, ma anche l’oscillazione verticale, da cui l’app deriva la pressione sui singoli piedi al fine di monitorare eventuali problemi di postura durante la corsa e correggerli al volo. Tra l’altro AKG N90Q Le cuffie di Quincy Jones a 1.299 dollari l’app, come si può notare dalle immagini pubblicate in questo articolo, appare decisamente curata e avanzata Non basta: Zik Sport misura anche il battito cardiaco e ne tiene traccia mediante l’app dedicata, che comunica con gli auricolari tramite l’onnipresente Bluetooth. E poi ci sono le collaudate tecnologie di noise canceling attivo targate Parrot, compresa la possibilità di modulare l’intensità del rumore ambientale che passa attraverso gli auricolari e via dicendo. Le possibilità che diventi un riferimento da battere ci sono tutte, bisogna vedere quando uscirà e quanto costerà. AKG N90Q è una cuffia circumaurale dalle caratteristiche al top e dal prezzo molto elevato: si parla di 1.299 dollari, mentre il prezzo per l’Europa non è ancora fissato. AKG comunica inoltre che a questa cuffia ne seguiranno altre della medesima serie, ma di fascia più abbordabile: probabilmente vedremo N90Q sul mercato entro l’estate e le altre cuffie all’IFA. Alla realizzazione del progetto ha collaborato Quincy Jones, già legato al marchio AKG da qualche anno. Alla base del pregio delle cuffie vi sono non solo i componenti impiegati ma anche le tecnologie proprietarie di AKG, che ruotano attorno a TruNote, un software di auto-calibrazione integrato nelle cuffie e che, tramite due microfoni installati in ogni padiglione, analizza istante per istante la risposta in frequenza e la corregge in tempo reale; in pratica, la cuffia adatta la qualità del suono alle orecchie dell’ascoltatore, non solo ai suoi gusti. Non manca un evoluto sistema di noise-canceling attivo capace di ridurre di 20dB il rumore ambientale, i trasduttori da 52mm e la possibilità di regolare l’equalizzazione per adattarla al brano riprodotto ruotando il disco presente su uno dei padiglioni, mentre l’altro serve per regolare il volume. Il prezzo è elevatissimo, 1.299 dollari, e la disponibilità è prevista per l’estate. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA B&O entra nel mercato dei sistemi audio wireless con BeoSound Moment Bang&Olufsen Moment, musica a portata di mano Moment accorpa la musica online e su PC o NAS e integra un motore di raccomandazione di Roberto FAGGIANO l suo nome è Beosound Moment ed è il dispositivo con cui B&O entra nel mercato dell’audio multi room. Lo fa con un sistema del tutto particolare, in grado di gestire tutta la musica archiviata su NAS e PC, oppure sui sistemi di streaming online. La prima particolarità di Moment è proprio quella di accorpare in un’unica libreria musicale tutta la nostra musica, indipendentemente da dove questa si trovi effettivamente, con un’interfaccia semplice ed elegante. La seconda è che BeoSound Moment è basato su un sofisticato algoritmo che analizza in modo preciso la composizione della nostra libreria musicale, ma anche le abitudini di ascolto: quando ascoltiamo un certo genere, a che ora, in che giorno della settimana, quali artisti ascoltiamo più spesso e così via. In questo modo BeoSound Moment impara i nostri gusti, permettendo con un solo tasto di iniziare ad ascoltare musica in qualunque momento trovando qualcosa che ci piace. Per sfruttare le potenzialità di questo algoritmo B&O ha implementato quella che ha battezzato Moodwheel: quando lo si desidera si può far scegliere la musica direttamente a Moment, muovendo le dita su un cerchio multicolore sul display del controller, in cui a ogni colore corrisponde un nostro stato d’animo. Nella zona interna del cerchio ci sono i brani archiviati nella nostra libreria e che quindi già conosciamo. Nella fascia centrale l’algoritmo comincia a proporre musica simile a quella della nostra libreria pescandola dai servizi di streaming, mentre nella zona esterna, infine, il sistema passa in modalità “discovery” proponendo musica del tutto nuova da scoprire. Quindi, a seconda del momento, si potrà scegliere se ascoltare la musica preferita oppure scoprire le novità via streaming o ancora miscelare entrambe le cose. Altro aspetto interessante è il controllo del sistema, che avviene tramite un vero tablet con schermo IPS da 7” che può essere staccato dal corpo centrale e usato comodamente in poltrona come un telecomando, Il Moment è compatibile con file FLAC fino a 96 kHz, ALAC, WMA, AAC e MP3. Per l’ascolto il Moment può essere collegato - anche senza fili con tecnologia Il nuovo convertitore digitale/analogico Antelope Rubicon utilizza come clock un orologio atomico Se lo volete, basta ordinarlo, ma servono 40.000 dollari! I torna al sommario Follie Hi-end Ora c’è anche il DAC “atomico”! di Roberto FAGGIANO WISA - a qualsiasi diffusore e prodotto B&O, integrandosi in modo completamente “seamless” con il resto della gamma e realizzando appunto un sistema audio multi room. Il tablet di controllo ha in realtà due lati, perchè il pannello posteriore in legno ha una zona sensibile al tocco per le operazioni più importanti; il tablet può quindi essere posizionato sull’unità principale da entrambi i lati anche per avere un diverso impatto visivo. Usando il lato in legno invece si utilizza la funzione PatternPlay, che con un semplice tocco ricorda la cronologia dei brani sino a quel momento ascoltati. Al momento B&O ha stretto una partnership con Deezer e un anno di abbonamento è compreso nel prezzo del Moment; inoltre è disponibile TuneIn per l’ascolto delle radio Internet. Per ulteriori sorgenti è possibile sfruttare infine il Bluetooth integrato o un ingresso diretto stereo, per ascoltare la musica anche da altri servizi via Internet, ovviamente in questo caso senza possibilità di sfruttare l’algoritmo di raccomandazione studiato da B&O. Il prezzo del Moment è di 2.195 euro, elevato in assoluto ma nemmeno troppo considerata la tecnologia applicata e la cura nella costruzione e finitura. Inutile stupirsi: da sempre il mondo dell’hi-fi domestico è pieno di follie che accontentano appassionati dal portafoglio rigonfio, spesso attratti più dal marchio e dal design che dai reali contenuti tecnologici. Qui almeno Antelope ha veramente esagerato in tecnologia: infatti il clock utilizzato per il chip di conversione digitale/analogico del nuovo Rubicon è davvero preciso, dato che si basa nientemeno che su di un orologio atomico dalla precisione assoluta. Antelope è comunque un marchio specializzato in apparecchi professionali per il trattamento di segnali digitali e sistemi di registrazione digitale: non si tratta quindi di un marchio per ricchi audiofili, ma di un’azienda che ha applicato al campo domestico le tecnologie già sperimentate nel settore professionale. Il Rubicon è un preamplificatore destinato ad accogliere la migliore musica archiviata su server casalinghi tramite DLNA e può trattare ogni segnale fino ai più sofisticati file DSD a 5,6 MHz e segnali PCM fino a 384kHz/24bit: l’apparecchio è inoltre dotato di preamplificatore, pre phono, ingressi digitali ottici e coassiali, connessioni XLR, porta ethernet, convertitore A/D e amplificatore per cuffia. Ogni Rubicon viene assemblato a mano su ordinazione: il prezzo richiesto è di 40.000 $. LIBERA I TUOI SENSI OLTRE OGNI IMMAGINAZIONE INNOVAZIONE Emozionati con immagini uide e brillanti dalla stupefacente nitidezza. Godi della nuova generazione di immagini in 4K grazie al potente processore. Un mondo di nuove opportunità con la funzione TV Anywhere, per guardare i tuoi programmi preferiti ovunque tu sia. QUALITÀ DELL’IMMAGINE Immergiti in un’esperienza di immagini luminose, ricche di dettagli e di colori. Scopri neri profondi e bianchi assoluti per immagini dinamiche ed avvolgenti come non mai. http://www.panasonic.com/it/consumer/televisori/tv-4k.html n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Al CES 2015 le cuffie Bluetooth con active noise cancelling H8 B&O Play B&O Play H8, le cuffie wireless che suonano bene Le B&O H8 sono belle, leggere, ben costruite e soprattutto con una buona resa sonora di Paolo CENTOFANTI l sistema BeoSound Moment non è stata l’unica novità targata Bang & Olufsen del CES 2015. A Las Vegas B&O ha infatti presentato le nuove cuffie wireless B&O Play H8, con Bluetooth 4 e tecnologia di noise cancelling attiva. Si tratta di cuffie contraddistinte dall’eccellente design B&O e da una notevole cura costruttiva. Le H8 sono state progettate per essere leggere, dotate di una buona autonomia e ben suonanti. Utilizzando alluminio e materiali compositi, B&O è riuscita a portare il peso delle cuffie a 255 grammi, mentre il rivestimento in pelle dei padiglioni li rende morbidi e confortevoli. Il sistema di cancellazione del rumore è stato studiato per ridurre al minimo la creazione di artefatti in fase di riproduzione e soprattutto per non cancellare anche porzioni rilevanti del segnale audio, come i rumori di fondo di registrazioni dal I vivo. Interessante la tecnologia utilizzata per implementare i controlli touch sul padiglione destro. Invece di utilizzare tasti a sfioramento oppure un pannello touch capacitivo, Bang & Olufsen ha optato per un sensibilissimo sensore di pressione che percepisce le minime deformazioni sulla superficie in alluminio anodizzato prodotte dal passaggio delle nostre dita. Ciò ha diversi vantaggi, quali la possibilità di utilizzare i controlli anche con i guanti, oppure in caso di umidità o altre condizioni all’aperto che potrebbero mettere in crisi i normali sistemi capacitivi. I controlli sono poi tutti a gesture: uno swipe orizzontale permette di cambiare traccia, uno verticale di attivare o disattivare la cancellazione del rumore. Disegnando un cerchio si alza e si abbassa il volume. Abbiamo avuto modo di provare per alcuni minuti le nuove B&O Play H8 e siamo rimasti piacevolmente impressionati dalla qualità della costruzione e dalla comodità delle cuffie. I controlli sono ben implementati, fatta eccezione per quello del volume, che richiede un po’ di tempo per “aggiustare il tiro” ma comunque non ci è parso così responsivo. Davvero ottima la qualità sonora sia con cancellazione attiva che spenta: una risposta in frequenza molto equilibrata e senza quel rinforzo sulle basse frequenze esagerato che va un po’ troppo di moda. A ciò bisogna aggiungere l’autonomia, pari a 14 ore con Bluetooth e cancellazione del rumore, che arriva fino a 35 ore utilizzando il collegamento via cavo. Le H8 inoltre supportano il codec aptX per una migliore qualità del segnale audio via Bluetooth. Unico “difetto”, non sono pronte per l’audio HiRes. Il prezzo? Le B&O Play H8 non sono un prodotto economico, ma considerando l’usuale fascia di prezzo del marchio, non è neppure così esagerato: 499 euro con disponibilità da questo mese. HI-FI E HOME CINEMA La nuova gamma di diffusori multiroom dedicata allo streaming da Spotify Philips Spotify, i diffusori multiroom al giusto prezzo Sono due modelli, SW750M e SW700M, più l’adattatore SW100M e arriveranno in primavera di Roberto FAGGIANO hilips lancia la sua gamma di diffusori multiroom in partnership con Spotify, il servizio di streaming musicale più diffuso. La gamma Spotify comprende due diffusori di diverse dimensioni e un adattatore per sistemi stereo già esistenti. Ciò che differenzia i diffusori Philips Spotify dai numerosi concorrenti P torna al sommario è il prezzo: il modello più grande SW750M è in listino a 150 euro, il modello più compatto SW700M è a 100 euro, mentre il prezzo dell’adattatore SW100M non è stato ancora noto. I diffusori Philips sono fatti su misura per l’applicazione di Spotify e possono essere gestiti direttamente da essa: tra le particolarità operative c’è la possibilità di riprendere la riproduzione di un brano da dove si era interrotta oppure quella di farsi seguire dalla musica mentre ci si sposta nelle diverse stanze. È disponibile l’applicazione per le impostazioni iniziali del sistema. La gamma integra il Wi-Fi per la connessione alla rete domestica e utilizza il sistema Ogg Vorbis per la compres- sione del segnale. SW750M ha la configurazione stereo degli altoparlanti con un sistema a due vie con midwoofer da 7 cm e tweeter, la potenza disponibile è di 2 x 10 watt; SW700M utilizza due larga banda da 5 cm e un sistema bass reflex per migliorare la resa in gamma bassa. L’adattatore SW100M è dotato di uscite digitali ottica e coassiale oltre a quella stereo analogica. I diffusori saranno disponibili anche in Italia in primavera. Marshall Major II le cuffie per veri rocker Marshall presenta al CES la seconda incarnazione di Major, le cuffie per i rocker Driver custom, doppio jack da 3,5’’, microfono e telecomando per un prodotto molto interessante Costa 120 dollari di Emanuele VILLA Il brand che ha fatto la storia del rock torna a far parlare di sé con la seconda incarnazione delle cuffie Major, pensate per chi fa del rock il proprio stile di vita. Marshall presenta Major 2 al CES di Las Vegas, ma la nuova cuffia è già pronta per la distribuzione mondiale in 90 Paesi: come prezzo è noto solo quello dedicato agli USA, ovvero 120 dollari. Esteticamente, le cuffie riprendono la tradizione del marchio e risultano dunque molto simili al precedente modello, ma questa volta con un look più morbido e finitura in vinile. Marshall non dichiara caratteristiche tecniche approfondite, ma ci tiene a sottolineare che le Major 2 includono driver custom pensati per enfatizzare la risposta in gamma bassa offrendo però anche quei medi taglienti tanto cari ai rocker; tra le altre caratteristiche degne di menzione, il microfono integrato nel cavo sganciabile con terminale a L e la presenza di due ingressi jack da 3,5’’, uno per padiglione, di modo tale da usare quello preferito o entrambi per la condivisione dalla musica con altre cuffie. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE MOBILE LG ha presentato al CES G Flex 2, erede del pioneristico smartphone curvo G Flex LG G Flex 2: bello, potente e costa meno G Flex 2 ha una curva meno marcata e il display OLED più piccolo da 5,5” sembra ottimo di Emanuele VILLA L a novità nel settore mobile di LG al CES è il G Flex 2, l’erede del primo telefono curvo nella storia degli smartphone. In attesa del nuovo flagship, il G4, il G Flex 2 è il prodotto top dell’azienda coreana e, nonostante non ci sia ancora un prezzo di listino, sarà senza dubbio più basso del suo predecessore. Il G Flex 2 ci è parso un passo avanti enorme rispetto al predecessore G Flex: troppo grande con i suoi 6’’ di diagonale e con il display plastic OLED che presentava un limite di risoluzione non indifferente (HD). Inoltre, come rilevato in sessione di prova, il display era anche minato da un limite di persistenza dell’immagine, non deleterio ma sicuramente rilevabile dall’osservatore attento. G Flex 2 apporta significativi miglioramenti in ogni comparto, derivando alcune scelte dal G3 e innovando completamente in altre: intanto è più piccolo, 5,5’’ come il G3, una dimensione ancora importante ma del tutto gestibile, e poi ci sembra che la curva sia meno marcata di prima, il che lo rende più sobrio. Inoltre la finitura – pur sempre basata su un materiale plastico – è brillante e curata, sia nella versione scura che in quella rossa. Finalmente, un ottimo display: questo plastic OLED ci sembra all’altezza della situazione e dell’offerta dei concorrenti. Il Full HD è quasi un must in queste dimensioni di schermo (G3 è Quad HD, ma le differenze a occhio nudo quasi non si vedono) e la vividezza cromatica è molto marcata, come nella tradizione dei pannelli OLED. Non abbiamo notato effetti di trascinamento o persistenza come nella generazione passata. A livello software, il telefono nasce con lollipop sul quale LG ha apposto la propria interfaccia custom, con tanto di Smart Notice, QSlide e via dicendo, mentre a livello di prestazioni, Flex 2 è il “non plus ultra” di questo mercato, grazie allo snapdragon 810 da 2.0 GHz con architettura a 64bit, RAM di 2 o 3 GB a seconda dei mercati e memoria da 16 o 32 GB; importanti novità nella fotocamera, derivata quasi totalmente da quella del G3: 13 mpixel con stabilizzazione ottica e autofocus laser per una messa a fuoco più accurata in condizioni di luminosità scarsa. Non l’abbiamo provata sul campo, ma se la premessa è il G3, siamo certi che manterrà le attese. La batteria, infine, è da 3.000 mAh: dovrebbe superare senza nessun problema il giorno di utilizzo intenso, arrivando anche a due magari usando qualche tecnologia di risparmio energetico. video lab LG G Flex 2 Anteprima video Su Yoga Tablet puoi scrivere anche con una carota La tecnologia AnyPen su Yoga Tablet 2 consente di scrivere con le dita e qualsiasi penna L di Emanuele VILLA torna al sommario ricato è Windows 8.1. Ma il prodotto forse più interessante è Yoga Tablet 2 con AnyPen: stiamo parlando di un tablet Windows da 8’’ con caratteristiche di alta gamma tra cui il display Full HD da 8’’IPS, il processore quad core Atom da 1,86 GHz, 2 GB di RAM e 32 GB di storage. Importante l’autonomia dichiarata di 15 ore e la fotocamera da 8 mpixel e 1,6 mpixel forntale, ma la sua caratteristica particolare è la tecnologia AnyPen che permette la scrittura su schermo con qualsiasi penna, anche quelle non capacitive e la scrittura con qualsiasi materiale metallico. E la promessa è che non sia possibile (almeno si spera) rovinare il display, che è stato reso più resistente proprio in virtù Costerà 299 euro è superleggero e ha una CPU 64 bit MediaTek. Lollipop arriverà nel corso dell’anno di Emanuele VILLA MOBILE Lenovo rinnova i notebook e i tablet Yoga. Yoga 3 è ora disponibile in tagli da 11’’ e 14’’ enovo approfitta del CES per espandere la gamma con ulteriori innesti, e in particolare con due Yoga 3 da 11’’ e 14’’ e con nuovi Yoga tablet. La filosofia resta invariata: Yoga è un ibrido tablet/notebook capace di assumere 4 modalità di utilizzo differente a seconda della rotazione dello schermo: notebook, tablet, stand e tenda. Il modello da 11,6’’ è il più leggero del lotto, con processore Core M e un prezzo di listino base di 799 dollari, mentre la versione da 14’’ può contare su un display Full HD IPS e processori Intel di quinta generazione fino a Core i7. La RAM arriva fino a 8 GB, esattamente come nel modello da 11’’, mentre a livello di storage sono previsti SSD fino a 256GB o SSHD fino a 500 GB. Sistema operativo preca- Acer Liquid Jade S Pronto alla sfida dei 64bit di questa funzionalità. Al CES ci hanno dimostrato quanto AnyPen funzioni: scrivendo con una matita, con le dita, addirittura con una carota (vedi foto), il risultato è apprezzabile e la latenza molto ridotta. Yoga Tablet 2 con AnyPen arriverà sul mercato (inizialmente USA) a 299 dollari, con disponibilità pressochè immediata. Liquid Jade S è la versione “riveduta e aggiornata” di Jade, che il produttore propone (con prezzi già europei) a 299 euro di listino nelle varianti bianca e nera. A livello di design viene mantenuto il look di Jade, quindi sottile e con un peso di 116 grammi. Jade S è un terminale LTE con processore MediaTek 64bit MT6752M dotato di otto CPU ARM Cortex A53 a 1,5 GHz. Evidentemente l’obiettivo di Acer è realizzare un prodotto che si sposi alla perfezione con Android Lollipop; Jade S viene venduto con Android 4.4 KitKat a bordo ma è già previsto l’upgrade alla versione 5.0 nel corso dell’anno (in particolare, ci dicono, nel secondo trimestre 2015). Jade S ha un display da 5’’ IPS HD, ovvero 1280 x 720, è dotato di fotocamera principale da 13 mpixel F1.8 e di un modulo frontale da 5 mpixel dedicato alla moda del momento, i selfie. Non mancano funzionalità esclusive Acer come dual shot, la modalità Gourmet e, allontanandoci un attimo dalle funzioni della fotocamera, anche AcerEXTEND (per controllare lo smartphone mediante un altro apparecchio, magari dotato di tastiera fisica) e AcerNAV, realizzato in collaborazione con TomTom. Interessante poi il fatto che esiste una variante del telefono dotata di sistema ibrido microSD/dual nanoSIM: in questo modo l’utente può decidere se impiegare lo slot supplementare per un upgrade di memoria o per rendere il telefono un dual SIM a tutti gli effetti. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE MOBILE Asus propone il rinnovamento in ambito smartphone con i nuovi modelli Zenfone 2 Zenfone 2, il primo Android da 4 GB di RAM Ha un grande display IPS da 5,5”, previsti due modelli con differenti dotazioni tecniche A Al CES Polaroid ha presentato Selfie, uno smartphone con camera ruotabile che sembra l’Oppo N1: le minacce di provvedimenti legali sono prontamente arrivate di Emanuele VILLA sus ha deciso di rinnovare al CES la propria gamma di smartphone con un innesto interessante, lo Zenfone 2, un phablet dalle caratteristiche di alta gamma. Innanzitutto è un telefono enorme, con display IPS da 5,5’’ dalla risoluzione 1080p, è disponibile in cinque colori. Durante la presentazione, Asus ha insistito molto sulla fotocamera, un modulo da 13 mpixel con apertura f/2.0, doppio flash posteriore e tecnologia “pixel-merging” per una resa migliore in condizioni di scarsa luce; non mancano i plus dal punto di vista software, tra cui il Beautification Mode. Molta enfasi è stata data, poi, alle caratteristiche tecniche e in particolare al processore, che nel modello superiore sarà un Atom 64bit quad core Z3580 da 2,3 GHz, assistito da 4 GB di memoria. Sì, perché non ci sarà solo uno Zenfone 2 ma due varianti: il modello base avrà a bordo un Atom Z3560 da 1,8 GHz e 2 GB di Emanuele VILLA di RAM. La versione di livello superiore è ufficialmente il primo Android con 4 GB di RAM, e siamo curiosi di capire quanto le prestazioni con Android Lollipop ne potranno risentire in positivo. Il dispositivo ospita una batteria da 3.000 mAh, un carico “degno” in considerazione delle caratteristiche del prodotto. Per quanto concerne la memoria di storage, abbiamo le opzioni da 8, 16 e 32 GB ma c’è sempre la possibilità ulteriore dello slot micro SD. Peccato che Asus non abbia ancora definito un prezzo di listino, né americano né europeo. MOBILE Lenovo presenta al CES uno smartphone Android con look premium, prezzo399 euro Vibe X2 Pro di Lenovo: selfie da 13 mpixel Il nuovo smartphone ha un processore a 64 bit e due fotocamere con la stessa risoluzione L di Emanuele VILLA a moda dei sefie non conosce confini: Lenovo ha presentato al CES uno smartphone capace di scattare a 13 mpixel con entrambe le fotocamere di cui dispone, con in più la possibilità di aggiungere un illuminatore dedicato appositamente ai selfie. Si chiama Vibe X2 Pro ed è un telefono di fascia media (399 euro) ma dal look molto curato, con una finitura tricolore inedita e una cover posteriore metallica che gli dà un’aria da prodotto premium pur rivolgendosi a un target molto giovane. Si suppone infatti che il suo utente sia quanto meno interessato ai selfie: Vibe X2 Pro ha due fotocamere gemelle da 13 mpixel, con l’unica differenza che quella frontale non dispone di flash LED. Poco male, visto che gli si può abbinare un’altra novità del CES 2015, ovvero Vibe Xtension Selfie Flash, un illuminatore per i selfie dall’aspetto di un piccolo anello che si collega alla presa delle cuffie, contiene 8 LED e la cui accensione viene pilotata dallo smartphone. torna al sommario Polaroid Selfie o Oppo N.1? Ai giudici l’ardua sentenza A livello tecnico, Vibe X2 Pro propone un display da 5,3’’ Full HD ovviamente IPS, un processore a 64bit Snapdragon 615 octa-core da 1,5 GHz, 2 GB di RAM, 32 GB di memoria interna e una batteria da 2410 mAh; inoltre, il telefono è dotato di slot Dual (nano) SIM, è LTE e si basa su Android 4.4 KitKat: data la presenza di un processore basato su architettura 64bit, supponiamo che l’aggiornamento a lollipop sia quanto meno previsto. Lenovo Vibe Xtension Selfie Flash L’illuminatore ad anello per i selfie Nella hall centrale del CES, faceva bella mostra di sé l’ultima novità dell’azienda in fatto di smartphone: Polaroid Selfie. Ci ha colpito perché ha una camera sola ruotabile su se stessa, di modo tale da funzionare sia come dispositivo principale che per i selfie. E poi c’è il simpaticissimo software Polaroid per gli scatti, che con il tradizionale look retrò ci permette di scattare foto e svilupparle semplcemente agitando il telefono (proprio come si faceva un tempo con le pellicole). Resta il fatto che il telefono è troppo simile a un altro telefono innovativo: Oppo N1, che per primo introdusse il concetto della camera “flip” che può fungere sia da principale che da selfie camera. Per questo la reazione di Oppo non è stata delle più pacate, dato che l’azienda ha aperto una procedura d’indagine sul prodotto che, se positiva, potrebbe determinare una causa legale. Difficile potersi pronunciare in merito, dovendo avere entrambi i dispositivi per un confronto diretto, ma le somiglianze sono evidenti. A livello tecnico, Polaroid Selfie è dotato di processore MediaTek octa-core, 2 GB di RAM, Android Lollipop in-board e display da 5,5’’ con risoluzione HD, oltre a 16 GB di memoria di storage espandibile con schede micro SD. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE MOBILE Garmin ha presentato Vìvoactive: è forse il miglior smartwatch visto al CES 2015 Garmin Vìvoactive: ha lo sport nel cuore È costruito attorno allo schermo LCD Chrome Color, l’autonomia arriva fino a 3 settimane A di Roberto PEZZALI Las Vegas la tendenza è chiara: lo smartwatch con le app non interessa a nessuno, soprattutto se il prezzo da pagare per avere uno schermo touch a colori è l’autonomia che spesso non arriva al giorno intero. Garmin ha imboccato una via di mezzo: applicazioni si, ma mirate al fitness e allo sport, e una autonomia di 3 settimane nonostante lo schermo a colori. Dopo aver prodotto quelli che sono tra i migliori orologi in ambito sportivo, Garmin sfrutta tutta la sua esperienza per il nuovo Vìvoactive, design da orologio con cinturini intercambiabili e svariati “clockface” da scaricare dal sito Garmin Connect IQ. Vìvoactive è un prodotto completo costruito attorno allo schermo LCD Chrome Color, lo stesso schermo usato anche sulla action camera Virb. Uno schermo particolare, da utilizzare senza retroilluminazione e con un consumo vicino più a quello degli e-ink che a quello dei normali LCD: alla luce si vede davvero bene, al buio si deve premere il tasto che attiva la retroilluminazione. Vìvoactive ha a bordo un GPS (ma attivandolo l’autonomia scende a 10 ore) e resta collegato allo smartphone tramite Bluetooth per ricevere notifiche e messaggi, ma funziona anche stand alone e può essere usato ad esempio in piscina. Waterproof fino a 50 metri, Vìvoactive ha diversi profili per gli sport più comuni, dal running al ciclismo fino ad arrivare al nuoto, ma sul sito Garmin IQ saranno presto disponibili anche nuove app per poter ampliare il range di utilizzo. L’unica assenza di nota è il sensore biometrico per le pulsazioni, anche se a bordo c’è il modulo ANT+ per il collegamento a tutti gli accessori compatibili, come le diffuse fasce cardio. Lo abbiamo provato ed è comodo e leggero, con una interfaccia ben fatta e sufficientemente chiara; migliorabile il design. Il prezzo è allineato agli altri smartwatch presenti sul mercato: 249 euro lo smartwatch, 299 euro il pacchetto premium con la fascia cardio abbinata. Withings Activité Pop, stile e autonomia Ha la cassa con rivestimento in PVD e cinturino in silicone, la sua batteria durerà 8 mesi S torna al sommario Anche la maison americana Guess, in collaborazione con Martian Watches, mostra al CES 2015 il suo smartwatch In arrivo per l’estate di Roberto PEZZALI MOBILE Withings porta al CES 2015 la versione più accessibile del suo smartwatch Activité di Vittorio Romano BARASSI embra un normale orologio da polso ma cela tante doti nascoste: è Withings Activité Pop ed è forse uno dei migliori smartwatch visti finora. Sì, perché, anche se si basa su un quadrante tradizionale a lancette, di smartwatch possiamo parlare. Quella presentata al CES 2015 è la versione Pop, niente meno che una variante “economica” di Activité, modello pregiato della gamma di orologi connessi di Withings. Activité Pop riprende tutte le principali caratteristiche del fratello maggiore ma lo fa in un corpo meno nobile fatto di una cassa con rivestimento in PVD e un cinturino in silicone morbido. Il quadrante ha le stesse fattezze del modello superiore ed è composto Guess Connect Lo smartwatch alla moda dalle classiche lancette per l’ora (che si spostano da sole quando si cambia fuso orario!) alla quale se ne aggiunge una terza che indica la percentuale di successo rispetto ad un obiettivo prefissato (ad esempio, 10000 passi giornalieri). Ma non c’è solo questo. Activité Pop vibra al raggiungimento degli obiettivi, che siano questi passi o bracciate di una nuotata (è resistente all’acqua fino a 30 metri); è in grado di monitorare il sonno e di vibrare all’orario della sveglia. Il tutto è gestibile tramite una comodissima applicazione per smartphone (connesso via Bluetooth 4.0 LE), già disponibile in versione iOS e presto in arrivo anche in quella Android. Activité Pop di Withings, equipaggiato con una batteria standard dalla durata di 8 mesi, sarà proposto sul sito ufficiale del produttore (in diverse combinazioni di colori) a partire dal mese di febbraio ad un prezzo di 149,95 dollari. Anche la moda si lascia affascinare dagli smartwatch: così al CES 2015 capita di imbattersi in Guess Connect, smartwatch chic multifunzione. Guess lo scorso agosto ha stipulato un accordo con la Martian Watches (azienda produttrice di smartwatch “alla moda”) volto alla realizzazione della sua nuova gamma 2015 di smartwatch: da questa partnership ecco quindi arrivare direttamente agli stand del CES 2015 Guess Connect, smartwatch basato sul design di successo Guess Rigor, sotto il quale pulsa appunto la tecnologia Martian. I modelli presentati, per uomo e per donna, si ricaricano via presa micro-USB, presentano un piccolo display OLED dedicato ai messaggi e un sistema di vibrazione personalizzabile tramite un’apposita app gratuita Android e iOS. Altre caratteristiche di spicco di Guess Connect sono la scocca impermeabile e le funzionalità Martian Dual Mode integrate, che permettono un utilizzo sia con funzionalità vocali, sia tramite Bluetooth e Bluetooth LE: il microfono e lo speaker integrati permettono l’interazione vocale con lo smartphone, sia con Siri che Google Voice. Guess Connect è previsto per l’estate e funzionerà sia con dispositivi Android che iOS. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE GADGET A metà strada tra un fitness tracker e uno smartwach, integra molte utili funzioni Lenovo VB10, lo smartband con autonomia record Grazie alla tecnologia E-ink, Vibe Band VB10 promette una durata della batteria di 7 giorni L di Andrea ZUFFI enovo ha presentato a Las Vegas vari accessori per il mondo mobile. Tra questi è particolarmente interessante Vibe Band VB10, una smartband concepita per essere utilizzata sia come fitness tracker che come smartwatch. La novità principale e non è da poco sta nell’autonomia: grazie, infatti, al display E-ink, Lenovo dichiara una durata della batteria fino a 7 giorni, mantenendo lo schermo e il Bluetooth sempre attivi. Lenovo Vibe Band VB10 oltre a integrare le funzioni base di un braccialetto per il fitness, come contapassi, misuratore delle calorie bruciate e della durata del sonno, è anche uno smartwatch che, se connesso via Bluetooth 4.0 LE a uno smartphone iOS o Android (4.4 o superiore) permette di gestire le notifiche di e-mail, chiamate, SMS e social network. Un’altra utile funzione è il Mother, ecco la mamma digitale Mother è un hub per la casa realizzato dai creatori di uno dei primi oggetti per l’Internet of Thing, il coniglio Nabaztag. Il principio è semplice: ci sono una serie di Cookies (biscotti), che integrano un sensore di movimento e uno di temperatura. La forma è quella del biscotto, ma in realtà ognuno di questi sensori è una sorta di “tracker” che può essere configurato a piacere: si può, ad esempio, tenere in tasca come accelerometro, mettere sulla porta come dispositivo anti intrusione, attaccare alla finestra per rilevare la temperatura. Non serve essere abili nella programmazione: basta scegliere un biscotto, alcune delle 20 azioni che i creatori hanno impostato e decidere che tipo di notifiche scatenare. Un esempio è il promemoria per i medicinali: attaccando un biscotto a una bottiglia, Mother controlla che assumiamo la medicina. La rilevazione di movimento è intelligente, se si tocca il barattolo per sbaglio o lo si sposta non è un’assunzione: serve proprio un gesto che segue un pattern preciso per attivare l’alert. Ognuno dei quattro biscotti in dotazione è configurabile e riconfigurabile. torna al sommario Intel svela Curie, piccolo modulo HW per oggetti smart indossabili Intel ha presentato Curie, un minuscolo modulo hardware che offre una soluzione completa per realizzare dispositivi indossabili È caratterizzato da bassissimi consumi di Claudio STELLARI Proximity Reminder che avvisa l’utente quando si allontana troppo dal proprio smartphone. Sul display da 1,43” con risoluzione 296x128 pixel si possono visualizzare testi fino a 150 caratteri senza perdere di vista i principali parametri del fitness. La tecnologia E-ink dona poi buona visibilità e senza rifles- si anche in condizioni di piena luce. Lenovo Vibe Band VB10 con i suoi 30 grammi di peso e l’impermeabilità in categoria IPX7, sarà disponibile a partire dal mese di aprile 2015 al prezzo di 89 dollari. Al momento non è ancora confermata la disponibilità nel nostro paese. GADGET Per correre non serviranno più smartphone e fascia cardio Un all-in-one Sony per il fitness Musica, GPS e frequenza cardiaca di Roberto PEZZALI S ony è pronta ad ampliare la sua gamma wearable con un nuovo walkman per la corsa che integra sensori biometrici per il battito cardiaco e GPS, oltre ad essere waterproof e Bluetooth. L’obiettivo è poter fornire un prodotto completo per l’attività fisica che non richieda necessariamente uno smartphone, spesso scomodo da portarsi appresso e non adatto ad alcune situazioni. Il prototipo che abbiamo provato al CES di Las Vegas vedrà la luce come prodotto finito entro la fine dell’anno ed è l’evoluzione del walkman pensato per l’attività sportiva e il nuoto che Sony ha già lanciato sul mercato da qualche anno: negli auricolari, o meglio in quello di destra, Sony ha inserito un sensore biometrico che rileva dall’orecchio il battito cardiaco. Non manca neppure il GPS: durante la corsa il walkman tiene agganciata la posizione memorizzando tutte le informazioni in un file che poi viene sincronizzato con l’applicazione presente sullo smartphone via Bluetooth una volta ripristinata la prossimità tra i due apparecchi. La qualità audio è buona, il telaio è stagno e l’unica nota negativa forse è il peso eccessivo: abbiamo provato a indossarlo e un po’ si fa sentire. Per chi corre l’idea è comunque interessante: Sony sostituisce fascia cardio e smartphone con questo “integrato” che fa bene tutte le cose. Nessuna idea precisa del prezzo, ma non dovrebbe costare molto: circa 200 euro - ci dicono - ma design e specifiche non sono ancora definitivi. L’interesse di Intel verso il mercato dei dispositivi indossabili è cosa nota, come dimostra il recente accordo di collaborazione siglato con Luxottica e Vuzix per sviluppare occhiali intelligenti. A ulteriore conferma di questo interesse arriva la notizia della presentazione di un piccolissimo modulo hardware pensato proprio per realizzare dispositivi indossabili molto compatti. Curie, questo il nome del modulo, include il minuscolo SoC Quark, connettività Bluetooth Low Energy, sensori a sei assi con accelerometro, un giroscopio e 384 Kb di memoria flash. I bassi consumi del modulo e le dimensioni eccezionalmente compatte, fanno di Curie un’ottima soluzione per la realizzazione di un’ampia gamma di dispositivi indossabili, tra cui anelli, bottoni e piccoli ciondoli intelligenti. Curie è ancora in attesa dell’approvazione da parte dell’FCC (Federal Communications Commission), ma se tutto andrà bene la distribuzione sul mercato dovrebbe partire dalla seconda metà del 2015. Intel ha già previsto un software Kit per sviluppatori che sarà distribuito con il modulo hardware, l’obiettivo dichiarato è quello di “aiutare i clienti, incluse società che si occupano di moda, sport e lifestyle, a incorporare funzionalità avanzate nel design di prodotti indossabili, permettendo loro di arrivare a proporre velocemente nuovi prodotti sul mercato”. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE GADGET Un pedale intelligente che è utile anche per ritrovare la bicicletta in caso di furto Con Connected Cycle la bici diventa smart Un pedale capace di registrare i movimenti della bicicletta e di inviare i dati allo smartphone di Simona ZUCCA I ladri di biciclette da ora in poi avranno vita breve grazie a Connected Cycle, il pedale intelligente in grado di comunicare allo smartphone tutti i movimenti della nostra bicicletta. Presentato al CES di Las Vegas dalla start up francese Connected Cycle, ha l’aspetto di un comune pedale per bici (forse un po’ più elegante), e si può montare in un paio di minuti su praticamente qualsiasi bicicletta. La sua particolarità, però, è che è in grado di registrare i movimenti della bicicletta, la velocità, la pendenza e le calorie bruciate durante una bella pedalata. Non solo, Connected Cycle invia allo smartphone queste informazioni che possono essere utili sia per monitorare la nostra attività fisica sia GADGET Pattini motorizzati Rollkers, per camminare come su un tapis roulant Rollkers è una sorta di pattino elettronico (o “sottoscarpa”, come li chiama l’azienda ideatrice) che vorrebbe rivoluzionare il nostro modo di muoverci… “a piedi”. I Rollkers, infatti, si indossano ai piedi come si fa con i classici schettini, indossando dunque le proprie scarpe, e promettono di farci camminare due volte più veloce, facendoci percorrere fino a 7 miglia (più di 11 chilometri) in un’ora con poca fatica. I Rollkers si comportano, in pratica, come farebbe un tapis roulant sotto i piedi: la persona cammina ma va più veloce di quanto non possa fare normalmente. Dovrebbero adattarsi a ogni misura di scarpa e, a differenza ad esempio dei roller in linea, daranno subito maggiore stabilità e senso di equilibrio grazie all’elaborato design. Sono dotati di un motore potente e di una batteria a lunga durata. torna al sommario Temp Traq con un cerotto la febbre è monitorata su smartphone Temp Traq è un termometro wireless indossabile usa e getta che invia i dati allo smartphone di Simona ZUCCA nel malaugurato caso in cui ci rubino la bicicletta: un valido aiuto per tentare di localizzarla ed eventualmente recuperarla. Il pedale non ha bisogno di batteria, ma si ricarica automaticamente. Dovrebbe essere venduto in una confezione che conterrà due pedali, uno dei due con tecnologia Connected Cycle. Non sono ancora disponibili informazioni sul prezzo. GADGET Un oggetto pensato per il controllo di bambini e anziani Smart cam Netatmo Welcome Controlla la porta e ti dice chi entra T di V. R. BARASSI ra i maestosi padiglioni del CES di Las Vegas ci siamo imbattuti in Netatmo Welcome, dispositivo alquanto singolare che altro non è che una videocamera capace di tenere sotto controllo una porta e registrare tutti i passaggi che avvengono attraverso essa. La smart camera in oggetto ha una forma cilindrica e va posizionata di fronte alla porta che si vuol controllare: ad ogni passaggio il dispositivo, dotato di un sistema di riconoscimento dei volti, identificherà “il passante” e invierà una notifica - via app - allo smartphone “controllore”. Niente di più semplice. Netatmo Welcome è ovviamente un dispositivo che va connesso alla rete domestica e non si fa fatica a categorizzare tale dispositivo come security camera. Il prodotto è infatti pensato per tenere sotto controllo i movimenti di bambini e anziani, così da poter rimanere sempre tranquilli anche a chilometri di distanza. Il dispositivo, in arrivo in primavera a un prezzo ancora non comunicato, archivia tutto localmente (nessun problema di privacy dunque) ed è completamente personalizzabile nelle funzionalità: tramite lo smartphone, infatti, si potrà decidere di tenere sotto controllo e di registrare i passaggi di tutti oppure di determinati soggetti e si potrà scegliere quali notifiche ricevere. Genitori ansiosi per la salute dei propri piccoli? Non più, ora possono stare un po’ più tranquilli. Blue Spark Technologies ha presentato al CES 2015 di Las Vegas il termometro-cerotto che monitora la temperatura del bambino e invia i dati rilevati allo smartphone della mamma. Si chiama Temp Traq ed è un adesivo poco più grande di un comune cerotto che si posiziona sul busto del bimbo ed è in grado di tenere sotto controllo la temperatura per circa un giorno. I dati sono inviati allo smartphone dei genitori (è compatibile con iOS e Android) che possono quindi avere la situazione sempre sotto controllo e tra l’altro esportarli e inviarli, ad esempio, al pediatra. Sicuramente uno strumento di misurazione meno invasivo dei comuni termometri, più semplice da usare per i genitori e meno fastidioso per il bambino, che non deve essere continuamente disturbato. Ancora nessuna notizia certa sulla commercializzazione e sul prezzo. Come funziona Temp Traq n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE PC I processori sono pensati per notebook, 2 in 1, ultrabook, Chromebook, all-in-one e mini PC Presentati gli Intel Core di 5a generazione 14 processori sviluppati con tecnologia a 14nm, più piccoli, efficienti e con grafica Ultra HD di Vittorio Romano BARASSI D opo una lunga attesa ecco arrivare l’annuncio definitivo che in molti aspettavano: Intel ha ufficialmente presentato i suoi nuovi processori Intel Core di quinta generazione, nome in codice Broadwell, i quali andranno ad equipaggiare la stragrande maggioranza dei notebook, ultrabook, 2-in-1, desktop all-in-one e miniPC in rampa di lancio nel 2015. Le nuove CPU di Intel, ben 14, sono realizzate seguendo un processo produttivo a 14nm e rispetto alla precedente generazione Haswell a 22nm sono in grado di garantire una maggiore potenza (grazie al 35% in più di transistor) e una migliore efficienza energetica (TDP di 15 e 28W, si parla di un’ora e mezza in più di autonomia) a fronte di un die ancora più piccolo rispetto al passato (meno 37%). Intel ha svolto un enorme lavoro sotto il profilo della grafica integrata, svilup- Lenovo raggiunge i 100 milioni di ThinkPad distribuiti nel mondo e per festeggiare presenta a Las Vegas la terza generazione di X1 Carbon di Massimiliano ZOCCHI pando ancor più la GPU e arrivando ad ottenere il 24% di potenza in più dalle HD Graphics 5500, HD Graphics 6000 e Iris Graphics 6100, tutte capaci di riprodurre senza alcun problema contenuti Ultra HD HEVC - anche in WiDi 5.1 - e già DirectX 12 ready. Non manca poi il pieno supporto alle OpenCL 2.0 e alle OpenGL 4.3, oltre a quello per la tecnologia Real- Sense 3D. Le consegne dei nuovi Intel Core Broadwell, invece, inizieranno a fine gennaio. Intel ha inoltre comunicato di aver iniziato la spedizione del chip mobile Cherry Trail ai partner, SoC a 64bit con modulo LTE integrato (sempre a 14nm) il quale ha subìto un ritardo nei mesi passati ma i cui problemi sembrano essere ormai definitivamente superati. PC SSD T1 è piccolo, capiente e resistente agli urti. Prezzi da 179.99 a 599.99 dollari SSD Samsung portatile per archiviare fino a 1 TB Velocità di trasferimento dati fino a 450 MB/sec e disponibilità in diverse opzioni di memoria di Maria Chiara CANDIAGO C ome si fa a portare con sé tutti i propri archivi e garantirsi al tempo stesso una velocità di accesso da “disco interno”? Per esempio con un SSD portatile, come quello minuscolo, veloce e supercapiente che ha lanciato Samsung al CES 2015. Si chiama Samsung Portable SSD T1, e sarà disponibile con diverse opzioni di memoria, 250 GB, 500 GB o 1 TB. Il lancio in Europa, Asia e USA è previsto a partire proprio da questo mese di gennaio. “Samsung SSD T1 permette di memorizzare un intero archivio digitale di vaste dimensioni e averlo sempre accessibile in un unico supporto, ovunque siamo, con accesso ai dati facile ed estremamente rapido in ogni momento, potendo sempre contare su di affidabilità e sicurezza”, queste le parole di presentazione di Unsoo Kim, Senior Vice President of Branded Pro- torna al sommario Nuovo Lenovo ThinkPad X1 Carbon per festeggiare vendite record duct Marketing Memory Business. E sul fronte della sicurezza, il nuovo SSD è sicuramente interessante: il T1 arriva con un sistema di criptaggio dati a AES 256bit con velocità di scrittura e lettura fino a 450 MB/sec. Altra caratteristica di spicco è l’elevata resistenza agli urti e un sistema di autoregolazione della temperatura in caso di condizioni difficili ed estreme. Altro punto di forza sono le dimensioni, assolutamente ridotte, di certo minori a quelle di un hard disk: le sue misure sono di 9.6 x 71 x 53 mm, tali da permettere al T1 di essere ospitato in tasca o in una borsa di piccole dimensioni. Prezzi a partire da 179,99 dollari per il modello da 250 GB per arrivare a 599,99 dollari per il top di gamma da 1 TB. Tra i prodotti che Lenovo mette in mostra al CES spicca la nuova versione dell’ultrabook ThinkPad X1 Carbon. Non un semplice aggiornamento, ma quasi un modello celebrativo. Difatti, partendo dall’originale ThinkPad 700, sono stati raggiunti i 100 milioni di pezzi spediti in tutto il mondo, e Lenovo spera di continuare su questa strada con il suo top di gamma. Nel nuovo arrivato troviamo molte soluzioni presenti nelle versioni precedenti e qualche novità. Come per i processori, che saranno i nuovi Intel Core i7 Broadwell grazie ai quali ThinkPad godrà delle massime prestazioni, pur mantenendo autonomie ottimali fino a 10 ore. Le opzioni di configurazione includono un display touch da 14” con risoluzione fino a 2560x1440, possibilità di espandere la RAM a 8 GB, la scelta del disco a stato solido su slot PCI-e da 512 GB. Tutto questo senza intaccare leggerezza e portabilità: scocca in fibra di carbonio per un peso totale di solo 1.300 grammi, e dimensioni di 331x226.5 mm, con + 17.7 mm di spessore. Per una massima mobilità è previsto anche il modulo 4G opzionale. Lenovo dichiara disponibilità fin da questo mese, per un prezzo a partire da 1.249 dollari. Non ci sono ancora notizie sulla commercializzazione nel nostro Paese. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE PC Lo Z27q sarà venduto a 1.299 dollari, prezzo interessante viste le specifiche tecniche Anche HP adesso ha il suo monitor 5K Rinnovamento totale nella gamma di monitor HP: tanti display 4K, un 5K e due curvi L di Emanuele VILLA a battaglia all’ultimo pixel non conosce freni, e anche HP è ora sul carro del 5K. L’azienda americana ha infatti annunciato, con qualche ora d’anticipo rispetto all’apertura del CES, un rinnovamento importante della propria line up di monitor che comprende svariati modelli 4K, un modello 5K e due curvi. Il modello che interessa maggiormente è quello 5K, nome in codice Z27q e dotato di 27’’ di diagonale con una densità di pixel di 218 ppi che si traduce in una risoluzione “mostruosa” di 5.120 x 2.880 pixel. Al fine di sfruttare al massimo la dimensione e la risoluzione dello schermo, sono previste le modalità picture in picture e picture by picture, funzionalità previste anche dai modelli 4K. A livello di connessioni, troviamo DisplayPort, DVI, HDMI, Mini DisplayPort, MHL e tre slot USB 3.0. Molto interessante il prezzo, considerando che si tratta di una primizia tecnologica: 1.299 dollari. Qualche parola, infine, sui modelli curvi, che sono da 27 e 34 pollici, tra l’altro molto diversi tra loro. Mentre quello da 34’’ (Envy 34c) è in formato 21:9 e con risoluzione di 3.440 x 1.440 pixel , con doppio ingresso HDMI e DisplayPort, quello da 27’’ (Pavilion 27c) è un Full HD 16:9, molto più “comune” a livello di specifiche tecniche e con prezzo accessibile di 399 dollari. Tra le novità HP presentate al CES 2015 anche modelli di monitor curvi. Acer Revo One, centro d’intrattenimento 4K-ready Mini PC pensato per l’entertainment domestico: supporto 4K, dual display e storage infinito di Emanuele VILLA T torna al sommario Compute Stick è il computer di Intel che sta nel taschino Per farlo funzionare basta la presa HDMI di qualsiasi monitor o smart TV. Arriva a marzo a 149 dollari di Andrea ZUFFI PC Si può controllare da remoto tramite dispositivi mobile grazie all’app Acer Smart Control ra le novità del CES 2015, Acer ha presentato un mini PC per l’entertainment domestico dotato di compattezza notevole e look curato. L’ha chiamato Revo One e ha anche già fissato il prezzo europeo, 269 euro, con disponibilità a partire da subito. Revo One è dunque un mini PC Windows pensato per lo streaming, l’intrattenimento, la condivisione e lo storage dei dati multimediali: è basato su processori i5 o i7 di ultima generazione, supporta la funzione dual display (HDMI e Mini Display Port) con tanto di output Ultra HD, ed è dotato di uscite audio fino a 7.1 canali. A livello di storage, l’apparecchio è dotato di tre slot per Hard Disk fino a 2 TB l’uno e dispone di due porte SATA con supporto Raid 0/1/5, oltre al Wi-Fi ac per la rapida condivisione dei contenuti. A Compute Stick di Intel e il PC diventa mignon livello estetico, Acer ha pensato a una soluzione dalle linee morbide, disponibile in bianco e in nero e capace di adattarsi a ogni ambiente di casa, salotto compreso. Ha uno slot SD, due USB 2.0, due USB 3.0, HDMI, Display Port e supporta la tecnologia BYOC di Acer (Build your own cloud) per l’accesso si- curo ai propri file ovunque ci si trovi, e anche con dispositivi non-Acer. Inoltre, Revo One è dotato di un telecomando ad hoc con tanto di tastiera completa e trackpad, mentre il controllo remoto via smartphone o tablet avviene mediante l’app Acer Smart Control, disponibile per iOS e Android. Compute Stick era stato annunciato lo scorso novembre e ora, il PC interamente contenuto in un piccolo box con il fattore di forma di una memory key, è quasi pronto per la distribuzione. Intel lo ha presentato al CES di Las Vegas indicandone l’uscita per marzo al prezzo di 149 dollari per la versione Windows (with Bing) e 89 dollari per la soluzione basata su Linux. Così come dichiarato da Kirk Skaugen, senior vice president di Intel, sarà sufficiente inserire Compute Stick nella porta HDMI di uno smart TV o di un monitor per dar loro intelligenza. Il corredo hardware per la versione Windows è composto da un processore Atom Z3735F con 2 GB di RAM. La memoria di storage è di 32 GB fortunatamente espandibile tramite slot Micro SD. La versione Linux monta invece 1 GB di RAM e 8GB di storage, sempre espandibili. Per entrambi i modelli la connettività è garantita da una porta USB, dal Bluetooth e dal Wi-Fi. Il concetto non è del tutto nuovo ma è la prima volta di Intel. Non rimane che aspettare la disponibilità di questo prodotto per valutare le reali prestazioni del dispositivo che molto verosimilmente sarà adatto per il cloud computing ma non per l’installazione in locale di applicazioni avide di risorse. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE PC Lo spessore è di soli 1.65 cm contro 1,7 cm del MacBook Air. Prezzi da 299 a 799 dollari Asus presenta il 2 in 1 Transformer Book Chi Ennesimo anti-MacBook Air ma più sottile Asus ha mostrato Transformer Book Chi: il suo target è il MacBook Air, del quale è più sottile Piccola e potente, Forge TV è una piccola console basata su Android TV in grado di effettuare lo streaming dei giochi in rete da PC di Emanuele VILLA A sus ha organizzato al CES una conferenza stampa in cui ha presentato sostanzialmente tre prodotti: Transformer Book Chi, Zen Phone 2 e Zenfone Zoom, dispositivi che non ambiscono a rivoluzionare il settore ma che, per un motivo o per l’altro, offrono spunti di interesse. Il primo è il classico 2-in-1, segmento in cui Asus è leader di mercato. Stiamo parlando di un tablet con tastiera dock separata che ambisce a contrastare il MacBook Air. Pur trattandosi di due prodotti diversi, l’obiettivo è senza dubbio ambizioso: basato su Windows, Transformer Book Chi è sottile appena 1,65 cm contro 1,7 cm del riferimento di casa Apple; Asus sostiene che ad angoli visuali estremi, anche la resa cromatica sia migliore, mentre per quanto concerne la risoluzione dipende dal modello concreto. di Claudio STELLARI Sì, perché di Transformer Book Chi non ce n’è uno ma tre: T300, con display da 12,5’’ da 1920 x 1080 o 2560 x 1440 pixel con tecnologia IPS, T100 da 10,1 pollici o T90 con risoluzione di 1280 x 800 pixel e dotazione 1 o 2 GB di RAM. Transformer Book Chi usa processori Intel Core M nella versione top di gamma T300 e Intel Atom negli altri, mentre sotto il profilo sonoro troviamo la collaudata tecnologia Sonic Master di Asus. Come prezzi, parliamo di 299 dollari per T90, 399 per T100 e 799 dollari per T300, con disponibilità in USA a partire da febbraio. PC Dovrebbe essere disponibile nel nostro Paese dal mese di febbraio al prezzo di 349 euro HP Mini Desktop, micro pc piccolo e convincente Il mini computer di HP è sottile, leggero, consuma poco e ha un’estetica molto curata D di Roberto PEZZALI opo il piccolo computer Acer, appare a Las Vegas anche il nuovo HP Pavilion Mini Desktop, un computer spesso solo 5.2 cm e con un peso di 0,73 kg che può gestire senza problemi schermi con risoluzioni fino a 4K e consuma pochissimo, 45 watt contro i 250 circa di un desktop. La sparizione dei “drive” DVD e CD e la necessità di spostare il computer dall’ufficio al salotto hanno spinto i produttori a cercare soluzioni alternative rincorrendo quello che Apple sta facendo da anni con il Mac Mini: il nuovo HP sfrutta i nuovi processori Intel Core i5 con GPU Integrata HD6000 per offrire un prodotto completo, connesso e versatile. HP Pavilion Mini Desktop è basato ovviamente su Windows 8.1 e ha a bordo 8 GB di memoria e 1 Terabyte di hard disk, oltre ovviamente alla classica connessione di rete wireless con modulo Wi-Fi e Bluetooth. Quattro le porte USB disponibili, torna al sommario Razor Forge TV, micro console che fa lo streaming dei giochi da PC mentre per le uscite video troviamo la coppia HDMI e DisplayPort. Un bel prodotto, praticamente un notebook senza schermo da attaccare a un TV o ad un monitor per creare un computer versatile all-round, inadatto al gaming pesante ma sfruttabile anche per editing e foto ritocco senza problemi. Il prezzo è interessante: 349 euro invia inclusa con disponibilità da febbraio anche in Italia. Al CES Razer, nome in ascesa nel settore del gaming, ha svelato Forge TV: una micro console basata su Android TV capace di eseguire le app e di effettuare lo streaming in una piccola rete locale dei giochi da PC. Può contare su una dotazione hardware interessante, al suo interno troviamo un potente processore quad core Snapdragon 805, 2GB di RAM e 16GB di storage, facilmente espandibili grazie alla presenza di una porta USB 3.0. Completa anche la connettività, con una porta HDMI 1.4, Wi-Fi ac e Gigabit Ethernet. Prevista la disponibilità del controller Serval, caratterizzato da un layout simile al pad della Xbox one, con l’aggiunta dei pulsanti per la gestione delle funzioni Android TV. Tra gli accessori acquistabili a parte anche un kit tastiera con mouse, chiamato Turret. Per effettuare lo streaming dei giochi da PC sulla Forge TV è necessario utilizzare il software Razer Cortex: il sistema è simile a quello di NVIDIA Shield, ma in questo caso si tratta di una soluzione compatibile anche con schede video nonNVIDIA. I prezzi dovrebbero aggirarsi intorno ai 100 dollari per la console Forge (telecomando incluso), un prezzo interessante a cui però va aggiunto quello del controller (si parla di 80 dollari); il software Cortex dovrebbe costare intorno ai 40 dollari. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE FOTOGRAFIA Con la nuova reflex D5500, Nikon “raggiunge” i suoi principali competitors Nikon D5500, reflex DX con schermo touchscreen Per la prima volta su una reflex Nikon, display da 3,2” touchscreen. Arriverà a febbraio F Grazie alle nuove SD card con antenna NFC di Toshiba, basterà un avvicinamento con lo smartphone compatibile per conoscere la capienza disponibile e altre informazioni sulla quantità di immagini contenute di V. R. BARASSI inalmente touchscreen. Con la nuova reflex D5500 Nikon “raggiunge” i principali competitori e, forse un po’ in ritardo (Canon lo ha fatto già dal 2012), propone al pubblico la sua prima DSLR equipaggiata con display touchscreen, un pannello TFT da poco più di un milione di pixel e 3,2 pollici di diagonale ovviamente liberamente orientabile. Ma Nikon D5500 non è solo questo. Quella presentata al CES 2015 è una macchina ambiziosa, fatta bene (monoblocco di un particolare materiale con inserti in fibra di carbonio) e dotata di specifiche che sapranno attrarre molti fedelissimi e non del brand. Il sensore è il già visto CMOS da 24,2 Megapixel e il processore è il validissimo EXPEED 4 della D750 di Roberto PEZZALI (e non solo); il range di sensibilità va da ISO 100 a 25600, la velocità di scatto permette 5 frame al secondo e il sistema di messa a fuoco è da 39 punti, più che sufficienti per il segmento in cui si va a posizionare la nuova D5500. La nuova Nikon è la reflex dotata di display orientabile più piccola e leggera al mondo (420 grammi senza batteria e scheda di memoria) e, come se non bastasse, è pure equipaggiata con un modulo Wi-Fi da utilizzare di concerto con l’applicazione mobile (per iOS e Android, gratuita) Wireless Mobile Adapter Utility. Nikon D5500 registra video in Full HD a 60 frame al secondo e può essere affiancata da un microfono esterno. Nikon D5500 arriverà su tutti i principali mercati, nelle colorazioni nero e rosso, a febbraio a 899 dollari (solo corpo) e a 999 dollari in kit con il 18-55 VR (non abbiamo i corrispettivi in euro). L’azienda giapponese ha anche annunciato due nuovi obiettivi che andranno ad aggiungersi al parco lenti Nikon: uno zoom AF-S DX NIKKOR 55-200mm VR II (f/4.5-5.6) e un teleobiettivo a focale fissa AF-S NIKKOR 300mm VR (f/4). FOTOGRAFIA Da Canon arriva una centralina per lo storage e la condivisione wireless Storage e condivisione facile con Canon CS100 La centralina Canon Connect Station CS100 con 1 TB di HDD integrato costa 299 dollari di Emanuele VILLA resenza massiccia da parte di Canon a CES 2015, ma senza novità di rilievo nel settore delle fotocamere. Ha però catturato la nostra attenzione la Connect Station CS100i, un dispositivo già visto sotto forma di prototipo ma P torna al sommario La SD Card NFC ci dice se è piena anche senza PC che arriva a Las Vegas come prodotto finito e pronto per il mercato. Si tratta di un piccolo cubo nero con la capacità di collegarsi a svariati dispositivi Canon compatibili e di fungere da strumento di storage, riproduzione e condivisione dei propri contenuti fotografici e dei video. Ha infatti 1 TB di HDD integrato e dedicato esclusivamente a foto e video, mentre per la connessione ai dispositivi abilitati usa Wi-Fi e NFC, permettendo così la condivisione tramite un semplice “tap” sul dispositivo. Connect Station CS100i va collegata a un TV, sul quale riproduce le immagini e i video memorizzati avvalendosi del telecomando in dotazione; per chi preferisce, c’è anche a disposizione un tradizionale slot SD, Compact Flash e una presa USB, oltre alla possibilità di collegarsi in modalità wireless a selezionate stampanti Pixma e Selphy per la stampa diretta dei suoi contenuti fotografici. Infine, c’è anche la possibilità di trasferire al suo interno immagini da smartphone, tablet e PC, ma (nei primi due casi) solo da modelli selezionati. Toshiba prosegue lo sviluppo di SD Card “alternative”: dopo l’unità con modulo wireless integrato, al CES 2015 ha portato un prototipo davvero interessante di unità di memoria dotata di NFC all’interno. L’obiettivo è semplice: dar voce alla memoria anche quando non si ha a disposizione un computer con lettore di card e quindi senza la possibilità di vedere che foto ci sono dentro. Tramite una applicazione da scaricare sullo smartphone o sul tablet, “Memory Card Preview”, è possibile leggere alcuni dati relativi alla card come lo spazio libero e le foto presenti. Per queste ultime la card fornisce 16 thumbnail ordinate secondo un indice e generate in base alla data di scatto. La card non è alimentata: il tag viene scritto dal controller interno alla card ogni volta che si copiano dei file o si scattano delle foto, e purtroppo la presenza di solo 16 miniature è legata alla piccola memoria inserita nel tag. Una buona idea comunque, soprattutto per i più disordinati che tengono le memorie SD nei cassetti e non hanno idea di che foto ci siano sopra. La memoria abbinata a questa card NFC è una card SDHC UHSI classe 10 e sarà disponibile in tagli da 16 GB, 32 GB e 64 GB. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE VIDEO CREATIVO Sony annuncia la nuova Handycam FDR-AXP33 con lenti Zeiss Vario-Sonnar T* da 29,8 mm e zoom 10x Handycam Sony 4K: più qualità in un corpo più piccolo e leggero Non mancano lo stabilizzatore ottico bilanciato, sensore CMOS Exmor R da 7,76 mm retroilluminato, Wi-Fi e proiettore integrato di V. R. BARASSI T ra i tanti prodotti portati a Las Vegas da Sony troviamo anche la nuova Handycam FDR-AXP33, nuovo dispositivo di punta della gamma consumer di videocamere 4K dell’azienda giapponese. Il prodotto si distingue per dimensioni più piccole (meno 30%) e un minor peso (meno 20%) rispetto alla FDR-AX100 (di cui Sony ha annunciato un aggiornamento firmware atteso per marzo che introdurrà la possibilità di registrazione XAVC S 4K a 100 Mbps) e per specifiche tecniche di tutto rispetto. Sony Handycam FDR-AXP33 integra su un sensore CMOS retroilluminato Exmor R da 1/2,3” (7,76 mm) e si affida all’affidabile processore d’immagine BIONZ X; il comparto ottico è composto da uno zoom 10x Zeiss Vario-Sonnar T* che parte da 29,8 mm e non manca la stabilizzazione ottica (Balanced Optical SteadyShot) in grado di aiutare anche nelle situazioni più difficili. La videocamera è capace di registrare in formato XAVC 4K a 3840x2160 pixel a 25 frame al secondo mentre abbassando la risoluzione si può arrivare fino a 50fps. FDR-AXP33 ha un mirino elettronico ed è equipaggiata con un luminoso display LCD Xtra Fine da 3,0” con pannello WhiteMagic; interessante poi la possibilità di streaming via Wi-Fi (col modulo integrato) e la proiezione delle immagini archiviate, il tutto grazie al piccolo proiettore montato sul retro dello sportellino del display. Sony ha annunciato anche tre nuove videocamere, HDR-PJ620, HDRPJ410 e HDR-CX405, capaci di registrare filmati in Full HD; ecco un dettaglio delle specifiche tecniche estrapolate dal comunicato ufficiale del produttore. Tutti i modelli annunciati al CES 2015 sono già disponibili in pre-ordine attraverso il sito ufficiale Sony. Arriveranno a febbraio. VIDEO CREATIVO Sony presenta la sua prima action camin grado di registrare in 4K a 30 fps Sony come GoPro 4K anche per la sua action cam L’ottica Zeiss Tessar f/2.8 garantisce qualità, ma manca ancora la stabilizzazione ottica di V. R. BARASSI S ony da tempo spinge sul 4K e dopo TV, videocamere e smartphone, ecco arrivare anche la prima action cam di casa equipaggiata con un sensore CMOS Exmor R da 1/2,3 retroilluminato capace di registrare filmati Ultra HD alla risoluzione di 3840x2160 pixel, il tutto in formato XAVC S e con bitrate fino a 100 Mbps (ma c’è bisogno di una scheda micro SDXC UHS-I Classe 3 [U3]). Sony FDR-X1000VR è la risposta giapponese a GoPro HERO4 e le caratteristiche sono di prim’ordine: la piccola sport camera, provvista di custodia esterna waterproof, è dotata di obiettivo Zeiss Tessar f/2.8 capace di un angolo di visione di 170° e il processore d’immagine BIONZ X è affiancato da uno stabilizzatore, purtroppo solo elettronico, SteadyShot (secondo Sony tre volte più efficace rispetto ai modelli precedenti) che quando viene attivato riduce l’an- torna al sommario golo di campo a 120°. Possibile anche la registrazione di filmati a 1080/120p e 720/240p e la post produzione sarà resa più semplice dal software Action Cam Movie Creator offerto con il dispositivo. Insieme alla FDR-X1000VR è stata annunciata anche la nuova HDR-AS200VR, action cam destinata ad un pubblico meno esigente che registra comunque a 1080p e 60 frame al secondo. Entrambe le action cam sono provviste di un microfono stereo e del sistema Wind Noise Reduction e tutte e due i dispositivi possono contare sul Loop Recording, caratteristica che permette la registrazione dei secondi immediatamente precedenti alla pressione del tasto REC (utile quando MAGAZINE Estratto dal quotidiano online www.DDAY.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari, Simona Zucca, Maria Chiara Candiago, Alessandra Lojacono avviene qualcosa di improvviso).FDRX1000VR e HDR-AS200VR, dotate di connettività Wi-Fi, arriveranno sui principali mercati rispettivamente ad aprile e a marzo e nella confezione di vendita sarà compreso anche il comodo telecomando Live-View RM-LVR2, indossabile e impermeabile. Prezzi ancora non comunicati. Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE AUTOMOTIVE Le soluzioni presentate per i produttori di auto si chiamano Drive Cx e Drive PX NVIDIA ha inventato il “cervello” dell’auto Un evoluto cruscotto digitale e un processore che analizza i dati per una guida più sicura di Roberto PEZZALI auto del futuro sarà tutta schermi e sensori, e per calcolare in tempo reale la mole di dati da elaborare servono processori potentissimi. Piccoli supercomputer, da nascondere sotto il cofano e da aggiornare quando necessario per apportare modifiche e migliorare l’intelligenza dell’auto stessa. Quello delle auto connesse è un vero business, tanto che il Consumer Electronic Show sta diventando una vera casa per le aziende di auto che vogliono mostrare le loro ultime soluzioni non in termini di motore ma in tema di innovazione, sicurezza e comfort di bordo. Un business al quale NVIDIA non vuole certo rinunciare: dopo aver capito che le schede grafiche dei computer non hanno più grossi margini di crescita e consapevoli che ormai il treno dei processori per smartphone e tablet è passato, l’azienda di Santa Clara sta spingendo moltissimo sull’automotive. Al CES di Las Vegas sono due le soluzioni presentate, basate entrambe su una versione evoluta di Tegra X1: NVIDIA Drive CX è, secondo il CEO Jen-Hsun Huang, il cruscotto L’ per auto più evoluto al mondo. Drive CX è una centralina per tutto ciò che concerne la visualizzazione dei dati all’interno dell’auto del futuro, un’auto composta quasi esclusivamente da schermi. Nella visione di NVIDIA, infatti, non solo il cruscotto viene sostituito da uno schermo LCD o OLED curvo, ma ogni elemento interattivo, dagli specchietti alla plancia, è costituito da uno schermo che visualizza informazioni o con il quale interagire. Drive CX riesce a gestire dati in contemporanea per un totale massimo di 16 Megapixel e ogni elemento viene renderizzato ed elaborato in real time: NVIDIA ha mostrato in tempo reale come si può realizzare un tachimetro che assomiglia nei materiali e nei riflessi a uno vero, e allo stesso tempo ha fatto vedere la sofisticata interfaccia creata per gestire la navigazione, il riscaldamento e Drive PX è una centralina utile per la sicurezza e un il parcheggio con valido aiuto alla guida. sensori e videocamere. Una visione futuristica che impone l’abbandono di ogni tasto e manopola fisica per lasciare il posto a una serie di tasti touch. È positiva la possibilità di utilizzare con Drive CX ogni sistema operativo, da QNX (Apple CarPlay) a Linux ad torna al sommario Mercedes F 015 Luxury In Motion l’auto per le città del futuro Ha un potente motore ibrido (idrogeno ed elettrico) con un’autonomia superiore a 1.000 Km, è velocissima, super connessa e guida da sola Android, non ci fa impazzire questa voglia di trasformare ogni elemento in uno schermo: abbiamo provato la plancia 2.0 ed effettivamente è bella e accattivante, ma l’assenza di un feedback tattile e di interruttori fisici distrae (e non poco). La seconda novità proposta da NVIDIA è Drive PX: un super computer con due processori X1 che lavorano in parallelo per elaborare i dati delle videocamere inserite su una macchina. Ad oggi le auto fanno uso intenso di sensori laser e a ultrasuoni per le funzioni relative alla sicurezza, ma in futuro, per portare certe feature sulle auto di fascia più bassa, le aziende dovranno ricorrere a videocamere che diventano ogni giorno sempre più precise ed evolute. Drive PX raccoglie i dati di 12 videocamere e li rielabora in tempo reale per istruire quella che NVIDIA definisce “deep neural network”, un cervello capace di riconoscere auto, distinguere cartelli e capire quello che succede in strada adattandosi di conseguenza. Se Drive CX è una nuova interfaccia per chi guida, Drive PX è un’evoluta centralina per la sicurezza e un aiuto alla guida che potrà portare alle auto che guidano da sole. Non si tratta ovviamente di prodotti destinati ai consumatori finali: NVIDIA propone queste due soluzioni ai produttori di automobili come piattaforme chiavi in mano da personalizzare secondo le varie esigenze. Audi ha già applaudito le novità e da anni sfrutta per il suo sistema i processori Tegra, anche se sembra intenzionata, al momento, a continuare sulla sua strada con una soluzione costruita in casa: quest’anno, infatti, utilizzerà Tegra K1 sulle nuove auto e non il Tegra X1. di Claudio STELLARI Mercedes-Benz ha scelto il palcoscenico del CES di Las Vegas per mostrare il suo concept di auto del futuro: Luxury F 015 In Motion, un vero e proprio concentrato di tecnologia pensato per affrontare nel modo migliore e con il massimo del comfort le vie delle mega città del futuro. Il concept Mercedes F 015 Luxury in Motion ha le forme di un coupè/monovolume di grandi dimensioni ed è un’auto a guida autonoma: è quindi possibile arrivare a destinazione senza rimanere alla guida, ma si può anche guidare in modo tradizionale. Il telaio è realizzato con una combinazione di diversi materiali (fibra di carbonio, alluminio e acciai ad alta resistenza) per ottenere una scocca resistentissima ma anche molto leggera. La trazione è affidata a un motore a idrogeno abbinato a due motori elettrici: l’autonomia, secondo quanto dichiarato dalla Casa, è superiore ai 1.000 Km. Al suo interno l’auto è dotata di 4 poltrone girevoli che permettono ai passeggeri di sedersi uno di fronte all’altro, sedili che all’apertura delle porte si girano automaticamente verso l’esterno, per agevolare l’accesso o l’uscita. Dal punto di vista della tecnologia, a farla da padrone è la connettività: tra i passeggeri ma anche verso gli altri veicoli e le infrastrutture esterne. Non manca l’interazione con lo smartphone: un’app permette di comunicare con l’auto per chiamarla, di aprire le portiere a distanza, oppure comandarne il parcheggio. Nell’abitacolo sono integrati 6 display touchscreen, nel quadro strumenti ma anche nelle portiere. Per sognare vi lasciamo a un video. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE AUTOMOTIVE Harman ci ha invitato a testare il nuovo concept composto dalle tecnologie HALOsonic e Individual Sound Zones Sistema audio in-car con quattro zone indipendenti Possibile che in un’auto quattro persone ascoltino cose diverse senza darsi fastidio o creare una confusione incredibile? di Emanuele VILLA Q uattro persone in macchina, quattro zone pilotate indipendentemente e che non interferiscono tra di loro, anche se nessuno si mette le cuffie. Questo è il concept che Harman sta portando avanti da un po’ e che, grazie alle tecnologie Individual Sound Zones e HALOsonic, ora può mostrare al CES 2015. Abbiamo partecipato alla dimostrazione, ed effettivamente il risultato è notevole: se anche può sembrare incredibile che in macchina si possano ascoltare quattro sorgenti diverse senza cadere nella confusione più totale, in realtà è possibile ed è proprio l’obiettivo portato avanti da Harman. Un sistema avanzato che da un lato riduce il rumore ambientale proveniente dall’esterno (HALOsonic) e dall’altro riesce a indirizzare perfettamente le onde sonore verso una zona dell’abitacolo, riducendo al minimo le interferenze con gli altri. La soluzione è utile, basti pensare a tutte quelle volte che arriva una telefonata mentre stiamo ascoltando una bella canzone, magari una telefonata che non vorremmo che gli altri ascoltassero; oppure le interminabili lotte tra passeggeri per il controllo del genere musicale da riprodurre in auto e via dicendo. Col sistema pensato da Harman, ognuno ascolta quello che vuole senza dar fastidio agli altri, e se qualcuno riceve una telefonata, risponde senza che gli altri debbano interrompere quello che stanno facendo. Il punto di partenza, dicevamo, è HALOsonic, una suite di soluzioni per la cancellazione attiva del rumore torna al sommario che agisce principalmente sulle due fonti più nocive, ovvero il motore e la strada, che oltre a infastidire aumentano anche lo stress del conducente. In un abitacolo già ripulito dal rumore dannoso si inserisce la tecnologia Individual Sound Zones, che si integra in tutti i setup audio già disponibili in macchina cui aggiunge dei micro diffusori nei poggiatesta e altri piatti posizionati nel tettuccio; ISZ non ha la velleità di rendere totalmente indipendenti le zone, ma di ottimizzare l’esperienza d’ascolto per la zona dell’abitacolo cui si rivolge. Harman offre, ovviamente, il DSP ai vari costruttori per integrare le due tecnologie nativamente, ma è anche possibile inserire il sistema in un secondo momento, dopo l’acquisto della macchina. L’abbiamo provato personalmente, ed effettivamente l’esperienza è notevole: tramite un display di dimensioni generose, il passeggero può decidere che sorgente usare per la propria zona, dalla radio a un CD a un brano in streaming, e il livello di interferenza tra zone è davvero minimo. Mentre ascoltavamo un brano è arrivata una telefonata al passeggero di fianco: ci si accorge della cosa, ma ascoltare e comprendere il dialogo è pressoché impossibile, un po’ perché c’è un’altra sorgente dedicata a noi, un po’ perché il noise canceling rende tutto molto ovattato e la direzionalità dell’audio è notevole. Harman non ha annunciato ancora un prezzo, ma si tratterà di una feature premium che verrà usata solo da auto ampie e di alta gamma. AUTOMOTIVE Un due ruote con caratteristiche interessanti, presto lo vedremo anche a Milano Ecco INU, lo scooter elettrico pieghevole Si avvolge e si trasporta come un carrellino. 40 km di autonomia e si ricarica in 3 ore di Paolo CENTOFANTI S i chiama INU ed è uno scooter completamente elettrico dal design avveniristico ed è uno dei prodotti più interessanti visti al CES. Prima di tutto perché Green Rider, la compagnia che l’ha realizzato, si appresta a lanciarlo a Barcellona e in un secondo tempo proprio a Milano in Italia. E poi perché non solo ha prestazioni interessanti (40 km di autonomia e 25 km/h di velocità massima per permetterne la guida senza patentino), ma soprattutto, ed è la sua caratteristica peculiare, è in grado di piegarsi su stesso alla pressione di un tasto, quasi come un passeggino per bambini, permettendo così di portarselo appresso con comodità senza doverlo lasciare in strada. INU pesa infatti appena 18 kg, ha un ingombro minimo una volta piegato (1200 x 300 x 400 mm) e può essere trasportato ad esempio nei trasferimenti sui mezzi pubblici o messo nel bagagliaio dell’auto per i trasferimenti più lunghi. La batteria si ricarica al 50% in un’ora e al 100% in tre ore e tutto il telaio è realizzato in lega di alluminio, mentre il freno della ruota posteriore integra un sistema di rigenerazione della frenata per recuperare l’energia cinetica e aumentare l’efficienza del veicolo. In più c’è la connettività Wi-Fi a bordo per collegare il proprio smartphone ed è prevista una versione 3G per tenere sotto controllo il proprio INU anche quando si è lontani dal mezzo. L’app apposita permette di controllare lo stato della batteria, attivare da remoto il “folding” dello scooter (impiega appena 4 secondi) e in dotazione sarà fornita una docking di ricarica per riporre INU in casa. Il prezzo? Per l’Italia ci dicono i rappresentanti di Green Rider sarà di circa 3.500 euro. IL PIÙ SEMPLICE IL PIÙ SMART *LG G2 vincitore del premio Best Phone 2013 di Cellulare Magazine. Now It’s All Possible Cosa c’è di meglio di LG G2, eletto migliore smartphone del 2013*? La sua sorprendente evoluzione. Nuovo LG G3. Il più semplice, il più smart. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE SMARTHOME Dall’hinterland milanese ai padiglioni del CES il passo non è breve, ma si può compiere Easydom, il “made in Italy” può contare nell’hi-tech La società ha presentato Next, un supervisore di domotica aperto a sistemi di tutte le marche di Gianfranco GIARDINA eccellenza tecnologica è una pianta che, seppur con dimensioni e velocità differenti, sa crescere anche in Italia e non solo in Silicon Valley. La dimostrazione è Easydom, giovane e dinamica azienda lombarda attiva nel settore della domotica e che non ha avuto paura di sbarcare negli USA, creando una filiale locale e debuttando per la prima volta quest’anno al Consumer Electronics Show di Las Vegas. Easydom non è la classica startup tecnologica, tutto marketing e fantasia, ma ha solide basi nel mondo dell’impiantistica elettrica, da cui proviene il fondatore, Sergio Tucci. Proprio Tucci anni fa, quando facevano capolino sul mercato i primi impianti elettrici “intelligenti” basati su bus e su comunicazione digitale, da bravo progettista e impiantista elettrotecnico si rendeva conto che si trattava di sistemi troppo complicati: difficili da progettare, difficili da configurare e poi - cosa peggiore di tutte - spesso anche difficili e poco intuitivi da usare. “Bisogna farla più facile - ‘easy’ appunto - e rendere gli impianti intelligenti e l’automazione domestica più accessibile, sia per gli installatori che per gli utenti finali”. È su queste basi che Tucci e la sua squadra hanno ideato e creato Next, un software di supervisione e controllo Parrot H20 e Pot sono due dispositivi che misurano lo stato di salute delle piante e, quando ce n’è bisogno, le innaffiano L’ torna al sommario Parrot Pot e H2O si prendono cura delle piante. E le innaffiano pure di Emanuele VILLA degli impianti di home automation facile da usare e da impostare, grafico e già nato per un’interazione touch; e - cosa interessante - basata su Windows. Una scelta che avrebbe potuto far pensare qualche anno fa, ma che ora - con l’ampia disponibilità anche di tablet Windows (e dopo la scomparsa di Windows RT) si rivela quanto mai azzeccata. Tanto più che, l’architettura modulare del sistema, consente il controllo con opportune app anche da device Apple e Android, oltre che Windows Phone. Next ha il vantaggio di essere un sistema facilmente aperto all’interfacciamento verso altri sottosistemi, anche di marche differenti; infatti, Easydom propone anche la sua soluzione per l’hardware di controllo per esempio dell’illuminazione o della climatizzazione/riscaldamento (ovviamente nativamente compatibile con Next), ma il software è già pronto per interfacciarsi con altri sistemi di terze parti, sia sul fronte elettrotecnico, che “clima” e sicurezza. Infine, Next ha una spiccata vocazione multimediale, dato che può anche gestire, all’interno dei propri scenari, tutta la parte musicale. Easydom Next a Las Vegas ha riscosso molto successo (è stata una delle soluzioni software premiata dall’organizzazione del CES nella propria categoria) e sbarca ora negli Stati Uniti, dopo aver avuto già molte installazioni in Italia e in Europa. La dimostrazione che, se si hanno i piedi ben piantati per terra ma la testa un po’ più in alto delle “nuvole” italiane, si può riuscire ad avere successo “hi-tech” anche al di fuori dei nostri confini. Cosa che in altri Paesi europei hanno già iniziato da tempo a fare (impressionante, per esempio, il numero di startup francesi presenti a Las Vegas) e può essere la soluzione per far crescere davvero un’economia digitale che in Italia ancora è più un desiderio che una realtà. I nostri complimenti a Sergio Tucci e alla sua squadra, ragazzi in gamba e che hanno saputo inseguire il loro sogno dagli “scantinati” fino alla ribalta del successo alla manifestazione più importante al mondo. Ricordate il Flower Power che Parrot lanciò al CES 2014? Il concetto è piaciuto molto, al punto da volerlo perfezionare e presentare due successori: H2O e Pot. I rappresentanti di Parrot non ci hanno fornito una data di lancio né un prezzo di listino europeo, ma la certezza è che usciranno durante l’anno, presumibilmente entro l’estate. Entrambi sono l’evoluzione di Flower Power, ovvero del sensore che tiene traccia dello stato di salute delle piante monitorando diversi parametri come il livello di umidità e la temperatura, e avvisa quando vanno innaffiate. Nel corso di quest’anno Parrot ha dovuto valutare diverse osservazioni degli utenti, e in particolare una: come posso intervenire se sono fuori casa e l’app mi avverte che devo prendermi cura della pianta? La soluzione di base si chiama H2O, un piccolo sensore che si immerge nel terriccio e che può bagnare la pianta in autonomia. Tutto questo è possibile collegando una bottiglietta d’acqua al sensore, dalla quale H2O attinge in caso di necessità. L’app, sincronizzabile con l’apparecchio tramite Bluetooth, tiene traccia di svariati parametri e li comunica in tempo reale. Una soluzione utile ma con un limite estetico. Non è bello mostrare una bottiglietta d’acqua a fianco alle proprie piante più pregiate, e per questo Parrot ha studiato la soluzione più avanzata, ovvero Pot. Pot è un vaso esteticamente curato, con finitura bianca lucida, contenente una vaschetta ai lati (invisibile) capace di ospitare fino a 2 litri d’acqua: il meccanismo di funzionamento è lo stesso di H2O, ma l’impatto estetico è ben diverso. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE GADGET Qualche chicca tecnologica tra le più curiose e intelligenti che abbiamo “scovato” quest’anno alla fiera di Las Vegas I 12 gadget (quasi) imperdibili visti al CES 2015 I di Roberto PEZZALI l CES è la fiera della tecnologia ma è anche il palcoscenico di molte startup: abbiamo raccolto le idee che abbiamo trovato più curiose e geniali. Qualcuna è già in vendita, altre sono in arrivo, altre invece sono in attesa di sovvenzioni sui vari Kickstarter e Indiegogo, i più popolari siti di crowdfunding. Uno dei giocattoli più belli in assoluto: Meccano sta per lanciare il kit con i robot da costruire. Sono alti un metro e con il kit si possono produrre 3 robot diversi. ZBoard 2 è la nuova versione dello skateboard motorizzato controllato con lo spostamento di peso: 16 miglia di autonomia e 20 miglia all’ora di velocità massima sono un ottimo biglietto da visita. SmartMat è il tappetino intelligente per lo yoga. Rileva la pressione in tutti i punti e capisce come si eseguono le posizioni controllando il bilanciamento del peso. Una maglietta che blocca le radiazioni emesse dagli smartphone. Ideale per le donne in dolce attesa, preoccupate che lo smartphone possa far male al loro piccolo. Un auricolare wireless che si inserisce completamente nell’orecchio. E non fa ascoltare solo musica: rileva anche il battito cardiaco e funziona come tracker contapassi. Per insegnare ai bambini a contare arriva Tiggly, una serie di strumenti da usare con il tablet che uniscono elementi virtuali a elementi fisici. Facile da usare, variegato (ci sono anche le lettere) e utile. Chi non sogna una paperella per il bagno? Questa è connessa Bluetooth allo smartphone, racconta storie e diventa rossa se l’acqua è troppo calda. Funziona anche come speaker. Si chiama Edwin. Un microfono ultrasensibile permette alle mamme di ascoltare il battito del loro bambino sullo smartphone, registrarlo e condividerlo. torna al sommario Le stampanti 3D stampano anche dolci, pizze e biscotti. L’idea è interessante, soprattutto la decorazione delle torte. Cosa ne pensano i cake designer? In arrivo da MakerBot nuovi materiali per produrre oggetti stampati in 3D: composti a base di legno e ferro saranno i primi, e il risultato è incredibile. Il letto intelligente per bambini controlla battito cardiaco, qualità del sonno e manda le notifiche ai genitori se il bambino si sveglia. La capsula del silenzio: basta infilare la testa sotto questo “uovo” per essere isolati dal mondo, grazie a un sistema attivo di cancellazione del rumore. Un attimo di pace da installare nei luoghi più chiassosi. n.103 / 15 13 GENNAIO 2015 MAGAZINE GADGET L’edizione 2015 del CES è stata anche l’occasione per vedere apparecchi e gadget particolari e dalla dubbia utilità I 10 prodotti più assurdi visti al CES di Las Vegas I di Roberto PEZZALI dee bizzarre, forse troppo: abbiamo raccolto alcuni dei prodotti più assurdi e strani presentati al CES di Las Vegas. Dal mappamondo digitale al sensore che ascolta la parola delle piante per arrivare alla cooking machine a capsule, capace di cucinare da sola un piatto di spaghetti (dal pessimo aspetto). Ecco le migliori che abbiamo trovato. Rotimatic è la macchina che crea tortillas e tacos: basta inserire gli ingredienti e fa tutto in un minuto. Perfetta per gli amanti della cucina messicana. Ma forse non proprio indispensabile. Oku è lo scanner per il viso che rivela in anticipo se si sta per crescere un foruncolo. Connesso via bluetooth allo smartphone tiene traccia dello stato della pelle e del viso nel corso del tempo. Per gli ossessionati dall’estetica. Perché occupare il polso con uno smart-qualcosa quando molte persone già indossano gli occhiali? Ecco il primo fitness tracker integrato nella montatura. Con una serie di sensori è in grado però - secondo i propri ideatori - di rilevare anche lo stato cerebrale indicando ad una persona quanto è troppo stanca. Questa cooking machine dovrebbe diventare la “Nespresso” del cibo: gli ingredienti si caricano a capsule e poi fa tutto lei. Nota per gli italiani: oltre a funzionare male, il piatto cucinato era per i nostri gusti semplicemente disgustoso. torna al sommario Un vero e proprio casco multimediale, con videocamera frontale integrata, frecce integrate nella parte posteriore e fari LED sul davanti. L’unico aspetto utile, probabilmente, è il sistema wireless audio integrato. Per i tecno-ciclisti della domenica che hanno voglia di stupire. Le solette per le scarpe riscaldate: si attivano tramite smartphone e scaldano i piedi d’inverno con una resistenza integrata. Piccolo problema: l’autonomia è solo di pochi minuti, dopodiché si gela. La cintura motorizzata: dopo aver impostato il grado di comfort, autoregola la lunghezza per mantenere una tensione adeguata grazie al motore interno, allargandosi da seduti o stringendosi quando si è in piedi. Misura anche il girovita e avvisa se stiamo ingrassando. Peccato per la fibbia non proprio alla moda. Un sensore che “ascolta” le radiazioni emesse dalle piante e le interpreta. Secondo il creatore, l’oggetto, oltre a rilevare l’inquinamento atmosferico, capisce le esigenze della pianta e le comunica via smartphone al “padrone”. Come abbiamo fatto fino ad oggi senza? Ecco un mappamondo digitale touch: un proiettore proietta diverse mappe all’interno di questa sfera che può essere facilmente gestita con le dita. Tutto questo in teoria perché in realtà per la fiera, purtroppo, “girava” solo un’immagine e per di più statica. Ma anche se fosse stata dinamica, a cosa può servire un oggetto del genere? I fitness tracker sono un po’ la moda del momento e ultimamente li abbiamo visti infilati un po’ dovunque in ogni tipo di oggetto. In questo caso il fitness tracker è inserito in un anello. Già abbiamo dei forti dubbi sulla reale utilità di un fitness tracker tradizionale, figuriamoci di questo che non solo è ingombrante ma è anche particolarmente scomodo. E, come ultima ma non banale considerazione, è anche terribilmente brutto.