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IL NUOVO
VIERA AX900
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
SPECIALE
CES 2015
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PAGINE
DI NOVITÀ
DA LAS VEGAS
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Gianfranco GIARDINA

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Non c’è dubbio che l’edizione 2015 del
CES sia stata quella, nella storia recente,
in cui si è creata la massima distanza tra
le proposte dell’industria e le effettive
necessità dell’utenza. Beninteso, sono
sempre esistiti i prodotti che cercavano di
anticipare i bisogni degli utenti per creare
nuovi mercati. Ma questa volta, complice
la crisi, la percezione di inutilità (nel senso
di non-utile) della maggior parte delle
innovazioni è addirittura conclamata,
tanto da spingere Bloomberg.com a
titolare l’articolo di presentazione del
CES “Must-Have Gadgets You Don’t
Need”, in italiano qualcosa come “Gadget
indispensabili di cui non c’è bisogno”.
Un ossimoro che rispecchia bene la
realtà: le frontiere aperte dall’”Internet of
Things” sono infinte; è tutto un universo
da scrivere. Ovviamente, nell’esplorare
nuove vie, si imboccano anche direzioni
che non porteranno da nessuna parte.
Così quest’anno il consumatore si
ritrova senza grosse novità sul fronte
dei prodotti “tradizionali” (come TV,
smartphone, tablet, fotocamere e PC),
prodotti che però usa e che, con i giusti
stimoli, sarebbe pronto a rinnovare;
parallelamente vede fioccare un sacco
di novità, alcune anche oltre il limite del
bizzarro, in ambiti in cui non ha alcun
bisogno: il biberon connesso, la suola
riscaldante, decine di smartwatch da
caricare tutte le sere, il letto che registra
i movimenti e così via. Cose belle e
divertenti da vedere ma che in pochi
comprerebbero davvero. Gli smartphone
hanno “nuclearizzato” in pochi anni molte
altre categorie di prodotto tradizionali che,
se non sono scomparse, sono comunque
duramente ridimensionate: fotocamere
compatte, navigatori GPS, videocamere,
player MP3. Il nuovo, invece, sta arrivando
in maniera disordinata, tanto che c’è
disagio anche nei negozi per trovare la
giusta collocazione ai vari “wearable” e
accessori smart. Ora, è evidente che in
termini di notizia tiri di più un gadget che
introduce elementi di novità tecnologica
che un TV Quantum Dots, tecnologia
che si vorrebbe vendere come un nuovo
ritrovato della tecnica e che di fatto era
già presente due anni fa nei negozi
italiani. Così, se non ci fosse LG che
fa sognare con gli OLED (ma servono
prezzi e quantità adeguate), sul fronte
delle categorie “classiche” saremmo
al palo. Tanto che la speranza di molti
utenti è rivolta ora al Ultra HD Blu-ray,
presentato solo da Panasonic. Chi vide
il lancio del DVD al CES di Las Vegas 18
anni fa, con la spinta all’unisono di tutta
l’industria hardware e di tutte le major
cinematografiche, capirà al volo che
il nuovo supporto 4K è ancora molto
lontano dal diventare realtà. Insomma,
troppo focus su Internet delle cose rischia
di trasformare il CES nella fiera di Internet
delle Cose (inutili). Gli organizzatori
farebbero bene a pensarci e a correggere
il tiro, facendo di tutto per riportare gli
espositori americani (Microsoft, Apple,
Google, Facebook, Twitter, per esempio)
tra i padiglioni di Las Vegas.
torna al sommario
Hollywood si allea
con Netflix, nasce
la UHD Alliance 04
Tutti i segreti
del Blu-ray 4K
Panasonic 08
I gadget (quasi)
imperdibili visti
al CES 2015 38
Per i TV un 2015
all’insegna dell’HDR
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Il 4K è già vecchio, ora è tempo
di High Dynamic Range
Vi spieghiamo di cosa si tratta
e quali sono i suoi vantaggi
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Se tutto diventa
Internet delle cose
(inutili)
MAGAZINE
Panasonic, per i TV TV Samsung SUHD LG a tutto OLED
arriva Firefox OS
colori “super”
anche piatto
Pochi i TV nuovi, basati HDR per stupire e Tizen
su affinameti dell’AX800 anche per i vecchi TV
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Tanti modelli, piatti e
curvi. Cresce l’affidabilità
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Android TV e 4K
LG G Flex 2: più
Garmin Vìvoactive
per i TV Sony 2015 potente e più bello È lui il migliore?
Stupendo l’X900C, il TV In anteprima video le
Autonomia super grazie
Sony più sottile di sempre nostre prime impressioni al display retroilluminato
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Nikon D5500, viva B&O Moment
lo schermo touch musica di classe
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NVIDIA ha creato
il “cervello” dell’auto
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MERCATO Idee interessanti dal settore delle auto: le aziende puntano sulle auto che guidano da sole e sull’aiuto alla guida
Consumer Electronic Show 2015 senza il botto
Il CES chiude senza botti e con poche certezze: Internet delle Cose e device intelligenti restano al centro della scena
Mancano forse innovazioni in grado di creare un nuovo boom. Nota lieta OLED: il 2015 potrebbe essere il suo anno
di Roberto PEZZALI
on è stato un pessimo Consumer Electronic
Show quello di quest’anno, ma non è stato
nemmeno uno dei migliori. Il mondo della tecnologia sta cambiando, sta provando, sta tentando
nuove strade e nuove soluzioni senza capire bene
quale sia però quella giusta da prendere. Forse a
Las Vegas manca un faro: Samsung è ormai, negli
ultimi anni, la regina del CES ma è chiaro che non
riesce a sobbarcarsi un peso che invece dovrebbe
essere condiviso tra tutti quanti i big dell’elettronica di consumo, da Apple a Google per finire con
Microsoft, che a Las Vegas ha preso casa e dominato per alcuni anni fino a decidere, due anni fa, di
abbandonare la kermesse per dedicarsi alle proprie
convention.
Non è possibile neppure affidarsi alle aziende giapponesi, quelle per intenderci che hanno creato l’elettronica di consumo: restano aziende fantastiche,
piene di idee e di prodotti geniali ma molti di questi
sono ormai dedicati alle soluzioni business to business. Toshiba si è quasi ritirata del tutto dal mondo
del consumer dopo i due scivoloni HD DVD e TV 3D
senza occhiali, Sharp ha abbandonato praticamente
l’Europa e resta solo sul mercato Usa con i TV, Panasonic resiste ma sembra più interessata alle batterie per le Tesla, più redditizie di fotocamere, TV e
sistemi audio, mentre Sony si regge su due gambe,
una si chiama Playstation e l’altra Digital Imaging. I
TV restano per ora, ma nessuno è in grado di dire
se sarà così per sempre: in ogni caso a Las Vegas
ha dimostrato di essere in grado di creare ancora
prodotti capaci di stupire, come il TV LCD spesso
quanto un OLED, meno di 5 mm. E proprio di OLED
vogliamo parlare: LG si gioca tutto con una line up
N

incredibilmente varia: curvo, piatto, flessibile, Ultra
HD e HD. Se i prodotti ci saranno e i prezzi saranno
giusti potrebbe essere l’anno della svolta, anche se
è evidente che l’interesse per un nuovo TV non è
più quello di un tempo. Lo sa bene pure Samsung
che non ha fatto altro che rinnovare la sua gamma
cercando di tenere il ruolo di leader con piccole
cose come il S-UHD e Tizen. Non sono rivoluzioni,
sia chiaro, ma è anche vero che probabilmente è
davvero difficile creare qualcosa che sia percepito
da tutti come stravolgente: l’OLED, ad esempio, colpisce i meno “tecnologici” più per lo spessore che
per la qualità che riesce a generare.
Perde terreno anche tutto ciò che ruota attorno al
TV e all’entertainment: home cinema, proiezione e
sorgenti anche in Ultra HD restano una rarità, con
il Blu-ray Ultra HD di
Panasonic esemplare unico che suona
quasi come una proposta personale di
Panasonic più che
una adozione globale. L’eredità dei
giapponesi
resterà
sempre in Asia: produttori come Hisense
e Haier stanno sfruttando i momenti di
incertezza per recuperare il gap con
gli altri in termini di
design e di usabilità.
Per certi versi, guardando queste azienTra i protagonisti del CES 2015, i TV OLED presentati da LG. La gamma dei TV è
de, sembra di vedere
molto varia e spazia dai piatti ai curvi ai flessibili, dagli Ultra HD agli HD.
la Samsung e la LG di
torna al sommario
molti anni fa, quando ancora erano piccole aziende
che andavano a tentativi sotto il dominio dei colossi
giapponesi.
Resiste l’audio, anche se declinato in forme diverse: streaming e multiroom sono le nuove frontiere
ma si inizia a riconoscere l’importanza della qualità
anche per la musica liquida. L’hi-resolution audio,
dopo anni di spinta da parte di Sony, diventa uno
standard con un logo e ci auspichiamo che presto
tutti i servizi offrano musica liquida di qualità e non
compressa.
L’altra faccia del CES è quella “connected”: il messaggio che si vuole trasmettere, e non sappiamo se
sia quello giusto, è che ogni cosa incapace di dialogare con uno smartphone o con un altro oggetto è
inutile e passata di moda. Forse non è così, anche
perché vedendo le proposte di Internet of Things e
connected devices, se togliamo qualche eccezione
in campo smarthome, il resto è rappresentato da accessori non sempre utili. Il boom dei wearable, intesi
come smart trackers e orologi, ha portato alla nascita di prodotti tutti identici tra loro che non danno
un vero valore aggiunto e sicuramente non creano
“dipendenza”. Pure le auto intelligenti e connesse,
che dovevano essere la vera rivoluzione della fiera,
non si sono rivelate tali: quasi tutte le soluzioni di
infotainment sono più belle da vedere che realmente utili. Diverso invece il tema delle auto che guidano da sole e dell’aiuto alla guida: qui le aziende ci
stanno puntando forte e i progressi si vedono, ma
la sensazione è che ci troviamo comunque di fronte
a una rivoluzione che non sarà assolutamente immediata.
La “next big thing”, il prodotto che davvero crea un
segmento come lo sono stati lo smartphone, i TV
piatti, l’home cinema e per ultimo il tablet, ancora all’orizzonte non si vede.
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ENTERTAINMENT C’è la volontà di qualificare in tre fasce i TV Ultra HD, “bocciando” i più economici
Hollywood si allea con Netflix per le specifiche Ultra HD
Annunciata la nascita di UHD Alliance con l’obiettivo di offrire video di altissima qualità
di P. CENTOFANTI e R. PEZZALI
A
lcuni dei maggiori produttori di
elettronica capitanati da Samsung, gli studios di Hollywood e
Netflix hanno annunciato la nascita della
UHD Alliance. Si tratta di un’associazione che punta alla definizione del formato video dei contenuti del futuro in Ultra
HD, che includa nuove specifiche come
Wide Gamut, High Dynamic Range e
Audio 3D. Della partita sono nomi come
Dolby, LG, Netflix, Panasonic, Samsung,
Sharp, Sony Visual Product, Technicolor, Walt Disney Studios, Twentieth Century Fox e Warner Bros. Entertainment,
ma è la presenza soprattutto di Netflix
a destare attenzione, perché è chiaro
che il focus non è tanto il Blu-ray Disc
quanto una serie di specifiche indirizzate anche allo streaming e al video
on demand. Un approccio universale
insomma, anche se nel comunicato

che annuncia la nascita del consorzio
non si fa alcuna menzione del Blu-ray
Disc. Proprio Netflix aveva annunciato
la prossima disponibilità di video HDR
in Ultra HD in streaming sui nuovi TV di
LG. Durante il press day del CES 2015
si è parlato in realtà anche di Blu-ray:
la conferenza stampa di Panasonic
ha generato un po’ di confusione con
l’annuncio del primo lettore Blu-ray
Disc capace di riprodurre nativamente
contenuti in 4K, un prototipo mostrato
presso lo stand di Panasonic ma che
non è ancora chiaro se riprodurrà contenuti 4K dalla rete o da disco. La Bluray Disc Association non ha rilasciato
alcun comunicato ufficiale in merito e
a parlare c’è solo quello di Panasonic
che fa riferimento a caratteristiche che
dovrebbero venire definite dalla BDA
nel futuro formato denominato Ultra
HD Blu-ray, ancora in fase di scrittura,
a quanto pare. Il nuovo formato utiliz-
torna al sommario
Google Cast
attacca AirPlay
nello streaming
musicale
Google annuncia
l’estensione di Google
Cast alla musica
e ai servizi di streaming
replicando di fatto
AirPlay di Apple
e Spotify Connect
zerà, stando a quanto dichiarato da
Panasonic, il codec HEVC con bit rate
fino a 100 Mbit/s, video fino a 10 bit con
supporto per il wide gamut BT.2020 e
high dynamic range o HDR che consente di avere una luminosità massima
fino a 10.000 cd/mq. Al momento le
uniche novità su questo fronte arrivano
da Panasonic, senza
alcun annuncio di
supporto da parte di
Hollywood, mentre
UHD Alliance sembra avere un fronte
più ampio, anche se
all’appello mancano
ancora Paramount,
Sony Pictures e
Universal. Le due
iniziative convoglieranno in una sola?
Viaggeranno su due binari paralleli?
Una esclude l’altra?
L’impressione che ci siamo fatti, dopo
aver parlato con diverse persone
coinvolte nell’iniziativa, è che, almeno
al momento, l’obiettivo principale di
questa UHD Alliance sia più che altro
distinguere sul mercato i prodotti dei
“big” dell’elettronica di consumo tagliando fuori di fatto i “nuovi”, ovvero
i cinesi, che sono arrivati sul mercato
con prodotti 4K a costo (per alcuni troppo) contenuto.
Entro qualche mese
saranno
realizzati
due loghi che identificheranno nei negozi i prodotti “Ultra
HD Premium” e quelli
“Ultra HD Advanced
Premium”: resteranno
esclusi da questa certificazione i “low qua-
lity” e i “low price” UHD Panel.
Al momento lo sviluppo di questo
progetto troverebbe in LG un freno,
azienda che sarebbe ancora in fase di
discussione: la querelle sembra legata
ai pannelli RGBW usati sugli OLED, che
non è chiaro in quale categoria possano rientrare date le sue particolari caratteristiche costruttive. Fortunatamente per essere “Premium” o “Advanced
Premium” esistono anche criteri legati
alla qualità di immagine, anche se attualmente pare che molti dei parametri
siano ancora in discussione. Ci è stato
detto, per esempio, che per essere
“Advanced Premium” un TV dovrà gestire lo spazio colore DCI-P3 ed essere
High Dynamic Range, una scheda che
praticamente al momento identifica la
nuova serie S’UHD di Samsung. Altri
parametri in considerazione riguardano il processore video e le decodifiche
supportate, sicuramente HEVC a 10
bit e VP9, ma ad oggi niente è ancora
stato ufficializzato. La UHD Alliance sta
studiando ora i loghi da “appiccicare”
sui TV: arriveranno nei prossimi mesi,
giusto in tempo per la nuova stagione
degli acquisti. Sarà la solita certificazione inutile, in puro stile THX, un altro bollino-medaglia da apporre sullo
schermo dei TV in negozio o porterà
davvero a qualcosa di buono?
di Emanuele VILLA
Google ha annunciato l’estensione del protocollo Google Cast ai
servizi di streaming musicali e ai
dispositivi (in particolare, speaker)
compatibili, andando di fatto a replicare l’analogo servizio di casa
Apple (AirPlay) e Spotify Connect.
In questo modo sarà possibile, mediante dispositivo Android, ascoltare la musica dei principali servizi
di streaming direttamente sugli
speaker compatibili. Il meccanismo
di funzionamento è analogo a quello di Chromecast: lo smartphone
Android non invierà alcun dato
musicale, sarà il ricevitore integrato nello speaker ad attingere
direttamente alla musica via cloud,
scaricando di fatto lo smartphone
di ogni incombenza e assicurando
una qualità sonora superiore rispetto al classico Bluetooth. Tra i servizi
di streaming compatibili troviamo
Rdio, Pandora, NPR One e Google
Play Music, mentre la disponibilità dei primi speaker compatibili è
prevista per la prossima primavera,
a partire dagli Stati Uniti. I marchi
che hanno già aderito al progetto
sono LG, Sony e Denon, mentre tra
i servizi di streaming manca il n.1
al mondo, ovvero Spotify. Questo
perché - supponiamo - quest’ultimo
ha un suo servizio analogo, ovvero
Spotify Connect, e non intende (almeno per il momento) svincolarsi.
Ma poi a seconda di come andrà il
servizio di Google, le carte in tavola potrebbero cambiare. Clicca qui
per il video.
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13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO L’Ultra HD è ormai una novità superata, il 2015 è l’anno dell’High Dynamic Range. Vediamo di cosa si tratta
Il 4K è già vecchio, quest’anno si parla di HDR
L’obiettivo è una maggiore dinamica e un rapporto di contrasto più elevato, per ottenere immagini ancora più realistiche
L
di Paolo CENTOFANTI

a parola d’ordine quest’anno al CES per quanto
riguarda i TV non è tanto quantum dot (che anzi
i produttori hanno mascherato dietro fantasiosi
nomi di marketing), quanto HDR o High Dynamic Range, che giusto per fugare ogni potenziale dubbio, non
ha nulla a che fare con l’omonima funzione che trovate sulla fotocamera o il vostro smartphone. Siccome
evidentemente l’Ultra HD non è sufficiente da sola a
farvi venire voglia di cambiare TV, serve qualcosa di
ancora più nuovo e questo qualcosa si chiama HDR.
Ma di cosa si tratta? Anche se solo ora tutti produttori
si premurano di farcelo sapere, la realtà è che i contenuti video di oggi vengono ancora masterizzati in
produzione tenendo come riferimento le caratteristiche dei monitor da studio con una luminosità massima
di 100 nits o candele al metro quadro, un valore che
risale ancora ai tempi degli schermi CRT e ai proiettori
cinematografici a pellicola. Da tempo però gli schermi
offrono una luminosità massima decisamente superiore, anche più di 500 cd/mq, motivo per il quale siamo
soliti nelle nostre prove calibrare i TV in modo tale da
portarci più vicini alle condizioni per cui sono pensati i
contenuti. Questo perché “sparando” la luminosità con
contenuti non appositamente studiati, si altera la resa
delle immagini rispetto alle intenzioni originali con risultati spesso poco naturali.
Ecco allora arrivare l’High Dynamic Range, che lavora
su due livelli: i contenuti e l’hardware. I creatori di video
potranno infatti masterizzare i loro contenuti tenendo
come riferimento non più i 100 nits fin qui utilizzati, ma
valori fino a 4000 nits. Per far questo serve una nuova
curva di trasferimento (il rapporto tra segnale video e
luminosità dell’immagine riprodotta, quella che comunemente chiamiamo curva del gamma) e una maggiore risoluzione in termini di bit per componente colore
per poter avere sufficienti sfumature su una scala che
torna al sommario
diventa molto più ampia rispetto a quella standard. I
vantaggi di questa soluzione? Una maggiore dinamica
si traduce in un maggiore rapporto di contrasto dell’immagine (il rapporto tra il bianco e il nero), per immagini
sempre più realistiche, ma anche in un maggior numero di sfumature possibili, specie sulle alte luci dove
usualmente il segnale è più “compresso”. Ovviamente
anche l’hardware del TV deve essere in grado di riprodurre tutta questa dinamica in più: il pannello deve
poter “erogare” luce sufficiente certo, ma deve essere
anche capace di riprodurre tutte le nuove sfumature
intermedie di colore e per questo si parlerà in futuro
sempre più spesso di display a 10 bit (gli attuali sono a
8 bit). In realtà nulla di particolarmente innovativo, visto
che Dolby, con il suo Dolby Vision, lavora sull’HDR da
diversi anni, così come anche Philips ora TP Vision. In
questo senso è importante l’annuncio dell’Ultra HD Alliance, perché il consorzio punta proprio a trovare uno
standard comune su come implementare l’HDR: quale
curva utilizzare per la codifica delle immagini? Quanti
bit? Quale spazio colore? Affinché i contenuti continuino a venire generati con delle specifiche rigide come
quelle fin qui utilizzate nella produzione video, affinché
ciò che un direttore della fotografia crei venga riprodotto in modo fedele su qualunque display, occorre
trovare un accordo. Lo stesso vale per la Bu-ray Disc
Association che evidentemente dovrà adeguarsi o partecipare alla discussione con la UHD Alliance se non
si vuole creare un grande pasticcio e un ginepraio di
formati che i produttori di TV dovranno supportare. Inutile dire intanto che tutti i TV Ultra HD già venduti, con
ogni probabilità, non saranno in grado di riprodurre i
prossimi contenuti HDR.
IN casa
AX900
IL TV 4K
nATo per
LA mAssImA
quALITà
dI VIsIone
Immagini superlative, neri profondi e colori ricchi
AX900 è un TV LED LCD Ultra HD all’avanguardia, pensato e realizzato con il preciso
obiettivo di offrire una riproduzione video 4K
con la massima qualità visiva possibile. Il
suo pannello offre un dettaglio eccezionale,
grazie a tecnologie esclusive frutto del
grande patrimonio di conoscenze Panasonic.
A questo si aggiungono funzioni avanzate
che permettono di ottenere un’esperienza di
intrattenimento completa, smart e intuitiva.
Nero per passioNe
La capacità di riprodurre neri intensi è il
punto di partenza per ottenere un’immagine dotata di una buona profondità, con
colori reali e ricchi di sfumature. Per questo
Panasonic AX900 adotta il sistema Direct LED
Full Array e la tecnologia Local Dimming, che
analizza il segnale video in ingresso e che
regola la retroilluminazione delle diverse
aree del pannello in base al contenuto delle
immagini. In questo modo vengono evitati
fastidiosi aloni nelle immagini scure, si
ottiene un contrasto elevato e una perfetta
riproduzione dei dettagli, anche nelle scene
più scure.
Colori Come al CiNema
Per ottenere immagini 4K con colori fedeli e
consentire di vedere i film come il regista li
ha pensati, i progettisti hanno lavorato fianco
a fianco proprio con i registi e direttori delle
fotografia presso i Panasonic Hollywood Laboratories: il risultato è una gestione dei colori
a livello dei monitor di studio professionale.
Tra le tecnologie adottate spicca la correzione
del colore 3D LUT, che regola la riproduzione
cromatica in modo dettagliato per offrire una
riproduzione accurata. Il TV, inoltre, rileva la
luce ambientale e adegua automaticamente i
parametri delle immagini, per offrire sempre
la migliore qualità visiva.
CoNNettività a prova di 4K
AX900 ha funzioni smart e di networking molto avanzate e una connettività completa, per
sfruttare al meglio l’alta qualità di immagine
e vedere la più ampia gamma di contenuti 4K.
A fianco a 4 ingressi HDMI 4K con supporto
60p troviamo un ingresso DisplayPort;
inoltre, il TV può riprodurre contenuti con
protezione del copyright HDCP2.2 ed è dotato
di decoder H.265 (HEVC).
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13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO Nuovi TV, videocamere HDR e Blu-ray “4K”: ecco le principali novità presentate a Las Vegas da Panasonic
Ecco le novità presentate da Panasonic al CES
Per i TV si tratta essenzialmente evoluzioni sulla base dell’eccellente AX800, nel 2015 potrebbe arrivare anche l’OLED
di Emanuele VILLA
L
a conferenza stampa Panasonic del CES 2015 è
stata l’occasione per fare il punto sull’attività dell’azienda e non solo per presentare nuovi prodotti per l’intrattenimento domestico e il digital imaging.
Questo giustifica il fatto che la prima parte della conferenza è stata dedicata a un settore “che non ti aspetti”
al CES, ovvero all’automotive. Ma d’altronde quando
il il 25% dei ricavi giunge da li’, è inevitabile che gli
investimenti dell’azienda si muovano di conseguenza. Panasonic è presente nel settore tramite sistemi
di infotainment di bordo ma anche come produttore
di batterie pensate per alimentare le auto elettriche
in circolazione, da cui la stretta partnership con Tesla. Ciò premesso, le novità nel ramo consumer non
sono state moltissime ma decisamente interessanti.
Tra quelle rivelate alla conferenza stampa, particolare
enfasi è stata data al digital imaging, dove Panasonic
ha presentato due nuove videocamere consumer 4K
in grado di riprendere in HDR, ovvero con gamma dinamica estesa rispetto alla ripresa tradizionale. I due
modelli sono WX970 e WX870, entrambi con modalità di ripresa 4K, stabilizzazione ottica, zoom 20x, NFC,
Wi-Fi e, appunto, HDR Movie, funzionalità che tra l’altro Panasonic estende ad altri camcorder Full HD presentati al CES. Altra funzionalità interessante, questa
volta esclusiva del modello WX970, è la Twin Camera,
ovvero una seconda camera sul retro del visore che
può riprendere insieme alla principale per effetti suggestivi di picture in picture con due direzioni di ripresa o con la stessa direzione di ripresa ma con due
angoli di quadro completamente diversi. Altra notizia,
ma relativa solo agli Stati Uniti, è il rientro del marchio
Technics su suolo americano, cosa da noi anticipata
allo scorso IFA di Berlino, e discorso analogo per le
soluzioni di monitoraggio e controllo domestico, anticipate alla recente fiera europea.
Panasonic ha poi annunciato di essere parte della
Ultra HD Alliance, la neoanata associazione di aziende hardware e software a sostegno della diffusione
di contenuti e standard 4K. Interessante poi la nuova
linea flagship di TV LCD, contraddistinta dall’impiego
della tecnologia Quantum Dots (un po’ la moda del
momento). Infine c’è l’anticipazione di un particolare
lettore Blu-ray capace di gestire contenuti 4K, mostrato allo stato prototipale. Per gli approndimenti vi
rimandiamo alle news specifiche.
Tutti i dettagli dei nuovi TV 2015

Panasonic al CES ha annunciato tre nuove serie di TV
Ultra HD, CX850, CX800 e CX650/CX600. Innanzitutto non si parla di novità tecnologiche straordinarie
rispetto a i modelli dello scorso anno. Il modello di
punta, il CX850, sembra avere le stesse caratteristiche dell’AX900 con certificazione THX 4K, Local Dimming Pro, Studio Master Drive. Panasonic parla anche
di nuovo Super Bright Panel, anche se non dovrebbe
trattarsi già di un TV HDR. Panasonic ha mostrato in-
torna al sommario
fatti una demo con un prototipo High Dynamic Range,
ma in riferimento ai nuovi TV il personale allo stand
ci ha detto che il Super Bright Panel è solo un primo
passo verso in questa direzione. Di certo il nuovo TV
avrà comunque una nuova funzione di dynamic range
remastering, che permetterà cioè di rielaborare i segnali in ingresso in modo tale da sfruttare la maggiore
gamma dinamica del pannello, senza semplicemente
“pompare” la luminosità massima. Per quanto riguarda
il local dimming si parla di un algoritmo ulteriormente
migliorato e, come nell’AX900, la retroilluminazione
sarà di tipo full LED, per cui ci possiamo aspettare prestazioni a livello dell’ottimo top di gamma di quest’anno. Altra novità riguarda i colori, visto che Panasonic
ha lavorato per portare la copertura dello spazio colore fino al 98% dello standard DCI per il digital cinema
e che potrebbe venire portato sul mercato consumer
sia con l’Ultra HD Blu-ray che dalla UHD Alliance.
L’altra novità riguarda Firefox OS che sui modelli
CX850 e CX800 verrà usato come base per la nuova piattaforma Smart MyHomeScreen 2.0. Presso
lo stand c’era solo una demo pre-programmata che
lasciava intravedere ancora poco di questa nuova
piattaforma e l’integrazione con le altre funzionalità
del TV. Ci è sembrato comunque un sensibile passo
in avanti visto che la smart TV di Panasonic aveva
decisamente bisogno di una rispolverata. Il modello
CX850 sarà disponibile in due tagli 55 e 65 pollici e
prezzi e disponibilità sono ancora tutti da annunciare.
La serie CX800 è un gradino più in basso. Sarà sempre
dotata di piattaforma Firefox OS, ma non avrà il Super
Bright Panel e la retroilluminazione full LED. Sarà un
prodotto simile all’AX800, quindi con local dimming
ma pannello di tipo LED Edge. Questo modello è stato
annunciato al momento in tre tagli: 65, 60 e 55 pollici. La fascia media sarà composta infine da modelli
Firefox OS con pannello Ultra HD Super Bright Panel,
seppure senza local dimming, per la CX650 (tagli 55,
60 e 65 pollici), mentre il CX600 è un solo modello da
50 pollici e senza Firefox OS, ma con le stesse caratteristiche di immagine della serie CX650.
L’OLED potrebbe arrivare entro l’anno
Potrebbe esserci un po’ di OLED nel futuro di Panasonic: il prototipo di TV OLED da 65” che l’azienda
giapponese ha esposto all’IFA è arrivato anche a Las
Vegas in una nuova versione leggermente rivista. Panasonic sembra aver abbondato la prima idea di TV
OLED realizzato con tecnica ink-jet: il meraviglioso TV
da 56” presentato insieme a Sony due anni fa resterà un ricordo, e la strada più percorribile sembra la
realizzazione di TV OLED utilizzando pannelli di terze parti.Il TV che abbiamo visto in fiera a Las Vegas,
un 65” curvo 4K, oltre ad essere il primo TV curvo di
Panasonic è realizzato utilizzando un pannello WRGB
OLED, e riteniamo (anche se nessuno ce lo ha confermato) che l’azienda abbia usato un pannello comprato da LG. Panasonic potrebbe arrivare sul mercato
con questo modello di TV OLED entro l’anno, con un
lancio mondiale a settembre in occasione dell’IFA di
Berlino. Una necessità per Panasonic: la serie AX900,
pur con delle prestazioni eccellenti, potrebbe non riuscire a far breccia nel cuore degli appassionati rimasti
“orfani” del plasma: l’OLED può farcela.
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13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO Panasonic ha proposto alla Blu-ray Disc Association un nuovo standard Ultra HD Blu-ray: dischi fino a 100 GB e HEVC
I segreti del Blu-ray 4K Panasonic: dischi a tre strati e HEVC
Si attende la conferma dello standard entro l’estate e soprattutto l’adozione da parte degli altri produttori e delle major
di Emanuele VILLA
P

anasonic al CES 2015 di Las Vegas
ha presentato un lettore Blu-ray
4k. O meglio, ne ha fatto vedere uno durante la conferenza stampa,
affermando che si tratta di un lettore
capace di “riprodurre contenuti in 4K
nativo”. In realtà, nei discorsi delle conferenze stampa americane, già scritti a
tavolino fino all’ultima virgola, l’utilizzo
di quel vago “contenuti” e l’aver evitato del tutto il sostantivo “disco”, lascia
pensare che la situazione sia ancora
molto fluida in seno alla neonata Ultra
HD Alliance, della quale Panasonic fa
parte.
Il prodotto finale al quale Panasonic
allude sarà un lettore di un nuovo formato di disco ad alta capacità? Di un
lettore Blu-ray in grado di riprodurre i
file 4K o lo streaming di sorgenti online
come i film 4K su Netflix? Panasonic ha
glissato durante la conferenza stampa,
limitandosi a mostrare un prototipo
non funzionante di quello che diventerà, nella seconda parte dell’anno, il
primo lettore Blu-ray 4K.
Grazie alle informazioni forniteci da un
manager Panasonic al CES, ora abbiamo le idee chiare: quello mostrato alla
conferenza stampa era sì un mockup
non funzionante, ma il concetto portato avanti da Panasonic è proprio
quello di riuscire a dare vita a un nuovo standard 4K basato su disco, che
l’azienda vorrebbe chiamare Ultra HD
Blu-ray. Al momento si tratta semplicemente di una proposta che l’azienda
giapponese ha fatto alla Blu-ray Disc
Association e che, se avrà il supporto
degli altri membri, dovrebbe diventare
standard entro l’estate: l’ipotesi portata avanti da Panasonic è di proporre
tre tipi di supporti, uno “normale” da
50 GB (analogo all’attuale), uno con
due strati da 66 GB e uno con tre strati
da 100 GB. Il formato non sarà in alcun
modo compatibile con quello attuale,
torna al sommario
per cui sarà necessario un lettore ad
hoc; per lo stesso motivo gli eventuali
nuovi dischi non saranno compatibili le
attuali console.
A livello di bitrate si parla di un massimo gestibile di 100 Mb/s, ma il prototipo attuale non può gestire flussi di dati
superiori agli 80 Mb/s, il che imporrà
un limite alla qualità dello stream. A
livello di codec verrà utilizzato l’efficientissimo HEVC e lo standard sarà
compatibile con il video HDR, con profondità di colore a 10 bit.
Come anticipato, nulla è definito e
si tratta semplicemente di una proposta di Panasonic alla Blu-ray Disc
Association: potrebbero passare mesi
prima che la cosa diventi realtà ma si
tratta quanto meno di un passo importante verso la standardizzazione
dei contenuti 4K, per il quale ci complimentiamo con Panasonic. Un’ottima
notizia per gli appassionati, che po-
trebbe dare una mano allo sviluppo del
mercato dell’Ultra HD in Paesi (come
il nostro) in cui i limiti della banda Internet pongono un freno strutturale
allo sviluppo dello streaming ad alto
bitrate. Anche se - va notato - i tempi sarebbero stati decisamente matu-
ri per un eventuale lancio congiunto
dello standard tra tutti i produttori e le
major, dato che le tecnologie di base
applicate per questa implementazione
sono già tutte sviluppate; il fatto che
allo scoperto ci sia solo Panasonic non
è un bel segnale...
TV E VIDEO TCL ha presentato a Las Vegas un TV da 55’’ 4K con tecnologia Quantum Dots
Quantum Dots (e niente OLED) per i TV TCL
Il nuovo modello H9700 è un vero flagship, ha finiture accurate e arriverà anche in Europa
T
di Emanuele VILLA
CL non ha ancora un riconoscimento planetario, come possono avere
Samsung o Sony per esempio, e
per questo la presentazione stampa al
CES è stata preceduta da una corposa
introduzione sui numeri e la mission
dell’azienda. I numeri snocciolati sono
davvero notevoli: TCL è quarta nella
vendita mondiale di TV LCD e sesta nei
telefoni Per quanto concerne il mercato dei TV, le novità sono state due: una
dedicata ai soli Stati Uniti e su cui non
ci soffermiamo, ovvero la Roku TV compatibile 4K, e il nuovo TV flagship della
serie H9700, che invece ci interessa in
particolar modo perché arriverà anche
in Europa. Parlando di presente e futuro
dei TV, TCL boccia senza mezze misure
l’OLED: ci dicono che la tecnologia è
eccezionale, ma affinchè l’innovazione
abbia senso deve essere abbordabile
ed evidentemente – nella filosofia del
gigante cinese – l’OLED non lo è ancora. Lo è invece la tecnologia Quantum
Dots, fornita da QD Vision e alla base
del nuovo flagship H9700, che TCL
mostra per la prima volta a Las Vegas
al pubblico americano. L’abbiamo osservato per qualche minuto ed effettivamente si tratta di un “flagship” anche
nell’estetica: l’H9700 propone cornici
molto sottili, finitura in alluminio spazzolato e molta cura di dettaglio anche nella scocca posteriore, che viene coperta
da una placca magnetica per evitare
che i connettori siano a vista. A livello
tecnico parliamo di un display 4K da
55’’ di diagonale (al momento non sono
previsti altri polliciaggi) con tecnologia
Quantum Dots per uno spazio colore
molto esteso e grande attenzione anche all’audio, con diffusori a vista firmati
harman/kardon.
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TV E VIDEO Al CES 2015 Samsung annuncia i TV SUHD: la piattaforma è Tizen e mentre il pannello guadagna i Quantum Dots
Samsung SUHD: colori super e Tizen per stupire
L’interfaccia grafica, totalmente rinnovata, è meno confusa. Con Evolution Kit Samsung aggiornerà anche i vecchi TV
S
di Roberto PEZZALI
UHD: è questa la sigla scelta da Samsung
per presentare i nuovi TV basati sulla piattaforma Smart Tizen. Dietro questo acronimo
Samsung ha sapientemente nascosto la tecnologia
“Quantum Dots”: l’evoluzione dei TV LED che mirano
a fornire una gamma cromatica più ampia grazie al
pannello dotato di piccoli nano cristalli (leggi l’approfondimento). Nel corso della conferenza stampa di
presentazione Samsung non ha diramato dettagli, e i
pochi che ha dato odorano molto di marketing: “Questa tecnologia fornisce agli spettatori immagini con
una qualità cromatica 64 volte superiore a quella dei
televisori tradizionali” - esordisce Samsung, per poi
concludere aggiungendo che “il potente processore
octa-core analizza automaticamente la luminosità
delle immagini per ridurre al minimo il consumo di
energia supplementare producendo così immagini
con neri ancora più neri, punti di regolazione colore
più accurati e una luminosità che supera di 2,5 volte
i tv tradizionali”.
Samsung ha trovato in Fox il partner ideale per spingere il concetto di SUHD: Fox infatti effettuerà un remastering particolare di Exodus per esaltare la gamma
cromatica dei nuovi TV, una sorta di “HDR” che sfrutta
l’elevata luminosità del pannello e l’ampio gamut che
il pannello Quantum Dots può offrire.
La gamma Samsung SUHD comprende 3 serie,
JS9500, JS9000 e JS8500 tutte simili nel design con
pannello curvo, una cornice in alluminio sottile e una
nuova base.
La serie 9000, inoltre, si differenzia dalle altre per un
particolare motivo “zigrinato” sul retro creato da un
nuovo designer, lo stesso che ha realizzato anche un
particolare TV 21:9 appoggiato ad una base che pare
il piedistallo di una statua all’interno del quale è alloggiato il sistema audio.
Tutti i nuovi TV Samsung di ultima generazione sono
dotati di sistema operativo “open-source” Tizen e
di Quick Connect, una funzionalità che permette
il riconoscimento automatico ed immediato degli
smartphone e tablet Samsung che si desidera connettere al TV tramite tecnologia BLE (Bluetooth Low
Energy). Gli utenti possono quindi condividere contenuti video dal proprio dispositivo mobile direttamente
su Smart TV premendo un semplice tasto.
Tizen è “ispirata” da LG WebOS
Ogni Smart TV Samsung del 2015 sarà dotata di sistema operativo “open-source” Tizen. Per Samsung è
una scelta importante: dopo gli smartwatch anche per
i TV si passa a qualcosa di sviluppato interamente, un
sistema snello, leggero e open.
E’ proprio su quest’ultima parola che a nostro avviso
si gioca la partita: nessuno dei produttori di Smart TV
è stato così lungimirante da aprire la sua piattaforma
permettendo a tutti di creare e pubblicare liberamente
applicazioni sullo “store” e Samsung potrebbe essere la prima a lanciare un sistema aperto a tutti, senza
una “censura” sulle applicazioni e senza la necessità
di accordi commerciali per poter avere la propria app
disponibile sui TV. La nuova Smart TV, nonostante
le similitudini con WebOS che faranno sorridere LG,
sembra comunque interessante: a bordo avrà infatti
PlayStation Now, per giocare in streaming ai giochi
della PS3 collegando un controller dual shock, e integrerà anche una serie di giochi come Just Dance di
Ubisoft e Bingo Home di Dreamworks.
Grazie all’Evolution Kit sarà possibile
aggiornare anche i vecchi modelli di TV

Samsung mantiene la parola: un responsabile ci ha
confermato che Evolution Kit con aggiornamento a
Tizen sarà disponibile per le TV Full HD a partire dalle
serie ES e per le TV 4K con il box esterno. Insieme ai
kit, come sempre, verrà dato anche il nuovo teleco-
torna al sommario
mando dotato di puntatore e giroscopio, realizzato da
Samsung esaminando i dati dei tasti più utilizzati. Non
sappiamo come Samsung abbia ottenuto tali dati, presumibilmente con una raccolta anonima delle informazioni dalle smart TV connesse. Tizen è un buon passo
avanti: l’interfaccia ancora non era completa pertanto
non è stato possibile navigare in tutti i menu, tuttavia ci
è sembrata più reattiva e veloce di quella dello scorso
anno, anche se parte del merito va al processore a otto
core. Tizen, oltre alla nuova interfaccia e alla velocità
maggiore non porta però grossi cambiamenti: l’unica
funzione aggiunta è una integrazione sul segnale televisivo di metadati che arricchiscono in tempo reale le
trasmissioni sportive. Notevoli i miglioramenti in campo gaming: la videocamera usata sul nuovo modello è
in grado di fare tracking posizionale in modo simile a
Kinect permettendo il lancio di giochi come Just Dance
di Ubisoft e la creazione di app fitness dedicate. Sempre in tema giochi arriva l’accesso a Playstation Now,
il servizio di Sony per i giochi della PS3 in streaming:
il TV accetta i controller DualShock e dispone di app
dedicata per il collegamento al cloud gaming, collegamento al momento non funzionante in Italia. Tizen
sarà usato da Samsung su tutta la gamma di TV 2015
e come aggiornamento sulle versioni precedenti: l’unico elemento che rimane ancora da capire è se i TV
serie H dello scorso potranno essere aggiornati senza
necessariamente acquistare l’Evolution Kit.
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13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO Per Samsung saranno HDR e pannello a 10 bit le evoluzioni in termini di qualità
HDR
e
pannello
10
bit
per
i
TV
Samsung
Il target resta sempre l’OLED, il cui pannello con l’HDR avrebbe però una vita breve
S
di Roberto PEZZALI

amsung non snobba l’OLED, visto
come un traguardo da raggiungere, ma ha deciso che l’High
Dynamic Range è la nuova frontiera della qualità per le TV. Il nero è importante, ma allo stesso modo lo è lo spunto
di luminosità: i TV oggi non riescono a
fornire una luminosità adeguata in certe
scene restituendo immagini “pallide” e
lontane da quella che regista e direttore della fotografia avevano in mente
quando hanno effettuato il grading del
film. Una luminosità che i TV OLED non
hanno: sfruttando la tecnologia RGB
abbinata all’HDR la vita di un TV OLED
si ridurrebbe e i TV LG, che usano un
White OLED con filtri RGB, non possono
raggiungere certe luminosità.
Parallelamente, in un meeting tecnico
sulle nuove TV S UHD, abbiamo appreso qualche dettaglio in più sulla nuova
gamma composta da 3 serie, JS9500,
top di gamma Full LED local dimming,
JS9000 con pannello edge LED e
JS8500 edge led a schermo piatto (non
esposto al CES). Samsung per la prima
volta utilizza un pannello a 10 bit, e da
quanto abbiamo potuto vedere è l’unica: Sony (secondo Samsung), sul suo
top di gamma HDR ha un processore
a 10 bit, ma avrà anche quest’anno un
pannello a 8 bit. Un piccolo vantaggio
tecnologico che Samsung si è tenuta,
essendo produttrice dei pannelli per la
maggior dei costruttori. Il passaggio a 10
bit è fondamentale con l’Ultra HD perché il REC 2020, lo spazio colore che
dovrebbe essere usato per i contenuti in
4K, richiede appunto i 10 bit contro gli 8
bit del REC 709 usato per il normale HD.
torna al sommario
Il cavo MHL
diventa “Super”
Pronto anche
per il video 8K
Dalle nostre parti è
già ardito pensare a
contenuti video con
definizione 4K
ma oltre oceano si
è già molto oltre
Ecco arrivare il cavo
Super MHL in grado di
trasferire filmati a 8K
Quello che Samsung in pratica dice è
che tutti i TV venduti fino ad oggi (inclusi
i Samsung) sono obsoleti se si guarda
a quelle che sono le intenzioni della
Ultra HD Alliance, che spinge proprio
per contenuti HEVC a 10 bit.
L’altro elemento, oltre al pannello a 10 bit,
è proprio l’HDR: Samsung sul JS9500
utilizza un nuovo pannello Full LED con
local dimming a oggetti. Non sappiamo
quante zone gestisce, ma pare siano
svariate migliaia di zone dinamiche:
proprio per poter gestire l’HDR il nuovo pannello è in grado di accendere
una zona grossa qualche millimetro. I
TV Samsung S UHD potranno sfruttare
l’HDR in due modalità: simulata, quindi
espandendo la gamma su contenuti
che non sono stati concepiti in questo
modo oppure nativa, con contenuti che
esaltano al massimo questa funzionalità.
In questa ottica nasce la collaborazione
con Fox, che sta rimasterizzando Exodus per trasformare il master DCI-P3 a
12 bit in un master HDR a 10 bit per le TV.
Il risultato che abbiamo potuto vedere è
notevole: l’HDR non solo migliora colori
e spunto ma aumenta anche il contrasto
di Roberto FAGGIANO
percepito. Con i segnali test che ci sono
stati mostrato il nuovo top di gamma
Samsung effettivamente non sfigura affatto di fianco all’OLED (che ci è parso
comunque più naturale): forse non compete sul nero ma ha colori più brillanti e
un’immagine che colpisce di più.
Il cavo MHL non ha finora avuto molta fortuna sul mercato,
poco adottato dai produttori e
probabilmente ritenuto dagli
utenti meno pratico delle varie
funzioni di mirroring e Miracast.
Ma il consorzio del cavo deputato a trasferire contenuti da
un dispositivo mobile a TV e
sistemi home theater non demorde: proprio in occasione del
CES 2015 è stato infatti presentato il cavo Super MHL, capace
di trasportare filmati addirittura
in 8K! In dettaglio si possono
trasmettere filmati a 120 fps e
gamma di colori fino a 48 bit,
naturalmente accompagnati da
una colonna sonora multicanale
Dolby Atmos o DTS HD.
Si potrebbe dire quanto meno
prematuro ma comunque è bello sapere che mentre in Italia vedere un filmato in semplice HD
è già un bel traguardo, difficile
da raggiungere, altri danno già
per scontato il 4K e si preparano a nuovi obbiettivi. Tra le altre
caratteristiche interessanti rilevabili dalle specifiche tecniche
preliminari, appena rilasciate
dal consorzio, troviamo la possibilità di alimentare e ricaricare
i dispositivi mobili con potenza
fino a 40 watt.
creativo
Lumix GH4
e FZ1000
L’evoLuZione
deLL’immaGine
Scatena la creatività con foto e video in 4K
Girare video e scattare foto a una qualità mai
vista prima è possibile, grazie alle due fotocamere evolute di Panasonic, la fotocamera ad ottiche
intercambiabili Lumix GH4 e la bridge FZ1000, in
grado di portare la fotografia e il video ai massimi
livelli grazie alle meraviglie del 4K.
GH4, la FOTOCaMERa aD OTTICHE INTERCaMBIaBIlI CON vOCazIONE Da vIDEOMakER
Lumix GH4 è la DSLM micro quattro terzi che
punta tutto su 4K, su qualità e specifiche professionali e su una grande maneggevolezza. Ma
Lumix GH4 non è solo un’eccellente fotocamera
che colpisce per la qualità dell’immagine, per la
precisione del dettaglio e per la resa cromatica:
è anche e soprattutto un’ottima videocamera,
in grado di riprendere in 4K come nessun’altra
fotocamera o smartphone possono fare. Tutto
questo in virtù delle sue ottiche luminose e di
un grande sensore, per una qualità video che
soltanto una videocamera semiprofessionale
è in grado di offrire. Lumix GH4 è il prodotto
ideale per registrare video in risoluzione Ultra
HD, da rivedere su schermi 4K, con risultati
sbalorditivi per nitidezza e realismo delle
immagini. Nel cuore della Lumix GH4 infatti
pulsa un sensore LIVE MOS da 16 MP, che offre
una qualità di immagine oltre ogni aspettati-
va. La riduzione del rumore è assicurata dal
processore di immagine Venus Engine 9AHD, che
riduce il rumore e conserva un numero elevato
di dettagli, scattando in formato RAW. Inoltre,
la messa a fuoco sulla Lumix GH4 è sorprendentemente rapida, grazie all’introduzione del
sistema di autofocus DFD (Depth From Defocus).
Lumix GH4 è la DSLM che può soddisfare sia
il fotoamatore, sia il professionista del video,
grazie alla possibilità di girare filmati 4K in MOV
e MP4.
luMIx Fz1000, la BRIDGE aD alTE
pREsTazIONI CHE REGIsTRa IN 4k
Sensore MOS da 1 pollice e 20 MP di risoluzione, obiettivo LEICA DC VARIO ELMARIT con
zoom ottico 16x, obiettivo ultragrandangolare
da 25 mm e, soprattutto, registrazione di video
in 4K: queste le credenziali di presentazione
della bridge Lumix FZ1000. In virtù dalle sue
peculiarità di eccellente fotocamera dalle
ottiche luminose e dal grande sensore, la bridge
FZ1000 si distingue per le prestazioni video
eccellenti grazie alla registrazione in qualità 4K
(3840 x 2160) a 25 fps: è possibile registrare
anche nel “normale” Full HD 1920 x 1080 a 100
fps ed estrarre da questo flusso immagini a
8 Megapixel.
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13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO Tantissimi modelli di TV OLED per LG, curvi e finalmente piatti. In arrivo anche una piattaforma WebOS più veloce
LG punta forte su TV OLED e Internet of Things
I nuovi pannelli dei TV OLED 2015 offrono una maggiore affidabilità, ipotizzabile a una politica di garanzia pixel zero ?
C
di R. PEZZALI e P. CENTOFANTI
onnected Home, Internet of Things e auto:
LG annuncia nella prima conferenza stampa
ufficiale del CES di Las Vegas i paletti su cui
costruire il futuro. Piattaforme evolute, capaci di evolversi e di migliorare anno dopo anno permettendo
un dialogo sempre più stretto con gli altri dispositivi
della casa: il primo esempio è WebOS, la soluzione
per Smart TV che arriva ora alla versione 2.0 ancora
più veloce e completa. La conferenza stampa di LG
scorre veloce, tante idee, tanti prodotti, ma una cosa
è certa: LG vuole restare leader nell’OLED staccando
la concorrenza su un prodotto che già dal prossimo
anno varrà un milione di pezzi nel mondo.
La gamma OLED di LG per il 2015 sarà completissima, a partire dal 77” 4K flessibile che può passare da
curvo a piatto con un tasto del telecomando. Quello
che più interessa però è la presenza di svariati modelli premium e entry level, tutti dotati di WebOS 2.0
e soprattutto disponibili sia con schemo curvo che
piatto.
LG non vuole però abbandonare il campo LCD LED:
il 60% della gamma di TV sarà 4K e per i modelli
di punta ci sarà la tecnologia Color Prime Nanospectrum, il nome scelto dall’azienda per identificare i
TV con Quantum Dots. Per essere precisi LG ha realizzato due tecnologie che ampliano la gamma dinamica dei TV, una basata proprio sui Quantum Dots e
una invece realizzata con una tecnologia di LG stessa
destinata ai TV di fascia media: ci auguriamo che le
due diverse soluzioni siano identificabili in qualche
modo. Poche parole anche sul nuovo WebOS: è molto più veloce, parte in meno di due secondi e aggiunge una serie di funzionalità come “My Channel”, una
lista di preferiti nella schermata di start facilmente
raggiungibili. Quasi tutti i TV WebOS saranno spinti
da un processore quadcore e ci saranno anche nuove app come GoPro Channel, in esclusiva, e Netflix e
Youtube abilitate allo streaming in 4K. Con Netflix LG
continua la sua collaborazione decennale: grazie al
decoder HEVC integrato a 10 bit la prossima gamma
di TV LG sarà in grado di gestire lo stream di video
in 4K ad alta dinamica (HDR), l’ennesima innovazione del colosso dello streaming in termini di qualità.
Chiude la conferenza stampa di LG il nuovo G Flex 2,
lo smartphone con schermo OLED curvo che non ha
avuto, di cui vi raccontiamo in questa news.
Nel 2015 arrivano gli OLED piatti

Il piatto forte della gamma LG per il CES 2015 è naturalmente costituita dai nuovi TV OLED 4K, che
quest’anno praticamente raddoppia con tanti nuovi
modelli. Come già dettto, la novità più importante in
assoluto è che alla gamma di TV OLED curvi si affiancherà finalmente anche una serie costituita da televisori con schermo piatto, cosa questa che non potrà
essere accolta con grande piacere da tutti colori che
torna al sommario
non si sono fatti sedurre dalle curve viste fin qui. Andando con ordine, il top di gamma 2015 è costituito
dal TV OLED da 77 pollici “bendable”, cioè con schermo pieghevole che a comando passa dalla configurazione piatta a quella curva e viceversa: lo avevamo
visto lo scorso anno come prototipo, ma ora diventa
un prodotto commerciale con sigla EG9900.
Sempre da 77 pollici è l’EG9700, il modello Ultra HD
che avevamo già visto all’IFA di Berlino lo scorso settembre. La gamma “curva” comprende altri due modelli con dimensioni di 55 e 65 pollici e sigla EG9600.
Per quanto riguarda i TV piatti le serie sono invece
due. La prima, la EF9500, costituita da due tagli, 65 e
55 pollici, la seconda da un unico modello da 65 pollici, l’EF9800 Art Slim, contraddistinto da una soundbar
integrata firmata Harman/Kardon. LG è stata avara
di dettagli tecnici. Sappiamo che tutti i nuovi modelli saranno dotati della nuova versione di WebOS per
quanto riguarda la piattaforma smart TV e che quelli
fin qui visti saranno tutti Ultra HD. A questi si unirà anche una gamma entry level con pannelli full HD.
LG ci dice anche che i nuovi pannelli offrono un’affidabilità decisamente migliorata rispetto ai TV OLED di
primissima generazione, tanto che l’azienda starebbe
pensando alla possibilità di offrire una politica di garanzia pixel zero, cioè la sostituzione in garanzia di
pannelli anche con un solo pixel morto. L’avviamento
della nuova fabbrica di pannelli garantirebbe inoltre
un ulteriore abbassamento dei prezzi dei nuovi TV
e soprattutto numeri più consistenti di pezzi sui vari
mercati, compreso quello italiano. Insomma, il 2015
dovrebbe essere l’anno in cui i TV OLED potrebbero
diventare una realtà affermata nel mercato TV.
Nel momento in cui scriviamo non abbiamo ancora
avuto modo di approfondire quali sono i piani per il
nostro paese, se non che tutti i modelli visti arriveranno anche in Italia. A fine mese ci sarà un evento per
l’Europa dedicato ai TV OLED e sicuramente arriveranno maggiori informazioni.
video
lab
LG OLED TV
In anteprima dal CES 2015 i nuovi modelli
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13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO Conferenza stampa sottotono per Sony ma le novità non sono mancate. Stupendo il nuovo TV “floating design”
I TV Sony 2015 sono i più sottili di sempre
Nella gamma Sony c’è spazio anche per Android TV e per l’audio ad alta risoluzione. Negli USA in primavera, poi da noi
di P. CENTOFANTI ed E. VILLA
U
n keynote un po’ sottotono per Sony, più un richiamo ai risultati fin qui conseguiti soprattutto
nella fotografia, con gli ultimi acclamati modelli
di mirrorless full frame, e naturalmente da PlayStation,
che ha superato quota 18 milioni di console vendute
dal lancio, 4 milioni solo durante lo shopping natalizio.
Con la scadenza dell’anno fiscale 2015 come target per
il risanamento dell’azienda sempre più vicino, Kazuo
Hirai comincia probabilmente a sentire la pressione e
la necessità di portare a casa risultati concreti. La Sony
del futuro deve essere meglio focalizzata sui settori
vincenti e nel discorso di Hirai ci sono stati accenni all’automotive (in cui Sony pensa di portare l’esperienza
maturata nei sensori di immagine ad alta sensibilità),
ai nuovi servizi di streaming (PlayStation Vue), alle immancabili tecnologie indossabili e Internet of Things.
Non sono mancati comunque i prodotti novità e in particolare nuove gamme di TV LCD tutte basate su piattaforma Android TV, capitanate da un nuovo televisore
con “floating design”, vale a dire cornice ridotta al minimo e uno spessore di pochi millimetri e paragonabile
a quello degli schermi OLED. Anche per Sony uno dei
temi nuovi del 2015 in fatto di televisori è quello dell’HDR, con supporto per i contenuti in questo formato
proposti da Netflix. Si tratta di filmati codificati con un
più ampio range dinamico rispetto all’HD standard e
che permette di sfruttare meglio l’elevata luminosità di
picco dei TV di oggi, offrendo per l’appunto una più
ampia gamma dinamica in termini di contrasto.
Sony ha ribadito poi il suo supporto per l’audio ad alta
risoluzione o High-Res Audio, annunciando tra l’altro
che il suo logo che da qualche anno compare su suoi
prodotti compatibili con i file ad alta risoluzione, sarà
adottato anche da case discografiche e altri produttori hardware per proporre ai consumatori un marchio
immediatamente identificabile. Per l’occasione Sony
presenta al CES una nuova gamma di sistemi stereo,
walkmen e prodotti wireless per l’audio ad alta risoluzione, e in quest’ultimo caso anche con la nuova codifica audio LDAC ottimizzata per offrire audio Hi-Res
anche via Bluetooth.

TV Sony X850C
torna al sommario
Per quanto riguarda invece
il 4K sono due i nuovi prodotti principali annunciati:
una nuova videocamera
Handicam capace di riprendere video in 4K in formato
XAVC-S con sensore da
26 Megapixel e una nuova
versione della sportcam di
Sony, l’Action Cam 4K presentata per l’occasione da
un testimonial d’eccezione:
l’artista dello skateboard e
sport estremi Tony Hawk.
Tutti i dettagli dei TV Sony 2015
Nonostante l’assenza pressoché totale di novità nel
segmento mobile, Sony ha presentato al CES un’intera nuova line up di televisori LED contraddistinti dalle
ultime tecnologie in ambito video ma anche audio, con
il supporto - da parte dei modelli X930C e X940C dell’Hi-Res Audio.
Ma il punto di partenza e vero elemento cardine della nuova offerta Sony è un bellissimo modello XBRX900C, disponibile nelle varianti 55’’ e 65’’ e, in assoluto, il più sottile TV LED Sony mai realizzato, con
un pannello da appena 5mm di spessore. Il risultato
è davvero impressionante: il TV sembra un foglio e,
soprattutto, mantiene questo spessore minimo per la
stragrande maggioranza della sua struttura. A livello
tecnico stiamo parlando di un display con risoluzione
Ultra HD con un nuovo potente processore 4K integrato, che Sony chiama X1 ed è responsabile non solo
dell’upscaling ma anche della gestione dei parametri
d’immagine quali la vividezza, il rapporto di contrasto,
ecc. Il TV incorpora la tecnologia Google Cast per lo
streaming da smartphone e tablet ma, soprattutto, è
completamente basato su Android TV, come tutta la
nuova gamma 4K del produttore nipponico; infine, tra
le specifiche “top” spicca la compatibilità HEVC e VP9
per la riproduzione dei contenuti 4K. Alla medesima
gamma appartengono poi i modelli X930C e X940C,
che però differiscono dalla serie 900 soprattutto sotto il profilo estetico. Riprendendo la filosofia di design
attuale, il display è circondato dai diffusori a vista, tali
da rendere l’impatto un po’ più “pesante” ma la qualità
sonora decisamente superiore. Non è un caso che i
modelli X930C (65’’) e X940C (75’’) supportino appieno l’audio ad alta risoluzione Hi-Res Audio. La differenza principale tra i due modelli, oltre al polliciaggio,
sta nell’impiego della tecnologia X-tended Dynamic
Range per il modello da 65’’ e X-tended Dynamic
Range Pro per quello da 75’’, mentre per il resto sono
molto simili: 4K di risoluzione per entrambi, processore
X1, Android TV come piattaforma software, con tanto
di controllo vocale di casa Google, Triluminos, piena
compatibilità HEVC e VP9 e disponibilità a partire
da questa primavera. Chi vuole passare al 4K senza
spendere una fortuna (per quanto le cifre non siano
ancora annunciate) può rivolgersi alla serie X850C,
che consta di modelli da 55’’, 65’’ e 75’’. Il design è
più semplice e meno curato, c’è meno attenzione al
comparto audio ma il basamento è estremamente solido: processore X1, Triluminos, Android TV di Google
e compatibilità HEVC e VP9. Lo stesso vale per la serie
entry 4K di polliciaggio inferiore, ovvero X830C che
consta di modelli da 43’’ e 49’’: le caratteristiche sono
le stesse dei modelli superiore, fatta eccezione per il
pannello Triluminos. Negli USA tutti i modelli sono previsti in uscita in primavera, da noi occorrerà aspettare
un po’ di più.
video
lab
Sony TV
La nuova gamma di televisori LED
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
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TV E VIDEO Dopo la maturazione dell’elettronica migliora il look: i TV Hisense ora sono al top
TV Hisense: qualità e finiture da “grandi”
I miglioramenti della gamma 2015 sono notevoli, la partnership con Loewe dà i primi frutti
di Roberto PEZZALI
assi da gigante per Hisense: il
produttore cinese ha mostrato al
CES la nuova gamma di TV ULED,
acronimo scelto per i televisori dotati di pannello con retroilluminazione
Quantum Dots, e dobbiamo dire che i
miglioramenti rispetto a quanto visto lo
scorso anno sono notevoli, soprattutto
sotto il profilo delle finiture.
Chi ha visto dal vivo infatti alcuni modelli 4K dello scorso anno, come l’XT880,
si sarà accorto di finiture non sempre
impeccabili, anche se per il prezzo a
cui venivano proposti si poteva anche
chiudere un occhio. Quest’anno i nuovi modelli sono curatissimi, rifiniti non
solo nelle cornici ma anche nei pannelli
posteriori per i quali è stata studiata
anche un particolare rivestimento simil- alluminio. Se non fosse per il logo
difficilmente una persona riuscirebbe a
distinguere un TV di questo tipo da uno
dei vari modelli presenti sul mercato degli altri produttori più “blasonati”, fatta
P
Il 3D è stato bandito
dai padiglioni del CES
Ma se il 3D con gli
occhiali è defunto,
quello senza occhiali
rialza la testa
allo stand Samsung,
grazie ai pannelli 8K
di Roberto PEZZALI
eccezione forse per Sony che mantiene
un livello costruttivo ancora più elevato
per dettagli e finiture. Migliora anche la
qualità dell’immagine, e qui senza dubbio la partnership con Loewe ha fatto
bene: l’azienda tedesca ha contribuito
alla rivisitazione di software e processore video rendendoli più “occidentali”
e meno “cinesi”. Hisense purtroppo ha
fatto ampio uso di fotografie e video
abbastanza statici allo stand, quindi non
abbiamo avuto modo di vedere i TV in
opera con materiale cinematografico:
ci sarà l’occasione non appena arriverà
uno dei primi campioni, e - ci assicurano sin da Las Vegas - che dovremmo
riceverlo tra qualche settimana. I primi
modelli della nuova gamma arriveranno
nei negozi italiani ad aprile e saranno TV
curvi con pannello 4K: la tecnologia sarà
quella dei modelli visti all’IFA, quindi con
local dimming a 144 zone.
TV E VIDEO Allo stand Haier veniamo accolti da un mastodontico 105’’ curvo con risoluzione 5K
Invasione Ultra HD Haier: c’è anche un 5K
Ma ci sono sono altri 18 nuovi TV molto più “umani”e dalle caratteristiche interessanti
di Emanuele VILLA
aier si presenta al CES con un discreto numero di novità: all’ingresso dello stand lo spettatore viene
letteralmente “colpito” dalla grandezza
del nuovo LED curvo 21:9 con risoluzione 5k, un prodotto ben congegnato
dal punto di vista estetico e della qualità d’immagine, per quanto difficilmente
possa uscire dalla categoria degli esercizi di stile. A livello di design, si nota chiaramente il tentativo di Haier di realizzare
qualcosa di nuovo, e anche dal vivo il
TV ci è sembrato molto curato, sorretto
da una struttura metallica che sembra
sospenderlo in aria. Il TV ha un pannello
3D polarizzato, doppio tuner e risoluzione di 5120 x 2160 pixel. Fermo restando
che Haier è una delle poche aziende che
ha mostrato al CES dei prototipi di TV
OLED da 55’’, affermando però di non
avere (al momento) piani di commercializzazione, le altre serie di TV puntano
a soddisfare tutte le esigenze, per un
totale di 5 nuove gamme e 18 televiso-

H
torna al sommario
Samsung
riaccende
il sogno del 3D
senza occhiali
ri. Abbiamo apprezzato, in particolare,
il 65Q8000, un TV imponente, curvo e
dal design particolare con finitura dorata
ma sufficientemente sobria. È ovviamente un TV 4K, dispone della piattaforma
Haier Smart TV, un rapporto di contrasto
dinamico (per quanto possa valere) di
40.000.000:1, 3 porte HDMI 1.4, 1 HDMI
2.0, doppia presa USB e classe energetica A+. Arriverà in Europa nel secondo
trimestre dell’anno esattamente come i
TV della serie H6500 e B7000, tutti piat-
ti, disponibili nei tagli di 42’’, 50’’, 55’’ e
65’’ e contraddistinti dal look minimale e
dalla risoluzione Ultra HD; più in dettaglio, parliamo di televisori LED con triplo
tuner DVB-T/C/T2, piattaforma smart di
Haier, Wi-Fi intergrato, 4 porte HDMI (di
cui 1 HDMI 2.0) e classe energetica A per
la serie H6500 e A+ per B7000. Quest’ultima, in particolare, mira a portare la
risoluzione Ultra HD nelle case di tutti,
per cui possiamo aspettarci un posizionamento abbastanza aggressivo.
“Il 3D non ha senso fino a quando
non si potrà avere senza occhiali” si è sempre detto, e sappiamo
bene che per avere il 3D senza
occhiali ad una risoluzione accettabile serve un pannello ad
altissima risoluzione. Pannelli
che, dopo l’arrivo del 4K consumer, iniziano ad essere disponibili: sfruttando un pannello 8K
da 110”, Samsung ha mostrato al
CES 2015 il televisore 3D senza
occhiali più grande al mondo e
dobbiamo dire che la qualità di
visione, seppur vincolata come
sempre a punti di visione ben
precisi, è migliorata rispetto ai
prototipi senza occhiali degli anni
scorsi. Lo stesso filtro, applicato
probabilmente ad un televisore
da 55” 8K, potrebbe iniziare a
dare quella qualità che i TV 3D
“glassfree” non hanno mai raggiunto per la bassa risoluzione
di visione. Difficile dire se questo
porterà a un nuovo fenomeno
“3D”: il mercato ha bruciato troppo in fretta questa funzionalità,
spinta senza contenuti e illudendo le persone che l’upscaling da
2D a 3D bastasse per poter dare
qualche qualcosa in più. Ora che
il danno è fatto, recuperare sarà
difficile anche di fronte a display
senza occhiali dalla qualità finalmente accettabile.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
TV E VIDEO Ancora presente negli Stati Uniti, Sharp ribadisce l’importanza delle sue tecnologie
Sharp ci riprova, con il Quattron Ultra HD
Al CES la casa giapponese presenta il TV “oltre” l’Ultra HD, con pannello Quattron 4K
di Paolo CENTOFANTI
harp arriva al CES in uno dei
periodi forse meno facili per
l’azienda, dopo che ha essenzialmente annunciato l’uscita dal mercato
europeo dei TV. Anche per il mercato
americano le novità non sono moltissime. Certo, ci sono una nuova gamma
di TV Ultra HD e un nuovo particolare TV “Beyond Ultra HD”, ma durante
la conferenza stampa non sono stati i
nuovi prodotti a tenere banco. Sharp
si è concentrata infatti soprattutto sulle sue ultime tecnologie di display che,
secondo l’azienda, introducono degli
aspetti rivoluzionari per l’intero settore. In realtà non si tratta di nulla che
non sia già stato annunciato: i free form
display e i pannelli MEMS-IGZO per tablet che Sharp ha realizzato insieme a
Pixtronix di Qualcomm. Per quanto riguarda il concept di “free form” si tratta della possibilità di realizzare schermi completamente senza cornice e di
forma totalmente arbitraria.
Ciò è stato reso possibile grazie a
una nuova tecnologia che consente
di rimuovere l’elettronica di controllo
dalla cornice e spostarla direttamente a livello dei singoli pixel, togliendo
così il vincolo di avere uno schermo
di forma rettangolare. I display MEMSIGZO, anche questi già annunciati e
mostrati, sono particolari schermi che
utilizzano dei mini otturatori meccanici
come pixel, che modulano la luce RGB
sequenziale proveniente dalla retroilluminazione. Si tratta di una tecnologia
che sulla carta consente di ridurre sensibilmente i consumi rispetto a un ordinario display LCD, motivo per il quale
i MEMS-IGZO troveranno applicazione
soprattutto in campo mobile.
Il PF1500 è un Full HD
LED con tuner, client
DLNA e 1400 ANSI
lumen, il PH300 arriva
a 720p e va a batteria

S
torna al sommario
LG presenta
i proiettori
con DLNA
e tuner integrato
di Roberto PEZZALI
Tornando ai TV, Sharp ha annunciato
tre nuove gamme di televisori Ultra HD
per gli Stati Uniti. L’entry level è l’UB30
(43, 50, 55, 65”), con Revelation upscaler e codec HEVC e VP9 per lo
streaming video in 4K. Un gradino più
in alto c’è la serie UE30 (60, 70 e 80
pollici), il primo TV Sharp basato sulla
piattaforma Android TV e che rispetto
al modello inferiore annuncia anche la
funzione di local dimning denominata
AquoDimming.
Il nuovo top di gamma è l’UH30, disponibile in tagli da 70 e 80 pollici e
sempre con piattaforma Android TV.
Si tratterà di un TV certificato THX 4K
(la certificazione è in via di rilascio),
dotato di processore quad core e di
pannello LCD Spectros Rich Color, che
Sharp ha definito “simile ai Quantum
Dots”. Più in avanti nel corso del 2015,
Sharp lancerà anche un nuovo TV con
cornice ultrasottile e spessore ridottissimo simile a quello degli OLED.
Infine, Sharp ha presentato la nuova
serie di TV “Beyond 4K”, essenzialmente la tecnologia Quattron applicata ad un pannello Ultra HD. Per chi
non lo conoscesse, si tratta di un particolare pannello che utilizza non tre
ma quattro colori primari, con un pixel
giallo che va ad affiancarsi alla classica
tripletta RGB. Con questo “trucchetto”,
la risoluzione effettiva nativa del pannello è di circa 66 milioni di subpixel,
con un incremento del 167% rispetto a
un display Ultra HD tradizionale.
Se ciò possa portare a dei reali benefici sulla qualità di immagine è naturalmente tutto da dimostrare. Il TV
è dotato di retroilluminazione full LED
con local dimming e supporto per
l’High Dynamic Range e arriverà nel
corso del 2015.
Negli ultimi anni LG ha realizzato
una serie di interessanti proiettori
DLP portatili a LED: alta luminosità, 30.000 ore di durata della
lampada, estrema compattezza e
soprattutto funzioni che facilitano
l’integrazione con smartphone,
tablet, rete e chiavette USB per
riprodurre file multimediali. Il
nuovo modello, il PF1500, è un
piccolo gioiellino: è un proiettore
LED Full HD facilmente trasportabile dotato di zoom, regolazione
di keystone ai 4 angoli, tuner e
client DLNA integrato e applicazioni per i più noti servizi di
streaming. Con una luminosità di
1400 ANSI lumen questo proiettore non si comporta affatto male,
ha un buon nero e una notevole
resa cromatica. Interessante anche la possibilità di associarlo a
a docking esterne tramite la connessione Bluetooth integrata, con
regolazione dei ritardi per garantire il lip-sync. Il prezzo di questo
modello dovrebbe essere inferiore ai 1000 euro ma al momento
non sappiamo se arriverà in Italia.
Interessante anche il piccolo
PH300: è un proiettore LED 720p
portatile con batteria integrata
che garantisce una autonomia
di quasi 3 ore: non è luminoso
come il PF1500 ma ha comunque il tuner integrato e riproduce
file da chiavetta. È perfetto per
proiettare film o per giocare su
uno schermo d’occasione, come
un muro bianco o un telo.
hands free
n.58 / 12
3 novembre 2012
MAGAZINE
A500
LA cAm
indossAbiLe
per ULtrA
emozioni
registrare filmati in 4K in totale libertà
Per chi è stanco delle “solite” camcorder
indossabili che al massimo sono capaci di
riprendere video in HD, A500 di Panasonic è la
risposta giusta. È una cam indossabile capace
di registrare video 4K Ultra HD a 25 fotogrammi
al secondo. Leggera, comoda da indossare sulla
testa e semplice da utilizzare, A500 consente
di riprendere video in qualsiasi condizione e di
ottenere sempre il meglio, che si tratti di immortalare le proprie imprese sportive o di riprendere
una videoricetta. Dotata, inoltre, di connettività
Wi-Fi con NFC, permette una facile e immediata
comunicazione con smartphone e tablet, basta
un tocco.

Qualità video da prima della classe
La qualità dei filmati prima di tutto. Con la cam
indossabile A500, la qualità delle immagini
sarà sempre impeccabile, senza mai scendere a
compromessi in ogni situazione. A500 consente,
infatti, di registrare video in risoluzione 4K a 25
fps, addirittura 4 volte superiore quella delle
riprese Full HD. E per non perdere neanche un
dettaglio dei propri video, l’ideale è rivedere le
splendide immagini registrate con A500 su un
torna al sommario
emozionante TV Panasonic 4K come l’AX900. Ma
non solo, A500 è stata pensata per riprese in
movimento sempre perfette grazie allo stabilizzatore d’immagine e alla funzione Level Shot:
lo stabilizzatore minimizza il mosso, mentre la
correzione automatica di allineamento rileva
l’inclinazione della ripresa ed eventualmente la
ruota allineandola all’orizzonte.
leggerezza e comodità
tutte da indossare
Panasonic A500 è una cam wearable: si può
facilmente indossare sulla testa grazie a un
semplice archetto da sistemare dietro l’orecchio
oppure attaccare a casco, zaino e altro con i
numerosi attacchi disponibili. Composta da due
diverse unità collegate da un cavo, ha peso e
dimensioni contenute, poco più di 30 grammi
per l’unità videocamera e 119 grammi per quella
principale con display LCD (da indossare al braccio
con apposita fascia), per un utilizzo confortevole
in ogni condizione. La cam di Panasonic, infatti, è
resistente all’acqua (fino a 3 metri di profondità
per circa 30 minuti) e alla polvere per riprese
senza limiti.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Le cuffie integrano nell’archetto un visore che genera uno schermo di 80” ad altissima risoluzione
Queste non sono (solo) cuffie: c’è un cinema dentro
Se si passa a contenuti audio-video, basta ruotare di 90 gradi la cuffia per avere davanti agli occhi due microproiettori
A
di Roberto PEZZALI

ltro che Beats: il creatore delle
cuffie Avegant ha avuto un’idea
davvero geniale, anche se probabilmente l’ispirazione gli è venuta
guardando qualche puntata di Star
Trek The Next Generation. Infatti,
chiamarle cuffie è un po’ riduttivo:
Avegant può infatti essere definito
l’”Oculus Rift” dell’entertainment. Il
concetto è abbastanza semplice: all’interno dell’archetto delle cuffie è
stato ricavato un visore che genera
uno schermo di 80” di diagonale ad
altissima risoluzione.
Avegant è probabilmente l’evoluzione
dei visori cinematografici che Sony,
Zeiss e tanti altri hanno lanciato nel
tempo, ma da quanto abbiamo potuto
vedere la resa è decisamente più alta
con una risoluzione che rende davvero difficile percepire i pixel. L’angolo
di visione è di circa 45°, ma l’obiettivo
dei creatori è proprio la realizzazione
di un visore per il cinema, quindi non
sono interessati all’effetto di coinvolgimento di un visore 3D Oculus.
Per ottenere una resa così elevata sotto il profilo della risoluzione, i creatori
di questo schermo non hanno usato
dei pannelli OLED con una serie di
lenti, come accadeva nei precedenti
visori, ma hanno sfruttato due matrici DMD da 1280 x 720, le stesse dei
video proiettori DLP. Praticamente,
anche se la cosa potrebbe spaventare
qualcuno, questo visore proietta le immagini sulla retina sfruttando due micro proiettori inseriti nei padiglioni: la
luminosità è ovviamente calibrata per
non danneggiare la vista e il risultato,
vi assicuriamo, è davvero appagante.
Quello mostrato in foto è il design definitivo: non abbiamo avuto modo di
provarlo, perché ci è stato concesso
solo un breve assaggio su un prototipo abbastanza pesante e scomodo,
ed è proprio sulla comodità che si
gioca la partita. Per guardare un film
intero, infatti, il visore dev’essere non
solo utilizzabile, ma non deve neppure
dare fastidio in caso di visione prolungata: il prototipo da noi valutato non
era regolabile, pertanto abbiamo avuto qualche difficoltà ad adattarci. La
forma scelta per il prodotto finito comunque, per quanto sia elegante, non
ci sembra che possa risolvere i pro-
torna al sommario
blemi del prototipo: è una cuffia girata
di 90 gradi e difficilmente potrà rimanere in posizione, soprattutto con un
supporto di appoggio al naso minimo.
Avegant sarà disponibile entro l’anno
e il costo non è proprio abbordabile:
599$, ma ci sono 100$ di sconto se lo
prenotate entro una settimana.
HI-FI E HOME CINEMA Philips ha presentato al CES due diffusori per TV molto diversi tra loro
Da Philips due soundbar top di gamma
Una funge da base per televisori fino a 65”, l’altro è ultra compatto per il fissaggio a parete
L
di Roberto FAGGIANO
a gamma di diffusori per TV di
Philips si arricchisce di due nuovi
modelli al vertice per prestazioni
e prezzo. Sono modelli molti diversi tra
loro ma con in comune il prezzo di ben
500 euro, entrambe saranno disponibili
a primavera inoltrata. Il Fidelio XS1 è definito da Philips come “Soundstage”, in
pratica è un diffusore largo e sottile che
può fungere da base a televisori fino a
65 pollici, con un elegante ripiano in
vetro sul lato superiore. Integra un sistema di altoparlanti 3.1 con canale destro,
centrale e sinistro mentre il subwoofer è
separato ma collegato senza fili; quest’ultimo è molto sottile (solo 83 mm di spessore) e può essere collocato in maniera
orizzontale oppure verticale. Sul diffusore principale sono stati utilizzati due altoparlanti per il canale centrale in modo
da riprodurre al meglio i dialoghi, mentre
i canali destro e sinistro diffondono lateralmente, in modo da migliorare gli effetti
surround in combinazione con le codifiche Dolby Digital e DTS. Il Fidelio XS1 è
anche dotato di connessione Bluetooth
aptX con NFC per poter essere utilizzato
per riprodurre musica da smartphone e
tablet. Con il concetto simile di soundstage ma dotato di subwoofer integrato è
disponibile il modello HTL5130, con prestazioni sonore, e prezzo, più contenuti.
L’altro diffusore al top di gamma è invece
la soundbar HTL7140, un vero diffusore
concentrato in una sottile barra musicale
i cui lati misurano appena 38 x 54 mm
oltre a un subwoofer separato senza fili.
Un diffusore così sottile e compatto è
ideale per essere fissato a parete sotto
grandi schermi anch’essi sistemati a parete. All’interno del diffusore troviamo
ben otto altoparlanti: due midrange per
il canale centrale, un tweeter e due midwoofer per ogni canale in modo da sfruttare al meglio la larghezza per separare i
due canali destro e sinistro. Il subwoofer
invece monta un altoparlante da 20 cm
per poter riprodurre degnamente gli effetti più spettacolari. Il collegamento al
televisore avviene con presa hdmi ma è
possibile anche ascoltare musica senza
fili tramite il Bluetooth con aptX e abbinamento automatico NFC.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Niente speaker classici, ma forme nuove per il team creato da Samsung
Samsung aspira al primo posto tra le aziende Hi-Fi
Per raggiungere l’obiettivo ha “rastrellato” sul mercato in crisi ingegneri e progettisti
di Roberto FAGGIANO
amsung ha grandi progetti per
l’audio e non lo nasconde: nel
corso della conferenza stampa al
CES 2015 ha annunciato come obiettivo quello di diventare la prima (!) azienda audio al mondo.
Sicuramente fa piacere vedere una
nuova focalizzazione sull’audio anche
di un brand che fa proprio dell’orizzontalità sul mercato il suo elemento chiave. Una passione per l’audio
probabilmente sbocciata nel cuore di
Samsung contestualmente all’acquisizione di Beats Audio da parte di Apple:
chi è abituato ad associare alla parola
“hi-end” mostri sacri come Mark Levinson, McIntosh e tutte le altre aziende
che hanno scritto la storia dell’hi-end,
probabilmente rabbrividirà di fronte
alla nuova “pazza idea” del produttore
coreano.
Samsung però fa sul serio: ha creato un
nuovo laboratorio audio hi-end a Los
Angeles e ha assunto 100 tra i migliori
ingegneri del suono a livello mondiale.
Con il mercato dell’audio in crisi e le
sue disponibilità economiche non ha
certo faticato a fare “shopping” e in pochi mesi è riuscita a radunare una serie
di personalità storiche per metterle al
lavoro sulla nuova gamma di prodotti
audio. I diffusori multiroom della serie
M (qui la prova) ci avevano già stupito
per qualità audio e costruzione, ma la
nuova gamma di speaker per la casa
ci ha davvero sorpreso non solo per il
design ma anche per materiali e resa
sonora. Samsung ha chiesto al neona-
Il primo frutto
dell’acquisizione
della divisione audio
di Philips da parte di
Gibson è una nuova
linea di cuffie realizzate
in collaborazione con
Usain Bolt,
il campione velocista

S
torna al sommario
Le cuffie Gibson
vanno veloci
come Bolt
di Roberto FAGGIANO
to team di realizzare prodotti audio di
ottima qualità uscendo però dai classici schemi: quindi niente speaker classici ma forme nuove che possano in
qualche modo colpire anche esteticamente. I primi prodotti, come anticipato, sono due diffusori particolari a forma di uovo che emettono audio a 360
gradi, pensati quindi non per l’ascolto
stereofonico ma per sonorizzare interi
ambienti sfruttando anche le capacità
multiroom offerte dalla applicazione
dedicata. WAM 7500 e WAM 6500,
questi i due modelli, possono essere
appoggiati a pavimento, a scaffale o
addirittura appesi con un filo. Samsung
non ha rilasciato prezzi o specifiche,
l’unica cosa certa è la presenza di
Wi-Fi o Bluetooth per il collegamento
e di un modulo di amplificazione digitale con un DSP dedicato. Il modello
WAM 6500 dispone anche di batteria
integrata, per poter essere spostato in
giardino o in un altro ambiente senza la
necessità di una alimentazione.
Lo spaccato del diffusore, mostrato con
orgoglio da Samsung, evidenzia effettivamente una cassa costruita con cura
e ben progettata anche nei dettagli. La
qualità? Per quello che si può capire
in fiera in un ascolto di pochi minuti,
davvero buona: non è sicuramente il
tipo di diffusore che colpisce l’audiofilo, ma l’audio ormai sta trovando nel
multiroom e nei diffusori wireless una
nuova giovinezza e ogni tentativo fatto per alzare la qualità di questi nuove
tipologie di apparecchi è sempre ben
accetto.
WAM 7500 E WAM 6500
Ii chiama Trainer by Gibson la nuova linea di cuffie sviluppate in collaborazione con il velocista Usain
Bolt, tutte caratterizzate da pratici
accorgimenti per l’utilizzo durante l’allenamento e la corsa. Nel
primo modello presentato al CES
troviamo alcune interessanti ed
inedite funzioni. Il design Aeroflex
consente di trasformare la cuffia
secondo le preferenze di chi la indossa, per essere sempre leggere
ma ben aderenti anche durante i
movimenti più veloci.
Nightnav è una luce LED inserita nella cuffia per rendere sempre ben visibile la persona che
la indossa durante le ore buie.
Safesound è il trasduttore da 40
mm utilizzato nelle cuffie, con
padiglione aperto per avere
sempre la migliore resa sonora.
Cool Touch è un sistema di controllo termico applicato nei padiglioni, in grado di regolare il calore per avere sempre il migliore
comfort in ogni situazione climatica. Inoltre i padiglioni e i trasduttori sono protetti dall’umidità e dal
sudore. Il collegamento della cuffia è senza fili tramite Bluetooth. Il
prezzo della prima cuffia Trainer
by Gibson non è stato comunicato, la disponibilità negli USA è per
il prossimo aprile.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Il prezzo di listino è elevato, 1.199 dollari, arriverà in primavera
Da Sony il Walkman che costa più di 1000 dollari
Un Walkman per audiofili, con supporto Hi-res Audio, 128 GB di memoria e Android 4.2
S
di Emanuele VILLA
i dice che Sony non abbia portato
nessuna novità “mobile” al CES.
Ma in realtà passeggiando per il
suo immenso stand ci si imbatte in un
prodotto decisamente particolare: un
walkman (NW-ZX2) pensato per i puristi dell’audio. Un walkman davvero
“strano” nel look, nel senso che all’apparenza sembra uno smartphone Sony
Xperia in tutto e per tutto, ma all’atto
pratico risulta spesso, massiccio e più
pesante della media. Tutto ciò si giustifica sulla base del target di questo
prodotto, ovvero chi ama passeggiare
con la propria musica preferita sapendo di ascoltarla al massimo delle sue
possibilità e che, per questo, non ha
particolari pretese di portabilità. Il prezzo di listino è decisamente elevato:
1.199 dollari, con disponibilità durante
la primavera. Ci abbiamo giocato per
qualche istante, confermando l’espe-
rienza d’uso tipica
degli smartphone
Sony: d’altronde
il sistema operativo è il classico
Android 4.2, ma
senza la parte telefonica. A livello
di
connettività
dati, invece, non
ci sono differenze
tra NW-ZX2 e un
qualunque smartphone: troviamo Wi-Fi, Bluetooth con
LDAC per la massima qualità d’ascolto
wireless e NFC per il pairing immediato
e senza fili. Dove questo apparecchio
eccelle è la qualità sonora: l’apparecchio è infatti compatibile con i formati
Hi-res Audio compresi DSD, WAV, AIFF,
FLAC, Apple Lossless e altri ancora, dispone di 128 GB di memoria built-in e
uno slot micro SD per eventuali ulteriori aggiunte, include la tecnologia DSEE
AKG presenta
a Las Vegas le nuove
cuffie flagship N90Q,
modello realizzato
in collaborazione
con Quincy Jones e
stracolmo di tecnologia
di Emanuele VILLA
HX per l’upscaling dei brani compressi
e il processing S-Master HX per la massima qualità sonora, con supporto fino
a 192 kHz. Il fatto che sia Android, con
tanto di Google Play, non esclude che
con NW-ZX2 ci si possa anche giocare
o usarlo per comunicare, ma il suo impiego principale, considerando anche
i limiti di portabilità, è senza dubbio
l’ascolto sonoro.
HI-FI E HOME CINEMA Parrot Zik Sport uscirà nel corso del 2015 ad un prezzo ancora sconosciuto
Parrot Zik Sport, l’auricolare da sogno per i runner
È un auricolare Hi-End per la migliore qualità d’ascolto e per il monitoraggio delle performance
di Emanuele VILLA
E

cco una primizia targata CES 2015:
Parrot Zik Sport. Ed è tutt’altro che
semplice definire un prodotto che
non è un semplice auricolare né “solo”
uno strumento di motion tracking, bensì quella che potrebbe diventare la più
evoluta manifestazione di tecnologia
indossabile pensata per gli atleti. Parrot ce l’ha mostrata all’evento di presentazione della fiera, ma ammette di
non aver ancora una data precisa di
uscita: Zik Sport uscirà di sicuro nel
corso dell’anno, ma al momento non è
possibile essere più precisi. Così come
non si può sapere il prezzo.
Zik Sport è un auricolare di design, dal
look così diverso dalle comuni soluzio-
torna al sommario
ni disponibili sul mercato
da sembrare piuttosto
spesso e ingombrante;
in realtà pesa 70 grammi
e quei due voluminosi
cuscinetti posti subito
sopra gli auricolari servono per dare stabilità
alla struttura, non contengono sensori di alcun
tipo: ci hanno spiegato che, essendo
Zik Sport pensato per chi corre, solo in
questo modo è possibile ottenere una
stabilità pressoché totale anche in condizioni di attività intensa. Ciò premesso,
e oltre alla ovvia possibilità della riproduzione musicale, le cuffie dispongono
di sensori biometrici che, grazie all’app
di supporto (iOs e Android) sono in grado di calcolare un po’ di tutto: il punto di
partenza sono i passi, da cui la distanza
percorsa, ma anche l’oscillazione verticale, da cui l’app deriva la pressione
sui singoli piedi al fine di monitorare
eventuali problemi di postura durante
la corsa e correggerli al volo. Tra l’altro
AKG N90Q
Le cuffie
di Quincy Jones
a 1.299 dollari
l’app, come si può notare dalle immagini pubblicate in questo articolo, appare
decisamente curata e avanzata
Non basta: Zik Sport misura anche il
battito cardiaco e ne tiene traccia mediante l’app dedicata, che comunica
con gli auricolari tramite l’onnipresente
Bluetooth. E poi ci sono le collaudate
tecnologie di noise canceling attivo
targate Parrot, compresa la possibilità di modulare l’intensità del rumore
ambientale che passa attraverso gli
auricolari e via dicendo. Le possibilità
che diventi un riferimento da battere
ci sono tutte, bisogna vedere quando
uscirà e quanto costerà.
AKG N90Q è una cuffia circumaurale dalle caratteristiche al top e
dal prezzo molto elevato: si parla
di 1.299 dollari, mentre il prezzo
per l’Europa non è ancora fissato.
AKG comunica inoltre che a questa cuffia ne seguiranno altre della
medesima serie, ma di fascia più
abbordabile: probabilmente vedremo N90Q sul mercato entro
l’estate e le altre cuffie all’IFA. Alla
realizzazione del progetto ha collaborato Quincy Jones, già legato
al marchio AKG da qualche anno.
Alla base del pregio delle cuffie
vi sono non solo i componenti
impiegati ma anche le tecnologie
proprietarie di AKG, che ruotano
attorno a TruNote, un software di
auto-calibrazione integrato nelle
cuffie e che, tramite due microfoni
installati in ogni padiglione, analizza istante per istante la risposta in
frequenza e la corregge in tempo
reale; in pratica, la cuffia adatta la
qualità del suono alle orecchie dell’ascoltatore, non solo ai suoi gusti.
Non manca un evoluto sistema di
noise-canceling attivo capace di
ridurre di 20dB il rumore ambientale, i trasduttori da 52mm e la possibilità di regolare l’equalizzazione
per adattarla al brano riprodotto
ruotando il disco presente su uno
dei padiglioni, mentre l’altro serve
per regolare il volume. Il prezzo è
elevatissimo, 1.299 dollari, e la disponibilità è prevista per l’estate.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA B&O entra nel mercato dei sistemi audio wireless con BeoSound Moment
Bang&Olufsen Moment, musica a portata di mano
Moment accorpa la musica online e su PC o NAS e integra un motore di raccomandazione
di Roberto FAGGIANO
l suo nome è Beosound Moment ed
è il dispositivo con cui B&O entra nel
mercato dell’audio multi room. Lo fa
con un sistema del tutto particolare, in
grado di gestire tutta la musica archiviata su NAS e PC, oppure sui sistemi
di streaming online. La prima particolarità di Moment è proprio quella di
accorpare in un’unica libreria musicale
tutta la nostra musica, indipendentemente da dove questa si trovi effettivamente, con un’interfaccia semplice
ed elegante. La seconda è che BeoSound Moment è basato su un sofisticato algoritmo che analizza in modo
preciso la composizione della nostra
libreria musicale, ma anche le abitudini di ascolto: quando ascoltiamo un
certo genere, a che ora, in che giorno
della settimana, quali artisti ascoltiamo
più spesso e così via. In questo modo
BeoSound Moment impara i nostri gusti, permettendo con un solo tasto di
iniziare ad ascoltare musica in qualunque momento trovando qualcosa che
ci piace. Per sfruttare le potenzialità di
questo algoritmo B&O ha implementato quella che ha battezzato Moodwheel: quando lo si desidera si può far
scegliere la musica direttamente a Moment, muovendo le dita su un cerchio
multicolore sul display del controller, in
cui a ogni colore corrisponde un nostro stato d’animo.
Nella zona interna del cerchio ci sono
i brani archiviati nella nostra libreria
e che quindi già conosciamo. Nella
fascia centrale l’algoritmo comincia a
proporre musica simile a quella della
nostra libreria pescandola dai servizi
di streaming, mentre nella zona esterna, infine, il sistema passa in modalità
“discovery” proponendo musica del
tutto nuova da scoprire. Quindi, a seconda del momento, si potrà scegliere
se ascoltare la musica preferita oppure
scoprire le novità via streaming o ancora miscelare entrambe le cose.
Altro aspetto interessante è il controllo del sistema, che avviene tramite un
vero tablet con schermo IPS da 7” che
può essere staccato dal corpo centrale e usato comodamente in poltrona
come un telecomando, Il Moment è
compatibile con file FLAC fino a 96
kHz, ALAC, WMA, AAC e MP3. Per
l’ascolto il Moment può essere collegato - anche senza fili con tecnologia
Il nuovo convertitore
digitale/analogico
Antelope Rubicon
utilizza come clock
un orologio atomico
Se lo volete, basta
ordinarlo, ma servono
40.000 dollari!

I
torna al sommario
Follie Hi-end
Ora c’è anche
il DAC “atomico”!
di Roberto FAGGIANO
WISA - a qualsiasi diffusore e prodotto
B&O, integrandosi in modo completamente “seamless” con il resto della gamma e realizzando appunto un
sistema audio multi room. Il tablet di
controllo ha in realtà due lati, perchè
il pannello posteriore in legno ha una
zona sensibile al tocco per le operazioni più importanti; il tablet può quindi
essere posizionato sull’unità principale da entrambi i lati anche per avere un
diverso impatto visivo. Usando il lato
in legno invece si utilizza la funzione
PatternPlay, che con un semplice tocco ricorda la cronologia dei brani sino
a quel momento ascoltati.
Al momento B&O ha stretto una partnership con Deezer e un anno di abbonamento è compreso nel prezzo del
Moment; inoltre è disponibile TuneIn
per l’ascolto delle radio Internet. Per
ulteriori sorgenti è possibile sfruttare
infine il Bluetooth integrato o un ingresso diretto stereo, per ascoltare la
musica anche da altri servizi via Internet, ovviamente in questo caso senza
possibilità di sfruttare l’algoritmo di
raccomandazione studiato da B&O.
Il prezzo del Moment è di 2.195 euro,
elevato in assoluto ma nemmeno troppo considerata la tecnologia applicata
e la cura nella costruzione e finitura.
Inutile stupirsi: da sempre il mondo
dell’hi-fi domestico è pieno di follie
che accontentano appassionati
dal portafoglio rigonfio, spesso attratti più dal marchio e dal design
che dai reali contenuti tecnologici.
Qui almeno Antelope ha veramente esagerato in tecnologia: infatti il
clock utilizzato per il chip di conversione digitale/analogico del
nuovo Rubicon è davvero preciso,
dato che si basa nientemeno che
su di un orologio atomico dalla
precisione assoluta.
Antelope è comunque un marchio
specializzato in apparecchi professionali per il trattamento di segnali
digitali e sistemi di registrazione
digitale: non si tratta quindi di un
marchio per ricchi audiofili, ma di
un’azienda che ha applicato al
campo domestico le tecnologie
già sperimentate nel settore professionale. Il Rubicon è un preamplificatore destinato ad accogliere
la migliore musica archiviata su
server casalinghi tramite DLNA e
può trattare ogni segnale fino ai
più sofisticati file DSD a 5,6 MHz e
segnali PCM fino a 384kHz/24bit:
l’apparecchio è inoltre dotato di
preamplificatore, pre phono, ingressi digitali ottici e coassiali,
connessioni XLR, porta ethernet,
convertitore A/D e amplificatore
per cuffia. Ogni Rubicon viene assemblato a mano su ordinazione: il
prezzo richiesto è di 40.000 $.
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n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Al CES 2015 le cuffie Bluetooth con active noise cancelling H8 B&O Play
B&O Play H8, le cuffie wireless che suonano bene
Le B&O H8 sono belle, leggere, ben costruite e soprattutto con una buona resa sonora
di Paolo CENTOFANTI
l sistema BeoSound Moment non è
stata l’unica novità targata Bang &
Olufsen del CES 2015. A Las Vegas
B&O ha infatti presentato le nuove cuffie
wireless B&O Play H8, con Bluetooth 4 e
tecnologia di noise cancelling attiva. Si
tratta di cuffie contraddistinte dall’eccellente design B&O e da una notevole cura
costruttiva. Le H8 sono state progettate
per essere leggere, dotate di una buona
autonomia e ben suonanti. Utilizzando
alluminio e materiali compositi, B&O è riuscita a portare il peso delle cuffie a 255
grammi, mentre il rivestimento in pelle dei
padiglioni li rende morbidi e confortevoli. Il sistema di cancellazione del rumore
è stato studiato per ridurre al minimo la
creazione di artefatti in fase di riproduzione e soprattutto per non cancellare anche porzioni rilevanti del segnale audio,
come i rumori di fondo di registrazioni dal
I
vivo. Interessante la tecnologia
utilizzata per implementare i
controlli touch sul padiglione
destro. Invece di utilizzare tasti
a sfioramento oppure un pannello touch capacitivo, Bang &
Olufsen ha optato per un sensibilissimo sensore di pressione
che percepisce le minime deformazioni sulla superficie in alluminio anodizzato prodotte dal
passaggio delle nostre dita. Ciò
ha diversi vantaggi, quali la possibilità di
utilizzare i controlli anche con i guanti, oppure in caso di umidità o altre condizioni
all’aperto che potrebbero mettere in crisi
i normali sistemi capacitivi. I controlli sono
poi tutti a gesture: uno swipe orizzontale
permette di cambiare traccia, uno verticale di attivare o disattivare la cancellazione
del rumore. Disegnando un cerchio si
alza e si abbassa il volume.
Abbiamo avuto modo di provare per alcuni minuti le nuove B&O Play H8 e siamo
rimasti piacevolmente impressionati dalla
qualità della costruzione e dalla comodità
delle cuffie. I controlli sono ben implementati, fatta eccezione per quello del
volume, che richiede un po’ di tempo per
“aggiustare il tiro” ma comunque non ci è
parso così responsivo. Davvero ottima la
qualità sonora sia con cancellazione attiva che spenta: una risposta in frequenza
molto equilibrata e senza quel rinforzo
sulle basse frequenze esagerato che va
un po’ troppo di moda. A ciò bisogna aggiungere l’autonomia, pari a 14 ore con
Bluetooth e cancellazione del rumore,
che arriva fino a 35 ore utilizzando il collegamento via cavo. Le H8 inoltre supportano il codec aptX per una migliore qualità del segnale audio via Bluetooth. Unico
“difetto”, non sono pronte per l’audio HiRes. Il prezzo? Le B&O Play H8 non sono
un prodotto economico, ma considerando l’usuale fascia di prezzo del marchio,
non è neppure così esagerato: 499 euro
con disponibilità da questo mese.
HI-FI E HOME CINEMA La nuova gamma di diffusori multiroom dedicata allo streaming da Spotify
Philips Spotify, i diffusori multiroom al giusto prezzo
Sono due modelli, SW750M e SW700M, più l’adattatore SW100M e arriveranno in primavera
di Roberto FAGGIANO
hilips lancia la sua gamma di diffusori multiroom in partnership con
Spotify, il servizio di streaming musicale più diffuso. La gamma Spotify comprende due diffusori di diverse dimensioni e un adattatore per sistemi stereo già
esistenti. Ciò che differenzia i diffusori
Philips Spotify dai numerosi concorrenti

P
torna al sommario
è il prezzo: il modello più
grande SW750M è in listino a 150 euro, il modello
più compatto SW700M è a
100 euro, mentre il prezzo
dell’adattatore
SW100M
non è stato ancora noto.
I diffusori Philips sono fatti
su misura per l’applicazione di Spotify e possono essere gestiti
direttamente da essa: tra le particolarità
operative c’è la possibilità di riprendere
la riproduzione di un brano da dove si
era interrotta oppure quella di farsi seguire dalla musica mentre ci si sposta
nelle diverse stanze. È disponibile l’applicazione per le impostazioni iniziali del
sistema. La gamma integra il Wi-Fi per la
connessione alla rete domestica e utilizza il sistema Ogg Vorbis per la compres-
sione del segnale. SW750M ha la configurazione stereo degli altoparlanti con
un sistema a due vie con midwoofer da 7
cm e tweeter, la potenza disponibile è di
2 x 10 watt; SW700M utilizza due larga
banda da 5 cm e un sistema bass reflex
per migliorare la resa in gamma bassa.
L’adattatore SW100M è dotato di uscite
digitali ottica e coassiale oltre a quella
stereo analogica. I diffusori saranno disponibili anche in Italia in primavera.
Marshall Major II
le cuffie per veri
rocker
Marshall presenta
al CES la seconda
incarnazione di Major,
le cuffie per i rocker
Driver custom, doppio
jack da 3,5’’, microfono
e telecomando per
un prodotto molto
interessante
Costa 120 dollari
di Emanuele VILLA
Il brand che ha fatto la storia del
rock torna a far parlare di sé con
la seconda incarnazione delle
cuffie Major, pensate per chi fa
del rock il proprio stile di vita.
Marshall presenta Major 2 al CES
di Las Vegas, ma la nuova cuffia
è già pronta per la distribuzione
mondiale in 90 Paesi: come prezzo è noto solo quello dedicato
agli USA, ovvero 120 dollari.
Esteticamente, le cuffie riprendono la tradizione del marchio e
risultano dunque molto simili al
precedente modello, ma questa
volta con un look più morbido
e finitura in vinile. Marshall non
dichiara caratteristiche tecniche
approfondite, ma ci tiene a sottolineare che le Major 2 includono
driver custom pensati per enfatizzare la risposta in gamma bassa
offrendo però anche quei medi
taglienti tanto cari ai rocker; tra
le altre caratteristiche degne di
menzione, il microfono integrato nel cavo sganciabile con terminale a L e la presenza di due
ingressi jack da 3,5’’, uno per
padiglione, di modo tale da usare quello preferito o entrambi per
la condivisione dalla musica con
altre cuffie.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
MOBILE LG ha presentato al CES G Flex 2, erede del pioneristico smartphone curvo G Flex
LG G Flex 2: bello, potente e costa meno
G Flex 2 ha una curva meno marcata e il display OLED più piccolo da 5,5” sembra ottimo
di Emanuele VILLA
L
a novità nel settore mobile di LG al
CES è il G Flex 2, l’erede del primo
telefono curvo nella storia degli
smartphone. In attesa del nuovo flagship, il G4, il G Flex 2 è il prodotto top
dell’azienda coreana e, nonostante non
ci sia ancora un prezzo di listino, sarà
senza dubbio più basso del suo predecessore. Il G Flex 2 ci è parso un passo
avanti enorme rispetto al predecessore
G Flex: troppo grande con i suoi 6’’ di diagonale e con il display plastic OLED che
presentava un limite di risoluzione non
indifferente (HD). Inoltre, come rilevato
in sessione di prova, il display era anche
minato da un limite di persistenza dell’immagine, non deleterio ma sicuramente rilevabile dall’osservatore attento. G Flex 2
apporta significativi miglioramenti in ogni
comparto, derivando alcune scelte dal
G3 e innovando completamente in altre:
intanto è più piccolo, 5,5’’ come il G3, una
dimensione ancora importante ma del tutto gestibile, e poi ci sembra che la curva
sia meno marcata di prima, il che lo rende
più sobrio. Inoltre la finitura – pur sempre
basata su un materiale plastico – è brillante e curata, sia nella versione scura che in
quella rossa. Finalmente, un ottimo display:
questo plastic OLED ci
sembra all’altezza della
situazione e dell’offerta dei concorrenti. Il
Full HD è quasi un must
in queste dimensioni di
schermo (G3 è Quad
HD, ma le differenze a
occhio nudo quasi non
si vedono) e la vividezza cromatica è molto
marcata, come nella tradizione dei pannelli OLED. Non abbiamo notato effetti di
trascinamento o persistenza come nella
generazione passata. A livello software, il
telefono nasce con lollipop sul quale LG
ha apposto la propria interfaccia custom,
con tanto di Smart Notice, QSlide e via dicendo, mentre a livello di prestazioni, Flex
2 è il “non plus ultra” di questo mercato,
grazie allo snapdragon 810 da 2.0 GHz
con architettura a 64bit, RAM di 2 o 3 GB
a seconda dei mercati e memoria da 16 o
32 GB; importanti novità nella fotocamera, derivata quasi totalmente da quella del
G3: 13 mpixel con stabilizzazione ottica e
autofocus laser per una messa a fuoco
più accurata in condizioni di luminosità
scarsa. Non l’abbiamo provata sul campo,
ma se la premessa è il G3, siamo certi che
manterrà le attese. La batteria, infine, è
da 3.000 mAh: dovrebbe superare senza nessun problema il giorno di utilizzo
intenso, arrivando anche a due magari
usando qualche tecnologia di risparmio
energetico.
video
lab
LG G Flex 2
Anteprima video
Su Yoga Tablet puoi scrivere anche con una carota
La tecnologia AnyPen su Yoga Tablet 2 consente di scrivere con le dita e qualsiasi penna
L
di Emanuele VILLA

torna al sommario
ricato è Windows 8.1.
Ma il prodotto forse più interessante è Yoga Tablet 2 con
AnyPen: stiamo parlando di un
tablet Windows da 8’’ con caratteristiche di alta gamma tra cui il
display Full HD da 8’’IPS, il processore quad core Atom da 1,86
GHz, 2 GB di RAM e 32 GB di
storage. Importante l’autonomia
dichiarata di 15 ore e la fotocamera da 8 mpixel e 1,6 mpixel forntale, ma la sua caratteristica particolare
è la tecnologia AnyPen che permette
la scrittura su schermo con qualsiasi
penna, anche quelle non capacitive e la
scrittura con qualsiasi materiale metallico. E la promessa è che non sia possibile
(almeno si spera) rovinare il display, che
è stato reso più resistente proprio in virtù
Costerà 299 euro
è superleggero
e ha una CPU 64 bit
MediaTek. Lollipop
arriverà nel corso
dell’anno
di Emanuele VILLA
MOBILE Lenovo rinnova i notebook e i tablet Yoga. Yoga 3 è ora disponibile in tagli da 11’’ e 14’’
enovo approfitta del CES per espandere la gamma con ulteriori innesti,
e in particolare con due Yoga 3 da
11’’ e 14’’ e con nuovi Yoga tablet. La filosofia resta invariata: Yoga è un ibrido
tablet/notebook capace di assumere 4
modalità di utilizzo differente a seconda
della rotazione dello schermo: notebook,
tablet, stand e tenda.
Il modello da 11,6’’ è il più leggero del lotto, con processore Core M e un prezzo di
listino base di 799 dollari, mentre la versione da 14’’ può contare su un display
Full HD IPS e processori Intel di quinta
generazione fino a Core i7. La RAM arriva fino a 8 GB, esattamente come nel
modello da 11’’, mentre a livello di storage
sono previsti SSD fino a 256GB o SSHD
fino a 500 GB. Sistema operativo preca-
Acer Liquid Jade S
Pronto alla sfida
dei 64bit
di questa funzionalità. Al CES ci hanno
dimostrato quanto AnyPen funzioni: scrivendo con una matita, con le dita, addirittura con una carota (vedi foto), il risultato
è apprezzabile e la latenza molto ridotta.
Yoga Tablet 2 con AnyPen arriverà sul
mercato (inizialmente USA) a 299 dollari,
con disponibilità pressochè immediata.
Liquid Jade S è la versione “riveduta e aggiornata” di Jade, che il
produttore propone (con prezzi già
europei) a 299 euro di listino nelle
varianti bianca e nera. A livello di
design viene mantenuto il look di
Jade, quindi sottile e con un peso
di 116 grammi. Jade S è un terminale LTE con processore MediaTek
64bit MT6752M dotato di otto
CPU ARM Cortex A53 a 1,5 GHz.
Evidentemente l’obiettivo di Acer
è realizzare un prodotto che si
sposi alla perfezione con Android
Lollipop; Jade S viene venduto
con Android 4.4 KitKat a bordo ma
è già previsto l’upgrade alla versione 5.0 nel corso dell’anno (in particolare, ci dicono, nel secondo trimestre 2015). Jade S ha un display
da 5’’ IPS HD, ovvero 1280 x 720,
è dotato di fotocamera principale
da 13 mpixel F1.8 e di un modulo
frontale da 5 mpixel dedicato alla
moda del momento, i selfie. Non
mancano funzionalità esclusive
Acer come dual shot, la modalità
Gourmet e, allontanandoci un attimo dalle funzioni della fotocamera,
anche AcerEXTEND (per controllare lo smartphone mediante un altro apparecchio, magari dotato di
tastiera fisica) e AcerNAV, realizzato in collaborazione con TomTom.
Interessante poi il fatto che esiste
una variante del telefono dotata
di sistema ibrido microSD/dual
nanoSIM: in questo modo l’utente
può decidere se impiegare lo slot
supplementare per un upgrade di
memoria o per rendere il telefono
un dual SIM a tutti gli effetti.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
MOBILE Asus propone il rinnovamento in ambito smartphone con i nuovi modelli Zenfone 2
Zenfone 2, il primo Android da 4 GB di RAM
Ha un grande display IPS da 5,5”, previsti due modelli con differenti dotazioni tecniche
A
Al CES Polaroid ha
presentato Selfie, uno
smartphone con camera
ruotabile che sembra
l’Oppo N1: le minacce
di provvedimenti legali
sono prontamente arrivate
di Emanuele VILLA
sus ha deciso di rinnovare al CES la
propria gamma di smartphone con
un innesto interessante, lo Zenfone
2, un phablet dalle caratteristiche di alta
gamma. Innanzitutto è un telefono enorme, con display IPS da 5,5’’ dalla risoluzione 1080p, è disponibile in cinque colori.
Durante la presentazione, Asus ha insistito molto sulla fotocamera, un modulo da
13 mpixel con apertura f/2.0, doppio flash
posteriore e tecnologia “pixel-merging”
per una resa migliore in condizioni di
scarsa luce; non mancano i plus dal punto
di vista software, tra cui il Beautification
Mode. Molta enfasi è stata data, poi, alle
caratteristiche tecniche e in particolare
al processore, che nel modello superiore
sarà un Atom 64bit quad core Z3580 da
2,3 GHz, assistito da 4 GB di memoria. Sì,
perché non ci sarà solo uno Zenfone 2
ma due varianti: il modello base avrà a
bordo un Atom Z3560 da 1,8 GHz e 2 GB
di Emanuele VILLA
di RAM. La versione di livello superiore è
ufficialmente il primo Android con 4 GB
di RAM, e siamo curiosi di capire quanto
le prestazioni con Android Lollipop ne
potranno risentire in positivo. Il dispositivo ospita una batteria da 3.000 mAh, un
carico “degno” in considerazione delle
caratteristiche del prodotto. Per quanto
concerne la memoria di storage, abbiamo
le opzioni da 8, 16 e 32 GB ma c’è sempre la possibilità ulteriore dello slot micro
SD. Peccato che Asus non abbia ancora
definito un prezzo di listino, né americano
né europeo.
MOBILE Lenovo presenta al CES uno smartphone Android con look premium, prezzo399 euro
Vibe X2 Pro di Lenovo: selfie da 13 mpixel
Il nuovo smartphone ha un processore a 64 bit e due fotocamere con la stessa risoluzione
L
di Emanuele VILLA

a moda dei sefie non conosce confini: Lenovo ha presentato al CES
uno smartphone capace di scattare
a 13 mpixel con entrambe le fotocamere
di cui dispone, con in più la possibilità
di aggiungere un illuminatore dedicato appositamente ai selfie. Si chiama
Vibe X2 Pro ed è un telefono di fascia
media (399 euro) ma dal look molto curato, con una finitura tricolore inedita e
una cover posteriore metallica che gli
dà un’aria da prodotto premium pur rivolgendosi a un target molto giovane.
Si suppone infatti che il suo utente sia
quanto meno interessato ai selfie: Vibe
X2 Pro ha due fotocamere gemelle da
13 mpixel, con l’unica differenza che
quella frontale non dispone di flash LED.
Poco male, visto che gli si può abbinare un’altra novità del CES 2015, ovvero
Vibe Xtension Selfie Flash, un illuminatore per i selfie dall’aspetto di un piccolo anello che si collega alla presa delle
cuffie, contiene 8 LED e la cui accensione viene pilotata dallo smartphone.
torna al sommario
Polaroid Selfie
o Oppo N.1?
Ai giudici
l’ardua sentenza
A livello tecnico, Vibe X2 Pro propone un display da 5,3’’ Full HD ovviamente IPS, un processore a 64bit
Snapdragon 615 octa-core da 1,5 GHz,
2 GB di RAM, 32 GB di memoria interna
e una batteria da 2410 mAh; inoltre, il telefono è dotato di slot Dual (nano) SIM,
è LTE e si basa su Android 4.4 KitKat:
data la presenza di un processore basato su architettura 64bit, supponiamo
che l’aggiornamento a lollipop sia quanto meno previsto.
Lenovo Vibe Xtension Selfie Flash
L’illuminatore ad anello per i selfie
Nella hall centrale del CES, faceva bella mostra di sé l’ultima
novità dell’azienda in fatto di
smartphone: Polaroid Selfie. Ci
ha colpito perché ha una camera sola ruotabile su se stessa, di
modo tale da funzionare sia come
dispositivo principale che per i
selfie. E poi c’è il simpaticissimo
software Polaroid per gli scatti,
che con il tradizionale look retrò
ci permette di scattare foto e svilupparle semplcemente agitando
il telefono (proprio come si faceva un tempo con le pellicole). Resta il fatto che il telefono è troppo
simile a un altro telefono innovativo: Oppo N1, che per primo introdusse il concetto della camera
“flip” che può fungere sia da principale che da selfie camera. Per
questo la reazione di Oppo non
è stata delle più pacate, dato che
l’azienda ha aperto una procedura d’indagine sul prodotto che, se
positiva, potrebbe determinare
una causa legale. Difficile potersi
pronunciare in merito, dovendo
avere entrambi i dispositivi per
un confronto diretto, ma le somiglianze sono evidenti.
A livello tecnico, Polaroid Selfie
è dotato di processore MediaTek
octa-core, 2 GB di RAM, Android
Lollipop in-board e display da 5,5’’
con risoluzione HD, oltre a 16 GB
di memoria di storage espandibile
con schede micro SD.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
MOBILE Garmin ha presentato Vìvoactive: è forse il miglior smartwatch visto al CES 2015
Garmin Vìvoactive: ha lo sport nel cuore
È costruito attorno allo schermo LCD Chrome Color, l’autonomia arriva fino a 3 settimane
A
di Roberto PEZZALI
Las Vegas la tendenza è chiara: lo
smartwatch con le app non interessa a nessuno, soprattutto se il
prezzo da pagare per avere uno schermo touch a colori è l’autonomia che
spesso non arriva al giorno intero.
Garmin ha imboccato una via di mezzo: applicazioni si, ma mirate al fitness
e allo sport, e una autonomia di 3 settimane nonostante lo schermo a colori. Dopo aver prodotto quelli che sono
tra i migliori orologi in ambito sportivo,
Garmin sfrutta tutta la sua esperienza per il nuovo Vìvoactive, design da
orologio con cinturini intercambiabili
e svariati “clockface” da scaricare dal
sito Garmin Connect IQ. Vìvoactive è un
prodotto completo costruito attorno allo
schermo LCD Chrome Color, lo stesso
schermo usato anche sulla action camera Virb. Uno schermo particolare,
da utilizzare senza retroilluminazione
e con un consumo vicino più a quello
degli e-ink che a quello dei normali LCD:
alla luce si vede davvero bene, al buio
si deve premere il tasto che attiva la
retroilluminazione. Vìvoactive ha a bordo un GPS (ma attivandolo l’autonomia
scende a 10 ore) e resta collegato allo
smartphone tramite Bluetooth per ricevere notifiche e messaggi, ma funziona
anche stand alone e può essere usato
ad esempio in piscina. Waterproof fino
a 50 metri, Vìvoactive ha diversi profili
per gli sport più comuni, dal running al
ciclismo fino ad arrivare al nuoto, ma sul
sito Garmin IQ saranno presto disponibili anche nuove app per poter ampliare il range di utilizzo. L’unica assenza
di nota è il sensore biometrico per le
pulsazioni, anche se a bordo c’è il modulo ANT+ per il collegamento a tutti gli
accessori compatibili, come le diffuse
fasce cardio. Lo abbiamo provato ed è
comodo e leggero, con una interfaccia
ben fatta e sufficientemente chiara; migliorabile il design. Il prezzo è allineato
agli altri smartwatch presenti sul mercato: 249 euro lo smartwatch, 299 euro il
pacchetto premium con la fascia cardio
abbinata.
Withings Activité Pop, stile e autonomia
Ha la cassa con rivestimento in PVD e cinturino in silicone, la sua batteria durerà 8 mesi

S
torna al sommario
Anche la maison
americana Guess,
in collaborazione con
Martian Watches,
mostra al CES 2015
il suo smartwatch
In arrivo per l’estate
di Roberto PEZZALI
MOBILE Withings porta al CES 2015 la versione più accessibile del suo smartwatch Activité
di Vittorio Romano BARASSI
embra un normale orologio da
polso ma cela tante doti nascoste: è Withings Activité Pop ed è
forse uno dei migliori smartwatch visti
finora. Sì, perché, anche se si basa su
un quadrante tradizionale a lancette, di
smartwatch possiamo parlare. Quella
presentata al CES 2015 è la versione
Pop, niente meno che una variante
“economica” di Activité, modello pregiato della gamma di orologi connessi
di Withings. Activité Pop riprende tutte
le principali caratteristiche del fratello
maggiore ma lo fa in un corpo meno nobile fatto di una cassa con rivestimento
in PVD e un cinturino in silicone morbido. Il quadrante ha le stesse fattezze
del modello superiore ed è composto
Guess Connect
Lo smartwatch
alla moda
dalle classiche lancette per l’ora (che si
spostano da sole quando si cambia fuso
orario!) alla quale se ne aggiunge una
terza che indica la percentuale di successo rispetto ad un obiettivo prefissato
(ad esempio, 10000 passi giornalieri).
Ma non c’è solo questo. Activité Pop
vibra al raggiungimento degli obiettivi,
che siano questi passi o bracciate di una
nuotata (è resistente all’acqua fino a 30
metri); è in grado di monitorare il sonno
e di vibrare all’orario della sveglia. Il tutto è gestibile tramite una comodissima
applicazione per smartphone (connesso via Bluetooth 4.0 LE), già disponibile
in versione iOS e presto in arrivo anche
in quella Android.
Activité Pop di Withings, equipaggiato
con una batteria standard dalla durata
di 8 mesi, sarà proposto sul sito ufficiale
del produttore (in diverse combinazioni
di colori) a partire dal mese di febbraio
ad un prezzo di 149,95 dollari.
Anche la moda si lascia affascinare dagli smartwatch: così al
CES 2015 capita di imbattersi in
Guess Connect, smartwatch chic
multifunzione. Guess lo scorso
agosto ha stipulato un accordo
con la Martian Watches (azienda
produttrice di smartwatch “alla
moda”) volto alla realizzazione
della sua nuova gamma 2015 di
smartwatch: da questa partnership ecco quindi arrivare direttamente agli stand del CES 2015
Guess Connect, smartwatch
basato sul design di successo
Guess Rigor, sotto il quale pulsa
appunto la tecnologia Martian.
I modelli presentati, per uomo
e per donna, si ricaricano via
presa micro-USB, presentano
un piccolo display OLED dedicato ai messaggi e un sistema
di vibrazione personalizzabile
tramite un’apposita app gratuita
Android e iOS. Altre caratteristiche di spicco di Guess Connect
sono la scocca impermeabile e le
funzionalità Martian Dual Mode
integrate, che permettono un utilizzo sia con funzionalità vocali,
sia tramite Bluetooth e Bluetooth
LE: il microfono e lo speaker integrati permettono l’interazione
vocale con lo smartphone, sia
con Siri che Google Voice. Guess
Connect è previsto per l’estate
e funzionerà sia con dispositivi
Android che iOS.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
GADGET A metà strada tra un fitness tracker e uno smartwach, integra molte utili funzioni
Lenovo VB10, lo smartband con autonomia record
Grazie alla tecnologia E-ink, Vibe Band VB10 promette una durata della batteria di 7 giorni
L
di Andrea ZUFFI
enovo ha presentato a Las Vegas
vari accessori per il mondo mobile. Tra questi è particolarmente
interessante Vibe Band VB10, una
smartband concepita per essere utilizzata sia come fitness tracker che come
smartwatch. La novità principale e non
è da poco sta nell’autonomia: grazie,
infatti, al display E-ink, Lenovo dichiara
una durata della batteria fino a 7 giorni,
mantenendo lo schermo e il Bluetooth
sempre attivi.
Lenovo Vibe Band VB10 oltre a integrare le funzioni base di un braccialetto
per il fitness, come contapassi, misuratore delle calorie bruciate e della durata del sonno, è anche uno smartwatch
che, se connesso via Bluetooth 4.0 LE
a uno smartphone iOS o Android (4.4
o superiore) permette di gestire le notifiche di e-mail, chiamate, SMS e social network. Un’altra utile funzione è il
Mother, ecco la
mamma digitale

Mother è un hub per la casa realizzato
dai creatori di uno dei primi oggetti
per l’Internet of Thing, il coniglio
Nabaztag. Il principio è semplice: ci
sono una serie di Cookies (biscotti),
che integrano un sensore di movimento e uno di temperatura. La forma
è quella del biscotto, ma in realtà
ognuno di questi sensori è una sorta di
“tracker” che può essere configurato
a piacere: si può, ad esempio, tenere
in tasca come accelerometro, mettere
sulla porta come dispositivo anti intrusione, attaccare alla finestra per rilevare la temperatura. Non serve essere
abili nella programmazione: basta
scegliere un biscotto, alcune delle 20
azioni che i creatori hanno impostato
e decidere che tipo di notifiche scatenare. Un esempio è il promemoria per
i medicinali: attaccando un biscotto a
una bottiglia, Mother controlla che assumiamo la medicina. La rilevazione di
movimento è intelligente, se si tocca
il barattolo per sbaglio o lo si sposta
non è un’assunzione: serve proprio un
gesto che segue un pattern preciso
per attivare l’alert. Ognuno dei quattro
biscotti in dotazione è configurabile e
riconfigurabile.
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Intel svela
Curie, piccolo
modulo HW per
oggetti smart
indossabili
Intel ha presentato
Curie, un minuscolo
modulo hardware che
offre una soluzione
completa per realizzare
dispositivi indossabili
È caratterizzato da
bassissimi consumi
di Claudio STELLARI
Proximity Reminder che avvisa l’utente
quando si allontana troppo dal proprio
smartphone. Sul display da 1,43” con
risoluzione 296x128 pixel si possono
visualizzare testi fino a 150 caratteri
senza perdere di vista i principali parametri del fitness. La tecnologia E-ink
dona poi buona visibilità e senza rifles-
si anche in condizioni di piena luce.
Lenovo Vibe Band VB10 con i suoi 30
grammi di peso e l’impermeabilità in
categoria IPX7, sarà disponibile a partire dal mese di aprile 2015 al prezzo
di 89 dollari. Al momento non è ancora
confermata la disponibilità nel nostro
paese.
GADGET Per correre non serviranno più smartphone e fascia cardio
Un all-in-one Sony per il fitness
Musica, GPS e frequenza cardiaca
di Roberto PEZZALI
S
ony è pronta ad ampliare la sua gamma wearable con un nuovo walkman per la
corsa che integra sensori biometrici per il battito cardiaco e GPS, oltre ad essere
waterproof e Bluetooth. L’obiettivo è poter fornire un prodotto completo per
l’attività fisica che non richieda necessariamente uno smartphone, spesso scomodo
da portarsi appresso e non adatto ad alcune situazioni. Il prototipo che abbiamo provato al CES di Las Vegas vedrà la luce come prodotto finito entro la fine dell’anno ed
è l’evoluzione del walkman pensato per l’attività sportiva e il nuoto che Sony ha già
lanciato sul mercato da qualche anno: negli auricolari, o meglio in quello di destra,
Sony ha inserito un sensore biometrico che rileva dall’orecchio il battito cardiaco.
Non manca neppure il GPS: durante la corsa il walkman tiene agganciata la posizione
memorizzando tutte le informazioni in un file che poi viene sincronizzato con l’applicazione presente sullo smartphone via Bluetooth una volta ripristinata la prossimità
tra i due apparecchi. La qualità audio è buona, il telaio è stagno e l’unica nota negativa
forse è il peso eccessivo: abbiamo
provato a indossarlo e un po’ si fa
sentire. Per chi corre l’idea è comunque interessante: Sony sostituisce fascia cardio e smartphone
con questo “integrato” che fa bene
tutte le cose. Nessuna idea precisa del prezzo, ma non dovrebbe
costare molto: circa 200 euro - ci
dicono - ma design e specifiche
non sono ancora definitivi.
L’interesse di Intel verso il mercato dei dispositivi indossabili è
cosa nota, come dimostra il recente accordo di collaborazione
siglato con Luxottica e Vuzix per
sviluppare occhiali intelligenti.
A ulteriore conferma di questo
interesse arriva la notizia della
presentazione di un piccolissimo
modulo hardware pensato proprio per realizzare dispositivi indossabili molto compatti. Curie,
questo il nome del modulo, include il minuscolo SoC Quark,
connettività Bluetooth Low Energy, sensori a sei assi con accelerometro, un giroscopio e 384 Kb
di memoria flash. I bassi consumi
del modulo e le dimensioni eccezionalmente compatte, fanno di
Curie un’ottima soluzione per la
realizzazione di un’ampia gamma di dispositivi indossabili, tra
cui anelli, bottoni e piccoli ciondoli intelligenti. Curie è ancora in
attesa dell’approvazione da parte dell’FCC (Federal Communications Commission), ma se tutto
andrà bene la distribuzione sul
mercato dovrebbe partire dalla
seconda metà del 2015.
Intel ha già previsto un software
Kit per sviluppatori che sarà distribuito con il modulo hardware,
l’obiettivo dichiarato è quello di
“aiutare i clienti, incluse società
che si occupano di moda, sport
e lifestyle, a incorporare funzionalità avanzate nel design di
prodotti indossabili, permettendo loro di arrivare a proporre
velocemente nuovi prodotti sul
mercato”.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
GADGET Un pedale intelligente che è utile anche per ritrovare la bicicletta in caso di furto
Con Connected Cycle la bici diventa smart
Un pedale capace di registrare i movimenti della bicicletta e di inviare i dati allo smartphone
di Simona ZUCCA
I
ladri di biciclette da ora in poi avranno
vita breve grazie a Connected Cycle,
il pedale intelligente in grado di comunicare allo smartphone tutti i movimenti della nostra bicicletta. Presentato
al CES di Las Vegas dalla start up francese Connected Cycle, ha l’aspetto di
un comune pedale per bici (forse un po’
più elegante), e si può montare in un
paio di minuti su praticamente qualsiasi
bicicletta. La sua particolarità, però, è
che è in grado di registrare i movimenti
della bicicletta, la velocità, la pendenza
e le calorie bruciate durante una bella
pedalata. Non solo, Connected Cycle
invia allo smartphone queste informazioni che possono essere utili sia per
monitorare la nostra attività fisica sia
GADGET
Pattini
motorizzati
Rollkers, per
camminare
come su un
tapis roulant

Rollkers è una sorta di pattino
elettronico (o “sottoscarpa”, come li
chiama l’azienda ideatrice) che vorrebbe rivoluzionare il nostro modo
di muoverci… “a piedi”. I Rollkers,
infatti, si indossano ai piedi come
si fa con i classici schettini, indossando dunque le proprie scarpe,
e promettono di farci camminare
due volte più veloce, facendoci
percorrere fino a 7 miglia (più di 11
chilometri) in un’ora con poca fatica.
I Rollkers si comportano, in pratica,
come farebbe un tapis roulant sotto
i piedi: la persona cammina ma
va più veloce di quanto non possa
fare normalmente. Dovrebbero
adattarsi a ogni misura di scarpa e,
a differenza ad esempio dei roller
in linea, daranno subito maggiore
stabilità e senso di equilibrio grazie
all’elaborato design. Sono dotati di
un motore potente e di una batteria
a lunga durata.
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Temp Traq
con un cerotto
la febbre è
monitorata
su smartphone
Temp Traq è un
termometro wireless
indossabile usa
e getta che invia
i dati allo smartphone
di Simona ZUCCA
nel malaugurato caso in cui ci rubino la
bicicletta: un valido aiuto per tentare di
localizzarla ed eventualmente recuperarla. Il pedale non ha bisogno di batteria, ma si ricarica automaticamente.
Dovrebbe essere venduto in una confezione che conterrà due pedali, uno dei
due con tecnologia Connected Cycle.
Non sono ancora disponibili informazioni sul prezzo.
GADGET Un oggetto pensato per il controllo di bambini e anziani
Smart cam Netatmo Welcome
Controlla la porta e ti dice chi entra
T
di V. R. BARASSI
ra i maestosi padiglioni del CES di Las Vegas ci siamo imbattuti in Netatmo Welcome, dispositivo alquanto singolare che altro non è che una videocamera capace di tenere sotto controllo una
porta e registrare tutti i passaggi che
avvengono attraverso essa. La smart
camera in oggetto ha una forma cilindrica e va posizionata di fronte alla
porta che si vuol controllare: ad ogni
passaggio il dispositivo, dotato di un
sistema di riconoscimento dei volti,
identificherà “il passante” e invierà
una notifica - via app - allo smartphone “controllore”. Niente di più semplice. Netatmo Welcome è ovviamente
un dispositivo che va connesso alla rete domestica e non si fa fatica a categorizzare
tale dispositivo come security camera. Il prodotto è infatti pensato per tenere sotto
controllo i movimenti di bambini e anziani, così da poter rimanere sempre tranquilli anche a chilometri di distanza. Il dispositivo, in arrivo in primavera a un prezzo
ancora non comunicato, archivia tutto
localmente (nessun problema di privacy dunque) ed è completamente
personalizzabile nelle funzionalità:
tramite lo smartphone, infatti, si potrà
decidere di tenere sotto controllo e
di registrare i passaggi di tutti oppure
di determinati soggetti e si potrà scegliere quali notifiche ricevere.
Genitori ansiosi per la salute dei
propri piccoli? Non più, ora possono stare un po’ più tranquilli. Blue
Spark Technologies ha presentato al CES 2015 di Las Vegas il
termometro-cerotto che monitora
la temperatura del bambino e invia i dati rilevati allo smartphone
della mamma. Si chiama
Temp
Traq ed è
un adesivo
poco
più
grande
di
un comune
cerotto che
si posiziona
sul busto del
bimbo ed è in grado di tenere
sotto controllo la temperatura per
circa un giorno.
I dati sono inviati allo smartphone
dei genitori (è compatibile con
iOS e Android) che possono quindi avere la situazione sempre sotto controllo e tra l’altro esportarli
e inviarli, ad esempio, al pediatra.
Sicuramente uno strumento di
misurazione meno invasivo dei
comuni termometri, più semplice
da usare per i genitori e meno fastidioso per il bambino, che non
deve essere continuamente disturbato. Ancora nessuna notizia
certa sulla commercializzazione
e sul prezzo.
Come funziona Temp Traq
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
PC I processori sono pensati per notebook, 2 in 1, ultrabook, Chromebook, all-in-one e mini PC
Presentati gli Intel Core di 5a generazione
14 processori sviluppati con tecnologia a 14nm, più piccoli, efficienti e con grafica Ultra HD
di Vittorio Romano BARASSI
D
opo una lunga attesa ecco arrivare l’annuncio definitivo che in molti
aspettavano: Intel ha ufficialmente
presentato i suoi nuovi processori Intel
Core di quinta generazione, nome in
codice Broadwell, i quali andranno ad
equipaggiare la stragrande maggioranza
dei notebook, ultrabook, 2-in-1, desktop
all-in-one e miniPC in rampa di lancio nel
2015.
Le nuove CPU di Intel, ben 14, sono realizzate seguendo un processo produttivo
a 14nm e rispetto alla precedente generazione Haswell a 22nm sono in grado di
garantire una maggiore potenza (grazie
al 35% in più di transistor) e una migliore
efficienza energetica (TDP di 15 e 28W, si
parla di un’ora e mezza in più di autonomia) a fronte di un die ancora più piccolo
rispetto al passato (meno 37%).
Intel ha svolto un enorme lavoro sotto
il profilo della grafica integrata, svilup-
Lenovo raggiunge
i 100 milioni di ThinkPad
distribuiti nel mondo
e per festeggiare
presenta a Las Vegas
la terza generazione
di X1 Carbon
di Massimiliano ZOCCHI
pando ancor più la GPU e arrivando ad
ottenere il 24% di potenza in più dalle
HD Graphics 5500, HD Graphics 6000
e Iris Graphics 6100, tutte capaci di riprodurre senza alcun problema contenuti
Ultra HD HEVC - anche in WiDi 5.1 - e già
DirectX 12 ready. Non manca poi il pieno
supporto alle OpenCL 2.0 e alle OpenGL
4.3, oltre a quello per la tecnologia Real-
Sense 3D. Le consegne dei nuovi Intel
Core Broadwell, invece, inizieranno a
fine gennaio. Intel ha inoltre comunicato di aver iniziato la spedizione del chip
mobile Cherry Trail ai partner, SoC a 64bit con modulo LTE integrato (sempre a
14nm) il quale ha subìto un ritardo nei
mesi passati ma i cui problemi sembrano
essere ormai definitivamente superati.
PC SSD T1 è piccolo, capiente e resistente agli urti. Prezzi da 179.99 a 599.99 dollari
SSD Samsung portatile per archiviare fino a 1 TB
Velocità di trasferimento dati fino a 450 MB/sec e disponibilità in diverse opzioni di memoria
di Maria Chiara CANDIAGO
C

ome si fa a portare con sé tutti i propri archivi e garantirsi al
tempo stesso una velocità di accesso da “disco interno”? Per esempio
con un SSD portatile, come quello minuscolo, veloce e supercapiente che
ha lanciato Samsung al CES 2015. Si
chiama Samsung Portable SSD T1, e
sarà disponibile con diverse opzioni di
memoria, 250 GB, 500 GB o 1 TB. Il
lancio in Europa, Asia e USA è previsto a partire proprio da questo mese
di gennaio.
“Samsung SSD T1 permette di memorizzare un intero archivio digitale
di vaste dimensioni e averlo sempre
accessibile in un unico supporto,
ovunque siamo, con accesso ai dati
facile ed estremamente rapido in ogni
momento, potendo sempre contare su
di affidabilità e sicurezza”, queste le
parole di presentazione di Unsoo Kim,
Senior Vice President of Branded Pro-
torna al sommario
Nuovo Lenovo
ThinkPad X1
Carbon
per festeggiare
vendite record
duct Marketing Memory Business.
E sul fronte della
sicurezza, il nuovo
SSD è sicuramente interessante: il
T1 arriva con un
sistema di criptaggio dati a AES 256bit con velocità di
scrittura e lettura
fino a 450 MB/sec.
Altra caratteristica
di spicco è l’elevata resistenza agli
urti e un sistema di autoregolazione
della temperatura in caso di condizioni
difficili ed estreme. Altro punto di forza sono le dimensioni, assolutamente
ridotte, di certo minori a quelle di un
hard disk: le sue misure sono di 9.6 x
71 x 53 mm, tali da permettere al T1 di
essere ospitato in tasca o in una borsa
di piccole dimensioni.
Prezzi a partire da 179,99 dollari per
il modello da 250 GB per arrivare a
599,99 dollari per il top di gamma da
1 TB.
Tra i prodotti che Lenovo mette
in mostra al CES spicca la nuova
versione dell’ultrabook ThinkPad
X1 Carbon. Non un semplice aggiornamento, ma quasi un modello celebrativo. Difatti, partendo
dall’originale ThinkPad 700, sono
stati raggiunti i 100 milioni di pezzi
spediti in tutto il mondo, e Lenovo spera di continuare su questa
strada con il suo top di gamma.
Nel nuovo arrivato troviamo molte soluzioni presenti nelle versioni precedenti e qualche novità.
Come per i processori, che saranno i nuovi Intel Core i7 Broadwell
grazie ai quali ThinkPad godrà
delle massime prestazioni, pur
mantenendo autonomie ottimali
fino a 10 ore. Le opzioni di configurazione includono un display
touch da 14” con risoluzione fino
a 2560x1440, possibilità di espandere la RAM a 8 GB, la scelta del
disco a stato solido su slot PCI-e
da 512 GB. Tutto questo senza intaccare leggerezza e portabilità:
scocca in fibra di carbonio per un
peso totale di solo 1.300 grammi,
e dimensioni di 331x226.5 mm,
con + 17.7 mm di spessore. Per
una massima mobilità è previsto
anche il modulo 4G opzionale.
Lenovo dichiara disponibilità fin
da questo mese, per un prezzo
a partire da 1.249 dollari. Non ci
sono ancora notizie sulla commercializzazione nel nostro Paese.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
PC Lo Z27q sarà venduto a 1.299 dollari, prezzo interessante viste le specifiche tecniche
Anche HP adesso ha il suo monitor 5K
Rinnovamento totale nella gamma di monitor HP: tanti display 4K, un 5K e due curvi
L
di Emanuele VILLA
a battaglia all’ultimo pixel non conosce freni, e anche HP è ora sul
carro del 5K. L’azienda americana
ha infatti annunciato, con qualche ora
d’anticipo rispetto all’apertura del CES,
un rinnovamento importante della propria line up di monitor che comprende svariati modelli 4K, un modello 5K
e due curvi. Il modello che interessa
maggiormente è quello 5K, nome in
codice Z27q e dotato di 27’’ di diagonale con una densità di pixel di 218 ppi
che si traduce in una risoluzione “mostruosa” di 5.120 x 2.880 pixel.
Al fine di sfruttare al massimo la dimensione e la risoluzione dello schermo,
sono previste le modalità picture in picture e picture by picture, funzionalità
previste anche dai modelli 4K. A livello
di connessioni, troviamo DisplayPort,
DVI, HDMI, Mini DisplayPort, MHL e tre
slot USB 3.0. Molto interessante il prezzo, considerando che si tratta di una
primizia tecnologica: 1.299 dollari.
Qualche parola, infine, sui modelli
curvi, che sono da 27 e 34 pollici, tra
l’altro molto diversi tra loro. Mentre quello da 34’’ (Envy 34c) è in
formato 21:9 e con risoluzione di
3.440 x 1.440 pixel , con doppio
ingresso HDMI e DisplayPort,
quello da 27’’ (Pavilion 27c) è un
Full HD 16:9, molto più “comune” a livello di specifiche tecniche e con prezzo accessibile di
399 dollari.
Tra le novità HP presentate al CES
2015 anche modelli di monitor curvi.
Acer Revo One, centro d’intrattenimento 4K-ready
Mini PC pensato per l’entertainment domestico: supporto 4K, dual display e storage infinito
di Emanuele VILLA
T

torna al sommario
Compute Stick è
il computer di Intel
che sta nel taschino
Per farlo funzionare
basta la presa HDMI
di qualsiasi monitor o
smart TV. Arriva a marzo
a 149 dollari
di Andrea ZUFFI
PC Si può controllare da remoto tramite dispositivi mobile grazie all’app Acer Smart Control
ra le novità del CES 2015, Acer
ha presentato un mini PC per
l’entertainment domestico dotato
di compattezza notevole e look curato.
L’ha chiamato Revo One e ha anche già
fissato il prezzo europeo, 269 euro, con
disponibilità a partire da subito. Revo
One è dunque un mini PC Windows pensato per lo streaming, l’intrattenimento,
la condivisione e lo storage dei dati multimediali: è basato su processori i5 o i7 di
ultima generazione, supporta la funzione
dual display (HDMI e Mini Display Port)
con tanto di output Ultra HD, ed è dotato
di uscite audio fino a 7.1 canali.
A livello di storage, l’apparecchio è dotato di tre slot per Hard Disk fino a 2 TB
l’uno e dispone di due porte SATA con
supporto Raid 0/1/5, oltre al Wi-Fi ac per
la rapida condivisione dei contenuti. A
Compute Stick
di Intel e il PC
diventa mignon
livello estetico, Acer ha pensato a una
soluzione dalle linee morbide, disponibile in bianco e in nero e capace di
adattarsi a ogni ambiente di casa, salotto compreso. Ha uno slot SD, due USB
2.0, due USB 3.0, HDMI, Display Port e
supporta la tecnologia BYOC di Acer
(Build your own cloud) per l’accesso si-
curo ai propri file ovunque ci si trovi, e
anche con dispositivi non-Acer. Inoltre,
Revo One è dotato di un telecomando
ad hoc con tanto di tastiera completa e
trackpad, mentre il controllo remoto via
smartphone o tablet avviene mediante
l’app Acer Smart Control, disponibile
per iOS e Android.
Compute Stick era stato annunciato lo scorso novembre e ora, il
PC interamente contenuto in un
piccolo box con il fattore di forma
di una memory key, è quasi pronto per la distribuzione. Intel lo ha
presentato al CES di Las Vegas
indicandone l’uscita per marzo al
prezzo di 149 dollari per la versione Windows (with Bing) e 89
dollari per la soluzione basata su
Linux.
Così come dichiarato da Kirk
Skaugen, senior vice president
di Intel, sarà sufficiente inserire
Compute Stick nella porta HDMI
di uno smart TV o di un monitor
per dar loro intelligenza. Il corredo hardware per la versione
Windows è composto da un
processore Atom Z3735F con 2
GB di RAM. La memoria di storage è di 32 GB fortunatamente
espandibile tramite slot Micro
SD. La versione Linux monta invece 1 GB di RAM e 8GB di storage, sempre espandibili. Per
entrambi i modelli la connettività
è garantita da una porta USB, dal
Bluetooth e dal Wi-Fi.
Il concetto non è del tutto nuovo
ma è la prima volta di Intel. Non
rimane che aspettare la disponibilità di questo prodotto per
valutare le reali prestazioni del
dispositivo che molto verosimilmente sarà adatto per il cloud
computing ma non per l’installazione in locale di applicazioni
avide di risorse.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
PC Lo spessore è di soli 1.65 cm contro 1,7 cm del MacBook Air. Prezzi da 299 a 799 dollari
Asus presenta il 2 in 1 Transformer Book Chi
Ennesimo anti-MacBook Air ma più sottile
Asus ha mostrato Transformer Book Chi: il suo target è il MacBook Air, del quale è più sottile
Piccola e potente,
Forge TV è una piccola
console basata su
Android TV in grado di
effettuare lo streaming
dei giochi in rete da PC
di Emanuele VILLA
A
sus ha organizzato al CES una conferenza stampa in cui ha presentato
sostanzialmente tre prodotti: Transformer Book Chi, Zen Phone 2 e Zenfone Zoom, dispositivi che non ambiscono
a rivoluzionare il settore ma che, per un
motivo o per l’altro, offrono spunti di interesse. Il primo è il classico 2-in-1, segmento in cui Asus è leader di mercato.
Stiamo parlando di un tablet con tastiera
dock separata che ambisce a contrastare il MacBook Air. Pur trattandosi di due
prodotti diversi, l’obiettivo è senza dubbio ambizioso: basato su Windows, Transformer Book Chi è sottile appena 1,65
cm contro 1,7 cm del riferimento di casa
Apple; Asus sostiene che ad angoli visuali estremi, anche la resa cromatica sia migliore, mentre per quanto concerne la risoluzione dipende dal modello concreto.
di Claudio STELLARI
Sì, perché di Transformer Book Chi non
ce n’è uno ma tre: T300, con display da
12,5’’ da 1920 x 1080 o 2560 x 1440 pixel
con tecnologia IPS, T100 da 10,1 pollici o
T90 con risoluzione di 1280 x 800 pixel
e dotazione 1 o 2 GB di RAM. Transformer Book Chi usa processori Intel Core
M nella versione top di gamma T300 e
Intel Atom negli altri, mentre sotto il profilo sonoro troviamo la collaudata tecnologia Sonic Master di Asus. Come prezzi,
parliamo di 299 dollari per T90, 399 per
T100 e 799 dollari per T300, con disponibilità in USA a partire da febbraio.
PC Dovrebbe essere disponibile nel nostro Paese dal mese di febbraio al prezzo di 349 euro
HP Mini Desktop, micro pc piccolo e convincente
Il mini computer di HP è sottile, leggero, consuma poco e ha un’estetica molto curata
D
di Roberto PEZZALI

opo il piccolo computer Acer, appare a Las Vegas anche il nuovo
HP Pavilion Mini Desktop, un
computer spesso solo 5.2 cm e con un
peso di 0,73 kg che può gestire senza
problemi schermi con risoluzioni fino
a 4K e consuma pochissimo, 45 watt
contro i 250 circa di un desktop. La
sparizione dei “drive” DVD e CD e la
necessità di spostare il computer dall’ufficio al salotto hanno spinto i produttori a cercare soluzioni alternative
rincorrendo quello che Apple sta facendo da anni con il Mac Mini: il nuovo
HP sfrutta i nuovi processori Intel Core
i5 con GPU Integrata HD6000 per offrire un prodotto completo, connesso
e versatile. HP Pavilion Mini Desktop
è basato ovviamente su Windows 8.1 e
ha a bordo 8 GB di memoria e 1 Terabyte di hard disk, oltre ovviamente alla
classica connessione di rete wireless
con modulo Wi-Fi e Bluetooth.
Quattro le porte USB disponibili,
torna al sommario
Razor Forge
TV, micro
console che fa lo
streaming dei
giochi da PC
mentre per le uscite video troviamo
la coppia HDMI e DisplayPort. Un bel
prodotto, praticamente un notebook
senza schermo da attaccare a un TV o
ad un monitor per creare un computer
versatile all-round, inadatto al gaming
pesante ma sfruttabile anche per editing e foto ritocco senza problemi. Il
prezzo è interessante: 349 euro invia
inclusa con disponibilità da febbraio
anche in Italia.
Al CES Razer, nome in ascesa
nel settore del gaming, ha svelato Forge TV: una micro console
basata su Android TV capace di
eseguire le app e di effettuare lo
streaming in una piccola rete locale dei giochi da PC. Può contare
su una dotazione hardware interessante, al suo interno troviamo
un potente processore quad core
Snapdragon 805, 2GB di RAM
e 16GB di storage, facilmente
espandibili grazie alla presenza di
una porta USB 3.0. Completa anche la connettività, con una porta
HDMI 1.4, Wi-Fi ac e Gigabit Ethernet. Prevista la disponibilità del
controller Serval, caratterizzato da
un layout simile al pad della Xbox
one, con l’aggiunta dei pulsanti
per la gestione delle funzioni Android TV. Tra gli accessori acquistabili a parte anche un kit tastiera
con mouse, chiamato Turret. Per
effettuare lo streaming dei giochi
da PC sulla Forge TV è necessario
utilizzare il software Razer Cortex:
il sistema è simile a quello di NVIDIA Shield, ma in questo caso si
tratta di una soluzione compatibile anche con schede video nonNVIDIA.
I prezzi dovrebbero aggirarsi intorno ai 100 dollari per la console
Forge (telecomando incluso), un
prezzo interessante a cui però
va aggiunto quello del controller
(si parla di 80 dollari); il software
Cortex dovrebbe costare intorno
ai 40 dollari.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Con la nuova reflex D5500, Nikon “raggiunge” i suoi principali competitors
Nikon D5500, reflex DX con schermo touchscreen
Per la prima volta su una reflex Nikon, display da 3,2” touchscreen. Arriverà a febbraio
F
Grazie alle nuove SD
card con antenna NFC
di Toshiba, basterà un
avvicinamento con lo
smartphone compatibile
per conoscere la
capienza disponibile e
altre informazioni sulla
quantità di immagini
contenute
di V. R. BARASSI
inalmente touchscreen. Con la nuova reflex D5500 Nikon “raggiunge” i
principali competitori e, forse un po’
in ritardo (Canon lo ha fatto già dal 2012),
propone al pubblico la sua prima DSLR
equipaggiata con display touchscreen,
un pannello TFT da poco più di un milione di pixel e 3,2 pollici di diagonale ovviamente liberamente orientabile. Ma Nikon
D5500 non è solo questo.
Quella presentata al CES 2015 è una macchina ambiziosa, fatta bene (monoblocco
di un particolare materiale con inserti in
fibra di carbonio) e dotata di specifiche
che sapranno attrarre molti fedelissimi
e non del brand. Il sensore è il già visto
CMOS da 24,2 Megapixel e il processore è il validissimo EXPEED 4 della D750
di Roberto PEZZALI
(e non solo); il range di sensibilità va da
ISO 100 a 25600, la velocità di scatto
permette 5 frame al secondo e il sistema
di messa a fuoco è da 39 punti, più che
sufficienti per il segmento in cui si va a
posizionare la nuova D5500.
La nuova Nikon è la reflex dotata di display orientabile più piccola e leggera
al mondo (420 grammi senza batteria e
scheda di memoria) e, come se non bastasse, è pure equipaggiata con un modulo Wi-Fi da utilizzare di concerto con
l’applicazione mobile (per iOS e Android,
gratuita) Wireless Mobile Adapter Utility.
Nikon D5500 registra video in Full HD
a 60 frame al secondo e può essere affiancata da un microfono esterno. Nikon
D5500 arriverà su tutti i principali mercati, nelle colorazioni nero e rosso, a febbraio a 899 dollari (solo corpo) e a 999
dollari in kit con il 18-55 VR (non abbiamo
i corrispettivi in euro). L’azienda giapponese ha anche annunciato due nuovi
obiettivi che andranno ad aggiungersi
al parco lenti Nikon: uno zoom AF-S DX
NIKKOR 55-200mm VR II (f/4.5-5.6) e un
teleobiettivo a focale fissa AF-S NIKKOR
300mm VR (f/4).
FOTOGRAFIA Da Canon arriva una centralina per lo storage e la condivisione wireless
Storage e condivisione facile con Canon CS100
La centralina Canon Connect Station CS100 con 1 TB di HDD integrato costa 299 dollari
di Emanuele VILLA
resenza massiccia da parte di Canon a CES 2015, ma senza novità di
rilievo nel settore delle fotocamere.
Ha però catturato la nostra attenzione
la Connect Station CS100i, un dispositivo già visto sotto forma di prototipo ma

P
torna al sommario
La SD Card NFC
ci dice se è piena
anche senza PC
che arriva a Las Vegas come prodotto
finito e pronto per il mercato. Si tratta
di un piccolo cubo nero con la capacità
di collegarsi a svariati dispositivi Canon
compatibili e di fungere da strumento di
storage, riproduzione e condivisione dei
propri contenuti fotografici e dei video.
Ha infatti 1 TB di HDD integrato e dedicato esclusivamente a foto e video, mentre
per la connessione ai dispositivi abilitati
usa Wi-Fi e NFC, permettendo così la
condivisione tramite un semplice “tap”
sul dispositivo. Connect Station CS100i
va collegata a un TV, sul quale riproduce
le immagini e i video memorizzati avvalendosi del telecomando in dotazione;
per chi preferisce, c’è anche a disposizione un tradizionale slot SD, Compact
Flash e una presa USB, oltre alla possibilità di collegarsi in modalità wireless a
selezionate stampanti Pixma e Selphy
per la stampa diretta dei suoi contenuti
fotografici. Infine, c’è anche la possibilità
di trasferire al suo interno immagini da
smartphone, tablet e PC, ma (nei primi
due casi) solo da modelli selezionati.
Toshiba prosegue lo sviluppo di
SD Card “alternative”: dopo l’unità con modulo wireless integrato,
al CES 2015 ha portato un prototipo davvero interessante di unità
di memoria dotata di NFC all’interno. L’obiettivo è semplice: dar
voce alla memoria anche quando
non si ha a disposizione un computer con lettore di card e quindi
senza la possibilità di vedere che
foto ci sono dentro. Tramite una
applicazione da scaricare sullo
smartphone o sul tablet, “Memory Card Preview”, è possibile
leggere alcuni dati relativi alla
card come lo spazio libero e le
foto presenti.
Per queste ultime la card fornisce
16 thumbnail ordinate secondo
un indice e generate in base alla
data di scatto. La card non è alimentata: il tag viene scritto dal
controller interno alla card ogni
volta che si copiano dei file o si
scattano delle foto, e purtroppo
la presenza di solo 16 miniature
è legata alla piccola memoria
inserita nel tag. Una buona idea
comunque, soprattutto per i più
disordinati che tengono le memorie SD nei cassetti e non hanno idea di che foto ci siano sopra.
La memoria abbinata a questa
card NFC è una card SDHC UHSI classe 10 e sarà disponibile in
tagli da 16 GB, 32 GB e 64 GB.
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13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
VIDEO CREATIVO Sony annuncia la nuova Handycam FDR-AXP33 con lenti Zeiss Vario-Sonnar T* da 29,8 mm e zoom 10x
Handycam Sony 4K: più qualità in un corpo più piccolo e leggero
Non mancano lo stabilizzatore ottico bilanciato, sensore CMOS Exmor R da 7,76 mm retroilluminato, Wi-Fi e proiettore integrato
di V. R. BARASSI
T
ra i tanti prodotti portati a Las Vegas
da Sony troviamo anche la nuova Handycam FDR-AXP33, nuovo
dispositivo di punta della gamma consumer di videocamere 4K dell’azienda
giapponese. Il prodotto si distingue per
dimensioni più piccole (meno 30%) e
un minor peso (meno 20%) rispetto alla
FDR-AX100 (di cui Sony ha annunciato
un aggiornamento firmware atteso per
marzo che introdurrà la possibilità di
registrazione XAVC S 4K a 100 Mbps) e
per specifiche tecniche di tutto rispetto.
Sony Handycam FDR-AXP33 integra su
un sensore CMOS retroilluminato Exmor
R da 1/2,3” (7,76 mm) e si affida all’affidabile processore d’immagine BIONZ X;
il comparto ottico è composto da uno
zoom 10x Zeiss Vario-Sonnar T* che parte
da 29,8 mm e non manca la stabilizzazione ottica (Balanced Optical SteadyShot)
in grado di aiutare anche nelle situazioni
più difficili. La videocamera
è capace di registrare in formato XAVC 4K a 3840x2160
pixel a 25 frame al secondo
mentre abbassando la risoluzione si può arrivare fino
a 50fps. FDR-AXP33 ha un
mirino elettronico ed è equipaggiata con un luminoso
display LCD Xtra Fine da 3,0”
con pannello WhiteMagic;
interessante poi la possibilità
di streaming via Wi-Fi (col modulo integrato) e la proiezione delle immagini archiviate, il tutto grazie al piccolo proiettore montato sul retro dello sportellino del
display. Sony ha annunciato anche tre
nuove videocamere, HDR-PJ620, HDRPJ410 e HDR-CX405, capaci di registrare
filmati in Full HD; ecco un dettaglio delle
specifiche tecniche estrapolate dal comunicato ufficiale del produttore.
Tutti i modelli annunciati al CES 2015
sono già disponibili in pre-ordine attraverso il sito ufficiale Sony. Arriveranno
a febbraio.
VIDEO CREATIVO Sony presenta la sua prima action camin grado di registrare in 4K a 30 fps
Sony come GoPro 4K anche per la sua action cam
L’ottica Zeiss Tessar f/2.8 garantisce qualità, ma manca ancora la stabilizzazione ottica
di V. R. BARASSI
S

ony da tempo spinge sul 4K e
dopo TV, videocamere e smartphone, ecco arrivare anche la prima action cam di casa equipaggiata con
un sensore CMOS Exmor R da 1/2,3 retroilluminato capace di registrare filmati
Ultra HD alla risoluzione di 3840x2160
pixel, il tutto in formato XAVC S e con
bitrate fino a 100 Mbps (ma c’è bisogno
di una scheda micro SDXC UHS-I Classe 3 [U3]).
Sony FDR-X1000VR è la risposta giapponese a GoPro HERO4 e le caratteristiche sono di prim’ordine: la piccola sport
camera, provvista di custodia esterna
waterproof, è dotata di obiettivo Zeiss
Tessar f/2.8 capace di un angolo di
visione di 170° e il processore d’immagine BIONZ X è affiancato da uno stabilizzatore, purtroppo solo elettronico,
SteadyShot (secondo Sony tre volte più
efficace rispetto ai modelli precedenti)
che quando viene attivato riduce l’an-
torna al sommario
golo di campo a 120°.
Possibile anche la registrazione di filmati a
1080/120p e 720/240p
e la post produzione
sarà resa più semplice dal software Action
Cam Movie Creator
offerto con il dispositivo. Insieme alla
FDR-X1000VR è stata
annunciata anche la
nuova HDR-AS200VR,
action cam destinata
ad un pubblico meno
esigente che registra
comunque a 1080p e 60 frame al secondo. Entrambe le action cam sono
provviste di un microfono stereo e del
sistema Wind Noise Reduction e tutte e due i dispositivi possono contare
sul Loop Recording, caratteristica che
permette la registrazione dei secondi immediatamente precedenti alla
pressione del tasto REC (utile quando
MAGAZINE
Estratto dal quotidiano online
www.DDAY.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Claudio Stellari, Simona Zucca,
Maria Chiara Candiago,
Alessandra Lojacono
avviene qualcosa di improvviso).FDRX1000VR e HDR-AS200VR, dotate di
connettività Wi-Fi, arriveranno sui principali mercati rispettivamente ad aprile
e a marzo e nella confezione di vendita
sarà compreso anche il comodo telecomando Live-View RM-LVR2, indossabile
e impermeabile. Prezzi ancora non comunicati.
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
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13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Le soluzioni presentate per i produttori di auto si chiamano Drive Cx e Drive PX
NVIDIA ha inventato il “cervello” dell’auto
Un evoluto cruscotto digitale e un processore che analizza i dati per una guida più sicura
di Roberto PEZZALI
auto del futuro sarà tutta schermi
e sensori, e per calcolare in tempo reale la mole di dati da elaborare servono processori potentissimi.
Piccoli supercomputer, da nascondere
sotto il cofano e da aggiornare quando
necessario per apportare modifiche e
migliorare l’intelligenza dell’auto stessa. Quello delle auto connesse è un
vero business, tanto che il Consumer
Electronic Show sta diventando una
vera casa per le aziende di auto che
vogliono mostrare le loro ultime soluzioni non in termini di motore ma
in tema di innovazione, sicurezza e
comfort di bordo. Un business al quale NVIDIA non vuole certo rinunciare:
dopo aver capito che le schede grafiche dei computer non hanno più grossi
margini di crescita e consapevoli che
ormai il treno dei processori per smartphone e tablet è passato, l’azienda di
Santa Clara sta spingendo moltissimo
sull’automotive. Al CES di Las Vegas
sono due le soluzioni presentate, basate entrambe su una versione evoluta
di Tegra X1: NVIDIA Drive CX è, secondo il CEO Jen-Hsun Huang, il cruscotto
L’

per auto più evoluto al mondo. Drive
CX è una centralina per tutto ciò che
concerne la visualizzazione dei dati
all’interno dell’auto del futuro, un’auto composta quasi esclusivamente da
schermi. Nella visione di NVIDIA, infatti, non solo il cruscotto viene sostituito
da uno schermo LCD o OLED curvo, ma
ogni elemento interattivo, dagli specchietti alla plancia, è costituito da uno
schermo che visualizza informazioni o
con il quale interagire. Drive CX riesce
a gestire dati in contemporanea per un
totale massimo di 16 Megapixel e ogni
elemento viene renderizzato ed elaborato in real time:
NVIDIA ha mostrato in tempo reale
come si può realizzare un tachimetro
che assomiglia nei
materiali e nei riflessi a uno vero, e
allo stesso tempo
ha fatto vedere la
sofisticata interfaccia creata per gestire la navigazione,
il riscaldamento e
Drive PX è una centralina utile per la sicurezza e un
il parcheggio con
valido aiuto alla guida.
sensori e videocamere. Una visione
futuristica che impone l’abbandono
di ogni tasto e manopola fisica per
lasciare il posto a
una serie di tasti
touch. È positiva la
possibilità di utilizzare con Drive CX
ogni sistema operativo, da QNX (Apple
CarPlay) a Linux ad
torna al sommario
Mercedes F 015
Luxury In Motion
l’auto per le città
del futuro
Ha un potente motore
ibrido (idrogeno
ed elettrico) con
un’autonomia
superiore a 1.000 Km,
è velocissima, super
connessa e guida da sola
Android, non ci fa impazzire questa
voglia di trasformare ogni elemento in
uno schermo: abbiamo provato la plancia 2.0 ed effettivamente è bella e accattivante, ma l’assenza di un feedback
tattile e di interruttori fisici distrae (e non
poco).
La seconda novità proposta da NVIDIA
è Drive PX: un super computer con due
processori X1 che lavorano in parallelo
per elaborare i dati delle videocamere
inserite su una macchina. Ad oggi le
auto fanno uso intenso di sensori laser
e a ultrasuoni per le funzioni relative
alla sicurezza, ma in futuro, per portare certe feature sulle auto di fascia più
bassa, le aziende dovranno ricorrere a
videocamere che diventano ogni giorno sempre più precise ed evolute.
Drive PX raccoglie i dati di 12 videocamere e li rielabora in tempo reale per
istruire quella che NVIDIA definisce
“deep neural network”, un cervello capace di riconoscere auto, distinguere
cartelli e capire quello che succede in
strada adattandosi di conseguenza. Se
Drive CX è una nuova interfaccia per
chi guida, Drive PX è un’evoluta centralina per la sicurezza e un aiuto alla
guida che potrà portare alle auto che
guidano da sole.
Non si tratta ovviamente di prodotti
destinati ai consumatori finali: NVIDIA
propone queste due soluzioni ai produttori di automobili come piattaforme
chiavi in mano da personalizzare secondo le varie esigenze. Audi ha già
applaudito le novità e da anni sfrutta
per il suo sistema i processori Tegra,
anche se sembra intenzionata, al momento, a continuare sulla sua strada
con una soluzione costruita in casa:
quest’anno, infatti, utilizzerà Tegra K1
sulle nuove auto e non il Tegra X1.
di Claudio STELLARI
Mercedes-Benz ha scelto il palcoscenico del CES di Las Vegas per
mostrare il suo concept di auto
del futuro: Luxury F 015 In Motion,
un vero e proprio concentrato di
tecnologia pensato per affrontare nel modo migliore e con il
massimo del comfort le vie delle
mega città del futuro. Il concept
Mercedes F 015 Luxury in Motion ha
le forme di un coupè/monovolume
di grandi dimensioni ed è un’auto
a guida autonoma: è quindi possibile arrivare a destinazione senza
rimanere alla guida, ma si può anche guidare in modo tradizionale. Il
telaio è realizzato con una combinazione di diversi materiali (fibra di
carbonio, alluminio e acciai ad alta
resistenza) per ottenere una scocca resistentissima ma anche molto
leggera. La trazione è affidata a
un motore a idrogeno abbinato a
due motori elettrici: l’autonomia,
secondo quanto dichiarato dalla
Casa, è superiore ai 1.000 Km. Al
suo interno l’auto è dotata di 4 poltrone girevoli che permettono ai
passeggeri di sedersi uno di fronte
all’altro, sedili che all’apertura delle
porte si girano automaticamente
verso l’esterno, per agevolare l’accesso o l’uscita. Dal punto di vista
della tecnologia, a farla da padrone è la connettività: tra i passeggeri
ma anche verso gli altri veicoli e le
infrastrutture esterne. Non manca
l’interazione con lo smartphone:
un’app permette di comunicare
con l’auto per chiamarla, di aprire
le portiere a distanza, oppure comandarne il parcheggio. Nell’abitacolo sono integrati 6 display touchscreen, nel quadro strumenti ma
anche nelle portiere. Per sognare
vi lasciamo a un video.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Harman ci ha invitato a testare il nuovo concept composto dalle tecnologie HALOsonic e Individual Sound Zones
Sistema audio in-car con quattro zone indipendenti
Possibile che in un’auto quattro persone ascoltino cose diverse senza darsi fastidio o creare una confusione incredibile?
di Emanuele VILLA
Q
uattro persone in macchina,
quattro zone pilotate indipendentemente e che non interferiscono tra di loro, anche se nessuno si
mette le cuffie. Questo è il concept che
Harman sta portando avanti da un po’
e che, grazie alle tecnologie Individual
Sound Zones e HALOsonic, ora può
mostrare al CES 2015.

Abbiamo partecipato alla dimostrazione, ed effettivamente il risultato
è notevole: se anche può sembrare
incredibile che in macchina si possano ascoltare quattro sorgenti diverse
senza cadere nella confusione più totale, in realtà è possibile ed è proprio
l’obiettivo portato avanti da Harman.
Un sistema avanzato che da un lato
riduce il rumore ambientale proveniente dall’esterno (HALOsonic) e dall’altro
riesce a indirizzare perfettamente le
onde sonore verso una zona dell’abitacolo, riducendo al minimo le interferenze con gli altri.
La soluzione è utile, basti pensare a
tutte quelle volte che arriva una telefonata mentre stiamo ascoltando una
bella canzone, magari una telefonata
che non vorremmo che gli altri ascoltassero; oppure le interminabili lotte tra
passeggeri per il controllo del genere
musicale da riprodurre in auto e via
dicendo. Col sistema pensato da Harman, ognuno ascolta quello che vuole
senza dar fastidio agli altri, e se qualcuno riceve una telefonata, risponde
senza che gli altri debbano interrompere quello che stanno facendo.
Il punto di partenza, dicevamo, è
HALOsonic, una suite di soluzioni per
la cancellazione attiva del rumore
torna al sommario
che agisce principalmente sulle due
fonti più nocive, ovvero il motore e la
strada, che oltre a infastidire aumentano anche lo stress del conducente.
In un abitacolo già ripulito dal rumore
dannoso si inserisce la tecnologia Individual Sound Zones, che si integra
in tutti i setup audio già disponibili
in macchina cui aggiunge dei micro
diffusori nei poggiatesta e altri piatti
posizionati nel tettuccio; ISZ non ha la
velleità di rendere totalmente indipendenti le
zone, ma di ottimizzare
l’esperienza d’ascolto
per la zona dell’abitacolo cui si rivolge. Harman
offre, ovviamente, il DSP
ai vari costruttori per
integrare le due tecnologie nativamente, ma è
anche possibile inserire
il sistema in un secondo
momento, dopo l’acquisto della macchina.
L’abbiamo provato personalmente, ed
effettivamente l’esperienza è notevole: tramite un display di dimensioni
generose, il passeggero può decidere che sorgente usare per la propria
zona, dalla radio a un CD a un brano
in streaming, e il livello di interferenza
tra zone è davvero minimo. Mentre
ascoltavamo un brano è arrivata una
telefonata al passeggero di fianco: ci
si accorge della cosa, ma ascoltare e
comprendere il dialogo è pressoché
impossibile, un po’ perché c’è un’altra
sorgente dedicata a noi, un po’ perché
il noise canceling rende tutto molto
ovattato e la direzionalità dell’audio è
notevole. Harman non ha annunciato
ancora un prezzo, ma si tratterà di una
feature premium che verrà usata solo
da auto ampie e di alta gamma.
AUTOMOTIVE Un due ruote con caratteristiche interessanti, presto lo vedremo anche a Milano
Ecco INU, lo scooter elettrico pieghevole
Si avvolge e si trasporta come un carrellino. 40 km di autonomia e si ricarica in 3 ore
di Paolo CENTOFANTI
S
i chiama INU ed è uno scooter
completamente elettrico dal design avveniristico ed è uno dei prodotti più interessanti visti al CES. Prima
di tutto perché Green Rider, la compagnia che l’ha realizzato, si appresta a
lanciarlo a Barcellona e in un secondo
tempo proprio a Milano in Italia.
E poi perché non solo ha prestazioni
interessanti (40 km di autonomia e
25 km/h di velocità massima per permetterne la guida senza patentino), ma
soprattutto, ed è la sua caratteristica
peculiare, è in grado di piegarsi su
stesso alla pressione di un tasto, quasi
come un passeggino per bambini, permettendo così di portarselo appresso
con comodità senza doverlo lasciare
in strada. INU pesa infatti appena 18
kg, ha un ingombro minimo una volta
piegato (1200 x
300 x 400 mm)
e può essere
trasportato ad
esempio
nei
trasferimenti
sui mezzi pubblici o messo
nel bagagliaio
dell’auto per i
trasferimenti più
lunghi. La batteria si ricarica al 50% in un’ora e al 100%
in tre ore e tutto il telaio è realizzato in
lega di alluminio, mentre il freno della
ruota posteriore integra un sistema di
rigenerazione della frenata per recuperare l’energia cinetica e aumentare
l’efficienza del veicolo. In più c’è la
connettività Wi-Fi a bordo per collegare il proprio smartphone ed è prevista una versione 3G per tenere sotto
controllo il proprio INU anche quando
si è lontani dal mezzo. L’app apposita
permette di controllare lo stato della
batteria, attivare da remoto il “folding”
dello scooter (impiega appena 4 secondi) e in dotazione sarà fornita una
docking di ricarica per riporre INU in
casa. Il prezzo? Per l’Italia ci dicono i
rappresentanti di Green Rider sarà di
circa 3.500 euro.
IL PIÙ SEMPLICE
IL PIÙ SMART
*LG G2 vincitore del premio Best Phone 2013 di Cellulare Magazine.
Now It’s All Possible
Cosa c’è di meglio di LG G2, eletto migliore smartphone del 2013*?
La sua sorprendente evoluzione.
Nuovo LG G3. Il più semplice, il più smart.
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13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Dall’hinterland milanese ai padiglioni del CES il passo non è breve, ma si può compiere
Easydom, il “made in Italy” può contare nell’hi-tech
La società ha presentato Next, un supervisore di domotica aperto a sistemi di tutte le marche
di Gianfranco GIARDINA
eccellenza tecnologica è una
pianta che, seppur con dimensioni e velocità differenti, sa crescere
anche in Italia e non solo in Silicon Valley. La dimostrazione è Easydom, giovane e dinamica azienda lombarda attiva
nel settore della domotica e che non
ha avuto paura di sbarcare negli USA,
creando una filiale locale e debuttando
per la prima volta quest’anno al Consumer Electronics Show di Las Vegas.
Easydom non è la classica startup tecnologica, tutto marketing e fantasia, ma
ha solide basi nel mondo dell’impiantistica elettrica, da cui proviene il fondatore, Sergio Tucci. Proprio Tucci anni fa,
quando facevano capolino sul mercato i
primi impianti elettrici “intelligenti” basati su bus e su comunicazione digitale, da
bravo progettista e impiantista elettrotecnico si rendeva conto che si trattava
di sistemi troppo complicati: difficili da
progettare, difficili da configurare e poi
- cosa peggiore di tutte - spesso anche
difficili e poco intuitivi da usare. “Bisogna farla più facile - ‘easy’ appunto - e
rendere gli impianti intelligenti e l’automazione domestica più accessibile, sia
per gli installatori che per gli utenti finali”. È su queste basi che Tucci e la sua
squadra hanno ideato e creato Next,
un software di supervisione e controllo
Parrot H20 e Pot sono
due dispositivi che
misurano lo stato di
salute delle piante e,
quando ce n’è bisogno,
le innaffiano

L’
torna al sommario
Parrot Pot e H2O
si prendono cura
delle piante. E le
innaffiano pure
di Emanuele VILLA
degli impianti di home automation facile
da usare e da impostare, grafico e già
nato per un’interazione touch; e - cosa
interessante - basata su Windows. Una
scelta che avrebbe potuto far pensare
qualche anno fa, ma che ora - con l’ampia disponibilità
anche di tablet
Windows (e dopo
la scomparsa di
Windows RT) si rivela quanto
mai azzeccata.
Tanto più che,
l’architettura
modulare del sistema, consente
il controllo con
opportune app anche da device Apple
e Android, oltre che Windows Phone.
Next ha il vantaggio di essere un sistema facilmente aperto all’interfacciamento verso altri sottosistemi, anche di marche differenti; infatti, Easydom propone
anche la sua soluzione per l’hardware di
controllo per esempio dell’illuminazione
o della climatizzazione/riscaldamento
(ovviamente nativamente compatibile
con Next), ma il software è già pronto
per interfacciarsi con altri sistemi di terze parti, sia sul fronte elettrotecnico, che
“clima” e sicurezza. Infine, Next ha una
spiccata vocazione multimediale, dato
che può anche gestire, all’interno dei
propri scenari, tutta la parte musicale.
Easydom Next a Las Vegas ha riscosso
molto successo (è stata una delle soluzioni software premiata dall’organizzazione del CES nella propria categoria)
e sbarca ora negli Stati Uniti, dopo aver
avuto già molte installazioni in Italia e
in Europa. La dimostrazione che, se si
hanno i piedi ben piantati per terra ma
la testa un po’ più in alto delle “nuvole”
italiane, si può riuscire ad avere successo “hi-tech” anche al di fuori dei nostri
confini. Cosa che in altri Paesi europei
hanno già iniziato da tempo a fare (impressionante, per esempio, il numero di
startup francesi presenti a Las Vegas) e
può essere la soluzione per far crescere davvero un’economia digitale che in
Italia ancora è più un desiderio che una
realtà. I nostri complimenti a Sergio Tucci e alla sua squadra, ragazzi in gamba
e che hanno saputo inseguire il loro sogno dagli “scantinati” fino alla ribalta del
successo alla manifestazione più importante al mondo.
Ricordate il Flower Power che
Parrot lanciò al CES 2014? Il concetto è piaciuto molto, al punto da
volerlo perfezionare e presentare
due successori: H2O e Pot. I rappresentanti di Parrot non ci hanno
fornito una data di lancio né un
prezzo di listino europeo, ma la
certezza è che usciranno durante l’anno, presumibilmente entro
l’estate. Entrambi sono l’evoluzione
di Flower Power, ovvero del sensore che tiene traccia dello stato di
salute delle piante monitorando
diversi parametri come il livello di
umidità e la temperatura, e avvisa
quando vanno innaffiate. Nel corso di quest’anno Parrot ha dovuto
valutare diverse osservazioni degli
utenti, e in particolare una: come
posso intervenire se sono fuori
casa e l’app mi avverte che devo
prendermi cura della pianta? La
soluzione di base si chiama H2O,
un piccolo sensore che si immerge
nel terriccio e che può bagnare la
pianta in autonomia. Tutto questo
è possibile collegando una bottiglietta d’acqua al sensore, dalla
quale H2O attinge in caso di necessità. L’app, sincronizzabile con
l’apparecchio tramite Bluetooth,
tiene traccia di svariati parametri
e li comunica in tempo reale. Una
soluzione utile ma con un limite
estetico. Non è bello mostrare una
bottiglietta d’acqua a fianco alle
proprie piante più pregiate, e per
questo Parrot ha studiato la soluzione più avanzata, ovvero Pot. Pot
è un vaso esteticamente curato,
con finitura bianca lucida, contenente una vaschetta ai lati (invisibile) capace di ospitare fino a 2 litri
d’acqua: il meccanismo di funzionamento è lo stesso di H2O, ma
l’impatto estetico è ben diverso.
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13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
GADGET Qualche chicca tecnologica tra le più curiose e intelligenti che abbiamo “scovato” quest’anno alla fiera di Las Vegas
I 12 gadget (quasi) imperdibili visti al CES 2015
I
di Roberto PEZZALI
l CES è la fiera della tecnologia ma è anche il palcoscenico di molte startup: abbiamo raccolto le idee
che abbiamo trovato più curiose e geniali. Qualcuna
è già in vendita, altre sono in arrivo, altre invece sono
in attesa di sovvenzioni sui vari Kickstarter e Indiegogo,
i più popolari siti di crowdfunding.
Uno dei giocattoli più belli in assoluto: Meccano sta
per lanciare il kit con i robot da costruire. Sono alti un
metro e con il kit si possono produrre 3 robot diversi.
ZBoard 2 è la nuova versione dello skateboard
motorizzato controllato con lo spostamento di peso:
16 miglia di autonomia e 20 miglia all’ora di velocità
massima sono un ottimo biglietto da visita.
SmartMat è il tappetino intelligente per lo yoga. Rileva la pressione in tutti i punti e capisce come si eseguono le posizioni controllando il bilanciamento del peso.
Una maglietta che blocca le radiazioni emesse dagli smartphone. Ideale per le donne in dolce attesa,
preoccupate che lo smartphone possa far male al loro
piccolo.
Un auricolare wireless che si inserisce completamente nell’orecchio. E non fa ascoltare solo musica:
rileva anche il battito cardiaco e funziona come tracker contapassi.
Per insegnare ai bambini a contare arriva Tiggly,
una serie di strumenti da usare con il tablet che uniscono elementi virtuali a elementi fisici. Facile da usare, variegato (ci sono anche le lettere) e utile.
Chi non sogna una paperella per il bagno? Questa è
connessa Bluetooth allo smartphone, racconta storie
e diventa rossa se l’acqua è troppo calda. Funziona
anche come speaker. Si chiama Edwin.

Un microfono ultrasensibile permette alle mamme
di ascoltare il battito del loro bambino sullo smartphone, registrarlo e condividerlo.
torna al sommario
Le stampanti 3D stampano anche dolci, pizze e biscotti. L’idea è interessante, soprattutto la decorazione delle torte. Cosa ne pensano i cake designer?
In arrivo da MakerBot nuovi materiali per produrre
oggetti stampati in 3D: composti a base di legno e
ferro saranno i primi, e il risultato è incredibile.
Il letto intelligente per bambini controlla battito cardiaco, qualità del sonno e manda le notifiche ai genitori se il bambino si sveglia.
La capsula del silenzio: basta infilare la testa sotto
questo “uovo” per essere isolati dal mondo, grazie a
un sistema attivo di cancellazione del rumore. Un attimo di pace da installare nei luoghi più chiassosi.
n.103 / 15
13 GENNAIO 2015
MAGAZINE
GADGET L’edizione 2015 del CES è stata anche l’occasione per vedere apparecchi e gadget particolari e dalla dubbia utilità
I 10 prodotti più assurdi visti al CES di Las Vegas
I
di Roberto PEZZALI
dee bizzarre, forse troppo: abbiamo raccolto alcuni
dei prodotti più assurdi e strani presentati al CES di
Las Vegas. Dal mappamondo digitale al sensore che
ascolta la parola delle piante per arrivare alla cooking
machine a capsule, capace di cucinare da sola un piatto di spaghetti (dal pessimo aspetto). Ecco le migliori
che abbiamo trovato.
Rotimatic è la macchina che crea tortillas e tacos:
basta inserire gli ingredienti e fa tutto in un minuto.
Perfetta per gli amanti della cucina messicana. Ma forse non proprio indispensabile.
Oku è lo scanner per il viso che rivela in anticipo se si
sta per crescere un foruncolo. Connesso via bluetooth
allo smartphone tiene traccia dello stato della pelle e
del viso nel corso del tempo. Per gli ossessionati dall’estetica.
Perché occupare il polso con uno smart-qualcosa
quando molte persone già indossano gli occhiali?
Ecco il primo fitness tracker integrato nella montatura.
Con una serie di sensori è in grado però - secondo i
propri ideatori - di rilevare anche lo stato cerebrale
indicando ad una persona quanto è troppo stanca.

Questa cooking machine dovrebbe diventare la
“Nespresso” del cibo: gli ingredienti si caricano a
capsule e poi fa tutto lei. Nota per gli italiani: oltre a
funzionare male, il piatto cucinato era per i nostri gusti
semplicemente disgustoso.
torna al sommario
Un vero e proprio casco multimediale, con videocamera frontale integrata, frecce integrate nella parte
posteriore e fari LED sul davanti. L’unico aspetto utile,
probabilmente, è il sistema wireless audio integrato.
Per i tecno-ciclisti della domenica che hanno voglia
di stupire.
Le solette per le scarpe riscaldate: si attivano tramite smartphone e scaldano i piedi d’inverno con una
resistenza integrata. Piccolo problema: l’autonomia è
solo di pochi minuti, dopodiché si gela.
La cintura motorizzata: dopo aver impostato il grado di comfort, autoregola la lunghezza per mantenere
una tensione adeguata grazie al motore interno, allargandosi da seduti o stringendosi quando si è in piedi.
Misura anche il girovita e avvisa se stiamo ingrassando. Peccato per la fibbia non proprio alla moda.
Un sensore che “ascolta” le radiazioni emesse dalle
piante e le interpreta. Secondo il creatore, l’oggetto,
oltre a rilevare l’inquinamento atmosferico, capisce le
esigenze della pianta e le comunica via smartphone al
“padrone”. Come abbiamo fatto fino ad oggi senza?
Ecco un mappamondo digitale touch: un proiettore
proietta diverse mappe all’interno di questa sfera che
può essere facilmente gestita con le dita. Tutto questo
in teoria perché in realtà per la fiera, purtroppo, “girava” solo un’immagine e per di più statica. Ma anche se
fosse stata dinamica, a cosa può servire un oggetto
del genere?
I fitness tracker sono un po’ la moda del momento e ultimamente li abbiamo visti infilati un po’
dovunque in ogni tipo di oggetto. In questo caso il
fitness tracker è inserito in un anello. Già abbiamo
dei forti dubbi sulla reale utilità di un fitness tracker
tradizionale, figuriamoci di questo che non solo è ingombrante ma è anche particolarmente scomodo. E,
come ultima ma non banale considerazione, è anche
terribilmente brutto.