Tpl, Berruti fa il “pompiere” sul caso della doppia
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Tpl, Berruti fa il “pompiere” sul caso della doppia
16 DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 IL SECOLO XIX savona provincia LE REAZIONI DEI SOCI PUBBLICI DELL’AZIENDA DEI TRASPORTI ALLA NOMINA DI STRINATI A PRESIDENTE-DIRETTORE ACCUSE IPOCRITE SCELTA DA RIVEDERE Vaccarezza non può fare morali su doppi e tripli incarichi Non vedo l’opportunità di mischiare due ruoli distinti FEDERICO BERRUTI MONICA GIULIANO sindaco di Savona presidente della Provincia Tpl, Berruti fa il “pompiere” sul caso della doppia poltrona Il sindaco : «Scelta temporanea». Giuliano: nessuno mi ha avvisata MARIO DE FAZIO SAVONA. Una soluzione «temporanea» che «non può essere la regola» ma che, in sostanza, non viene messa in discussione. Ma anche una scelta che «bisognerà rivedere, per non mischiare ruoli politici con ruoli tecnici». All’indomani della decisione del Cda di Tpl di nominare direttore generale Claudio Strinati, che già ricopre la carica di presidente dell’azienda di trasporto pubblico savonese, le reazioni dei due principali soci pubblici, Comune di Savona e Provincia, sono diverse. Nessuno dei due “scarica” l’ex segretario cittadino del Pd. Ma se il sindaco Berruti giustifica la scelta «tecnica, e non politica» di assommare due cariche e stipendi in virtù della fase delicata che vive il trasporto locale, punzecchiando l’ex presidente provinciale Vaccarezza, Monica Giuliano chiede che la nomina sia rivista in tempi rapidi. Resta l’imbarazzo in alcuni ambienti democratici per unadecisionevissutadaalcuni come un blitz, frutto anche della difficile convivenza che da due anni regna in azienda. Con la fusione Tpl-Acts in vista, la fase di transizione verso l’azienda unica regionale e la bomba dell’ex dg Gommellini indagato per peculato e licenziato, la temperatura è diventata bollente. Chi prova a gettare acqua sul fuoco è Berruti. «Credo che si siano combinatidueelementi–spiegail sindaco -. Un’emergenza, che nasce dalla vicenda relativa all’ex direttore, e l’incertezza sul futuro delle aziende locali liguri. C’era l’emergenza di ricoprire quel ruolo ma anche la remora di provvedere a una selezione, e a un’assunzione, con tanta incertezza. E’ una decisione tecnica, la politica non c’entra». Sul doppio stipendio, Berruti spiega come «non sta a me valutare la congruità dell’emolumento ma mi pare che si sia scelta una soluzione con costi molto inferiori rispetto al passato. Resta una soluzione emergenziale, che non può essere a regime». Il sindaco, però, non ci sta a farsi dare “lezioni” da Vaccarezza. «È una polemica scivolosa fatta da Angelo – ar- gomenta -. Sul tema dei doppi e tripli incarichi ci ha dato esempi interessanti, come quando si è nominato in Autostrade e Ips. Non mi sembra sia il più rigoroso sul tema». Diversa la posizione del presidente della Provincia, Monica Giuliano. «Non mi hanno neanche avvisato, l’ho saputo dai giornali. Sicuramente si trattava di un passaggio ne- Claudio Strinati, presidente-direttore di Tpl cessario per non fermare l’attività dell’azienda ma non ne vedo l’opportunità: mischiare due ruoli ben distinti mi auguro sia un passaggio temporaneo. Non può essere una soluzione definitiva e credo bisognerà rivederla: serve un profilo tecnico, con competenze specifiche, scelto in base a criteri trasparenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA PARLA IL MANAGER LICENZIATO DOPO L’INDAGINE PER PECULATO «Vicenda sempre più opaca servono selezioni pubbliche» Gommellini: i miei 200mila euro? Forse ha sbagliato i conti IL COLLOQUIO SAVONA. «Il mio contratto prevedeva una retribuzione lorda di 120mila euro l’anno. Per arrivare a 200mila euro partendo da 120mila, bisogna sommarne altri 80mila; forse, il “presidente-direttore” si è confuso, attribuendomi i suoi due stipendi e facendo un unico totale». Con- tinuano le polemiche e i veleni in Tpl. E a togliersi qualche sassolino dalle scarpe questa volta è l’ex direttore generale Giovanni Gommellini,indagatoperpeculato e licenziato dall’azienda, cheattaccailpresidenteStrinati all’indomani della sua nomina proprio nel ruolo da cui è stato cacciato Gommellini. «Mi sento in dovere di precisare per introdurre un elemento di trasparenza in unavicendacheapparesempre più opaca», spiega in una nota l’ex dg che tiene a precisare come la sua retribuzione, a differenza di quanto dichiarato da Strinati, fosse di 120milaeuroacuiaggiungere «un premio pari a 15mila euro lordi alla realizzazione di un piano di riorganizzazione» e alcuni «benefits consistenti principalmente nell’auto aziendale, una Kia Carnival, telefono portatile e computer portatile». Un equivoco che sarebbe nato in seguito a una dichiarazione contenuta in un comunicato dei sindacati «da me smentito nel modo più categorico». Non manca una sottile stilettata sulla scelta del suo “successore”. «Non entro nel merito della decisione del Cda che ha stabilito di affidare al presidente anche il ruolo di direttore generale; rilevo solo che la così detta “Legge Brunetta” mi risulta essere ancora in vigore e che fra gli oltre ottocento curriculum pervenuti alla Tpl in occasione della selezione che aveva individuato me come futuro direttore generale della Società, forse ve ne erano uno o due degni di nota». M. D. F. UN’ALTRA SORPRESA PER I CONTRIBUENTI. L’ANMIL: «CONSIGLIAMO DI ASPETTARE IL DEPOSITO DELLA SENTENZA» Isee, caos delle indennità di accompagnamento Il Tar del Lazio le esclude, con le pensioni di invalidità, dal calcolo del reddito. Tutti i conti da rifare, Caaf spiazzati ELENA ROMANATO SAVONA. C’è ancora più confusione per chi deve compilare i nuovi Isee (in vigore da inizio 2015) dopo il pronunciamento del Tar del Lazio che stabilisce che pensioni di invalidità ed indennità di accompagnamento nonpossonoessereconsiderati redditi ai fini del calcolo. Chi ha già compilato il nuovo Isee da inizio anno fino a due giorni fa, però che si è visto calcolare le indennità di accompagnamento in un documento poi considerato illegittimo, in questa sua parte, dal Tar. Venerdì sono iniziate ad arrivare le prime telefonate ai Caaf e alle Acli. «Il pronunciamento del Tar del Lazio – dice il presidente dell’Anmil Giancarlo Bertana, una delle associazioni che a livello nazionale aveva denunciato il caso – crea molta confusione. Alcune persone si sono rivolte al nostro Caaf ed hanno già compilato il nuovo Isee, ma a questo punto non sappiamo cosa succederà con questo pronunciamento del Tar. Per ora consigliamo di aspettare il deposito della sentenza». In poche parole per quelle famiglie con persone disabili o invalide i nuovi Isee con le franchigie non avrebbero più valore e quello vecchio non esiste più. Un problema che coinvolge le famiglie che devono accedere a determinati servizi, dall’accettazione di un parente anziano in una struttura protetta, e soprattutto se si considera che a fine mese si chiudono le iscrizioni scolastiche e per l’esenzione o le agevolazioni, vedi ai nidi o al servizio mensa, ci si basa sull’Isee. Inoltre c’è anche la questione dell’applicativo informatico dell’Inps per il nuovo Isee che probabilmente dovrà essere «ricalibrato»; infatti con il nuovo Isee ai Caaf spetta solo la preparazione delle pratiche da inviare all’Inps che provvede ai controlli incrociati con l’Agen- 33 il numero massimo di documenti richiesti al contribuente per la compilazione del nuovo Isee. Una specie di rompicapo 60 Gli uffici del Caaf Cigl in via Boito zia delle Entrate per reinviarlo poi, entro dieci giorni, ai Caaf che lo consegnano all’utente. Una procedura che ha già causato notevoli ritardi. La vicenda Isee, del resto, è partita male sin dall’inizio. I Caaf non sono riusciti ad avviare la pratica, a causa della mancata consegna del sistema informatico, con la nuova formula già dal primo gennaio,comeprevistodalla minuti il tempo medio di compilazione di un modello Isee. Lo scorso anno ai Caaf bastavano 20 minuti normativa, ma solo una quindicina di giorni fa. Con una serie di difficoltà che si trascineranno a lungo. A partire dal numero di documenti richiesti per ogni espletamento: nei casi estremi anche 33. Alcuni molto difficili da ottenere, come la firma di un genitore che è all’estero o lontano dal nucleo familiare ormai da anni; oppure la giacenza media sul conto corrente, che le banche rilasciano mal volentieri e i libretti postali hanno bisogno di un mese. Infine, c’è tutta la “partita” che coinvolge l’Inps. Non è più il Caaf, come avveniva gli anni scorsi, a compilare e riconsegnare l’Isee al cittadino, ma lo sportello si occupa solo della pre-compilazione che viene inviata all’Inps. Qui, entro dieci giorni, l’Istituto dovrà porre a confronto con l’Agenzia delle entrate i dati: se risulterà tutto corretto, l’Isee verrà rispedito all’utente. In caso contrario, l’iter ripartirà da capo. Ma, come si temeva, l’Inps ha consegnato il dieci per cento dei documenti inviati entro la scadenza prevista e l’attesa fuori programma, per ora, non è quantificabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA