international - italianyachtmasters

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n. 46 - Estate 2015 - Euro 6,00
international
TECNOMAR NADARA 40 LOW PROFILE
VITTERS SHIPYARD GANESHA
TANSU YACHTS SO’MAR
ALLOY YACHTS ENCORE
CHARTER BAGLIETTO 54M BURKUT
CAICCO DON CHRIS
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TECNICA FEADSHIP SAVANNAH,
IN NOME DELL’EFFICIENZA
INTERVISTA
MONDOMARINE
ACQUISISCE
CANTIERI DI PISA
TRIMESTRALE
3
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DESIGN NUOVE CONFIGURAZIONI
PER NUOVI SUPERYACHT
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captain’s corner
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Da quale parte del mondo proviene comandante?
Sono originario di Varazze in Liguria, mio padre era maestro d’ascia presso i Cantieri Baglietto,
dove venivano costruiti i primi fantastici yacht in legno, che hanno certamente contribuito
a portare la nautica al livello attuale. Ancora oggi in giro per il mondo se ne trova qualche
esemplare perfettamente conservato e tenuto da amatori appassionati di barche d’epoca.
Come si è avvicinato al mare?
Quando avevo 6/7 anni andavo a pescare con mio padre su un gozzo ligure di 6 metri in
legno; mi ricordo che partivamo prima del sorgere del sole per salpare le reti gettate la sera
precedente. Lui alle 8 doveva essere al lavoro.
Scuola di formazione:
La mia formazione è avvenuta presso l’ITN “Leon Pancaldo” di Savona. In seguito ho frequentato l’Accademia Navale di Livorno. E a seguire naturalmente ho frequentato
tutti i corsi necessari per crescere professionalmente.
Quali sono i suoi primi ricordi del mare e delle barche?
La sveglia quando era ancora buio, prima che il sole sorgesse, per pescare con
i tremagli e salpare le reti prima che i granchi mangiassero i pesci catturati e il
fascino iabesco delle albe sul mare.
Com’è stato l’impatto col mondo del lavoro vero e
proprio?
Il mio primo imbarco da allievo fu sulla “Donizetti” della gloriosa società ITALIA S.P.A.N. la stessa delle nostre ammiraglie Michelangelo e Raffaello, una
nave passeggeri di linea che faceva il Sud America. Ho molti ricordi: fummo
l’ultima nave a salpare da Valparaiso in Cile prima del golpe militare di Pinochet e mi ricordo che molti cileni vollero imbarcarsi in fretta, cercando di evitare il peggio. In seguito navigai su navi che trasportavano merci varie in Africa,
con le vecchie stive da carico, poi sulle porta container. Delle merci varie ho
un bel ricordo, perché quando si arrivava nei porti si rimaneva molti giorni per
scaricare la nave e c’era la possibilità di visitare le città che toccavamo.
Quali le prime esperienze in mare?
Sono stato imbarcato come Uficiale di rotta e T.L.C. nella Marina Militare;
ritornato in Marina Mercantile, e dopo l’imbarco sulla M/N Donizetti ho navigato su navi merci varie della compagnia “Messina” che facevano le rotte
dell’Africa. All’epoca una nave poteva stare in porto anche 1 settimana per
effettuare le operazioni di carico e scarico, o sostare in rada anche 40 giorni
in attesa di poter attraccare. Sbarcai nel 1987 dalla Jolly Rubino, compagnia
“Messina”, prima del viaggio durante il quale la nave subì un attacco con armi
da fuoco nel Golfo Persico, fu questo l’incidente che portò all’intervento della
nostra Marina Militare in quelle acque.
Precedenti esperienze di comando:
Dal 1992 sono nello yachting. Inizialmente ho lavorato con il gruppo AzimutBenetti ed oramai da 15 anni sono sempre con lo stesso armatore.
Quali caratteristiche ha la barca che sta comandando?
Attualmente comando una barca che mi piace molto per le sue qualità nautiche. Si tratta di
un explorer di 44 mt. dei Cantieri Eurocraft di Vado Ligure. É una barca di 2 anni, lo scafo è
quello di un supply vessel con le sovrastrutture di uno yacht, lo scorso inverno siamo andati ai
Caraibi passando da Capo Verde e non abbiamo avuto il minimo problema. È un mezzo che
mi dà sicurezza, ovviamente rispettando sempre le dure regole del mare. Non esiste una barca che naviga con qualsiasi condizione meteo, ma con questo tipo di mezzo, anche in situazioni critiche, so di poter contare sul massimo che si può ottenere da una nave. “Baron Trenck”
è una miscela di stili, explorer all’esterno ma con gli interni eleganti e confortevoli
di un superyacht, è noto per la sua sicurezza e stabilità, caratteristiche fondamentali
per yacht da charter che navigano in tutto il mondo. È considerato uno yacht ideale
per navigare da un’isola all’altra grazie alla sua incredibile stabilità data anche dagli
stabilizzatori zero-speed; il pescaggio di soli 3m gli permette poi di entrare in piccole
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di Martino Motti
INTERVISTA AL COMANDANTE
LUIGI CERVETTO
baie. Inoltre, il suo ampio sun-deck può ospitare cocktail party ino a 100 persone per
eventi come il Gran Premio di Monaco o il Festival del Cinema di Cannes.
Marina preferita:
La mia marina preferita è Porto Cervo, per la vita che offre in stagione e per la facilità
di raggiungere coste ed isole meravigliose con poca navigazione.
Rotta preferita:
Le rotte preferite sono lungo le coste italiane e francesi, la Sardegna, Capri, Corsica e Costa
azzurra. Mi piacciono molto anche le Baleari.
Quali innovazioni del mondo dello yachting l’hanno maggiormente colpita e perché:
Una delle novità che più mi ha colpito in questi ultimi anni è l’ECDIS (Electronic Chart Display
and Information System), praticamente
può sostituire le carte nautiche, viene aggiornato via INTERNET e si può pianiicare
una rotta da banchina a banchina usando
solo questo apparato; il sistema controlla
che la pianiicazione sia corretta e poi la
segue durante la navigazione. Io lo uso, ma
dato che sono all’antica, la carta nautica
non la voglio abbandonare; l’elettronica è
meravigliosa, ma ho già visto il mare sfondare dei vetri in plancia e mandare tutto in
black-out, la carta nautica l’asciugo, il computer lo butto.
La peggiore avventura mai
capitata nella sua esperienza
di capitano?
Nel mercantile è stato un incendio a
bordo, fortunatamente era solo in coperta ed è stato subito domato dall’equipaggio. Nel diporto parecchi anni fa
rimasi con un solo motore durante la traversata tra Italia e Grecia con mare forza 7,
fortunatamente era solo un manicotto da
sistemare. Strano a dirsi ma come se non
succedesse mai nulla se non con condizioni
meteo dificili.
Cosa pensa del suo ruolo di
capitano e del mondo dello yachting in cui si trova ad
operare:
Penso che al giorno d’oggi un comandante di superyacht debba fare tutto, dalla gestione della barca ai contatti con broker e clienti per i char ter, alle pratiche da fare ogni volta che si entra o si esce dai por ti, ai contatti
con le varie marine per pianiicare il viaggio e così via. Sicuramente la burocrazia nel mio
lavoro è la par te meno gradevole. In questi ultimi anni le dimensioni degli Yacht stanno
aumentando sempre più; sono praticamente vere e proprie navi e le legislazioni dei vari
paesi non riescono a stare al passo con questa evoluzione. Conosco colleghi italiani che
hanno perso imbarchi perché le nostre regole sono troppo restrittive rispetto a quelle
dei colleghi britannici, che vengono invece agevolati dalle loro autorità nazionali. C’è
molto da fare in questo campo e proprio per questo recentemente è nata l’associazione
“Italian Yacht Master” che raggruppa molti Comandanti italiani di Maxi Yacht e che ha
l’intento di promuovere la professionalità italiana, agevolare la formazione e il training e
avere contatti con le autorità nazionali competenti. La passione per la navigazione farà
sempre comunque par te della mia vita: Navigare necesse est, vivere non est necesse.
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