I legumi di una volta
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I legumi di una volta
VIII o Domenica 30 gennaio 2011 Otto Cultura, personaggi e miti dell’Irpinia «Uno dei modi migliori per mangiare le fave fresche dialetti era “cu pan’ e cas’” (con pane e formaggio), e tradizioni oppure a zuppa, con pomodoro e cipolle» «E’ da ricordare anche un altro legume, oggi quasi scomparso, le cicerchie “chichierchije”. Pianta risalente addirittura alla Magna Grecia» trapassato presente i legumi di una volta ra i tanti legumi che venivano consumati dai contadini irpini, ce ne sono alcuni che oggi so no po c o utilizzati ma c he fino a pochi decenni fa erano alla base della cucina rurale. Innanzitutto i lupini. Questi legumi venivano seminati nel periodo che va da novembre a dic embre e rac c o lti fra giugno e luglio. I terreni che davano frutti migliori erano “la terra r’ pret’, la terra appesa e la creta morta” (terreno pietroso, poco fertile e argilloso). La semina si effettuava a grado ni o “c u nu surc h’ c a c ummo glia l’avt” (a so lchi, realizzati uno di seguito all’altro). A luglio, “s’ sciuppavn’ li lupin, s’ facev’n a mazz e s vattev’n cum a li cic’r. Li stucch’ s’ st’pavn’ ndà la pagliera p’ ru fuoc e la paglia p’ l’an’mal” (a luglio si estirpavano le piante di lupini, si raccoglievano a mazzi e si battevano come i ceci. I gambi si co nservavano nel pagliaio e venivano usati per fare il fuo c o o per darli c o me paglia agli animali). “ P’ c urà li lup in’ se rv sul p are c c hia ac qua” ( per c urare i lupini serve so lo tanta acqua), infatti, prima di essere commerciati, i lupini venivano messi in grossi sacchi di juta e portati lungo i vari corsi d’acqua per almeno due giorni. I contadini spesso dormivano nei campi, per poterli tenere so tto c o ntro llo ed evitare c he venissero rubati. Un c o ltivato re di San Nic o la Baro nia, Mic hele Co luc a, ric o rda o A luglio, “s’ sciuppavn’ li lupin, s’ facev’n a mazz e s vattev’n cum a li cic’r. Li stucch’ s’ st’pavn’ ndà la pagliera p’ ru fuoc... che quando andava a vendere i lupini nei merc ati d ella Baro nia d ic eva: “ Jamm Jiamm, li lupin’ song’ rol’c e sapurit’” (Su, su, i lupini sono dolci e saporiti). Lucian’ M’ nganie ll’ d i San Vito , frazio ne d i Trevico, coltivava sempre molti lupini e poi andava fino a Deliceto, Sant’Agata di Puglia e Accadia per venderli insieme a castagne e patate. Lui diceva che “cu nu tumm’l r’ lupin sicch’ n’ facemm’ ru doppije curat” (con un tomolo di lupini secchi se ne ricavavano il doppio, dopo averli adeguatamente c urati) . No n erano in molti a consumare i lupini con la pasta o c o n altre verdure, mentre q uasi tutti «Non erano in molti a consumare i lupini con la pasta o con altre verdure, mentre quasi tutti soprattutto in occasione delle feste patronali, compravano “nu pugn’” (un pugno) di lupini che venivano mangiati per strada in compagnia, alla cantina, o a casa dopo il pranzo, conditi solo con un po’ di sale e olio. Altro legume oggi poco utilizzato è la fava. Un tempo le fave venivano cucinate sia d’estate, fresche, che d’inverno, secche. Venivano utilizzate per ottenere farine utili per l’uomo ma anche per preparare “lu sciuott’” (il cibo) per gli animali. Come i lupini anche le fave venivano seminate fra novembre e dicembre, preferibilmente durante “la cr’scenza” (luna crescente)» o di MARIANGELA CIORIA E TERESA LAVANGA soprattutto in occasione delle feste patronali, compravano “nu pugn’” (un pugno) di lupini che venivano mangiati per strada in co mpagnia, alla cantina, o a casa do po il pranzo , c o nditi so lo c o n un po ’ di sale e olio. Altro legume oggi poco utilizzato è la fava. Un tempo le fave venivano cucinate sia d’estate , fre sc he , c he d ’ inve rno , se c c he . Venivano utilizzate per ottenere farine utili per l’ uo mo ma anc he per preparare “lu sc iuo tt’” (il c ibo ) per gli animali. Co me i lupini anche le fave venivano seminate fra no vemb re e dic emb re, preferib ilmente durante “la cr’scenza” (luna crescente). Se novembre era troppo freddo e piovoso, si po teva aspettare anc he “la c ri’sc enza r’ Natal’” ( la luna c resc ente c he prec ede il Natale). In quasi tutti i paesi della Baronia, esse venivano rac c o lte verso maggio -giugno, mentre a Trevico bisognava aspettare i primi di luglio. Il terreno, prima di essere zappato , veniva c o sparso di c enere, per evitare che i semi venissero attaccati dagli insetti. Dopo averlo così preparato, si procedeva a fare dei buchi paralleli nei quali venivano adagiati tre o quattro semi, po i ric o perti c o n abbo ndante terra. I ragazzi spesso sac c heggiavano gli o rti per po ter mangiare le prime fave fresche, direttamente dalla pianta. Uno dei momenti peggiori e ra c o stituito d al p e lle grinaggio alla Madonna di Anzano, quando, lungo le stra- de mulattiere i fedeli si fermavano a fare incetta di fave, piselli e ceci, provocando le ire dei malcapitati contadini. Uno dei mo di miglio ri per mangiare le fave fresche era “cu pan’ e cas’” (con pane e formaggio), oppure a zuppa, con pomodoro e cipolle. D’inverno esse venivano poste sotto la cenere calda, si sbucciavano e si mangiavano c o sì, se mp lic i se mp lic i, oppure venivano prima messe a bagno e poi cotte nella pignatta, accanto al fuoco e quindi consumate a zuppa o insieme ad altre verdure. E’ necessario ricordare che molto utilizzate, soprattutto per gli animali erano le fave nere, tipiche di Trevico, che spesso, però, venivano usate anche per ottenere farine con cui si produceva un pane nero molto gustoso. Infine, è q uasi o b b ligato rio ric o rdare anche un altro legume, oggi quasi scomparso, le cicerchie “chichierchije”. Pianta risalente addirittura alla Magna Grecia, la cicerchia spesso era usata al posto delle lentic c hie, di c ui ric o rda vagamente la forma o dei ceci, di cui ricorda il sapore. Anche essa veniva conservata secca, poi c urata c o n ac qua e quindi c o tta nella pignatta. Questa pianta, c he c resc e in ambienti ostili, secchi e rigidi, era adatta a so d d isfare le ne c e ssità alime ntari so prattutto in quei c asi in c ui tutto il resto del raccolto andava a male. il libro un mondo di sapori antichi Dal libro "Un mondo di sapori antichi" di Mariangela Cioria, nasce una raccolta di filmati sulle tradizioni enogastronomiche locali dell'Irpinia girati proprio in occasione della realizzazione del libro. L'Associazione Irpinia Mia, ha curato la realizzazione di questo dvd con l'intento, non solo di diffondere le tradizioni irpine, ma soprattutto di destinare i fondi raccolti attraverso la sua vendita alle popolazioni dell'Africa. Ciò è stato possibile grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Flumeri AV e grazie all'aiuto del Dott. Pilla Luigi, che da tempo è impegnato negli aiuti umanitari a queste popolazioni attraverso l'Associazione AFMAL (Associazione con i Fatebenefratelli per i Malati Lontani). L'associazione, nata nel 1979, è una Organizzazione Non Governativa (ONG), legalmente riconosciuta, impegnata nell'ambito dell'emergenza sanitaria e nello sviluppo di iniziative per la solidarietà internazionale. L'obiettivo dell'Associazione è quello di rendere gli esseri umani protagonisti della propria crescita, consapevoli delle proprie capacità e capaci di concretizzarle. Ciò, attraverso l'ascolto attento della popolazione che indica i veri bisogni a cui occorre dare risposta, la flessibilità dei progetti nell'adattarsi al mutare delle situazioni, la formazione di quadri locali capaci di assumere la gestione delle opere e delle iniziative messe in atto dai progetti stessi. Grazie ai contributi ricevuti nel 2010, l’ Assoc iazione Irpinia Mia ha donato all'Associazione AFMAL 1.000 euro, da utilizzare per opere idriche in Africa, e 100 DVD da utilizzare per la raccolta di fondi destinati allo stesso obiettivo. Con un contributo minimo di 10,00 euro, in cambio del dvd, anche tu puoi aiutarci a sostenere la nostra iniziativa. Versa il tuo contributo + 5,00 euro per le spese di spedizione sul Conto Corrente n. 97074306 intestato a: Associazione Irpinia Mia, V. Dante Alighieri 10, 83058 Trevico AV. Il nostro ed il vostro impegno continua anche per il 2011. Grazie a tutti!! Ulteriori informazioni su www.trevico.net