silenziosa casa di Farges, successe il dialogo vivace ed appassio

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silenziosa casa di Farges, successe il dialogo vivace ed appassio
silenziosa casa di Farges, successe il dialogo vivace ed appassionato tra i due eretici, cui ben presto venne a portare nuovo alimento quell'altro ingegno non meno speculativo, l'Alciati, arrivatovi subito dopo, secondo gli accordi presi fra loro probabilmente
al poni d'Arve K Altro che vane vociferazioni nel deserto, davanti
alle capre ed alle vacche ! Scacciati da Ginevra, gli italiani che
rifiutavano di accettare l'autorità di Calvino in materia di fede,
fecero di Farges la prima posizione di difesa sulla quale si ripiegarono non per preparare la resa, ma per riprendere lo slancio con
nuova baldanza, e gettarsi, quindi, nella lotta che li porterà, come
franchi tiratori, nei punti più avanzati d'Europa, ove più ardente
ferveva la battaglia. Ma a Farges alcuni di essi avevano affilato
le armi, elaborando piani di attacco, preparando libelli di propaganda, redigendo professioni di fede, mentre cercavano con lo
sguardo sfavillante dell'odio che nasce da un amore deluso o tradito, le due torri di S. Pietro le quali nell'ora del tramonto si delineavano ai loro occhi più simili a quelle di una fortezza che alle
guglie di una cattedrale. Nella storia delle lotte dottrinali della
seconda metà di quel secolo, e, particolarmente, nel quadro della
controversia ardente che scoppiò tra i sostenitori del dogma della
Trinità e i loro avversari, il castello di Farges assurge quindi a
simbolo di una corrente spirituale che, sotto molti riguardi, fu
feconda di pensiero e di azione. Di là Valentino riprese la lotta, e,
arricchito e stimolato dai consigli del maestro, se ne partì per
Lione col proposito di dare alle stampe il frutto delle sue speculazioni Fargiane.
3. Da Farges a Lione.
Lione era in quegli anni un emporio commerciale che, per le
sue grandi fiere, attirava mercanti di ogni paese. Un ramo importante del commercio era quello dei libri. La vita intellettuale era
fiorente talché Teodoro di Beza la definiva « un'altra Corinto » .
Città popolosa, la seconda capitale del Begno, offriva a Valentino,
oltre alla possibilità di consultare le opere che gli occorrevano,
quella, non meno urgente, di trovarvi lavoro, magari come correttore di bozze. Inoltre sperava di essere agevolato dalla presenza
di compatrioti che avevano abbracciato la riforma. Fra questi sappiamo che gli diede aiuto un certo Battista, di Lucca, che gli fornì
le opere dei Padri della Chiesa nelle quali egli trovò appiglio alle
2
1
2
Cfr.
P A S C A L , Op.
cit.,
p.
26.
Così in una sua lettera del 1564 a Bullingerio. Cfr. Op.
Galv., Voi. X X , Col. 297.