che tempo dopo quella stessa vettura ch

Transcript

che tempo dopo quella stessa vettura ch
GIORDANI
Italia
ALGAT
Italia
AEREO
Monoposto
Motore 50 cc
anno 1929
anno 1954
Di questa vetturetta, mossa da un motore a scoppio di
50 cc., ne vennero prodotti solo tre esemplari, uno entrò
nella Casa Reale d’ Inghilterra, un secondo andò al figlio
del generale Eisenhower, il terzo rimase in Italia, fino a
giungere a Treviso.
La carrozzeria non ricalca le forme di un modello particolare, ma fu realizzata su fantasia del costruttore stesso,
imitando le monoposto da corsa del tempo, non senza
qualche spunto originale, come il gioco di volumi sul cofano anteriore ed il taglio inclinato all’indietro del musetto. Il motore è collocato posteriormente, mentre le ruote,
di diametro troppo piccolo, appaiono sgraziate.
Nel 1885, nel cuore di Bologna, Raffaele Giordani aveva una bottega-officina, dove lavorava il ferro. Lì il figlio
Pietro imparò il mestiere del fabbro e, proseguendo l’attività del padre, ebbe l’idea di allargare gli interessi aziendali, cominciando ad importare dall’Inghilterra le prime biciclette. Nel 1911 egli morì, ma i figli seguirono la strada già
indicata dal nonno, dando avvio alla storia della Giordani
che noi conosciamo.
Da quella data iniziò infatti la produzione di tricicli e di carrozzine per bambole. Negli anni si aggiunsero nuovi prodotti, carrozzine e passeggini per bambini, biciclette per
l’infanzia, cavalli a dondolo ed a pedali, macchine a pedali e tanto altro ancora.
Passata la Grande Guerra, alla fine degli anni venti, venne prodotto in piccola serie l’aereo esposto, con l’insegna
della squadriglia Baracca. Esso rappresenta uno dei primi
momenti d’attenzione del costruttore bolognese per i moderni mezzi di locomozione, anche quelli futuribili, intuendo che più di altri questi avrebbero attratto i bambini e favorito in qualche modo una crescita proiettata nel futuro.
Anche il razzo a pedali dei primi anni cinquanta, sempre
realizzato in piccola serie, interpretava questo spirito, legandosi ai racconti di fantascienza di Giulio Verne.
La ricerca spaziale era comunque già in atto e da lì a pochi anni, esattamente nel 1957, sarebbe stato effettuato il
il primo lancio spaziale, quello dello Sputnik 1.
GIORDANI
Italia
GIORDANI
Italia
FERRARI
INDIANAPOLIS
anno 1957
Prodotta dalla Giordani, nota ai bambini di un tempo
per la produzione di carrozzine e di bellissimi e tanto desiderati modelli di auto a pedali, e non solo, questa vetturetta, molto solida e ben costruita, ricorda le partecipazioni delle monoposto di Maranello alle gare oltreoceano.
Nei primi anni ‘50 la Ferrari corse infatti nel famoso catino
di Indianapolis, con Ascari e Farina, ma i risultati furono
deludenti.
Inutile dire che tale vetturetta era poco indicata ai bambini gracili, visto il peso decisamente superiore alla media
e quindi alla maggiore forza di gambe richiesta per muoverla.
RAZZO
anno 1951
SOMEC
Italia
AUSTIN
Gran Bretagna
FORD T
J 40
Biposto
anno 1911
anno 1949
Questa vetturetta a pedali ultracentenaria nasce qualche tempo dopo quella stessa vettura che, agli inizi del
secolo scorso , diede avvio alla motorizzazione di massa
negli USA, con largo anticipo rispetto all’Europa, e che è
nota come l’auto di Stanlio e Ollio.
Nata da un’idea di Henry Ford, essa fu anche la prima ad
essere costruita razionalmente in catena di montaggio.
Di essa Ford disse che poteva essere di qualsiasi colore,
purchè nero, e che tutto ciò che non c’era non poteva
rompersi. In realtà colori vivaci come il giallo del modello
in scala ridotta vennero previsti per il mercato canadese.
La Somec aveva la propria sede a Pieve di Soligo.
Vettura decisamente interessante questa biposto a pedali costruita nel Sud del Galles, a Bargoed, tra il 1949 ed il
1971; le diverse serie differiscono fra loro solo per pochi
dettagli e non nella sostanza. Dicevamo interessante, perché venne costruita in una fabbrica nata nel 1947 e voluta
dal patron della Austin. Questi mise in piedi una produzione di giocattoli per dare un nuovo lavoro ai tanti operai
impiegati nelle miniere di carbone della zona che, per le
malattie polmonari contratte, non erano più in grado di lavorare in ambienti malsani. Quella fabbrica, nata con intenti sociali, arrivò nel tempo ad impiegare ben 500 maestranze e chiuse, dopo esser stata convertita alla produzione di componenti per motori, nel 1999.
L’auto comparve anche nel cortometraggio pubblicitario di
un noto marchio di biscotti, in onda su Carosello, e fu usata nelle scuole inglesi per le lezioni di educazione stradale.
BUGATTI
Francia
«Bugattina»
Elettrica
Era il lontano 1927 quando Roland chiese in dono al padre Ettore Bugatti un’auto a pedali, forse una Citroen, cosa
inaccettabile per il costruttore di auto da corsa. Egli decise
perciò di realizzare la copia in scala della mitica Bugatti "35", con
motore elettrico, poi replicata in una serie di 90 esemplari.
Negli anni ‘60 un’altra ditta francese avrebbe riproposto una
Bugatti in scala. Il modello esposto, guarda caso n. 035 di
telaio, è una «Bugattina» nell’originale blu Francia delle Bugatti da corsa, perfettamente restaurata. Il motore le imprimeva una velocità di 15 km/h. Anche Giovanni Agnelli ne
ebbe una, poi donata al Museo dell’Automobile di Torino.
PROGETTO GRAFICO G. BETTIO
anno 1930
ec
ADVAR Onlus - P.le Pistoia, 8 - 31100 Treviso
tel. 0422 432603 - fax 0422 432039
www.advar.it - [email protected]