Nuove droghe tra consumi reali e consumi
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Nuove droghe tra consumi reali e consumi
Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Nuove droghe tra consumi reali e consumi percepiti. Un percorso comparativo di indagine nel mondo della scuola. Elisabetta Buonasorte Collaboratrice del Laboratorio di ricerca sociale Dipartimento di Scienze Sociali - Università di Pisa +39 050 2212420 Abstract Il presente articolo intende offrire al lettore la possibilità di saperne di più sul complesso mondo delle droghe: sulle tipologie, sulle cause e sulle conseguenze sociali della tossicodipendenza. Intende, pertanto, analizzare il fenomeno della droga e della tossicodipendenza attraverso lo studio due nuove tendenze di consumo, sviluppatesi negli ultimi decenni, e particolarmente rilevanti nella nostra società: le dance drugs e le work drugs. Queste si sono diffuse in particolare all’interno dell’universo giovanile, ovvero tra gli individui che maggiormente sono passibili all’uso e all’abuso delle sostanze stupefacenti. Parlando di dance drugs si fa generalmente riferimento a tutte quelle sostanze psicoattive che vengono consumate in discoteca, in luoghi di svago, nei rave-parties e che hanno la capacità di attrarre un gran numero di consumatori in special modo tra le coorti dei giovani e giovanissimi. Parlando invece di work drugs, viene richiamato un particolare utilizzo di sostanze stupefacenti assunte al fine di migliorare le prestazioni fisiche o intellettuali dell’individuo, siano esse prestazioni di studio, di lavoro, sportive o sessuali. A conclusione del presente articolo, verranno esposti i risultati della ricerca sulla percezione - conoscenza del fenomeno droga e tossicodipendenza in riferimento ad un campione non casuale di 436 giovani studenti di due scuole medie superiori di Pisa. Indice 1. Uso, abuso e dipendenza 2 2. Dance drugs e work drugs 5 3. Indagine sulla percezione-conoscenza dei giovani studenti di due scuole secondarie superiori di Pisa riguardo al fenomeno della droga e della tossicodipendenza. 10 Bibliografia 25 1 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 1. Uso, abuso e dipendenza1 Il termine “droga” è un termine generico con il quale si indicano numerosissime sostanze, utilizzate nelle industrie delle essenze, in profumeria, in farmacia e nell’alimentazione. Si considerano invece stupefacenti alcune sostanze di origine naturale (vegetale o sintetica) che, grazie alla loro peculiare azione sulla psiche o sull’organismo, alterano profondamente la personalità del soggetto che li assume. Tra le sostanze stupefacenti illegali, considerate dannose per la salute e foriere di comportamentali antisociali, la droga più leggera e più largamente diffusa, soprattutto in ambito giovanile, è la cannabis. Questo termine si riferisce a tre diverse tipologie di sostanze: la marijuana, l’hashish, e l’olio di hashish. L’uso prolungato di queste sostanze comporta una riduzione delle motivazioni e la perdita della capacità nell’ottenere gratificazione dal vissuto quotidiano. Il soggetto che assume tali sostanze avrà difficoltà nella concentrazione, perdita di memoria e confusione mentale e pertanto lo studio, attività primaria dei soggetti che si trovano nella fascia di età nella quale il consumo delle droghe leggere è più forte, ovvero l’adolescenza, ne potrà risentire negativamente. Il consumo di cannabis può, altresì, facilitare lo sviluppo di relazioni sociali intense all’interno del gruppo dei pari, favorendo quel sentimento di appartenenza, ricercato da tutti quegli individui in formazione umana che ancora non hanno maturato una propria identità dell’io definita e che sentono il bisogno di riconoscersi nelle agenzie di socializzazione secondarie: il gruppo dei pari, appunto. La cannabis non produce una dipendenza vera e propria ma in ogni caso il soggetto ha difficoltà ad abbandonarla in modo definitivo. 1 M. Teesson - L. Degenhardt - W. Hall, trad. it. Le tossicodipendenze, Bologna, il Mulino, 2006. 2 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Decisamente più nocive e invasive delle droghe “leggere” sono le droghe generalmente ritenute “pesanti” quali gli oppiacei, gli stimolanti e gli allucinogeni. Degli oppiacei fanno parte l’oppio, che si presenta allo stato polveroso o solido, la morfina, il principale derivato dell’oppio, e l’eroina, un derivato della morfina molto più forte e pericoloso della sostanza dalla quale ha origine. Gli oppiacei hanno uno specifico utilizzo in campo medicosanitario da diverso tempo, sono impiegati per lenire il dolore di quei malati terminali per i quali i normali analgesici non hanno più alcun effetto. I principali effetti psichici dell’assunzione dell’eroina sono una sensazione immediata di benessere e di estraneazione dall’ambiente circostante. La dipendenza prodotta da tale sostanza, se iniettata per via endovenosa, è molto forte e prolungata nel tempo.2 Degli “stimolanti” fanno parte, invece, la cocaina, il crack e la pasta di coca. La cocaina e la pasta di coca si presentano sotto forma di polveri fini, biancastre con un odore caratteristico, il crack invece ha una forma simile a piccole scaglie di sapone. L’assunzione di tali droghe conduce all’alterazione dell’apparato sensoriale e percettivo comportando perdita dell’appetito, diminuzione della percezione di fatica fisica e mentale. Tali sostanze, infatti, stimolano il sistema nervoso centrale producendo inizialmente effetti apparentemente positivi quali: miglioramento delle capacità lavorative, delle performances sessuali e della abilità retoriche, ma sono solo effetti che anticipano uno stato di cose totalmente opposto. Presto, infatti, siffatte assunzioni provocano perdita di concentrazione, del controllo, aggressività e malumore. Tutto ciò a fronte di un problema che cresce parallelamente alla necessità sempre maggiore di dosi che il corpo esige. Un’altra tipologia di droghe pesanti è quella delle cosiddette “nuove droghe” che sono prodotte in laboratorio in forma sintetica: lsd, anfeta2 S. Piccone Stella, Droghe e tossicodipendenze, Bologna, il Mulino, 20022. 3 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 mine ed ecstasy. L’lsd e l’ecstasy sono allucinogeni molto potenti che non hanno nessun utilizzo in campo medico; producono un repentino cambiamento della personalità rendendo il soggetto o euforico o malinconico, ciò dipende dalle caratteristiche del consumatore. L’effetto allucinogeno di tali droghe dura 8-12 ore, dopo le quali si riprende il contatto con la realtà. L’utilizzo prolungato di tali sostanze instaura una forte dipendenza psichica che conduce a una incapacità nella gestione dei normali rapporti con il mondo esterno poiché il contatto con la realtà viene completamente falsato. A livello sociologico appare particolarmente significativo evidenziare la distinzione tra consumatore occasionale e tossicodipendente; l’assunzione di stupefacenti per il consumatore occasionale non presenta particolari conseguenze di ordine sociale, il soggetto non perde la capacità di essere membro attivo all’interno delle comunità di appartenenza e, pertanto, è capace di convivere con l’assunzione della sostanza senza che questa intervenga negativamente nelle attività quotidiane e nelle sue relazioni sociali. È un uso che si definirebbe, per così dire, “controllato”. Per il tossicodipendente gli effetti a livello individuale e sociale sono ben più evidenti; egli avrà un atteggiamento caratterizzato dalla perdita del contatto con la realtà e dall’incapacità di controllare la propria vita in quanto ogni azione verrà finalizzata necessariamente al reperimento della droga e all’assunzione della stessa, presentando, pertanto, difficoltà nei rapporti sociali, problematiche connesse al compimento delle normali attività quotidiane e difficoltà nel costruire un qualsiasi progetto e nel portarlo a termine. 4 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 2. Dance drugs e work drugs Negli ultimi decenni si sono sviluppate due nuove tendenze all’interno dell’universo giovanile che introducono alla scoperta delle dance drugs e delle work drugs. Le dance drugs sono tutte quelle sostanze stupefacenti consumate nei locali notturni, nei rave-parties e nelle occasioni di divertimento collettivo, in particolar modo nei fine settimana, in cui è dominante la musica. Tali contesti alterano le definizioni di ciò che è “normale fare” attraendo un numero elevato di persone, in special modo tra le coorti dei giovani e giovanissimi, richiamati in luoghi in cui, molto spesso, il confine tra il lecito e l’illecito è sfumato. Queste droghe si trovano sotto forma di pasticche da ingerire o da sciogliere quali lsd, anfetamine ed ecstasy. Il loro utilizzo è molto semplice, basta “calarle” (questo è il termine usato dai consumatori) e aspettare l’effetto che inizia a farsi sentire dopo un periodo di 20-60 minuti dopo l’assunzione; due ore più tardi si raggiunge l’effetto più intenso, dopo altre due ore questo diminuisce nuovamente. Dal momento in cui la sostanza stupefacente entra in circolo il consumatore di allucinogeni diventa irrequieto, iperattivo, ma a volte anche nervoso e angosciato. Tali sostanze si propongono come mezzo per facilitare i rapporti con gli altri. Si parla, infatti, di sostanze empatogene capaci di “spalancare” i canali comunicativi, liberare la parola e aprire la mente, per creare un senso di comunione e sintonia in cui è possibile superare quel senso di insicurezza sempre più diffuso tra le nuove generazioni. Sotto l’effetto delle pasticche è facile stringere amicizie ma anche provocare litigi in ragione della propria ipersensibilità. Ci si sente pronti a tutto, salvo poi rendersi conto che lo stato di sicurezza creato dall’effetto degli stupefacenti è solo momentaneo e per lo più effimero. Ma intanto, per circa sei ore, sotto l’effetto delle pasticche, il giovane si sente forte, brillante e seducente, e percepisce grande “affinità sensoriale” con tutti, esagerando l’interpretazione delle emozioni di amicizia, di amore, di ostilità; il giovane consumatore si sente in sintonia con i ragazzi e le ragazze 5 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 che lo circondano e i freni inibitori solitamente caratteristici dei primi approcci tra estranei svaniscono. È facile sentirsi amico ed in certi casi amante.3 La fase successiva a quella appena descritta, quando l’effetto dello stupefacente inizia a svanire, è caratterizzata, al contrario, da astenia, depressione e apatia, sensazioni queste che spesso vengono considerate altresì un’ulteriore forma di piacere. La velocità di diffusione e la facilità con la quale ci si avvicina a queste droghe dipendono anche dalla loro fama di essere droghe “sicure”. Il fatto di consumarle in un «contesto ricreativo e festivo, dove centinaia di giovani trascorrono parecchie ore ammassati insieme, spesso di notte, genera una condizione di virtuale impunibilità. In realtà l’ecstasy, come tutte le anfetamine, risulta collocata nella tabella delle droghe pesanti, il cui smercio dovrebbe essere severamente punito.»4 Tali droghe vengono considerate sicure anche per il loro aspetto che evoca sensazioni piacevoli; hanno nomi invitanti quali Adam, Ice, Speed, Eve, sono solitamente pasticche di colore rosa, celeste, giallo, hanno colori comunque sempre molto brillanti, che, associati a disegni, hanno lo scopo di rendere la sostanza stupefacente più invitante e di suscitare meno refrattarietà nel consumatore, soprattutto quello occasionale. Altro vantaggio che queste pasticche presentano è da ricercarsi nella pulizia e nell’igiene nella quale vengono assunte: non servono aghi, cucchiaini piegati, siringhe, non la capacità di “rollare una canna”, né quella di “mettere giù una riga”, non necessitano, quindi, di nessuna preparazione antecedente al loro utilizzo. Si assumono per bocca e in qualsiasi momento. È un consumo facile, pulito, apparentemente innocuo e, aspetto più importante, non contagioso. Si butta giù e si aspetta l’effetto: tutto qui! L’abitudine di ingerire pillole, infatti, è una pratica a cui tutti noi siamo sempre stati abituati fin da piccoli, e assume- 3 F. Bragozzi, Generazione in ecstasy: droga miti e musica della generazione techno, Torino, Edizione Gruppo Abele, 19983. 4 S. Piccone Stella, Droghe e tossicodipendenze, Bologna, il Mulino, 20022, p. 42. 6 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 re droghe che si presentano nella stessa forma di medicinali risulta più semplice e viene percepito come meno pericoloso.5 Secondo fonti accreditate la cultura che sottostà alle nuove droghe è quella che fa riferimento alla musica techno; un genere composto al computer con un ritmo particolarmente veloce e sostenuto, martellante ed invasivo accompagna la generazione di giovani che viaggiano alla velocità dell’era digitale. L’ecstasy, la sostanza più usata in questi contesti, viene generalmente assunta poco prima di arrivare in discoteca per ottenere il meglio dal mix musica - situazione - droga: l’effetto deve essere al massimo quando parte la musica e la serata ha inizio. A questo punto cominciano le particolari sensazioni che l’ecstasy accoppiata alla musica techno comporta: «sei solo, ma ti senti nel gruppo. E la musica ti arriva diversa. Ti prende da dentro. Non ti limiti ad ascoltarla, fa parte di te, si muove col tuo sangue e ti esplode nel ventre. La battuta serrata ti aiuta a ritmarti e a sincronizzare il battito del cuore, il tuo impulso vitale con quello degli altri e con l’universo intero. Ti avvicini a uno stato di trance, sei parte della tribù, senti il legame forte. Mentre balli, da solo, in mezzo agli altri che ballano da soli. È quello che il freddo linguaggio della scienza definisce empatogenicità.»6 Fra i consumatori della “techno-notte” c’è chi consuma esclusivamente ecstasy e magari non esagera col numero delle pasticche, ma, molto spesso, c’è anche chi, appena l’effetto accenna a scendere un pò, “cala” subito un’altra pastiglia, per mantenere alto lo standard dello “sballo”. Una delle caratteristiche di questi giovani, infatti, è la poliassunzione, quella tendenza ad assumere più sostanze in una stessa sera. Molti bevono alcolici, qualcuno all’ecstasy aggiunge lsd per accentuare l’effetto allucinogeno dell’Mdma, oppure anfetamina o cocaina per poter ballare di più. La cocaina ha ormai abbandonato il suo status di droga glamour legata solo a gruppi elitari ed è diventata un’abitudine di consumo anche in questi con5 G. Amendt, trad. it. No drugs no future. Le droghe nell’età dell’ansia sociale, Milano, Feltrinelli, 2004. 6 Testimonianza tratta dal sito http://www.yeaah.com/news/speciali/ecstasy.asp. 7 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 testi. Viene sniffata, infatti, come piatto forte della serata o per rafforzare l’effetto di qualche altra droga. Anche la cannabis non manca; è consumata generalmente a fine serata per far scendere l’eccitazione degli stimolanti, ma c’è anche chi la fuma all’inizio, per far salire più lentamente lo “sballo”. Sempre più spesso l’eroina entra in scena al pari delle altre droghe; viene assunta anch’essa, infatti, per calmare l’eccitazione della cocaina a fine serata. Accanto al fenomeno appena descritto se ne sta diffondendo un altro altrettanto significativo, ovvero quello delle work drugs; l’espressione richiama tutte quelle sostanze stupefacenti assunte al fine di migliorare le prestazioni fisiche o intellettuali, siano esse prestazioni di studio, di lavoro, sportive o sessuali. Sempre più spesso, gli individui lamentano forme acute di stress o depressioni, le donne sono quelle che ne soffrono di più, ma il numero degli uomini che risente di queste problematiche aumenta molto velocemente; anche gli stessi giovani, nel periodo dell’adolescenza, accusano forme di disagio e di ansia persistenti, superabili, la maggior parte delle volte, grazie alla assunzione di preparati omeopatici o complessi vitaminici, altre volte, invece, necessitano di cure mediche più specifiche. L’utilizzo di psicofarmaci o psicodroghe si sta diffondendo a macchia d’olio, per lo più come conseguenza dell’aumento delle paure sociali. È noto, infatti, come le società attuali si stiano muovendo verso la fine della società solidale; una nuova società, più egoistica e individualistica sta prendendo piede. Le condizioni politiche e sociali del mondo globalizzato, infatti, con effetto ping-pong aggiungono ansia alla paura e paura all’ansia. È difficile sentirsi al sicuro in condizioni di stabilità tanto precarie, in un contesto sociale che promette conflitti e dà continuamente informazioni che molto ricordano i bollettini di guerra.7 È per questo motivo che molti studiosi considerano l’uso di sostanze psicoattive indispensabile; senza di esse non pare 7 G. Amendt, trad. it. No drugs no future. Le droghe nell’età dell’ansia sociale, Milano, Feltrinelli, 2004. 8 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 loro possibile far fronte alla vita di tutti i giorni, parlano di un consumo che, in un futuro non molto lontano, coinvolgerà tutte le classi sociali ed entrambi i generi, senza distinzioni. Esistono due chiavi di lettura del fenomeno work drugs; la prima fa riferimento all’uso di sostanze stupefacenti per rimanere “a galla” in un mondo sempre meno a misura d’uomo, l’assumere droghe per la semplice riuscita e la basilare realizzazione personale dell’individuo, la seconda si riferisce, invece, all’uso di tali sostanze per la voglia di eccellere, di arrivare al successo meglio e prima degli altri e per far ciò le forze personali non sempre sono sufficienti. È importante, dunque, focalizzare l’attenzione sulla competitività della società contemporanea che non concede sconti né facilitazioni a chi non se li può permettere, è un mondo competitivo dove in tanti sono disposti a molto per aumentare le proprie possibilità di realizzazione personale. In conclusione è possibile affermare come i fattori che possono condurre un individuo verso l’uso di sostanze stupefacenti siano molteplici: il bisogno di sostenere alti ritmi di un’attività professionale massacrante, la voglia che può avere una ragazza timida di essere brillante in compagnia o disinibita sessualmente, la ricerca del divertimento a tutti i costi e oltre ogni limite o ancora il desiderio di entrare in contatto con persone che fanno uso di tali sostanze e sentirsi parte di un gruppo. La droga, quindi, la maggior parte delle volte, viene assunta per una migliore riuscita personale all’interno della propria comunità. «No drugs no future», è esplicativo il titolo del libro del sociologo tedesco Amendt8 nel sottolineare quanto le sostanze stupefacenti siano radicate nella nostra società e nelle società occidentali in genere e quanto queste saranno indispensabili per l’uomo del futuro. Un uomo a cui sarà richiesto uno sforzo enorme per riuscire a stare al passo con i progressi dell’era digitale e con i suoi effetti. 8 Ibidem. 9 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 3. Indagine sulla percezione-conoscenza dei giovani studenti di due scuole secondarie superiori di Pisa riguardo al fenomeno della droga e della tossicodipendenza. L’indagine sull’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti e sulla percezione che i giovani hanno del mondo delle droghe si è aperta con la preparazione del questionario da somministrare agli studenti delle due scuole prese a campione. Tale strumento di ricerca è interamente formato da domande chiuse con risposte precedentemente definite; scelta dettata dalla difficoltà di decodifica nel caso in cui le domande fossero state a risposte aperte, sicuramente più complete ed esaurienti, ma molto meno operativizzabili. Il questionario è suddiviso in tre sezioni, ognuna della quali con una specifica finalità. La prima sezione, “dati anagrafici, condizioni familiari”, ha avuto lo scopo di inquadrare il soggetto rispondente rilevando gli elementi ascritti; la seconda, “dati riguardanti la percezione della diffusione di droga nel contesto sociale”, si è posta come obbiettivo quello di testare la conoscenza dei giovani sul mondo della droga e la loro percezione circa la sua diffusione nelle comunità di appartenenza. La terza ed ultima sezione “dati riguardanti il consumo di droga” ha voluto verificare i consumi effettivi della popolazione studiata attraverso domande dirette, sempre ispirate al lavoro teorico effettuato in precedenza. Una volta che la stesura del questionario è stata ultimata, il passo successivo sono stati i pre-test, effettuati su di un numero ristretto di persone, ma sufficienti a testare la validità di certe domande e la eccessiva complessità di altre. Coloro ai quali è stato sottoposto il questionario erano anch’essi studenti della medesima fascia di età del campione, appartenenti a scuole che, però, non rientravano nel suddetto campione. A seguito di tali pre-test il questionario ha dovuto subire alcune modifiche, la maggior parte delle quali riguardanti la semplificazione del lessico usato, troppo specifico all’inizio, quasi colloquiale alla fine. Il campione della ricerca, scelto ancor prima della preparazione dello strumento della ricerca stesso è composto dall’Istituto Professionale Fa- 10 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 scetti, con il quale il rapporto è stato, fin da subito, ben gestito e la ricerca, di conseguenza, si è potuta svolgere con velocità e buona organizzazione; e il Liceo Scientifico Buonarroti, che, prontamente coinvolto, ha risposto con solerzia e tempestività e, in pochi giorni, ha permesso l’inizio della ricerca. Importante sottolineare come non sia stato chiesto alle scuole l’accesso alle liste degli studenti dei vari istituti, cosa che, in ogni caso, nessuna scuola mi avrebbe permesso di avere. Con uno strumento come il questionario utilizzato, pertanto, sarebbe impossibile risalire alle singole persone che lo hanno compilato. Il campione è composto dalle classi 4° e 5° del Liceo Scientifico Buonarroti e le classi 3°, 4° e 5° dell’Istituto Professionale Fascetti, per un totale di 436 studenti, di cui 272 frequentano il liceo scientifico, 164 la scuola professionale. In fase di catalogazione dati è stato necessario eliminare dal campione 19 questionari considerati inattendibili; la compilazione era stata compiuta evidentemente in maniera casuale ed inverosimile. Questi 19 soggetti hanno preso la ricerca come un momento goliardico e non sono stati attenti alle domande che il questionario poneva compilandolo in maniera frettolosa e non seria. Il campione analizzato non è di tipo probabilistico, pertanto, i risultati della ricerca non possono essere inferiti alla popolazione; nonostante questo l’indagine appare comunque significativa se si riflette sul fatto che il campione totale era di 455 soggetti, di cui solo 19 hanno compilato questionari inattendibili e, quindi, con un totale di 436 questionari validi. La parte di decodifica dati, è stata effettuata con il foglio di calcolo elettronico excel, strumento che ha permesso, oltre alla catalogazione dei singoli questionari, anche il lavoro di elaborazione dei dati. L’analisi dei dati, quindi, è stata effettuata con tutti quelli strumenti che un programma non specifico offre. Sono stati utilizzati, pertanto, incroci di variabili effettuati con tabelle semplici, tabelle pivot e grafici. Per quanto riguarda gli strumenti statistici, è stato usato il modello di indipendenza assoluta: il χ2. Quest’ultimo è costruito su un modello teorico in cui le due variabili sono 11 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 assolutamente indipendenti; con il test del χ2 si cerca di misurare la distanza tra il modello effettivo e quello teorico. Dall’elaborazione dei dati è emerso come sia il gruppo di amici la miglior fonte di conoscenza dei giovani studenti intervistati sul mondo della droga seguito dalla scuola, dalla famiglia e in misura marginale dalla televisione e da internet. Il gruppo di amici è risultato prevalente come fonte di conoscenza in quanto i giovani frequentemente fanno riferimento ai propri amici per apprendere comportamenti, per raccontarsi, confrontarsi e compiere insieme le prime esperienze. I primi approcci con il modo della droga vengono fatti insieme agli amici; la maggior parte delle volte, infatti, è tra gli amici che si fanno le prime esperienze di “trasgressione” del mondo infantile, si comincia a bere, si fumano le prime sigarette, e con cui si provano i primi eccessi; ed è tra amici appunto che si assume, eventualmente, per la prima volta droga (cannabis in maggior misura). Per quanto concerne la percezione di talune sostanze come stupefacenti la situazione è così delineata (grafico 1): la cannabis non viene considerata una droga dal 44% dei soggetti intervistati, dato questo in linea con quella parte della popolazione italiana che non vede in tale sostanza stupefacente un potenziale pericolo ma che altresì lotta per la sua legalizzazione. La cannabis è considerata, infatti, una droga “leggera” e come tale meno pericolosa rispetto alle droghe “pesanti” avendo un potenziale di dipendenza inferiore e presentando risvolti negativi meno evidenti e profondi. Dall’altra parte la sostanza stupefacente più temuta e rifuggita risulta essere l’eroina, considerata droga dal 99% degli studenti. Tale dato potrebbe derivare dalla stigmatizzazione sociale che nei decenni scorsi ha avvolto gli eroinomani, ritenuti pericolosi e considerati criminali, la loro sorte è stata spesso caratterizzata dal disprezzo dell’opinione pubblica e dall’emarginazione. I ragazzi delle attuali generazioni sono cresciuti con l’idea che la figura del “drogato” fosse del tutto assimilabile a quella dell’eroinomane, potrebbe essere questa la spiegazione del perché l’eroina abbia ricevuto la maggiore percentuale di risposte affermative. 12 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 1: Distribuzione sulla percezione delle sostanze stupefacenti (cannabis, ecstasy, cocaina, eroina, alcool e tabacco) come droghe. 500 400 300 200 100 0 Cannabis Ecstasy, lsd, anfetamine Cocaina Eroina Alcool, tabacco si 243 393 425 430 11 no 193 43 11 6 425 Sono state prese in considerazione dagli studenti anche altre droghe, in una percentuale minore, che meritano ad ogni modo di essere menzionate; si tratta di droghe di derivazione chimica quali popper, chetamina, funghi allucinogeni, adrenocromo, mescalina, micropunte e etere. La maggior parte di esse sono allucinogeni e come tali favoriscono una distorta percezione della realtà. Il popper, segnalato più volte, è una sostanza che si assume per inalazione ed il cui effetto dura 30-40 secondi. Scoperta negli ambienti omosessuali, è ormai entrata nel consumo di giovani soggetti eterosessuali, perdendo, pertanto, il suo utilizzo caratteristico che era quello di favorire la penetrazione anale nel rapporto omosessuale grazie alla sua capacità vasodilatatrice, ed essere oggi consumato per una pura motivazione mondana. La maggior parte del campione considera tutte le droghe come peggiorative, ovvero con risvolti negativi nell’ambito dello studio, così come nel lavoro, nell’attività sessuale e nella socializzazione. 13 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 2: Distribuzione sulla percezione del campione rispetto all’uso di sostanze stupefacenti nell’ambito della socializzazione. Socializzazione 100% 80% 60% 40% 20% 0% CANNABIS ECSTASY COCAINA EROINA migliorano 181 73 78 41 non variano 82 44 47 37 peggiorano 161 303 297 345 L’eroina è la sostanze che più di tutte viene percepita come pericolosa e dannosa, in tutti gli ambiti, infatti, è quella che ha avuto più risposte negative rispetto alle altre droghe. L’unico caso in cui la colonna del “peggiorano” è stata superata dalla colonna del “migliorano” è stato quello della cannabis nell’ambito della socializzazione (grafico 2). È noto, infatti, come tale sostanza tenda a rendere le persone che la assumono molto socievoli e spigliate e, probabilmente, gli studenti del campione vedono in questo stupefacente un buon alleato per combattere la timidezza e quel senso di inadeguatezza che molto spesso caratterizza i giovani della società moderna. 14 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 3: Distribuzione percentuale sulla percezione del consumo di sostanze stupefacenti all’interno delle strutture scolastiche. (N=436 rispondenti) no 2% non saprei 4% si 94% Interessante è osservare la percezione che gli studenti hanno riguardo al consumo delle sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto scolastico di appartenenza; come è possibile notare dal grafico 3, il 94% degli studenti dichiara che all’interno della propria scuola viene fatto uso di sostanze stupefacenti, una percentuale veramente elevata che aiuta a capire quanto il fenomeno della droga sia diffuso e ampio tra i giovani delle due scuole pisane; dato facilmente inferibile alla popolazione giovanile, stando alle statistiche ufficiali del consumo di stupefacenti tra gli studenti italiani.9 La differenza tra i due istituti non risulta significativa in quanto il calcolo del χ2 non ha dato risultati che affermassero il contrario. Il 93% degli studenti pensa che sia facile reperire sostanze stupefacenti (grafico 4), e, il 78%, afferma di sapere a chi rivolgersi personalmente per acquistarle. Più si cresce con l’età, tra i 16 e i 20, e più, in proporzione, la conoscenza del luogo nel quale vengono vendute sostanze stupefacenti aumenta. 9 Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2006 a cura del Ministero della Solidarietà Sociale. http://www.solidarietasociale.gov.it/NR/rdonlyres/B2EBBD3305B74CEFB8ACA10C6538F3 FE/0/Relazione_Parlamento_2006.pdf. 15 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 4: Distribuzione percentuale riferita alla domanda “È facile secondo te trovare sostanze stupefacenti?” (N=436 rispondenti) no 7% si 93% Spesso i giovani non si rendono conto della pericolosità delle sostanze stupefacenti e altrettanto spesso credono che un uso non frequente sia perfettamente controllabile. Credono altresì di non essere in pericolo di dipendenza se tale consumo avviene in particolari situazioni aggregative, di svago, nelle discoteche o nelle ore notturne. Ritengono conciliabile tale pratica con la routine sociale quotidiana. I rispondenti giovani di sesso maschile (grafico 5) ritengono, a tal proposito, conciliabile l’uso di droga e gli impegni settimanali, anche se i più pensano che occorra una buona organizzazione per farlo; altresì le coetanee femmine che hanno risposto a questa domanda sono più propense verso il no. 16 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 5: Distribuzione percentuale sulla possibilità di conciliazione tra gli impegni della settimana e l’utilizzo di sostanze stupefacenti nei week-end. (N=181 femmine, 254 maschi) 60% 57% 48% 50% 40% 19% 30% 23% 24% 27% Femmine Maschi 20% 10% 0% no senza problemi se ti organizzi bene Come preannunciato in precedenza, la ricerca si è posta come obbiettivo anche quello di testare l’effettivo consumo di sostanze stupefacenti da parte del campione analizzato; la maggior parte degli studenti ha fatto uso di sostanze stupefacenti almeno una volta nella vita (grafico 6). Grafico 6: Distribuzione percentuale del consumo di sostanze stupefacenti sulla totalità del campione analizzato. (N=436 rispondenti) no 46% si 54% 17 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 L’ordine di assunzione delle tre sostanze più consumate, in linea con dati riportati dalla relazione annuale 2007 dell’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze10 è: cannabis, cocaina, ecstasy (grafico 7). Le “altre” sostanze stupefacenti consumate dal 4% degli intervistati (18 soggetti), da loro stessi specificate, sono molteplici; troviamo, infatti, oltre all’alcool, al tabacco, agli anabolizzanti, agli steroidi e alla creatina, che in una certa misura sono legali, anche gli acidi, i funghi allucinogeni, il popper, la mescalina, la chetamina, il crack e la metanfetamina. Sostanze per lo più di origine sintetica e con effetti allucinogeni. Grafico 7: Distribuzione sul consumo delle sostanze stupefacenti (cannabis, ecstasy, cocaina, eroina, altro). 250 200 150 100 50 0 si Cannabis Ecstasy, lsd, anfetamine Cocaina Eroina Altro 236 34 43 6 18 Coloro che hanno dichiarato di aver fatto uso di sostanze stupefacenti sono 237 studenti; di questi 237 solo 199 hanno risposto alla domanda relativa alla frequenza di consumo (grafico 8). Tale discrepanza di dati potrebbe essere causata dal fatto che alcuni ragazzi possono aver provato una droga senza averne continuato il consumo, o altresì tale difformità 10 Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, Evoluzione del fenomeno della droga in Europa. Relazione annuale 2007, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2007. 18 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 potrebbe essere spiegata dalla eventuale cessazione del consumo effettuata prima della somministrazione del questionario. Le quote di studenti consumatori che presentano pattern quantitativi evocativi di un consumo problematico della sostanza, quindi un utilizzo che uguaglia e supera le 2 – 3 volte a settimana, è da riscontrarsi nel 23% dei casi. Il consumo meno frequente e quindi meno problematico, una volta al mese o meno viene effettuato dalla maggioranza del campione. Grafico 8: Distribuzione percentuale della frequenza del consumo delle sostanze stupefacenti. (N=199 rispondenti) 2-3 volte a settimana 9% 4 o più volte a settimana 14% 1 volta al mese o meno 51% 2-4 volte al mese 26% È interessante analizzare se il fatto di essere ripetenti possa risultare in qualche modo collegato al consumo di sostanze stupefacenti; la tabella 1 mostra quanti sono i bocciati tra coloro che consumano, quanti sono in pari e quanti hanno fatto la primina. 19 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Tabella 1: Distribuzione dei consumatori e non consumatori divisi per ripetenti, in pari e anticipati. Si No Totale Ripetenti 75 42 117 In pari 154 151 305 8 6 14 237 199 436 Anticipati Totale Al fine di comprendere se ci sia una qualche relazione tra le variabili “consumo” e “l’essere bocciati”, anche qui è stato calcolato il χ2; il test ha dato esito positivo e ciò significa che le due variabili sono collegate tra loro ed esiste, pertanto, una relazione statistica significativa.11 La variabile indipendente in questo caso è l’età e quindi quella dipendente è l’essere bocciati. L’età è una variabile indipendente di per sé correlata positivamente al consumo (maggiore è l’età, maggiore è la frequenza del consumo); il bocciare fa si che ragazzi di età inferiore entrino in contatto più facilmente con una quota di popolazione più propensa al consumo (i bocciati, non necessariamente in quanto bocciati, ma anche in quanto di età maggiore). Il consumo di droga che viene fatto in solitudine, lo “stonarsi da solo”, è indicativo di un consumo non più esclusivamente goliardico, non più e non solo parte di una pratica effettuata tra amici o in particolari situazioni di divertimento, ma denota un consumo che si sta spostando verso l’abuso e che potrà portare, pertanto, alla dipendenza. È un campanello d’allarme che non va sottovalutato. 11 H0: non esiste nessuna relazione tra la variabile consumo e la variabile essere ripetente H1: c’è una qualche tipo di correlazione tra le due variabili χ2: = 6,12; χ2 critico = 3,84; χ2 > χ2 critico, quindi rifiutiamo H0 e accettiamo l’ipotesi sperimentale H1 con il rischio di commettere un errore del primo tipo e cioè di rifiutare una ipotesi vera. 20 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Dichiarano di “stonarsi da soli” il 27% dei rispondenti maschi, equivalenti a 56 studenti, mentre tra le coetanee di sesso femminile il dato è inferiore e si attesta su una percentuale del 10% pari a 15 studentesse. Anche qui è stato calcolato il χ2 ; la relazione è risultata statisticamente significativa e ciò significa che esiste una variabile indipendente “sesso” che influenza la variabile dipendente “tipo di risposta alla domanda sul consumo solitario”.12 Ciò vuol dire o che le ragazze consumano socialmente in modo significativamente superiore ai ragazzi, o che consumano meno sia socialmente che non. Per vedere se veramente le ragazze praticano di meno un consumo solitario o se praticano di meno in assoluto è necessario analizzare le risposte dei soli soggetti che hanno dichiarato di consumare sostanze stupefacenti (tabella 2 e grafico 9) e su questi condurre l’analisi. Tabella 2: Distribuzione relativa a coloro che fanno uso di droga in solitudine tra il totale dei consumatori. Si No Vuoto Totale Femmine 15 69 3 87 Maschi 56 92 2 150 Totale 71 161 5 237 12 H0: non c’è relazione tra la variabile sesso e la risposta alla domanda sul consumo solitario di droga H1: esiste una qualche relazione tra la variabile dipendente e quella indipendente χ2 = 14,87; χ2 critico = 3,84; χ2 > χ2 critico, quindi rifiutiamo H0 e accettiamo l’ipotesi sperimentale H1 con il rischio di commettere un errore del primo tipo e cioè di rifiutare una ipotesi vera. 21 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 9: Distribuzione percentuale relativa a coloro che fanno uso di droga in solitudine tra il totale dei consumatori. (N = 87 femmine, 150 maschi rispondenti) 100% 80% si 60% no+n.r. 40% 20% 0% Femmine Maschi Si può affermare con certezza che le ragazze effettuano un consumo in solitudine in misura nettamente inferiore rispetto ai coetanei maschi; effettuando il test del χ2, considerando solo i consumatori, è possibile vedere, infatti, come la differenza di sesso sia statisticamente significativa e quindi si conferma che i maschi effettuano un consumo solitario maggiore rispetto alle femmine.13 Un aspetto importante dell’abuso di droga è il policonsumo: l’uso contemporaneo in un breve lasso di tempo di più sostanze. Il policonsumo può condurre direttamente alla polidipendenza, ovvero a quella condizione nella quale un soggetto si trova ad essere imprigionato nella dipendenza di più sostanze stupefacenti (grafico 10). 13 H0: non c’è relazione tra la variabile sesso e la risposta alla domanda sul consumo solitario di droga H1: esiste una qualche relazione tra la variabile dipendente e quella indipendente χ2 = 10,84; χ2 critico = 3,84; χ2 > χ2 critico, quindi rifiutiamo H0 e accettiamo l’ipotesi sperimentale H1 con il rischio di commettere un errore del primo tipo e cioè di rifiutare una ipotesi vera. 22 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Grafico 10: Distribuzione percentuale dei poliassuntori sul totale dei consumatori di sostanze stupefacenti. (N=237 rispondenti) poliassuntori 26% assuntori 74% Alla luce del precedente grafico è possibile notare come il policonsumo sia un fenomeno molto significativo dal momento che più di un quarto di coloro che hanno provato almeno una volta nella vita una droga, ha consumato più sostanze. 23 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 Considerazioni sulla ricerca svolta I risultati dell’analisi delle domande/risposte del questionario permettono di delineare un quadro conoscitivo che può rappresentare uno spaccato della realtà dei giovani pisani, prossimi alla uscita dalla scuola superiore. Circa la metà dei giovani presi a campione dichiara (54%) di aver consumato sostanze stupefacenti, la prima volta tra i 14 e i 16 anni (52% dei casi). La conoscenza sulle fonti della droga deriva per la maggior parte dal gruppo di amici. Tra gli studenti è diffusa l’opinione che si consumano sostanze stupefacenti all’interno della scuola. La cannabis non viene considerata droga dal 44% degli studenti; le altre sostanze sono invece chiaramente percepite come droga. La cannabis è considerata una sostanza utile per migliorare la socializzazione (181 risposte positive su 436 studenti) e di facile reperimento, come del resto anche le altre droghe. La maggior parte dei consumatori fa un uso saltuario della droga (51%); il 23% di essi assume stupefacenti più di due volte a settimana. Generalmente la droga viene consumata (75% dei casi) nei luoghi di ritrovo con gli amici. Il 37% del campione totale dichiara di assumere droga in solitudine. La poliassunzione viene praticata dal 26% dei consumatori. La discoteca ed i rave parties sono occasioni di consumo per il 10% del campione totale. I maschi, più delle femmine, generalmente consumano droga in maggior quantità e frequenza. L’assunzione di droga per migliorare i risultati nelle attività di studio, sportive e relazionali è praticata da meno del 10 %, pari a trenta studenti. 24 Il Trimestrale. The Lab's Quarterly, 1, 2008 BIBLIOGRAFIA G. Amendt, No drugs no future, Hamburg, Europa Verlag, 2003, trad. it. Emilia Bianchini, No drugs no future: le droghe nell’età dell’ansia sociale, Milano, Feltrinelli, 2004. F. Bragozzi, Generazione in ecstasy: droga miti e musica della generazione techno, Torino, Edizione Gruppo Abele, 19983. S. Piccone Stella, Droghe e tossicodipendenze, Bologna, il Mulino, 20022. Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2006 a cura del Ministero della Solidarietà Sociale. http://www.solidarietasociale.gov.it/NR/rdonlyres/B2EBBD33-05B7-4CEFB8AC-A10C6538F3FE/0/Relazione_Parlamento_2006.pdf. Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, Evoluzione del fenomeno della droga in Europa. 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