Calendario Aggiornato Esposizioni Marzo 2015
Transcript
Calendario Aggiornato Esposizioni Marzo 2015
BRESCIA ESPOSIZIONI MARZO 2015 2015 Infopoint Turismo Bresciatourism MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE MOSTRE NEI MUSEI CIVICI & NEGLI SPAZI ESPOSITIVI DI BRESCIA MUSEO SANTA GIULIA L’ospite eccellente, le opere della Pinacoteca Tosio Martinengo in Santa Giulia L’esposizione “L’ospite eccellente” presenta una ricca selezione di dipinti appartenenti alle raccolte della Pinacoteca, temporaneamente ospitati presso il Museo della Città al fine di garantirne la visione ai bresciani e ai visitatori provenienti da altre città attraverso un criterio espositivo che valorizza le opere, ponendo in luce gli autori più significativi – tra i quali Raffaello, Moretto, Romanino, Savoldo e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto – e importanti artisti di interconnessione sulla via maestra dell’intenso realismo che ha caratterizzato la pittura bresciana ed il collezionismo locale. La mostra allestita a Santa Giulia consente di compiere un percorso virtuale attraverso la storia della pittura bresciana – o eseguita a Brescia e per Brescia da importanti artisti italiani – a cominciare dal Tardogotico e fino al pieno Settecento. Non mancano, naturalmente, i più noti capolavori ai quali è legata la fama della raccolta cittadina: dal Cristo Redentore e dall’Angelo di Raffaello allo Stendardo di Orzinuovi di Vincenzo Foppa, dal Cristo e l’Angelo di Moretto all’Adorazione dei Pastori di Lorenzo Lotto, dal Flautista del Savoldo allo straordinario nucleo dei dipinti di Giacomo Ceruti, tra i quali spiccano tre tele appartenenti al cosiddetto Ciclo di Padernello. Parallelamente, trovano posto nell’esposizione anche i Profeti del Moretto, il ciclo dipinto da Giulio e Antonio Campi per palazzo della Loggia, e notevoli opere di genere del Seicento e del Settecento (paesaggi, marine e nature morte). Accanto al taglio cronologico, particolare attenzione viene prestata all’approfondimento di alcuni temi specifici, quali il ritratto (sia di grande che di piccolo formato, con belle miniature di scuola nord-europea e italiana provenienti in gran parte dalla collezione di Paolo Tosio), la pittura devozionale e quella destinata a ornare gli edifici ecclesiastici, con le grandi pale d’altare provenienti dalle chiese di San Barnaba (il polittico di Vincenzo Civerchio e Francesco Napoletano) e di Sant’Eufemia (l’imponente Sacra conversazione dipinta da Moretto) e con le due Natività di Moretto e Romanino. Le cento opere esposte a Santa Giulia trovano posto accanto ad alcuni ambienti del complesso monastico che – sempre in connessione ai lavori di palazzo Martinengo – sono stati destinati a deposito. “D’importanza grande e d’eccezionale rarità…” Collezioni d’arte applicata dei Civici Musei di Brescia Il percorso espositivo consente di ammirare esemplari di rara bellezza provenienti dalla civiche raccolte di arti applicate, la cui formazione si deve ai generosi lasciti di illuminati collezionisti e mecenati come Gabriele Scovolo, Paolo Tosio, Camillo Brozzoni e Leopardo Martinengo da Barco. Avori medievali, oreficerie sacre del Quattrocento, bronzetti rinascimentali, cammei di età neoclassica, il prezioso medagliere sono espressione di creatività artistica e di sapienza tecnica, oltre che testimonianze di storia del gusto. Per rarità, qualità e quantità degli esemplari, meritano particolare attenzione la serie delle maioliche “istoriate”, in grado di documentare l’attività dei maggiori centri ceramici italiani del Cinquecento, e il gruppo dei vetri di produzione muranese, straordinaria esemplificazione delle tecniche e delle tipologie dal XV al XVIII secolo. Gli “oggetti d’arte” selezionati per questa occasione, insieme ai molti altri conservati da alcuni anni nei depositi, costituiscono un patrimonio di straordinaria importanza che trova pochi confronti nei musei italiani. Dal 29 gennaio al 6 aprile 2015 “Raffaello. Opera prima.” Chiude il ciclo Raffaello. Per indagare la sua celebre opera prima, la Pala Baronci, l’Angelo della Pinacoteca verrà affiancato ad altre tre opere del maestro: il Padre Eterno e la Madonna dal Museo Nazionale di Capodimonte e un magnifico disegno: lo Studio per la pala di San Nicola da Tolentino dal Palais des Beaux Arts di Lille. 2 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE Orari: da martedì a domenica: 9.30-17.30 (chiusura biglietteria ore 16.30). Chiuso tutti i lunedì non festivi. Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 7,50 (gruppi da 10 a 30 persone e convenzioni) - Ridotto € 5,50 (da 14 a 18 anni e sopra i 65 anni) - Scuole € 3,00 - Scuole con didattica € 4,50 MUSEO SANTA GIULIA, Via Musei 81/B, tel. 030 2977833/834, [email protected], www.bresciamusei.com, www.rinascimento.bresciamusei.com CAPITOLIUM Il Capitolium riapre le porte del tempo Impossibile perdere una emozione assolutamente unica: assistere al ritorno degli antichi Dei all’interno del loro Capitolium, duemila anni dopo il loro primo ingresso. Accadrà a Brescia dove riapre il Capitolium, uno degli edifici di età imperiale meglio conservati in Italia settentrionale. A rendere eccezionale questa riapertura è non solo la bellezza, l’imponenza e l’importanza intrinseca del monumento simbolo di Brescia ma il nuovo percorso museale che Francesca Morandini, curatore per l’archeologia dei Civici Musei e Paola Faroni responsabile per l’edilizia monumentale del Comune di Brescia, in team con Filli Rossi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, hanno ideato. Ad accompagnare il visitatore all’interno dell’antico Tempio, al cospetto di Giove, Giunone e Minerva saranno luci, suoni e atmosfere ricreate da Studio Azzurro. Varcati i nuovi portali in bronzo, il visitatore sarà accolto nella Cella Orientale del Tempio, da una installazione di profonda suggestione evocativa, un vero e proprio racconto, fatto di voci, suoni e immagini. L’installazione multimediale permetterà ai visitatori di conoscere ed esplorare il sito così come doveva presentarsi in origine, valorizzando l’ambiente e consentendo di comprendere meglio il significato del tempio e rendendo la visita indimenticabile. Ma a stupire ancora di più saranno gli ambienti restaurati e soprattutto ciò che durante i restauri qui è emerso. Le novità sono infatti numerose e rilevanti; dai pavimenti originali in marmi colorati del I secolo d. C., agli arredi dell’antico tempio, alla dettagliata sequenza stratigrafica, alla cronologia del tempio stesso. Il Capitolium era il tempio principale di ogni città romana ed era il simbolo stesso della cultura di Roma; in esso era attribuito il culto alla “triade capitolina” e cioè le principali divinità del pantheon latino: i già citati Giove, Giunone e Minerva. Nello spazio antistante il tempio si radunavano i fedeli per le principali cerimonie e venivano compiuti i sacrifici. I pavimenti originali in pregiati marmi policromi, le statue e gli arredi di culto – che rientrano dopo un lungo periodo nella loro antica sede - godranno di nuove visuali e nello stesso tempo saranno protetti e conservati. Nuovi portali in bronzo infatti, altamente tecnologici, permetteranno di rivivere l’atmosfera sacrale e solenne delle antiche aule di culto, garantendo anche un’ottimale situazione microclimatica per la conservazione delle parti originarie del tempio. I resti archeologici di questo straordinario complesso vennero portati in luce tra il 1823 e il 1826 quando i membri dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti, grazie a una sottoscrizione pubblica, poterono affrontare scavi estensivi nell’area, partendo da un capitello che affiorava in un giardino privato. La campagna di indagini fu di tale successo da indurre l’amministrazione ad aprire all’interno del tempio, parzialmente ricostruito, il primo museo civico di Brescia, il Museo Patrio. Aveva, in particolare, creato un’immensa emozione la scopertura di un tesoro occultato da una parete del tempio. Un deposito di opere bronzee magnifiche qui nascoste forse per salvarle da scempi o per sottrarle alla fusione per battere moneta. Erano i cosiddetti “grandi bronzi” di Brescia, esposti oggi in Santa Giulia: un insieme unico di statue ed elementi di arredo in bronzo dell’edificio. Tra essi, oltre a ritratti di imperatori, cornici decorate, frammenti di statue, emerge per bellezza e rarità la statua della Vittoria alata, capolavoro della bronzistica del primo secolo dopo Cristo. Questa apertura costituisce la prima tappa di un intervento complessivo di recupero dell’area, che includerà anche con successive aperture i recenti scavi archeologici e il santuario di età repubblicana. L’intervento si pone in continuità con il recupero delle domus dell’Ortaglia e l’inserimento di questo contesto nei percorsi di visita del Museo della città del marzo 2003, nel solco della tradizione archeologica bresciana che, a partire dai provvedimenti del 1480 - per i quali vennero murate negli edifici rinascimentali in piazza della Loggia le “lapidi iscritte” di età romana trovate in città-, dimostra la precoce sensibilità della città nei confronti del suo antico passato. Orari: tutti i giorni, escluso martedì, ore 10.00-17.00 (ultimo ingresso 16.30). Chiuso tutti i martedì non festivi. 3 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE Ingresso: Intero € 4,00 - Ridotto € 3,00 (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65 anni; gruppi da 10 a 25 persone) Area archeologica del Capitolium, Via Musei 57, tel. 030 2977833/834, [email protected], www.bresciamusei.com PALAZZO MARTINENGO Dal 24 gennaio al 14 giugno 2015 “Il cibo nell’arte: capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol” Questa sorprendente mostra, strettamente legata al tema dell’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, è la più importante esposizione dedicata al cibo nell’arte mai organizzata finora in Italia. Per la prima volta Palazzo Martinengo ospiterà una prestigiosa selezione di oltre 100 dipinti di altissima qualità, che coprono un arco temporale di oltre quattro secoli, per offrire al pubblico l’occasione unica ed irripetibile di compiere un emozionante viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nelle varie epoche storiche. L’accurata scelta delle opere, effettuata dal curatore Davide Dotti coadiuvato da un comitato scientifico internazionale, dimostrerà quanto le ricerche specialistiche più recenti hanno confermato, vale a dire l’esistenza di un secolare e forte legame fra il cibo e le arti figurative, fra la straordinaria tradizione eno-gastronomica e la cultura artistica italiana, caratteri distintivi della nostra identità nazionale. Sala dopo sala il visitatore scoprirà così che i pittori attivi tra XVII e XIX secolo amavano dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, ed incontrerà in talune opere pietanze ed alimenti oggi completamente scomparsi di cui è difficile immaginare il sapore. Inoltre, grazie alla collaborazione con alcuni dei più rinomati dipartimenti di Scienze dell’Alimentazione delle Università italiane, che analizzeranno in maniera scientifica le tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e ‘700, lo spettatore avrà preziose informazioni sull’alimentazione e i gusti dell’epoca. L’esposizione, che si articolerà secondo un suggestivo percorso iconografico e cronologico, sarà suddivisa in dieci sezioni tematiche rispettivamente dedicate a: L’allegoria dei cinque sensi, Mercati dispense e cucine, La frutta, La verdura, Pesci e crostacei, Selvaggina da pelo e da penna, Carne salumi e formaggi, Dolci vino e liquori Tavole imbandite, Il cibo nell’arte del XX secolo. In Palazzo Martinengo i capolavori dell’arte antica di Campi, Recco, Baschenis, Brueghel, Guercino, Salini, Todeschini ed altri ancora, dialogheranno in maniera avvincente con quelli dell’arte moderna e contemporanea di Magritte e De Chirico, Manzoni e Fontana, Lichtenstein e LaChapelle fino a Andy Warhol, solo per citare i nomi dei più famosi. A conclusione del percorso espositivo, quale ultima sorpresa della mostra, il visitatore sarà meravigliato dalla visione della “piramide alimentare”, una stupefacente istallazione che è stata commissionata per l’occasione ad un noto artista contemporaneo italiano. Un’affascinante racconto attraverso quattro secoli di storia dell’arte per esplorare le differenti correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo – dal barocco al rococò, dal romanticismo ottocentesco alle avanguardie del novecento – ed apprezzare, mai come prima d’ora, le varie iconografie correlate alla rappresentazione del cibo che gli artisti hanno affrontato esprimendo al massimo grado estro ed originalità. La mostra di Palazzo Martinengo, sorprendente ed innovativa, lascerà il pubblico letteralmente “a bocca aperta” facendogli vivere un’indimenticabile esperienza plurisensoriale che delizierà non solo l’occhio ma anche il più fine palato. Orari: da mercoledì a venerdì: dalle 9:00 alle 18:00; sabato, domenica e festivi: dalle 10:00 alle 20:00; lunedì e martedì chiuso Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 8,00 (*visitatori dai 6 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni, portatori di handicap, soci Touring Club con tessera, soci FAI con tessera, insegnanti, militari, forze dell’ordine non in servizio, possessori di tessera Village Card dell’Outlet Franciacorta) Palazzo Martinengo, Via Trieste 17, tel. 030 5785122, [email protected]. 4 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA Dal 7 marzo al 5 aprile 2015 “L’arte di Franco Bettini" In fotografia la creazione è un breve istante, che può essere effetto di una sorpresa o frutto di una lunga consuetudine. Nel primo caso abbiamo l’attimo fuggente, una folgorazione di fronte alla realtà; nel secondo caso abbiamo la meditazione, l’attesa, la contemplazione del mondo, all’interno del quale riusciamo a cogliere quell’istante eterno ed immutabile, quel preciso istante in cui diamo ordine al caos. E’ in questa ammirazione verso la natura, verso il paesaggio che ritroviamo gli scatti di Franco Bettini. In lui l’atto fotografico coincide con quella concentrazione che porta all’isolamento, che ci riconcilia con noi stessi. E’ quell’azione che procura un piacere interiore, che ci conduce all’interno di un viaggio personale. Il soggetto è lì, pronto a farsi cogliere: le torbiere, i sottoboschi, il lago d’Iseo, i paesaggi del nord Europa. La tecnica, che Bettini sapeva utilizzare con grande maestria, è sulla punta delle sue dita, al servizio della sua creatività, della sua percezione e della sua capacità di sintesi. Non c’è differenza di sensibilità tra i suoi silenziosi paesaggi, le sue nature morte che richiamano Caravaggio e Morandi, i suoi dettagli che rievocano il trascorrere del tempo e il suo legame con la natura. La composizione è perfetta e limpida, i cromatismi armoniosi, il bianco e nero impeccabile, risultato di ore trascorse in camera oscura in attesa della rivelazione. Parte dalla realtà, spesso quotidiana, alla portata di tutti, ma in fondo riservata solo a chi sa davvero trovarla. Scorrendo queste immagini si ha la sensazione di trovarsi di fronte a frammenti di realtà fuori dal tempo, elementi ancestrali. Una natura mitica, come ritorno alle origini, agli elementi base che la costituiscono. Troviamo in Bettini un sentimento quasi pànico nel suo rapporto con la natura, una percezione profonda del mondo che lo circonda, che porta alla fusione tra l’uomo-fotografo e gli elementi naturali. Questo legame conduce noi spettatori ad un viaggio silenzioso di contemplazione e di riflessione, scandito dal gioco di riflessi, dall’armonia delle sfumature, dalle scansioni spaziali che ci guidano per mano all’interno delle immagini. A ventiquattro anni dalla scomparsa, il Cinefotoclub Brescia rende omaggio all’arte di Franco Bettini, che fu Socio fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1953; un uomo di cultura, che ha saputo conciliare il suo lavoro di medico con l’amore per la fotografia, che attraverso numerosi successi di critica e di pubblico, ha fatto conoscere le nostre bellezze naturali e storico-artistiche fuori dai confini nazionali. Dal 7 marzo al 5 aprile 2015 Angelo Rubes, “Lux” Nella 68^ Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è stato proclamato il 2015 come “Anno Internazionale della Luce”. Il 2015 infatti è la ricorrenza di importanti anniversari inerenti alla luce: le pubblicazioni di Fresnel, gli studi di Maxwell e la teoria della relatività di Einstein. La luce riveste un ruolo fondamentale nelle attività umane. Passaggio chiave nel processo della fotosintesi, la luce è necessaria alla vita stessa grazie a molte applicazioni che hanno rivoluzionato la società attraverso la medicina, la comunicazione, la cultura e lo spettacolo. L’Anno Internazionale della Luce sarà un’iniziativa globale che cercherà di porre l’attenzione sull’importanza della luce e delle tecnologie ad essa applicate. E’ affascinante come certi fenomeni siano inspiegabili attraverso le logiche. Angelo Rubes ha colto tale provocazione studiando il fenomeno ottico della diffrazione catturando quelle frange iridescenti che si ottengono quando un fascio di luce passa attraverso una fenditura o un foro oppure l’orlo di un corpo opaco; questo processo è dovuto alla natura ondulatoria della luce e non trova spiegazione nella logica geometrica. Tali risultati potrebbero generare infinite interpretazioni: una in particolare potrebbe ricondurre al versetto 3 del capitolo 1 della Genesi che si riferisce al primo atto compiuto da Dio subito dopo la creazione del cielo e della terra, quando ordinò che fosse fatta la luce, perché sopra la faccia dell’abisso erano ancora le tenebre: dixitque Deus fiat lux et lux facta est “e disse Dio: sia fatta la luce, e la luce fu fatta”. 5 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE Simone de Beauvoir dice che: “Esistono procedimenti magici che aboliscono le distanze di spazio e tempo: le emozioni” Angelo Rubes non usa nessuna pozione magica, ma il suo “occhio assoluto” ci permette di vivere le emozioni nei suoi “giochi di luce”. Angelo RUBES si avvicina alla fotografia agli inizi degli anni 2000 utilizzando apparecchiature analogiche. Partecipa a numerosi concorsi fotografici e mostre collettive ottenendo dal pubblico riscontri di apprezzamento. Definisce la sua impronta svolgendo una intensa e costante ricerca sperimentando tecniche in cui fotografia e effetti pittorici si alternano. Mostra nel cassetto: Pietro Vistali Orari: martedì-mercoledì-giovedì dalle 9.00 alle 12.00 / sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00 Ingresso: gratuito Sala Mostre e Conferenze del Museo Nazionale della Fotografia, Via S. Faustino 11D, tel. 03049137, [email protected] - www.museobrescia.net. MUSEO DIOCESANO La maniera grande – Dipinti del XVI secolo dalla Pinacoteca Tosio Martinengo In occasione della chiusura per restauri della Pinacoteca Tosio Martinengo sono stati depositati presso il Museo Diocesano diciassette dipinti di grandi dimensioni, per lo più destinati alle chiese della città e rappresentanti della grande stagione della pittura bresciana del Cinquecento. Un percorso che dall’ultima maniera di Vincenzo Foppa conduce alle prime prove di Moretto e Romanino, fino ai risultati della maturità dei due artisti, segnati dall’incontro con i grandi del Rinascimento italiano, da Raffaello a Tiziano. Dal 25 ottobre 2014 al 26 aprile 2015. “Brescia nella cartografia” La mostra raccoglie un nutrito gruppo di planimetrie e incisioni di vedute di Brescia dal XV al XX secolo. Il percorso espositivo, organizzato in ordine cronologico, guida il visitatore attraverso i secoli, mostrando l’evoluzione e l’espansione della città, delle mura e degli edifici con i mutamenti che sono intervenuti e che ne hanno determinato il riutilizzo o la distruzione. I pannelli didattici sono stati pensati come approfondimento delle diverse sezioni, facilitando la lettura del materiale esposto, talvolta non facile da interpretare, anche a causa dei molti interventi sul tessuto urbano che hanno caratterizzato la vita della città di Brescia. Sono in mostra anche alcuni dipinti inediti con le ipotesi ricostruttive delle principali piazze della città tra il XV e il XVII secolo. Dal 21 febbraio al 26 aprile 2015. Alessandro Alghisi, “Un volo sulla città” Nasce da un’intuizione di Giuseppe Fusari, direttore del Museo Diocesano di Brescia, l’esposizione “Il volo sulla città. 1764 – 2015 da Carboni ad Alghisi”. Partendo dalla bella e preziosa mostra attualmente in corso presso il Museo sulla cartografia storica di Brescia, il Direttore ha immaginato di porre la città raccontata dagli artisti di ieri di fronte a quella attuale. Ha allora coinvolto Alessandro Alghisi, artista che da qualche tempo sta raccontando, anch’egli, la città con i suoi disegni invitandolo confrontarsi, in particolare, con le magnifica veduta di Domenica Carboni (in mostra nella versione preparatoria e in quella definitiva, realizzata a incisione). Il confronto tra i due artisti, lontani nel tempo ma affini nella tecnica del disegno, è ora visibile nelle sale del museo, dove la veduta di Alessandro Alghisi realizzata per l’occasione (180x75 cm, affiancata dalle opere “satelliti” Brescia due e comparto Milano, con il cimitero Vantiniano) è inserita nel percorso della mostra in un dialogo con la Brescia del ’700. Qualcosa è cambiato, altro 6 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE è riconoscibile in entrambe le opere che, insieme, consentono di affrontare un percorso a volo d’uccello sulla città in questo inedito gemellaggio, aggiornando cosi anche il patrimonio vedutistico della città. La mostra “Brescia nella cartografia (XV - XIX) “e l’opera di Alessandro Alghsi sono visibili fino al 26 aprile 2015 negli orari di apertura del museo. Alessandro Alghisi disegna la figura umana dal vero. Coltiva anche la tradizione del taccuino di viaggio. Con il progetto Brescia Capricciosa ha raccolto i disegni della città nel libro illustrato “La città raccontata con la matita”, riproponendoli poi in contesti e dimensioni inedite e insolite. Orario: tutti i giorni, escluso mercoledì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso: intero € 5, ridotto € 3, rid. over 60 € 2. Ingresso gratuito per scolaresche. Laboratori didattici € 3.50 Museo Diocesano, Via Gasparo da Salò 13, tel. 03040233 www.diocesi.brescia.it/museodiocesano - [email protected] SALONE VANVITELLIANO Dal 14 febbraio al 31 ottobre 2015 “Civica Liuteria Bresciana – Strumenti antichi dal Museo della Città” La mostra “Civica liuteria bresciana. Strumenti antichi dal Museo della città” è un progetto del Comune di Brescia e di Fondazione Brescia Musei che nasce con la finalità di far conoscere e valorizzare la straordinaria collezione degli strumenti musicali della città, di cui vengono esposti in questa occasione cinque pregevoli pezzi prodotti dalle famiglie liutarie bresciane più importanti. Gli strumenti in esposizione sono la testimonianza dell’importanza della tradizione liutaria cittadina, che si sviluppò in particolare nel Cinquecento e nel Seicento, e della qualità del lavoro delle botteghe specializzate nella costruzione di strumenti, la cui attività era nota e apprezzata già a partire dal XV secolo. La collezione degli strumenti musicali dei Musei Civici, che conta ben 228 pezzi, è costituita da due nuclei principali: quello degli strumenti ad arco e quello degli strumenti a pizzico, a cui si affiancano alcuni strumenti a fiato, a percussione e a tastiera, oltre ad alcuni pezzi provenienti da paesi extraeuropei. Tale raccolta si formò inizialmente grazie alla donazione del tenore bresciano Francesco Pasini (1848-1911) che lasciò al Comune di Brescia alcuni strumenti di grande pregio, ancora oggi rappresentativi del nucleo principale della collezione. A questa prima donazione, si aggiunse nel 1994 la collezione di Virginio Cattaneo e nel 2003 quella di Magda Zanelli, che donò tre strumenti appartenenti al padre, lo scultore Angelo Zanelli. Completano la mostra una serie di pannelli didattici e due video che raccontano la storia della liuteria bresciana tramite interviste a esperti, storici e liutai, così da rendere i contenuti accessibili a qualsiasi tipologia di pubblico, specializzato e non. Orari: da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 19.00; sabato dalle 8.00 alle 12.00; domenica chiuso. Ingresso libero. Salone Vanvitelliano, Palazzo Loggia, www.comune.brescia.it SPAZIO “LA SCUOLA IN MOSTRA” Dal 18 febbraio al 17 marzo 2015 “Percorsi di figura” del Liceo Leonardo La mostra “Percorsi di figura” del liceo scientifico a indirizzo artistico Leonardo sarà aperta al pubblico dal 18 febbraio al 17 marzo 2015, presso lo spazio espositivo La scuola in mostra – Galleria d’arte delle scuole. Orari: lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.45, mercoledì dalle 9 alle 15.45 e venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 15.30. Spazio “LA SCUOLA IN MOSTRA”, Piazzale Repubblica, 1, tel. 030 2978923 – 030 2978913. 7 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE BIBLIOTECA QUERINIANA Dal 6 marzo al 1 aprile 2015. “Smens ”, Paolo Gubinelli. A cura dell’Associazione Nuova Xilografia di Gianfranco Schialvino e Gianni Verna, la mostra è dedicata alla prestigiosa rivista d’arte stampata secondo l’antica tradizione gutenberghiana. Orari: da martedì a venerdì dalle 8.45 alle 18.00; sabato dalle 8.30 alle 12.30 Biblioteca Civica Queriniana, Via Mazzini 1, tel. 0302978200/1 AMBIENTE PARCO Mate.Land. - La terra della matematica Sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00 Studiato per ogni ordine e grado scolastico, Mate.land offre uno stimolo divertente alla matematica, un percorso accompagnato dai nostri operatori scientifici dove ognuno ci mette la testa e... le mani, vietato NON toccare! Un laboratorio scientifico che rapisce alunni e famiglie da cui è difficile andare via. Dopo avere ospitato MateFitness, uno dei progetti del CNR-PSC di Genova, ecco per l'anno 2014-15 questo nuovo e stimolante percorso matematico Natur.acqua Sabato e domenica dalle 16.30 alle 17.30 Percorso guidato: l'acqua in tutte le sue forme, l'uso consapevole dell'acqua, uso l'acqua risparmiando, il trasporto dell'acqua... e al interno c’è anche la sala gioco.lab "gioca con l'acqua e il sapone" per i più piccoli! Casa Eco.logica – Abitare Smart Sabato e domenica dalle 15.15 alle 16.15 Abitare Smart/la casa Eco.logica è un progetto educativo che vuole sensibilizzare i cittadini sul tema dell’abitare sostenibile, in edifici a misura d’uomo e d’ambiente, intelligenti nella struttura, negli impianti e nei comportamenti d’uso, progettati e realizzati per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e aumentare il comfort di chi li abita. Il percorso si apre con il Villaggio degli Eco.cubi, un luogo dove scoprire come la corretta costruzione dell’involucro di un edificio possa contribuire sensibilmente non solo al risparmio energetico, ma anche ad aumentare il benessere abitativo. Cinque casette colorate, prototipi di abitazioni poste in sequenza tra la meno e la più attenta ai consumi e tra la meno e la più confortevole per l’uomo. TARIFFE DI INGRESSO VALIDE PER TUTTE LE ESPOSIZIONI: Intera: € 7 Ridotta: € 5 per convenzioni, minori di 25 anni e maggiori di 65 anni e convenzioni Famiglia con due genitori con bambini: €14 due genitori con figli (max. 14 anni) Famiglia con un genitore con bambini: € 7 un genitore con figli (max 14 anni) Ambiente Parco, Largo Torrelunga, 7, Tel. 030 361347, www.ambienteparco.it 8 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE MOSTRE NELLE GALLERIE DI BRESCIA MOSTRE IN AUGURATE A FEBBRAIO 2015 A PALAZZO GALLERY Dal 7 febbraio al 31 marzo 2015. “The Rose has Teeth in the Mouth of a Beast” The Rose Has Teeth in The Mouth of The Beast è una citazione enigmatica, fantasiosamente orecchiabile e, di conseguenza, totalmente assurda, o meglio senza senso, dalla seconda parte delle “Philosophical investigations” di Wittgenstein. La frase deriva sinonimicamente dal “dolore nel corpo di qualcun altro” e significa che in effetti “nessuno sa in anticipo dove trovare un dente in una rosa”. Oltre alla domanda eterna, posta in rilievo dalla dottrina relativista, “what seems totally logical and what — absurd due to the human linguistic apparatus”, la poesia di queste frasi e delle metafore approfondiscono il contesto oscuro e decadente della scena culturale della fine del IXX secolo e dei primi decenni del XX. Molti movimenti occulti, che apparvero ai tempi, furono considerati completamente nuovi, modi sintetici per dare spiegazioni sul modo in cui lo stato delle cose divenne instabile, oscillante, sull’orlo di una catastrofe globale. L’espressionismo tedesco a quei tempi è uno dei migliori esempi per capire come l’arte esplori il mondo, mettendosi in relazione con la natura del potere sovrannaturale. “Mysticism and magic, the dark forces to which Germans have always been more than willing to commit themselves, had flourished in the face of death on the battlefields. The hecatombs of young men fallen in the flower of their youth seemed to nourish the grim nostalgia of the survivors. And the ghosts which had haunted the German Romantics revived, like the shades of Hades after draughts of blood” (Lotte H. Eisner's The Haunted Screen, 1952). E il punto di questa oscura rivoluzione filosofica e culturale è il punto in cui gira il vento. Nella nostra prospettiva attuale, nei centri geografici mistici, occulti e della fascinazione demonologica e a seguito delle narrative storiche, il vento politico prende una svolta verso destra. Le dottrine individualiste ed escatologiche che tentarono, a loro vantaggio, di convincere gli adepti a percepire il mondo e i suoi processi secondo una prospettiva non materialistica, si svilupparono in opposizione alle teorie socialiste e marxiste, contestando i loro principi più essenziali. Una di queste fu la cosiddetta “interior vision”. Secondo Kasimir Edschmid, gli strumenti cognitivi fondamentali degli espressionisti sono le visioni. “The chain of facts: factories, houses, illness, prostitutes, screams, hunger” non esiste realmente – c’è solo la visione interiore provocata da quegli sguardi. Lo scopo dell’artista è “to grasp what is behind them”. Avvicinandoci al nostro tempo, nello sguardo che usiamo per analizzare i diversi sistemi che operano nel mondo, possiamo affermare che il modus operandi dell’umore politico dopo la svolta verso destra è di nuovo di fronte a noi attraverso la visione interiore dell’artista. Quando la realtà dà alla comunità artistica il nuovo compito di pensare oltre i movimenti materialistici e le analisi post-marxiste, nel momento in cui il regime dell’apocalisse slow-motion muove gli spettatori e gli attori verso un nuovo stato vitale, o per lo meno, nel momento in cui il governo islandese legalizza gli elfi, allora artisti e teorici si riferiscono nuovamente al «New Escapologies» (C. Esche), alla visione interiore, alla cospirazione e ai processi sovrannaturali e, ovviamente, immaginano l’apocalisse e i modi di rapportarsi con il nuovo ordine del mondo post-apocalittico. Orari: martedì – sabato dalle 11.00 alle 19.00 Galleria Bersi Serlini Migliorati Rusconi Srl, Piazza Tebaldo Brusato 35, tel. 030 3758554 www.apalazzo.net [email protected] 9 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE GALLERIA COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA Dal 7 febbraio al 9 aprile 2015 Luca Moscariello. “Allegria di naufragi” Colossi Arte Contemporanea inaugura la stagione espositiva del 2015 con la prima mostra personale in galleria di Luca Moscariello, artista bolognese recentemente finalista del “Premio Lissone 2014” e del concorso “Mantegna cercasi”. La mostra avrà continuità, nelle stesse date, nelle prestigiose sale dell'Hotel Vittoria. Il titolo della personale Allegria di Naufragi, citazione dal nome della prima raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti, si ricollega metaforicamente alla modalità operativa di Luca Moscariello che costruisce le sue opere pittoriche attraverso una progressione di ossimori, paradossi e dicotomie visuali tra l’apparenza squillante dei colori e la profondità di silenzio in essi celata. La mostra si compone di una trentina di olii e tecniche miste su tavola e da tre sculture inedite in terracotta monocromatica. Se visivamente queste composizioni di Moscariello sembrano inaspettatamente rievocare le zattere del progetto performativo Swimming Cities con cui l’americana Swoon ha navigato prima il Mississippi e poi il Mar Adriatico, in realtà per l’autore il riferimento concettuale e iconografico alla zattera, al relitto, è un pretesto per una riflessione sullo stato della pittura e sulle possibilità di consunzione e resistenza dell’immagini. Nelle sue opere il naufragio del vascello, la sparizione del bastimento e la sostituzione della zattera nei vessilli bicolore, nei festoni variopinti e nei suoi elementi portanti si trasforma in un fluttuante accumulo di immagini apparentemente solari e cariche in superficie, ma che in sostanza presagiscono a una nuova iconoclastia. Questo nuovo ciclo di lavori, intitolato “Damnatio Memoriae” si fa portavoce di un processo di cancellazione delle vestigie oggettuali rivelando un dispositivo di progressiva apparizione e scomparsa. Come afferma l’artista: “palesandosi, l’oggetto manifesta l’impossibilità della propria peculiarità; nell’essenza della sua manifestazione si esplica l’assenza”. Nella ricerca di Moscariello sembra definirsi quella che lo studioso Paul Virilio chiamava “estetica della sparizione”: mentre in passato l’arte occidentale è stata dominata dall'estetica dell’apparizione perché, tradizionalmente, l’immagine nasce e prende forma a partire da un supporto materiale, oggi l’arte partecipa a un processo di eliminazione del reale che testimonia l’inatteso e l’assenza e si confronta con la catastrofe e con il dramma. L’artista sembra dirci che quando si vede troppo non si può più immaginare nulla, in una confusione babelica dove “tutto sprofonda nell’indistinto e ben presto nell’indifferenza” (Virilio). Assistiamo a una sorta di naufragio della figurazione, a un paradosso della forma, a un inganno del tempo che anziché riportare le immagini nella loro interezza le sottopone a un processo di immersione per renderle più stabili e comprensibili rispetto al caos calmo della superficie. Accelerando la percezione della realtà, fino alla sua velocità di sparizione, l’arte di Moscariello ci restituisce il ricatto sensoriale di un’opera oggettiva, tangibile, che riaffiora dagli abissi come fenomeno di ostinata resistenza delle immagini al consumo della memoria e che testimonia la finitezza del mondo e i suoi limiti. Dal 7 febbraio al 9 aprile 2015 Massimo Caccia “Caos” L'esposizione si presenta come un contenitore caleidoscopico di situazioni bizzarre ed enigmatiche in cui i suoi animali, dallo sguardo sorpreso ed estatico, si trovano, colti con una tecnica estremamente minimale e pulita. Queste azioni, questi singoli accadimenti dall'apparente semplicità formale data dal segno grafico e fumettistico, isolati nel perimetro dell'opera, se accostati, acquisiscono una inaspettata complessità; si pongono in inediti accostamenti che veicolano nuovi significati, in una contrapposizione che l'occhio dello spettatore spesso non riesce a risolvere. Assemblando questi frammenti di vissuto ironici e sospesi in un momento colto dal taglio dell'inquadratura di ogni singola opera, nascono situazioni sospese di conflitto che veicolano una soffusa sensazione di caos, che ispira il titolo della mostra. Un conflitto che richiama quello interiore dell'uomo contemporaneo, sempre sospeso tra le più assurde e inaspettate avventure che la vita quotidianamente gli presenta, rese dall'artista attraverso una narrazione sospesa e delicata che rivela una profonda sensibilita nei confronti dell'esperienza quotidiana dell'uomo. Per raccontare questa tensione esistenziale, Caccia sceglie la metafora del mondo animale e lo fa immortalando, con una colorazione piatta e priva di ombre, un'incredibile varietà di animali colti in enigmatiche avventure, collocati 10 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE nello spazio pittorico della tavola e accompagnati da un oggetto che sottolinea ulteriormente la peculiare condizione vissuta. Come avviene con le complesse circostanze della vita in cui l'uomo si trova spesso a costretto a svicolarsi, che vorremmo poter bloccare in un fotogramma, gli animali di Caccia sono colti proprio nell’istante di compiere un'azione, si trovano in situazioni surreali, bizzarre, costantemente sospese tra il sogno e la realtà e che esprimono perfettamente la continua tensione emotiva dell’uomo. A molti di noi è spesso capitato di pensare di poter immortalare un'istante della nostra vita che appare incomprensibile e surreale, quasi incomprensibile... Caccia lo fa, attraverso il taglio dell'inquadratura delle sue opere, quasi cinematografico e in grado di spostare gli oggetti che raccontano la scena fuori dal campo visuale; un escamotage che confonde la nostra percezione perché non riusciamo a coglierli nella loro interezza, cosi come accade anche agli animali protagonisti. Questo interessante stratagemma utilizzato dall'artista vuole sottolineare e trasmettere, anche dal punto di vista formale, l’impossibilita di comprendere fino in fondo la complessità dell'esistenza, con le sue continue vicissitudini, spesso intricate, inaspettate e cariche di sorprese, come gli occhi spesso stupefatti o inquieti dei suoi animali sanno suggerire. L'arte di Caccia riesce ad essere illustrativa ed enigmatica, essenziale ed ironica allo stesso tempo. L'artista, diplomato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera nel 1992, dal 1995 espone in importanti mostre collettive e personali in Italia e all'estero. Oltre a dipingere, Caccia è illustratore (ha pubblicato volumi con le case editrici “Topipittori” e GRRRžetic Editrice), realizza titoli di testa per cortometraggi e sigle animate, come quella natalizia per TELE+ del 2001; nel 2003 cura le scenografie e costruisce le marionette del film “Tu devi essere lupo” di Vittorio Moroni. L'artista ha partecipato ad importanti rassegne internazionali come Lucca Comics, MTV Toys a Milano, il BABELFestival di Atene, Art Athina, Art Vilnius e alla collettiva POPinvaderz promossa dalla Mondopop International Gallery di Roma. Le sue opere sono state esposte in Italia e all'estero presso importanti istituzioni e luoghi pubblici: dall'Istituto Italiano di Cultura di Lussemburgo, da Kufstein, in Austria, a Pietrasanta, fino alla Terrazza Aperol di Milano. Le sue illustrazioni hanno accompagnato spesso gli articoli di laLettura, supplemento domenicale del Corriere della Sera e i suoi libri partecipano al programma Bookcity Milano. Orari: Da martedì a sabato 10-12 e 15-19. Domenica su appuntamento. Galleria Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero, 13, tel. 030 3758583, cell. 338 9528261, [email protected], www.colossiarte.it SPAZIO AREF Dal 21 febbraio al 22 marzo 2015 “Ai margini della guerra. 1914 Rizzi in Bretagna” Alla fine della primavera del 1914 Emilio Rizzi e la moglie Barbara lasciano Parigi alla volta di Brignogan, un piccolo villaggio sull’oceano, poco distante da Plounéour-Trez nel Pays des Abers (paesi dell’estuario) lungo la Côte des Légendes, nella parte settentrionale della regione del Finistère (fine delle terre) in Bretagna. Le ragioni del viaggio sono legate alle condizioni di salute della consorte del pittore e alla bellezza e suggestione dei paesaggi normanni e bretoni, attrattiva per numerosi artisti, dai marinisti di fine ‘800 sino ai peintre des rivages e alle avanguardie en plein air dei primi del ‘900. Rizzi nel suo soggiorno dipinge una serie di piccole impressioni dal vero: litorali con rocce emergenti dalla sabbia, case di pescatori in pietra e dal tetto ribassato, donne bretoni nel tradizionale costume, pescatori di ostriche, dipinti esposti in mostra. In questo mondo quasi incantato cala come all’improvviso il conflitto tra Francia e Germania il 2 agosto 1914, che trasforma la regione in un luogo di guerra. L’artista sembra non volersi accorgere della nuova realtà, proseguendo nella sua pittura “fuori dal tempo”; ma sarà proprio la guerra a costringerlo a un ritorno forzato in Italia nell’autunno del 1914, un addio alla Francia che cambierà il destino professionale dell’artista. Rientrati in Italia i coniugi si stabiliscono a Corchiano, nel Lazio, fino a che il 24 maggio del 1915 l'Italia entra in guerra e Rizzi è arruolato nell'artiglieria da campagna come automobilista. Dal 27 marzo al 12 aprile 2015 Inaugurazione venerdì 27 marzo, ore 18.00 Narumi Harashina , “Evocazioni. Quotidianità svelata. Incisioni ” 11 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE “Il fare artistico è linguaggio universale, trascende i confini e comunica superando limiti linguistici e culturali generando armonia e aggregazione. Tutto ciò è ancor più vero se, come accade nelle opere del maestro Narumi Harashina, i soggetti sono un’apparentemente umile traduzione dei molteplici aspetti del vivere quotidiano. I semplici oggetti delle tradizioni orientale e occidentale alla base della formazione dell’artista, si rivestono di profondi significati simbolici, evocano ricordi, predispongono al coinvolgimento facendoci sentire parte di un unico, misterioso universo. Immagini dentro altre immagini, frammenti accidentalmente accostati a creare situazioni nuove, irreali, metafisiche. È lo sguardo di un poeta che dialoga sommessamente con le cose, usate come pretesti per spalancare gli occhi della fantasia e del sogno: si tratta di evocazioni, di visioni incantate rese eterne dall’intimo contatto con la poesia.” (Daniela Copeta) Narumi Harashina, vive e lavora a Tokyo dove, tiene corsi di tecniche artistiche all’Università. Dal 1969, dopo la laurea in pittura all’Università di Musashino e il completamento degli studi tra Brera e l’ École des Beaux-Art a Parigi, utilizza la tecnica incisoria del “mezzotinto” appresa dal maestro giapponese Motomura. Molte sono le mostre personali e collettive organizzate a livello internazionale, ma negli anni ha stabilito un significativo rapporto con la città di Firenze dove oltre ad aver esposto in molte occasioni, ha avuto la possibilità di tenere corsi e seminari alla scuola internazionale di grafica d’arte “il Bisonte”. Dagli anni 90, alcune sue opere sono state acquisite dal Gabinetto dei Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi.. Orari: da giovedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30. Aref – Associazione Artistica e Culturale Emilio Rizzi e Giobatta Ferrari, Galleria di Spazio Aref, Piazza Loggia, 11f, tel. 0303752369, www.aref-brescia.it - [email protected] GALLERIA DELL’INCISIONE Dal 21 febbraio al 12 aprile 2015 Diego Saiani, “Opere recenti". Dopo quasi dieci anni dall’ultima mostra a Brescia, Saiani, originario di Nave ma pratese d’adozione, propone una selezione di suoi lavori recenti: dipinti ad olio su cartone, coloratissimi, segnati da un’identità forte e riconoscibile. Si tratta di un nucleo omogeneo di circa quaranta lavori, realizzati nel 2014, di piccolo e medio formato, che in modo efficace tracciano il profilo dell’attuale riflessione stilistico-tematica dell’artista. Sono brevi racconti dominati dal dialogo dei personaggi che ne abitano gli spazi; figure allungate, essenziali, prive di elementi accessori, a volte al limite della semplificazione geometrica, che si incontrano nella matericità di una pittura densa e pulsante. Nei soggetti, che spesso suggeriscono iconografie sacre, si legge la memoria della tradizione della grande pittura senese del Trecento e del Quattrocento, ma le deposizioni, le natività, le annunciazioni di Saiani si compiono nella dimensione raccolta e umile di un mondo provinciale, contadino, lontane da un sentimento religioso. Sono più che altro incontri, attese, partenze suggerite e a volte solo evocate in un sottile equilibrio tra astrazione e figurazione. I protagonisti delle sue storie si muovono con una grazia delicata e gentile, lenti, sospesi nell’armonia di una composizione solida e misurata. Orari: da martedì a domenica, dalle ore 17.00 alle 20.00. Galleria dell’Incisione, Via Bezzecca 4, tel. 03030469, www.incisione.com, [email protected] 12 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE ab/arTE GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Dal 21 febbraio al 24 aprile 2015 “Dalle avanguardie alla transavanguardia” Artisti in mostra: Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Mario Ceroli, Sandro Chia, Pietro Consagra, Antonio Corpora, Lucio Del Pezzo, Piero Dorazio, Sergio Fergola, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Salvatore Fiume, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Achille Perilli, Mauro Reggiani, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Mario Schifano, Alberto Sughi, Lorenzo Tornabuoni, Renzo Vespignani, Luigi Veronesi. La trama proposta testimonia l’evolversi di eventi, figure e vicende significative, ed è un’occasione unica per il pubblico di scoprire il rapporto di attenzione in una sorta di vasi comunicanti tra temi archetipi e suggestioni formali nell’idealismo di quegli anni legato al progredire della società e che, forse, non supera del tutto l’individualismo esaltante che estremizzava tutto - anche l’arte - per contrastare i modi di una produzione artistica frutto di ambasce affliggenti tanto cara alla critica ufficiale che guarderà con sufficienza a queste tendenze. Le cosiddette avanguardie storiche hanno creato un rinnovamento dei linguaggi artistici e hanno avviato la sperimentazione pur in anni difficili. Alla base c’era il disagio sociale e politico alimentato da un rifiuto della tradizione e della cultura dominante fino a mettere in discussione la stessa arte e decretandone la “morte”. Così la pittura italiana abbandona gradualmente l’esclusiva frequentazione con il realismo permettendo di presentare in importanti esposizioni un insieme organico “diverso” per un clima culturale in cui le opere astratte sono mal giudicate rispetto a quelle figurative: Mauro Reggiani e Renzo Vespignani in mostra. Mentre ormai sono tre i nuovi principali indirizzi: la pittura segnica, la pittura gestuale e quella materica. La prima è una sorta di scrittura astratta, stesure pittoriche che riconosciamo nelle opere di Giuseppe Capogrossi, poi quella “gestuale” nell’azione dell’artista che assale la tela con i suoi gesti, e infine la “materica” che ingloba nel dipinto materiali eterogenei. Nel 1947, a Roma, nasce il “Gruppo Forma” con Pietro Consagra, Piero Dorazio e altri, con una presa di distanza di quest’ultimo attraverso l’inserimento del segno cromatico nello spazio nel dichiarare una distinzione tra arte e vita e a non definirsi succube del colore ma semmai propositore di essenzialità spaziali nella manifestazione della forma-colore. Ed ecco che si forma il “Gruppo Cobra”, che rifiuta la tradizione e si oppone alla ricerca della bellezza e dell’armonia nell’arte. Parte il “Movimento Arte Concerta”, a Milano nel 1948, in contrasto con il realismo impegnato e all’informale irrazionale per arrivare a un post-informale e a un astrattismo geometrico negli artisti Bruno Munari, Achille Perilli, Luigi Veronesi. Poi è la volta della rielaborazione dell’oggetto d’uso quotidiano inserito nell’opera d’arte, mentre a Milano nel 1951 Enrico Baj firma il manifesto del “Movimento Nucleare” cui si avvicina Sergio Fergola che sarà tra i fondatori del “Gruppo 58” con Lucio Del Pezzo, mentre a Roma intorno a Lionello Venturi si forma il “Gruppo degli otto” tra cui Antonio Corpora, Ennio Morlotti e Giuseppe Santomaso. Il dissenso poi si esprimerà attraverso la dissoluzione della forma progettata e riconoscibile: è l’arte che si sviluppa tra gli anni Cinquanta e Sessanta con un linguaggio contrassegnato da velocità di esecuzione e improvvisazione in incanti alchemici e tra percorsi inediti che incontreranno sinergie in uno scambio tra diversi ambiti culturali e in una stretta relazione con scrittori e poeti dando vita a esperienze uniche. Nei primi anni Cinquanta, nel clima dunque del dopoguerra, in Italia sarà Lucio Fontana a indicare nuove strade di ricerca artistica nello “spazialismo”, mentre anni dopo sarà Piero Manzoni a irrompere sulla scena artistica milanese e internazionale: nel settembre 1957 aderì al manifesto “Contro lo stile” che rigettava ogni convenzione stilistica, tranne le proposizioni monocrome di Klein, fino a costituire nel 1959 il gruppo “Azimuth” che chiamava a una pittura come “presenza modificante in un mondo che non necessita più di rappresentazioni”, e presentava nel secondo numero dell’omonima rivista (1960) l’esposizione “La nuova concezione artistica” come “la prima mostra d’una tendenza d’avanguardia … presentata in Italia da alcuni decenni”. Ma è in arrivo la “Pop art” e il “nuovo realismo” di Restany con Mimmo Rotella, mentre a Roma ci sono gli artisti di Piazza del Popolo con Mario Schifano, Tano Festa, Mario Ceroli e Giosetta Fioroni, che rendevano la capitale a livello di New York e Parigi, nel culmine di una rivalutazione della cultura popolare e della pittura gestuale e materica che troverà linfa nell’appropriazione del reale e assumerà valenza oggettuale di un’arte che coinvolse sia gli Stati Uniti d’America che l’Europa, ma che inevitabilmente sarà l’inizio della fine alla nascita del “concettuale”. 13 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE Ci addentriamo, allora, in quegli anni attraverso una traccia non forzatamente cronologica (consapevoli di mancate citazioni dovute solo a ragioni di spazio) e che prosegue sulle sollecitazioni di artisti del Novecento in una dimensione esplicativa delle esperienze vissute: protagonisti, interpreti o precursori di un postmodernismo improntato sull’autonomia come per Salvatore Fiume e Lorenzo Tornabuoni, o nel realismo sociale di Giuseppe Migneco e in quello esistenziale di Alberto Sughi. E ci sentiamo di interrogarci: cosa sarebbe l’arte oggi senza le vicende storiche di questi movimenti, gruppi e correnti che s’incrociano con la testimonianza di avvenimenti che sono alla radice di un comune sapere? Così la transavanguardia (qui con Sandro Chia) che ha risposto in termini contestuali ai punti di snodo essenziali dell’arte del XX secolo presenti in questa mostra che offre gli ingredienti di una rappresentazione culturale complessa nella definizione di un’art autre. La trama proposta testimonia l’evolversi di eventi, figure e vicende significative, ed è un’occasione unica per il pubblico di scoprire il rapporto di attenzione in una sorta di vasi comunicanti tra temi archetipi e suggestioni formali nell’idealismo di quegli anni legato al progredire della società e che, forse, non supera del tutto l’individualismo esaltante che estremizzava tutto - anche l’arte - per contrastare i modi di una produzione artistica frutto di ambasce affliggenti tanto cara alla critica ufficiale che guarderà con sufficienza a queste tendenze. Orari: da giovedì a sabato: 9.30-12.30 e 15.30-19.30. Galleria d’arte moderna e contemporanea ab/arTE, Vicolo San Nicola 6, tel. 0303759779, cell. 338 4429564 [email protected], www.abarte.it GALLERIA AplusB Dal 21 febbraio al 20 marzo 2015. Luca Macauda, “Alla testa dell'acqua” Alla testa dell'acqua è un’espressione che proviene dal dialetto siciliano oltre ad essere il nome una specifica località nell'area sud occidentale dell'isola. La duplicità del suo significato, cioè l'esigenza in una discussione di andare all'origine della stessa, e l'essere espressione toponomastica, incarna la recente ricerca pittorica di Luca Macauda (Modica, 1979) che si concretizza sulle superfici della tela lavorata a pastello morbido. “Sulle superfici di Macauda la pittura galleggia” ci suggerisce Gabriele Tosi nel testo critico che accompagna la mostra. “Come accettati dall’onda, i suoi segni affondano e riemergono, vibrano energici pensando la materia terrosa con la fluidità propria dell’acqua. La sicurezza mentale del tratto si scioglie in un fare libero, lontano da ogni bellicoso estremismo perché fautore di quella naturalezza capace di sciogliere le gabbie dell’artificio. Così ho inteso l’uso di questi pastelli morbidi, che naturali e privi di solventi spingono l’artista a lavorare sulle aderenze, a sentire l’immagine invece di proiettarla dagli occhi. La fragilità della materia - un incauto passaggio di mano farebbe pastrocchi - si sposa col rifiutare al visivo ogni forma fossile, la sua duratura brillantezza delega alla luce, cioè al vivo, ogni compito distintivo e formale”. Ed in merito alla complessiva ricerca dell'artista: “Mi viene in mente che spesso, nell’ambiente dell’arte contemporanea, usiamo la parola “lavoro” invece di “opera”. In fisica, il “lavoro” si può grossolanamente definire come la forza che agisce su un oggetto e ne causa lo spostamento. Quando noto come queste tele ammettano di non uscire dal vuoto e al tempo stesso non siano una variazione di alcun modello, piuttosto il portato esperienziale di ciò che le precede, la definizione “lavoro” non mi appare più così fredda e inopportuna. Il risultato è infatti una pittura che mantiene una memoria, in qualche modo materica, del proprio ricercare. Ho avuto la possibilità di fruire le ultime opere in ordine cronologico e un senso di continuo mutamento mi è apparso evidente. A volte c’è qualcosa che si muove, cresce, affiora: nel cambio di un colore, nell’emersione più energica dal fondo, nella dose dei segni. Altre volte, come dopo un parto compiuto, la novità è carica, travolgente e offuscante, come se tra una dimensione e l’altra fosse trascorso un periodo lunghissimo in un tempo davvero breve”. Orari: da giovedì a sabato, dalle ore 15.00 alle 19.00. AplusB Contemporary Art, Via Gabriele Rosa, 22, tel. 3381324177 / 030 5031203, [email protected] aplusbcontemporaryart.wordpress.com 14 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI AAB Dal 21 febbraio al 18 marzo 2015 “ Gli artisti bresciani e il disegno –parte IV” La mostra Gli artisti bresciani e il disegno. Parte IV è curata da Anna Lisa Ghirardi. Essa costituisce la quarta tappa della esplorazione iniziata nel 2012 a cura di Ilaria Bignotti e proseguita nei due anni successivi da Fausto Lorenzi e proporrà, dopo quelle sui giovani, i “maestri” e i decani, una rassegna di lavori di affermati illustratori bresciani, novellieri e romanzieri per immagini. L’esposizione è dedicata all'esplorazione del disegno che confluisce dalle opere grafico/pittoriche alle pagine illustrate ed è il frutto di una ricerca del segno tracciato sulla carta, dalle opere a parete alle pagine di un libro. Le generazioni coinvolte sono quelle nate negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, artisti giovani, ma non giovanissimi, taluni già palesemente maturi nella loro sintassi: Giuliano Guatta, Daniela Perani, Alicia Baladan, Francesco Levi, Sara Donati, Cristina Gardumi. Essi non solo hanno aderito alla rassegna, ma hanno anche accettato di tracciare le loro suggestioni visive su un grande supporto assegnato, creando ognuno una nuova opera, che verrà esposta in occasione della mostra. Le opere inedite saranno affiancate ad altri lavori, carte autonome e illustrazioni, in un avvicendarsi di silenzio, pensiero, azione, segno e parola. Scrive la curatrice nel saggio in catalogo: «La carta affidata rappresenta simbolicamente la pagina bianca, il silenzio, la pausa, una presenza con la quale ogni artista da sempre si confronta. Non si può che essere affascinati dall'incontro nella composizione -sia essa di note, parole, segni o forme- di silenzio e rumore, bianco e verso, candore e segno; dall'incontro di vuoto e forma, assoluto e accidentale […]; il bianco della carta è assenza e nel contempo unione dei colori, rappresenta idealmente il silenzio e la pausa del segno che ivi si appoggia. Ogni artista conosce i due stadi: il silenzio e il suono, ogni opera vive di uno e dell'altro». Dal 21 marzo al 15 aprile 2015. Inaugurazione sabato 21 marzo 2015 alle ore 18.00. “ Giovani presenze alla ricerca artistica a Brescia” Francesca Longhini Gloria Pasotti Fabrizio Saiu Carloalberto Treccani Nel saggio introduttivo pubblicato nel catalogo Paolo Bolpagni scrive: «Quest’anno la mostra si pone un obiettivo duplice: da una parte, come ovvio, documentare la produzione attuale di alcuni artisti under 35 attivi a Brescia (ne abbiamo scelti quattro, due donne e due uomini); dall’altra, partire da questa prospettiva fenomenologica, di mera registrazione e osservazione dei dati, per cercare di trarne, pur nella consapevole esiguità del “campione statistico”, riflessioni sullo “stato dell’arte”, sulla sua funzione oggi, su elementi salienti che ne caratterizzano, nel nostro presente, gli sviluppi. Che cosa ne emerge, in sostanza? Sicuramente, il consolidarsi di fenomeni già in atto da vari decenni (o anche più) e il prender piede di forme di operatività ancora piuttosto nuove, nate dall’evoluzione dei mezzi tecnologici. Quindi c’è poca pittura, c’è poca scultura; o, meglio, questi due media “storici” assumono valenze e tratti differenti, lontani da tecniche tradizionali, per tendere all’ibridazione, alla contaminazione con altri linguaggi.» Verranno presentati lavori di Francesca Longhini, Gloria Pasotti, Fabrizio Saiu e Carloalberto Treccani, le cui schede critiche sono curate in catalogo da Bianca Martinelli. Questa edizione di Giovani presenze nella ricerca artistica a Brescia beneficia del sostegno nell’ambito del bando della Provincia di Brescia a favore delle Associazioni di volontariato. Orari: da martedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30 Associazione Artisti Bresciani AAB, Vicolo delle Stelle 4, tel. 03045222, www.aab.bs.it - [email protected] 15 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE MOSTRE IN AUGURATE A MARZO MARZO 2015 INSTUDIO Dal 7 al 28 marzo 2015 Raffaella La vena, “La sensazione del colore” Lo spazio aprirà su appuntamento: tel. 335 52 80 646 InStudio Via Calatafimi, 20/c – 25122 Brescia, tel. 335 52 80 646, [email protected] PACI CONTEMPORARY Dal 7 marzo al 26 maggio 2015 Sandy Skoglund,“Unpublished Works” La mostra presenterà in anteprima il ciclo di dodici lavori appartenente alla serie “Reflections in a Mobile Home”, attraverso il quale l’artista si focalizza sugli interni e i dettagli domestici della vita quotidiana di una casa mobile americana degli anni Settanta, dimostrando la sua formazione da autodidatta ed iniziando a sviluppare quell’interesse per la messa in opera di veri e propri set da cui trarre lo scatto fotografico che connoteranno le sue opere future. La mostra sarà anche l’occasione per ammirare, in anteprima mondiale, il lavoro dal titolo “The Grey Foxes”, originariamente esposto al Centre Pompidou di Parigi come parte integrante della mostra collettiva intitolata “L’Invention d’un Art”. L’installazione, invece, è tuttora parte della collezione permanente del Museo d’Arte di Denver. Orari: da martedì a sabato, ore 10.00-13.00 e 15.30-19.30. Paci Contemporary, Via Trieste 48, tel. 030.290635, www.pacicontemporary.com, [email protected] E3 ARTE CONTEMPORANEA Dal 7 marzo al 7 maggio 2015 Gianfranco Zappettini, “Opere anni 70” Il progetto, di richiamo internazionale e di grande interesse culturale, presenterà al pubblico circa 20 opere attentamente selezionate, realizzate dal Maestro Gianfranco Zappettini nel corso degli anni Settanta, di dimensioni differenti. I suoi “bianchi” e le sue “tele sovrapposte” hanno costituito dei veri e propri pilastri della Pittura Analitica, situazione europea nata e sviluppatasi a cavallo tra Italia e Germania e che coinvolse anche artisti da Francia, Paesi Bassi e Inghilterra. Le opere esposte dimostreranno al pubblico l’intensa e sorvegliata ricerca di Zappettini, volta a indagare la Pittura quale relazione tra colore, superficie e modalità di contatto e relazione tra questi due elementi fondativi dell’alfabeto pittorico: opere tese a ripartire dal “grado 0” della pittura. Un messaggio che, letto oggi, si fa metafora di un desiderio umano etico prima ancora dell’estetico, nella convinzione del potere rigenerante dell’arte. Orari: da giovedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30, oppure su appuntamento. E3 Arte contemporanea, Via Trieste, 30, Tel. 335 7683128/ 339 4822908, www.e3artecontemporanea.com 16 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE WAVE PHOTOGALLERY Dal 14 marzo al 15 aprile 2015. “Bangladesh” Erika Bertello Nico Bonometti Aldo Braga Abdul Gaffar Laura Giancaterina Beppe Lari Gianluigi Mazzoleni Stefano Mutti Anna Peroni Vincenzo Tosini Wavegallery corsini inaugura la mostra dedicata ai fotografi che negli ultimi tre anni hanno partecipato al workshop fotografico in Bangladesh tenuto da Renato Corsini, fotografo e direttore della galleria. Ogni autore, secondo la propria sensibilità, ha interpretato il Paese del Bengala, identificandone gli aspetti più consoni al proprio vedere e alla propria fotografia, concentrandosi chi sull’umanità, chi sul paesaggio. Il risultato è una visione del Bangladesh singolarmente ristretta ma globalmente sfaccettata: un racconto frammentato che abbraccia tutto. Orari: da martedì a venerdì, 10.00-12.00 e 15.00-19.30; sabato 15.00-19.30 Wave Photogallery, Via Trieste 32, tel. 0302943711, www.wavephotogallery.it, [email protected] ASSOCIAZIONE ARTE E CULTURA PICCOLA GALLERIA U.C.A.I ASSOCIAZIONE PER L’ARTE LE STELLE Dal 14 marzo al 6 aprile 2015 Nicola Zaccaria, “Non piangete. Compianti scultorei di terra bresciana” Il percorso fotografico realizzato da Nicola Zaccaria scaturisce da una personale riflessione sul mistero pasquale incentrata su dieci compianti scultorei del territorio bresciano, risalenti al periodo che si estende dalla fine del XV al XVIII secolo, importanti e pregevoli episodi artistici del panorama dell’antica devozione popolare. In essi gruppi di statue a grandezza naturale, plasmate in terracotta o scolpite in legno, compongono la tradizionale scena della lamentazioni su Cristo deposto, saldando insieme il dato narrativo e la partecipazione spirituale dei fedeli. Il fotografo elabora su di essi un originale percorso interpretativo: ponendosi nella prospettiva di Cristo e adottando il suo punto di vista, dal basso verso l’alto, gli scatti fotografici intendono restituire lo sguardo divino sul mondo, inquadrando nel buio delle tenebre un’umanità smarrita, disperata, talora anche indifferente. La macchina fotografica diviene strumento privilegiato per dare voce ad un messaggio di speranza rivolto agli uomini di tutti i tempi: ai discepoli timorosi e alle donne spaventate di duemila anni fa, come all’umanità di oggi, segnata dalla medesima paura dell’abbandono, della solitudine, della fine. L’esigenza di comunicazione visiva e creatività espressiva determina sia una scelta iconica fortemente connotata nella fase di ripresa che una coerente e accurata postproduzione. Lo sfondo nero è testo e non più soltanto pre-testo della scrittura fotografica: necessaria cornice simbolica alle scene rappresentate; ne diviene alla fine con-testo a servizio del messaggio sotteso, richiamando inequivocabilmente la paura dell’abbandono, il buio del sepolcro, l’abisso della morte. La scelta della cromia seppiata, con la rinuncia al colore, intende giungere così all’essenza dell’immagine, mentre la luce, ingrediente fondamentale per creare tridimensionalità e dinamismo compositivo, interpreta il dato reale. Ponendosi fisicamente accanto al corpo di Cristo, in condizioni spesso disagiate per ristrettezza di spazi e nella difficoltà generale dovuta alla scarsità di appoggi, la mano libera di Nicola Zaccaria crea una dialettica visiva del tutto originale, di forte dinamismo spaziale rafforzato da visioni angolate, talvolta anticlassiche e da un audace gioco di vuoti e pieni. 17 MOSTRE NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE Fulcro e coronamento della mostra è la presenza eccezionale dell’antico Ecce Homo del XVII secolo in legno, oggetto di culto e venerazione in San Zenone fino all’inizio del Novecento. Orari: da mercoledì a domenica dalle ore 16.00 alle 19.00. Ingresso gratuito. Associazione per l’arte Le Stelle, Vicolo San Zenone 4, tel. 030 2752458 / 335 1370696 , [email protected], www.artelestelle.it, www.ucaibrescia.it GALLERIA MININI Dal 14 marzo a 2 maggio 2015 Ariel Schlesinger, “Hands make mistakes” Finestre rotte, urne distrutte e ricomposte, tappeti incendiati, memoriali senza nomi, grandi fogli che stanno per sgualcirsi, fiamme vive… Non sono lo scenario di un evento catastrofico ma un parziale elenco delle opere in mostra alla Galleria Massimo Minini per la prima personale di Ariel Schlesinger. hands make mistakes suggerisce che qualcosa di imprevisto e apparentemente non voluto stia per accadere. Il lavoro di Schlesinger è infatti una costante ricerca sulla trasformazione di un evento negativo in positivo, sullo sfruttamento di qualcosa di non ordinario come possibilità creativa. Così anche dagli errori che le mani del titolo compiono sono nate nuove invenzioni e nuove opere. La catastrofe può essere soggettiva (Catastrophe is subjective è il titolo del suo primo catalogo) e può costituire lo spunto per un approccio diverso, una prospettiva inusuale, un nuovo ragionamento. Nonostante l'atmosfera sembri disastrosa e si senta la tensione di qualcosa appena successo o in procinto di succedere, il lavoro di Ariel Schlesinger è un messaggio di ottimismo e di geniale creatività, costruita con poesia e sdrammatizzante umorismo. Le bruciature dei tappeti incendiati sono infatti apparentemente controllate e le mancanze di tessuto divengono il nuovo pattern dei tappeti stessi; i vetri rotti delle finestre sono stati fotografati, incorniciati e utilizzati come vetro per le loro stesse fotografie; i frammenti di urne sono stati ricomposti al contrario, come a contenere tutto il mondo esterno, non nascondendolo ma rivelandolo; i memoriali non vogliono ricordare persone ma sono rimandi alla minimal art; i grandi fogli in movimento non si sgualciscono ma si uniscono come in un grande abbraccio. Infine alcune fiamme vive non creano incendi ma trasmettono una sensazione di scampato pericolo (Jusqu'ici tout va bien / Fino a qui tutto bene è anche il titolo di un'altra opera) che rincuora i visitatori. Almeno fin qui... Orari: da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 19.30; sabato dalle ore 15.30 alle 19.30. Galleria Minini, Via Apollonio 68, tel. 030383034, www.galleriaminini.it - [email protected] L’Infopoint Turismo Comune di Brescia non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda eventuali variazioni di programma. Per segnalazioni di mostre da inserire nel Calendario, Vi preghiamo di contattarci entro il 12 e il 28 del mese. Infopoint Infopoint Turismo Stazione Infopoint Turismo Piazza Duomo Piazzale Stazione, 25122 Brescia Via Trieste 1, 25121 Brescia Tel. +39 030 8378559 Tel. +39 030 2400357 [email protected] [email protected] Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30 Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30 18