rapper-barese - IPSSAR Perotti

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rapper-barese - IPSSAR Perotti
«Un inno alla violenza?»
Tommy Parisi e il Nano
«Politici mafiosi l’abuso chi ve lo ha dato? Ridateci la vita e
lavatevi il peccato». È forse il messaggio principe che
viene fuori dal singolo del rapper barese Max il Nano «La
dì d la rapin» («Il giorno della rapina»), brano realizzato
con la collaborazione del cantante neo melodico Tommy
Parisi. Da questo brano ben costruito, è stato realizzato un
ottimo video, immerso in una Bari notturna, una moderna
“lacapagira”, che a oggi è stato cliccato su Youtube da
oltre trecentomila persone. Ma il motivo per il quale la
Gazzetta ha deciso di intervistare il rapper barese, è legato
alle critiche sollevate da alcuni organi di stampa, locali e
nazionali, nonché dal sindaco di Bari Michele Emiliano.
Max, pensa che le immagini del video siano fuorvianti
rispetto al reale messaggio che voleva lanciare con
questo brano?
«Qualcuno si è soffermato solo sull’evidenza, cioè la
pistola, senza guardare interamente il video. In realtà il
messaggio che io e Tommy cerchiamo di lanciare in
questo video, ma vedo che qualcuno non coglie, è che
questo ragazzo, a causa di mancanza di lavoro e nella
disperazione più totale, prepara questa rapina. Infatti,
all’inizio esegue alcuni riti, come baciare il rosario. Ma, la
particolarità che forse qualcuno non ha voluto cogliere, è
che il video prosegue con una rapina immaginaria, cioè
sognata. Infatti, quando viene chiamato dai ragazzi del
boss, lui non accetta la pistola per fare la rapina: rifiuta
l’illegalità e si dirige verso la strada della legalità».
«Rai Tre ci fa passare come quelli che istigano la violenza,
così come il sindaco Emiliano; al contrario del brano “Japr
l’ekk” (“Apri gli occhi”) che ha usato in maniera positiva, ha
detto che elogiamo le pistole. In realtà non è così.
Nell’ultima strofa spiego bene qual è l’intento finale del
ragazzo protagonista del video. Bari è bella, ma rimane
sporca
se
non
viene
tolta
la
melma».
Con questi testi si sente in linea con la controcultura
dei rapper?
«Nascendo dalla strada, il rap è una denuncia sociale.
Personalmente scrivo i testi descrivendo la realtà che ci
circonda, anche se c’è qualche pezzo che vene fatto in
maniera celebrativa; ma è il “gioco” del rap. Molti
affermano che non è così; ma la realtà è questa. A me non
piace vivere nelle favole, descrivo quello che vedo».
Qualcuno ha avuto da ridire anche per la sua
collaborazione con Tommy Parisi, figlio del boss
Savinuccio.
«Tommaso è una brava persona ed è un cantante. Siamo
due artisti che cercano di descrivere la realtà. L’ho sempre
stimato come cantante e umanamente è uno dei pochi che
mi ha dato supporto morale: è buono e decisamente
simpatico. Non deve essere visto come “il figlio di”: lui è
Tommy
Parisi,
il
cantante
neo
melodico»
Quindi rifiuta l’analisi fatta sul video e sul brano?
Antonio Lorusso 3CB