relazione storico-artistica e tecnica

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relazione storico-artistica e tecnica
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI
E DEL TURISMO
DIREZIONE GENERALE PER IL PAESAGGIO, LE BELLE ARTI, L’ARCHITETTURA E L’ARTE CONTEMPORANEE
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI
Piazza Duomo, 14 - 20122 Milano
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OGGETTO: MONZA (MB) – VILLA REALE – Lavori di restauro e adeguamento impiantistico
della fontana dell’avancorte della Villa - Perizia di spesa n. 10 del 18/12/2013 dell’importo
complessivo di € 460.000,00=
RELAZIONE STORICO-ARTISTICA
E TECNICA
Milano, lì 18/12/2013
I PROGETTISTI
(Arch. Annamaria Terafina)
IL SOPRINTENDENTE
(Dott Arch. Alberto ARTIOLI)
(Geom. Gianpiero Bonnet)
Relazione storico-artistica
La Villa Reale di Monza venne edificata come dimora di caccia e luogo di vacanza per l’Arciduca
Ferdinando, quarto figlio maschio dell’Imperatrice Maria Teresa, e doveva soprattutto dimostrare, nelle
intenzioni della committenza, ai sudditi milanesi lo sfarzo e il prestigio della casa imperiale, ancora di più del
Palazzo Reale di città. La villa è una grande residenza di campagna, dalle caratteristiche scenografiche e
monumentali. La scelta del luogo avvenne dopo aver scartato l’ipotesi di riuso di ville patrizie dei dintorni di
Milano, come Villa Alari di Cernusco sul Naviglio o il Castellazzo di Bollate, perché ritenute troppo costose
o poco rappresentative.
La Villa, costruita dunque ex novo, venne progettata da Giuseppe Piermarini giovane allievo e assistente
dell’architetto Luigi Vanvitelli, uno dei più famosi artisti dell’epoca e autore della celebre Reggia di Caserta.
Nel dicembre del 1770 il giovane architetto veniva nominato alla duplice carica di Imperial-Regio Architetto
e Ispettore delle Fabbriche della Lombardia Austriaca.
Gli esempi più celebri per il modello della nuova villa erano diversi e celebri: la residenza di Schonbrunn a
Vienna, la Palazzina di caccia di Stupinigi, il Castello di Charlottenburg a Berlino, il Njmhenburg a Monaco
di Baviera, oltre naturalmente a Versailles. L’area prescelta, le colline briantee, era già stata eletta come
luogo di villeggiatura favorito dalla nobiltà milanese dalla fine del 500 a tutto il sei/settecento, in quanto la
zona collinare offriva un clima senza dubbio più salubre di altre zone a sud di Milano, quale i navigli o i
dintorni del Ticino.
Un merito del Piermarini fu l’indiscutibile capacità di ottemperare alle due diverse finalità: progettare una
casa di campagna, che fosse altamente rappresentativa della committenza imperiale, e rispettare i precisi
limiti pratici dei calibrati finanziamenti destinati dall’Imperatrice Maria Teresa alla realizzazione dell’opera.
Il risultato ottenuto, coniugando le due esigenze apparentemente contraddittorie, porterà a quel rinnovamento
profondo del linguaggio architettonico che consiste nello stile rigoroso e asciutto del Piermarini, che ebbe
tanto successo nel panorama culturale lombardo. Uno degli effetti delle stringate disponibilità economiche fu
proprio la scelta del luogo, ove all’amenità del sito coincideva anche e soprattutto la vantaggiosa condizione
d’acquisto in quanto erano terreni appartenenti ai beni ecclesiastici, (ordine dei Gesuiti), e quindi facilmente
acquisibili in un momento in cui l’obiettivo economico e politico degli Asburgo era volto al
ridimensionamento degli enti religiosi.
Il 13 novembre 1769 un decreto a firma di Maria Teresa d’Austria diede il via ai lavori rendendo
responsabile il conte Carlo Firmian.
Una delle novità del progetto consisteva nell’abbandono deciso dei dettami dell’architettura barocca, eredità
degli spagnoli a Milano, e dello stile definito “barocchetto”, ridondante di decorazioni nelle finiture interne
ed esterne, movimento che vide in Veneroni, Ruggeri e Croce i massimi esponenti.
E’ evidente nel Piermarini l’influsso del classicismo del suo maestro Vanvitelli, con il quale aveva lavorato a
Caserta. Il progetto della Villa, con i giardini e il vialone alberato, era impostato su criteri di rigorosa
assialità, con effetto prospettico centrale. La facciata a sud, nell’intenzione iniziale dell’Arciduca e del
Piermarini, era concepita come la facciata principale della villa, rivolta verso l’abitato di Monza, collegata ad
esso da un grande viale alberato. Tale progetto grandioso avrebbe comportato lo sventramento di gran parte
del nucleo storico della città, demolendo una ampia parte del costruito sino all’Arengario, creando
scenografici effetti prospettici e un vero rapporto “fisico” tra la villa e la città di Monza. L’ipotesi trovò
comprensibili opposizioni e comportò la rotazione dell’asse compositivo principale della villa nella direzione
est-ovest, dove si determinò un percorso esterno ed estraneo a Monza.
I progetti venivano mandati a Vienna per l’approvazione dell’imperatrice: le principali modifiche
riguardarono l’aspetto esterno e la decorazione, con l’indicazione di renderla più ricca per evidenziare il
prestigio dell’edificio come rappresentazione del potere politico.
In pianta la villa è disegnata come un organismo ad “U” secondo il tipo classico del palazzo di campagna
lombardo, formato da un corpo principale a due ali laterali più basse che racchiudono una corte d’onore
aperta, alle cui testate si pongono i due volumi cubici della Cappella di Corte e della Cavallerizza. La
particolarità del disegno del Piermarini si rintraccia soprattutto nella soluzione formale volutamente stridente
degli “attacchi” tra le ali più basse e il corpo principale: decisamente staccati i due volumi e volutamente
allargate le ali, tanto da oltrepassare la facciata principale verso il giardino. L’effetto finale non è un unico
edificio che si articola in fronti diversi, ma è composto da diversi corpi edilizi accostati e strutturati secondo
una razionale e severa gerarchia formale, con un chiaro effetto di giustapposizione dei volumi, rafforzato
oltretutto dal trattamento differenziato dei prospetti: ordine architettonico nelle porzioni centrali e terminali
nel prospetto principale, a fasce nelle facciate laterali.
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Nelle ampie fronti predomina l’orizzontalità interrotta dall’uso degli schemi a “padiglioni” ripreso dal
modello degli chateaux francesi, presente a Schonbrun e Versailles: una porzione evidenziata al centro, a
cinque assi di finestre e piano attico con due ordini sovrapposti di lesene invece delle fasce con cui è scandito
il resto della facciata, e due laterali. I prospetti delle ali più basse sono trattati con forme più modeste del
corpo principale, e il loro punto di giunzione nell’angolo verso la corte risulta volutamente stridente. Più
omogeneo il prospetto nella facciata principale verso il giardino, dove l’unità e l’articolazione in tre
padiglioni si apprezza nella sua interezza, con la differenza dell’uso delle semicolonne in luogo delle lesene,
con un effetto chiaroscurale di memoria vanvitelliana. Piermarini evita l’uso monumentale dell’ordine
gigante, preferendo la sovrapposizione di due ordini architettonici, il dorico sormontato dallo ionico, con un
effetto di rovesciamento delle gerarchie dei piani, in quanto al primo piano nobile, dove sono gli ambienti di
rappresentanza, corrisponde il modesto ordine dorico, mentre al secondo piano in cui sono gli appartamenti
privati, corrisponde il più distinto ionico.
Nei restanti prospetti è usato il partito decorativo assai semplice dell’ordine a fasce, ripetuto ai due piani,
delimitato da riquadrature, e riconfermato nella fascia di coronamento: una unità elementare e modulare
scandisce l’ampia facciata, inquadrando all’interno le singole finestre. Questa soluzione architettonica si può
considerare una delle novità del Piermarini nel comporre le facciate rispetto ai suoi predecessori barocchi,
agli schemi compositivi tradizionali contrappone una scomposizione in parti delle facciate, scandite da un
reticolo grafico costituito non dai tradizionali ordini architettonici bensì da una essenziale griglia a fasce di
piatte lesene, cornici marcapiano, riquadrature, la cosiddetta facciata a telaio, tinteggiata in colore della
pietra su fondo bianco.
La facciata così ottenuta è composta secondo un ordine nuovo, con un insieme di singole specchiature e
pannelli, ciascuno delimitato dalla propria riquadratura.
La facciata verso sud è composta secondo questo preciso schema, con un padiglione a tre luci sormontato da
un coronamento rettilineo, anch’esso modulato a fasce, e coronato da otto vasi ornamentali che inquadrano un
grande orologio; una doppia scalinata a rampe simmetriche e contrapposte collega il primo piano al livello del
giardino. Nel punto di innesto del corpo principale con l’ala sud, nel 1857 l’architetto di corte Giacomo
Tazzini aveva progettato una veranda semicircolare in ferro e vetro di comunicazione tra gli appartamenti
privati dei sovrani, al fine di una migliore distribuzione. Una fotografia recentemente rintracciata nel fondo
privato di Stefano Mainoni, depositata presso la Biblioteca Trivulziana, raffigura il manufatto appena
terminato. I disegni sono invece conservati presso l’Archivio disegni della SBAP di Milano.
La fontana nel primo cortile (avancorte) della Villa Reale di Monza
La grande fontana a conchiglia del primo cortile, compreso fra le due cancellate, è frutto della sistemazione
dello spazio d’ingresso dei primi decenni del novecento, ed è una testimonianza di quel gusto per le arti
decorative tipico dei primi del secolo XX: la sua realizzazione avvenne in occasione della Biennale delle Arti
del 1930. La Villa Reale di Monza fu la sede delle prime quattro biennali internazionali per le Arti decorative
avvenute negli anni 1923, 1925, 1927 e 1930, eventi che poi si trasformarono nelle Triennali di Milano, con
sede nel Palazzo del Muzio nel Parco Sempione.
L’austera avancorte disegnata dal Piermarini è ancora visibile nelle foto dei primi anni del 1900 (all. 1,
cartolina del 1902): a un grande spazio vuoto centrale si affiancano semplici e stretti parterre coltivati a
prato. Le difficoltose vicende del complesso iniziate con la morte di Umberto e seguite con il periodo della
chiusura della villa e i successivi passaggi di proprietà trovano una corrispondenza nelle immagini d’epoca,
dove i parterres e i giardini, una volta ordinatissimi sotto le cure dei più valenti giardinieri dell’epoca (la
famiglia Villoresi, ad esempio), divengono più disordinati, quasi incolti, con il grande viale in terra battuta
fiancheggiato da prati in crescita spontanea. (all. 2). Ma è con la decisione di destinare la Villa a sede della I^
Mostra Internazionale delle Arti Decorative (maggio-ottobre del 1923), che prende avvio quella
trasformazione degli spazi esterni della villa che porterà, dopo diverse modifiche e ripensamenti, alla attuale
configurazione spaziale.
E’ il 16 febbraio 1923, l’agronomo Elio Petri, responsabile del parco Reale, avvisa allarmato il
Soprintendente Augusto Brusconi dell’avvio di alcuni lavori, iniziati senza la prevista autorizzazione della
Soprintendenza, per la realizzazione di una fontana, da costruire “con il trasporto del materiale di quella
attualmente esistente nel giardino affittato, a sinistra di chi guarda la Villa“ (ove ora si estende il roseto
disegnato nel 1964 dagli architetti Vittorio Faglia e Francesco Clerici); i lavori comprenderebbero anche due
passaggi per i pedoni nella cancellata d’ingresso per lasciare ai veicoli il varco centrale (all. 3).
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Brusconi il 17 febbraio chiede “dettagliate informazioni” al Direttore del Consorzio autonomo MilanoMonza-Umanitaria, anche in relazione alle previste aiuole fiorite da collocarsi sui lati del piazzale della
Villa (all. 4). Dopo aver spiegato che si tratta solamente di una proposta, il 24 febbraio il direttore del
Consorzio, a nome anche della Commissione organizzatrice, invia il progetto di sistemazione del cortile
studiato da Giovanni Greppi (all. 5), giovane architetto nato nel 1884 a Milano, appartenente allo studio di
Raimondo d’Aronco. Anche se giovane Giovanni Greppi ha già partecipato a importanti concorsi nazionali
(facciata del fabbricato Viaggiatori della Stazione Centrale di Milano – 1912 -, la sede della Cassa di
Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno – 1913 -); successivamente progetterà notevoli edifici sede di
Istituti pubblici, tra i più importanti la Banca Popolare di Milano con Giovanni Muzio, il Sacrario militare di
Monte Grappa e Redipuglia, il complesso architettonico di Dalmine. Dal 1923 al 1927 è membro della
Commissione Ordinatrice della I^ Biennale delle Arti figurative a Monza, e progettista della sistemazione del
cortile. Il progetto prevede geometriche aiuole rettangolari disposte sull’asse del viale d’accesso e aiuole di
forme variegate poste sui lati dell’avancorte e del cortile d’onore (una composizione alquanto casuale, non
raffinata che pone qualche problema di approvazione da parte del Soprintendente). Al centro è sistemata la
fontana circolare citata dal Petri (all. 6). Brusconi il 2 marzo 1923, nell’autorizzare il progetto, rileva
l’inopportunità della realizzazione delle aiuole verdi ai fianchi della fontana centrale, ed invita gli
organizzatori affinché queste vengano eliminate. (all. 7). Una foto d’archivio mostra la fontana realizzata,
con un piccolo elemento centrale per lo zampillo e una corona di verde attorno (all. 8).
Nel 1930, in occasione dell’ultima biennale, documentari d’epoca dell’Istituto Luce mostrano
l’inaugurazione della Mostra da parte dei principi di Napoli, sullo sfondo di una rimessa a nuovo Villa Reale:
giardini in ordine, tendoni alle finestre e una nuova sistemazione esterna, simile a quella attuale: aiuole
rettangolari hanno occupato lo spazio libero originario del Piermarini del vialone d’accesso, con una
inversione dei pieni sui vuoti: invece dell’ampio viale sgombro si sovrappongono i parterres, e al posto della
piccola fontana circolare del Greppi si apre una larga fontana a conchiglia, ampio specchio d’acqua che
aumenta senza dubbio l’effetto scenografico dell’avancorte, in sintonia con il gusto dell’epoca, e che trova
un rafforzamento nella struttura a spirale che l’architetto Michele Marelli disegna al centro della fontana
circolare all’interno del cortile d’onore, probabilmente ottenuta spostando per l’ennesima volta la fontana del
Greppi, già accanto a Serrone (all. 9 e 10). La biennale del 1930 prevede negli spazi del Parco allestimenti di
giardini formali, esposizioni di vasi e sculture lapidee di scultori trevigiani, balaustre per fontane disegnate
da Tommaso Buzzi (Emporium, Renato Pacini - all. 11 e 12).
La fontana è stata intorno al 1955 ripristinata dal MIA, come risulta dal riepilogo dei lavori eseguiti dal ‘46
all’84 (all. 13 e 14), anche in considerazione della necessità di avere un bacino d’acqua utile per motivi di
sicurezza in caso d’incendio. Presumibilmente il ripristino è avvenuto con materiali diversi dagli originali, in
quanto i conci del cordolo di coronamento della fontana attualmente sono in cemento decorativo, mentre solo
le tracce del cordolo a chiusura della cornice di verde sono in beola grigia.
Nella campagna fotografica del 1961 dello Studio Neri, stampate da Silvio Gaviraghi, la fontana appare nelle
sue condizioni migliori, appena restaurata e ornata negli angoli smussati da vasi e statue, ed è parte ormai
storicizzata del complesso di Monza, testimonianza delle ultime, in ordine cronologico, interessanti fasi
costruttive della Villa, assieme al Roseto Fumagalli, manufatti che fanno ormai parte integrante dell’intero
percorso storico costruttivo del complesso, parti inscindibili dallo stesso e degni di essere tutelati e
conservati quali segni significativi del mutare del gusto e delle destinazioni d’uso della Villa (all. 15 e 16).
Il recente progetto Carbonara, vincitore del Concorso per il recupero della Villa Reale, prevede la
conservazione e il restauro sia del roseto che della fontana a conchiglia. La Soprintendenza, condividendo
tale finalità, auspica il recupero di tutti gli elementi fisici, materici e paesaggistici della Villa e reputa
necessario procedere al progetto di consolidamento e adeguamento impiantistico del manufatto secondo i
criteri della disciplina del restauro e della tutela del patrimonio storico e paesaggistico.
Il progetto di restauro e di adeguamento impiantistico
La fontana è soggetta a tutela ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004, quindi gli interventi da eseguire dovranno
essere compatibili con le norme di tutela ivi contenute. La vasca esistente sarà per la parte edile, quali
murature, intonaci, impermeabilizzazioni, scavi e/o ripristini, restaurata secondo un preciso piano di
interventi così come contenuto nel progetto e indicato in corso d’opera dalla D.L. sulla base degli
approfondimenti e degli accertamenti effettuati.
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Allo scopo di ripristinare ed adeguare il funzionamento della fontana con le norme vigenti verrà realizzato in
opera la stazione di pompaggio interrata, i collettori, le pompe e i relativi impianti elettrici di alimentazione a
servizio della fontana.
Per evitare interventi invasivi, il sistema dei giochi d’acqua ed eventuali componenti del sistema di
pompaggio saranno installati sotto il pelo dell’acqua nel punto più profondo della vasca. Essi non saranno
ancorati al fondo, ma saranno solamente appoggiati. I piani di appoggio saranno realizzati per mezzo di
lamiere di acciaio inox di spessore opportuno sulla quale saranno imbullonate e mezzo di appositi bulloni
inox saldati alla stessa, le apparecchiature idrauliche, le staffe di sostegno del collettore, ecc.
Le lamiere di appoggio a loro volta poggeranno completamente su pannelli di neoprene e/o similare di
spessore minimo 3 mm onde evitare che le vibrazioni del gruppo di pompaggio possano danneggiare la
guaina impermeabilizzante di fondo vasca.
Il collettore sarà realizzato in acciaio inox AISI 304, diametro 2”/2½” e sarà adatto a sopportare la pressione
di esercizio delle pompe.
Sarà realizzato un locale tecnico interrato in cemento armato delle dimensioni nette interne di circa m.
4,125x5,5xh2,40 per una superficie netta di pavimento pari a circa mq 22,70 dove saranno collocate le
pompe di ricircolo, il gruppo filtrante, l’impianto di trattamento delle acque e il quadro elettrico di comando
e il relativo impianto.
Il progetto prevede la fornitura in opera dei materiali, delle apparecchiature relative sia alle opere da
idraulico che da elettricista relative all’impianto in oggetto, le opere murarie, l’installazione delle tubazioni e
fissaggi delle apparecchiature quali pompe, collettori, ugelli compresa la formazione di tracce nelle
murature, l’installazione delle tubazioni, la relativa stuccatura nonché tutte le opere di assistenza muraria
necessarie al completamento delle opere. A tal proposito sono compresi tutti gli eventuali ponteggi e le
attrezzature di pertinenza, la formazione di tracce per il passaggio delle tubazioni e l’alloggiamento delle
cassette, i fissaggi con malta delle scatole da incasso e delle relative tubazioni, come pure l’eventuale uso di
autogru per la movimentazione dei materiali.
Le opere che formano oggetto del progetto, salvo più precise indicazioni che scaturiranno nelle fasi
successive, sono di massima qui di seguito riportate.
Opere da idraulico
Si prevede l’installazione di una serie di getti schiumosi (1 getto schiumoso da 3”; 4 getti schiumosi da
2”1/2; 6 getti schiumosi da 2”) realizzati in bronzo e acciaio anticorrosione, con miscela aria-acqua in modo
da offrire un getto pieno e compatto di colore lattescente comprensivi di ogni accessorio e di anello antionda.
Lo studio scenico prevede l’installazione di una serie di ugelli a zampillo in numero di circa 100, foro 12
mm, collocati su di un collettore in acciaio inox AISI 304, a semicerchio con un raggio di circa m 6,70.
Ad integrazione si prevede la collocazione di un’altro semicerchio di raggio circa m 7,20 sempre in acciaio
inox AISI304, con una serie di circa n. 13 ugelli a lama d’acqua.
Tutte le tubazioni a vista o comunque esterne dovranno essere in acciaio inox, mentre i tratti interrati
potranno essere in polietilene per late pressioni.
Tutti i collegamenti degli scarichi e delle mandate tra il locale tecnico interrato e la fontana saranno costituiti
da tubazioni in PVCPN10 e flange passanti e pezzi speciali in acciaio inox AISI304.
Per evitare interventi invasivi, il sistema dei giochi d’acqua ed eventuali componenti del sistema di
pompaggio saranno installati sotto il pelo dell’acqua nel punto più profondo della vasca. Essi non saranno
ancorati al fondo, ma saranno solamente appoggiati. I piani di appoggio saranno realizzati per mezzo di
lamiere di acciaio inox di spessore opportuno sulla quale saranno imbullonate e mezzo di appositi bulloni
inox saldati alla stessa, le apparecchiature idrauliche, le staffe di sostegno del collettore, ecc.
Il gruppo di ricircolo delle acque sarà costituito da n. 7 elettropompe centrifughe autoadescanti di grande
rendimento con prefiltro in acciaio inox di cui una da 15 Kw e 6 da 11 Kw.
Per garantire la perfetta pulizia e limpidezza dell’acqua verrà installato un gruppo pompa e filtro a sabbia con
corpo in vetroresina, diametro 750 mm, con una portata di 22 mc/h, adeguato a garantire il ricircolo della
fontana dotata di valvola a 6 vie, anemometro per il controllo della pressione.
Si prevede l’installazione di un impianto automatico per il controllo dei valori di cloro e ph dell’acqua e per
il dosaggio automatico dei prodotti chimici.
Dovrà inoltre essere ripristinato lo scarico di fondo esistente con la ripresa delle tubazioni e l’installazione di
tappo di chiusura, entro pozzetto esterno alla vasca con saracinesca diam. mm. 200 circa collegato alla
fognatura.
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L’impianto dovrà inoltre essere dotato di gruppo di mantenimento automatico del livello di acqua della vasca
con sensore posto entro la vasca in contatto con il locale tecnico e dotato di elettrovalvola da 1”/1“½ per il
carico.
Sarà altresì realizzato l’allacciamento con l’acquedotto dal pozzetto esistente. Tale allacciamento sarà
completo di valvola di chiusura e sarà realizzato in tubazione in ferro zincato, giunzioni filettate, diametro
1”/1”½, completo di disconnettere, rubinetto e valvole di intercettazione.
Dovranno essere previsti sfoghi d’aria automatici in tutti i punti di possibile accumulo d’aria e scarichi con
valvola manuale per lo scarico del circuito.
Nel locale tecnico interrato dovrà essere previsto un pozzetto di raccolta acque di scolo/piovane dotato di
pompa autoadescante automatica con galleggiante per il rilancio delle stesse.
Opere da elettricista
Per il funzionamento della fontana è necessario alimentare le pompe mediante il quadro elettrico di comando
da installarsi all’interno del locale tecnico previsto nella posizione indicata sui disegni.
A sua volta il quadro sarà alimentato dal punto di consegna dell’energia in posizione indicata sui disegni.
Quindi i lavori di competenza dell’impiantista elettrico, di massima, saranno i seguenti:
1) Fornitura e posa in opera di quadro elettrico sottocontatore ENEL in involucro isolante, grado di
protezione IP44, completo di interruttore magnetotermico differenziale 4x160A, con differenziale
regolabile e bobina di sgancio, portata 63A, potere d’interruzione 10kA, differenziale selettivo con
sensibilità 1 A che fungerà da generale per l’impianto.
2) Fornitura e posa in opera di linea di alimentazione da quadro sottocontatore a quadro pompaggio in cavo
FG70M1 di sezione 4x95 mmq entro cavidotti e/o tubazione in PVC pesante.
3) Fornitura e posa in opera di quadro elettrico di comando luci composto da n. 6 alimentatori SELV, n. 12
regolatori di intensità con protocollo DMX, interruttori di protezione delle singole linee, selettori
automatico/manuale per ciascuno dei 12 canali regolati; il quadro sarà realizzato in carpenteria metallica
di adeguate dimensioni, con porta in cristallo e grado di protezione minimo IP44; all’interno di detto
quadro elettrico saranno installati gli interruttori magnetotermici differenziali ad alta sensibilità per
l’alimentazione delle varie utenze a servizio dell’edificio; i conduttori saranno in rame con isolamento in
classe 3, del tipo “non propagante l’incendio” (sigla HAR: N07VK per i conduttori infilati in tubi) e
dovranno avere una sezione adeguata alla portata, ma comunque non inferiore ad 1,5mm² per le linee di
derivazione luce ed a 2,5mm² per le linee di derivazione prese; per quanto riguarda le cadute di tensione
esse dovranno risultare inferiori a quanto stabilito dalle Norme CEI.
4) Fornitura e posa in opera di quadro comando delle pompe completo di:
- sezionatore generale;
- n. 2 trasformatori di sicurezza per la realizzazione del circuito SELV a 48 V di alimentazione di
ciascuna delle pompe;
- protezioni sul primario dei due trasformatori;
- protezioni singoli per le pompe;
- dotazione di dispositivo inverter per ogni pompa;
- teleruttori per comando pompe;
- orologio, crepuscolare, sensore di vento e pioggia, manuale automatico per l’inserzione delle pompe;
- centralina con sensore di livello (da posizionarsi nella vasca) per il comando dell’elettrovalvola di
mantenimento del livello nella vasca; la centralina sarà completa di trasformatore 380/24V per
l’alimentazione;
- spie di funzionamento (marcia/arresto/blocco); segnalazione in morsettiera degli delle pompe e degli
allarmi generici, in modo da permettere un’integrazione futura in un sistema BMS;
- funzionamento manuale del singolo inverter associato ad un potenziometro/dispositivo in modo da
poterne regolare la portata;
- morsettiere ed accessori a completamento.
5) Fornitura e posa in opera di n. 2 cavi FG7 di sezione 3x25 mmq per l’alimentazione delle due pompe. I
cavi saranno posati nelle tubazioni interrate fino al pozzetto a bordo vasca; in questo punto dovranno
essere realizzate le giunzioni miscelate per il collegamento con i cavi in dotazione delle pompe.
6) Fornitura e posa in opera dei cavi necessari per la sonda di livello per il gruppo di mantenimento.
7) Fornitura e posa in opera dell’elettrovalvola da 1”½ a 24 V per il gruppo di caricamento (entro apposito
pozzetto).
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8) Fornitura e posa in opera di impianto di terra di dispersione eseguito infiggendo circa n. 10 puntazze
nello scavo realizzato per il passaggio cavi; le puntazze saranno poi collegate fra loro per mezzo di corda
di rame nuda da 35 mmq e con il quadro elettrico.
9) Fornitura e posa in opera di impianto di illuminazione della fontana costituito da faretti a led IP68
completamente stagni, alimentati da trasformatore SELV regolabile in intensità, costruzione robusta in
acciaio inox per installazione sommersa in spazi pubblici, vetro temperato, alimentazione 12/24V, luce
monocromatica colore bianco, completi di supporti in acciaio inox per installazione; dispositivo
accensione/spegnimento crepuscolare; cavi di alimentazione tipo H07RNF di sezione adatta a contenere
le cadute di tensione durante il pieno regime entro le tolleranze di funzionamento, isolamento in gomma,
marchio IMQ.
Tutti i cavi saranno di tipo FG7 0,6/1kV e/o di tipo adatto all’uso secondo le vigenti norme tecniche. Gli
interruttori avranno potere di interruzione che ne garantirà l'intervento in caso di corto circuito dal minimo
fino al massimo valore di corrente di guasto prevista nel punto; saranno altresì in grado di limitare l'energia
passante a valori tali da non danneggiare i cavi ad essi stessi sottesi. Sarà sempre verificata la relazione I² t ≤
K² S² delle Norme CEI 64-8. La protezione degli impianti contro i guasti a terra sarà realizzata utilizzando
interruttori ad intervento differenziale sulla linea generale che, fra l'altro permettono di conseguire anche una
efficace protezione contro i pericoli di incendio, in quanto il deterioramento dell'isolante dei cavi determina
una diminuzione dell'isolamento e conseguentemente anche l'intervento delle protezioni prima che l'energia
dissipata dalla dispersione sia in grado di innescare l'incendio.
La protezione delle persone contro i contatti indiretti è affidata agli interruttori suddetti installati sul quadro
generale, a bassa sensibilità e con soglia di intervento pari a 30mA.
Le connessioni all’interno dei quadri elettrici dovranno essere eseguite in conduttore di rame di sezione
adeguata al carico e proporzionate in modo che la densità di corrente sia inferiore a quanto stabilito dalle
tabelle UNEL in proposito. Tutti i cavi provenienti dall’esterno saranno derivati dalle morsettiere del quadro
e non direttamente dai morsetti degli interruttori relativi.
Ogni organo di comando e protezione dovrà essere contrassegnato da apposita targhetta. La protezioni contro
i contatti indiretti nella vasca sarà invece assicurata da un circuito SELV. Le linee di alimentazione dal
quadro generale dovranno raggiungere tutte le utenze. Dette linee di distribuzione dovranno essere eseguite
entro tubi e raccordi in PVC, esclusivamente di tipo pesante con marchi di qualità IMQ o equivalente, di
adeguato diametro e sezione in modo che i conduttori si possano facilmente sfilare e reinfilare anche nei
tratti in curva senza che venga danneggiato l’isolamento di cavi o tubi. I diametri dovranno essere scelti in
base alle sezioni ed al numero di conduttori che dovranno contenere, con l’avvertenza che la parte occupata
dai conduttori non deve essere superiore alla metà della sezione interna del tubo. Per quanto riguarda le
cadute di tensione esse dovranno risultare inferiori a quanto stabilito dalle Norme CEI.
Verrà inoltre realizzato, come detto, un impianto di terra di dispersione alla quale saranno collegati tutte le
masse e le masse estranee, i ferri dell'edificio, le tubazioni metalliche ed i poli di terra delle prese (ad
esclusione delle apparecchiature e delle masse interne alla vasca in quanto protette da un sistema SELV).
Sarà altresì a carico dell’impresa appaltatrice il controllo che gli impianti vengano realizzati secondo la
classificazione attuale delle aree.
Opere edili
Trattasi di un insieme organico di opere preliminari e di completamento per la posa dei nuovi sistemi
idraulici ed elettrici.
Lungo il lato sud della fontana sarà realizzato un locale tecnico interrato per il soddisfacimento delle
caratteristiche tecniche della norma CEI 64_8/7.
Tale struttura sarà realizzato ipogea per meglio inserirsi nel contesto storico ed ambientale di grande pregio
come l’avancorte della Villa Reale.
La struttura sarà realizzata in cemento armato con pareti in elevazione dello spessore minimo di cm 25, con
un altezza interna di m 2,40 con dimensioni nette interne di circa m 4,125x5,5xh2,40 per una superficie netta
di pavimento pari a circa mq 22,70 dove saranno collocate le pompe di ricircolo, il gruppo filtrante,
l’impianto di trattamento delle acque e il quadro elettrico di comando e il relativo impianto. L’ingresso al
locale avverrà mediante una botola realizzata in acciaio zincato striato e grigliato e la discesa al locale
tecnico avverrà mediante scala sempre in acciaio zincato
Le pareti saranno impermeabilizzate e sopra il lastrico di copertura in c.a. ci sarà il massetto di sottofondo
oltre l’asfalto dell’area cortilizia.
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Si dovranno prevedere opere di scavo per liberare dalla terra la zona centrale della fontana, per la verifica
degli impianti di scarico delle acque per lo svuotamento generale, per la collocazione di nuovi tubi in
PVCPN10 ed in acciaio inox AISI304.
Saranno quindi comprese tutte le opere di assistenza muraria agli impianti idraulici ed elettrici, quali
demolizioni del fondo per l’alloggiamento di nuovi tubi e cavi. Dovranno essere rimossi tutti gli intonaci
deteriorati di coronamento della vasca e sigillate tutte le eventuali fessurazioni con prodotti specifici prima
del rifacimento degli intonaci. Si provvederà a riparare il massetto di fondo di tutta la vasca, a realizzare un
nuovo manto impermeabile bituminoso, con soprastante massetto di cls e rete metallica, trattato in superficie,
fresco su fresco, con spolvero di quarzo granulare e cemento; è prevista la formazione di giunti di dilatazione
sigillati con idoneo mastice bituminoso. Sui muretti perimetrali il manto impermeabile bituminoso verrà
protetto mediante intonaco di cemento steso su rete porta intonaco.
La cordonatura in cemento decorativo di contorno della fontana, verrà integrata e/o rifatta con nuovi
elementi prefabbricati realizzati seguendo dimensioni, materiali e finiture come da esistente.
A completamento dell’intervento di restauro è previsto il ripristino dell’aiuola a verde di coronamento della
fontana e della bordura in lastre di pietra di delimitazione dalla pavimentazione dell’area.
Sarà a carico dell’impresa appaltatrice la stesura di tutti gli elaborati tecnici esecutivi di dettaglio sia delle
opere edili che di quelle impiantistiche (grafici, calcoli, relazioni, ecc.), da consegnarsi in triplice copia al
committente unitamente ad una copia su idoneo supporto informatico con file in formato editabile (Word,
Excel, Autocad) compatibili con le dotazioni informatiche a disposizione del committente.
Le singole lavorazioni saranno precedute da indagini, analisi e campionature, ed è prevista la documentazione
georeferenziata delle fasi di intervento (geometrie, testi, immagini, ecc.), mediante il sistema informatico
web-based SiCAR.
I lavori saranno preceduti dalla realizzazione di protezione perimetrale delle aree di cantiere, costituita da
recinzione metallica prefabbricata e dalla fornitura e posa in opera delle attrezzature e apparecchiature di
servizio alle attività del cantiere (baracche, servizio WC, impianto elettrico, segnaletica, estintori, ecc.).
I tempi esecutivi dell’intervento sono stati stimati in circa 5 mesi di lavoro.
Milano, lì 18 dicembre 2013
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