un Risorgimento “senza eroi”? - Campus
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un Risorgimento “senza eroi”? - Campus
Volume 2 • Sezione 4 un Risorgimento “senza eroi”? IL TEMA Nel 1926, durante la dittatura fascista, Piero Gobetti scrive un testo intitolato Risorgimento senza eroi, nel quale riconduce la crisi politica italiana del tempo al fallimento del Risorgimento: il movimento ottocentesco sarebbe stato una “rivoluzione fallita” perché imposta da una ristretta élite senza che il popolo riuscisse a “creare il suo Stato”, dunque senza portare alla formazione di una coscienza nazionale. In questo modo Gobetti rivede l’interpretazione tradizionale del Risorgimento come movimento popolare, che avrebbe portato alla nascita dello Stato nazionale. Negli esercizi che seguono vengono presi in esame diversi aspetti del Risorgimento, secondo una prospettiva di esaltazione ideologica o di critica: dopo averli svolti, cerca, con la guida dell’ultimo esercizio, di spiegare e rielaborare criticamente la tesi di Gobetti. 1 RaccoglieRe i dati la bandiera italiana e l’inno nazionale rappresentano i simboli maggiormente conosciuti che risalgono al periodo risorgimentale. analizza le diverse fasi che hanno portato alla creazione di quella che sarà la bandiera italiana e all’elaborazione del testo dell’inno: A individua le diverse versioni della bandiera tricolore, a partire dalla bandiera della Repubblica cispadana del 1797 fino all’attuale bandiera della Repubblica italiana; B analizza e spiega i simboli e le scritte che compaiono sulle varie bandiere; C cerca il testo del Canto degli italiani, che diventerà l’inno nazionale, e ricostruiscine la storia. Cerca anche notizie sugli eventi e i personaggi citati nel testo. 2 leggeRe le immagini Quadri, stampe e fotografie hanno contribuito a esaltare l’eroismo di coloro che, militari e civili, hanno combattuto e perso la vita nell’epopea risorgimentale. la maggior parte erano giovani o addirittura giovanissimi che, credendo in un ideale, lo hanno sostenuto affrontando le estreme conseguenze. osserva con attenzione le immagini seguenti, quindi analizzale dal punto di vista iconografico con l’aiuto delle domande. A Qual è l’atteggiamento dei fratelli Bandiera nell’immagine a? Che cosa intende significare? B In che modo nell’immagine B, secondo te, viene esaltata la conquista di Roma da parte dei bersaglieri? a a La fucilazione dei fratelli Bandiera in una stampa del XIX secolo. B B Michele Cammarano, La breccia di Porta Pia, 1871. 139 Sezione 2 - Verifca c d c Baldassarre Verazzi, Il combattimento a Palazzo Litta durante le “Cinque giornate di Milano”, 1885 ca. d Reduci garibaldini a Brescia agli inizi del 1900. C Analizza il dipinto c sulle Cinque giornate di Milano: che tipo di personaggi vi figurano? A quali classi sociali appartengono, secondo te? Che cosa stanno facendo? Quali scritte compaiono sul muro nello sfondo? D Qual è l’atteggiamento dei reduci garibaldini nella foto d? 3 analizzaRe le fonti secondo gobetti il ruolo della religione è stato importante nel determinare quello che lui considera il fallimento dei moti risorgimentali. leggi il brano che segue, tratto da Risorgimento senza eroi, quindi delinea la posizione dell’autore con l’aiuto delle domande. Mentre le nazioni europee si sono liberate, con le guerre di religione, da tutte le ideologie, gli italiani non possono pensare ad una riforma religiosa, impegnati come sono dalle contingenze a distruggere il dominio territoriale dei pontefici; volendo essere laici soprattutto nella sostanza, essi si adattarono a professare un rispetto teorico alla Chiesa, e la attaccarono con armi politiche invece che sul terreno dogmatico. Così il Risorgimento resta cattolico, complici gli stessi eretici. La preparazione ideale della lotta politica si esaurisce nel romanticismo, che oppone il cristianesimo spiritualistico al cattolicesimo reazionario della Santa Alleanza. Tuttavia questo opportunismo è machiavellico. La Chiesa ha fatto causa comune cogli assolutismi. Le monarchie, e specialmente la sabauda, sorprese e compromesse dai primi momenti del secolo, hanno ceduto il loro posto di avanguardia e seguono l’equilibrio generale, retrive e non più progressiste. Le plebi continuano a vivere intorno ai conventi e agli istituti di beneficenza, tutti cattolici; e restano cattoliche per istinto, per educazione e per interesse. L’iniziativa spetta alla nuova classe borghese che attua con Cavour la politica antifeudale del liberalismo economico, per potersi dedicare ai traffici, alle industrie e ai risparmi, e formare la prima ricchezza e il primo capitale circolante in Italia. Come potrebbe questa classe proclamare una politica anticlericale fuorché nella questione dello Stato Pontificio? Essa si troverebbe assolutamente isolata mentre la sua vittoria è subordinata alla capacità di trascinare con le astuzie diplomatiche le altre classi, volenti e no, sulla sua via. [...] Il neoguelfismo è lo stratagemma per cui le masse avverse al programma nazionale borghese sono indotte a seguire le minoranze. Il liberalismo laico e moderato per evitare l’isolamento e per non trovarsi nemiche nello stesso tempo le plebi e la reazione, mette avanti idee banali e programmi di compromesso. Così questa minoranza borghese riesce a conquistare la monarchia, sempre incerta, e a servirsi del suo prestigio. Vittorio Emanuele II crede di allargare i confini del Piemonte e serve al programma di Cavour che gli trasforma le basi dello Stato, facendo di un regno costituzionale un governo parlamentare. (P. Gobetti, Risorgimento senza eroi e altri scritti storici, Einaudi, Torino, 1976) 140 Prove di verifca delle competenze A Perché il Risorgimento resta cattolico? Quali sono le conseguenze di ciò? B Qual è l’errore compiuto dalla borghesia secondo Gobetti? C Qual è il ruolo svolto da Cavour? 4 commentaRe la stoRiogRafia secondo massimo viglione il Risorgimento è stato fondamentalmente anticlericale, poiché mirava a distruggere la chiesa. un’interpretazione differente, rispetto a quella di gobetti, sul ruolo avuto dalla chiesa durante il Risorgimento. leggi il brano proposto e cerca di interpretarlo, con l’aiuto delle domande. Risorgimento? Una rivoluzione post-illuministica e post-protestante che si è diretta soprattutto contro la religione cattolica. E che ha perseguito e ottenuto il suo scopo contro il popolo e a prezzo di una «guerra civile» con il Mezzogiorno. Un po’ la radice di tutti i mali dell’Italia futura, dal fascismo, alla guerra civile (stavolta quella seguita all’8 settembre), fino a quelli attuali. Sono le tesi di molti studi recenti, che stanno sottoponendo a un attento «revisionismo» gli albori della nostra Patria. [...] Lo storico Massimo Viglione è uno degli esponenti di questo indirizzo storiografico: Una delle accuse sbagliate che vengono mosse a una certa corrente di revisionismo sul Risorgimento è di essere antinazionale. È un errore. Nessuno mette in discussione l’unificazione italiana, ma le sue modalità errate, di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Lo stesso «nemico numero uno» del Risorgimento, Pio IX, era un fautore dell’unificazione dell’Italia. Ciò che non voleva era la cancellazione da parte di una élite potente dei legittimi sovrani e una vera e propria forma di laicizzazione, se non ateizzazione dell’Italia stessa. Ma la perdita del potere temporale non è stata, in fondo, un bene per la Chiesa stessa? Il compito dello storico è di studiare i fatti e le loro conseguenze. Noi denunciamo che per 140 anni si è nascosta una vera e propria persecuzione nei confronti della Chiesa. Coloro che ne furono protagonisti, Cavour e il cosiddetto partito piemontese, hanno portato avanti questo processo esclusivamente ai danni della Chiesa, dei legittimi sovrani, e soprattutto con una vera e propria persecuzione laicista, come avverrà negli anni Cinquanta, Sessanta e anche dopo Cavour. Purtroppo in maniera peggiore: lo statista piemontese capiva le situazioni, i suoi epigoni non avevano questa intelligenza. Ciò ha provocato una grande frattura all’interno del popolo italiano. Che dura ancora oggi. Come si evince dagli studi di Galli della Loggia, Rusconi, Emilio Gentile o Paolo Mieli. La prima di queste divisioni, a monte, è proprio dovuta al fatto che il Risorgimento come rivoluzione, invece di portare avanti il processo unitario secondo le linee della nostra nazionalità, civiltà e identità, le ha attaccate. (G. Santamaria, Il Risorgimento e l’Italia tradita, «Avvenire», 10 ottobre 2001) A Quali sono le “modalità errate” con le quali è avvenuta l’unità nazionale? B Che cosa intende Viglione con l’espressione “persecuzione laicista”? C Quale frattura rimane ancora oggi nel popolo italiano? 5 RielaBoRaRe cRiticamente il Risorgimento è un fenomeno complesso, all’interno del quale i protagonisti non si sono mostrati sempre concordi e coerenti negli obiettivi e nei mezzi da usare per conseguirli. Per questo ancora oggi le interpretazioni in merito divergono: A cerca degli articoli attuali (sui giornali o sul web) che parlino del Risorgimento e delle sue tematiche; B a partire dalla tua ricerca, dai testi e dalle immagini presentate e tenendo conto delle conoscenze che hai acquisito, analizza le diverse fasi del Risorgimento, mettendo in evidenza: • gli aspetti positivi della spinta rivoluzionaria; • le difficoltà nel realizzare l’unità nazionale; • i problemi che l’unità ha portato con sé, in particolare nei rapporti con le masse popolari e con la Chiesa; C rielabora i risultati della tua indagine (massimo 4 colonne di foglio protocollo). 141