Fonte Grande di Mondolfo

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Fonte Grande di Mondolfo
Archeoclub d’Italia
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Il problema dell’acqua, per l’uomo, è stato sempre fondamentale. Una civiltà, ricca e
fiorente quale quella babilonese, è sorta accanto a due fiumi, il Tigri e l’Eufrate, ed
anche i Faraoni d’Egitto hanno costruito il loro ricco regno sul Nilo.
I mondolfesi, dove attingevano acqua, quale era il loro «Nilo»?
Non è ora lo spazio per parlare dei primi abitatori lungo il corso del Cesano, ma,
anche qui, intorno a questa sorgente d’acqua della Fonte Grande, c’era O¶XRPRSULPLWLYR
In quest'
area, sono stati effettuati interessanti rinvenimenti di reperti archeologici del
periodo eneolitico (o Età del rame) di ben 3000 anni prima di Cristo: un frammento di
ascia-martello di pietra levigata, lame di selce, resti ceramici di impasto grossolano,
anche ossa umane con, in particolare, una tomba in cui era uno scheletro in posizione
rannicchiata.
E, queste sepolture, devono ricordarci che, una zona con l’acqua, simbolo di vita,
aveva con se anche un certo senso “sacrale” per l’uomo primitivo.
Anche O¶XRPR URPDQR, si approvvigionava d’acqua in questa sorgente. A
testimoniarlo alcuni frammenti di ceramica del periodo ritrovati sempre in questa area.
,OPHGLRHYR, porta con se, attorno all'
anno Mille, l’incastellamento, con le città
fortificate e la concentrazione della popolazione entro la cerchia murata. Molte persone
in poco spazio. Per le risorse idriche, una soluzione è la raccolta delle acque piovane.
Pensiamo ad alcune cisterne per acqua piovana ancora oggi esistenti dentro la cinta
murata di Mondolfo: la cisterna lungo via XX Settembre, quella bellissima dell’ex
Monastero di S. Anna o quella ancor più nota – però fuori dal perimetro murato - nel
chiostro di S.Agostino.
Altra soluzione per l’approvvigionamento nella Mondolfo medievale è quella
della Fonte Grande, detta pure «Fonte Maggiore»: monete di quel periodo, ritrovate in
zona, ne attestano l’attività.
Nel 1526, il Comune vi fà erigere il lavatoio, e da allora, ne cura la conservazione,
così come delle strade di accesso e dei sentieri – quale quello ‘della Cupetta’ - che
abbreviano il cammino a chi, dal centro, voglia giungere alla sorgente.
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E’ il perito Francesco Polinori, su incarico sempre della Comunità, nel 1776 a
redigere il progetto per un intervento di manutenzione globale dell’ area, al fine di
rinnovare gli impianti di captazione delle acque e per riprogettare il sito, provvedendo a
quella magistrale quanto funzionale distribuzione delle opere idriche che tutt’ oggi
possiamo osservare.
Nel 1885, la Giunta Comunale delibera pure la nuova costruzione del tetto della
Fonte e provvede anche negli anni avvenire ad altre opere manutentorie.
L'
avvento del moderno acquedotto fà però venir meno l'
importanza di questa
millenaria sorgente. Dopo la parentesi bellica dell'
ultimo conflitto, in cui la Fonte
Grande riacquista la sua antica importanza ed il suo completo riutilizzo, data
l'
interruzione dell'
erogazione dal pubblico acquedotto, è solo negli anni più recenti che il
sito torna pienamente alla pubblica fruizione. Grazie all’ adozione culturale della Fonte
Grande condotta dall’ Istituto Comprensivo “E. Fermi” di Mondolfo in sinergia con
l’ Archeoclub d’ Italia, a seguito di lavori eseguiti dall’ Amministrazione comunale, oggi
la Fonte Grande – o «Fonte Maggiore» - è un ameno luogo di svago e riposo,
testimonianza di una millenaria civiltà dell’ utilizzo dell’ acqua.
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E’ possibile l’ utilizzo del materiale, citando l’ Autore
Alessandro Berluti
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Anno 2004
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