Parigi WF bassa - Morellini Editore

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Parigi WF bassa - Morellini Editore
J’ai deux amours, mon pays et Paris
Joséphine Baker
Parigi
Women-friendly
di
Emanuela Mastropietro
Fotografie di
Anna Toscano
L’autrice
Emanuela Mastropietro, giornalista professionista dal 1991, vive a Parigi dal 1998.
Collaboratrice del settimanale Grazia, negli ultimi quindici anni ha lavorato per i
principali quotidiani e settimanali italiani, dall’Espresso al Corriere della Sera, da
Avvenire a Glamour, occupandosi di turismo, moda, società e cultura. Traduttrice dal francese e dall’inglese, ha curato l’edizione italiana di numerose guide turistiche.
La fotografa
Anna Toscano vive da molti anni a Venezia, dove insegna Lingua Italiana all’Università Ca’ Foscari. Giornalista per il “Sole24 Ore” e altre testate, cura iniziative culturali legate a letteratura e poesia. Collabora a diverse scuole di scrittura ed è editor presso alcune case editrici. Varie le esperienze teatrali.
Come fotografa sue fotografie sono apparse in quotidiani, riviste, manifesti. Negli
ultimi 15 anni molte sono state le mostre personali, anche all’estero, e le collettive.
Indice
Mito e realtà
© 2013 Boid Content and Consulting
www.morellinieditore.it – [email protected]
ISBN: 978-88-6298-324-2
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Stili di vita
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Piccolo dizionario parigino
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Quando andare
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La valigia
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Parigine celebri
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Guida alla sopravvivenza
Arrivare a Parigi
Muoversi a Parigi
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Cosa vedere a Parigi
Tre musei must
Musei meno noti, ma bellissimi
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In giro nei quartieri parigini
Le piazze Reali
I passaggi coperti
E l’arte contemporanea?
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Nella capitale con i più piccoli
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Dieci hotel che piacciono alle donne
E se l’hotel non ti tenta…
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Mito e realtà
Mangiare nella Ville Lumiére
Bistrot e brassere: quale la differenza?
Le stelle della gastronomia
Quando lo chef è donna
Viva i bistronomi (ma chi sono?)
Il mondo a tavola
Locali di tendenza
La tradizione, perché no?
L’originale
Nostalgia di casa
La “Street Cusine”
A merenda da sole o con le amiche
I re dei “macarons”
La miglior “baguette” di Parigi
E i bambini dove li metto?
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Fare shopping a Parigi
I grandi magazzini
I “concept store”
Un look da parigina
Di tutto un po’
Mercati e mercatini
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Farsi del bene
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Fuori città
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Sei una vera parigina?
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Numeri utili 126
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N
on è facile parlarti di Parigi senza cadere nella trappola dei luoghi comuni. Vengono in mente certi film americani in cui uno zoom sulla Torre Eiffel e, in sottofondo, una
fisarmonica che intona La vie en rose riassumono la capitale
francese.
Certo, la Parigi da cartolina esiste: il profumo dei croissant
e del pane fresco che esce dalle boulangeries la mattina, i rivoli d’acqua che scorrono lungo i marciapiedi, i tetti d’ardesia che scintillano al primo sole, il profilo di Notre-Dame che
si staglia sulla Senna mentre un bateau-mouche scivola sul
fiume e una fila di turisti è già in attesa davanti alla piramide del Louvre.
E poi, chi dice Parigi dice anche città regina dell’haute couture, della gastronomia, del lusso. Vero, e tutto questo contribuisce a farne la prima destinazione turistica mondiale con 32
milioni di visitatori l’anno.
Ma ci sono molte altre buone ragioni per venirci. Parigi è
curiosa: non si accontenta di un patrimonio che conta 1800
monumenti storici, ma apre i suoi 200 musei a tutte le culture del mondo.
Parigi è un laboratorio: sperimenta nuove tendenze in cucina, nella moda, nell’arte. Parigi ama il cinema: nelle sue 380
sale puoi vedere il meglio della produzione mondiale.
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E poi c’è una novità, non trascurabile in una guida womenfriendly come questa: per la prima volta nella sua storia, la capitale ha un sindaco donna. E la lotta per la poltrona è stata tutta al femminile. Socialista, 54 anni, Anne Hidalgo ha battuto la
candidata della destra, Nathalie Kosciusko-Morizet, 41.
Ai 2 milioni e 200 mila parigini ha promesso meno traffico,
un’aria più pura, nuovi asili nido. Sì, perché la capitale ha il tasso di natalità più alto di Francia (2,02), benché il 55 per cento
degli alloggi sia rappresentato da mono e bi-locali.
Qui il metro quadrato vale oro: Parigi è una piccola capitale (solo 105,4 km quadrati mentre Roma ne conta 1287,4) ma
ha una densità di popolazione altissima, circa 21 mila abitanti per km quadrato.
Questo spiega i prezzi delle case alle stelle. In generale, Parigi non è una città a buon mercato. Anzi, è la più cara d’Europa
e la seconda al mondo dopo Singapore. Te ne accorgi quando
fai la spesa o vai al ristorante. Ormai, nei venti arrondissements
(zone amministrative) in cui è divisa la capitale e che si arrotolano intorno alla Senna come il guscio di una lumaca, i quartieri popolari stanno a poco a poco scomparendo. Le vecchie
fabbriche diventano loft, hotel di lusso, gallerie.
In compenso, la città continua a conservare il suo carattere
cosmopolita: molte comunità si sono raggruppate in un quartiere (i cinesi a Belleville e nel XIII arrondissement, gli africani
a Château-Rouge, i maghrebini a Barbès e alla Goutte d’Or, i
giapponesi nel quartiere dell’Opéra…). Ma generalmente le
nazionalità si mescolano per forgiare il profilo del parigino, un
titolo che si guadagna sul campo e non per nascita.
I turisti lo trovano scontroso e un po’ musone, ma può anche sorprenderti con inaspettate forme di gentilezza e galanteria. Soprattutto se un raggio di sole spezza la monotonia del
cielo grigio: allora è subito di buonumore, s’infila un paio di
sandali anche se il calendario dice che siamo in febbraio e corre sulla terrasse di un bistrot.
Fai come lui (ma non sei obbligata a toglierti le calze): siediti in un caffè, e comincia a sfogliare la nostra guida. Che non
pretende certo d’essere esaustiva ma solo di proporti un punto di vista, soggettivo e al femminile, su quella che resta, in barba ai cliché e con tutti i suoi difetti, una città mito.
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Stili di vita
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oi italiane ci sentiamo bene a Parigi. La prova: ci sono
poche zone della capitale in cui, per strada, non capiti di captare una conversazione nella nostra lingua. Turismo,
studio, lavoro: qualunque sia la ragione del nostro soggiorno, finiamo per adattarci facilmente ai costumi della ville lumière. Un tale successo si spiega anche con una certa affinità nel modo di vivere: a tal punto che la comunità italiana non
ha mai sentito il bisogno di barricarsi in un quartiere per difendere le proprie tradizioni come invece è successo in altre città del mondo.
Tuttavia, esistono abitudini diverse dalle nostre che è bene
conoscere, e regole che è meglio rispettare per evitare di urtare la suscettibilità dei nostri interlocutori.
Eccone qualcuna.
– Che tu chieda un caffè in un bar, un’informazione per strada o in un negozio, è scortese esordire senza un “Bonjour
Madame”, o “Monsieur”, seguito dal rituale “s’il vous plaît”. I
parigini sono molto formali, e in una panetteria come nella
boutique di lusso esigono lo stesso livello di cortesia. Anche al momento del commiato, un “merci” è di rigore e un
“bonne journée” molto apprezzato.
– Darsi del tu è una forma d’intimità giustificata solo da una
lunga e approfondita relazione. Il “vous”, che corrisponde
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al nostro lei, è la norma in tutti i luoghi pubblici e anche tra
conoscenti che si sono già incontrati in varie occasioni. Derogare alla regola può essere fonte d’imbarazzo. Prima di
passare a un approccio più diretto e spontaneo, aspetta
che sia il tuo interlocutore a proportelo.
Se sei invitata a casa di amici, non dimenticarti di chiedere
il codice per entrare nel palazzo. Il citofono classico è poco
diffuso e sovente rimpiazzato da una scatoletta di metallo
sulla quale devi digitare numeri e lettere. Quando i cellulari
non erano così diffusi, e una cabina non era nelle vicinanze, dimenticare il codice era un vero incubo: potevi aspettare delle ore davanti a una porta, sperando che qualcuno
ne entrasse o ne uscisse.
Fare stoicamente la coda senza dare segni d’impazienza è
un’abitudine locale ben radicata. Se cerchi di barare, sarai
severamente redarguita. La fila è talmente normale per un
parigino, che non fa nessuno sforzo per evitarla. Così, se ti
trovi per esempio in un supermercato, guardati bene intorno… Magari c’è una cassa completamente libera qualche metro accanto a quella in cui si snoda un serpentone
di clienti in attesa.
Al ristorante, anche il più raffinato, non stupirti se sei costretta a cenare su un tavolo minuscolo, gomito a gomito
con altri commensali sconosciuti. Il prezzo del metro quadrato parigino è così elevato che nessun centimetro va
perduto. Sforzati solo di non spiare le conversazioni del vicino, comportamento mal tollerato.
Ancora al ristorante: noterai che, a cena, i bambini non
sono proprio i benvenuti, tranne che nei locali destinati
alle famiglie.
Se non puoi farne a meno, ricorda che anche dai più piccoli i parigini esigono una buona disciplina: impensabile
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lasciarli gridare o girare fra i tavoli, pena pesanti sguardi di
commiserazione.
– La mancia non è di rigore: il servizio è già compreso nell’addition. Ma se hai particolarmente apprezzato la prestazione
puoi lasciare un pourboire tra il 5 e il 10% del conto. Tieni
presente che a Parigi i ristoranti sono spesso chiusi la domenica e il lunedì. Se vuoi evitare di ritrovarti alle 9 di sera
con lo stomaco vuoto è sempre meglio prenotare, e con
un certo anticipo.
– Una donna sola al tavolo di un ristorante o in un cinema
è una situazione assolutamente normale. Perciò non farti problemi e approfitta di un bel tavolino al sole, nessuno
verrà a importunarti. Vivere in una metropoli come Parigi
ha il vantaggio d’assicurarti un certo anonimato. Il rovescio
della medaglia è la sensazione d’essere invisibile o trasparente. Un’amica italiana, appena arrivata nella capitale, era
convinta d’aver perso di colpo ogni attrattiva: “Per strada
nessuno si volta a guardarmi”. Il prezzo da pagare per una
grande libertà.
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Piccolo dizionario parigino
N
ella guida ti imbatterai in alcuni termini o aggettivi francesi che hanno bisogno di qualche spiegazione.
Bobo. Il neologismo è stato coniato nel 2000 da un americano, il giornalista David Brooks, per designare una categoria
sociale post-yuppie. Contrazione di bourgeois-bohème, il (o
la) bobo parigino/a è un’istituzione e si distingue a grandi linee per una serie di comportamenti tipici: ha un buon potere d’acquisto ma vota a sinistra, è un ecologista convinto e
preferisce la bicicletta all’auto, mangia bio e adora il brunch,
cura il suo aspetto ma detesta l’ostentazione, vive di preferenza in uno degli ex-quartieri popolari della città ma in un
loft ristrutturato. Per strada o nei caffè, lo riconosci per i suoi
capi comprati nei negozi di tendenza del Marais, i prodotti
hi-tech firmati Apple, le scarpe Bensimon ai piedi.
Branché. Gli inglesi direbbero trendy. A Parigi, un locale, un ristorante, o una zona branché sono i posti dove bisogna andare per vedere e per essere visti.
Hôtel particulier. Niente a che vedere con un albergo. Gli
hôtels particuliers sono delle grandi dimore borghesi o aristocratiche, occupate un tempo da una sola famiglia eminente, che a Parigi cominciarono a moltiplicarsi dal XVII
secolo, in particolare nel Marais. La città ne contava un
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migliaio, oggi ne rimangono circa trecento e sono spesso divenuti dei musei, come l’Hôtel Carnavalet, dedicato
alla storia di Parigi, o l’Hôtel Biron, che ospita il Museo Rodin. Ma a volte continuano a essere delle residenze private:
per esempio, Carla Bruni ha continuato a vivere nell’hôtel
particulier che affitta da tempo nel XVI arrondissement anche quando suo marito Nicolas Sarkozy era presidente della Repubblica.
Palazzo haussmaniano È il tipico condominio della Parigi del
XIX secolo, che trovi soprattutto lungo i grandi boulevard.
Deve la nascita alla ristrutturazione della città, compiuta a
partire dal 1859, dal barone Haussmann, che impose ai palazzi delle regole severe: le facciate dovevano utilizzare gli
stessi materiali (la pietra di taglio), avere finestre delle stesse dimensioni, un piano nobile con un balcone, che ricompare all’ultimo piano, e un tetto d’ardesia mansardato con
lucernari. Oggi, i palazzi d’epoca sono alloggi molto ricercati per il loro fascino d’antan.
Rive gauche e Rive droite. La Senna divide la città in due; a
sud la riva sinistra (gauche), dove Parigi è nata e che è da
sempre considerata l’area intellettuale e creativa per le sue
università, i suoi quartieri d’artisti, le sue gallerie. A nord, la
riva destra (droite), zona del potere (l’Eliseo) e del denaro (la
Borsa, il commercio). Ma l’opposizione non è solo geografica: due stili di vita si confrontano. Quello della Rive gauche
coincide con lo spirito del quartiere di Saint-Germain des
Prés: elegante e chic, ma con discrezione. Quello della Rive
droite esprime il lusso più ostentato degli Champs-Elysées
e dell’avenue Montaigne. Ma con la trasformazione sociale della città e la colonizzazione da parte dei bobo (vedi sopra) di quartieri un tempo molto popolari, la frontiera tra i
due stili sta diventando sempre meno netta.
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Quando andare
A
Parigi c’è sempre qualcosa da fare. Festival, mostre, feste
di quartiere, manifestazioni sportive, vernissage. Ogni
anno l’agenda si arricchisce di nuovi appuntamenti.
Per averne un’idea puoi dare un’occhiata al sito dell’Officiel
des spectacles, la bibbia degli eventi culturali parigini (www.
offi.fr), e selezionare la mostra che vuoi vedere o la visita guidata a cui vuoi partecipare.
E poi ci sono dei rendez-vous fissi che scandiscono un po’
le stagioni.
Il calendario delle grandi manifestazioni si apre a fine gennaio con il Capodanno cinese. La comunità parigina, ben radicata a Belleville ma soprattutto nel XIII arrondissement, festeggia la nascita del nuovo anno con una sfilata molto pittoresca:
draghi di cartapesta, costumi tradizionali e musica nelle strade
offrono uno spettacolo particolarmente apprezzato dai bambini, ma anche dai grandi.
In febbraio, Paris Face Cachée (parisfacecachee.fr) ti permette di scoprire una Parigi abitualmente chiusa al pubblico. Il
concetto è semplice: per 72 ore puoi vivere un’esperienza inedita, come visitare un ristorante esclusivo, scoprire una collezione di zoologia a lume di una torcia o vedere la città di notte dall’alto di un campanile, ma senza sapere prima che cosa ti
aspetta. Scegli un tema, prenoti online e solo quando compri
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il biglietto sai esattamente dove devi andare.
Più prevedibile il grande appuntamento d’aprile, quando
la capitale è invasa dai 50 mila partecipanti della maratona di
Parigi (schneiderelectricparismarathon.com), una delle cinque
più importanti al mondo, provenienti da un centinaio di paesi.
I tradizionali 42,195 km del percorso attraversano i luoghi più
celebri della città, dall’avenue des Champs-Elysées a Bastille,
da Vincennes alle Tuileries.
A maggio, invece, puoi visitare i principali musei della città la sera, e il più delle volte gratuitamente, in occasione della
Nuit des Musées (www.nuitdesmusees.culture.fr).
Il 21 giugno, giorno della Festa della Musica, Parigi si trasforma in un immenso palcoscenico per ospitare centinaia di
concerti nelle strade e nei locali.
Da metà luglio a metà agosto, vedrai le sponde della Senna coprirsi d’ombrelloni e sedie sdraio per Paris-Plages: sabbia
bianca come ai tropici, palme, profumo di crema solare e tanta musica per consolare i parigini rimasti in città. Se hai il pollice verde non puoi perderti, in settembre, la Fête des Jardins,
durante la quale i giardini più segreti di Parigi aprono le porte
per un intero week-end regalando effluvi e colori di fine estate.
L’arrivo dell’autunno è salutato il primo week-end d’ottobre con la Nuit Blanche (nuitblanche.paris.fr) che propone
mostre, manifestazioni, concerti e molto altro dal tramonto
all’alba e, nel week-end successivo, con la Festa delle Vendemmie di Montmartre, dove l’ultima vigna parigina ai piedi
del Sacré-Coeur produce ogni anno 1500 bottiglie.
Il mese si chiude in bellezza con la Fiac (www.fiac.com), la
fiera d’arte contemporanea che fa il punto sulla creazione artistica mondiale. In novembre, quando riappare la grande ruota panoramica in piazza de la Concorde, Parigi inaugura Paris
Photo (www.parisphoto.com), rendez-vous dedicato alla foto-
grafia che offre il meglio della produzione internazionale. In dicembre l’anno si chiude con i celebri giochi di luce sull’avenue
des Champs-Elysées e i tipici mercatini, che annunciano il Natale parigino. Allora i bambini corrono davanti alle vetrine delle Galéries Lafayette e del Printemps per assistere al tradizionale spettacolo di bambole e pupazzi animati.
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La valigia
N
onostante la fama di città della moda, Parigi non impone dei diktat in materia d’abbigliamento. Se hai voglia
d’indossare qualcosa d’elegante per una serata speciale, fallo,
ma ricordati che a teatro, al ristorante o all’opera puoi anche
presentarti in jeans senza destare scalpore.
L’unico vero criterio da tenere in considerazione è il clima. I
venti atlantici che percorrono il cielo della capitale garantiscono un meteo molto variabile.
Pioggia e sole possono alternarsi più volte in una sola giornata, d’estate come d’inverno. In pieno luglio, quando le spiagge artificiali del lungosenna sono punteggiate di ombrelloni
per Paris-Plages, non è raro che il bikini resti in valigia a vantaggio di un maglione pesante e di una giacca impermeabile.
In compenso, dicembre può sorprenderti con giornate
asciutte e luminose (ma riservarti anche abbondanti nevicate). Allora prevedi differenti strati che potrai alleggerire o rinforzare a seconda dei capricci del tempo e un paio di scarpe
molto comode che ti evitino vesciche e mal di schiena. A Parigi, mode e modi variano a seconda dei quartieri: look bobo nel
Marais, dai colori africani alla Goutte d’Or, Vuitton dalle parti
dell’avenue Montaigne.
Tuttavia, se vuoi divertirti a giocare alla parigina chic, ci
sono delle piccole regole da rispettare. Per assomigliare alle si-
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gnore che frequentano il quartiere di Saint-Germain, e che incarnano lo stile Rive gauche, devi mescolare gli stili. Qualche
esempio? Abbinare un maglione di cachemire a una t-shirt di
H&M, o un paio di Converse alla giacca di un grande creatore.
Se c’è un motto che riassume lo chic alla parigina, potrebbe
essere: tutto è nel dettaglio.
Parigine celebri
P
arigine di nascita o d’adozione, le donne hanno contribuito a scrivere la storia della capitale, a farne evolvere i costumi e ad accrescerne la fama, ieri come oggi. Lo spazio non
ci permette d’elencarle tutte, come meriterebbero. Ecco una
piccola selezione, molto personale e per niente esaustiva.
Santa Geneviève è la patrona di Parigi. Nata nel 423, era la
figlia di un membro dell’aristocrazia gallo-romana. Fin da bambina manifesta la decisione di dedicare la sua vita a Dio e a 14
anni prende i voti. Secondo la tradizione, grazie a lei Parigi evita d’un soffio la distruzione: nel 451, all’età di 28 anni, Geneviève riesce a trovare le parole per incoraggiare i suoi concittadini a resistere all’assedio degli Unni che minacciano la città.
“Che gli uomini fuggano, se non sono più capaci di battersi;
noi, le donne, pregheremo Dio finché non intenderà le nostre
suppliche”. Attila, in effetti, risparmia Parigi. La santa muore nel
512 e viene sepolta accanto al re Clodoveo.
Nel XII secolo, quando l’istruzione era ancora preclusa alla
stragrande maggioranza delle donne, Eloisa era già “celebre
per erudizione”, come scrive di lei Pietro il Venerabile, famoso abate di Cluny. Nata nel 1099 sull’Ile de la Cité, a 17 anni conosce il greco, il latino, l’ebraico e brilla nelle arti liberali, dalla
grammatica all’astronomia. Suo zio, il canonico Fulberto, decide di farle proseguire gli studi accanto al più brillante maestro
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di Parigi, Pietro Abelardo. L’insigne teologo, di vent’anni più
vecchio, s’innamora della sua allieva ed è presto ricambiato.
Comincia così una delle più celebri storie d’amore della storia,
che puoi leggere nell’autobiografia di Abelardo, Historia calamitatum mearum: la relazione clandestina viene scoperta, Eloisa resta incinta, la coppia si sposa in segreto ma lo zio Fulberto
si vendica facendo castrare il maestro che ha tradito la sua fiducia. Separati dal tragico avvenimento, il teologo prosegue la
sua carriera ed Eloisa diventa badessa di un convento. Ma continuerà a professare il suo amore assoluto e impossibile per
Abelardo, che la respingerà invitandola allo studio e alla preghiera. Puoi visitare la tomba della coppia al cimitero del Père-Lachaise.
Jeanne-Antoinette Poisson è passata alla storia come Madame de Pompadour. Nata a Parigi nel 1721 da una famiglia
borghese, sposata al finanziere Le Normant d’Etiolles, da cui si
separa dopo solo quattro anni di matrimonio, si fa notare alla
corte di Versailles per la sua bellezza e i suoi talenti artistici. Nel
1745, a un ballo mascherato incontra il re Luigi XV e ne diventa l’amante ufficiale guadagnandosi il titolo di marchesa e poi
di duchessa. Spesso immortalata nelle tele di artisti come La
Tour o Boucher, esercita un’influenza sulle arti e sulla letteratura accordando protezione ad artisti e filosofi come Rousseau e
Voltaire. Vero modello di eleganza, le si attribuisce anche l’evoluzione della moda femminile a corte. Muore a soli 42 anni di
polmonite.
Olympe de Gouges è considerata come una pioniera del
femminismo. Nata nel 1748 a Montauban, è l’autrice di una Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, scritta durante la Rivoluzione francese, quando le teste cominciavano a cadere sotto la mannaia del boia, senza distinzione di sesso. “Se
una donna ha il diritto di salire sulla ghigliottina, ha anche il di-
ritto di salire in tribuna”, scriveva Olympe. Ironia della sorte, conoscerà entrambe le esperienze: condannata a morte, viene
giustiziata nel 1793.
George Sand è lo pseudonimo di Aurore Dupin. Nata a
Parigi nel 1804, scopre precocemente la sua passione per la
scrittura. Come tutte le ragazze della sua epoca, pensa che la
vocazione naturale sia il matrimonio e, a 18 anni, sposa il barone Casimir Dudevant, da cui ha due figli. È un’unione infelice, e pochi anni dopo Aurore si separa per condurre una vita
indipendente. I suoi amori sono celebri: dal poeta Alfred De
Musset al compositore Frédéric Chopin. Ardente femminista,
rivendica il diritto delle donne al divorzio e all’uguaglianza civile. Già famosa per i suoi romanzi, scandalizza i contemporanei vestendosi come un uomo, fumando la pipa e andando a
cavallo come un cosacco. Anche se si entusiasma per la rivoluzione del 1848, ne condanna la violenza. Muore nel 1876, sognando ancora la pace.
A Montmartre, ai piedi del Sacré-Coeur, ci sono dei giardinetti che portano il nome di Louise Michel. Nata nel 1830,
Louise sbarca nella capitale a 26 anni per diventare istitutrice.
Ma ha la lotta politica nel sangue e durante la Comune di Parigi (1871) si batte con grande coraggio diventandone una delle eroine. Dopo l’esilio a cui viene condannata, torna a Parigi
ed è accolta da più di 10 mila persone esultanti alla Gare SaintLazare. Muore nel 1905.
La vita e la carriera di Sarah Bernhardt sono profondamente legate a Parigi, anche se la grande attrice ha recitato in tutto il mondo. Nata nel 1844 nella capitale, debutta a 18 anni alla
Comédie Française. Battezzata “voce d’oro” da Victor Hugo,
si afferma in grandi ruoli del repertorio romantico e classico.
Dopo una serie di tournée che la renderanno molto celebre
anche in America e in Australia, torna a Parigi, dove fonda il te-
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atro che porterà il suo nome e che oggi è diventato il Théâtre
de la Ville. Amputata di una gamba nel 1915 dopo un incidente, continuerà a recitare in barba agli acciacchi dell’età. Muore nel 1923 dopo aver incarnato l’ideale dell’attrice per più di
quarant’anni. È sepolta al Père-Lachaise.
Marie Sklodowska, futura Marie Curie, nasce in Polonia nel
1867 ma a 24 anni si trasferisce a Parigi per studiare matematica. Le sue ricerche sul magnetismo le permettono di conoscere un esperto della materia, Pierre Curie, che diventerà suo
marito nel 1895. Due anni dopo, Marie mette al mondo la figlia
Irène e comincia a lavorare su un nuovo fenomeno che battezzerà “radioattività”. La scoperta del radio e del polonio le valgono un primo Nobel nel 1903, seguito da un secondo nel 1911.
Durante la Prima guerra mondiale sviluppa la tecnica della radiografia per aiutare i chirurghi a curare i soldati gravemente
feriti. In seguito diventa una figura emblematica nelle differenti lotte per i diritti delle donne, in particolare nel campo della
scienza. A cause della lunga esposizione alle radiazioni, muore
di leucemia nel 1934.
È a Parigi che Gabrielle Chanel, detta Coco, fonda la celebre maison che ha rivoluzionato i codici della moda del XX
secolo. Nata a Saumur nel 1883, Coco vive un’infanzia difficile in orfanotrofio, tenta una carriera di cantante di music-hall e
poi, con l’aiuto finanziario del suo amante inglese, l’aristocratico Boy Capel, apre la sua prima boutique parigina, dove confeziona e vende cappelli molto apprezzati per la loro elegante
semplicità. Nel 1910, inaugura in rue Cambon, a due passi dalla
Place Vendôme, il suo atelier di modista che conosce un successo immediato. Coco accorcia le gonne, getta i corsetti alle
ortiche, libera il corpo delle donne e lo avvolge di morbido jersey. È anche una delle prime ad adottare la moda del capello
corto. Negli anni Venti lancia il suo mitico profumo Chanel No
5. È l’inizio di una leggenda che sopravviverà alle due guerre e
che si imporrà nel mondo dell’haute couture. Gli ultimi quindici
anni della sua vita Coco li trascorrerà fra l’atelier della rue Cambon e una lussuosa suite del Ritz, il grand hotel che sarà la sua
casa e che la vedrà morire nel 1971.
Afro-americana (nasce nel Missouri nel 1906 da una famiglia molto povera), Josephine Baker arriva Parigi a 19 anni con
la troupe di danza La revue Nègre. Vestita di piume o con il celebre gonnellino di banane, si lancia in numeri molto osé per
quel tempo che inaugurano l’epoca d’oro del music-hall e che
fanno di Josephine una vera star. Picasso la ritrae, Man Ray la
fotografa, Alexandre Calder ne fa una caricatura in fil di ferro.
La soubrette diventa un simbolo della liberazione del corpo
femminile. Nel 1937 acquisisce la nazionalità francese e durante la guerra entra nella Resistenza, lavorando come spia e nascondendo dei partigiani nella sua proprietà, un castello nel
sud-ovest della Francia. In seguito, adotta 12 bambini di nazionalità differenti e si investe nella difesa dei diritti civili e contro
il razzismo. Senza più un soldo a causa delle forti somme spese nella gestione del suo castello, l’artista viene invitata a Montecarlo dalla principessa Grace di Monaco che le offre un alloggio. Nel 1975, dopo una serie di spettacoli trionfali, Josephine
Baker si spegne a Parigi per un ictus.
Completamente diverso il contesto sociale in cui nasce
un’altra celebre coetanea di Josephine. Simone de Beauvoir
viene alla luce nel 1908 in una famiglia borghese, da un papà
avvocato e da una madre fervente cattolica, ma prende presto le distanze dalla sua famiglia per condurre un’esistenza anticonformista. Dopo gli studi di filosofia e il debutto della sua
carriera di scrittrice, nel 1929 incontra il filosofo esistenzialista
Jean-Paul Sartre. La coppia condividerà per una vita intera riflessioni, concezione del mondo e sentimenti ma non vivrà
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mai sotto lo stesso tetto. Sartre la considerava il suo “amore necessario” in opposizione agli “amori contingenti” che entrambi incroceranno nel corso della loro esistenza. Tra le opere più famose di Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, che apre
la strada alla riflessione sulla condizione femminile, I mandarini, e i quattro volumi della sua biografia, che riflettono il dibattito culturale in Francia dagli anni Trenta agli anni Sessanta. Muore nel 1986.
Fin da bambina, Edith Giovanna Gassion, più nota come
Edith Piaf (1915-1963) canta nelle vie di Belleville, il quartiere parigino dove è nata, per guadagnarsi qualche spicciolo; a
20 anni viene notata dal proprietario di un cabaret fra la rue
Troyon e l’avenue Mac Mahon. È l’inizio della grande ascesa
dell’interprete di Milord e de La vie en rose. Al 5 di rue Crespin
du Gast si trova l’appartamento in cui l’artista ha vissuto all’inizio della sua carriera e che oggi è diventato un museo.
Simone Veil è una delle donne politiche più famose di
Francia. Nata a Nizza nel 1927 in una famiglia ebrea, è arrestata
nel marzo del 1944 e deportata con sua madre e sua sorella ad
Auschwitz e poi a Bergen-Belsen. Sopravvissuta all’Olocausto,
torna in Francia ed entra nella magistratura. Nel 1974, nominata ministro della Salute dal presidente Giscard d’Estaing, si batte per ottenere la legalizzazione dell’aborto. La nuova legge
è votata l’anno successivo. Da allora, Simone Veil ha ricoperto varie cariche ed è stata la prima presidente del Parlamento europeo.
Juliette Greco evoca la Parigi brillante del dopoguerra,
quando Sartre e Camus s’incrociavano al Café de Flore a SaintGermain-des-Prés. Archetipo della donna moderna, leggenda
della canzone francese, Juliette nasce a Montpellier nel 1927.
Durante la guerra è imprigionata dalla Gestapo e, una volta
liberata, scopre a 17 anni la vita intellettuale della capitale. Il
suo charme, la sua bellezza e la sua voglia di libertà ne fanno una celebrità ancor prima che cominci a cantare nei celebri cabaret della rive gauche. Nel 1954 è già una star sulla scena dell’Olympia. Artista eclettica, nel 1965 interpreta la serie
televisiva Belfagor - Il fantasma del Louvre che ottiene un enorme successo popolare (anche in Italia). Nel 2004, a 77 anni, non
esita ad affrontare una lunga tournée internazionale. Ancora
oggi, si esibisce in serate e concerti eccezionali.
Che cosa sarebbe il cinema francese senza Catherine Deneuve? Parigina nata nel 1943, si lancia sulla scena ancora adolescente e a 19 anni già convive con il regista Roger Vadim, ex
di Brigitte Bardot. Negli anni Sessanta è la musa di grandi registi, da Buñuel a Polanski, conquista Hollywood e anche l’Italia. A Cannes, nel 1971 incontra Marcello Mastroianni, padre di
sua figlia Chiara. La sua carriera non conosce crisi: ancora oggi
ispira la giovane generazione di cineasti e incarna il fascino alla
francese dopo aver prestato il volto alla Marianna nazionale,
simbolo della Repubblica.
L’altra grande signora del cinema d’oltralpe è Fanny Ardant. Nata nel 1949, da ragazza sognava una carriera diplomatica ma dopo la laurea in scienze politiche scopre la passione
per il teatro. Negli anni Ottanta è François Truffaut, che diventerà suo marito, a regalarle i più bei ruoli al cinema, prima ne La
signora della porta accanto, poi in Finalmente domenica. In Italia
ha lavorato con Ettore Scola, e più recentemente con Michele
Placido e Tommaso Rossellini. Con la sua voce calda e sensuale e una classe inimitabile, continua ad essere una delle ambasciatrici dello stile parigino.
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Guida alla sopravvivenza
Arrivare a Parigi
S
e scegli l’aereo per venire a Parigi, come altri 90 milioni di
viaggiatori all’anno, atterrerai in uno dei tre aeroporti della città, serviti da 168 compagnie aeree che coprono una rete
di 358 città.
– Charles de Gaulle-Roissy: a 23 km dal centro (e dai 40 ai 60
minuti a seconda dei mezzi e dell’orario) in direzione nordest, è il più grande e il più articolato: tre terminali collegati da un servizio di navette, 62 milioni di passeggeri l’anno
e 116 aerei ogni ora. Non è semplice orientarsi e se te la
cavi bene con il tuo smartphone puoi caricare l’applicazione gratuita My Airport che, tra l’altro, traduce in italiano le
informazioni affisse sui pannelli. CDG ospita negozi di ogni
genere, soprattutto marche del lusso francese, e se qualche anno fa era ancora accusato d’essere poco accogliente, oggi sta facendo degli sforzi per migliorare il comfort
dei passeggeri.
Per andare in centro, hai diverse soluzioni. Il taxi è la più
comoda, ma calcola almeno 60 euro (e diffida dei tassisti
abusivi, spesso costano di più di quelli ufficiali). Se non hai
bagagli troppo ingombranti, puoi prendere la linea B della RER, la linea regionale, che incrocia le più importanti li-
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nee della metropolitana (compra il biglietto nei distributori
automatici) e che impiega circa 40 minuti per raggiungere Châtelet-Les Halles. C’è anche un autobus, il Roissybus,
che arriva a Opéra in circa 60 minuti (ma dipende dal traffico); ce n’è uno ogni 15-30 minuti. www.aeroportsdeparis.fr
– Orly: a sud di Parigi è molto meno esteso di CDG e più vicino alla città (dai 25 ai 50 minuti a seconda dei mezzi e
dell’orario). Per andare in centro, quindi, ti conviene prendere il taxi se viaggi con una o due persone (il costo a testa
sarà equivalente a quello del biglietto dei mezzi pubblici
che collegano l’aeroporto). Altrimenti, puoi servirti dell’Orlybus, della metropolitana Orlyval o della RER C, collegata a
un servizio di autobus. www.aeroportsdeparis.fr
– Beauvais Tillé: è un piccolo aeroporto a nord della città
dove atterrano e decollano gli aerei della compagnia Ryan
Air. È servito da navette che partono e arrivano alla stazione della metropolitana “Porte Maillot”, sulla linea 1 in non
meno di un’ora e un quarto. Attenzione, al ritorno devi
prendere la navetta almeno 3 ore e un quarto prima del
tuo volo. www.aeroportbeauvais.com
A Parigi ci arrivi anche in treno. Da Milano (stazione di Porta
Garibaldi) partono ogni giorno 3 TGV con destinazione Gare
de Lyon che impiegano circa 7 ore (it.voyages-sncf.com). Puoi
prendere anche Thello, il treno di notte che parte da Venezia
(con fermate intermedie a Padova, Vicenza, Verona, Brescia,
Milano, Digione) e che, da altre città italiane, ti propone l’offerta combinata Thello & Le Frecce. www.thello.com
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Muoversi a Parigi
Un buon paio di scarpe comode, una bottiglia d’acqua nella
borsa, e via. La capitale si visita (anche) a piedi. Anzi, è il modo
migliore per farsi un’idea della città. Ogni giorno puoi scegliere una zona e farti un itinerario su misura. Sul sito www.parisinfo.com (in francese) trovi dei percorsi pedonali interessanti, divisi per tema o per quartiere.
Quando sei stanca, se diluvia, o se hai semplicemente poco
tempo, puoi sempre ripiegare sui mezzi pubblici. Non c’è angolo della capitale che non sia raggiungibile in metropolitana,
in autobus o in tram.
La metro parigina conta 16 linee che funzionano dalle 5.30
all’1.15 (ma nel week-end fino alle 2.15). Nelle ore di punta
puoi contare su un treno ogni 2 minuti. La 1 e la 14 ormai sono
completamente automatizzate e non hanno bisogno del conducente. I bambini (ma non solo) si piazzano in testa e scrutano ipnotizzati il percorso con il naso schiacciato sul vetro del
finestrino. Se viaggi con un bimbo in passeggino, o se fai fatica a salire e scendere le scale, tieni presente che le linee più
vetuste sono prive di ascensori e a volte anche di scale mobili.
Puoi sperare di ricevere un aiuto dagli altri passeggeri, ma non
darlo per scontato.
Se durante il tuo soggiorno pensi di utilizzare frequentemente i mezzi, acquista la Card Paris Visite, un forfait valido da
1 a 5 giorni. Puoi usarla anche sugli autobus e i tram e, con
un sovrapprezzo, ti permette di viaggiare anche nella zona extraurbana, fino all’aeroporto, a Versailles o a Disneyland Paris.
Se resti in città, e ti sposti soprattutto a piedi, tieni in tasca un
carnet da dieci biglietti. Ogni ticket, una volta obliterato, vale
un’ora e mezza e consente, in quell’arco di tempo, di passare
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da una linea della metro a un’altra, da un autobus al tram (ma
non da un autobus alla metropolitana, e viceversa). Troverai
tutte le informazioni – e le tariffe – sul sito www.ratp.fr
Il bus è una buona alternativa alla metro, ma anche se gode
di corsie preferenziali resta ostaggio degli ingorghi. Prendilo se
non hai fretta. D’estate, per una visione d’insieme della città,
puoi optare per quelli con imperiale aperta proposti da due
società, Les Cars rouges (www.carsrouges.fr), e Paris Open tour
(www.parislopentour.com). Funzionano con un pass, valido
uno o due giorni, che permette di scendere e risalire ogni volta che lo desideri. L’itinerario è commentato anche in italiano.
Per visitare Parigi non sottovalutare la Senna. Il Batobus
(www.batobus.fr) è una navetta fluviale con servizio regolare che conta otto fermate, dagli Champs-Elysées al Jardin de
Plantes. Grazie ai differenti tipi di pass, puoi salire e scendere
quando vuoi. Un vantaggio rispetto alle classiche crociere sulla Senna proposte dalla storica Compagnie des Bateaux Mouches (www.bateaux-mouches.fr) o dalle Vedettes du Pont-Neuf
(www.vedettesdupontneuf.fr), più turistiche e meno flessibili.
E poi, se sei una sportiva, c’è la bicicletta. Grazie all’ex-sindaco Bertrand Delanoë, Parigi è stata una delle prime capitali a mettere a disposizione dei suoi cittadini e dei turisti un servizio di noleggio battezzato Vélib. In città, ogni 300 metri, trovi
una delle 1800 stazioni che offrono quasi 21 mila due-ruote.
Dopo i primi 30 minuti gratuiti, la tariffa per ogni mezz’ora supplementare è compresa tra uno e quattro euro. Purtroppo, nonostante i 371 km di piste e di corsie riservate (ma spesso condivise con gli autobus), la capitale resta molto pericolosa per i
ciclisti. Gli automobilisti parigini non sono un modello di disciplina. Impazienti, stressati, hanno il clacson facile.
Anche per questo non ti consiglio di girare per Parigi in
macchina. Se proprio non puoi farne a meno, ti accorgerai che
il problema più serio resta il parcheggio, raro e caro (tranne
in agosto, quando puoi posteggiare per strada senza pagare).
Per approfittare di tariffe più basse puoi prenotare in anticipo
il posteggio su www.parkingsdeparis.fr.
Devi sapere che tutti i parigini, a qualunque classe sociale
appartengano, usano i mezzi, e in particolare la metro. Di giorno la prendono per recarsi al lavoro, la sera per andare a divertirsi. Anche in tarda serata vedrai ragazze e signore che viaggiano da sole, soprattutto nel week-end e nelle zone centrali.
In compenso, dopo il tramonto tendono a evitare la RER, la
metropolitana regionale che collega Parigi alla banlieue: quando i pendolari che viaggiano stretti come sardine nelle ore di
punta sono già arrivati nelle loro case, le carrozze sono quasi
deserte e la sensazione d’insicurezza palpabile.
La sera, se non ti va di usare i mezzi, chiama un taxi. Ma spera che non piova, che non sia un venerdì o un sabato, o che
non ci sia uno sciopero. Altrimenti rischi di aspettare a lungo
una delle 18.000 auto pubbliche della capitale. Puoi sempre
provare nuovi servizi, come LeCab (www.lecab.fr), che propongono un’auto con chauffeur e che si prenotano via internet:
una volta comunicato il percorso, il prezzo della corsa è fisso
e non dipende dalle condizioni del traffico. Qualche tempo fa,
un consigliere comunale aveva proposto di lanciare dei taxi
rosa destinati alle parigine e condotti esclusivamente da donne, come ne esistono già in Inghilterra. Il poveretto ha visto colare a picco l’idea sotto le accuse di sessismo.
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Cosa vedere a Parigi
B
asta nominarli per evocare Parigi. Sono luoghi, monumenti e musei imperdibili, soprattutto se è la prima volta
che vieni nella capitale.
La Torre Eiffel
Champ de Mars
5 avenue Anatole France
+33 (0) 892 70 12 39
Metro Bir-Hakeim
www.tour-eiffel.fr
Se 250 milioni di persone l’hanno già visitata dalla sua
costruzione (nel 1889, in occasione dell’Esposizione
Universale) significa che la Torre Eiffel non è solo un cliché
da cartolina. Pare che il momento migliore per salire all’ultimo piano – vale a dire a 324 m da terra – sia un’ora prima
del tramonto, quando (se il tempo è bello) la visibilità si
estende su 60 km.
E pensare che questo ammasso di travi e bulloni assemblati con l’aiuto di 2 milioni e 500 mila chiodi fu accolto da un
coro di critiche. I più grandi intellettuali dell’epoca la consideravano un vero obbrobrio e ne imploravano la distruzione. A salvarla è stata la sua destinazione scientifica: è diventata una stazione meteo, poi radiofonica e quindi televisiva.
Oggi si illumina per cinque minuti ogni ora, e fino all’una del
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mattino, e mantiene una bella allure grazie a un lifting ogni
sette anni che richiede 60 tonnellate di vernice, 1500 pennelli e 2000 paia di guanti di cuoio.
Per arrivare in cima hai due soluzioni: fare a piedi 1665 gradini (ma devi essere in forma) o prendere uno degli ascensori che si trovano sotto i piloni. Ti consiglio di comprare il
biglietto on-line per evitare ore e ore di coda. Ti permette di
scegliere il giorno e l’ora della visita.
Hôtel des Invalides
Esplanade des Invalides
Metro Varenne
www.musee-armee.fr
Chi poteva pensare a una cupola d’oro tutta scintillante? Il Re Sole, naturalmente. Nel 1670, Luigi XIV decise di dare un tetto ai soldati feriti in battaglia che avevano
pagato con l’invalidità l’eroismo in guerra. Il re volle un edificio immenso, l’Hôtel des Invalides, appunto, che domina
l’esplanade, la piazza sulla quale si tenevano grandiose parate militari e che ti intimidisce per la sua grandeur. Sotto la
grande cupola, che ha richiesto ben 12 chili d’oro durante la
ridoratura del 1989, si trovano oggi un grande ospedale, il
museo de l’Armée (di cui riparlo nella sezione dedicata ai
bambini) e la chiesa di Saint-Louis, che comprende a sua
volta la chiesa dei Soldati e il Dôme, la cappella un tempo riservata al re e alla corte. Qui si trova la tomba di Napoleone,
in porfido rosso di Finlandia, ospitata in una cripta che fu
inaugurata nel 1861.
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Champs-de-Mars
2 allée Adrienne Lecouvreur
Metro École Militaire
Questi bei giardini ai piedi della Tour Eiffel sono uno
degli spazi verdi più estesi di Parigi. Nel XVI secolo
erano tappezzati di vigne e di orti e poi, sotto il regno di Lui­
gi XV, divennero un’immensa arena destinata agli esercizi
militari. Durante il secondo Impero, ospitarono i padiglioni
delle varie esposizioni universali. Solo dopo il 1937, gli
Champs-de-Mars conobbero la loro attuale destinazione. I
giardini sono molto frequentati dai parigini, soprattutto durante il week-end, quando la distesa d’erba è punteggiata di
cestini da pic-nic, all’ombra di alberi centenari. Scegli l’angolo migliore per ammirare la grandiosa prospettiva che va
dall’École Militaire al Trocadéro.
Notre-Dame de Paris
6 parvis Notre-Dame
Place Jean-Paul II
+33 (0) 1 42 34 56 10
Metro Saint-Michel
La cattedrale di Notre-Dame, il monumento più visitato di Parigi, è un esempio d’arte gotica. La costruzione cominciò intorno al 1163 e durò quasi due secoli. Le
dimensioni danno l’idea della maestosità dell’edificio: 130
metri di lunghezza, 48 di larghezza, 35 d’altezza. Non stupisce che possa accogliere fino a 6000 persone. Osserva i tre
portali della facciata: rappresentano la Vergine, il Giudizio
universale, e Sant’Anna. Un tempo tutti i personaggi erano
dipinti a colori vivaci. Sul sagrato, cerca il famoso “punto
zero”, dal quale sono calcolate tutte le distanze da
Parigi.L’interno non è meno stupefacente, soprattutto per
la grande sensazione di leggerezza. Se te la senti di salire
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387 gradini, raggiungerai la vetta della torre nord da dove
c’è una bella vista sulla città. Se guardi la torre di destra, scoprirai Emmanuel, la grande campana di Notre-Dame che
suona solo in occasione di grandi feste, come Natale e Pasqua. Si racconta che insieme al metallo per la campana, che
pesa 13 tonnellate e che una volta richiedeva la forza di otto
uomini, siano stati fusi anche dei gioielli appartenuti a parigini molto abbienti e che per questo il suono di Emmanuel è
così ricco. Il rosone di Notre-Dame è particolarmente famoso: con il suo diametro di 10 metri è il più grande del mondo.
Ci sono voluti 32 mila pezzi di vetro per realizzarlo. Se alzi lo
sguardo verso le guglie, noterai le gargouilles, teste di pietra
ispirate a creature leggendarie o mostruose, che evocano
immediatamente il mondo di Quasimodo, gobbo di NotreDame creato dalla fantasia di Victor Hugo, ma reso celebre
soprattutto da Walt Disney nel suo film d’animazione.
La Sainte-Chapelle
8 boulevard du Palais
+33 (0) 1 53 40 60 80
Metro Cité o Saint-Michel
sainte-chapelle.monuments-nationaux.fr
Incastonata nel palazzo di giustizia, fu costruita fra il
1241 e il 1248 dal re Luigi IX il Santo per ospitare degnamente le reliquie della passione di Cristo. Esempio d’arte gotica, si compone di due cappelle sovrapposte. Quella
inferiore, dedicata alla Vergine, ha un soffitto a volta stellato
e dei gigli d’oro su uno sfondo blu. Quella superiore, che era
riservata alla corte, ti lascerà senza fiato per la bellezza delle
vetrate a mosaico (600 metri quadrati!) ritmate da fini colonne che raccontano scene bibliche e la vita di Gesù. Fu
profanata durante la Rivoluzione e da allora non è più utilizzata per scopi liturgici.
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La Conciergerie
2 boulevard du Palais
+33 (0) 1 53 40 60 80
Metro Cité o Saint-Michel
conciergerie.monuments-nationaux.fr
Anticamente residenza dell’intendente del re, poi prigione, divenne tristemente famosa durante la Rivoluzione, quando arrivò a ospitare 3000 persone condannate
alla ghigliottina. Un video e dei manichini di cera ti permettono di capire come funzionava questa anticamera della
morte: il condannato aveva il permesso di lavarsi sommariamente, poi veniva costretto a farsi tagliare i capelli, infine
montava su un carretto e veniva accompagnato alla ghigliottina tra una folla ostile che lo copriva d’insulti. Puoi visitare la cella di Robespierre e quella particolarmente toccante della regina Maria Antonietta. Il contrasto tra i fasti di
Versailles, ai quali era abituata, e la nuda austerità del luogo
in cui ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita, è impressionante.
Il Giardino delle Tuileries
Metro Tuileries
Si estende tra il Louvre e la place de la Concorde, ed
è una specie di museo a cielo aperto. Tra i prati e le
aiuo­le che in primavera sono punteggiati di fiori e piante di
tutti i colori, le statue attirano gli sguardi di parigini e turisti
che fuggono la frenesia della rue de Rivoli. Ve ne sono di accademiche, come Spartacus che svetta su un piedistallo di
marmo, o contemporanee, come Welcoming hands di Louise Bourgeois o l’Arbre des voyelles di Giuseppe Penone.
Dopo aver preso un po’ di sole (se c’è) sulle sedie piazzate
davanti alla vasca ottagonale, vai a visitare il Museo
dell’Orangerie, dove sono esposte le Nimphéas di Claude
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Monet (i pannelli sono alti due metri e si estendono per
quasi 100) alle quali l’artista lavorò dal 1914 alla sua morte,
otto anni dopo.
Gli Champs-Elysées e l’Arco di Trionfo
Metro Concorde o Charles de Gaulle-Etoile
Qualcuno considera gli Champs-Elysées “la più bella
avenue del mondo”. I parigini ne frequentano soprattutto i teatri, i cinema e i musei come il Grand Palais che
ospita sempre delle belle mostre e che da solo vale la visita
per il suo tetto a cupola di vetro. I turisti sono attirati anche
dal loro aspetto commerciale: sull’avenue si affacciano negozi di ogni genere, soprattutto marche global, e innumerevoli ristoranti, anche molto eleganti.
In questa zona i prezzi sono alle stelle: con 15 mila euro
ti compri un metro quadrato. Il che ha fatto scomparire a
poco a poco tutti i modesti negozi di quartiere (panettieri, macellai, droghieri) a vantaggio di super boutique design
e showroom.
Chissà cosa ne avrebbe pensato l’architetto Le Nôtre, che
tracciò l’avenue sotto il regno di Luigi XIV, o i nobili parigini del Secondo Impero che ne fecero una meta alla moda
per la rituale passeggiata. Se ne percorri i 1910 metri, partendo dalla place de la Concorde arrivi all’Arco di Trionfo,
dall’alto del quale la vista sulla capitale è davvero superba
(te la meriti dopo i 284 gradini). L’arco, voluto da Napoleone
e costruito tra il 1806 e il 1836, è al centro della piazza detta
“Etoile” dalla quale si irradiano ben 12 avenue. È un ingorgo
perenne, da evitare in auto a tutti i costi.
Palais Garnier
8 rue Scribe
+33 (0) 1 71 25 24 23
Metro Opéra
www.operadeparis.fr
Il teatro dell’Opera di Parigi porta il nome dell’architetto che l’ha costruito tra il 1860 e il 1875 e che, il
giorno dell’inaugurazione, non esitò a pagarsi il biglietto
per assistere allo spettacolo. Che onestà. La facciata impressiona con le sue statue dorate, l’interno per la sua imponenza, le poltrone di velluto rosso, il lampadario di cristallo che
pesa 8 tonnellate e, soprattutto, per il celebre soffitto dipinto da Chagall. Se vuoi visitare l’edificio senza assistere a una
rappresentazione, presentati alla biglietteria tra le 13 e le 14,
quando il corpo di ballo è in pausa pranzo. Altrimenti, rischi
di non accedere al palcoscenico.
La visita guidata è interessante, a patto che sappia rivelarti i
segreti del teatro, come il suo leggendario fantasma, uscito
dalla fantasia dello scrittore Gaston Leroux, o il lago sotterraneo (in realtà è un serbatoio destinato ai pompieri) dove
sguazzano pesci nutriti dai macchinisti, e i due alveari che
si trovano sul tetto dell’edificio e che producono un miele
delizioso venduto nella boutique dell’Opera. Sappi che è il
più caro al mondo: 5 euro per un vasetto di 15 g. Che fa 120
euro al chilo. Ma il prezzo non è un ostacolo: ogni anno se
ne vendono circa 3000 confezioni.
Il Panthéon
Place du Panthéon
+33 (0) 1 44 32 18 00
Metro Cardinal Lemoine
pantheon.monuments-nationaux.fr
Furono i rivoluzionari del 1789 ad avere l’idea di trasformare questa chiesa (voluta da Luigi XV) in un
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mausoleo destinato a ospitare le spoglie di grandi personalità dell’arte, della politica, della cultura. Sul frontone c’è
scritto: “Ai grandi uomini, la Patria riconoscente”. E le donne,
allora? Fino a poco tempo fa, solo la scienziata Marie Curie e
Sophie Berthelot avevano avuto l’onore d’esservi ammesse.
E quest’ultima esclusivamente in qualità di moglie del chimico Marcellin Berthelot.
Oggi i politici stanno tentando di rimediare e di recente il
presidente François Hollande ha fatto trasferire qui le ceneri
di due partigiane, Germaine Tillion e Geneviève de GaulleAnthonioz. Nel Panthéon si trova anche il famoso pendolo
di Foucault con il quale il giovane matematico – allora aveva 32 anni – riuscì a dimostrare nel 1851 la rotazione della Terra.
Tre musei must
Il Louvre
Rue de Rivoli
Metro Palais Royal
+33 (0) 1 40 20 53 17
www.louvre.fr
Era un tenebroso palazzo reale del XII secolo, una fortezza che i sovrani rinascimentali hanno abbellito, reso
più confortevole e ingrandito. Museo dal 1793, grazie alla Rivoluzione, ha subìto la sua trasformazione più radicale nel
1989, quando la piramide di vetro dell’architetto Pei si è imposta davanti alle antiche pietre della facciata. Che scandalo,
all’epoca. Oggi, antico e moderno convivono perfettamente,
e nessuno oserebbe immaginare il Louvre senza la strizzatina
d’occhio ai faraoni. Per visitare a fondo il museo ti ci vorrebbero anni. Guarda i numeri: 36 mila opere esposte (sulle 360
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mila della riserva) che riassumono l’arte occidentale dal Medioevo al 1848 e quella delle civiltà che l’hanno preceduta e
influenzata (antichità orientali, egizie, greche, etrusche, romane e islamiche). La prima cosa da fare è orientarsi: il museo è
diviso in tre ali – Denon, Sully, Richelieu – accessibili dalla Hall
Napoléon, sotto la piramide. Un sistema di otto colori segnala i diversi dipartimenti. Un’astuzia per scoprire le opere da
non perdere? Noleggia una Nintendo 3DS, e lasciati guidare
dalla console lungo i corridoi del museo. Attenta a dove metti i piedi se tieni gli occhi sullo schermo che propone diversi
itinerari a seconda dei tuoi interessi. La Gioconda di Leonardo
(se riesci ad avvicinarti alla vetrina sgomitando tra la folla), la
Nike di Samotracia (in restauro fino all’estate 2014) o le Nozze
di Cana del Veronese sono tra i must del Louvre. Ma ai bambini piacciono di più i sotterranei, dove gli scavi hanno riportato alla luce le fondamenta della fortezza e il fossato del castello costruito sotto il regno di Filippo Augusto (1180-1223),
le tele dell’Arcimboldo, nella galleria della pittura italiana, e
l’Egitto dei faraoni, con tanto di mummie.
Il Musée d’Orsay
1 rue de la Légion d’Honneur
+33 (0) 1 40 49 48 14
Metro Solferino
www.musee-orsay.fr
È semplicemente uno dei più bei musei del mondo.
Grazie alla nostra straordinaria Gae Aulenti, che ha saputo trasformare una stazione ferroviaria costruita nel 1900
e destinata alla distruzione nel 1970, in uno spazio dove arte
e architettura si integrano perfettamente. E, naturalmente,
grazie a un superbo patrimonio che riassume tutto il ventaglio della creazione artistica dal 1848 al 1914, dalla pittura
alla scultura, dalle arti grafiche alla fotografia. Siediti nella lu45
minosa hall, più grande della navata di Notre-Dame, e dai
un’occhiata alla volta, dove si vedono ancora i nomi delle
città servite dall’antica linea ferroviaria. Sali al 5° piano e passa dietro l’orologio dal quale si gode una vista magnifica su
tutta Parigi. Su questo livello sono riuniti gli Impressionisti,
uno dei gioielli d’Orsay. Tanti capolavori fanno girare la testa. È una vera emozione trovare uno accanto all’altro Les
Nymphéas di Monet, Le bal du Moulin de la Galette di Renoir,
Les Joueurs de cartes di Cézanne e, soprattutto, una quindicina di Van Gogh. Imperdibili anche le sculture delle ballerine
di Degas. Quando ritorni al pianterreno, dirigiti verso la sala
in cui sono esposti i lavori di Gustave Courbet e, in particolare, la sua Origine del mondo, che ritrae un sesso femminile.
Realizzata nel 1866, l’opera è stata esposta al pubblico solo
nel 1995, dopo una serie di peripezie romanzesche. Prima
di essere ceduta allo Stato, la tela apparteneva allo psicanalista Jacques Lacan, ed era esposta nella sua casa di campagna, pudicamente nascosta dietro un pannello che rappresentava un paesaggio… erotico!
Centre Georges Pompidou (Beaubourg)
Place Georges Pompidou
+33 (0) 1 44 78 12 33
Metro Hotel de Ville - Rambuteau
www.centrepompidou.fr
Deve il suo nome al presidente della repubblica francese che un bel giorno decise di dotare Parigi di un
grande polo dedicato all’arte contemporanea. Detto, fatto.
Una cordata italo-britannica guidata dagli architetti Renzo
Piano e Richard Roger vinse l’appalto, e, una mattina del
1977, i parigini strabuzzarono gli occhi davanti a questa insolita costruzione di metallo, vetro, tubi e travi dai colori sgargianti. Qualcuno disse che era un edificio “con le trippe di
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fuori”. Come al solito, il genio suscita scandalo. Sopito, poi,
dall’immenso successo del Centro, che attira più di cinque
milioni di visitatori l’anno sui suoi sei livelli. I punti forti: il più
grande museo d’arte moderna e contemporanea d’Europa
con 70 mila opere di grandi maestri come Picasso, Matisse,
Chagall, Miró, Kandinsky; le grandi mostre temporanee (almeno venticinque l’anno); una ricca programmazione cinematografica e teatrale. E poi, ovvio, la scala mobile che porta
all’ultimo piano dove si trova un ristorante. Inutile dire che la
vista sui tetti di Parigi è una delle più belle della capitale.
Musei meno noti, ma bellissimi
I grandi musei di Parigi hanno una cosa in comune: le code.
Anche se hai già il biglietto in tasca (perché l’hai comprato online), non è detto che potrai evitarle. A volte, in occasione di
grandi mostre, le sale sono così affollate che il personale deve
controllare il flusso di visitatori in entrata e in uscita. Se la pazienza non è il tuo forte, approfittane per scoprire sale d’esposizione meno note ma altrettanto interessanti. Piccoli gioielli
che di solito non entrano nei tradizionali itinerari turistici. Eccone qualcuno.
Musée Jacquemart-André
158 boulevard Haussmann
+33 (0) 1 45 62 11 59
Metro Saint-Augustin
www.musee-jacquemart-andre.com
La storia di questa istituzione è davvero speciale ed è
legata a una storia d’amore: un giorno del 1872, Nélie
Jaquemart, pittrice di umili origini (ma una delle poche
donne del suo tempo ad aver studiato alle Belle Arti), si pre47
senta all’erede di una grande dinastia di banchieri, Edouard
André, per fargli un ritratto. Colpo di fulmine, i due si innamorano e non si lasciano più. Insieme creano una splendida
collezione d’arte che ora puoi vedere nell’hôtel particulier
che era la loro residenza.
L’edificio, da solo, vale la visita. Ci sono ancora gli oggetti
personali della coppia, oltre a mobili in stile Luigi XV e Luigi XVI, quadri di Chardin, Boucher, Rembrandt e opere del
Rinascimento italiano. La caffetteria è molto carina e accogliente, approfittane.
Musée Dapper
35 bis rue Paul Valéry
+33 (0) 1 45 00 91 75
Metro Victor Hugo
www.dapper.fr
Lo conoscono in pochi, e non ci sono code. Se ami
l’arte africana, e in particolare la scultura, è il museo
da visitare. Lo spazio (500 metri quadri) è molto intimo, la libreria ben fornita e la caffetteria accogliente (i bambini di
Parigi vengono a festeggiarci il loro compleanno).
Palais Galliera - Museo della Moda
10 avenue Pierre-1er-de-Serbie
+33 (0) 1 56 52 86 00
Metro Alma Marceau
www.galliera.paris.fr
La storia della moda è anche la storia dell’emancipazione di noi donne. E le collezioni di questo bellissimo museo, appena restaurato, lo dimostrano. Riassumendo
l’evoluzione del nostro modo di vestire dal XVIII secolo a
oggi, il Palais Galliera conta pezzi unici come un corsage di
Maria Antonietta o i modelli ricamati d’oro e d’argento usciti dall’atelier della sua modista preferita, Madame Bertin. Ma
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ci sono anche gli eleganti abiti da sera della contessa Greffulhe, ispiratrice di Marcel Proust, o ancora le prime creazioni di Chanel e Schiaparelli. Peccato che la collezione sia visibile solo parzialmente attraverso le mostre temporanee e
non sia esposta in modo permanente. Fai un giro sul sito Internet per organizzare la visita.
Musée Marmottan Monet
2 rue Louis Boilly, 75016 Paris
+33 (0) 1 44 96 50 33
Metro La Muette
www.marmottan.fr
Si trova in uno splendido hôtel particulier, con un bel
giardino. Ospita opere d’arte che vanno dal Medioevo all’inizio del XX secolo, ma il vero gioiello del museo è la
più grande collezione al mondo di opere di Claude Monet.
Vedrai il quadro che ha dato il nome al movimento impressionista, Impression, soleil levant (1873) e anche oggetti personali dell’artista, come album da disegno, schizzi, un libro
contabile. Se non ci sono mostre contemporanee in corso,
puoi visitare le sale dedicate a una delle figure femminili più
emblematiche dell’impressionismo: Berthe Morisot, moglie
del fratello di Manet. Il museo possiede 81 opere dell’artista,
che frequentava Degas e Renoir e che amava ritrarre la sua
bambina, Julie.
Musée Cognac-Jay
8 rue Elzévir
+33 (0) 1 40 27 07 21
Metro Saint-Paul
www.paris.fr/pratique/musees-expos/musee-cognacq-jay/p6466
È come entrare in una macchina del tempo: varchi la
porta di questo magnifico hôtel particulier nel Marais
e ti ritrovi in pieno XVIII secolo. Mobili in stile Luigi XIV, qua49
dri di Rembrandt e del Canaletto, porcellane di Meissen, tutto parla della raffinatezza del secolo dei Lumi. La collezione
apparteneva a Ernest Cognac e a sua moglie Louise Jay, i
fondatori di uno dei più antichi grandi magazzini parigini,
La Samaritaine (chiuso da qualche anno, diventerà un hotel
a cinque stelle), che la cedettero alla città di Parigi nel 1928.
Fai un giro nel sottotetto: il soffitto di legno restaurato fa
pensare alla chiglia di una nave all’inverso.
Fondation Pierre Bergé-Yves Saint-Laurent
5 avenue Marceau
+33 (0) 1 44 31 64 00
Metro Alma Marceau
www.fondation-pb-ysl.net
Quando ti affacci nel suo studio, hai la sensazione
che Yves Saint Laurent sia appena uscito dalla stanza:
ai muri ci sono i suoi disegni, sul tavolo da lavoro i suoi oggetti personali. Durante la visita guidata, puoi anche vedere
da vicino alcuni dei suoi modelli haute couture, che rivelano nei dettagli tutto il talento del creatore scomparso nel
2008. Oggi il patrimonio della maison, fondata da Yves Saint
Laurent e dal suo partner Pierre Bergé nel 1962, è conservato nell’hôtel particulier in stile Napoleone III in cui lo stilista
ha creato le sue collezioni dal 1974 al 2002. I 5 mila abiti, i 15
mila accessori e i 35 mila schizzi del couturier, che ha introdotto nel guardaroba femminile capi storicamente maschili – come il trench, lo smoking o il tailleur giacca e pantaloni
– si svelano solo nel corso di mostre temporanee. Il suo studio, invece, puoi vederlo anche al di fuori delle esposizioni,
su prenotazione. Sul sito trovi tutte le informazioni.
In giro nei quartieri parigini
L’Ile Saint-Louis
Metro Pont Marie
Alle spalle di Notre-Dame, l’Ile (isola) Saint-Louis è
composta in realtà da due isolotti che fino al XVII secolo erano riservati al pascolo e ai duelli tra gentiluomini litigiosi. Soltanto nel 1614 cominciarono i lavori che li trasformarono in un tranquillo e ben aerato quartiere residenziale,
con eleganti palazzi di pietra affacciati sulla Senna. Qui abitarono poeti e filosofi come Baudelaire, Rousseau, Voltaire.
Oggi, l’Ile Saint-Louis ospita numerose gallerie di antiquari e negozi eleganti.
I prezzi degli appartamenti sono alle stelle. La chiesa di
Saint-Louis en l’Ile, terminata nel 1726, è un esempio del barocco francese e custodisce delle opere d’arte, come un’Annunciazione del Beato Angelico. Una delle celebrità del
quartiere è la storica gelateria-sorbetteria Berthillon (31 rue
Saint-Louis en l’Ile): la riconosci dalla fila di turisti che d’estate fa quasi il giro dell’isolato.
Le Halles
Metro Les Halles
Dal XII secolo fino al 1969, il ventre di Parigi – secondo la definizione dello scrittore Emile Zola (18401902) – altro non era che un immenso mercato alimentare.
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Ma negli anni Settanta i padiglioni di ferro furono abbattuti
e il mercato trasferito fuori Parigi, a Rungis.
Per dieci anni, un enorme buco troneggiò nel quartiere.
Solo nel 1979 cominciarono i lavori che resero Les Halles
il più grande spazio pedonale d’Europa. I mercati sono stati sostituiti dal Forum, un gigantesco centro commerciale
sotterraneo su quattro livelli che ospita negozi, cinema e ristoranti (ma di sera non c’è un gran via-vai e i lunghi corridoi deserti fanno un po’ paura). Oggi tutta la zona è di nuovo un grande cantiere. Il Forum è in ristrutturazione (anche
se i negozi sono aperti) e i giardini che lo sovrastano hanno
subito una totale trasformazione. Il progetto sarà ultimato
solo nel 2016. Sullo spazio verde si affaccia la chiesa di SaintEustache, terminata nel 1637: ha una struttura gotica, una
facciata neoclassica aggiunta nel XVIII secolo e le dimensioni sono pressoché quelle di Notre-Dame. Era la chiesa dei
vip: qui sono stati battezzati il cardinale Richelieu, Molière
e Madame de Pompadour mentre Luigi XIV vi fece la prima
comunione. L’edificio ha un’acustica eccezionale e per questo ospita sovente dei concerti di musica sacra.
Nella stazione Châtelet-Les Halles, dove si incrociano tre linee della RER e cinque della metropolitana, transitano ogni
giorno 750 mila persone. È una zona molto commerciale in
cui puoi trovare tutte le grandi marche global ma è disertata dai parigini branché. All’uscita dal Forum, dai un’occhiata alla Fontana degli Innocenti (1549), l’unica di Parigi in stile rinascimentale.
Il Marais
Metro Saint-Paul
Il quartiere più modaiolo e bobo della capitale, costellato di boutique di creatori e di ristoranti di tendenza,
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è stato insalubre fino alle prime bonifiche del XII secolo.
Due secoli più tardi, già ospitava il palazzo del re. La famiglia
reale lo abbandonò alla morte di Enrico II, nel 1559, e si trasferì al Louvre. Tuttavia l’aristocrazia decise di restare, e cominciò a rivaleggiare nella costruzione di hôtels particuliers
sempre più grandi ed eleganti i cui saloni accoglievano
dame raffinate, uomini di lettere e di scienza che eccellevano nell’arte della conversazione. Il re Enrico IV decise di investire nel quartiere e vi fece costruire l’attuale place des
Vosges (vedi sotto: “Le piazze reali”). L’epoca d’oro terminò
con il Re Sole, quando la corte si trasferì a Versailles. Allora il
Marais si fece più industrioso: a poco a poco si popolò di
piccoli commercianti e di artigiani e accolse la comunità
ebraica. Nel XIX secolo, l’area fu una delle poche a sfuggire
alla grande ristrutturazione haussmaniana e per questo
puoi ancora passeggiare per le stradine strette e tortuose
che hanno conservato la struttura medioevale. Oggi, le vecchie botteghe ospitano i negozi e i ristoranti che hanno
reso il quartiere una delle zone preferite dai turisti.
Da non perdere:
– la più vecchia casa di Parigi, al 51 di rue Montmorency,
costruita nel 1407 da Nicolas Flamel, a cui la leggenda attribuisce la scoperta della pietra filosofale.
– il museo Picasso, nell’Hôtel Salé, rue de Thorigny: un intero museo dedicato al pittore spagnolo (1881-1973) dove
sono esposti tele, sculture, ceramiche, disegni. Approfittane, è stato appena ristrutturato. Quando il tempo è bello,
siediti nel bel giardino e goditi il sole respirando una delle
più autentiche atmosfere parigine.
– il museo Carnavalet, rue de Sévigné: nella residenza della marchesa di Sévigné (nota per le lettere inviate a sua
figlia in cui racconta la società e la corte ai tempi del Re
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Sole), un museo che narra la storia della città con bellissime mappe storiche.
– il quartiere ebraico, tra rue des Rosiers e rue des FrancsBourgeois, con sinagoghe, negozi dalle insegne ebraiche e
botteghe che vendono falafel e specialità orientali.
– in place des Vosges, al 6, puoi visitare la casa dello scrittore Victor Hugo (1802-1885), autore de I Miserabili.
La Bastiglia
Metro Bastille
“Ma dov’è?”. Se è la prima volta che vieni a Parigi, è la
domanda che viene spontanea quando esci dalla
metro e cerchi la fortezza resa famosa dalla Rivoluzione del
1789. Ebbene, la Bastiglia non esiste più. Era una roccaforte
a otto torri costruita nel XIV secolo, trasformata in prigione e
divenuta il simbolo dell’oppressione. Assaltata il 14 luglio
1789 da seicento rivoltosi, fu letteralmente smontata, pietra
dopo pietra. Al suo posto sorge la Colonne de Juillet, sormontata dal Genio della libertà, innalzata in onore dei moti
rivoluzionari del 1830. Consolati della perdita facendo un
giro nei dintorni: la rue de la Roquette offre una bella concentrazione di bar, ristoranti, lounge café, mentre rue de
Charonne e rue Keller si fanno notare per le vetrine colorate
di giovani creatori. All’ora dell’aperitivo, il quartiere è pieno
di vita. Bastille è il punto di partenza di tutte le manifestazioni di sinistra. È qui che François Hollande ha festeggiato la
vittoria nel 2012. Oggi, stando ai sondaggi, la piazza non sarebbe più così affollata.
Il Quartiere Latino
Metro Saint-Michel
Con l’Ile de la Cité, è il più vecchio quartiere di Parigi.
Si estende sulla rive gauche, là dove si è sviluppata la
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Lutetia romana. Di quel periodo restano le Terme, che fanno
parte del Musée Cluny (6, Place Paul Painlevé, metro Cluny).
In questo museo si trovano anche i sei arazzi detti della
Dama dell’unicorno, che risalgono al XV secolo e che celano
ancora molti segreti. Ogni arazzo è dedicato a uno dei cinque sensi, ad eccezione dell’ultimo, il più misterioso, in cui
la Dama depone i suoi gioielli in un cofanetto: simbolo della scelta di una vita ascetica o della rinuncia alla seduzione
come segno di sottomissione al futuro marito? In entrambi
i casi, un destino che poche oggi le invidierebbero.
La Parigi romana si ritrova anche nell’Arena di Lutetia (II secolo), in rue Monge, l’anfiteatro in cui si esibivano i gladiatori e che poteva contenere fino a 15 mila spettatori. Oggi
puoi organizzarci un pic-nic, come fanno i parigini, in particolare il 21 giugno, giorno della festa della musica. Non lontano si trova la rue Muffetard, che ha conservato la sua struttura medioevale e un mercato molto vivace.
Tra la rue des Écoles et la rue Saint-Jacques sorge l’Università della Sorbona: nel XIII secolo attirò sulla rive gauche professori e studenti venuti da tutta Europa che comunicavano in
latino, da cui il nome del quartiere. Nel maggio del 1968, fu il
cuore delle manifestazioni studentesche. Oggi ospita anche
la Facoltà di medicina, il Collège de France e alcuni licei prestigiosi, come il Louis-le-Grand o l’Henri IV, frequentati dall’élite parigina. La presenza degli studenti ha moltiplicato le librerie ma soprattutto i fast-food e i piccoli caffè dove darsi
appuntamento. Ma il punto di ritrovo privilegiato è la fontana
Saint-Michel, fatta costruire dal barone Haussmann e ispirata
alla fontana di Trevi. Da qui puoi prendere la rue Saint-Séverin o la rue Saint-André des-Arts e immergerti in un dedalo
di stradine piene di ristoranti e negozi, sapendo che non soffrirai di solitudine: è una delle zone più turistiche della città.
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Saint-Germain-des-Prés
Metro Saint-Germain des Prés
Dagli anni Venti fino agli anni Cinquanta, è stato il
punto di ritrovo mondiale dell’élite intellettuale e artistica. Ai tavoli dei suoi caffè (Le Flore, Les Deux Magots) venivano a scrivere Simone de Beauvoir, Sartre e Camus; nei
suoi locali esplodevano i nuovi ritmi del jazz con la tromba
di Boris Vian o il clarinetto di Claude Luter. Oggi non è più
così, ma la zona rimane nella leggenda con le sue gallerie, le
boutique, le librerie, le case editrici, gli eleganti palazzi.
Il quartiere si è sviluppato intorno all’abbazia omonima, costruita nel VI secolo per custodire la tunica di san Vincenzo
e la Croce di Toledo. Oggi l’abbazia non esiste più, è rimasta
solo la chiesa, costruita nel X secolo ma ampiamente rimaneggiata. All’interno puoi vedere una Vergine con il bambino proveniente da Notre-Dame che risale al XV secolo e
le belle vetrate del XII secolo. Visita la cappella Saint-Symphorien, che perpetua il ricordo della prima sepoltura di san
Germano: vedrai anche un frammento di una pittura murale risalente al XIII secolo.
Da non perdere:
– Place Fürstemberg da Saint-Germain, procedendo verso la Senna, fermati in questa piazzetta che ha rimpiazzato
l’antico cortile dell’abbazia. È una delle più belle di Parigi,
soprattutto in primavera quando le sue quattro paulownie
sono in fiore. Al numero 6, ci sono l’appartamento e l’atelier abitati un tempo dal pittore Eugène Delacroix (17981863) e convertiti oggi in un piccolo museo che riassume
l’opera dell’artista. Il giardinetto sul retro è molto fiorito
d’estate.
– Saint-Sulpice dal Carrefour dell’Odeon, uno dei crocevia più animati di Parigi pieno di cinema e di caffè, prendi
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la rue Saint-Sulpice e sbuca nella piazza omonima, ornata
da una bella fontana. La maestosa chiesa che vi si affaccia,
Saint-Sulpice, fu costruita tra il 1634 e il 1766 sui resti di un
edificio più antico. Durante la Rivoluzione divenne il “tempio della Vittoria”. Visita la bella cappella di Maria per la sua
architettura rococò e cerca gli affreschi di Delacroix (vedi
sopra), che era venuto ad abitare nel quartiere proprio per
finire quest’opera. Un tempo relativamente poco frequentata, Saint-Sulpice è diventata una delle mete privilegiate
dei turisti americani e inglesi dopo il successo del Codice
da Vinci, di Dan Brown, che ne faceva uno dei luoghi chiave per risolvere il mistero del Sacro Graal.
Montparnasse
Metro Vavin
Ancora all’inizio del XX secolo questo quartiere conservava un’aria di campagna, con le sue trattorie e i
locali rustici dove i parigini ballavano al suono della fisarmonica. Fino agli anni Trenta, Montparnasse è stato, con SaintGermain, il cuore artistico della capitale. Qui nacque il cubismo, qui avevano i loro atelier Amedeo Modigliani
(1884-1920), il giapponese Foujita (1886-1968), e ancora Léger, Chagall, Lipchitz. La cultura nasceva ai tavoli di brasserie e caffè del boulevard Montparnasse, che esistono ancora oggi: alla Closerie des Lilas (al n. 171), Francis Scott
Fitzgerald fece leggere a Hemingway il manoscritto del
Grande Gatsby; al Dôme (al n. 108), alla Coupole (al n. 102),
alla Rotonde (al n. 105) e al Select (al n. 99) esplodeva la gioia
di vivere durante festose serate che riunivano più generazioni di artisti e gente del bel mondo. La seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista furono il preludio della decadenza. Il quartiere, come puoi constatare, oggi è invaso da
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costruzioni moderne che hanno snaturato l’immagine di un
tempo.
Il nuovo simbolo è la Tour Montparnasse, che svetta con i
suoi 200 metri di altezza e i suoi 58 piani d’acciaio e di vetro
fumé sulla nuova Montparnasse. Per ritrovare le antiche atmosfere, passeggia nelle viuzze tra la rue Vavin e i giardini
del Luxembourg. Proprio all’incrocio tra il boulevard Montparnasse e il boulevard Raspail c’è la statua di Balzac eseguita da Rodin.
Montmartre
Metro Abbesses
Appuntamento ai piedi della butte (la collinetta) di
Montmartre. Il quartiere è pieno di leggende ed evoca un mondo favoloso, quello di Amélie Poulin del celebre
film: il suo caffè si trova in rue Lepic, e la drogheria un po’
più su, in rue des Trois Frères. La visita di Montmartre richiede delle buone gambe, i gradini sono dappertutto. Ex-villaggio tappezzato di vigneti, era il quartiere dei poeti, dei
pittori, degli scrittori e delle belle di notte, dei cabaret e di
vetusti edifici come il Bateau-Lavoir, l’ex-fabbrica di pianoforti in cui visse Modigliani e dove Picasso realizzò le Demoiselles d’Avignon.
Distrutto in gran parte da un incendio nel 1970, oggi ospita
degli atelier d’artisti internazionali. Adesso gli incontestabili
protagonisti del quartiere sono i turisti, soprattutto in place
du Tertre, snobbata dai parigini, dove i ritrattisti propongono caricature e i negozi di souvenir modellini del SacréCoeur in una palla di vetro sotto la neve. La basilica, quella vera, svetta sulla collina a 127 metri, e domina la città. I
parigini la chiamano “la grande meringa”, per il bianco della sua pietra. Progettata nel 1873, fu terminata solo 43 anni
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dopo. Se te la senti di salire sulla cupola (ma la scala è stretta e non troppo adatta ai bambini), la vista è straordinaria.
Se la scalata non ti attira, comincia la discesa della butte visitando l’ultima vigna del quartiere, dove in autunno si fa ancora la vendemmia.
Le piazze Reali
Parigi ha cinque piazze dette “reali”, create in origine per fare
da scrigno alla statua del sovrano. Oggi sono quasi tutte dei
simboli di Parigi.
Place des Vosges
Metro Bastille
Al suo posto sorgeva l’Hôtel des Tournelles, residenza del re Enrico II. Nel 1559, proprio davanti al palazzo, il sovrano fu ucciso durante un torneo: la lancia di un avversario perforò l’elmo e gli trafisse un occhio. La regina,
Caterina de’ Medici, si trasferì al Louvre e fece radere al suolo la reggia.
Nel 1604, un altro Enrico, IV stavolta, fece erigere la piazza
che è rimasta come allora: un quadrato perfetto incorniciato da 36 padiglioni (nove su ogni lato) con tetti d’ardesia
che poggiano su una galleria ad arcate, dove oggi vivono
vip e celebrità (prima di cadere in disgrazia, anche Dominique Strauss-Kahn, ex direttore del FMI travolto da uno scandalo sessuale, abitava qui).
Passeggia sotto i portici, su cui si affacciano negozi storici e
caffè (piuttosto cari). Fu Napoleone a battezzarla “place des
Vosges” in onore del primo dipartimento francese che pagò
le tasse all’impero.
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Place Dauphine
Metro Cité
È opera di Enrico IV, che la fece costruire alla punta
dell’Ile de la Cité nel 1607. Yves Montand e Simone Signoret abitavano al n. 15. È la più tranquilla delle piazze reali, circondata da gallerie d’arte e piccoli caffè frequentati da
gente del quartiere.
oggi sostituita dall’obelisco di Luxor, eretto nel 1836. Durante la Rivoluzione, ospitava la ghigliottina: qui caddero le teste di Luigi XVI e Maria Antonietta. Sulla piazza si affaccia il
Crillon, uno dei più antichi e più lussuosi hotel del mondo. È
in ristrutturazione e riapre nel 2015. Allora varrà la pena di
andarci a bere almeno un tè. Prima dei lavori, per una merenda golosa potevi cavartela con 25 euro.
Place Vendôme
Metro Tuileries
Costruita per volere di Luigi XIV alla fine del XVII secolo, oggi è il simbolo del lusso. Ci trovi i negozi dei più
famosi gioiellieri di Parigi, oltre al mitico Hotel Ritz (in ristrutturazione), frequentato da vip, star del cinema e della musica. Un tempo si chiamava “place des Piques”: durante la Rivoluzione, nel 1792, un gruppo di donne massacrò nove
prigionieri fedeli al re prima di sfilare in parata nella piazza
con le teste delle loro vittime piazzate sulle picche (piques).
Place des Victoires
Metro Bourse
La si deve al marchese de la Feuillade, che volle offrire una piazza al suo sovrano, Luigi XIV, per attirarsene
le grazie. In effetti, il Re Sole apprezzò moltissimo il gesto. Il
che non impedì all’ambizioso cortigiano di morire coperto
di debiti. Oggi è una delle più belle zone dello shopping e
sulla piazza si affacciano le vetrine di grandi creatori. Se poi,
tra un acquisto e l’altro, vuoi mangiare qualcosa, il quartiere
offre bistrot e caffè molto tipici.
Place de la Concorde
Metro Concorde
Raccordo tra i giardini delle Tuileries e gli ChampsElysées, l’ex piazza Luigi XV accoglieva la statua del re,
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I passaggi coperti
Sono gli antenati dei nostri centri commerciali: delle gallerie coperte riservate ai pedoni, in cui, nel XIX secolo, le parigine benestanti facevano acquisti senza temere i capricci del
tempo. Hanno cominciato a declinare con l’apertura dei primi
grandi magazzini. Oggi, i passaggi coperti sono degli angoli di
Parigi dove hai veramente l’impressione che il tempo si sia fermato. La struttura originaria è stata conservata anche se nelle antiche boutique ci sono i creatori di moda contemporanei,
negozi design e qualche caffè molto carino. Ne restano una
trentina ma i più spettacolari si trovano nel quartiere intorno
alla place des Victoires. Eccone qualcuno.
Galérie Vivienne
6 rue Vivienne
Metro Bourse
www.galerie-vivienne.com
Pavimenti a mosaico, soffitto di vetro, vetrine incorniciate di legno prezioso: appena entri, dimentichi il
traffico e ti ritrovi in un romanzo di Balzac. Tutti i negozi del
passaggio, costruito nel 1823, attirano lo sguardo: c’è un antico negozio di cappelli non lontano dall’atelier di Jean-Paul
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Gaultier, una bella libreria, un’elegante enoteca… Prima di
andartene, prendi qualcosa al bistrot Vivienne, che ha degli
incantevoli tavolini anche all’aperto.
Galérie Colbert
2 rue Vivienne
Metro Bourse
www.inha.fr
È quasi la gemella della precedente, ma molto meno
commerciale. Ospita infatti l’Istituto nazionale di storia dell’arte.
Costruita nel 1826 per fare concorrenza alla Galérie Vivienne, non ha mai avuto lo stesso successo, nonostante una
magnifica rotonda con cupola di vetro. Se esci dalla porta
che si affaccia sulla rue des Petits Champs, proprio davanti
troverai uno dei ristoranti della catena Le Pain Quotidien: goloso e salutista, propone degli ottimi brunch a base di insalate, zuppe, frutta fresca, oltre a croissant e creme alla nocciola e al cioccolato, irresistibili.
Passage Choiseul
40 rue des Petits Champs
Metro Quatre-Septembre
Appena restaurato, è il più lungo passaggio parigino
con i suoi 190 metri costellati di negozi. Dalla sua
apertura, è stato uno dei più vivaci luoghi di cultura della
capitale; il compositore Jacques Offenbach, nel 1855, vi installò il suo teatro, Les Bouffes-Parisiens, per mettere in scena l’Orfeo all’inferno; lo scrittore Céline vi abitò da bambino,
all’inizio del XX secolo.
Oggi trovi boutique di ogni genere, dalla cartoleria all’orologeria, e molti ristoranti prediletti dai turisti.
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Galérie Véro-Dodat
2 rue du Bouloi e 19 rue Jean-Jacques Rousseau
Metro Louvre Rivoli
Creata nel 1826 da due salumieri (Véro e Dodat, appunto), è stata il primo punto di Parigi illuminato a
gas. È la galleria più elegante, grazie ai pavimenti a dama, i
soffitti decorati e le vetrine d’epoca. Anche i suoi negozi
sono chic: gallerie d’arte, negozi d’arredamento, senza dimenticare la calzoleria artigianale Minuit Moins 7, l’unica al
mondo autorizzata a riparare le famose suole rosse delle
scarpe firmate Louboutin (il negozio del creatore si trova
proprio a due passi).
E l’arte contemporanea?
Negli ultimi anni, le gallerie che esplorano le nuove tendenze
nel campo della pittura, la scultura, la fotografia o il design si
sono moltiplicate. Molte delle più influenti si trovano nel Marais, come Daniel Templon (30, rue Beaubourg), Karsten Greve
(5 rue de Belleyme), Yvon Lambert (108 rue Vieille du Temple).
Se vuoi averne la lista completa, e sapere cosa e quando
espongono (magari per partecipare a un vernissage) guarda
il sito www.associationdesgaleries.org. Come ho già ricordato,
in ottobre si tiene la Fiac, l’annuale fiera internazionale d’arte
contemporanea, dove puoi scoprire gli artisti rappresentati da
gallerie di una ventina di paesi.
Ma il centro più vivace e impertinente dove puoi farti un’idea degli artisti di oggi è di sicuro il Palais de Tokyo (13
avenue du Président Wilson, metro Ièna, www.palaisdetokyo.
com), dal 2012 uno dei più grandi siti europei dedicati alla creazione contemporanea. E non organizza solo mostre di porta63
ta internazionale: da mezzogiorno a mezzanotte ci trovi concerti, conferenze, proiezioni, due ristoranti aperti fino a tardi e
una bella terrazza con vista sulla Torre Eiffel.
Un’altra istituzione molto attiva è la Fondation Cartier (261
boulevard Raspail, metro Raspail, fondation.cartier.com). In
un edificio di vetro e metallo progettato da Jean Nouvel, uno
dei più celebri architetti francesi, la fondazione presenta ogni
anno mostre che tutta Parigi corre a vedere. Dopo la visita, si
può bere qualcosa nel giardino che è una vera opera d’arte.
Nel senso letterale del termine: è stato commissionato all’artista Lothar Baumgarten e il suo aspetto selvaggio, a dispetto
dell’apparenza, è accuratamente studiato.
Nella capitale con i più piccoli
V
ietato annoiarsi a Parigi. L’intero patrimonio artistico e
culturale si declina in centinaia di proposte ludiche a misura di bambino. È il frutto della politica di una città in cui il numero delle famiglie con almeno due figli è in continua ascesa (10 mila in più rispetto al 1999) e dove il reddito, superiore
alla media nazionale, permette d’investire in attività per il tempo libero.
Risultato: un tripudio di soluzioni anti-sbadiglio che i tuoi
bambini possono sperimentare. Certo, un limite – e non trascurabile – è imposto dalla lingua. Costruire una marionetta
cambogiana al Musée National Des Arts Asiatiques (Guimet)
o imparare a interpretare un’impronta genetica al Palais de la
Découverte, si rivela complicato se le spiegazioni non sono
del tutto comprensibili. Ma nella maggior parte dei casi, i bambini se la cavano benissimo. Ecco qualche proposta.
Atelier Kapla
27 rue de Montreuil, 75011
+33 (0) 1 43 56 13 38
Metro Faidherbe-Chaligny
www.kaplacentre.com
Qui la lingua non è una barriera: se il tuo bambino è
un fan delle celebri tavolette di legno inventate da
un architetto olandese negli anni Ottanta, si divertirà a de64
65
molire con entusiasmo le costruzioni dei piccoli che lo hanno preceduto prima di lanciarsi nella realizzazione di castelli, ponti e altre meraviglie architettoniche. Fai un giro sul sito
per gli orari e i giorni d’apertura.
Paris Story
11b rue Scribe, 75009
+33 (0) 1 42 66 62 06
Metro Opéra
www.paris-story.com
Come far digerire ai tuoi figli la storia di Parigi, dalla
fondazione a oggi? Con un ologramma che parla in
italiano e che racconta i duemila anni della capitale nel corso di uno spettacolo audiovisivo davvero interessante (anche per i più grandi). È l’attività ideale in un giorno di pioggia, o per far riposare i piedi (e i figli) dopo lo shopping.
Musée des Arts Forains
53 avenue des Terroirs de France, 75012
+33 (0) 1 43 40 16 22
Metro Bercy
www.arts-forains.com
È il paese dei balocchi. Questo museo ripercorre
l’epoca d’oro dei parchi di divertimento ambulanti,
dal 1850 alla prima guerra mondiale: giostre con i tradizionali cavallini di legno, ma anche con mucche, maialini, galletti... più una serie d’attrazioni d’epoca, come i velocipedi o
il biliardo giapponese. Attenzione, la visita si fa solo su appuntamento, e sono richieste almeno quindici persone
(puoi iscriverti per telefono o online e unirti a un gruppo).
Musée de la Poupée
Impasse Berthaud, verso il 22 rue Beaubourg, 75003 +33 (0) 1 42 72 73 11
Metro Rambuteau
www.museedelapoupeeparis.com
Chi dice che è riservato alle bambine? Nelle vetrine
che presentano la collezione della famiglia Odin (padre e figlio d’origine italiana, innamorati dei giocattoli
d’epoca) 300 bambole realizzate tra il 1830 e il 1939, con
tanto di accessori. Da vedere, in una sala attigua, anche la
clinica dei peluche. Se l’orsacchiotto di tuo figlio ha perso
un orecchio, è il posto giusto dove curarlo.
Musée de l’Armée
Hôtel National des Invalides, 129 rue de Grenelle 75007
+33 (0) 8 10 11 33 99
Metro Invalides
www.invalides.org
Se i tuoi bambini sono di quelli che trasformano una
tovaglia in cappa e un manico di scopa in spada, è il
posto ideale da visitare. In una sequenza di sale recentemente rinnovate, tra luccicanti armature ed elmi intimidatori, possono scoprire souvenir storici come la spada del re
Francesco I, la tenuta da guerra di Carlo IX e una sfilata di
uniformi militari: da guardare e non toccare.
Il Museo di Storia naturale e il Jardin des Plantes
57 rue Cuvier
+33 (0) 1 40 79 30 00
Metro Monge
www.mnhn.fr
Era il giardino del re ma dal 1640 è uno degli appuntamenti domenicali preferiti dai parigini di ogni età. I
più piccoli passano delle ore davanti agli animali impagliati
della Galerie de l’Évolution, presentati come se stessero fa66
67
cendo la coda per salire sull’arca di Noè, o nella recente Galerie des Enfants, dove possono cominciare a interessarsi in
maniera ludica al tema della biodiversità e della protezione
dell’ambiente grazie a una quarantina di giochi e 400 sculture d’animali. Poi se zebre, pantere o serpenti vogliono vederli in carne e ossa, portali alla Ménagerie, uno degli zoo più
antichi d’Europa, dove le gabbie delle scimmie riscuotono
sempre un franco successo (soprattutto se c’è un nuovo
cucciolo coccolato dalla mamma). Da vedere anche le serre
di vetro e metallo, che hanno appena riaperto dopo un lungo periodo di lavori. In primavera, il giardino è un trionfo di
colori e di profumi e se la floricoltura ti appassiona, avrai
piante per i tuoi denti.
Aquaboulevard
4 rue Louis Armand
Metro Balard
+33 (0) 1 40 60 10 00
www.aquaboulevard.fr
vasca, e finire con un giretto su un pony (vero) o su un cavallino di legno della giostra. E se temi di perdere di vista i figli, piazzali nell’area di gioco (a pagamento) detta “Poussin
Vert”. Consiglio: biscotti e beveraggi per la merenda comprali fuori dal parco. In un chiosco, la bottiglietta d’acqua
costa quasi come uno champagne millesimato.
Sui giardini si affaccia il Palazzo del Luxembourg, sede del Senato. Lo volle nel 1615 Maria de’ Medici, reggente di Francia. Non sopportava più il Louvre e chiese all’architetto Salomon de Brosse di costruirle una residenza che le ricordasse
un po’ l’Italia. Una volta finita, la regina poté approfittarne
solo per sei mesi, poi venne mandata in esilio da suo figlio,
Luigi XIII. Di fianco si trova il Musée du Luxembourg, che organizza tutto l’anno delle mostre molto apprezzate. Prima
di lasciare i giardini, dai un’occhiata alla cancellata: tappezzata di foto, è un museo a cielo aperto.
È il parco acquatico di Parigi. Decorato come un transatlantico da crociera, propone piscine di tutte le forme e le dimensioni riscaldate a 29°, scivoli giganteschi (i
bambini ne vanno pazzi), spiagge (e onde) vere. D’estate,
grazie a una vegetazione lussureggiante, hai l’impressione
di essere ai tropici.
I giardini del Luxembourg
Place Edmond Rostand
Metro Odéon
È la meta ideale in un bel pomeriggio di sole (ma anche se piove c’è qualcosa da fare: per esempio, il teatro dei burattini). Puoi cominciare con le altalene, vicino al
campo da tennis. Proseguire con le barchette a vela che si
spingono con il bastone, da noleggiare davanti alla grande
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69
Dieci hotel che piacciono alle donne
Hotel Fabric
31 rue de la Folie Méricourt
Metro Oberkampf
+33 (0) 1 43 57 27 00
www.hotelfabric.com
Era una fabbrica di tessuti, una delle tante che popolavano il quartiere industriale di Oberkampf. Sparite le
officine, sono arrivati i negozi, i caffè e, ora, questo nuovo hotel-boutique che mette in valore le origini proletarie della
zona con muri di mattoni a vista, travi di legno, tubi metallici.
Il tutto in un ambiente design dove le 33 camere hanno colori vivaci e grandi finestre. C’è anche una spa. Da 133 euro.
Hotel Mama Shelter
109 rue de Bagnolet
+33 (0) 1 43 48 48 48
www.mamashelter.com
È un po’ fuori dal centro, in un quartiere popolare, ma
ha molti vantaggi. Il primo: hotel design disegnato da
Philippe Starck, ha dei prezzi accessibili (puoi trovare una
doppia a 90 euro). Il secondo: se sei una computer-dipendente, sarai felice d’avere un Mac in camera e il wi-fi gratuito. Terzo, il ristorante è rinomato e molto conviviale: c’è anche un calcio-balilla gigante che i bambini adorano; spesso
ospita delle mostre interessanti.
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71
Hotel Chavanel
22 rue Tronchet
+33 (0) 1 47 42 26 14
Metro Madeleine
www.hotelchavanel.com
Appena rinnovato, è un hotel design haute couture,
perfettamente in linea con l’atmosfera lussuosa del
quartiere della Madeleine, a qualche passo dai grandi magazzini del boulevard Haussmann. I plaid sono in cachemire, le abat-jour di seta, e i mobili sono firmati dai designer
francesi più rinomati. La cura del dettaglio si riflette nel
prezzo: la doppia è da 250 euro.
Hotel Ô
19 rue Hérold
+33 (0) 1 42 36 04 02
Metro Pyramides
www.hotel-o-paris.com
Se soffri di claustrofobia, astieniti. Se invece vuoi
provare un’esperienza inedita in un hotel che sembra uscito da un film di fantascienza, l’Ô fa per te. Le 29 camere sono minuscole, sembrano delle capsule spaziali:
create dal celebre designer Ora Ïto, sono delle micro-oasi
di benessere (silenziosissime e monocromatiche) dove il
letto occupa quasi tutto lo spazio disponibile. Proprio dietro la place des Victoires, è in una posizione strategica per
lo shopping. I cocktail al bar sono eccellenti. Da 179 euro
la doppia.
Auberge Flora
44 boulevard ­Richard-Lenoir
+33 (0) 1 47 00 5277
www.aubergeflora.fr
Flora, la proprietaria, voleva portare un po’ di sole a
Parigi con un albergo che ricordasse la campagna del
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sud della Francia. Nelle 21 camere del suo piccolo hotel a
due passi dalla Bastiglia, tutte arredate con tessuti dai colori vivaci e oggetti vintage scovati nei mercatini, è riuscita a
creare un’atmosfera bohème e campestre, molto conviviale. In più, Flora è un’ottima cuoca, e il suo ristorante è rinomato. Prova il brunch nel week-end o le tapas all’ora di
cena. Da 140 euro la doppia.
Hi Matic
71 rue de Charonne
Metro Charonne
www.hi-matic.net/fr.
Vuoi salvare il pianeta anche quando scegli un hotel? Prenota una stanza all’Hi Matic, nel quartiere
della Bastiglia. Qui, tutto, ma proprio tutto, è ispirato ai
principi dello sviluppo sostenibile, del risparmio energetico e del total bio. Il risultato è molto divertente anche se
spartano: design minimalista nelle camere (42, tutte molto
gaie e colorate) dove il letto, versione futon, è direttamente posato sul pavimento. Il check-in te lo fai da sola, e pure
la prima colazione. Certo, se vieni a Parigi per essere coccolata e per dormire sotto un baldacchino di damasco,
non è l’hotel che fa per te. Da 100 euro la doppia, ma sul
sito trovi offerte vantaggiose.
Hotel Crayon
25 rue du Bouloi
+33 (0) 1 42 36 54 19
Metro Louvre-Rivoli
www.hotelcrayon.com
Un vero gioiellino a due passi dal Louvre. Le 27 camere di questo hotel design ti mettono subito di buonumore con i loro colori pop-art, i mobili e gli oggetti personalizzati con gusto dall’architetto Julie Gauthron. Gli stili si
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mescolano: qui una panca in stile nordico, là delle lampade
anni Settanta o degli armadi d’ispirazione industriale. Il risultato è di grande armonia. Da 135 euro la doppia, ma sul sito
ci sono delle belle offerte.
Citizen Hotel
96 quai de Jemmapes
+33 (0) 1 83 62 55 50
Metro Jacques Bonsergent
www.lecitizenhotel.com
Se guardi dalla finestra, vedi il vivace quartiere del canale Saint-Martin, con i suoi negozi e i suoi caffè alla
moda. Ma in camera (ce ne sono in tutto 12, piuttosto piccoline), ti senti quasi in Svezia: per il rigore delle linee, l’onnipresenza del legno e uno spirito bio che si manifesta nella
scelta dei prodotti che trovi nel minibar (e che sono inclusi
nel prezzo della camera, come la prima colazione) o in bagno per la doccia. Hai anche un Ipad a disposizione gratuitamente (e, ovvio, l’hotel ha il wi-fi). La metro non è vicinissima. Da 199 euro la doppia.
uno yoga wall, che ti aiuta a prendere facilmente anche le
posture più complicate, se sei un’adepta della disciplina. Se
l’esperienza ti tenta, falla prima della colazione, che è servita su un lungo tavolo conviviale. E puoi scegliere tra un buffet dolce e uno salato.
Hotel Emile
2 rue Malher
+33 (0) 1 42 72 76 17
Metro Saint Paul
www.hotelemile.com
Un hotel-boutique nel Marais, dunque in un’ottima
posizione, che gioca sul contrasto tra il bianco e il
nero: i motivi grafici li trovi sui muri, sulle tende, persino sulla moquette. Se viaggi da sola, per non annoiarti all’ora di
colazione siediti al bancone piazzato proprio davanti ai
grandi finestroni e, tra un croissant e un succo d’arancia, segui il via-vai dei parigini dal passo veloce. Da notare: nella
decorazione sobria ed essenziale di certe camere, spiccano
le vasche da bagno con i piedini da leone. Wow.
Hidden Hotel
28 rue de l’Arc de Triomphe
Metro Charles de Gaulle Etoile
+33 (0) 1 40 55 03 57
www.hidden-hotel.com
Ti piacciono le lenzuola di lino, la pietra e il legno
grezzo, i letti in fibra di cocco? Allora dovresti sentirti
a tuo agio all’hotel Hidden, nascosto, come dice il nome,
dietro l’Arco di Trionfo. La facciata è ricoperta di assi di legno, e spicca tra gli edifici haussmaniani del quartiere. Nelle
35 camere (da 14 a 34 metri quadri) che privilegiano le materie naturali, puoi trovare un muro con delle strane cinghie:
niente paura, non si tratta di uno strumento di tortura ma di
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Mangiare nella Ville Lumiere
E se l’hotel non ti tenta…
… hai molte altre soluzioni. Ormai anche Parigi ha una buona rete di bed & breakfast, garantiti da un marchio di qualità
che dovrebbe proteggerti da brutte sorprese. Une chambre
en ville (www.chambre-ville.com), per esempio, promette dei
padroni di casa sorridenti, disponibili ma discreti, oltre a buoni
consigli pratici su dove andare e cosa vedere.
Ma per un’esperienza veramente su misura, puoi contare
su Rue Amandine (www.rueamandine.com). Amandine era
una pubblicitaria di successo, innamorata dei viaggi e di Parigi. Qualche anno fa, mentre visitava il Perù, ha avuto un’illuminazione: cambiare vita e far condividere il suo entusiasmo per
la capitale. Amandine non si limita a trovarti un appartamento nel quartiere che ti piace di più. Ti organizza il soggiorno, ti
prenota gli spettacoli che vuoi vedere o una visita al museo. Il
suo motto: vivere Parigi da vera parigina. Tu le dici chi sei, con
chi vuoi venire e cosa ti piace, e il gioco è fatto.
Se invece hai un temperamento più indipendente, puoi
sempre affidarti a Airbnb (www.airbnb.fr). Questa rete di appartamenti in affitto gestiti direttamente dai loro proprietari
funziona molto bene anche a Parigi, dove trovi soluzioni per
tutte le tasche. E per un alloggio gratis? Fai un giro su www.
trocmaison.com, che propone uno scambio di appartamenti, anche per un solo week-end. Certo, non devi essere gelosa della tua casetta o temere che qualcuno ti rompa il vaso
che si tramanda in famiglia di generazione in generazione. Ma
puoi fare incontri interessanti e persino creare dei veri legami
d’amicizia.
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L
a gastronomia francese è protetta dall’Unesco come Patrimonio culturale dell’Umanità. Eppure, la curiosità e la
passione per i più svariati tipi di cucina e le mode del momento fanno parte del carattere dei parigini. Nella capitale si mangia di tutto, a qualsiasi ora del giorno. Basta sapere dove andare. E se è vero che puoi placare i morsi della fame per una
decina di euro in un ristorante cinese, sappi che mettersi a tavola è in genere un’esperienza costosa. Per un buon pasto, con
un bicchiere di vino, è difficile spendere meno di 25 o 30 euro.
Intanto, un po’ di vocabolario.
Bistrot e brasserie: qual’è la differenza?
Il bistrot è il caffè parigino dove puoi anche mangiare un
boccone. Di solito propone un piatto del giorno a prezzi più
o meno convenienti (dipende dal quartiere). Il più antico è il
Procope, al 13 di rue de l’Ancienne-Comédie (metro Odéon).
Fu fondato nel 1686 da Francesco Procopio, un siciliano a
cui venne un’idea geniale: i parigini, si disse, sono stanchi di taverne sporche e scure frequentate da gente di malaffare. Perché non creare un luogo di ristoro confortevole e accogliente dove servire la nuova bevanda arrivata da Costantinopoli
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e chiamata caffè? La formula ebbe un successo straordinario.
Procope divenne il fulcro della Parigi intellettuale e aristocratica, dove gli habitué si chiamavano Voltaire, Diderot, Rousseau.
Oggi è un ristorante chic e una sala da tè.
Le prime brasserie nacquero nella seconda metà del XIX
secolo: fabbricavano e servivano della birra, oltre a qualche
piatto di base. Presto divennero un’istituzione. Qualche specialità tipica: i frutti di mare, la tartare con le patatine fritte, il
confit de canard (cosce di anatra o oca marinate e cotte nel
loro grasso), il gigot (cosciotto d’agnello).
In assoluto una delle più antiche e tradizionali brasserie parigine è Bofinger (5-7 rue de la Bastille, metro Bastille). Aperta nel 1864, offre una cucina alsaziana in un locale dalla decorazione belle-époque. Lo frequentava l’ex presidente François
Mitterrand e hanno assaporato la sua choucroute (specialità a
base di crauti) Jean-Paul Gaultier e Woody Allen.
Le stelle della gastronomia
Alta cucina, prezzi alle stelle. Te li segnalo perché i due chef
che trovi qui sono dei miti viventi della gastronomia francese. Un segreto: per evitare una sincope al momento del conto,
vienici a pranzo. I menù fissi sono molto meno cari.
trova nella sua cucina. Quando capita di vederlo al lavoro (in
televisione, per esempio: anche qui le trasmissioni tipo Masterchef sono un successo), resti colpita dall’amore con cui
guarda i prodotti che presenta nei suoi piatti. Anche una
rapa lo emoziona. E se avrai il piacere di assaggiarla, magari
con pistacchi, limone verde, crema di caffè, allora capirai
perché. Da 115 euro.
L’Arpège
84 rue de Varenne
+33 (0) 1 47 05 09 06
Metro Solférino, Varenne
alain-passard.com
Alain Passard, chef a tre stelle, è famoso per la sua
verdura, coltivata in tre orti molto speciali, dove la
terra è ancora lavorata da aratri tirati da cavalli, giusto per
non farle violenza con mezzi meccanici. Ci sono persino degli alveari per favorire l’impollinazione. Tutto questo rispetto per i prodotti lo vedi nei piatti, dove lo chef riesce a reinventare con genio ricette molto tradizionali (anche il nostro
risotto). Ogni tavolo è decorato con un “oggetto vivente”, di
solito frutti e legumi. Delle vere sculture da mangiare. Menu
da 135 euro (a pranzo) a 500 euro.
Restaurant Pierre Gagnaire
6 rue Balzac
+33 (0) 1 58 36 12 50
Metro George V
www.pierre-gagnaire.com
Pierre Gagnaire non è solo un grande chef, prima di
tutto è un filosofo. Dice: l’uomo ha bisogno di poesia,
di tenerezza e di cose fatte per bene. Ecco, tutto questo si ri78
79
Quando lo chef è donna
Adeline Grattard, che sa mescolare prodotti di orizzonti
completamente diversi (capesante e salsa cantonese, torta
al cioccolato e crema inglese al tofu) con grande maestria. I
tè sono buonissimi, ma puoi anche accompagnare i piatti
con un ottimo bicchiere di vino naturale. Menù da 60 a 100
euro.
La Dame de Pic
20 rue du Louvre
+33 (0) 1 42 60 40 40
Metro Louvre Rivoli
www.ladamedepic.fr
Si vede subito che dietro tutta questa raffinatezza c’è
una mano femminile. Per essere precisi, quella di Anne-Sophie Lepic, che nel suo ristorante gastronomico ha
avuto la buona idea di proporre tre menù, ragionevoli rispetto alla qualità dell’offerta. Una delle delizie del locale di
una sobria eleganza è lo spettacolo sulla cucina aperta dove
lavorano alacremente i cuochi. Menù da 49 euro a pranzo.
Les Petites Sorcières
12 rue Liancourt
+33 (0) 1 43 21 95 68
Metro Mouton-Duvernet
La “streghetta” (sorcière) dietro i fornelli è Ghislain
Arabian, che potrai vedere all’opera proprio di fronte
a te se decidi di mangiare al bancone del bar (ideale se sei
sola), invece che a uno dei tavolini della sala dai muri bianchi con i mattoni a vista. La nostra chef propone una cucina
di bistrot molto inventiva a prezzi ragionevoli. Ma è imperativo prenotare, è sempre affollato. Menù da 29 euro a pranzo e da 39 la sera.
Yam’tcha
4 rue Sauval
+33 (0) 1 40 26 08 07
Metro Pont Neuf
yamtcha.com
Lo yin e lo yang si incontrano in questo ristorante
dove la cucina ha accenti franco-asiatici. Merito di
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Viva i bistronomi (ma chi sono?)
La Parigi gastronomica è ai loro piedi: sono i bistronomi, i nuovi
protagonisti della bonne bouffe, come i francesi chiamano familiarmente il cibo che entusiasma il palato.
La giovane generazione di grandi chef della capitale – tra
i 30 e i 45 anni – ha sdrammatizzato il concetto di ristorante
di lusso e sviluppato un nuovo genere: il neo-bistrot. L’idea è
semplice: locali piccoli, cornice sobria, cucina aperta sulla sala,
solo prodotti di stagione lavorati con fantasia e rispetto, due o
tre piatti che si rinnovano in continuazione, menù tra i 35 e i 50
euro (ma ve ne sono anche di più cari). Risultato: un successo
immenso, a volte fino a due mesi d’attesa per avere un tavolo.
Comptoir du Relais
9 carrefour de l’Odéon
+33 (0) 1 43 29 12 05
Metro Odéon
www.hotel-paris-relais-saint-germain.com
Dopo essersi fatto le ossa in ristoranti rinomati, come
il Crillon, Yves Camdeborde, chef originario del sudovest, ha aperto la Régalade, prima incarnazione della “bistronomie”, e, successivamente, il Comptoir du Relais, oggi
uno dei ristoranti più quotati della capitale. In una sala senza orpelli, dove a pranzo viene offerta una (super) cucina da
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brasserie e la sera un menù dégustation, Camdeborde solletica l’appetito con le sue magnifiche cochonailles basche
(salumi) e un burro alle alghe bio, fabbricato all’antica, che
accompagna le sardine della miglior pescheria di Parigi. Da
36 a 50 euro.
Chez l’Ami Jean
27 rue Malar
+33 (0) 1 47 05 86 89
Metro Pont de l’Alma
www.lamijean.fr
Uno dei primi allievi di Camdeborde (vedi sopra), Stéphane Jègo, conferisce una dignità regale persino a
rape e carote, cucinandole con un’orata o un mignon de
porc in un tripudio di odori che creano una sinfonia senza
spegnere le note di ogni singolo prodotto. Nel suo locale
dall’arredo rustico, dove manca forse un po’ d’intimità (si è
gomito a gomito con il vicino), è più facile trovare un tavolo (e prezzi ragionevoli) a pranzo che a cena. Il primo menù
è a 42 euro, ma il conto s’impenna molto in fretta.
Chateaubriand
129 avenue Parmentier
+33 (0) 1 43 57 45 95
Metro Goncourt, Parmentier
www.lechateaubriand.net
Neo-bistrot nella classifica dei migliori ristoranti del
mondo. In tarda serata, star del giornalismo e della
cultura infilano la testa cercando con gli occhi il bell’Iñaki
Aizpitarte per supplicarlo di accoglierli nel suo ricercatissimo locale. Lui, il giovane chef di origini basche, autodidatta
e istintivo (tanto da cambiare la carta tutte le sere, o quasi),
deve spesso allargare le braccia e scuotere la testa. Le sue
invenzioni gastronomiche, che sconvolgono i sapori codifi82
cati associando tonno e lamponi, caprifoglio e gelato al latte di pecora, sono squisite. E i camerieri sembrano dei modelli. Menù da 60 euro a 120.
Le Dauphin
131 avenue Parmentier
+33 (0) 1 55 28 78 88
Metro Goncourt, Parmentier
restaurantledauphin.net
Con lo stesso spirito, lo chef Aizpitarte (vedi sopra) ha
inaugurato un secondo locale, proprio di fianco al
primo, in cui, tra muri rivestiti di marmo bianco, si consumano tapas originali e piatti da neo-bistrot, accompagnati da
vini naturali, come i Puzelat o i bianchi alsaziani Binner, che
non ti fanno venire il mal di testa. Tapas a 6-16 euro.
L’Ecailler du Bistrot
22 rue Paul-Bert
+33 (0) 1 43 72 76 77
Metro Faidherbe - Chaligny
È uno dei migliori ristoranti di pesce. Ostriche, coquilles Saint-Jacques, polpa di granchio, branzino e, con
un po’ di fortuna, un piatto da fast-food di lusso: aragosta e
patatine fritte, connubio meraviglioso. Tutto è fresco, preparato con fantasia, accompagnato da vini naturali e servito
in una serie di sale impreziosite da boiserie d’epoca. E dopo
le specialità di mare, vale la pena d’assaggiare un dolce: la
delusione è rara. Menù da 18 a 55 euro.
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Il mondo a tavola
Parigi ha da sempre una vocazione cosmopolita. Lo si vede anche in cucina. Se ti piace scoprire sapori insoliti e fare nuove
esperienze gustative, hai una vasta scelta.
Ecco qualche proposta.
Taeko
Marché des Enfants-Rouges
39 rue de Bretagne
+33 (0) 1 48 04 34 59
Metro Filles du Calvaire
Ancora un giapponese, ma senza sushi. In questo localino molto informale in fondo al Marché des Enfants Rouges (un posto da scoprire, perché propone ristoranti simpatici e alla mano, perfetti per un pranzo con le
amiche), gusti la cucina nipponica a base di bento: sgombro
alla griglia, pollo croccante alla soia, tonno marinato allo
zenzero e una fetta di torta al tè verde come dessert. Anche
piatti da asporto. Delizie a meno di 15 euro.
Chez Mamane
27 rue des Cinq-Diamants
+33 (0) 1 45 89 58 87
Metro Corvisart/Place d’Italie
È considerato il miglior cuscus di Parigi, e devi sapere
che gli autoctoni se ne intendono perché la famosa
ricetta nordafricana è ormai un piatto nazionale. Ti avverto,
non aspettarti un posto elegante: è piccolo e rumoroso,
mangi gomito a gomito con gli altri commensali e devi rassegnarti a fare la coda perché non è certo un indirizzo segreto. Ma ne vale davvero la pena. Da 16 a 35 euro.
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Les Jardins de Mandchourie
32-34 allée Vivaldi
+33 (0) 1 43 45 58 88
Metro Daumesnil
Lo chef, Chen Zaho, diplomato alla Sorbona, si è messo in testa di far scoprire ai parigini, e ai turisti, le specialità della sua regione nel nord della Cina. Il risultato è una
cucina piena di sapori inediti (e senza glutammato), lontano
mille miglia dagli involtini primavera e dal riso alla cantonese, in un locale dove non troverai dragoni dorati sui muri. Il
tutto per meno di 20 euro.
L’As du Falafel
32-34 rue des Rosiers
+33 (0) 1 48 87 63 60
Metro Saint Paul
Lungo la rue des Rosiers, nel quartiere ebraico di Parigi, c’è un rivenditore di falafel quasi a ogni passo, ma la
coda più lunga si snoda davanti a questo locale, considerato
uno dei migliori. Il falafel, versione mediorientale del sandwich, a base di pane pita farcito di polpettine di ceci, insalata, cavoli e pomodoro, si mangia per strada, sbocconcellandolo mentre si guardano le vetrine del Marais. Da 9 euro.
Chez Liza
14 rue de la Banque
+33 (0) 1 55 35 00 66
Metro Bourse
www.restaurant-liza.com
In un locale che evoca la raffinatezza orientale, ma
che non esita ad accogliere i bambini a tavola, assaggia i saporiti mezzé e i piatti tipici della gastronomia libanese, serviti su piatti molto eleganti. Prova la specialità del locale, un dessert a base di zafferano, crema di latte e pistacchi.
Perfetto anche per un brunch domenicale. Da 36 a 50 euro.
85
Unico
15 rue Paul-Bert
+33 (0) 1 43 67 68 08
Métro Faidherbe/Chaligny
resto-unico.com
caffè lunghi (all’americana, appunto) in grandi tazze bianche,
pancake, bagel al salmone e uova strapazzate. I bambini si divertono, gli adulti pure. C’è spesso la coda. Da 23 euro.
Per sentire il vento della pampa nel cuore di Parigi,
ecco un ristorante argentino dove, ovviamente, l’asado (carne alla griglia) è protagonista del menù. Se sei vegetariana, passa subito al locale seguente. Sennò, immaginati
un’empanada farcita di manzo o di pollo o una parrillada
alla brace. E, per finire, dulce de leche a volontà servito con
un sorbetto alla banana. Da 36 a 50 euro.
Paris Feni
15 bis rue Ternaux
+33 (0) 1 48 05 08 85
Metro Oberkampf
www.parisfeni.com
È un piccolo bar à fruits che serve succhi molto buoni: mango & basilico, carota & zenzero, cetriolo,
arancia & menta. Il menù propone specialità del Bangladesh semplici ma saporite e vari tipi di chapati, il pane indiano. E poi il personale è davvero gentile e la via sulla
quale si affaccia il locale è pedonale. Pranzi con meno di
15 euro.
Joe Allen
30 rue Pierre Lescot
+33 (0) 1 42 36 70 13
Metro Etienne Marcel
www.joeallenparis.com
Dal 1972, è un pezzetto di New York nella capitale francese. E perché dovrei mangiare yankee nel cuore di Parigi? – ti dirai. Perché nel week-end il brunch è simpatico e riunisce clienti di ogni sorta davanti ad hamburger ben cucinati,
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Les Délices d’Aphrodite
4 rue de Candolle
+33 (0) 1 43 31 40 39
Metro Censier Daubenton
www.mavrommatis.com
Nel quartiere della rue Mouffetard, nota per il suo
mercato, un greco delizioso dov’è davvero piacevole
sedersi ai tavolini all’aperto, davanti alla vetrina dipinta d’azzurro, come nelle isole egee. Una vera taverna che propone
le specialità tipiche e anche una buona scelta di vini. Polpo
alla griglia, agnello con scalogno, gamberoni all’aglio portano un po’ di sole anche quando il cielo parigino è grigio grigio. Menù da 34 euro.
Le Café Suédois
11 rue Payenne
+33 (0) 1 44 78 80 20
Metro Saint Paul
institutsuedois(a)si.se
Ti viene voglia d’imparare lo svedese quando assaggi
le profumate kanelbullar, brioche tradizionali alla cannella. Le altre specialità proposte sono molto più difficili da
pronunciare, allora lasci perdere i corsi di lingua e ti concentri sui sapori. Questo caffè, che si trova nell’Istituto di cultura svedese, nel bell’Hôtel de Marle (quartiere del Marais) è
molto semplice e quasi spoglio, tipicamente nordico. Ma i
tavolini nel cortile sono ideali per un pranzo estivo o una
merenda con i bambini, che possono scorrazzare sui pavé
mentre tu ti gusti una delle specialità al salmone, un cheesecake o una torta di mele e lamponi. Da 15 euro.
87
Le Bar à Sushi Izumi
55 boulevard des Batignolles
+33 (0) 1 45 22 43 55
Metro Villiers
www.lebarasushi.com
Uno dei migliori sushi di Parigi in un ristorante che
conta giusto una ventina di coperti e che quasi non
noti dalla strada. Lo chef giapponese Kimura lavora a meraviglia tonno, anguilla e un manzo speciale, lo wagyu, molto
raro. A mezzogiorno, pranzi con 12,50 euro
My Bo Bun
73 rue de la Victoire
+33 (0) 1 48 74 39 7
Metro Trinité
www.mybobun.com
Fabio Faiola, papà italiano e mamma vietnamita, propone a pranzo uno dei piatti tipici del paese materno
puntando sulla leggerezza, la freschezza degli alimenti e un
piccolo segreto: la ricetta del bo bun, pietanza a base di verdure croccanti, spaghettini di riso, carne ed erbe aromatiche, è quella tramandata da sua nonna, Madame Trân Thi
Muì. Tutti gli ingredienti sono esposti sul bancone e puoi
comporre un piatto su misura. Da 15 euro.
Ordini anche on-line.
Thaisil
3 rue du Nil
+33 (0) 1 40 26 31 83
Metro Bonne Nouvelle
www.thaisil.fr
Cucina thai raffinata che ti promette un viaggio gustativo senza bisogno di fare il giro del mondo. La
sala è decorata con ghirlande luminose e oggetti tradizionali che vengono direttamente da Bangkok. Le specialità
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del paese ci sono tutte: dall’insalata di papaya a quella di
manzo piccante, passando per il tradizionale pad thai al pollo. E anche il dolce è una bella sorpresa. Da qui puoi esplorare il quartiere del Sentier, che nel Medioevo era considerato il più pericoloso di Parigi (ma oggi non è più così!), e
raggiungere la rue Montorgueil, piena di negozi carini e caffè. Menù da 25 euro.
Locali di tendenza
Nanashi
57 rue Charlot
+33 (0) 9 60 00 25 59
Metro Filles du Calvaire
www.nanashi.fr
L’attrice Carole Bouquet ci va a pranzo per un bento
(gavetta giapponese) a base di verdura alla griglia,
semi di ogni tipo, riso integrale e qualche boccone di salmone o di manzo. Oppure per un chirachi, piatto al tonno
crudo, riso e insalata. Hai capito che da Nanashi non ingrasserai, a meno che tu non ceda alla tentazione di un cheesecake: quello al tè verde è buonissimo. Quanto alla decorazione, il locale è la versione chic della mensa aziendale,
amata dai bobo del quartiere e da graziose giapponesi che
mangiano sole smanettando sull’iphone. Ci sono altri due
Nanashi: nel negozio d’abbigliamento per bambini Bonpoint (6 rue de Tournon), e al 31 rue de Paradis (metro Cadet). Da 16 euro.
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Le BAT
16 bis boulevard Montmartre
Metro Grand Boulevards
+33 (0) 1 42 461425
www.le-bat.com
Bat sta per Bar à tapas. Ne trovi per tutti i gusti, e le
proposte cambiano ogni settimana, ma la ricerca degli ingredienti, di grande qualità, e la cura con cui vengono
presentati nel piatto, sono una costante. Il locale, dalla decorazione molto minimalista, è stato appena aperto ma ha
già molto successo. Calcola quattro o cinque tartine per
soddisfare il tuo appetito. Costano tra 4 e 9 euro l’una, il
conto è presto fatto.
Café du Musée Rodin
77 rue de Varenne
+33 (0) 1 44 24 27 96
Metro Varenne
www.musee-rodin.fr
Per la verità è un classico, ma resta sempre di tendenza. Te lo segnalo non tanto per l’offerta gastronomica
– è un semplice caffè dove puoi anche mangiare un boccone – ma per la location: i giardini del celebre Museo Rodin,
costellato di sculture dell’autore de Il pensatore e Il bacio.
D’altronde, per un po’ le opere potrai vederle giusto tra gli
alberi e le siepi della bella oasi verde, visto che l’Hôtel Biron,
che ospita il museo, è in ristrutturazione.
Balls
47 rue Saint-Maur
+33 (0) 9 51 38 74 89
Metro Voltaire
www.ballsrestaurant.com
Nel quartiere branché della rue Oberkampf, un concetto divertente: la polpetta in tutto il suo splendore.
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Di manzo, d’agnello, di pollo e, ovvio, vegetariana. Servita
con una grande varietà di salse: dal pomodoro allo yogurt e
accompagnata da polenta, lenticchie o risotto. Ordina un
po’ di tutto e condividi con amiche o bambini. A mezzogiorno c’è una formula molto conveniente a 13,50 euro.
Cru
7 rue Charlemagne
+33 (0) 1 40 27 81 84
Metro Saint Paul
www.restaurantcru.fr
Si trova in un angolino molto caratteristico del Marais, nel cuore del Village Saint Paul. Come dice il
nome, il menù propone piatti a base di prodotti crudi (o
quasi: ci mangi anche un risotto). Tartare, carpaccio, grandi
insalate, patatine (fritte!) e dolci non sofisticati ma golosi.
Ottimo per un brunch (a 23 euro). C’è anche un menù per
bambini.
Septime
80 rue de Charonne
+33 (0) 1 43 67 38 29
Metro Faidherbe/Chaligny
Persino Beyoncé non è riuscita a venirci a cena, ma
solo a pranzo. Septime è “il” ristorante del momento,
e trovare un tavolo la sera è molto difficile. Perché? È buonissimo, e poi sei accolta come una principessa in un ambiente rustico-chic, dove tutto è bello, anche il giovane
chef, Betrand Grébaut, e i camerieri in grembiule blu. Avrei
potuto citarlo nei neo-bistrot, perché i piatti rispondono ai
criteri della nuova filosofia gastronomica: prodotti di prima
qualità, fantasia, leggerezza. A mezzogiorno, il menù fisso è
a 28 euro. Prenota il prima possibile.
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Clint
174 rue de la Roquette
+33 (0) 9 81 60 17 36
Metro Voltaire
www.clint-restaurant.com
Café Pinson
6 rue du Forez
+33 (0) 9 83 82 53 53
Metro Filles du Calvaire
www.cafepinson.fr
Nel vivace quartiere della Bastiglia, un nuovo venuto
che cavalca l’onda delle ultime tendenze: un grande
spazio minimalista e luminoso, qualche tocco di colore, una
buona scelta di caffè e, soprattutto, dei piatti gustosi (zuppe, pesce, gratin di verdure, torta al limone) preparati da
uno chef che si è fatto le ossa nella cucina di un grand hotel
(il Royal Monceau). Il locale deve il nome alla passione dei
tre giovani proprietari per il mitico Clint Eastwood. C’è anche un angolo per lo shopping, dove puoi comprare i prodotti che hai amato a tavola. Da 20 a 36 euro.
Boco
Bercy Village
45 Cour Saint-Émilion
+33 (0) 1 46 28 96 60
Metro Cour Saint-Émilion
www.boco.fr
Vienici per una pausa caffè o per un pranzo veloce in
una mattinata di shopping nel Marais. È un piccolo
locale accogliente votato alla cucina salutista e light. Le proposte del giorno sono esposte dietro il vetro del lungo bancone di legno e si divertono a mescolare verdure e tubercoli insoliti, riso nero e beveroni a base di erbe e di frutta.
Leggeri ma succulenti, i dolci vanno dal crumble di mele e
zenzero alla crema di cocco e vaniglia. Il caffè è macchiato
al latte di mandorla. Menù da 16,50 euro. C’è un altro Pinson
al 58 di rue du Faubourg Poissonière.
Exki - Bd des Italiens
9 boulevard des Italiens
+33 (0) 1 42 61 06 52
Metro Richelieu-Drouot
www.exki.be/fr-be/home
È un nuovo concetto: l’alta gastronomia in un boccale. I piatti sono preparati da grandi chef francesi e poi
messi sottovuoto in vasetti di vetro. Si consumano sul posto
o take away. Li puoi anche ordinare su internet e farteli portare a casa (o in albergo). Con 28 euro, per esempio, puoi
gustare un’insalata russa al salmone affumicato, una porzione d’agnello con bulgur e verdure alla menta, formaggio e
pudding di brioche con crema di limone. E tutto è bio.
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Fast-food ma, per favore, bio. Exki è una catena d’origine belga dove puoi bere un buon caffè (e tutte le
sue possibili variazioni), un tè, ma anche mangiare un boccone servendoti sul bancone. Le zuppe sono succulente,
come i tabulè, le insalate a base di quinoa o di lenticchie, i
panini al salmone affumicato, i cheesecake e le torte di
mele. Il wi-fi è gratuito e puoi startene anche delle ore a
consultare la tua messaggeria o a leggerti un libro sola soletta. In città ne trovi uno in ogni arrondissement. Pranzo a
meno di 10 euro.
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L’originale
Breizh Café
109 rue Vieille du Temple
+33 (0) 1 42 72 13 77
Metro Saint Sébastien Froissart
www.breizhcafe.com
Entri e ti senti già in Bretagna. Qui servono le miglior
crêpes, dolci e salate, di Parigi. Naturalmente il locale
è sempre affollato, ma con un po’ di pazienza, anche senza
prenotare, riesci a trovare un tavolino dove aspettare la tua
galette bevendo un sidro nelle tipiche ciotole bretoni. La
carta propone una bella scelta, puoi osare la Complète, alle
aringhe affumicate e alla crème fraîche o restare sulle classiche al prosciutto e formaggio. Per finire con una nota dolce,
ordina la crêpe al cioccolato o semplicemente al burro e
allo zucchero. Fantastica. Da 15 euro.
La tradizione, perché no?
Chez Mémé
124 rue Saint-Denis
Metro Réaumur Sébastopol
+33 (0) 1 40 28 43 20
www.chezmeme.fr
La cucina è tradizionale, proprio come quella della
nonna (mémé significa “nonnina”). Ci mangi l’orata al
forno con contorno d’insalatina fresca, rognoni al Porto con
purè e la torta al cioccolato.
Ma non aspettarti dell’alta gastronomia. Il ristorante vale
la visita soprattutto per la decorazione eccentrica, le sedie
spaiate, i quadretti con i micini o con la foto della regina Elisabetta. Tutto un programma. A pranzo, menù a partire da
19 euro.
Nostalgia di casa
Chez Nenesse
17 rue de Saintonge
+33 (0) 1 42 78 46 49
Metro Saint Sébastien Froissart
Nel cuore del Marais, è un vero bistrot parigino come
quelli di una volta: bancone di legno, tavoli con tovaglie a quadretti bianchi e rossi e una caraffa d’acqua di rubinetto. Ci mangi la cucina francese tipica. Quenelles, tête de
veau, cassolette d’escargots aux trompettes, charlotte aux poires… Tutto è davvero buono e genuino. Magari non leggerissimo. Se ci vai a pranzo, poi non metterti in testa di salire
a piedi sulla Torre Eiffel. Da 20 euro.
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Il Brigante
14 rue du Ruisseau
+33 (0) 1 44 92 72 15
Metro Lamarck-Caulaincourt
Venire a Parigi per mangiare gli spaghetti non è una
buona idea, ma se proprio non ce la fai più, se la voglia della cucina del Belpaese si fa sempre più insistente, allora c’è Salvatore (nomen omen), calabrese doc, che sforna
pizze a base di prodotti tipici che vengono direttamente
dalla sua regione e che in poco tempo si è già guadagnato
la fama di miglior pizzaiolo di Parigi. Il locale è grande come
un fazzoletto, ma se non trovi posto, la pizza puoi sempre
portartela via. Da 9 a 18 euro.
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Espressamente Illy
7 avenue de l’Opéra
+33 (0) 1 47 03 30 29
Metro Pyramides
www.illy.com
Deux Filles un Camion
www.facebook.com/deuxfillesuncamion
Un angolo d’Italia dove ritrovare il caffè di casa tua.
Anche il personale è nostrano, e gentile. Al bancone
trovi un assortimento di dolci. Il più calorico è certamente il
bombolone alla crema servito con panna montata e cioccolata calda. Eccessivo. Il locale è minimalista ma elegante,
e, grazie al wi-fi, puoi leggere le tue mail e magari preparare
il tuo prossimo itinerario parigino on-line. Unico neo, i prezzi sono alti. Da 5 euro.
La “Street Cuisine”
Il concetto non ha niente di francese. Viene direttamente dall’America, ma ormai sta prendendo piede anche a Parigi. Nella capitale si conta già un centinaio di food truck, camion con cucina che propongono specialità di ogni genere,
dall’hamburger al gelato passando per i piatti francesi. I migliori li riconosci (come al solito) dalla coda che si snoda sul marciapiede. Per definizione sono ambulanti, ma su Internet puoi
scoprire dove si piazzano. Eccone qualcuno.
Le Camion qui Fume
www.lecamionquifume.com
È la star dei food truck, grazie ai suoi hamburger a 8,50
euro declinati in sette variazioni. Puoi gustarli con le
patatine o con un’insalata.
Due cuoche molto dinamiche sfornano panini, insalate, zuppe e piatti di carne che rispettano i prodotti
di stagione. Da 6 euro. La location la trovi sulla loro pagina
Facebook.
La Cantine California
www.cantinecalifornia.com
Burger, tacos e prodotti bio. Da 10 euro.
A merenda, da sola o con le amiche
Les Fées Pâtissières
21 rue Rambuteau
+33 (0) 1 42 77 42 15
Metro Rambuteau
www.lesfeespatissieres.com
Anche se non puoi gustarli sul posto (peccato), i dolci di questa nuova pasticceria, immaginata da due ragazze molto intraprendenti, Sarah e Déborah, sono impacchettati in modo tale da poter essere addentati facilmente
anche sulla panchina di un giardino pubblico. Il locale ha
appena aperto a due passi dal Centre Pompidou ma è già
un gran successo. Vedrai, i pasticcini sono tanto belli quanto buoni. Da 3,50 euro.
Chloé S.
40 rue Jean-Baptiste Pigalle
+33 (0) 1 48 78 12 65
Metro Saint Georges
www.cakechloes.com
Sembra la sala da tè di una casa di bambole. Tutto è
rosa. E anche i celebri cupcake della maison, ispirati
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agli anni Cinquanta, sembrano usciti da una favola. Per un
tè girly è l’ideale. Puoi anche pranzare o fare un brunch domenicale.
Qui trovi anche dolcini senza glutine e vegani. E se ti viene voglia di lanciarti nella preparazione di un cupcake, puoi
comprarti il kit della brava pasticcera. Da 20 euro.
Le Loir dans la Théière
3 rue des Rosiers
+33 (0) 1 42 72 90 61
Metro Chemin Vert
Una sala molto parigina nel cuore del Marais dove la
decorazione evoca l’universo di Alice nel paese delle
meraviglie. Non ci trovi i biscotti magici che fanno crescere
o rimpicciolire ma dolci alti un palmo, morbidi e succulenti,
alla meringa, al limone, al cioccolato e caffè… È un classico
del quartiere, anche per pranzare. Qui è vietato usare il computer (un cartello te lo ricorda). Approfittane per concentrarti sui sapori. Da 11 euro.
Mamie Gâteaux
66 rue du Cherche-Midi
+33 (0) 1 42 22 32 15
Metro Rennes
www.mamie-gateaux.com
Si trova in un edificio che risale alla Rivoluzione francese ed è il posto giusto dove bere un tè con un’amica, magari dopo aver fatto un salto al Bon Marché. Tutto è
fatto maison, e c’è chi attraversa la città per assaggiare la
torta di noci.
Ti stupirà sapere che dietro un locale così parigino ci sia la
mano di una giapponese innamorata della Francia e della sua gastronomia. La sala da tè è stata appena ristrutturata. Da 15 euro.
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Milk (Mum in her little kitchen)
62 rue d’Orsel
+33 (0) 1 42 59 74 32
Metro Abbesses
www.milk-lepicerie.com
Ai muri ci sono gli scaffali con barattoli e scatole di biscotti, sui tavoli di formica delle tovagliette a quadretti bianchi e rossi e un vasetto di fiori. Nel piatto, dolci
fatti in casa (crumble, clafoutis) e a volte anche un tiramisù. Il
locale si trova nel cuore di Montmartre e si presta a una
pausa golosa durante la visita del quartiere. L’accoglienza è
simpatica, anche se sei sola non ti sentirai sperduta. A pranzo, o per un brunch, è meglio prenotare. Da 15 euro.
I re dei “macarons”
Parigi è divisa in due: ci sono i fan di Ladurée e quelli di Pierre
Hermé. A chi la palma del miglior macaron della capitale? Giudica tu. Il macaron è il dolcetto rotondo a base di albume d’uovo, farina di mandorle e zucchero, farcito di creme di ogni sapore. La regina Maria Antonietta ne andava pazza. Nelle sale
da tè dei due campioni del macaron (ce ne sono diverse in città, guarda sul sito) puoi trovare molte altre specialità francesi.
Ladurée
www.laduree.com
Pierre Hermé
www.pierreherme.com
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La miglior “baguette” di Parigi
Aux Délices du Palais
60 boulevard Brune
+33 (0) 1 45 39 48 68
Metro Vanves
Ogni anno, una giuria assegna il premio della miglior
baguette dopo la degustazione di chili e chili di pane.
All’ultimo concorso è stato Antonio Teixera, panettiere de Aux
délices du palais, a sbaragliare tutti i concorrenti in lizza. Croccante, leggera, profumata, la sua baguette finisce ogni mattina
sulla tavola del presidente della Repubblica François Hollande.
Le Pavillon des Oiseaux
Jardin d’Acclimatation
+33 (0) 1 45 02 11 61
Metro Les Sablons
www.lepavillondesoiseaux.com
Nel bellissimo Jardin d’Acclimatisation del Bois de
Boulogne, una sala da tè (e anche un ristorante) dove
nel week-end puoi fare un brunch mentre i più piccoli si
fanno truccare da pirata o da fatina, oppure partecipano a
un atelier di scultura con palloncini. Il locale è elegante ma i
bambini sono davvero i benvenuti. E poi, d’estate o se il
tempo è bello, possono scorrazzare nel giardino e approfittare delle attrazioni del giardino (dal trenino ai pony).
E i bambini dove li metto?
La Poussette Café
6 rue Pierre Sémard
+33 (0) 1 78 10 49 00
Metro Poissonnière
www.lepoussettecafe.com
Il posto ideale se i tuoi bambini sono ancora in passeggino. I suoi punti forti: un menù per bebé a prezzi
concorrenziali, giochi e animazioni. E mentre i piccoli si divertono, tu puoi fare shopping nella boutique piena di idee
regalo. Da 4 euro.
Poule Mouillette
13 rue des Récollets
+33 (0) 9 83 22 32 17
Metro Gare de l’est
www.poulemouillette.fr
Anche qui uno spazio dedicato alle mamme con
bambini molto piccoli. Il concetto è identico a quello
descritto sopra, ma è aperto la domenica pomeriggio.
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Fare shopping a Parigi
C
i sono delle strade di Parigi in cui ti viene voglia di comprare tutto quello che vedi in vetrina. E non mi riferisco
solo all’avenue Montaigne, dove Dior, Yves Saint-Laurent, Chanel, Louis Vuitton e tutte le grandi marche di lusso propongono
le loro (carissime) collezioni. Per restare in una gamma di prezzi accessibili, il quartiere più pericoloso (per il tuo portafogli) è di
sicuro il Marais. Nelle vie intorno alla rue de Bretagne o della rue
Miron, giovani creatori e creatrici ti tentano a ogni passo. Ricordati che in Francia la taglia 38 corrisponde alla nostra 42. Per le
scarpe, calcola sempre una taglia in più: se calzi un 38, prova un
39. A Parigi, come in tutte le grandi città del mondo, troverai le
marche global, da Zara a H&M passando per Gap.
I grandi magazzini
Le Bon Marché
24 rue de Sèvres
+33 (0) 1 44 39 80 0
Metro Sèvres-Babylone
www.lebonmarche.com
È il tempio del buon gusto alla parigina e il più antico
dei grandi magazzini della capitale (1852). Lo scrittore Emile Zola se n’è ispirato per scrivere uno dei suoi capolavori, Al paradiso delle signore. È così chic che hai quasi vo102
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glia d’andare dal parrucchiere prima di farci un salto. Se hai
poco tempo per fare shopping in città, qui trovi tutte le migliori marche sul mercato, dall’abbigliamento all’arredamento, dai cosmetici alla merceria. E al numero 38 della
stessa via, non puoi mancare la Grande Épicerie, che è stata
appena ristrutturata: propone le più raffinate specialità gastronomiche del mondo. Attenta al reparto dedicato alla
pasticceria, è irresistibile.
Les Galéries Lafayette
8 rue de la Chaussée d’Antin
+33 (0) 1 42 82 35 50
Metro Chaussé d’Antin
www.galerieslafayette.com
Anche se incroci più giapponesi, cinesi e russi che
veri parigini, le Galéries restano un’istituzione. Se non
l’altro per la bella struttura dell’edificio del 1894, le balconate dorate e la cupola di vetro. Una delle ragioni per farci un
salto è il suo immenso reparto riservato alle scarpe. Un vero
paradiso se sono il tuo accessorio cult. Durante la stagione
dei saldi, i buoni affari sono garantiti. Evitalo nel week-end,
quando è affollatissimo, e prediligilo in un giorno di pioggia, magari all’ora della merenda: il grande magazzino pullula di ristoranti e anche il salon Angelina, celebre cioccolataio parigino, vi propone le sue specialità, come il Mont
Blanc alla crema di marroni.
città, ma la nave ammiraglia è quella a due passi dalle Galéries, che si compone di due edifici collegati da una passerella. Una delle attrazioni è la brasserie allestita sotto una cupola liberty del 1923. Sempre al 6° piano, c’è uno spazio
dedicato alla coiffure in una cornice spettacolare: mentre ti
tagli i capelli hai una vista incredibile sui tetti di Parigi.
Le BHV Marais
52 rue de Rivoli
+33 (0)977 401 400
Metro Hôtel de Ville
www.bhv.fr
Fino a qualche tempo fa, il reparto più celebre del
BHV era quello dedicato al bricolage, che si trova nel
piano sotterraneo: ogni parigino che si rispetti ci è stato almeno una volta, alla ricerca di un pezzo di ricambio per la
doccia o di un gioco di viti ormai introvabile altrove. Dopo
un’imponente ristrutturazione, è diventato molto più chic e
anche se non ha la stessa offerta delle Galéries, ha il merito
d’essere più intimo e meno dispersivo.
Printemps
64 boulevard Haussmann
+33 (0) 1 42 82 50 00
Metro Havre-Caumartin
www.printemps.com
Venne fondato nel 1865 da un ex del Bon Marché,
Monsieur Jules Jaluzot. Ci sono diversi Printemps in
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I “concept store”
Al principio fu Colette (213 rue Saint-Honoré, metro Tuileries):
il negozio creatore di tendenze, ha aperto la strada nel 1997
esponendo sui suoi 700 metri quadrati moda, design, hi-tech,
prodotti di bellezza, e inventando un water–bar diventato celebre. Oggi i multistore si sono moltiplicati.
giacche o le scarpe sono tutte firmate da creatori di tendenza. In più, Merci devolve una parte degli incassi a un’associazione che aiuta i bambini del Madagascar in difficoltà. Il
multistore propone anche un caffè letterario (i tavoli si trovano tra alti scaffali carichi di libri) e un fast-food salutista.
Nel reparto dedicato alla cucina ci sono sempre delle idee
divertenti e a prezzi accessibili.
Hermès
17 rue de Sèvres
+33 (0) 1 42 22 05 39
Metro Sèvres Babylone
www.hermes.fr
SLA Concept Store
28 rue Pierre Lescot
Metro Etienne-Marcel
+33 (0) 1 53408424
www.sla-paris.com
Tutto l’universo della bellezza: in questo spazio design della marca francese Sla, utilizzata dai professionisti delle sfilate e dei servizi fotografici di moda, puoi comprare gli indispensabili prodotti make-up, dal fondotinta al
rossetto (c’è anche una collezione 100% bio), approfittare
dei consigli degli esperti, seguire un mini-corso di maquillage, e anche farti truccare per un’occasione speciale.
Merci
111 boulevard Beaumarchais
+33 (0) 1 42 77 00 33
Metro Saint Sébastien/Froissart
www.merci-merci.com
C’è una vecchia “Cinquecento” rossa esposta nel cortile, e, nella boutique, tante idee per la casa, i viaggi,
l’abbigliamento. Loft chic-retrò di 1500 metri quadrati in un
palazzo del XIX secolo, è diventato una meta imperdibile
dello shopping parigino. Gli articoli da ufficio, come le agende o i notes, sono molto carini, le lenzuola e le tovaglie di
lino hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo, le sciarpe, le
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La griffe espone le sue collezioni nell’ex piscina
dell’Hôtel Lutetia, di cui ha conservato le piastrelle
d’epoca e la struttura vintage. L’architettura è davvero superba, vale la visita. Ma come puoi immaginare, i prezzi non
sono alla portata di tutti i portafogli. Puoi sempre ripiegare
sulla sala da tè e il suo angolo gourmand, Le Plongeoir, che
invita a gettare alle ortiche tutti i buoni propositi di dieta
con una torta al cioccolato, caramello e café noisette (da
19,50 euro per un tè e un dolce).
Un Dimanche à Paris
4-6-8 Cour du Commerce Saint André
+33 (0) 1 56 81 18 18
Metro Mabillon
www.un-dimanche-a-paris.com
Il primo concept store dedicato al cioccolato: lo spazio-boutique propone confezioni regalo, il ristorante
menù con piatti ispirati alla polvere di cacao, l’atelier una
cucina dove puoi trasformarti in pasticcere e partecipare,
sotto la guida di uno chef, alla creazione di una nuova prelibatezza fondente.
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Un look da parigina
Nel guardaroba di ogni parigina che si rispetti trovi almeno un
capo delle seguenti marche.
no di provarle (tanto per capire come si fa a camminare su
un tacco 12)? La boutique della rue Jean-Jacques Rousseau
si trova proprio a pochi metri dall’atelier in cui Christian Louboutin, parigino doc, ha disegnato i suoi modelli più famosi.
Bensimon - Autour du Monde
12 rue des Francs Bourgeois
+33 (0) 1 42 77 16 18
Metro Saint Paul
www.bensimon.com
Isabel Marant
1 rue Jacob
+33 (0) 1 43 26 04 12
Metro Saint Germain des Prés
www.isabelmarant.com
Piace alle star, alle ragazzine e anche alle signore. Forse perché Isabel Marant giura di provare tutti i suoi
modelli prima di lanciarli, per assicurarsi che siano davvero
portabili. La creatrice ha firmato una collezione anche con
H&M. Una tappa obbligata se sei una fan dello stile sportivo
ma chic e femminile.
Vanessa Bruno
25 rue Saint-Sulpice
+33 (0) 1 43 54 41 04
Metro Saint-Sulpice
www.vanessabruno.fr
Te ne accorgi passeggiando per la strada: le sue borse con paillettes sono l’accessorio prediletto dalle
adolescenti, che, al liceo, le usano come cartella. Ogni stagione, la stilista le rivisita, in tela o in cuoio. Se ti piacciono,
le trovi anche nei grandi magazzini.
Christian Louboutin
19 rue Jean-Jacques Rousseau
+33 (0) 1 42 36 53
Metro Louvre Rivoli
No, non si può dire che ci sia un paio di Louboutin nel
guardaroba di tutte le parigine: le scarpe dalle celebri
suole rosse restano un lusso. Ma chi non ha sognato alme108
In questo negozio non ci sono solo le celebri scarpe
da tennis di tela che hanno reso famosa la marca e
che per le parigine sono sinonimo d’estate, sole e vacanze.
Qui vedrai tutta la colorata collezione della marca, dalle tshirt agli abitini, dalle borse ai sandali. Oggi Bensimon propone anche degli oggetti di decorazione per la casa firmati
dalla crème dei designer europei.
Agnès b.
6 rue du Jour
+33 (0) 1 45 08 56 56
Metro Etienne Marcel
www.europe.agnesb.com
È un must del bobo parigino. Lui ama le camicie e le
t-shirt, lei gli abiti dalle linee minimaliste e dai colori
sobri, oltre alla collezione per bambini, chic ma mai pretenziosa. La marca propone una bella linea di maquillage, in
vendita anche nei supermercati Monoprix.
Antoine et Lili
95 quai de Valmy
+33 (0) 1 40 37 41 55
Metro Republique
www.antoinetlili.com
Tre negozi in uno: abbigliamento per donna, per
bambini e uno spazio dedicato alla decorazione dove
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si moltiplicano le idee-regalo. La marca si contraddistingue
per i suoi capi dai colori vivaci e dall’accento etnico e per
un’offerta di ninnoli e bijoux scovati in capo al mondo. In
città ci sono sei indirizzi, guarda il sito.
Uniqlo
17 rue Scribe
+33 (0) 1 58 18 30 55
Metro Opéra
www.uniqlo.fr
Adorato dalle parigine, anche dalle più chic, per i suoi
capi casual essenziali: jeans, camicie, maglioncini di
cachemire, hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo. La
marca giapponese, ancora assente in Italia, occupa 2150
metri quadrati accanto all’Opéra. I suoi piumini leggerissimi
e di tutti i colori si appallottolano facilmente e li puoi infilare in una borsa o in valigia. Evita di andarci di sabato, è affollatissimo. Da aprile 2014 c’è un nuovo negozio Uniqlo, allestito sui tre piani di un’antica fabbrica del Marais, al 39 di rue
des Francs-Bourgeois (Metro Saint-Paul).
Infine, quattro marche del prêt-à-porter che riassumono perfettamente lo stile della parigina urban-chic e le tendenze di
ogni stagione. Le trovi in tutti i quartieri e anche nei grandi
magazzini. Se per strada non vuoi essere presa per una turista, indossa qualcosa che hai comprato qui (il rischio, poi, è di
sentirti in uniforme). Dal cappottino alla t-shirt, dalla borsa al
maglione, i capi hanno un buon taglio, le materie sono di qualità. Ma i prezzi sono più alti di quelli delle classiche insegne
global come Zara e H&M.
Maje
www.maje.com
Sandro
www.sandro-paris.com
Zadig & Voltaire
www.zadig-et-voltaire.com
Ba&sh
www.ba-sh.com
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Di tutto un po’
Le Salon by Thé des écrivains
16 rue des Minimes
+33 (0) 1 40 29 46 25
Metro Chemin Vert
www.thedesecrivains.com
Pregiati, colorati, poetici: i taccuini e i quaderni di
questo negozio invitano alla scrittura. Il più romantico? Quello dell’Académie française, con parole d’amore da
ritagliare e da infilare sotto il cuscino della persona che ami.
Nella boutique trovi anche una raffinata selezione di tè e
una bella libreria.
Muskhane
3 rue Pastourelle
+33 (0) 1 42 71 07 00
Metro Sébastien-Froissart
www.muskhane.fr
Capi d’abbigliamento in cachemire, oltre a ghirlande,
tappeti, plaid e oggetti per la casa fabbricati in feltro. È
un negozio etico che importa lana dal Nepal, assicurandosi
che gli artigiani locali siano pagati correttamente e che lavorino in ambienti sani. La vetrina ti attira con i suoi colori caldi
e le sue creazioni originali. Le stole e le sciarpe sono morbidissime. Ci trovi delle belle idee-regalo. I prezzi sono un po’ alti.
& Other Stories
277 rue Saint-Honoré
+33 (0) 1 53 328 50
Metro Concorde
www.stories.com
È forse la marca più branché del gigante svedese
H&M. In questo negozio di 800 metri quadri su due livelli, dove tutto è bianco e luminoso, hai una grande scelta
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di prêt-à-porter, borse (uno dei punti forte della griffe, ben
fatte e a prezzi accessibili), scarpe, biancheria intima, bijoux
e prodotti di bellezza.
Le fragranze delle creme per il corpo e dei prodotti da bagno sono firmate da un “naso” molto famoso, Ben Gorham,
che crea i profumi della maison Byredo.
Sentou
29 rue François-Miron
Metro Pont Marie
+33 (0) 1 42 78 50 60
www.sentou.fr
Ci puoi arredare tutta la casa, trovare dei regali simpatici e delle idee insolite. Il design è super contemporaneo ma alla fine ogni oggetto, dal vaso alla tazzina da caffè, si adatta a ogni stile d’appartamento.
Alice Délice
Cour Saint-Émilion, Chai 7/9
+33 (0) 1 43 42 92 06
Metro Cour Saint-Émilion
www.alicedelice.com
Anche se non hai mai preparato un dolce in vita tua
e il mattarello per te è uno strumento di tortura, qui ti
viene voglia di infilarti un grembiule e di mettere le mani in
pasta. Tortiere di tutte le forme e colori, accessori della cuoca perfetta, decorazioni per battere Nonna Papera al concorso della migliore pasticcera dell’anno non possono lasciarti indifferente.
E poi il negozio è un’occasione per scoprire la Cour SaintÉmilion e tutte le sue boutique, installate in ex-depositi di
vino dalle pareti con pietre a vista. Dopo lo shopping puoi
riposarti sui prati del vicino parco di Bercy.
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Eric Bompard
26 rue Vavin
+33 (0) 1 46 33 23 32
Metro Vavin
www.eric-bompard.com
Il cachemire di qualità, declinato in modelli molto
classici e senza tempo.
Da Bompard non ti puoi sbagliare: ti compri un maglioncino con scollo a V e sei sicura di portarlo per anni, senza che
passi di moda.
Izraël
30 rue François Miron
+33 (0) 1 42 72 66 23
Metro Hôtel de Ville
Il mondo delle spezie e tutte le spezie del mondo. Entrare in questo negozio è come viaggiare in paesi
esotici e misteriosi, guidate dai sapori e dagli odori. Non potrai resistere alla frutta candita, alle marmellate golose o alle
olive piccanti.
È un po’ caro ma ne vale la pena.
Le Palais des Thés
61 rue du Cherche Midi
+33 (0) 1 42220398
Metro Rennes
www.palaisdesthes.com
Vieni a fare una bella scorta di tè in questo negozio.
Ne propone di tutti i tipi: nero, bianco, verde, rooibos,
venduto in confezioni molto carine che puoi regalare, o anche in ricariche ecologiche (e più convenienti).
Il personale è gentile e ti offre un tè caldo appena varchi la
soglia. Da 6 euro.
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Acquaverde
58 rue Vieille du Temple
+33 (0) 1 42 71 18 60
Metro Saint-Paul
www.acquaverde.com
Parafarmacia Monge
74 rue Monge
+33 (0) 1 43 31 39 44
Metro Monge
www.pharmaciemonge.pharminfo.fr
È una piccola boutique nel Marais famosa per i suoi jeans, proposti in un’ampia gamma di colori. Devi provare i differenti modelli e trovare quello che fa per te. Non sono
proprio economici ma durano una vita. Da 100 euro.
Bulle
8-10 passage Bullourde
+33 (0) 1 58 30 96 37
Metro Bastille
Vienici se ami i mobili originali: oltre a vendere tavoli di campagna trasformati in oggetti design o vecchi scaffali completamente rinnovati, il negozio offre corsi
personalizzati (da 40 euro) per imparare a riciclare la poltrona del nonno o il tradizionale comò e renderli unici.
Mandorla Palace
34 rue François Miron
+33 (0) 1 48 04 71 24
Metro Saint-Paul
Ti viene voglia di passarci la giornata, seduta su un
pouf, accanto a una lampada a forma d’oca o di terrier.
Mandorla Palace è un negozietto del Marais dedicato alla decorazione e agli accessori per bambini. Sandrine Trêves, la
proprietaria, seleziona i migliori prodotti dei giovani creatori
francesi, come le divertenti rivisitazioni del trofeo di caccia
(teste d’alce e di elefante in cotone) firmate da “Couture Confiture”, le lampade pop di Fabuleuse Factory o le copertine
per neonato morbide come una nuvola di “Rose in April”.
L’attrice Marion Cotillard è una fan della boutique.
114
È un indirizzo che conoscono le parigine e… le turiste giapponesi. Questa parafarmacia è la meno cara
della città e tutto l’anno propone prodotti di bellezza delle
più grandi marche francesi a prezzi molto convenienti. Il
problema è che è sempre affollata. Se vedi un autobus turistico posteggiato lì vicino, significa che una comitiva nipponica è già in pieno shopping.
Ekyog
1 rue Montmartre
+33 (0) 1 42 21 46 01
Metro Etienne Marcel
www.ekyog.com
Fondata una decina di anni fa, quando si parlava ancora molto poco di sviluppo sostenibile, Ekyog propone una collezione d’abbigliamento femminile che utilizza solo fibre naturali. Le giacche e i blusoni da motociclista
(ma in cotone 100% biologico) sono molto carini e le sciarpe hanno fantasie inedite.
La Librairie des Femmes
35 rue Jacob
Metro Saint-Germain des Prés
+33 (0) 1 42 60 93 76
www.librairie-des-femmes.fr
Esiste dal 1974. È stata aperta dal Movimento di liberazione della donna, a sua volta fondato dalla famosa
femminista francese Antoinette Fouque, scomparsa di recente. È una libreria militante in cui trovi tutti i libri disponibili scritti dalle donne. Le libraie sono delle volontarie e se
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cerchi un volume in particolare, si danno da fare per aiutarti a trovarlo. Una delle collezioni più interessanti è quella dedicata agli audiolibri, dove celebri voci francesi leggono dei
classici della letteratura.
Mercati e mercatini
Mercato Bio della rue Raspail
Tra la rue du Cherche Midi e la rue de Rennes
Metro Rennes
È l’appuntamento domenicale dei bobo del quartiere, che vengono a comprare l’insalatina bio, le uova
della fattoria, il pollo ruspante che non ha mai visto una
gabbia. Li riconosci, i bobo, dalle camicie Agnès B. e dai maglioncini Zadig & Voltaire.
Puces de Saint-Ouen
Metro Porte de Clignancourt
+33 (0) 1 40123258
www.parispuces.com
È il più famoso “mercato delle pulci” di Parigi, e il più
grande del mondo: 1500 commercianti ripartiti in 16
stradine che attirano milioni di visitatori, fra turisti e parigini.
C’è veramente di tutto: dal mobile antico alla giacca vintage, dal servizio da tè della nonna al mangiadischi degli anni
Settanta.
Ci puoi fare dei buoni affari, ma devi venirci la mattina presto e avere un occhio allenato per non pagare come un Lui­
gi XV una mera imitazione.
116
Mercato dei Fiori e degli Uccelli
Place Louis Lépine
Metro Cité
Dal 1808 è affacciato sulla Senna, a due passi da Notre-Dame, e trasforma l’Ile de la Cité in un grande
giardino pieno di colori e di profumi.
La domenica al posto dei fiori ci trovi il mercato degli uccelli: centinaia di gabbie in cui sono esposti esemplari di ogni
specie, anche le più rare. I bambini possono passare delle
ore davanti ai pappagalli dalle piume multicolori.
Mercato d’Aligre
Place d’Aligre
Metro Ledru Rollin
Spezie, erbe, frutti esotici. Il mercato d’Aligre, in un
quartiere molto popolare, ti fa viaggiare in Africa e in
Asia. Ma sotto la Halle Beauvau, che risale al XIX secolo, trovi prodotti freschi anche più convenzionali, oltre a una buona offerta di frutti di mare.
Tutt’intorno, bancarelle di fiori, di tessuti, di robivecchi e artisti di strada che intonano canzonette.
Mercato Muffetard
Rue Muffetard
Metro Gobelins
Molto più chic del precedente, e quindi più caro, il
mercato si snoda lungo una stradina medioevale costellata di boulangeries, fromageries, gelaterie dove viene a
fare la spesa la clientela borghese del quartiere.
La domenica, davanti alla chiesa di Saint-Médard, citata da
Victor Hugo ne I Miserabili, si canta e si balla tra le bancarelle di
frutta e verdura dove le primizie hanno prezzi da gioielleria.
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Farsi del bene
SPA Nuxe
34 rue Montorgueil
+33 (0) 1 42 36 65 65
Metro Etienne Marcel
www.fr.nuxe.com
Uno dei suoi prodotti faro, l’Huile prodigieuse, è un
must della parigina. Nuxe propone cosmetici a base
di piante e di fiori, e la sua gamma di origine naturale è utilizzata anche nelle spa della marca. Quella della rue Montorgueil, la prima aperta a Parigi, ha muri con pietre a vista, soffitti a volta, luci soffuse, atmosfera ovattata: una cornice zen
per rilassarti dopo aver tanto camminato nelle vie della capitale. C’è anche una piccola piscina dove l’acqua è a 35
gradi. Calcola 80 euro per un trattamento viso e 125 per il
corpo.
Spa le Bristol by la Prairie
112 rue du Faubourg Saint-Honoré
+33 (0) 1 53 43 41 67
Metro Miromesnil
www.lebristolparis.com
Qui ci vanno le signore chic della capitale e tutto parla del lusso alla francese. Per un’oretta, fatti coccolare
con un massaggio del cuoio capelluto, un trattamento antiage o antistress, poi vai a bere un tè o una tisana nel tran118
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quillo giardino interno. Non ti devi neppure preoccupare
dei bambini, se viaggiano con te: c’è uno spazio in cui possono divertirsi con un animatore mentre tu ti fai bella. Da
150 euro per 50 minuti.
Six Senses
3 rue de Castiglione
+33 (0) 1 43 16 10 10
Metro Tuileries
www.sixsenses.com
La specialità di questa spa molto lussuosa (le cabine
sono impressionanti, assomigliano a bozzoli di legno) è il massaggio del viso a base di miele. E non un miele
qualunque, bensì quello prodotto dalle api della capitale
nel vicino Jardin des Tuileries. Raro, ricercatissimo e bio. 145
euro per 50 minuti di trattamento.
Vestiaire Chic
39 rue de Volta
Metro Arts et Métiers
+33 (0) 1 42 78 17 07
www.vestiairechic.com
parrucchiere. Romain, per esempio. È il grande specialista
della colorazione che non rovina i capelli. Come fa? Nel suo
salone, arredato come un appartamento e pieno di ricordi
d’infanzia, il mago delle mèches usa solo pigmenti naturali,
oli essenziali, argilla e poca acqua ossigenata. È un indirizzo
da star (Lou Doillon è una cliente abituale) e i prezzi non
sono da meno: 300 euro per i colpi di sole.
Espace Weleda
10 avenue Franklin D. Roosevelt
+33 (0) 1 53 96 06 15
Metro Franklin D. Roosevelt
www.espace-weleda.fr
Ti basta guardare la vetrina, molto design, per sentirti già un po’ più zen. Poi, dopo una ventina di minuti
di massaggio delle mani, hai l’impressione di essere su una
nuvoletta. Un giovedì al mese, l’Espace Weleda propone
degli Apéro Bien-être dove, per 49 euro, puoi approfittare
con le amiche di un buffet bio e, nello stesso tempo, scoprire gli atelier di automassaggio proposti dalla marca.
È un istituto di bellezza un po’ particolare: entri Cenerentola ed esci principessa. Perché? Qui ti massaggiano, ti depilano, ti truccano, ti abbronzano… E poi, per una
serata speciale, ti noleggiano anche l’abito firmato dalle
griffe più famose (da 68 euro). Quanto al principe, quello te
lo devi trovare da sola.
Romain Colors
27 rue La Boétie
+33 (0) 1 40 07 01 58
Metro Miromesnil
www.romaincolors.fr
E se a Parigi ti venisse voglia di cambiare vita? La prima cosa da fare è correre dal parrucchiere. Un super
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Fuori città
Reggia di Versailles
Place d’Armes - Versailles
RER C Versailles Rive Gauche
www.chateauversailles.fr
La reggia di Versailles evoca immediatamente il Re
Sole. Eppure fu il suo predecessore, Luigi XIII, a far erigere nel 1624 un padiglione di caccia in questa zona, allora
paludosa. Il modesto edificio di mattoni, pietra e ardesia
cambiò volto e proporzioni quando Luigi XIV decise di stabilirsi qui con tutta la sua corte, mossa astuta che ebbe
come conseguenza un controllo più forte sulla volubile nobiltà. Il Re Sole affidò i lavori al suo architetto, Louis Le Vau,
fin dal 1661. Aggiustamenti e ampliamenti proseguirono
fino alla morte del sovrano, nel 1715. All’interno, la sala più
famosa è di certo la Galleria degli Specchi (lunga 73 metri, fu
progettata da Jules Hardouin-Mansart nel 1678 e ha un magnifico soffitto a volta affrescato da Le Brun), ma la più commovente è la Camera della Regina: la si vede così come la lasciò Maria Antonietta nel momento in cui fu costretta ad
abbandonare Versailles, il 6 ottobre 1789. Fu proprio la sovrana a scegliere le tappezzerie di seta, con fiori di lillà e piume di pavone ricamati. Qui riceveva prima e dopo la lunga
toilette del mattino, qui ha partorito i suoi figli, alla presenza di insigni membri della corte, come imponeva il proto122
123
A chi devono il loro
nome i bistrot?
Qual è il più grande
spazio verde della
città?
Qual è l’unica
stazione della metro
in curva?
Quella di Bastille. Quando sali sul treno,
guarda dove metti i piedi: il primo vagone
è piuttosto distanziato dal marciapiede.
Chi è il papà della
metropolitana
parigina?
Fulgence Bienvenue (1852-1936).
Ingegnere bretone, ha rivoluzionato il
quotidiano dei parigini progettando la
prima linea, inaugurata il 19 luglio 1900.
124
Qual è il primo museo
aperto a Parigi?
Il cimitero del Père-Lachaise (Metro PèreLachaise). È il luogo più visitato di Parigi
dopo Notre-Dame, la Tour Eiffel e il Louvre;
vi sono sepolte molte star del cinema, della
musica, della letteratura e della politica.
Le tombe più visitate? Quella di Eloisa e
Abelardo, Oscar Wilde, Charles Baudelaire,
Jim Morrison, Serge Gainsbourg.
Se i bambini ti supplicano di accompagnarli, ecco
qualche consiglio per accorciare le code all’entrata
del Parco e fra un’attrazione e l’altra. Non potrai evitarle del
tutto: Disneyland Resort è la prima destinazione turistica
europea. Ecco qualche regola d’oro:
– evita i week-end, soprattutto tra marzo e dicembre, e il
mercoledì (in Francia le scuole elementari sono chiuse);
– compra i biglietti in anticipo (on-line ci sono delle buone
offerte) o presentati alle casse verso le 8.15 anche se il parco apre alle 9;
– davanti alle attrazioni più gettonate, procurati il “fast pass”,
che riduce i tempi d’attesa;
– per evitare la massa in alta stagione, puoi entrare alle 8 a
condizione di soggiornare in un hotel del parco;
– prepara in anticipo la visita, selezionando le attrazioni secondo l’età dei bambini;
– se il Disneyland Resort Paris è superaffollato, dirotta sul vicino Walt Disney Studios, dedicato al cinema e all’animazione.
Dieci domande per scoprirlo
Ai cosacchi entrati a Parigi dopo la disfatta
di Napoleone del 1814. Infreddoliti
e affamati, i soldati sfuggivano alla
sorveglianza dell’ufficiale e facevano un
salto nei caffè per ristorarsi tra un servizio
di guardia e l’altro. “Bistro, bistro” gridavano
al padrone. Che in russo significa “presto,
presto”. I cosacchi se ne andarono, il nome
invece è rimasto.
Disneyland Resort Paris
Marne la Vallée
RER A Marne la Vallée-Chessy
www.disneylandparis.com
Sei una vera parigina?
Il Louvre, inaugurato il 10 agosto 1793.
Allora si chiamava Museo centrale delle arti
della Repubblica.
collo. Se scegli la regina come filo conduttore, attraversa i
giardini e fai un giro nel Petit Trianon, dove Maria Antonietta si rifugiava per sfuggire al rigoroso cerimoniale di Versailles. E quando voleva veramente dimenticare di essere una
sovrana, si vestiva da pastorella e correva nel suo hameau
(piccolo villaggio): una fattoria fiorita affacciata su uno stagno con mucche, cavalli, capre e galline. Tutto è rimasto
come allora (animali compresi), ed è un posto in cui i bambini si divertono moltissimo. Prenota il tuo biglietto on-line
se vuoi visitare il castello.
125
126
Prefisso per chiamare l’Italia: 00 39
più il numero dell’abbonato
Taxi (numero unico):
01 45 30 30 30
Pronto soccorso: 15
Ambasciata d’Italia
51 rue de Varenne
33 1 49 54 03 00
Metro rue du Bac
www.ambparigi.esteri.it
Ufficio del Turismo
Bureau central d’accueil
25 rue des Pyramides
Metro Pyramides
www.parisinfo.com
Pompieri: 18
Emergenza (europeo): 112
Polizia: 17
Numeri Utili
Dalla tribù gallica dei Parisii, che occupava
le sponde della Senna quando gli eserciti
di Giulio Cesare vi sbarcarono nel 52 a.C. Gli
invasori romani battezzarono il sito Lutetia
Parisiorum, che nel IV secolo divenne Parigi.
Da dove ha origine il
nome “Parigi”?
E il più piccolo?
Il Petit Pont: solo 33 metri.
Quanti sono i ponti
sulla Senna?
Le due rive della Senna sono collegate da
36 ponti e 48 passerelle per pedoni.
E qual è il più
vecchio?
Sembra un paradosso, ma il ponte più
vecchio sulla Senna è il Pont Neuf (“ponte
nuovo”): terminato nel 1606 sotto Enrico
IV, fu il primo costruito in pietra e non in
legno, e, soprattutto, senza case sopra.
Lumière in francese significa “luce”. E
Parigi è stata una delle prime grandi città
a dotarsi di una buona illuminazione
stradale, alla quale si sono aggiunte le
insegne dei locali, dei ristoranti, dei cinema.
Ville lumière richiama dunque l’intensa e
scoppiettante vita notturna della capitale.
Perché Parigi è
soprannominata
“ville lumière”?