3. Protezione catodica Mose-Paper
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PROTEZIONE CATODICA DELLE STRUTTURE METALLICHE DEL SISTEMA MOSE PER LA DIFESA DI VENEZIA DALLE ACQUE ALTE Monica Ginocchio Cescor srl Via Maniago 12 20134 Milano Paolo Marcassoli Cescor srl Via Maniago 12 20134 Milano Abstract La durabilità delle opere civili del Sistema MOSE, per la difesa di Venezia dalle acque alte, è stata fissata in almeno 100 anni. Per assicurare questa durata si è reso necessario prevedere l’installazione di sistemi di protezione catodica per la prevenzione dalla corrosione delle strutture metalliche. Questo lavoro descrive i sistemi di protezione e di monitoraggio della corrosione utilizzati per le strutture delle opere di spalla della bocca di Chioggia. Per i palancolati sono stati installati sistemi a corrente impressa, con anodi in titanio attivato. Sistemi ad anodi galvanici sono stati adottati solo come soluzioni temporanee. Per i tiranti dei palancolati sono state utilizzate sia soluzioni tradizionali, con dispersori verticali profondi, sia sistemi ad anodi distribuiti. Il monitoraggio delle condizioni di protezione è ottenuto attraverso l’impiego di elettrodi di riferimento permanenti e sistemi multielettrodo lineari. La memoria descrive e confronta le tipologie di sistemi installati, considerando le fasi dalla progettazione all’installazione, passando attraverso l’analisi dei parametri di funzionamento dei sistemi e dei potenziali delle strutture. I parametri operativi di esercizio, in particolare la densità di corrente di protezione, sono confrontati con i valori previsti dalla normativa internazionale. Introduzione Il problema delle acqua alte nella Laguna di Venezia si presenta soprattutto nel periodo invernale, a causa dell’azione congiunta della marea astronomica, delle cosiddette onde di sessa, ovvero moti oscillatori prodotti da un repentino abbassamento della pressione atmosferica, e di venti provenienti da sud, come lo Scirocco. Il sistema MOSE è stato ideato a partire dalla fine degli anni ’80 con l’intenzione di salvaguardare la città di Venezia e la laguna da questi fenomeni e rientra in un più ampio insieme di interventi studiati a seguito della nota alluvione del 1966. È costituito da schiere di paratoie mobili a scomparsa installate presso le bocche di porto di Chioggia, Lido e Malamocco, ovvero i varchi che collegano laguna e mare Adriatico, ove si manifestano il flusso e riflusso della marea. Queste paratoie hanno lo scopo di isolare la laguna dal mare in concomitanza con gli eventi di marea. Il sistema è stato progettato in considerazione anche dell’aumento previsto per il livello del mare nei prossimi cento anni, entrerà in azione al superamento di 110 cm di marea ed è in grado di contenere maree fino ai 3 metri di altezza. Allo stato attuale più della metà delle opere, avviate nel 2003, è già stato completato. Per le opere civili del Sistema MOSE è stata fissata una durata minima di almeno 100 anni. Per assicurare una durabilità così elevata si è reso necessario prevedere l’installazione di sistemi di protezione catodica (P.C.) per la prevenzione dalla corrosione delle strutture metalliche, esposte ad ambienti a diversa aggressività come acqua di mare, terreno e calcestruzzo. Tuttavia i sistemi di protezione catodica non possono essere dimensionati per garantire una vita di progetto così estesa, poiché i singoli componenti del sistema non sono in grado di garantire questo obiettivo. La progettazione dei sistemi è stata effettuata considerando vite di progetto massime pari a 30 anni, prevedendo soluzioni per consentire l’accessibilità dei componenti e la loro sostituibilità durante futuri interventi di ripristino parziali o totali. In questa memoria sono descritti i sistemi di protezione catodica e di monitoraggio della corrosione utilizzati per le strutture metalliche delle opere di spalla della bocca di Chioggia, in particolare i palancolati, i tiranti e i trefoli nel calcestruzzo armato precompresso. Per i palancolati esposti all’acqua di mare e al fango marino, sono stati installati sistemi a corrente impressa, con anodi in titanio attivato fissati alla parete del palancolato. Sistemi ad anodi galvanici sono stati invece adottati quali soluzioni provvisorie. Per i tiranti dei palancolati, a contatto con il terreno, si sono utilizzati sia soluzioni tradizionali, con dispersori verticali profondi, sia sistemi ad anodi distribuiti. Il monitoraggio delle condizioni di protezione è ottenuto attraverso l’installazione di elettrodi di riferimento permanenti, individuati in funzione dell’ambiente di esposizione. Il monitoraggio delle condizioni di corrosione delle armature nel calcestruzzo, prive di protezione catodica, è stato realizzato sia tramite elettrodi di riferimento permanenti in titanio, installati in posizioni discrete, sia mediante un sistema multielettrodo in nichel (MuRE™), che si estende in continuo lungo tutta la struttura da monitorare, fornendo una mappatura del potenziale. Sono di seguito illustrate e messe a confronto le differenti tipologie di sistemi installati, considerando le diverse fasi del lavoro, dalla progettazione all’installazione, passando attraverso l’analisi dei parametri di funzionamento dei sistemi e dei potenziali delle strutture. I parametri operativi riscontrati in esercizio, ed in particolare la densità di corrente di protezione, sono poi confrontati con i valori indicati dalle normative internazionali EN e DNV. Protezione catodica e normative di riferimento La prevenzione della corrosione di strutture metalliche a contatto con un elettrolita, quale acqua, terreno o calcestruzzo, è realizzata mediante la protezione catodica (P.C.), che permette di ridurre la velocità di corrosione a valori trascurabili. Le condizioni di protezione sono raggiunte fornendo alla superficie della struttura da proteggere un’adeguata densità di corrente di protezione, il cui valore dipende dai processi catodici che si verificano al potenziale di protezione del metallo da proteggere. Negli ambienti naturali, quali terreni e acque, il processo catodico prevalente è la riduzione dell’ossigeno. In questi ambienti e alle condizioni di protezione degli acciai, la corrente di protezione assume un valore costante, che eguaglia la corrente limite di diffusione di ossigeno, funzione del contenuto di ossigeno, dalla temperatura, dal regime fluidodinamico e dalla presenza di rivestimenti o di deposito calcareo, che offrono una barriera alla diffusione dell’ossigeno verso la superficie metallica. Nel caso delle armature nel calcestruzzo, caratterizzato da un pH alcalino, compreso tra 13 e 14, il ferro si ricopre di un sottilissimo film di ossido, il cui spessore è di pochi strati molecolari, e la sua velocità di corrosione è praticamente nulla o trascurabile, si hanno cioè le condizioni dette di passività. Nel tempo il calcestruzzo può perdere le sue caratteristiche protettive. Questo si verifica essenzialmente secondo tre meccanismi: - - carbonatazione: l’alcalinità del calcestruzzo può essere neutralizzata dall’anidride carbonica proveniente dall’ambiente esterno; superamento di un tenore critico di cloruri (0,4 – 1%) in corrispondenza della superficie delle armature, a causa dell’esposizione della struttura ad ambienti contenenti cloruri; interferenza elettrica. La distruzione del film protettivo è la condizione iniziale necessaria perché la corrosione possa avvenire. Una volta distrutto il film, la corrosione si produce solo se alla superficie delle armature sono presenti acqua e ossigeno oppure, nel caso di correnti disperse, se l’interferenza continua nel tempo. La normativa internazionale e la letteratura forniscono i valori di densità di corrente di protezione da adottare per il dimensionamento dei sistemi di protezione catodica, in base all’ambiente di esposizione della struttura. L’elenco delle normative di riferimento considerate è riportato in Tab. 1. Tab. 1: elenco delle normative di riferimento in funzione degli ambienti di esposizione delle strutture Ambiente di esposizione Normativa di riferimento Calcestruzzo Acqua di mare Fango marino Terreno DNV RP B401 EN 12495 EN 12495 EN 12954 (valore di densità di corrente di protezione assunto sulla base dell’esperienza) La protezione catodica può essere applicata in combinazione con rivestimenti protettivi che, riducendo la superficie dell’acciaio a contatto con l’ambiente, comportano una diminuzione della corrente di protezione richiesta. La corrente di protezione diventa quindi funzione dell’efficienza iniziale del rivestimento e del suo degrado nel tempo. La valutazione del degrado del rivestimento è stata effettuata sulla base della norma DNV RP B401 per le strutture esposte all’acqua di mare, mentre per le superfici a contatto con il terreno è stato assunto un valore di degrado del rivestimento pari al 10%, costante nel tempo. Descrizione delle strutture Le opere della spalla della Bocca di Chioggia qui esaminate sono costituite da tre tipologie di componenti, ovvero palancolati, tiranti dei palancolati e travi in c.a.p. I palancolati, che costituiscono il perimetro delle opere di spalla, sono formati da pareti combinate costituite da elementi a doppia H collegati ad elementi a doppia Z oppure da tubi ed elementi a doppia Z. I palancolati sono infissi nel fondale marino e sono soggetti a differenti condizioni di esposizione sui due lati: - lato mare: dal piede alla testa, si trovano a contatto con fango marino, acqua di mare e calcestruzzo lato terrapieno: sono esposti dal piede alla testa a fango marino e ghiaia di riempimento. Fanno eccezione i palancolati della spalla nord installati in corrispondenza della banchina di contenimento del cassone di spalla, che sono esposti ad acqua di mare e fango marino su entrambi i lati e sono sostenuti da pali inclinati, installati sul lato interno (Fig. 1). In questo caso è tuttavia doveroso sottolineare che il lato situato all’interno della banchina si trova a contatto con acqua di mare stagnante. Le caratteristiche principali dei palancolati, che costituiscono le opere di Spalla Nord e Sud, sono riportate nella Tab. 2. I tiranti all’interno dei terrapieni sono installati ad orditura singola o doppia e sono a contatto con materiale granulare di riporto (Fig. 1). Le principali caratteristiche dei tiranti sono riassunte nella Tab. 3. Fig. 1: Palancolati e tiranti di ancoraggio delle opere di spalla della bocca di Chioggia. Tab. 2: caratteristiche dei palancolati delle opere di Spalla Nord e Sud della Bocca di Chioggia (MOSE) Spalla Spalla Spalla nord Spalla Spalla sud nord nord lato sud lato lato lato interno terrapieno mare terrapieno mare banchina 330 m Perimetro1 230 m 450 m Variabile Lunghezza Variabile tra 21,6 e tra 23,6 Variabile tra 18,0 m e 38 palancola/tubo 40,4 m e 32,4 m m -6,0 m -13,5 m -11,0 Quota fondale / -13,5 m m Livello ghiaia -5,0 m -4,0 m Livello -6,0 m Rivestimento -6,0 m -5,0 m -6,0 m rivestimento assente 1 Dal perimetro dei palancolati sono stati esclusi i tratti situati in corrispondenza dei recessi di contenimento dei cassoni di spalla. In quanto non trattati nella presente memoria. Queste porzioni di palancolato si trovano infatti temporaneamente a contatto con acqua di mare, ma verranno a trovarsi a contatto con terreno di riempimento in seguito all’installazione dei cassoni. Pertanto per tali superfici sono stati previsti sistemi di protezione catodica temporanei ad anodi galvanici. Tab. 3: caratteristiche dei tiranti dei palancolati delle opere di Spalla Nord e Sud della Bocca di Chioggia (MOSE) Spalla nord Diametro Lunghezza totale Rivestimento Spalla sud 101,6 mm 90 mm - 120 mm -140 mm 2.320 m 4.780 m Zincante inorganico di 75 µm più un rivestimento epossidico di 150 µm Sistemi di protezione catodica installati Per fornire alla struttura la corrente necessaria alla protezione, possono essere adottate diverse tipologie di sistemi di protezione catodica, che si distinguono per la modalità con cui si realizza la circolazione di corrente e per la geometria del sistema anodico. La selezione del sistema di P.C. più adatto avviene in seguito ad un’analisi ponderata di molteplici aspetti, quali le caratteristiche della struttura da proteggere, ovvero geometria, ed eventuale presenza di rivestimento protettivo, dell’ambiente di esposizione, valutandone in primo luogo la resistività, e infine considerando i costi di installazione e di manutenzione. La protezione catodica delle strutture di spalla è realizzata mediante sistemi a corrente impressa. Sistemi ad anodi galvanici sono stati installati solo per una porzione dei palancolati, la cui configurazione è provvisoria (Fig. 2). Per la protezione catodica dei palancolati, a contatto con acqua di mare e fango marino, sono stati installati anodi in titanio attivato, con geometria cilindrica, installati sulla parete del palancolato mediante telai in materiale polimerico (Fig. 2). Per la protezione catodica dei tiranti, a contatto con materiale granulare di riempimento, sono stati installati due differenti tipologie di sistema anodico: per la Spalla Nord catene di anodi in titanio attivato, installate in dispersori verticali profondi, distribuiti all’interno dei terrapieni, mentre per la Spalla Sud sono stati utilizzati anodi in titanio attivato a filo (diametro 3 mm), installati parallelamente ad ogni tirante (Fig. 3). Fig. 2: Travi con anodi galvanici in alluminio (sinistra) e anodo in titanio attivato (destra). Fig. 3: Anodi in titanio attivato a filo, installati tra i tiranti CALCOLO DELLA CORRENTE DI PROTEZIONE La corrente di protezione è stata calcolata sulla base delle superfici delle strutture da proteggere e dei valori di densità di corrente indicati dalla normativa internazionale, se disponibili. Per le superfici a contatto con acqua di mare stagnante, le densità di corrente suggerite dalla normativa sono state ridotte, in quanto è facilitata la formazione e il mantenimento del rivestimento calcareo protettivo che si forma durante il funzionamento dei sistemi di protezione catodica. Inoltre, essendo la banchina un ambiente chiuso, si è cercato il più possibile di ridurre lo sviluppo di cloro gassoso sugli anodi. Nel caso delle strutture a contatto con il terreno, le densità di corrente di protezione derivano invece dall’esperienza. I valori di densità di corrente adottati, per il dimensionamento dei sistemi, sono riportati nelle tabelle seguenti. Tab. 4: valori della densità di corrente di protezione per le superfici esposte ad acqua di mare e fango marino Densità di Corrente (mA/m2) Superfici Iniziale Mantenimento Finale Acciaio al carbonio non rivestito esposto all'acqua di mare1 Acciaio al carbonio non rivestito in corrispondenza di fango marino1 Armature in calcestruzzo2 1 110 60 80 25 20 20 1,5 1,5 1,5 Dati in accordo a UNI EN 12495 per il Mare Adriatico. Valori rispetto alla superficie metallica delle armature nel calcestruzzo (da DNV RP B401). 2 Tab. 5: valori della densità di corrente di protezione per le superfici esposte ad acqua di mare e fango marino (interno banchina) Densità di Corrente (mA/m2) Superfici Iniziale Mantenimento Finale Acciaio al carbonio non rivestito esposto all'acqua di mare Acciaio al carbonio non rivestito in corrispondenza di fango marino Armature in calcestruzzo 50 30 30 15 10 10 1,5 1,5 1,5 Tab. 6: valori della densità di corrente di protezione di tiranti e palancolati a contatto con materiale di riempimento e fango Superfici Densità di Corrente (mA/m2) Acciaio al carbonio non rivestito a contatto con materiale granulare 30 Acciaio al carbonio non rivestito a contatto con fango 20 Per tenere in considerazione il deterioramento del rivestimento nel tempo, sono stati considerati i seguenti fattori di degrado del rivestimento: - superfici esposte all’acqua di mare e fango marino: fattore di degrado variabile dal 5% all’inizio della vita di servizio, all’80% dopo 30 anni di esercizio (in accordo alla norma DNV RP B401); - superfici a contatto con materiale granulare: 10% costante nel tempo. Sulla base delle densità di corrente sopra elencate e dell’estensione delle superfici, sono stati calcolati i seguenti valori di corrente di protezione. I tiranti sono in continuità elettrica con i palancolati, che quindi drenano parte della corrente di protezione. Pertanto la corrente di protezione è calcolata considerando sia le superfici dei tiranti che quelle dei palancolati. Due approcci diversi sono stati seguiti per il calcolo delle correnti di protezione per i tiranti della spalla nord e sud, anche in considerazione delle differenti configurazioni anodiche selezionate, cioè dispersori verticali profondi per la spalla nord e anodo di titanio filiforme per la spalla sud: - Spalla Nord: nel calcolo della corrente di protezione sono state considerate tutte le superfici dei palancolati Spalla Sud: nel calcolo della corrente di protezione è stata considerata una fascia di palancolato di 4,0 m di altezza. È inoltre necessario sottolineare che le superfici dei palancolati installati nella spalla nord risultano parzialmente rivestite, fino a una quota di -5.0 m, mentre quelle dei palancolati della spalla sud sono nude. Sono perciò stati calcolati i valori di corrente di protezione riassunti in Tab. 7, 8 e 9. I sistemi di protezione catodica installati sono riportati in Tabella 10. Tab. 7: valori della corrente di protezione dei palancolati a contatto con acqua di mare e fango marino Corrente di protezione (A) Spalla nord Superfici Acciaio al carbonio rivestito esposto all'acqua di mare Acciaio al carbonio non rivestito esposto all'acqua di mare Acciaio al carbonio non rivestito in corrisponden za di fango marino Armature in calcestruzzo Totale Corrente di protezione (A) Spalla sud Iniziale Mantenime nto Finale Iniziale Mantenim ento Finale 5 25 62 9 43 107 148 81 108 241 131 175 123 99 99 173 139 139 3 3 3 6 6 6 280 207 271 430 319 427 Tab. 8: valori della corrente di protezione dei palancolati e pali a contatto con acqua di mare e fango marino (interno banchina) Corrente di protezione (A) Spalla nord Superfici Acciaio al carbonio rivestito esposto all'acqua di mare Acciaio al carbonio non rivestito esposto all'acqua di mare Acciaio al carbonio non rivestito in corrispondenza di fango marino Armature in calcestruzzo Totale Iniziale Mantenime nto Finale 8 43 81 333 200 200 184 122 122 2 2 2 527 367 405 Tab. 9: valori della corrente di protezione di tiranti e palancolati a contatto con materiale di riempimento e fango Superfici Palancolato rivestito a contatto con materiale granulare Palancolato nudo a contatto con materiale granulare Palancolato nudo a contatto con fango marino Tiranti rivestiti a contatto con materiale granulare Totale Corrente di protezione (A) Spalla nord Corrente di protezione (A) Spalla sud 15 - - 279 307 - 2 5 325 285 Tab. 10: riassunto dei sistemi installati in corrispondenza di palancolati e tiranti N. TR installati Spalla nord Spalla sud Corrente totale installata (A) Palancolati a contatto con acqua di mare e fango marino 4 600 Palancolati e pali a contatto con acqua di mare e fango marino (interno banchina) 6 900 Tiranti 5 750 Palancolati a contatto con acqua di mare e fango marino 7 1050 Tiranti 4 600 Sistema anodico Anodo cilindrico con telaio in materiale polimerico φ: 25 mm L: 800 mm Anodo cilindrico con telaio in materiale polimerico φ: 25 mm L: 600 mm Dispersore verticale profondo con anodi in titanio attivato (φ: 25 mm L: 1000 mm) Anodo cilindrico con telaio in materiale polimerico φ: 25 mm L: 800 mm Anodo a filo φ: 3 mm N. anodi installati 16 32 76 (10 dispersori) 28 4780 m Sistemi di monitoraggio Il sistema di monitoraggio rappresenta un elemento essenziale sia per la verifica del raggiungimento delle condizioni di protezione catodica, sia per la valutazione della fine della vita del sistema stesso e la pianificazione delle attività di rifacimento. Per quanto riguarda le strutture esposte ad acqua di mare per il monitoraggio del potenziale è stata prevista l’installazione di elettrodi permanenti di zinco puro fissati in punti significativi, distribuiti sull’intera opera. Nella vita delle strutture in cemento armato si possono individuare due fasi, una prima fase di innesco della corrosione, in cui si producono i fenomeni che portano alla scomparsa delle condizioni di passività, e una fase successiva di propagazione più o meno veloce dell’attacco, a partire dal momento in cui il film protettivo viene distrutto. Un sistema di monitoraggio del potenziale delle armature consente di individuare le condizioni di corrosione dell’acciaio già nella fase di innesco. In assenza di interferenza elettrica, l’interpretazione delle misure si basa sull’osservazione che le condizioni di assenza di corrosione (condizioni di passività) in strutture esposte all’atmosfera sono caratterizzate da potenziali in genere compresi tra +150 e -200 mV vs CSE mentre il potenziale delle armature attive è in genere molto più negativo. Il sistema di monitoraggio dei trefoli all’interno delle travi in c.a.p. è realizzato mediante l’installazione di elettrodi di riferimento permanenti annegati all’interno delle travi stesse. La misura del potenziale dei trefoli di acciaio permette di determinare lo stato di corrosione dell’acciaio, consentendo, nel caso sia insorto un attacco corrosivo, di intervenire ed evitare cedimenti improvvisi. Il monitoraggio delle travi in c.a.p. è stato realizzato mediante elettrodi di riferimento in titanio attivato, a cui sono stati associati sensori multielettrodo sperimentali. L’elettrodo in titanio attivato con ossidi di metalli nobili (Ti-MMO) è stato sviluppato per installazioni permanenti di misura del potenziale. Questo tipo di elettrodo offre i requisiti funzionali richiesti per l’esecuzione di misure affidabili, in combinazione con le esigenze di durabilità. Il sensore è costituito da un elemento in titanio attivato con una particolare formulazione di ossidi di metalli nobili, a base, tra gli altri, di ossido di iridio. All’interfaccia tra sensore e pasta cementizia si sviluppa un potenziale redox molto stabile e riproducibile, ottenuto controllando i parametri caratteristici della pasta cementizia. L’elettrodo così costituito, in relazione alla sua particolare semplicità e assenza di soluzioni specifiche o gel, assicura una durabilità pressoché illimitata. Anche in questo caso gli elettrodi di riferimento sono stati distribuiti uniformemente. Il sensore multielettrodo MuRETM (Multiple Reference Electrode) è un dispositivo costituito da una serie di singoli elettrodi metallici lineari filiformi e lunghezza variabile, ognuno dei quali collegato ad un cavo per la trasmissione della misura del potenziale [5, 6, 7 e 8]. Gli elettrodi sono quindi intrecciati fra loro a guisa di trefolo, a sua volta rivestito con una guaina di materiale polimerico resistente all’alcalinità del calcestruzzo nonché ad eventuali azioni di abrasione meccanica. Offrono il vantaggio di poter mappare in continuo l’andamento del potenziale lungo la struttura monitorata. Rispetto ai sensori lineari permettono di identificare la posizione esatta della zona oggetto di attacco o di interferenza. Il monitoraggio delle porzioni esposte al terreno è stato effettuato con elettrodi di riferimento permanenti di zinco preimpaccati con backfill. Dopo i primi anni di funzionamento si è osservata una tendenza alla passivazione degli elettrodi. Questo problema rende necessario per il futuro lo sviluppo di soluzioni alternative. Parametri di funzionamento I sistemi di protezione catodica dedicati alle strutture metalliche delle opere di spalla sono stati quasi interamente avviati tra il 2010 ed il 2012. Nella tabella seguente sono riportati i parametri di funzionamento degli alimentatori al momento dell’avviamento ed i parametri attuali di funzionamento, in seguito alla regolazione degli alimentatori, per garantire la protezione delle strutture ed ottimizzare allo stesso tempo l’assorbimento energetico. Per confronto, sono riportati anche i valori di corrente di protezione iniziale e di mantenimento, calcolati sulla base della normativa internazionale. 129 1,6 370 1,4 367 114 3.2 325 295 1,1 325 134 3,2 450 201 209 0,96 144 78 1,8 600 285 223 1,3 285 119 2,4 - 1.328 574 - (A) (A) 600 280 216 900 527 Tiranti 750 Palancolati a contatto con acqua di mare e fango marino (lato mare)2 Tiranti Palancolati a contatto con acqua di mare e fango marino Palancolati e pali a contatto con acqua di mare e fango marino (interno banchina) 3.300 1.618 1.313 rapporto 207 (A) Struttura rapporto IP mantenimento misurata Totale 1,3 IP avviamento misurata sud (A) IP iniziale calcolata nord (A) IP installata Spalla IP mantenimento calcolata Tab. 11: confronto tra corrente di protezione calcolata e corrente di protezione misurata in esercizio. Si osserva che la corrente necessaria per il mantenimento delle condizioni di protezione è inferiore rispetto alla corrente di protezione calcolata sulla base della normativa. I parametri di funzionamento dei sistemi di protezione catodica installati per la protezione dei tiranti di spalla nord e sud, permettono di mettere a confronto la soluzione tradizionale, con dispersori verticali profondi ed un sistema anodico distribuito lungo tutta l’estensione della struttura da proteggere. Dai parametri di funzionamento dei sistemi di protezione catodica per i tiranti, si osserva che la corrente richiesta per la protezione dei tiranti di spalla nord è circa uguale alla corrente richiesta per la protezione dei tiranti di spalla sud, nonostante questi abbiano complessivamente una lunghezza quasi doppia. Ciò è dovuto alla differenza tra i sistemi anodici installati per le due spalle: l’installazione dei dispersori verticali profondi comporta che una parte considerevole della corrente destinata alla protezione dei tiranti venga drenata dalle superfici dei palancolati. Al contrario, l’installazione di un sistema anodico distribuito, quale è l’anodo a filo di titanio distribuito tra i tiranti, migliora la distribuzione di corrente sulla struttura da proteggere e fa sì che la porzione di corrente drenata sia inferiore. 2 Nella tabella sono riportati i soli dati relativi ai sistemi dedicati alla protezione del palancolato installato verso il mare, con riferimento alla barriera di paratoie di futura installazione. Infatti i sistemi dedicati alla protezione del palancolato installato dal lato della laguna sono stati solo parzialmente avviati, non sarebbe quindi possibile un confronto significativo tra la corrente calcolata e quella effettivamente misurata in esercizio. Dal confronto tra i parametri di funzionamento dei sistemi di PC all’avviamento e per il mantenimento, si deduce l’importanza di una corretta manutenzione degli impianti, anche nell’ottica di ottimizzarne il consumo per conseguire un risparmio energetico. Infatti il consumo annuale dei sistemi di spalla nord e sud all’avviamento era rispettivamente di 92.400 kWh e 53.600. In seguito alle regolazioni effettuate il consumo annuale è sceso a 21.200 kWh e 22.400 kWh per i sistemi di spalla nord e sud rispettivamente. Conclusioni In questo lavoro sono stati descritti i sistemi di protezione catodica e di monitoraggio adottati per le opere di spalla della Bocca di Chioggia, nell’ambito del Progetto MOSE. I sistemi installati sono stati progettati facendo riferimento alle principali normative internazionali. Sono stati principalmente impiegati sistemi a corrente impressa, che offrono per il tipo di applicazioni considerate maggiori vantaggi rispetto a quelli ad anodi sacrificali, impiegati solo quali soluzioni temporanee. Per le due spalle si sono adottate due diverse soluzioni, una a dispersori verticali profondi e l’altra a filo di titanio attivato, e benché entrambe soddisfacenti, la seconda si è rivelata migliore dal punto di vista della distribuzione di corrente. Nel caso delle strutture esposte ad acqua stagnante le correnti di protezione previste dalle norme EN sono state ridotte considerando che queste condizioni favoriscono la formazione di un deposito calcareo protettivo sulla superficie metallica. Tra i sistemi di monitoraggio impiegati, sono stati installati accanto a sistemi di tipo tradizionale, anche innovativi sensori multielettrodo. La valutazione e la regolazione dei parametri di protezione consente una migliore gestione degli impianti, con benefici anche in termini di risparmio energetico. Riferimenti [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] L. Lazzari, P. Pedeferri, M. Ormellese, Protezione catodica, PoliPress (Milano), 2006 DNV RP B401 Cathodic protection design. EN 12495 Cathodic protection for fixed steel offshore structures. EN 12954 Cathodic protection of buried or immersed metallic structures. General principles and application for pipelines. L. Lazzari, M. Ormellese, P. Pedeferri, R. Allori, “Laboratory testing on linearcontinuous-reference-electrodes type”, European Corrosion Congress EUROCORR, Budapest, 2003. L. Lazzari, M. Ormellese, P. Pedeferri, F. Bolzoni, “Multi reference electrode for corrosion monitoring of pre-stressed steel tendons”, European Corrosion Congress EUROCORR, Nizza, Paper 278, 2004. L. Lazzari, M. Ormellese, P. Pedeferri, “Novel multi reference electrode for localized corrosion monitoring of steel reinforcement in concrete”, Int. Corrosion Conference NACE, Houston, Texas, Paper 05372, 2005. L. Lazzari, M. Ormellese, E. Redaelli, P. Passoni, ‘MūRE. A New Reference Electrode for Hydrogen Embrittlement Monitoring in Concrete’, Libyan Corrosion Conference, 2005.