project work incidenza del training coordinativo sulla velocita` nei
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2° CORSO PER TECNICI NAZIONALI DELLA FIT CON VALORE DI ALLENATORE DI QUARTO LIVELLO EUROPEO CONI - FIT Anni 2004/2005 PROJECT WORK INCIDENZA DEL TRAINING COORDINATIVO SULLA VELOCITA’ NEI TENNISTI UNDER 16 Autori: Domenico ALTOMARE Vincenzo CARLONE Domenico PELLEGRINO Tutor: Prof Guido BRUNETTI Roma, 8-9 novembre 2005 1 Indice Introduzione pag. 3 Il problema e il quadro di riferimento pag. 4 1. Le capacità coordinative pag. 6 2. La rapidità e la velocità pag. 16 3. La valutazione motoria ed attitudinale pag. 19 3.1 La valutazione nell’età evolutiva pag. 23 3.2 Caratteristiche dei test motori pag. 24 4. Gli effetti del training coordinativo sulla capacità di velocità pag. 29 4.1 Scelta del quadro di riferimento pag. 29 4.2 Ipotesi della ricerca pag. 31 4.3 Campione pag. 31 4.4 Materiali e metodi pag. 32 4.5 Protocollo pag. 35 4.6 Training adottato nel GS pag. 36 4.7 Analisi statistica: t-test pag. 41 4.8 Risultati pag. 42 4.9 Discussione dei risultati pag. 49 Conclusioni pag. 52 Bibliografia pag. 53 2 Introduzione L’attenzione nei riguardi della maturazione di alcune capacità motorie nel tennis giovanile tenta di delineare un trend evolutivo all’interno delle differenti categorie tennistiche. I rapporti reciproci tra capacità condizionali, capacità coordinative e prestazione tennistica, tutti ancora da definire nei dettagli, possono consentire a tecnici e preparatori di strutturare programmazioni di tipo modulare e di tipo integrato. L’originalità del Progetto è dovuta alla mancanza di lavori in letteratura volti ad analizzare i rapporti tra differenti capacità motorie in età post puberale. E’ stata proposta una serie di esercitazioni per lo sviluppo delle capacità coordinative ad un gruppo di tennisti della categoria Under 16, sottoposti prima e dopo il periodo di allenamento a test relativi alla capacità di velocità. I risultati mettono in luce miglioramenti significativi nei test somministrati, rispetto al gruppo di controllo utilizzato. 3 Il problema e il quadro di riferimento Nell’ambito della valutazione motoria in ambito giovanile il riferimento a percentili e risultati numerici risale ai lavori realizzati dal CONI-Divisione Sport Giovanili negli anni 80-90; per permettere un confronto più attuale e più vicino alla realtà dei ragazzi del terzo millennio è opportuno desumere dati più recenti e più aggiornati. La conoscenza dei denominatori comuni individuabili tra capacità di velocità ed abilità motorie, in particolare tennistiche, rappresenta un ulteriore aspetto del problema. In particolare, si vuole verificare se la capacità di velocità è un indicatore correlato con l’evoluzione tecnico tattica e coordinativa. Infatti la reciproca influenza di capacità e abilità motorie pone l’interrogativo circa la corretta metodologia da adottare e circa l’opportunità dei contenuti da selezionare. Tale legame funzionale diventa ancora più stretto laddove si fa riferimento al rapporto tra coordinazione e tecnica, intendendo, con questo termine, la disponibilità di abilita motorie generali e specifiche. Verrà condotta una seconda rilevazione selezionando i dati relativi a seguito di un training della durata di due mesi basato sulle capacità coordinative ed abilità motorie di tipo specifico. L’obiettivo dello studio consiste nella descrizione delle caratteristiche di velocità utilizzando sia le statistiche descrittive che i confronti tra i valori medi e i diversi gruppi. Inoltre si vuole verificare se il training condotto 4 sollecitando alcune capacità coordinative e tennistiche possa influenzare i valori di velocità espressi mediante corse in linea e con cambi di direzione. 5 1. Le capacità coordinative Le capacità coordinative sono le qualità fondate sulle esperienze motorie, che caratterizzano lo svolgimento di processi di controllo del movimento specifici ed adeguati alla situazione. Il termine “capacità coordinative” indica la capacità di risolvere problemi motori in modo adeguato a finalità e ad obiettivi prefissati. La “Coordinazione” rappresenta la capacità di ordinare, disporre una cosa con le altre, affinché l’atto motorio volontario si possa svolgere e completare nel modo più adeguato. Se ciò non accade, cioè se non si verifica questo “ordinamento” viene ad essere penalizzata la coordinazione stessa dell’atto motorio, la quale sarà proporzionalmente carente ai disordini inerenti le operazioni strutturanti la Unità Funzionale dell’ azione motoria da svolgere ( Massara, Borgia, 1989). Sono proprio le capacità coordinative che rendono sempre maggiore, se ad esse corrisponde un adeguato arricchimento di esperienze motorie, l’avvicinamento dei valori “reale” e “nominale”, fino alla sovrapposizione della finalità con il programma motorio o Automatismo(Massara,Borgia 1989), permettono la corrispondenza tra questi due valori, cioè l’avvicinamento dell’ immagine mentale del movimento all’effettiva esecuzione del movimento, grazie alla precisione delle informazioni ricevute dagli analizzatori, cioè dai cinque sensi(Barigelli 1991) . Le capacità coordinative costituiscono un ideale ponte di collegamento tra le capacità condizionali e quelle psichiche e sono 6 determinate dai processi di organizzazione-controllo-regolazione del movimento; esse permettono l’esecuzione di azioni motorie complesse anche in situazioni di continua e rapida variabilità; ciò comporta, tra l’altro, una notevole sensibilità neuromuscolare associata a grande prontezza di riflessi. Lo sviluppo delle capacità coordinative deve iniziare in età relativamente precoce e considerare le reali possibilità di prestazione dell’ allievo; esse trovano fra i sei e i dodici anni un momento magico, successivamente diventano meno allenabili. ( Massara, Borgia, 1989). Esiste una fase sensibile per la formazione di tali capacità, nel periodo che va da 7 a 10/11 anni per le femmine e fino ai 12 anni nei maschi, dopo di che la dinamica del loro sviluppo si riduce notevolmente. Il loro sviluppo è tanto più efficace quanto più è globale e comprensivo di tutte le abilità motorie proposte in modo dinamico e variato. Allenare le capacità coordinative significa individuare il metodo più opportuno, generale o speciale; il problema riguarda se e in quale misura si possa rispondere alle esigenze coordinative specifiche di uno sport, e si possa allenarle attraverso presupposti coordinativi generali. Vi sono opinioni diverse e molta incertezza sul quale sia il metodo ottimale; alcuni autori pensano che un allenamento generale sia indispensabile per ottenere miglioramenti coordinativi, altri invece affermano che sia possibile evitare l’allenamento coordinativo in quanto già integrato nell’allenamento della tecnica. Finora gli sforzi della ricerca non hanno portato a nulla di concreto; tuttavia si è abbastanza concordi nel ritenere necessario un allenamento 7 coordinativo di base (Martin, 1988) che contribuisca alla formazione specifica dello sport praticato. Minore è l’età del bambino, più aspecifica e multilaterale dovrebbe essere la formazione delle basi coordinative: con il crescere del livello della prestazione, l’allenamento coordinativo deve comprendere una quantità sempre minore di esercizi aspecifici o generali, e indirizzarsi su un allenamento della coordinazione specifico della disciplina praticata. La caratteristica principale di ogni movimento, sia in ambito relazionale che sportivo, è quella di essere finalizzata alla realizzazione di uno SCOPO (Massara, Borgia, 1989). Nel corso dello studio della motricità le capacità coordinative sono state a lungo identificate con il termine “ destrezza”. Ma già dalla metà degli anni sessanta, attraverso metodi scientifici, si era tentato di strutturare questo settore. Quindi nella pratica sportiva hanno acquisito importanza soprattutto le diversificazioni di Meinel, Schnabel (1987), Harre, Zatziorsckij, Polman, Blume (1965). Secondo questi autori le capacità coordinative si attuano nei programmi d’azione, nella rapidità nella tipologia e nel modo di apprendimento delle abilità motorie o delle tecniche sportive, come anche in una utilizzazione adeguata alla situazione. Harre (1987) vede la diversificazione e l’importanza delle capacità coordinative più riferite all’allenamento sportivo e soprattutto ad un miglioramento dell’insegnamento e dell’addestramento delle abilità motorie. Blume aveva ritenuto che ogni capacità contenesse un aspetto generale ed uno speciale. Questa sua classificazione ha consentito di 8 eliminare molte contraddizioni e può essere considerata come un punto di partenza; egli afferma che le capacità coordinative sono dei presupposti della prestazione motoria di un soggetto, determinati prevalentemente dai processi di controllo del movimento, che rendono un soggetto più o meno capace di esercitare con successo determinate attività motorie e sportive. Le capacità coordinative comprendono la possibilità di apprendere relativamente presto i movimenti e di controllare con sicurezza ed efficacia le azioni motorie sia nelle situazioni previste, come in quelle impreviste . Uno scarso livello delle capacità coordinative provoca un rallentamento nello sviluppo (Blume). Le capacità coordinative sono deputate al controllo e alla regolazione del movimento (Bernstein 1987, Meinel 1987, Schnabel 1984). Anche le ricerche del Coni hanno fornito alcuni risultati nell’area coordinativa (Merni, Manno, 1984). Lo sviluppo delle capacità coordinative è strettamente legato alle abilità motorie: il livello delle capacità coordinative determina lo sviluppo delle abilità motorie. L'apprendimento di un gesto sportivo viene facilitato dalla presenza in memoria di un ricco bagaglio di precedenti coordinazioni acquisite. Quindi destrezza è la capacità di: □ coordinare movimenti precisi □ apprendere facilmente e rapidamente nuovi movimenti □ adattare velocemente le precedenti esperienze motorie a nuove situazioni. 9 Pertanto un buon livello di capacità coordinative consente di esprimere in maniera efficace le doti di forza, resistenza e rapidità e rendere il gesto più efficace ed energeticamente più economico. Le capacità coordinative dipendono dal sistema nervoso centrale e dall’efficienza di quest’ultimo nel saper elaborare risposte pertinenti alle informazioni relative nell’ambiente esterno ed interno al soggetto. Queste capacità sono definite “Sensopercettive” proprio perché mettono in rapporto l’individuo con l’ambiente esterno e con se stesso. Le informazioni che provengono dall’interno dell’individuo, relative ad esempio all’intensità di contrazione-allungamento dei muscoli, alla velocità di stiramento-accorciamento dei tendini, vengono definite “Propriocettive”; le informazioni che provengono dall’ambiente esterno all’individuo, relative a forme, colori, suoni, movimenti, sensazioni tattili, ecc., si definiscono “Esterocettive”. Gli stimoli o informazioni, eccitano uno degli organi recettori, quali l’udito, la vista, il tatto, l’olfatto, di neurone in neurone il flusso di eccitazione giunge al midollo spinale ed al cervello, il quale tramite le vie efferenti coordina i vari compartimenti di risposta. Nei centri superiori la sensazione, divenendo consapevole, si trasforma in percezione. A livello di corteccia cerebrale cioè la sensazione acquisisce un significato. Affinché ciò avvenga è necessaria una integrità degli organi di senso ed una organizzazione mentale delle sensazioni. Avremo quindi le seguenti capacità sensopercettive: Formattati: Elenchi puntati e numerati • Discriminazione visiva • Discriminazione uditiva 10 • Discriminazione tattile • Discriminazione somatognosica • Discriminazione olfattiva • Discriminazione gustativa Gli analizzatori che sono deputati ad ottenere tali discriminazioni sensoriali sono: - Analizzatore tattile: è la cute del corpo che ci informa sulla zona e sulla entità della pressione su di essa. L’analizzatore permette di riconoscere la natura di una superficie ed è quindi indispensabile per ottenere prese o impugnature corrette (di un pallone, della racchetta), ci fornisce anche le sensazioni relative allo scivolamento ed all’avanzamento in acqua, indispensabili per ottenere, nel nuoto e nelle discipline affini, una tecnica corretta ed economica. - Analizzatore visivo: sono gli occhi che raccolgono le immagini dello spazio in cui ci si muove. Assume importanza primaria nei processi di apprendimento, in quanto rende possibile l’utilizzo di un modello esterno o di una dimostrazione e permette di ricevere informazioni, non soltanto dai propri movimenti, ma anche da quelli altrui. E’ il primo analizzatore che interviene durante l’apprendimento di un nuovo movimento, seguito poi dall’analizzatore acustico e cinestesico, le cui informazioni non raggiungono, nelle prime fasi di apprendimento, un livello cosciente e quindi utili alla coordinazione motoria del gesto. L’analizzatore visivo ci fornisce informazioni dirette relative alla posizione iniziale e finale del movimento e al decorso dello stesso. 11 La coordinazione risulta più difficile se il movimento non può essere eseguito sotto il diretto controllo ottico. Tale analizzatore ci fornisce, inoltre, informazioni indirette, che si riferiscono alla posizione del corpo rispetto allo spazio ed agli attrezzi che lo circondano (canestro nel basket, rete nella pallavolo). Un ruolo importante viene svolto inoltre, dalla “visione periferica”, che permette di assumere informazioni da ciò che avviene ai margini del nostro campo visivo; anche se questo genere di segnali ci arrivano sfocati ed imprecisi è stato dimostrato che vengono tutti elaborati a livello corticale. - Analizzatore vestibolare: è la parte interna dell’orecchio che ci informa sulle accelerazioni e sulle posizioni del corpo rispetto ai piani dello spazio (i canali semicircolari per la accelerazione angolare, l’utricolo e il sacculo per la accelerazione lineare); invia continuamente le informazioni relative alla posizione del capo nello spazio, alla direzione dei movimenti ed Alle accelerazioni positive o negative, angolari o lineari che il capo e conseguentemente il corpo in toto ricevono. Assieme all’analizzatore cinestesico, tattile, visivo, l’analizzatore vestibolare ha importanza fondamentale nell’orientamento spaziale; sembra infatti che alcuni segnali di disturbo di origine vestibolare interferiscano negativamente sulla coordinazione motoria, rendendola più difficile e complessa. - Analizzatore acustico: è l’orecchio nella sua funzione di percezione dei rumori. Ci fornisce informazioni di due tipi: la prima avviene attraverso il sistema verbale, che ha lo scopo di riunire e sintetizzare le informazioni ottenute dagli altri analizzatori, codificandole in maniera unificata e 12 semplificata; l’altro tipo di informazione è costituito dall’insieme dei segnali acustici prodotti dal movimento. - Analizzatore cinestesico: sono i fusi neuromuscolari e i corpuscoli del Golgi che permettono la percezione della entità tensiva dei muscoli e della loro modulazione. Le informazioni da parte degli analizzatori sono indispensabili alla realizzazione dei processi nervosi. Questo analizzatore è costituito dai propriocettori, posti nell’apparato locomotore, che sono in grado di segnalare immediatamente ai centri superiori le modificazioni che avvengono a livello muscolare, tendineo, legamentoso ed articolare, durante il movimento. Caratteristica è l’elevata capacità di differenziazione degli stimoli, perciò molto importante nella percezione spaziale e temporale del movimento. Questo analizzatore interviene in ogni momento poichè controlla il movimento e le posizioni di tutte le parti del corpo. Per analizzatore s’intende l’insieme del recettore, della fibra nervosa afferente, dei centri sensoriali e della porzione specifica della corteccia cerebrale ; l’analizzatore costituisce quindi una parte del sistema sensoriale. Gli analizzatori sopra menzionati interagiscono e si completano nel determinare i processi di controllo e di regolazione dei gesti motori, anche se partecipano in percentuali diverse all’informazione relativa al decorso del movimento. L’addestramento delle capacità coordinative non viene valutato univocamente nella realizzazione pratica dell’allenamento, perché la sollecitazione coordinativa è diversa da sport a sport. 13 Nell’allenamento giovanile l’addestramento delle capacità coordinative deve essere caratterizzato da una pluralità di movimenti che và oltre il singolo sport e che deve comprendere la capacità di apprendere i movimenti rapidamente, di saperli adattare alla situazione, essere abili, rapidi, destri. Un comportamento motorio è efficace quando è adeguato alla situazione si basa su esperienze e su capacità di prestazione coordinativa generale. L’addestramento delle capacità coordinative deve possedere alcune caratteristiche e contenuti: □ nell’allenamento infantile deve essere una offerta multilaterale e integrativa di movimenti, oltre ad indirizzare il soggetto verso lo sport specifico. □ nell’allenamento tecnico di completamento, deve addestrare in modo particolare la capacità coordinativa dominante in base alla disciplina prescelta. □ nell’allenamento di altri sport deve offrire delle basi ottimali oltre ovviamente alla disciplina prescelta. Pur nell’unitarietà del processo coordinativo, Blume (1965), aveva ritenuto che ogni capacità contenesse un aspetto generale ed uno specifico: le capacità coordinative generali si configurano come sintesi delle operazioni di regolazione insite in qualunque atto motorio. Fanno parte delle capacità coordinative generali: □ Capacità di apprendimento motorio, che permette di costruire, precisare ed acquisire movimenti e programmi motori, in rapporto alla continua esercitazione. 14 Formattati: Elenchi puntati e numerati □ Capacità di controllo motorio, cioè capacità di controllare i movimenti secondo lo scopo previsto, cioè di raggiungere il risultato programmato. □ Capacità di adattamento e trasformazione dei movimenti, relativa alla possibilità di apportare adeguate modifiche al programma motorio prefissato, in rapporto alle condizioni esterne che mutano continuamente. Le suddette capacità sono state definite come “interdipendenti tra loro” e in stretta relazione con la costruzione delle abilità motorie (Meinel, Schnabel, 1984). All’interno del vasto modello della coordinazione dei movimenti, viene considerato una serie di capacità motorie di tipo coordinativo, definite “speciali” (Meinel, Blume,1980), capacità in grado di rispondere per l’appunto alle richieste più speciali (Meinel K., teoria del movimento, S.S.S. Roma, 1980). Le capacità coordinative speciali si distinguono da quelle generali per la forma che assumono le loro singole componenti e caratteristiche, necessarie nelle diverse attività . Tra le capacità coordinative speciali ritroviamo: □ Capacità di equilibrio □ Combinazione motoria □ Capacità di orientamento □ Differenziazione spazio-temporale □ Differenziazione dinamica □ Anticipazione motoria □ Fantasia motoria 15 2. La Rapidità e la Velocità Si intende per RAPIDITA' la capacità di eseguire azioni motorie in un tempo minimo e senza produzione di affaticamento. ( Beraldo S., 1990). Il termine RAPIDITA' definisce la pura esecuzione del gesto, mentre la VELOCITA' indica lo spostamento dell'intero corpo. Pertanto la rapidità è una proprietà generale del sistema nervoso, mentre la velocità è una funzione della rapidità, della forza rapida, della resistenza e della coordinazione ottimale dei movimenti in relazione all'ambiente esterno in cui si svolge l'azione. La velocità è condizionata dallo sviluppo motorio di ogni individuo ed in particolare dalla sua maturazione fisiologica. La sua “Fase Sensibile”, cioè il periodo in cui una capacità è più soggetta a miglioramento, và dai 7 ai 12 anni, visto che i soggetti in età giovanile, dal punto di vista del metabolismo energetico, sono adatti a sostenere attività fisiche brevi ma intense, cioè sforzi che chiamano in causa il meccanismo anaerobico-alattacido. La rapidità è caratterizzata per la bassa allenabilità (20% massimo) e dall’assenza di un sistema atto ad esprimerla; inoltre questa capacità deve essere allenata in assenza di fatica (Barigelli, Teoria e metodologia dell’allenamento). Durante il periodo dell'adolescenza, poi, la velocità subisce un incremento naturale che è dovuto all'aumento della forza. 16 Per quanto riguarda le forme specifiche di velocità, bisogna ricordare che la velocità delle reazioni motorie aumenta maggiormente tra i 18 e i 25 anni senza particolari differenza tra maschi e femmine e diminuisce con l'età; la velocità di movimento (velocità di esecuzione più velocità di spostamento), invece, registra il massimo sviluppo dagli 8 ai 12-13 anni. Questo vuol dire che si può essere veloci nelle reazioni ma relativamente lenti nel movimento e viceversa. La rapidità dipende essenzialmente dalla: □ ottimale frequenza degli stimoli nervosi ed attivazione di un elevato numero di fibre muscolari a contrazione rapida; □ possibilità di rapido utilizzo dei substrati energetici; □ velocità di contrazione delle fibre; □ grado di automazione del gesto; □ equilibrio di forza del muscolo; □ ottimale decontrazione dei muscoli antagonisti. L'estrinsecazione della rapidità prevede una sequenza di interventi ed espressioni: 1) RAPIDITA' DI REAZIONE: discriminazione centrale ed elaborazione di risposta adeguata. Quindi capacità di iniziare una risposta motoria più rapidamente possibile, dopo aver ricevuto uno stimolo percettivo. Tale capacità dovrebbe essere allenata già intorno ai 6/7 anni fino agli 11/12. 17 2) RAPIDITA' DI AZIONE: segue la fase di reazione per costruire rapidamente un singolo gesto intenzionale nella sua globalità. In questo tipo di rapidità rientrano sia il tempo necessario per i processi cognitivi sia quello necessario all’esecuzione dell’azione stessa. 3) FREQUENZA DEI MOVIMENTI: la rapidità può esprimersi come rapidità di azione nel gesto singolo o frequenza dei movimenti nei gesti ciclici. 4) AMPIEZZA DEI MOVIMENTI: la velocità più elevata si raggiunge verso la fine dell'escursione articolare, pertanto i movimenti rapidi devono essere sufficientemente ampi ( Beraldo S. 1990). La rapidità è determinata da fattori biologici che hanno scarse possibilità di essere allenati in quanto il loro potenziale di sviluppo è limitato e si stabilizzano molto precocemente. Altri limiti sono determinati, da processi di regolazione e controllo neuronale e di natura centrale; la velocità di conduzione dello stimolo sulle vie nervose afferenti ed efferenti sembra sia influenzabile solo in modo limitato. Un presupposto importante per prestazioni di rapidità notevoli è una percentuale elevata di fibre muscolari a contrazione rapida insieme ad un adeguato sviluppo delle capacità di forza muscolare. 18 3. La valutazione motoria ed attitudinale Che cos’è la valutazione? La valutazione può essere definita come l’arte del giudicare scientificamente, applicata ad alcuni aspetti, qualità o caratteristiche universalmente riconosciute secondo standard predeterminati (Verducci, 1980). La valutazione motoria ed attitudinale dell’atleta consiste nell’indagine, attraverso una serie di test, dei fattori fisiologici che determinano la prestazione fisica e sportiva. Come la diagnosi di una patologia richiede l’esecuzione di alcuni esami (come per es. la radiografia, gli esami del sangue, etc..) esistono altri "esami" utili per la valutazione di tutti quei fattori fisiologici che sono alla base della performance sportiva. Seppure con caratteristiche del tutto diverse, questi test non prescindono da quelli che sono gli esami per l’idoneità sportiva: perché se da una parte la valutazione motoria ed attitudinale permette una determinazione del livello individuale di preparazione atletica, nella visita medico-sportiva viene ricercata la presenza di patologie e dimostrata una capacità generica dell’organismo (in particolare dell’apparato cardiovascolare) di eseguire senza rischi attività sportiva. Quindi, condizione necessaria perché avvenga la valutazione motoria ed attitudinale è l’assenza di controindicazioni cliniche alla pratica della attività sportiva. 19 A cosa serve esattamente la valutazione motoria ed attitudinale? La valutazione motoria ed attitudinale permette di programmare in modo preciso l'allenamento ottimizzando la prestazione ed evitando il pericolo del superallenamento come anche il calo della performance. Nel caso di giovani atleti può essere molto utile per indicare il tipo di sport più adatto e l’individuazione dei "talenti". In altri casi può servire a strutturare un modello di allenamento e / o per "modulare" i carichi di lavoro durante le varie fasi dell'allenamento. La valutazione motoria serve a: □ Individuare gli obiettivi □ Scegliere i metodi di valutazione □ Acquisire un complesso di dati quantitativi e qualitativi □ Costituisce un supporto metodologico per chi opera con le fasce giovanili rendendo possibile una maggiore diffusione didattica. □ Predire la prestazione futura, favorendo l’orientamento verso forme motorie più adatte. □ Modificare la programmazione a breve, media o lunga scadenza. □ Verificare lo sviluppo di abilità o capacità, determinando gli incrementi che si manifestano nel corso dell’itinerario didattico. 20 Quando si esegue la valutazione motoria ed attitudinale? Nella fase iniziale: al primo rapporto con l’atleta al fine di conoscerlo (capire che soggetto si ha di fronte, che potenzialità esistono e come si può aiutarlo per migliorare le sue caratteristiche); nell’arco della stagione per controllare gli effetti dell’allenamento; altre volte la valutazione funzionale viene fatta per motivare un atleta, elevando i suoi livelli di autostima. Come si realizza la valutazione motoria ed attitudinale? Essa si realizza individuando le finalità educative e gli obiettivi, attraverso test motori e prove criteriali e di verifica. E’ un processo didattico che implica un confronto tra i dati rilevati e i dati attesi. In passato la valutazione consisteva solo nel rilevare aspetti di tipo quantitativo, oggi invece, si è capita l’importanza di valutare anche e soprattutto gli aspetti qualitativi, ossia la coordinazione e la percezione. Perché valutare in educazione fisica, motoria e sportiva? La prestazione deve essere oggetto di una adeguata diagnosi, cioè un “accertamento delle capacità di prestazione di partenza, mediante rilevazione e giudizio dei parametri relativi alla prestazione” (Thiess, 1978). La diagnosi dello sviluppo avviene analogamente e in dipendenza da quella sulla prestazione. E’ molto importante nell’attività motoria osservare il grado con cui si sviluppa la capacità di apprendere determinate azioni motorie, e quindi di migliorare certe prestazioni. 21 Applicando la valutazione in rilevamenti successivi si ottiene una curva dello sviluppo motorio individuale che è uno strumento utile per dare giudizi più oggettivi. È importante valutare: □ Per conoscere gli apprendimenti d’ingresso dell’allievo, accertandone i suoi requisiti di tipo motorio □ Per determinare le differenze inter-individuali □ Per motivare gli allievi all’apprendimento □ Per apprezzare i risultati dell’insegnamento □ Per controllare la validità delle opzioni pedagogico-didattiche I metodi della valutazione Le principali metodologie in ambito valutativo possono essere sintetizzate in: □ Osservazioni sistematiche □ Test motori □ Prove strutturate di conoscenza □ Scout 22 3.1 La valutazione nell’età evolutiva Il test motorio è definito come” procedimento standardizzato per la misurazione e l’analisi” (Meining, 1975), ovvero “una procedura standardizzata di misurazione e di esame che serve ad acquisire dati obiettivi su circostanze rilevanti per la diagnosi della prestazione e per la metodologia dell’ allenamento, attraverso l’impiego di compiti motori sportivi” (Harre, 1982). I test motori sono degli strumenti oggettivi di conoscenza che servono a controllare gli aspetti quantitativi del movimento. Sono oggettivi perciò non influenzabili dal rilevatore e risultano validi solo quando verificano quello che si può veramente valutare. Il test motorio rappresenta, per l’allenatore, sicuramente uno strumento capace di dare le informazioni sulle capacità e sullo sviluppo motorio di ogni suo allievo. Una batteria di test, opportunamente tarata e standardizzata, può dare delle informazioni valide ed obiettive, in modo rapido e facilmente interpretabile, sintetico ma completo. L’osservazione sistematica rappresenta la rilevazione su base qualitativa di dati relativi alle capacità coordinative, e fornisce un quadro abbastanza attendibile del processo di apprendimento motorio relativo a ciascun alunno. Dalla lettura dei grafici dei risultati relativi a test e prove criteriali, è possibile rilevare e quantificare le differenze tra i due sessi e, nell’ambito 23 dello stesso sesso, le variazioni che questi può subire nel corso del proprio sviluppo; per ogni singolo alunno risultano poi del tutto evidenti i cambiamenti, rilevati nel corso degli anni. 3.2 Caratteristiche dei test motori Attraverso i test motori possiamo misurare il livello di diverse capacità motorie quali la forza, la rapidità, la resistenza; le prove criteriali forniscono dati utili il monitoraggio delle abilità motorie Essendo di fatto impossibile misurare tali abilità, si ricorre all’utilizzo di indicatori cioè ad elementi concretamente misurabili che ne “indicano” le fasi evolutive. Per valutare le capacità di un soggetto solitamente non si ricorre ad un test unico ed omnicomprensivo (del resto non approntabile), ma ad una batteria di test che misurando le diverse capacità motorie possa fornire una valutazione allo stesso tempo sintetica ed analitica ( in quanto ogni test specifico concorre alla valutazione complessiva). L'affidabilità di un test motorio dipende da diversi fattori, quali la strutturazione del test e le diverse modalità di somministrazione e di misurazione. I test motori devono possedere le seguenti caratteristiche : ¾ STANDARDIZZAZIONE ¾ VALIDITA' ¾ OGGETTIVITA' ¾ ATTENDIBILITA' 24 ¾ SELETTIVITA' a) STANDARDIZZAZIONE Affinché le prove di ogni soggetto di un gruppo o di gruppi diversi possano essere fra loro comparate il test deve essere standardizzato, cioè le modalità di spiegazione, esecuzione e misurazione della prova devono essere uniformi e costanti per tutti i rilevamenti. Tale standardizzazione deve riguardare : − Materiali utilizzati per l'esecuzione e la misurazione. − Modalità di preparazione della prova, particolarmente legate alla fase di "riscaldamento" che precede il test. − Modalità di spiegazione dell'effettuazione della prova. − Controllo del rilevatore sulla correttezza dell'esecuzione della prova. − Modalità di misurazione della prova. − Aspetti motivazionali b) VALIDITA' Un test è valido quando attraverso di esso riusciamo ad esprimere una misurazione della capacità motoria, che effettivamente vogliamo misurare. La misura fornita con un test deve fornire un’informazione corrispondente agli aspetti che i suoi obiettivi vogliono raggiungere. Il test non è altro che un indicatore del parametro che vogliamo misurare ed in tal senso è importante che l'indicatore sia valido e pertinente al parametro a cui si riferisce. 25 Ad esempio il test di Abalakov, in cui viene misurata l'elevazione da fermo di un soggetto, è un test che misura il livello di Forza Rapida ma tale misurazione è solo indiretta, cioè l'altezza raggiunta è un indicatore, in questo caso valido, del livello di forza rapida ma non è la forza rapida stessa. c) OGGETTIVITA' Si riferisce al grado di concordanza e uniformità con cui diversi osservatori attribuiscono un valore ad una prova. Naturalmente esso dipende in massima parte dal metodo di misurazione della prova (ad esempio un cronometraggio manuale non avrà sicuramente la stessa oggettività di uno elettronico), ma anche dal comportamento del rilevatore e dal grado di standardizzazione del test, o meglio dall'applicazione precisa da parte del rilevatore dei vari aspetti della standardizzazione della prova. d) ATTENDIBILITA' (Reliability) Un test è tanto più attendibile quanto più lo stesso soggetto, in uguali condizioni, esprime la stessa prestazione, cioè a parità di condizioni la misurazione rimane costante. La costanza dell’oggetto da misurare è un elemento fondamentale che fornisce attendibilità ai risultati delle osservazioni sperimentali. Ma l’uomo è soggetto a continui mutamenti nel tempo per cui la costanza dell’oggetto da studiare in questo caso viene meno. Questo inconveniente può essere superato a condizione che il soggetto affronti in ciascuna occasione il test nelle medesime condizioni; per valutare adeguatamente questo occorre, dunque, conoscere e valutare quantitativamente gli effetti 26 derivanti da un carico di lavoro ed i tempi di recupero necessari a metabolizzarli completamente. La successione dei test gli intervalli di tempo fra ciascuno sono stati precisati tenendo conto delle esigenze varie. I difetti di attendibilità riguardano in genere l'aspetto esecutivo della prova e per questo i fattori che la producano possono essere innumerevoli, solitamente i test che misurano le capacità di coordinazione motoria e le abilità motorie presentano livelli di attendibilità inferiori a quelli che misurano aspetti fisiologici e muscolari della motricità, in altri termini gli aspetti coordinativi del movimento sono solitamente più instabili di quelli condizionali. Il coefficiente di attendibilità di un test può essere rilevato attraverso il cosiddetto Retest, cioè una ripetizione della prova, oppure (quando possibile) dalla comparazione fra le varie prove dello stesso test nel caso che questo venga eseguito su più tentativi. L’attendibilità è stata, quindi, verificata attraverso il metodoTestRetest, che si realizza con il calcolo della correlazione tra i risultati di due successive somministrazioni dello stesso test, sugli stessi soggetti. Purtroppo molti test non possono essere eseguiti su più prove e l'intervallo di tempo che intercorre può avere un effetto assai influente sul risultato, per i processi di apprendimento e/o adattamento fisiologico che si sono nel frattempo sviluppati. e) SELETTIVITA' Un indicatore è selettivo quanto più riesce a discriminare il livello di capacità dei vari soggetti componenti il gruppo. Tale capacità 27 discriminante dipende in massima parte dall'approssimazione più o meno accentuata della misurazione (ad esempio cronometrare al centesimo di secondo anziché al decimo), ma è facile cadere in errori di misurazione quando il livello di discriminazione sia troppo spinto in relazione agli strumenti utilizzati. L’immissione dei dati, attraverso un software, consente di norma una discriminazione pari od appena superiore a quella della attuale consuetudine nella pratica di campo. I test possono essere di due tipi : ¾ TEST GENERALI Tali test rappresentano indicatori di Capacità Condizionali e/o Coordinative ed Abilità che hanno valenza trasversale rispetto a diversi ambiti di discipline sportive. Tali test vengono forniti a tutti gli utenti sia in ambito sportivo che scolastico. ¾ TEST SPECIFICI Si definiscono tali in relazione alla loro specificità nei confronti di una disciplina sportiva e solitamente sono indicatori di aspetti delle abilità specifiche dello sport in questione. 28 4. Gli effetti del training coordinativo sulle capacità di velocità 4.1 Scelta del quadro di riferimento Il rapporto esistente tra capacità condizionali e capacità coordinative è un tema che sta appassionando studiosi e ricercatori da circa quindici anni (Manno R., 1993; Sannicandro I., 2004). In modo particolare, la ricerca sta tentando di individuare i legami tra capacità motorie e abilità motorie (Colella D., 2004; Donati A. ed altri, 1998). La reciproca influenza di capacità e abilità motorie pone l’interrogativo circa la corretta metodologia da adottare e circa l’opportunità dei contenuti da selezionare. In tutte le rappresentazioni del modello di coordinazione motoria è contenuto il concetto fondamentale che i programmi di controllo motorio, precedentemente immagazzinati nella memoria, prendano parte alla realizzazione dei processi mentali (Martin ed altri ,1997). Tale legame funzionale diventa ancora più stretto laddove si fa riferimento al rapporto tra coordinazione e tecnica, intendendo, con questo termine, la disponibilità di abilità motorie generali e specifiche. Dal punto di vista funzionale i rapporti esistenti tra coordinazione e capacità di velocità sono sostanziati dall’intervento e dal ruolo del cervelletto, il quale si pensa essere responsabile dei movimenti rapidi e precisi (Martin et al. 1997); soprattutto in fase di programmazione del movimento (Lehnertz, 1986). 29 I raccordi funzionali tra capacità coordinative e capacità di velocità sono evidenziati ancor più efficacemente dalle richieste di coordinazione intramuscolare ed intermuscolare che si verificano nel corso di una prestazione in cui è necessario che il soggetto risulti rapido e preciso (Schnabel et al. 1998). Se l’incremento di una performance è soprattutto inteso come soddisfacimento di richieste motorie definibili come un insieme di compiti e condizioni di realizzazione, è opportuno chiedersi quale può essere il percorso operativo che conduce a tale risultato. L’incremento della capacità di prestazione passa, infatti, attraverso l’aumento della specificità, della complessità e della rapidità delle “disponibilità” coordinative legate alla gestualità richiesta dal compito motorio (Schnabel et al. , 1998). In conclusione dei criteri che determinano la modulazione del carico è opportuno, pertanto, che i compiti coordinativi rispondano ad alcuni parametri: □ incremento della precisione esecutiva; □ incremento della precisione temporale; □ incremento della complessità; □ incremento della esecutive. (da Schnabel et al.1998). 30 variabilità delle condizioni 4.2 Ipotesi della ricerca lo scopo principale di tale ricerca è quello di individuare i legami funzionali tra differenti capacità motorie; in particolare , si è voluto verificare se il training, condotto sollecitando alcune capacità coordinative e tennistiche, possa influenzare i valori di velocità espressi mediante corse in linea e con cambi di direzione. 4.3 Campione Lo studio è stato condotto su un campione di tennisti maschi under 16 suddivisi in due gruppi: un gruppo sperimentale (GS), al quale appartenevano 18 ragazzi, e un gruppo di controllo (GC), costituito da 16 ragazzi. Entrambe i gruppi sono stati sottoposti a test iniziali e finali. Il gruppo sperimentale (GS) era formato da tennisti under 16 di livello medio facenti parte della scuola tennis dell’Accademia della S.G. Angiulli di Bari, e ha presentato i valori relativamente a peso e statura di 63,2 Kg ± 8,51 e di 176 cm ±7. Questo gruppo ha condotto per l’arco dei due mesi estivi un training specifico basato sulle capacità coordinative. Il gruppo di controllo (GC) era costituito da tennisti under 16 di buon livello , con valori di peso e statura di 62,3 Kg±7,00 e 173 cm±6 ,appartenenti al team regionale pugliese i quali hanno partecipato nei due mesi estivi alla normale attività presso i rispettivi circoli, senza sottoporsi a particolari training. 31 I partecipanti sono stati informati delle finalità relative allo studio condotto. 4.4 Materiali e metodi Metodo Per la valutazione delle capacità motorie, sono stati somministrati i seguenti test: Test dei 10 metri Obiettivo: valutare la capacità di accelerazione. Materiale: cronometro, palestra. Descrizione: il soggetto esegue uno sprint di dieci metri, con partenza da fermo. Misurazione: viene rilevato il tempo che il soggetto impiega ad effettuare l’intero tragitto. Test dei 20 metri Obiettivo: valutare la capacità di accelerazione. Materiale: cronometro, palestra. Descrizione: il soggetto esegue uno sprint di venti metri, con partenza da fermo. Misurazione: viene rilevato il tempo che il soggetto impiega ad effettuare l’intero tragitto. Test di corsa a slalom Obiettivo : valutare la velocità nella gestualità specifica. Materiale : cronometro e coni. 32 Descrizione: il soggetto con partenza da fermo, esegue una corsa a slalom tra quattro coni, posti a 2,5 metri di distanza, aggira l’ultimo e ritorna alla linea di partenza eseguendo il percorso a ritroso ( totale 10 m + 10 m ). Misurazione: viene rivelato il tempo con cui l’allievo riesce a compiere correttamente l’intero percorso assegnato. Test di Foran dei 18 metri Obiettivo: valutare la capacità di accelerazione negli spostamenti con cambi di direzione. Materiale: cronometro, coni, campo di pallavolo. Descrizione: il soggetto percorre una distanza pari a 18,54 metri nella metà campo di pallavolo. L’esaminato esegue una corsa veloce partendo esattamente da metà campo per 4,57 metri, poi prosegue in diagonale fino sotto rete per 9 metri, e infine ancora per 4,57 metri . Misurazione: viene rilevato il tempo che il soggetto impiega ad effettuare l’intero tragitto. Il soggetto, durante il tragitto, corre sempre in avanti. T-Test ( Semenick ) Obiettivo: indagare sulla capacità di velocità specifica dei giochi sportivi. Il test misura la capacità di spostamento nelle quattro direzioni spaziali e l’abilità nell’eseguire i cambi di direzione e senso. Materiale: 3 coni, cronometro, palestra. Numero di prove: due, di cui si è valutata la migliore. Descrizione : il soggetto - corre in avanti per 9,14 metri 33 - esegue una traslazione laterale per 4,57 metri - inverte il senso traslocando per 9,14 metri - inverte nuovamente il senso per altri 4,57 metri - corre indietro fino all’arrivo per 9,14 metri Misurazione: si registra il tempo necessario a concludere il compito. Test di Tapping da seduto arti inferiori Obiettivo: espressione rapida della forza, valutazione della velocità ciclica degli arti inferiori ( distretto gamba – piede) Capacità motorie dominanti: rapidità - ritmizzazione Materiale: - Una sedia alta 40 cm - Cronometro manuale - Tavoletta di 30 x 10 x 1 cm fissata con nastro adesivo. Descrizione: Il soggetto, seduto sulla sedia, pone il piede a fianco della tavoletta dalla parte preferita, mantenendo l’ angolo cosciagamba a circa 90°. Al via inizia a muovere il piede toccando rapidamente il terreno ai lati della tavoletta, per 40 volte. La prova viene effettuata una prima volta col piede preferito poi con l'altro. Al soggetto è stato consentito di tenersi con le mani al sedile. Non è stato consentito di toccare la tavoletta. Misurazione: si registra il tempo necessario a concludere il compito. Test di corsa calciata dietro sul posto Obiettivo: valutare l’espressione rapida della forza, la velocità degli arti inferiori con particolare riferimento ai muscoli flessori della gamba sulla coscia. 34 Materiale: cronometro manuale, spalliera. Descrizione: il soggetto, in piedi di fronte alla spalliera o ad altro appoggio idoneo, impugna il grado all’altezza delle spalle con le braccia distese; i piedi sfiorano con la punta la linea segnata sul pavimento a 50 cm dalla spalliera. Al via esegue la corsa calciata dietro sul posto, toccando i glutei con i talloni e, senza superare la linea tracciata a terra, effettua 40 movimenti più rapidamente possibile. Misurazione : si rileva il tempo impiegato, facendo partire il cronometro nel momento in cui inizia il primo movimento. Ogni movimento inizia quando il piede abbandona il suolo e termina quando, dopo aver toccato il gluteo, riprende contatto a terra. N.B.Nell’esecuzione di tutti i test, l’atleta parte quando lo decide ed il cronometro viene fatto partire quando egli stacca il primo piede dal terreno. 4.5 Protocollo Il monitoraggio delle capacità motorie è avvenuto prima e dopo i 60 giorni di training. Il primo obiettivo è stato quello di verificare le capacità iniziali o d’ingresso di entrambe i gruppi, sperimentale e di controllo, attraverso dei Test iniziali. Successivamente per il GS si è proceduto con la programmazione, in base alle capacità e alle caratteristiche degli allievi, di attività didattiche di carattere coordinativo, secondo precisi obiettivi. Nel GC invece, non è stato previsto alcun tipo di training specifico e protratto nel tempo; il GC, 35 composto da tennisti di livello superiore rispetto al GS, ha svolto la l’ordinaria attività di allenamento nei rispettivi circoli di appartenenza. L’ultima fase della sperimentazione è stata quella del Retest, effettuata dopo 60 giorni , dove sono stati riproposti i medesimi test iniziali ai due gruppi, sperimentale e di controllo. La sperimentazione ha previsto, nel gruppo sperimentale, le seguenti unità didattiche relative alle capacità coordinative speciali: Orientamento spaziale : sei ore di allenamento Reazione complessa : otto ore di allenamento Combinazione motoria : otto ore di allenamento Ritmo : cinque ore di allenamento 4.6 Training adottato nel GS 1) Orientamento spaziale Contenuti: - lancio della palla con due mani - combinazioni corsa-salto - corse con ostacoli a distanze differenti - uso di tecniche di corsa e salto diverse. - esercizi ci di corsa, salti e lanci a differenti intensità - colpire un bersaglio in movimento 36 - eseguire un giro e una capovolta e lanciare un pallone a due mani - lanciare un pallone da pallavolo in alto, effettuare un giro sul proprio asse longitudinale e recuperarlo prima che cada - colpire di diritto e di rovescio frontalmente, di fianco e girati - giocare delle voleè da seduti , distesi, tuffandosi - intercettare la palla data dal maestro, stopparla e colpire dopo un rimbalzo - colpire la palla dopo una corsa a slalom all’indietro Giochi: 1. Schiva Palloni o Palla Avvelenata Gli allievi sono divisi in due squadre. Una squadra è situata dentro ad una circonferenza descritta sul campo e l'altra all'esterno. I ragazzi all'esterno sono in possesso di una palla con la quale devono colpire, attraverso continui lanci gli avversari all'interno. Chi viene colpito è eliminato. Vince la squadra che elimina gli avversari nel minor tempo. Come variante si può utilizzare anche più di una palla. 2. Il bowling Vengono formate delle squadre di 4/5 ragazzi. Davanti ad ogni squadra vengono posti ad una distanza di circa 10 metri, 6 coni 37 disposti a triangolo. Ogni ragazzo con la racchetta colpisce la palla data dal maestro cercando di abbattere più bersagli. A punti. 2) Reazione complessa Contenuti: - variazioni di velocità nella corsa, in base ad una ritmica scandita con il battito delle mani - rincorse per i salti e lancio della palla - balzi progressivi - partenze a comando da varie posizioni (posizione supina, prona, in massima raccolta ) - partenze da varie posizioni e vari stimoli acustici - a comando del maestro colpire la palla con la racchetta al volo o a rimbalzo - palleggiare contemporaneamente con due palline - colpire di diritto e di rovescio partendo di scatto da diverse posizioni ( seduti, supini, proni, ecc. ) - intercettare palle lanciate dal maestro posto dietro l’allievo, contro un muro - a rete evitare o colpire palle lanciate dal maestro a seconda del comando verbale 38 Giochi: 1. Scambio delle Tane Sul campo vengono collocati dei cerchi in ordine sparso. I cerchi sono occupati da alcuni alunni le "lepri", mentre altri alunni con funzione di "cacciatori" si devono muovere nello spazio tra i vari cerchi, cercando di occupare le tane, lasciate vuote dalle lepri, durante lo scambio. 2. Bandierina o ruba bandiera Due squadre poste su due righe contrapposte; ogni squadra è formata da giocatori aventi un numero, i quali una volta chiamati devono correre verso l'istruttore, impossessarsi del fazzoletto (tenuto in mano dall'istruttore) e cercare di riportarlo dietro la propria linea di partenza senza farsi toccare dall'avversario. 3) Combinazione motoria Contenuti: - esecuzione di saltelli con la funicella su due percorsi di 10 metri ciascuno con due tecniche differenti - imitazione dei gesti effettuati dall’istruttore - passo saltellato con circonduzione delle braccia - saltare e lanciare una palla con due mani - corsa in avanti e capovolta 39 - correre e palleggiare una palla da basket - rincorsa e salto in lungo - colpire di diritto e di rovescio saltando - saltare un ostacolo ed effettuare una voleè - servire saltando Giochi: 1. Cinque Passaggi Consecutivi Gli allievi sono suddivisi in due squadre, il gioco viene effettuato usando le mani o i piedi. La squadra che è in possesso di palla deve eseguire cinque passaggi consecutivi, guadagnando così un punto. L'altra squadra deve impedirlo, cercando di intercettare il pallone per effettuare anch'essa i cinque passaggi consecutivi. 4) Ritmo Contenuti: - esecuzione di una corsa sul posto a velocità differenti, in risposta ad una determinata sequenza ritmica - esecuzione di una corsa sul posto a ginocchia alte (Skip) seguendo una sequenza ritmica variata - palleggiare contro il muro con due racchette colpendo in forma alternata - colpire al volo saltando una fune fatta roteare da due allievi 40 - servire dopo più rimbalzi al volo sulla racchetta - correre a diverse velocità in risposta ad una sequenza ritmica - corsa e posizione di massima raccolta ad ogni battuta di mani - corsa ad ostacoli - corsa a slalom tra i coni - corsa sottobraccio ad un compagno Giochi: 1. Percorso Gli alunni effettueranno uno per volta, un percorso costituito da vari attrezzi, tra cui coni, ostacoli, palloni, tappeti, posti a distanze variabili e a difficoltà crescenti. 4.6 Analisi Statistica Per tutte le capacità sottoposte a monitoraggio è stata determinata la statistica descrittiva ( media e deviazione standard ). Si vogliono determinare: Correlazione tra valori dei test e qualificazione tennistica. Correlazione tra risultati dei test di velocità-rapidità e sedute specifiche basate sull’allenamento coordinativo. Il confronto tra le medie e’ stato effettuato mediante t-Test. Il livello di significativita’ e’ stato fissato a p<0,05. 41 4.7 Risultati I due gruppi sottoposti a monitoraggio hanno ottenuto i seguenti risultati: test dei 10 metri Risultati medi del "Test dei 10 metri" 2,2 2 1,8 1,56 1,58 1,7 1,66 Tempo (sec) 1,6 1,4 Test 1,2 1 Retest 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Test GC Test GS Relativamente al test iniziale dei 10 metri, il GC ha evidenziato valori (media ± ds) di 1,56±0,36 sec, il GS i valori medi di 1,66±0,29 sec. Per quanto concerne il retest finale dei 10 metri, il GC ha ottenuto i valori medi di 1,70±0,32 sec, il GS i valori medi di 1,58±0,36 sec. 42 test dei 20 metri Tempo (sec) Risultati medi del "Test dei 20 metri" 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,00 2,76 2,97 2,74 2,63 Test Retest Test GC Test GS Nel test iniziale dei 20 metri, il GC ha ottenuto valori medi di 2,76±0,64 sec, il GS i valori medi di 2,74±0,38 sec. Nel retest dei 20 metri, il GC ha ottenuto valori medi di 2,97±0,56 sec, il GS i valori medi di 2,63±0,40 sec. test corsa a slalom Tempo (sec) Risultati medi del "Test corsa a slalom" 6,60 6,30 6,00 5,70 5,40 5,10 4,80 4,50 4,20 3,90 3,60 3,30 3,00 2,70 2,40 2,10 1,80 1,50 1,20 0,90 0,60 0,30 0,00 5,63 5,42 5,62 5,51 Test Retest Test GC Test GS 43 Nel test iniziale di corsa a slalom, il GC ha ottenuto valori medi di 5,42±0,98 sec, il GS i valori medi di 5,62±0,67 sec; nell’esecuzione di questo test, invece, il GC ha evidenziato una notevole differenza rispetto al GS. Nel retest di corsa a slalom, il GC ha evidenziato i valori di 5,63±0,61 sec, il GS valori medi di 5,51±0,38 sec. test di Foran dei 18 metri Risultati medi del "Test di Foran dei 18 metri" 6,30 6,00 5,70 5,40 Tempo (sec) 5,10 4,80 5,36 5,26 5,28 4,83 4,50 4,20 3,90 3,60 Test 3,30 3,00 2,70 Retest 2,40 2,10 1,80 1,50 1,20 0,90 0,60 0,30 0,00 Test GC Test GS Nel test iniziale di Foran dei 18 metri, il GC ha ottenuto valori medi di 4,83±0,68 sec, il GS i valori medi di 5,36±0,72 sec; anche in questo caso la valutazione iniziale è stata più positiva per il GC. Nel retest di Foran dei 18 metri, il GC ha ottenuto valori medi di 5,26±0,74 sec, il GS valori medi di 5,28±0,70 sec; il GS ha migliorato ma senza far registrare differenze statisticamente significative. 44 T-Test, Semenick Tempo (sec) Risultati medi del "T-Test, Semenick" 12,00 11,50 11,00 10,50 10,00 9,50 9,00 8,50 8,00 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 10,84 9,81 9,70 9,66 Test Retest Test GC Test GS Nel test iniziale di Semenick (T-Test), il GC ha ottenuto i valori medi di 9,70±1,48 sec, il GS i valori medi di 10,84±1,16 sec. Ancora più evidenti risultano i valori ottenuti nell’esecuzione di questo test dal GC, rispetto a quelli ottenuti dal GS. Nel retest di Semenick (T-Test), il GC ha ottenuto i valori medi di 9,81±1,21 sec, il GS i valori medi di 9,66±1,55 sec; anche nel retest finale il GS ha evidenziato tempi significativamente migliori del GC. 45 Test di corsa calciata Tempo (sec) Risultati medi del "Test di corsa calciata" 11,00 10,50 10,00 9,50 9,00 8,50 8,00 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 10,02 9,75 9,56 8,56 Test Retest Test GC Test GS Nel test iniziale di corsa calciata dietro, sul posto, il GC ha ottenuto i valori medi di 9,75±1,31 sec, il GS i valori medi di 9,56±0,93 sec. La valutazione di questo test, invece, ha fatto registrare valori più positivi nel GS, anche se in realtà non statisticamente significativi. Nel retest di corsa calciata dietro sul posto, il GC ha ottenuto i valori medi di 10,02±1,50 sec, il GS i valori medi di 8,56±0,88 sec; il GS nel retest ha fatto registrare risultati migliori e statisticamente significativi. 46 Tapping da seduto arto inferiore destro Risultati medi del "Tapping da seduto arto inferiore destro" 9,50 Tempo (sec) 9,00 8,78 8,55 8,54 8,50 8,11 Test Retest 8,00 7,50 7,00 Test GC Test GS Tapping da seduto arto inferiore sinistro Risultati medi del "Tapping da seduto arto inferiore sinistro" 10,00 Tempo (sec) 9,50 9,33 9,38 9,35 8,80 9,00 Test Retest 8,50 8,00 7,50 Test GC Test GS Nel test iniziale del Tapping da seduto per gli arti inferiori, il GC ha ottenuto con l’arto destro i valori medi di 8,55±1,45 sec, mentre con l’arto 47 sinistro i valori medi di 9,33±1,49 sec; il GS invece, ha ottenuto con l’arto destro i valori medi di 8,54±0,75 sec, mentre con l’arto sinistro i valori medi di 9,35±1,31 sec. Nel retest del Tapping da seduto per gli arti inferiori, il GC ha ottenuto con l’arto destro i valori medi di 8,78±1,61 sec, mentre con l’arto sinistro i valori di 9,58±1,47 sec; il GS invece ha ottenuto con l’arto destro i valori medi di 8,11±0,71 sec, mentre con l’arto sinistro i valori medi di 8,80±1,12 sec. Tutti i valori relativi alle prove effettuate con l’arto destro e sinistro risultano a favore del GS, ma non statisticamente significativi. Per quanto concerne i risultati ottenuti mediante t-Test fissato a p<0,05 ,è emerso che il GS ha ottenuto risultati statisticamente significativi relativamente al test dei 10 metri (p<0,02), al test dei 20 metri (p<0.05), al test di Semenick (p<0.05) e al test di corsa calciata dietro sul posto (p<0.01). Successivamente dal confronto test – retest, riferito al GS sono stati confrontati i risultati ottenuti nelle diverse prove di velocita’;dai risultati e’ emerso che i soggetti del GS hanno ottenuto miglioramenti significativi nel test dei 20 metri (p<0,01) ,nel test dei 10 metri corsa slalom (p<0,05), nel test dei 18 metri di Foran (p<0,02),nel test di Semenick (p<0,01), nel test di corsa calciata dietro sul posto (p<0,01), ed anche nel test di tapping con il piede destro e sinistro (p<0.02). 48 Test GC Media Ds Test GS Media Ds Retest GC Media Ds Retest GS Media Ds Test di Test di Foran corsa a dei 18 metri slalom Tapping da seduto arti inferiori T-Test, Semenick Test di corsa calciata Destra Sinistra 4,83 0,68 9,70 1,48 9,75 1,31 8,55 1,45 9,33 1,49 5,62 0,67 5,36 0,72 10,84 1,16 9,56 0,93 8,54 0,75 9,35 1,31 2,97 0,56 5,63 0,61 5,26 0,74 9,81 1,21 10,02 1,50 8,78 1,61 9,38 1,47 2,63 0,40 5,51 0,38 5,28 0,70 9,66 1,55 8,56 0,88 8,11 0,71 8,80 1,12 Test dei 10 metri Test dei 20 metri 1,56 0,36 2,76 0,64 5,42 0,98 1,66 0,36 2,74 0,38 1,70 0,29 1,58 0,32 TABELLA 1. Sintesi dei valori relativi ai test effettuati nel GC e nel GS. 4.8 Discussione dei risultati La tipologia di training utilizzata ha prodotto differenze significative nell’arco di tempo considerato in relazione ai valori forniti dai test proposti ai due gruppi, sperimentale e di controllo: le differenze così ottenute possono essere attribuite alle costanti esercitazioni, effettuate nel GS, che hanno portato progressivamente, tutti gli allievi, ad ottenere dei miglioramenti e degli adattamenti funzionali a quelli che sono stati i compiti richiesti. Per contro, sono stati riscontrati peggioramenti nei risultati dei retest del GC. Riteniamo che ciò è dovuto soprattutto al fatto che i soggetti, durante il periodo estivo, hanno svolto una maggiore attività agonistica rispetto al 49 GS, e di conseguenza non hanno potuto svolgere in maniera continuativa un training specifico. Dall’osservazione e dalla registrazione dei dati, effettuata sul campione di età compresa tra i 15 ei 16 anni, è emersa una realtà già confermata in letteratura da molti autori; questo orientamento giustifica tale legame funzionale mediante il concetto di “abilità motorie”, che spiegherebbe l’evoluzione prestativa nell’ambito della velocità. E’ vero che le abilità motorie rappresentano le gestualità motorie, che hanno bisogno di esercizio e di ripetizioni continue per essere perfezionate e memorizzate; ma è altrettanto vero che la strutturazione delle abilità passa attraverso la presentazione di compiti motori caratterizzati dai criteri di multilateralità e polivalenza . Le abilità motorie infatti non appaiono come frutto immediato dell’apprendimento, ma piuttosto come un processo di maturazione e di sviluppo psicofisico. La durata della sperimentazione, circoscritta a 60 giorni, è stata determinata anche dall’intento di limitare il più possibile l’influenza della maturazione e dello sviluppo sui risultati rilevati, così come molti Autori hanno già sottolineato (Manno R. et al., 1993). L’analisi condotta ha confermato questo orientamento, in quanto nel GS la valutazione finale è stata superiore rispetto alla fase iniziale, e questo proprio grazie al training coordinativo e alle varie esercitazioni specifiche che i ragazzi hanno svolto. Le esecuzioni più veloci sono state realizzate dal GS forse perché hanno avuto la possibilità di accumulare un bagaglio di esperienze motorie 50 qualitativamente differente rispetto a coloro che hanno solo svolto normali allenamenti. Secondo Winter (1975),infatti,il soggetto che negli anni precedenti ha fatto esperienze motorie ed ha acquisito capacità di movimento, è in grado di apprendere nuovi movimenti più complessi. Tale impostazione metodologica concorda nell’affermare che il processo di allenamento a lungo termine deve iniziare con un allenamento di base che valorizzi la polivalenza dell’apprendimento motorio ed una formazione condizionale multilaterale. 51 Conclusioni Dai risultati ottenuti dal presente lavoro si può affermare che nella fascia di età considerata 15/16 anni, sia il livello di abilità tennistiche, sia il training coordinativo potrebbero essere capaci di influenzare positivamente l’allenamento delle capacità di velocità. Questo lavoro ha messo in risalto come capacità apparentemente distanti come contenuti e metodologie di allenamento possano invece costituire due aspetti diversi del medesimo processo: l’apprendimento motorio. Il lavoro condotto con gli adolescenti ha confermato tale orientamento. Non abbiamo potuto verificare oggettivamente un’evoluzione delle abilità tennistiche per due motivi principali: il periodo esiguo di soli due mesi e l’impossibilità di effettuare test specifici diretti sul tennis. I valori dei test effettuati, però, ci lasciano supporre che, migliorando le qualità di coordinazione e di velocità ed essendo queste strettamente correlate con le abilità tennistiche, possiamo individuare proposte didattiche polivalenti e multilaterali atte ad evolvere gli aspetti dell’allenamento tennistico. I rapporti intercorrenti tra capacità coordinative e capacità di velocità offrono lo spunto per calibrare proposte di allenamento tenendo conto non solo dei principi del carico motorio di tipo condizionale, ma soprattutto per rileggere i legami tra processi coordinativi e processi energetico-condizionali. 52 Bibliografia - Barigelli E., “Teoria e metodologia dell’allenamento” - Bernstein N.A., “Fisiologia del movimento” - Blume D., (1965),cit. in Madella A.(1979), Posizioni teoriche essenziali per lo studio delle capacità coordinative,Roma: CONI-Sds - Carbonaro G., “La valutazione della prestazione motoria –sportiva nei giovani”, Sds 1993 - Carbonaro G., Madella A., Merni F., Mussino A., “La valutazione nello sport dei giovani”, SSS, Roma, 1988 - Colella D., “Competenze motorie e processo di valutazione”, Multimedia, Lecce, 2004 - Harre D., “Teoria dell’allenamento sportivo”, SSS Roma, 1977 - Manno R., Aquili N., Carbonaro C., “Evoluzione e sviluppo delle abilità motorie”, Sds, 1993 53 - Manno R.,” Fondamenti dell’allenamento sportivo”, Zanichelli, Bologna, 1993 - Manno R., Merni F., Madella A., Carbonaro C., Lazzari R., Mussino A., “La valutazione delle capacità motorie in giovani atleti”, Sds, 1985 - Martin D., Carl K., Lehnertz K., „Manuale di teoria dell’allenamento“, SSS Roma, 1997 - Massara G., Borgia W., “Coordinazione e sviluppo delle capacità coordinative: presupposti scientifici e proposte operative”, Alcmeone, 1989 - Meinel K., “Teoria del movimento”, SSS Roma, 1980 - Meinel K., Schnabel G. „Teoria del movimento“, SSS Roma, 1984 - Sannicandro I., “I metodi di valutazione motoria ed attitudinale”, Multimedia, Lecce - Winter R., “Le fasi sensibili”, Sds, 1993 54