Punti di interesse ed itinerari

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Punti di interesse ed itinerari
Punti di interesse ed itinerari:
A) a mt. 500 : Santuario della Santissima Addolorata: Era il 22 marzo del 1888 quando per la prima volta la
Madonna Addolorata, con ai piedi il Figlio morto, apparve a
Castelpetroso, in un anfratto nella roccia ai piedi del Monte
Patalecchia (1400 m. s.l.m.). Le apparizioni si ripeterono,
tanto che la Chiesa diede incarico al vescovo Francesco
Palmieri di indagare sulla questione. Quando il 26 settembre
di quell’anno il Vescovo si recò sul posto per compiere un
sopralluogo, ricevette anch’egli la visione della Madonna. La
notizia ebbe un’eco straordinaria e attirò fedeli da tutto il
mondo, accorsi per bere alla fonte scaturita da
quell’anfratto, ritenuta miracolosa. Con le offerte dei fedeli
fu edificato il Santuario della Madonna Addolorata, patrona del Molise, che ancora oggi è luogo di pellegrinaggio
dedicato al culto mariano.
VIA MATRIS: La “Via Matris” è un sentiero che si snoda lungo la montagna che, dal Santuario, porta al luogo delle
Apparizioni. E’ diviso in sette tappe con sette edicole. Può essere percorso solo a piedi. Sul modello della “Via Crucis”,
la pietà del popolo cristiano ha individuato nella vita dolorosa della Madre sette episodi principali contraddistinti come
i “sette dolori” della Beata Vergine Maria. Così sul modello della “Via Crucis”, è sorto il pio esercizio della “Via Matris”.
Il percorso della “Via Matris” a Castelpetroso, immerso in una natura semplice e suggestiva, venne iniziato e
completato nel 1947. Migliaia sono i pellegrini che oggi percorrono la “Via Matris” sostando in preghiera davanti alle
edicole e alle artistiche sculture di A. Caetani. Al termine della “Via Matris” appare come di incanto, tra il verde dei
pini, il luogo delle Apparizioni dove è collocata una scultura in bronzo di Urbano Buratti raffigurante la Vergine
Addolorata.
Sante messe: dal lunedì al sabato alle ore 7 e alle ore 17. La domenica ore 8.30 - 10.30 - 12.00 - 17.00 - 18.30. Il giorno 22 di ogni mese alle
ore 15.30 si svolge la processione attraverso la Via Matris. Per tutte le attività rivolgersi alla Segreteria del Santuario tel. 0865 936110.
B) a km 13 - ISERNIA: situata sul fianco di una collina nel centro degli Appennini, divide due corsi d'acqua di modeste
dimensioni, il Carpino ed il Sordo che confluiscono nel fiume Cavaliere, affluente del fiume Vandra a sua volta affluente
del Volturno. La città sorge all'incrocio della strada statale 85 e la strada statale 17 Appulo-Sannitica ed è circondata
dai monti del Matese a sud e dalle Mainarde a nord e il suo territorio ha un'altimetria che varia da 285 m s.l.m. fino a
905 m s.l.m., per una media di 457 m s.l.m.
Museo paleolitico di Isernia : scoperto occasionalmente nel 1978 durante i lavori per la costruzione della
superstrada Napoli-Vasto, è il ritrovamento paleoantropologico più importante d'Europa. Contiene la mostra
permanente dei reperti paleolitici provenienti dagli scavi de Isernia La Pineta, dal nome del sito che fu abitato circa
736.000 anni fa da ominidi, mediaticamente definiti col nome di Homo Aeserniensis. E’ ospitato nell’ex convento di
Santa Maria delle Monache, struttura di origine altomedioevale costruita intorno all’anno Mille e collocata nel cuore del
centro storico della città pentra. Il nucleo centrale del Museo si trova nel salone del primo piano, custode dei reperti
paleolitici provenienti dagli scavi del sito “La Pineta”. Reperti
litici e ossa di grossi animali (bisonti, rinoceronti, leoni…)
sono esposti in teche che quasi abbracciano il paleosuolo,
collocato al centro della scena, che rappresenta il fulcro del
ritrovamento avvenuto in maniera fortuita nel 1978. Al piano
terra, il Museo racconta dei fasti dell’Isernia romana e del
suo periodo più fiorente, databile tra il III e il I sec. a.C. Si
tratta soprattutto di manufatti funerari, ma non mancano
quelli onorari. Di particolare pregio la base onoraria di
Marcus Nonius o il rilievo che si ispira ad un famoso
mosaico pompeiano che riproduce la battaglia di Alessandro Magno. Nell’ala di destra, sempre al pian terreno, sono in
mostra i resti dei corredi funerari ritrovati nelle sepolture della necropoli di località Quadrella. Dai ritrovamenti
(balsamarie e unguentari, principalmente, ma anche ceramiche da mensa, lucerne e oboli di Caronte) si deduce che
l’uso della necropoli, situata sulla strada verso Venafro, abbraccia un periodo che va dal I al III sec. d. C. Gli uomini che
avevano frequentato la zona furono battezzati Homo Aeserniensis. Il rinvenimento di un cranio fossilizzato, avvenuto
nella campagna di Ceprario ci fornisce informazioni sulla conformazione fisica dell' Homo Aeserniensis ed è
attualmente custodito presso l’Istituto di anatomia patologica dell’università di Roma. L'ominide, appartenente a
un'epoca compresa tra quella dell'Homo erectus e quella dell'Homo sapiens, aveva una conformazione fisica
caratterizzata da fronte sfuggente e piatta, statura bassa e robusta, mento assente e mandibola poderosa.
INFO: Museo Paleolitico Nazionale Santa Maria delle Monache Corso Marcelli – Isernia Numero di Telefono: 0865 410500 - ORARIO: 8,30 19,00 CHIUSURA (I e III Lunedì del mese) Ingresso: - intero: 2 € - ridotto: 1 € - gratuito fino ai 18 anni e oltre i 65 anni - Prenotazione
obbligatoria per gruppi.
Tempio di giove: Aesernia diviene colonia latina nel 263 a.C., a conclusione della Terza Guerra Sannitica (290 a.C.).
L’erezione di un grande tempio – dedicato con molta probabilità – alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva),
culto ufficiale nel mondo romano, è da mettere in relazione con
questa data. Del tempio, rimane il solido basamento, con
perimetro discontinuo di circa 33 per 22 metri (corrispondenti a
circa 120 per 80 moduli calcolati con piede osco di 0,27 cm), in
pietra calcarea locale e modanatura con doppia sagoma a cuscino
tipica dell’area italica. Il percorso di visita, che prende avvio dal
lato posteriore del podio (dalla scala di accesso, proseguendo
frontalmente), si sviluppa in ambiente ipogeo, in parte sotto la
cattedrale dei Santi Pietro e Paolo e in parte sotto il cortile
dell’episcopio. Va rilevato che il tempio ha orientamento opposto a quello dell’attuale Cattedrale, ma coerente con
quello della prima basilica paleocristiana (V sec. ?) di cui, infatti, può vedersi l’abside.
Qui, due sarcofagi romani sono stati riutilizzati per sepolture cristiane, probabilmente vescovi (la tradizione vuole uno
riferito al vescovo Benedetto, primo presule della chiesa isernina, fine del VI sec.).
ORARIO VISITE:
dal giovedì alla domenica: 10.00-12.00 e 16.00-18.00 (più eventuali aperture straordinarie). Ingresso gratuito
Info: Ufficio Cultura tel. 0865.449282; e-mail: [email protected]
La "Fontana Fraterna" (o Fontana della Fraterna, Fontana della Concezione o semplicemente Fraterna) è un'elegante
fonte pubblica, nonché simbolo, della città di Isernia.
Annoverata anche dall'Enciclopedia Treccani fra le più
belle d'Italia, con sei getti d'acqua, dalle inusuali forme di
un loggiato, realizzata con blocchi di pietra calcarea
compatta, è una delle opere più significative e più
importanti della città di Isernia. Anticamente sorgeva in
piazza Fraterna, di fronte alla Chiesa della Concezione, ma
dopo il bombardamento alleato del 1943 è situata in Piazza
Celestino V (ex Largo Concezione), nel cuore del centro
storico della città. La lastra con l'epigrafe AE PONT si dice
appartenesse al Monumento Sepolcrale di Ponzio Pilato.
Queste notizie sono di dubbia provenienza ma sembra che
lo stesso Pilato, una volta tornato dalla Galilea, risiedesse fra l'Abruzzo e il Molise.
Parte interessante della città di Isernia è senz'altro il centro storico, che ha mantenuto in parte il suo antico aspetto
ed ancor oggi è contraddistinta dagli stretti vicoli. Situato nella parte sud ovest della città, è stretto al lato da due
pendii; è circondato da due antiche mura e da due strade, via Roma e via Occidentale, che ne permettono un facile
accesso. Il completo restauro dopo il terremoto del 1984 ha consentito al centro storico di tornare cuore pulsante
della città, anche grazie all'apertura delle sedi universitarie e di numerose botteghe locali. Il giovedì ed il sabato
mattina è sede di un caratteristico mercato, luogo di ritrovo per i più e i meno giovani. Presenta un corso principale,
corso Marcelli, che unisce le due piazze principali, piazza San Pietro Celestino V e piazza Andrea D'Isernia (dove è
presente la cattedrale).
C) a km 31,4 in direzione Benevento: Area archeologica
di Altilia Sepino: Il sito archeologico di Altilia comprende i
resti dell'antica città romana di Saepinum, fondata nel 293
a.C., in prossimità del luogo dove un tempo sorgeva
Terravecchia, città di epoca sannitica. Di questa città, che
sorgeva su una montagna, si è conservato solo il
perimetro delle mura. La città di Sepino ha pianta
quadrangolare ed è anch'essa circondata dalle mura: il
perimetro comprende una serie di torri a pianta circolare
e vi si aprono quattro porte, che recano delle iscrizioni
che fanno risalire la costruzione del complesso ad un
periodo compreso fra il II e il IV secolo a.C. La Necropoli si trovava fuori dalle mura: da questa provengono diversi
cippi funerari, delle edicole e delle epigrafi. Per quanto riguarda l'intera area archeologica, si sono conservati alcuni
edifici, appartenenti al periodo della fondazione, tra cui una sorta di lavanderia e tintoria di tessuti e pelli, chiamata
fullonica ed adibita alle attività di trasumanza. Numerosi sono anche i resti romani, tra cui il peristilio con colonne dai
capitelli in stile ionico della Basilica e parte del Macellum, il vecchio mercato di generi alimentari. Interessante è anche
la ricostruzione, nelle vicinanze della Necropoli, di due tipi di sepolture, ad ara, caratterizzata dalla presenza di un
altare per i sacrifici e a tumulo, una sorta di camera interamente ricoperta dalla terra e circondata da lastre di
pietra. La zona archeologica di Altilia, in prossimità delle abitazioni ricavate nella cavea del teatro, ospita inoltre il
Museo Archeologico di Sepino. Il Museo custodisce diversi reperti rinvenuti ad Altilia e in particolare nella Necropoli, la
maggior parte dei quali risalgono al periodo imperiale. Tra gli oggetti più particolari e curiosi sono da ricordare dei
dadi, fibule, spille e una bambolina.
Orario di apertura del Museo Civico archeologico di Sepino: dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.30.
D) a km 48 AGNONE: è il comune della provincia di
Isernia che per concessione regia si fregia del titolo di
Città. Il vivissimo e operoso centro storico è un saliscendi
di stradine e vicoletti tra palazzi nobiliari e chiese dagli
imponenti portali in pietra, quella lavorata dagli abili
scalpellini della vicina Pescopennataro. La chiesa di
Sant’Emidio è di fattura tardo barocca con un’elegante
facciata impreziosita dall’artistico portale gotico. Una
meraviglia nella meraviglia del borgo antico, uno scrigno
di opere scultoree, tra cui le tredici statue in legno che raffigurano Gesù tra gli apostoli attribuite alla scuola
napoletana. L’interno, a due navate, custodisce i capolavori dei Duprè (L’Addolorata, Cristo Morto, La Pietà, S.
Francesco d’Assisi, Il Battistero), del Monteverde (il Crocifisso), del Colombo (La Sacra Famiglia, San Placido).
All’interno del luogo sacro anche la Biblioteca Emidiana. La chiesa di Sant’Antonio, complesso fondato nel 1128, è a
ridosso della cinta muraria della città nei pressi di una delle porte di accesso ad essa, da dove svetta imponente il
campanile settecentesco di scuola Vanvitelliana. Di pregevole fattura anche l’organo, che è uno dei tre organi storici
della città. L’ex convento di San Francesco del 1343, ora sede della casa comunale, domina piazza Plebiscito. La chiesa,
considerata monumento nazionale, ha un elegante portale gotico sovrastato da un rosone ben lavorato e da una torre
campanaria. All’interno fanno bella mostra di sé l’altare in legno intagliato dedicato a San Crescenzo e la statua della
Concezione. I locali dell’ormai ex convento, ospitano, oltre il municipio, la Mostra Permanente del Libro Antico, che
raccoglie e custodisce volumi rari databili dal ‘500 all’’800.
La cittadina di Agnone è stata inoltre fregiata della BANDIERA ARANCIONE in virtù del fatto che si presenta con una
vivace attività culturale che ha radici profonde ed eventi tradizionali di grande suggestione. Molte, nel centro storico,
le botteghe di prodotti tradizionali agro-alimentari e di artigianato locale. Ad Agnone si trova inoltre la sede del Parco
Letterario Francesco Jovine, ospitata in un edificio del primo '900.
NDOCCIATA: La sera del 24 dicembre ad Agnone, al
battere del campanone di Sant’Antonio, i gruppi delle
contrade (Capammonde e Capabballe, Colle Sente,
Guastra, Sant’Onofrio, San Quirico) costituiti da
centinaia di portatori di tutte le età,vestiti con i
costumi tradizionali, accendono le ndocce (torce)
per incamminarsi lungo il corso principale del paese,
che diviene cosi’ un gigantesco ed emozionante fiume
di fuoco. Una volta giunti in piazza si accende un gran
falò , attorno al quale la popolazione si riunisce per
dare l’addio a quanto di negativo c’è stato durante
l’anno che sta per finire e che sarà simbolicamente bruciato nel fuoco.
Le ndocce sono grosse torce realizzate con legno di abete bianco e fasci di ginestre secche tenute insieme dallo
spago. Sono alte due o tre metri , e talvolta sono riunite da paletti trasversali per formare dei gruppi che possono
arrivare fino a venti fiaccole. Da come la ndoccia ardeva si traevano auspici: se soffiava il vento di tramontana si
prevedeva una buona annata. Un fuoco scoppiettante e una fiamma consistente erano considerati ben auguranti
perché in grado di scacciare le streghe. Gli anziani ricordano che in questa occasione si cercava di far buona figura
agli occhi delle ragazze; si gareggiava, infatti, nel realizzare la torcia più bella e compatta al fine di farla durare di più.
A fine della sfilata si portava la ndoccia sotto la finestra della fanciulla sulla quale erano riposte la proprie speranze.
Se lei si affacciava significava che aveva gradito il gesto, altrimenti un secchio di acqua spegneva a un tempo la torcia
e l’ardore del giovane.
Nel pieno centro di Agnone sorge la Pontificia Fonderia Marinelli,
l’azienda più antica del Molise è anche l'azienda a conduzione familiare più
antica d'Europa e seconda al mondo, fondata nell'anno 1000. Dall’anno Mille
infatti, dà voce alla fede cristiana e porta l’eco delle genti pentre nel
mondo. Annesso alla Fonderia, dove si può ammirare il processo di
lavorazione del bronzo fino a diventare campana, si trova il Museo della
Campana che raccoglie gli elementi più caratteristici di questo prodotto
artigianale sin dall’anno Mille. La Pontificia Fonderia è l'unica sopravvissuta
tra le dinastie dei numerosi fonditori di campane di Agnone che da otto
secoli, si tramanda ininterrottamente, di padre in figlio, quest'arte antica.
Proprio nel Museo Marinelli è infatti conservato un raro esemplare di
campana gotica che la tradizione vuole sia stata fusa 1000 anni fa, ad
Agnone. E' probabile che campane in bronzo di notevoli dimensioni si
fondessero ad Agnone anche prima del 1200. Certo è che Nicodemo Marinelli, "Campanarus", nel 1339 fuse una
campana di circa 2 quintali per una chiesa del frusinate. Campane agnonesi di raffinatissima fattura, che vanno dal XIV
secolo in poi, sono visibili non solo presso il Museo Marinelli, ma su molti campanili dai quali tutt’oggi espandono il loro
suono.
Le visite guidate si effettuano tutti i giorni ai seguenti orari: orario invernale alle ore 12 e alle ore 16 / orario estivo (solo mese di
Agosto): alle ore 11, alle 12, alle 16 ed alle 18. Chiuso la domenica pomeriggio. Per le visite di gruppo è prevista la prenotazione. Tel e Fax:
+39.0865.78235
INFO UTILI: Sul corso principale della cittadina, sorge L’Albergo “Il Duca del Sannio” è una vera e propria dimora recettiva dove il tempo
sembra essersi fermato, grazie ad un servizio impeccabile e discreto e ad un’offerta gastronomica attenta alla riscoperta dei veri sapori
molisani. Fiore all’occhiello della struttura e il ristorante “La Tavola Osca” in grado di offrire i piatti tipici regionali il tutto all'insegna
della semplicità e della tradizione dei nostri luoghi, preparati con cura dal nostro Executive Chef.
A disposizione dei nostri ospiti, una sala per ricevimenti e conferenze, unica nel suo arredo di estrema eleganza. Il servizio impeccabile e
l'ineccepibile organizzazione garantiscono la piena riuscita di ogni genere di evento.
E) A km 26,5 - Campitello Matese: Ai piedi del
massiccio del Matese si trova il comune di San
Massimo, che nella sua parte più alta, a 1429 metri di
altezza, ospita la stazione turistica estiva ed invernale
di Campitello Matese. Il Comprensorio offre uno
spettacolo naturale incomparabile, le cui ricchezze
paesaggistiche sono testimoniate dagli scenari
disegnati dai faggi, dai castagni, dai cerri e dalle
roverelle che si intervallano ad ampie zone. Dal
piccolo paese si sale lungo una strada ampia e
panoramica per circa 12 chilometri, che conduce all’ampio pianoro di Campitello. Il comprensorio sciistico dispone di
40 Km di piste, 7 impianti di risalita (3 seggiovie, 3 skilift, 1 tapis roulant). Le piste ben collegate tra loro partono dalla
piazza della località (a 50 metri dagli alberghi) e raggiungono mt. 1890 (punto di arrivo della seggiovia Del Caprio). La
vetta più alta è il Monte Miletto 2050 mt. s.l.m. Due delle piste maggiormente frequentate, la Del Caprio e la Cristallo,
hanno ricevuto l'omologazione della federazione internazionale di sci (F.I.S.) e possono essere utilizzate per disputare
gare di Coppa del Mondo. Grazie a questa rete di impianti e alla particolare morfologia del versante nord del Monte
Miletto, Campitello è in grado di offrire tracciati e pendenze per tutti i livelli e per tutti i gusti, capaci di accontentare
sia lo sciatore esperto che il principiante. Per gli amanti dello sci di fondo la stazione sciistica offre tre "anelli" di
varia difficoltà, collocati nel meraviglioso pianoro a ridosso della località.
INNEVAMENTO ARTIFICIALE: Il nuovo impianto di innevamento programmato, terminato lo scorso anno, consente in caso
di temperature adeguate l'apertura del 70% delle piste da sci.
SCUOLA SCI: sono presenti due scuole sci che si avvalgono di maestri abilitati ed in possesso di un ottimo bagaglio
tecnico. Sono a disposizione per chiunque voglia entrare a far parte del fantastico mondo della neve, ma anche per chi
già lo conosce e vuole affinare la propria tecnica.
F) A km 33 Il Monastero di San Vincenzo al Volturo: È il più
importante comune molisano del Parco nazionale d'Abruzzo,
Lazio e Molise. Sul suo territorio si trova la famosa abbazia di
San Vincenzo al Volturno. Il villaggio è situato alle falde
occidentali del monte Vallone. Al comune di Castel San
Vincenzo appartiene inoltre la frazione de La Cartiera. La
terra di Castel San Vincenzo, sul versante che volge a sud,
conserva impianti di vecchi vigneti e di oliveti ai quali non
vengono più riservate le cure che la vecchia popolazione
contadina, una volta, vi dedicava.
Il lago di Castel San Vincenzo è un invaso artificiale realizzato sul finire degli anni cinquanta per scopi idroelettrici. Il
lago occupa una superficie di 6,140 km² ed ha una capacità utile di 10 milioni di metri cubi. Le acque che alimentano il
lago provengono principalmente dai torrenti della montagna Spaccata nei vicini comuni di Alfedena e Barrea. Le acque
di questi torrenti alimentano le centrali di Pizzone, di Rocchetta a Volturno e di Colli al Volturno. Seppure artificiale, il
lago è ben armonizzato con il paesaggio circostante di montagne e boschi. La fauna acquatica è costituita in
prevalenza da salmonidi. In prossimità del lago, dove è possibile dedicarsi alla pesca e ad altri sport d'acqua, è
presente un’area attrezzata per il camping e un maneggio.
Curiosità particolare è l’accesso al centro storico: si accede attraverso tre porte, una delle quali completamente
scomparsa, e due delle quali trecentesche: Porta Abruzzo è l’ingresso principale di Castellone e Porta San Filippo che
è l’ingresso principale di San Vincenzo. La prima deriva il proprio nome dalla posizione geografica, poiché è rivolta
verso la regione Abruzzo, la seconda invece è così denominata per la presenza della piccola chiesa settecentesca
intitolata a San Filippo Neri.
Le porte sono caratterizzate, nella parte esterna, da un arco ogivale, presente nella parte esterna, realizzato in pietra
locale mentre la parte interna è stata quasi interamente inglobata in diverse abitazioni.
Varcate le porte, ci si imbatte in una realtà che riporta indietro nel tempo: la via principale stretta e allungata,
pavimentata in basoli e talvolta affiancata da sporgenze rocciose, è frastagliata da lunghi vicoli e suggestivi scorci
panoramici.
Per la visita all’Abbazia: Tel. 0865 955246 Madre Miriam)
Altro elemento attrattivo è il Museo della Fauna Appenninica di Castel San Vincenzo, all’interno del quale si ammira
l’intero campionario della fauna delle Mainarde e una vasta collezione ornitologica e entomologica.
(Per informazioni e visite guidate: Museo della Fauna Appenninica di Castel San Vincenzo Tel. 0865 951354)
G) a Km 28 - Pietrabbondante Caratteristico paese di
montagna della provincia di Isernia, conserva alla periferia
testimonianze importanti delle origini storiche del Molise.
Qui i Safini, emigranti venuti dalla Sabina settentrionale,
hanno lasciato segni forti della loro lingua, della loro
religione, del loro Stato di tipo repubblicano su basi
democratiche. Di quel mondo delle origini storiche
molisane, Pietrabbondante ha restituito testimonianze
importanti: 1 - sulla vetta del monte, la cinta del IV secolo
a. C.; 2 - sul fianco, in basso, a sud-ovest, la necropoli della Troccola (V secolo a. C.); 3 - più giù (m 966), sul fianco
dello stesso monte , due templi, un teatro e la residenza pubblica.
Tel. O865 76129. Visite: aprile-settembre 10,00-18,30 e ottobre-marzo 10,00-16,00. Biglietto: euro 2,00 (anni 25-65);
euro 1,00 (anni 18-25); gratis (under 18 e over 65).
H) a Km 29 Guardiaregia L'Oasi WWF GuardiaregiaCampochiaro ci offre spettacolari fenomeni carsici, come il
Canyon del torrente Quirino, la cascata di San Nicola, le
grotte di Pozzo della Neve e Cul di Bove che sono fra i più
profondi abissi d'Europa. Una delle Oasi più grandi e
selvagge in gestione al WWF. L'ambiente è montano e
forestale con spettacolari fenomeni carsici, come il canyon
del torrente Quirino, la cascata di San Nicola (salto totale di
100m.) e le grotte di Pozzo della Neve (profondità - 1048 m.)
e Cul di Bove (profondità - 913 m.) che sono tra i più profondi abissi d'Europa.
Aperta tutto l'anno il martedì, giovedì, sabato e domenica.
Le visite sono guidate, su prenotazione, e la partenza è dal Centro Visite.
Telefono: 3383673035 (Guardia Oasi)
E-mail [email protected]
I) Per lo shopping esclusivo: IT
FASHION Fantastica struttura disposta
su 2 piani per un totale di 900 mq
all'insegna della moda e del design, per
un'esperienza a 360° nel mondo fashion
del risparmio e dei capi di qualità. Si
parte subito dal piano terra, che ospita
il reparto dedicato all'abbigliamento per
uomo per poi passare al pezzo forte
ospitato dal primo piano: qui infatti sono
allestiti i locali occupati dal reparto donna, bambini ma dove si trovano anche calzature, articoli di pelletteria, una
vasta offerta di accessori (sciarpe, guanti, foulard, occhiali e cravatte), linee donna e uomo, l'ideale per perdersi in
un turbinio di capi di abbigliamento e di griffe altisonanti. Alcuni esempi? Eccovi accontentati: Malo, Extè, Ferrè, le
seconde linee GF Ferrè (donna/uomo), Just Cavalli, Tommy Hilfiger, Ermanno, C’N’C’ Costume National, Alviero Martini
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Da Roma: Autostrada A1 uscita S.Vittore direzione Isernia/Campobasso/Roccaraso S.S. 85;
Da Pescara: Autostrada A25 uscita Pratola Peligna/Sulmona direzione Isernia S.S. 17;
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Dal martedì al venerdì: Mattina 10.30 - 13.30 / Pomeriggio 16.00 - 19.30 / Sabato e Domenica orario continuato 11.00 - 20.00
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