Punti di interesse ed itinerari
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Punti di interesse ed itinerari
Punti di interesse ed itinerari: A) a mt. 500 : Santuario della Santissima Addolorata: Era il 22 marzo del 1888 quando per la prima volta la Madonna Addolorata, con ai piedi il Figlio morto, apparve a Castelpetroso, in un anfratto nella roccia ai piedi del Monte Patalecchia (1400 m. s.l.m.). Le apparizioni si ripeterono, tanto che la Chiesa diede incarico al vescovo Francesco Palmieri di indagare sulla questione. Quando il 26 settembre di quell’anno il Vescovo si recò sul posto per compiere un sopralluogo, ricevette anch’egli la visione della Madonna. La notizia ebbe un’eco straordinaria e attirò fedeli da tutto il mondo, accorsi per bere alla fonte scaturita da quell’anfratto, ritenuta miracolosa. Con le offerte dei fedeli fu edificato il Santuario della Madonna Addolorata, patrona del Molise, che ancora oggi è luogo di pellegrinaggio dedicato al culto mariano. VIA MATRIS: La “Via Matris” è un sentiero che si snoda lungo la montagna che, dal Santuario, porta al luogo delle Apparizioni. E’ diviso in sette tappe con sette edicole. Può essere percorso solo a piedi. Sul modello della “Via Crucis”, la pietà del popolo cristiano ha individuato nella vita dolorosa della Madre sette episodi principali contraddistinti come i “sette dolori” della Beata Vergine Maria. Così sul modello della “Via Crucis”, è sorto il pio esercizio della “Via Matris”. Il percorso della “Via Matris” a Castelpetroso, immerso in una natura semplice e suggestiva, venne iniziato e completato nel 1947. Migliaia sono i pellegrini che oggi percorrono la “Via Matris” sostando in preghiera davanti alle edicole e alle artistiche sculture di A. Caetani. Al termine della “Via Matris” appare come di incanto, tra il verde dei pini, il luogo delle Apparizioni dove è collocata una scultura in bronzo di Urbano Buratti raffigurante la Vergine Addolorata. Sante messe: dal lunedì al sabato alle ore 7 e alle ore 17. La domenica ore 8.30 - 10.30 - 12.00 - 17.00 - 18.30. Il giorno 22 di ogni mese alle ore 15.30 si svolge la processione attraverso la Via Matris. Per tutte le attività rivolgersi alla Segreteria del Santuario tel. 0865 936110. B) a km 13 - ISERNIA: situata sul fianco di una collina nel centro degli Appennini, divide due corsi d'acqua di modeste dimensioni, il Carpino ed il Sordo che confluiscono nel fiume Cavaliere, affluente del fiume Vandra a sua volta affluente del Volturno. La città sorge all'incrocio della strada statale 85 e la strada statale 17 Appulo-Sannitica ed è circondata dai monti del Matese a sud e dalle Mainarde a nord e il suo territorio ha un'altimetria che varia da 285 m s.l.m. fino a 905 m s.l.m., per una media di 457 m s.l.m. Museo paleolitico di Isernia : scoperto occasionalmente nel 1978 durante i lavori per la costruzione della superstrada Napoli-Vasto, è il ritrovamento paleoantropologico più importante d'Europa. Contiene la mostra permanente dei reperti paleolitici provenienti dagli scavi de Isernia La Pineta, dal nome del sito che fu abitato circa 736.000 anni fa da ominidi, mediaticamente definiti col nome di Homo Aeserniensis. E’ ospitato nell’ex convento di Santa Maria delle Monache, struttura di origine altomedioevale costruita intorno all’anno Mille e collocata nel cuore del centro storico della città pentra. Il nucleo centrale del Museo si trova nel salone del primo piano, custode dei reperti paleolitici provenienti dagli scavi del sito “La Pineta”. Reperti litici e ossa di grossi animali (bisonti, rinoceronti, leoni…) sono esposti in teche che quasi abbracciano il paleosuolo, collocato al centro della scena, che rappresenta il fulcro del ritrovamento avvenuto in maniera fortuita nel 1978. Al piano terra, il Museo racconta dei fasti dell’Isernia romana e del suo periodo più fiorente, databile tra il III e il I sec. a.C. Si tratta soprattutto di manufatti funerari, ma non mancano quelli onorari. Di particolare pregio la base onoraria di Marcus Nonius o il rilievo che si ispira ad un famoso mosaico pompeiano che riproduce la battaglia di Alessandro Magno. Nell’ala di destra, sempre al pian terreno, sono in mostra i resti dei corredi funerari ritrovati nelle sepolture della necropoli di località Quadrella. Dai ritrovamenti (balsamarie e unguentari, principalmente, ma anche ceramiche da mensa, lucerne e oboli di Caronte) si deduce che l’uso della necropoli, situata sulla strada verso Venafro, abbraccia un periodo che va dal I al III sec. d. C. Gli uomini che avevano frequentato la zona furono battezzati Homo Aeserniensis. Il rinvenimento di un cranio fossilizzato, avvenuto nella campagna di Ceprario ci fornisce informazioni sulla conformazione fisica dell' Homo Aeserniensis ed è attualmente custodito presso l’Istituto di anatomia patologica dell’università di Roma. L'ominide, appartenente a un'epoca compresa tra quella dell'Homo erectus e quella dell'Homo sapiens, aveva una conformazione fisica caratterizzata da fronte sfuggente e piatta, statura bassa e robusta, mento assente e mandibola poderosa. INFO: Museo Paleolitico Nazionale Santa Maria delle Monache Corso Marcelli – Isernia Numero di Telefono: 0865 410500 - ORARIO: 8,30 19,00 CHIUSURA (I e III Lunedì del mese) Ingresso: - intero: 2 € - ridotto: 1 € - gratuito fino ai 18 anni e oltre i 65 anni - Prenotazione obbligatoria per gruppi. Tempio di giove: Aesernia diviene colonia latina nel 263 a.C., a conclusione della Terza Guerra Sannitica (290 a.C.). L’erezione di un grande tempio – dedicato con molta probabilità – alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva), culto ufficiale nel mondo romano, è da mettere in relazione con questa data. Del tempio, rimane il solido basamento, con perimetro discontinuo di circa 33 per 22 metri (corrispondenti a circa 120 per 80 moduli calcolati con piede osco di 0,27 cm), in pietra calcarea locale e modanatura con doppia sagoma a cuscino tipica dell’area italica. Il percorso di visita, che prende avvio dal lato posteriore del podio (dalla scala di accesso, proseguendo frontalmente), si sviluppa in ambiente ipogeo, in parte sotto la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo e in parte sotto il cortile dell’episcopio. Va rilevato che il tempio ha orientamento opposto a quello dell’attuale Cattedrale, ma coerente con quello della prima basilica paleocristiana (V sec. ?) di cui, infatti, può vedersi l’abside. Qui, due sarcofagi romani sono stati riutilizzati per sepolture cristiane, probabilmente vescovi (la tradizione vuole uno riferito al vescovo Benedetto, primo presule della chiesa isernina, fine del VI sec.). ORARIO VISITE: dal giovedì alla domenica: 10.00-12.00 e 16.00-18.00 (più eventuali aperture straordinarie). Ingresso gratuito Info: Ufficio Cultura tel. 0865.449282; e-mail: [email protected] La "Fontana Fraterna" (o Fontana della Fraterna, Fontana della Concezione o semplicemente Fraterna) è un'elegante fonte pubblica, nonché simbolo, della città di Isernia. Annoverata anche dall'Enciclopedia Treccani fra le più belle d'Italia, con sei getti d'acqua, dalle inusuali forme di un loggiato, realizzata con blocchi di pietra calcarea compatta, è una delle opere più significative e più importanti della città di Isernia. Anticamente sorgeva in piazza Fraterna, di fronte alla Chiesa della Concezione, ma dopo il bombardamento alleato del 1943 è situata in Piazza Celestino V (ex Largo Concezione), nel cuore del centro storico della città. La lastra con l'epigrafe AE PONT si dice appartenesse al Monumento Sepolcrale di Ponzio Pilato. Queste notizie sono di dubbia provenienza ma sembra che lo stesso Pilato, una volta tornato dalla Galilea, risiedesse fra l'Abruzzo e il Molise. Parte interessante della città di Isernia è senz'altro il centro storico, che ha mantenuto in parte il suo antico aspetto ed ancor oggi è contraddistinta dagli stretti vicoli. Situato nella parte sud ovest della città, è stretto al lato da due pendii; è circondato da due antiche mura e da due strade, via Roma e via Occidentale, che ne permettono un facile accesso. Il completo restauro dopo il terremoto del 1984 ha consentito al centro storico di tornare cuore pulsante della città, anche grazie all'apertura delle sedi universitarie e di numerose botteghe locali. Il giovedì ed il sabato mattina è sede di un caratteristico mercato, luogo di ritrovo per i più e i meno giovani. Presenta un corso principale, corso Marcelli, che unisce le due piazze principali, piazza San Pietro Celestino V e piazza Andrea D'Isernia (dove è presente la cattedrale). C) a km 31,4 in direzione Benevento: Area archeologica di Altilia Sepino: Il sito archeologico di Altilia comprende i resti dell'antica città romana di Saepinum, fondata nel 293 a.C., in prossimità del luogo dove un tempo sorgeva Terravecchia, città di epoca sannitica. Di questa città, che sorgeva su una montagna, si è conservato solo il perimetro delle mura. La città di Sepino ha pianta quadrangolare ed è anch'essa circondata dalle mura: il perimetro comprende una serie di torri a pianta circolare e vi si aprono quattro porte, che recano delle iscrizioni che fanno risalire la costruzione del complesso ad un periodo compreso fra il II e il IV secolo a.C. La Necropoli si trovava fuori dalle mura: da questa provengono diversi cippi funerari, delle edicole e delle epigrafi. Per quanto riguarda l'intera area archeologica, si sono conservati alcuni edifici, appartenenti al periodo della fondazione, tra cui una sorta di lavanderia e tintoria di tessuti e pelli, chiamata fullonica ed adibita alle attività di trasumanza. Numerosi sono anche i resti romani, tra cui il peristilio con colonne dai capitelli in stile ionico della Basilica e parte del Macellum, il vecchio mercato di generi alimentari. Interessante è anche la ricostruzione, nelle vicinanze della Necropoli, di due tipi di sepolture, ad ara, caratterizzata dalla presenza di un altare per i sacrifici e a tumulo, una sorta di camera interamente ricoperta dalla terra e circondata da lastre di pietra. La zona archeologica di Altilia, in prossimità delle abitazioni ricavate nella cavea del teatro, ospita inoltre il Museo Archeologico di Sepino. Il Museo custodisce diversi reperti rinvenuti ad Altilia e in particolare nella Necropoli, la maggior parte dei quali risalgono al periodo imperiale. Tra gli oggetti più particolari e curiosi sono da ricordare dei dadi, fibule, spille e una bambolina. Orario di apertura del Museo Civico archeologico di Sepino: dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.30. D) a km 48 AGNONE: è il comune della provincia di Isernia che per concessione regia si fregia del titolo di Città. Il vivissimo e operoso centro storico è un saliscendi di stradine e vicoletti tra palazzi nobiliari e chiese dagli imponenti portali in pietra, quella lavorata dagli abili scalpellini della vicina Pescopennataro. La chiesa di Sant’Emidio è di fattura tardo barocca con un’elegante facciata impreziosita dall’artistico portale gotico. Una meraviglia nella meraviglia del borgo antico, uno scrigno di opere scultoree, tra cui le tredici statue in legno che raffigurano Gesù tra gli apostoli attribuite alla scuola napoletana. L’interno, a due navate, custodisce i capolavori dei Duprè (L’Addolorata, Cristo Morto, La Pietà, S. Francesco d’Assisi, Il Battistero), del Monteverde (il Crocifisso), del Colombo (La Sacra Famiglia, San Placido). All’interno del luogo sacro anche la Biblioteca Emidiana. La chiesa di Sant’Antonio, complesso fondato nel 1128, è a ridosso della cinta muraria della città nei pressi di una delle porte di accesso ad essa, da dove svetta imponente il campanile settecentesco di scuola Vanvitelliana. Di pregevole fattura anche l’organo, che è uno dei tre organi storici della città. L’ex convento di San Francesco del 1343, ora sede della casa comunale, domina piazza Plebiscito. La chiesa, considerata monumento nazionale, ha un elegante portale gotico sovrastato da un rosone ben lavorato e da una torre campanaria. All’interno fanno bella mostra di sé l’altare in legno intagliato dedicato a San Crescenzo e la statua della Concezione. I locali dell’ormai ex convento, ospitano, oltre il municipio, la Mostra Permanente del Libro Antico, che raccoglie e custodisce volumi rari databili dal ‘500 all’’800. La cittadina di Agnone è stata inoltre fregiata della BANDIERA ARANCIONE in virtù del fatto che si presenta con una vivace attività culturale che ha radici profonde ed eventi tradizionali di grande suggestione. Molte, nel centro storico, le botteghe di prodotti tradizionali agro-alimentari e di artigianato locale. Ad Agnone si trova inoltre la sede del Parco Letterario Francesco Jovine, ospitata in un edificio del primo '900. NDOCCIATA: La sera del 24 dicembre ad Agnone, al battere del campanone di Sant’Antonio, i gruppi delle contrade (Capammonde e Capabballe, Colle Sente, Guastra, Sant’Onofrio, San Quirico) costituiti da centinaia di portatori di tutte le età,vestiti con i costumi tradizionali, accendono le ndocce (torce) per incamminarsi lungo il corso principale del paese, che diviene cosi’ un gigantesco ed emozionante fiume di fuoco. Una volta giunti in piazza si accende un gran falò , attorno al quale la popolazione si riunisce per dare l’addio a quanto di negativo c’è stato durante l’anno che sta per finire e che sarà simbolicamente bruciato nel fuoco. Le ndocce sono grosse torce realizzate con legno di abete bianco e fasci di ginestre secche tenute insieme dallo spago. Sono alte due o tre metri , e talvolta sono riunite da paletti trasversali per formare dei gruppi che possono arrivare fino a venti fiaccole. Da come la ndoccia ardeva si traevano auspici: se soffiava il vento di tramontana si prevedeva una buona annata. Un fuoco scoppiettante e una fiamma consistente erano considerati ben auguranti perché in grado di scacciare le streghe. Gli anziani ricordano che in questa occasione si cercava di far buona figura agli occhi delle ragazze; si gareggiava, infatti, nel realizzare la torcia più bella e compatta al fine di farla durare di più. A fine della sfilata si portava la ndoccia sotto la finestra della fanciulla sulla quale erano riposte la proprie speranze. Se lei si affacciava significava che aveva gradito il gesto, altrimenti un secchio di acqua spegneva a un tempo la torcia e l’ardore del giovane. Nel pieno centro di Agnone sorge la Pontificia Fonderia Marinelli, l’azienda più antica del Molise è anche l'azienda a conduzione familiare più antica d'Europa e seconda al mondo, fondata nell'anno 1000. Dall’anno Mille infatti, dà voce alla fede cristiana e porta l’eco delle genti pentre nel mondo. Annesso alla Fonderia, dove si può ammirare il processo di lavorazione del bronzo fino a diventare campana, si trova il Museo della Campana che raccoglie gli elementi più caratteristici di questo prodotto artigianale sin dall’anno Mille. La Pontificia Fonderia è l'unica sopravvissuta tra le dinastie dei numerosi fonditori di campane di Agnone che da otto secoli, si tramanda ininterrottamente, di padre in figlio, quest'arte antica. Proprio nel Museo Marinelli è infatti conservato un raro esemplare di campana gotica che la tradizione vuole sia stata fusa 1000 anni fa, ad Agnone. E' probabile che campane in bronzo di notevoli dimensioni si fondessero ad Agnone anche prima del 1200. Certo è che Nicodemo Marinelli, "Campanarus", nel 1339 fuse una campana di circa 2 quintali per una chiesa del frusinate. Campane agnonesi di raffinatissima fattura, che vanno dal XIV secolo in poi, sono visibili non solo presso il Museo Marinelli, ma su molti campanili dai quali tutt’oggi espandono il loro suono. Le visite guidate si effettuano tutti i giorni ai seguenti orari: orario invernale alle ore 12 e alle ore 16 / orario estivo (solo mese di Agosto): alle ore 11, alle 12, alle 16 ed alle 18. Chiuso la domenica pomeriggio. Per le visite di gruppo è prevista la prenotazione. Tel e Fax: +39.0865.78235 INFO UTILI: Sul corso principale della cittadina, sorge L’Albergo “Il Duca del Sannio” è una vera e propria dimora recettiva dove il tempo sembra essersi fermato, grazie ad un servizio impeccabile e discreto e ad un’offerta gastronomica attenta alla riscoperta dei veri sapori molisani. Fiore all’occhiello della struttura e il ristorante “La Tavola Osca” in grado di offrire i piatti tipici regionali il tutto all'insegna della semplicità e della tradizione dei nostri luoghi, preparati con cura dal nostro Executive Chef. A disposizione dei nostri ospiti, una sala per ricevimenti e conferenze, unica nel suo arredo di estrema eleganza. Il servizio impeccabile e l'ineccepibile organizzazione garantiscono la piena riuscita di ogni genere di evento. E) A km 26,5 - Campitello Matese: Ai piedi del massiccio del Matese si trova il comune di San Massimo, che nella sua parte più alta, a 1429 metri di altezza, ospita la stazione turistica estiva ed invernale di Campitello Matese. Il Comprensorio offre uno spettacolo naturale incomparabile, le cui ricchezze paesaggistiche sono testimoniate dagli scenari disegnati dai faggi, dai castagni, dai cerri e dalle roverelle che si intervallano ad ampie zone. Dal piccolo paese si sale lungo una strada ampia e panoramica per circa 12 chilometri, che conduce all’ampio pianoro di Campitello. Il comprensorio sciistico dispone di 40 Km di piste, 7 impianti di risalita (3 seggiovie, 3 skilift, 1 tapis roulant). Le piste ben collegate tra loro partono dalla piazza della località (a 50 metri dagli alberghi) e raggiungono mt. 1890 (punto di arrivo della seggiovia Del Caprio). La vetta più alta è il Monte Miletto 2050 mt. s.l.m. Due delle piste maggiormente frequentate, la Del Caprio e la Cristallo, hanno ricevuto l'omologazione della federazione internazionale di sci (F.I.S.) e possono essere utilizzate per disputare gare di Coppa del Mondo. Grazie a questa rete di impianti e alla particolare morfologia del versante nord del Monte Miletto, Campitello è in grado di offrire tracciati e pendenze per tutti i livelli e per tutti i gusti, capaci di accontentare sia lo sciatore esperto che il principiante. Per gli amanti dello sci di fondo la stazione sciistica offre tre "anelli" di varia difficoltà, collocati nel meraviglioso pianoro a ridosso della località. INNEVAMENTO ARTIFICIALE: Il nuovo impianto di innevamento programmato, terminato lo scorso anno, consente in caso di temperature adeguate l'apertura del 70% delle piste da sci. SCUOLA SCI: sono presenti due scuole sci che si avvalgono di maestri abilitati ed in possesso di un ottimo bagaglio tecnico. Sono a disposizione per chiunque voglia entrare a far parte del fantastico mondo della neve, ma anche per chi già lo conosce e vuole affinare la propria tecnica. F) A km 33 Il Monastero di San Vincenzo al Volturo: È il più importante comune molisano del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Sul suo territorio si trova la famosa abbazia di San Vincenzo al Volturno. Il villaggio è situato alle falde occidentali del monte Vallone. Al comune di Castel San Vincenzo appartiene inoltre la frazione de La Cartiera. La terra di Castel San Vincenzo, sul versante che volge a sud, conserva impianti di vecchi vigneti e di oliveti ai quali non vengono più riservate le cure che la vecchia popolazione contadina, una volta, vi dedicava. Il lago di Castel San Vincenzo è un invaso artificiale realizzato sul finire degli anni cinquanta per scopi idroelettrici. Il lago occupa una superficie di 6,140 km² ed ha una capacità utile di 10 milioni di metri cubi. Le acque che alimentano il lago provengono principalmente dai torrenti della montagna Spaccata nei vicini comuni di Alfedena e Barrea. Le acque di questi torrenti alimentano le centrali di Pizzone, di Rocchetta a Volturno e di Colli al Volturno. Seppure artificiale, il lago è ben armonizzato con il paesaggio circostante di montagne e boschi. La fauna acquatica è costituita in prevalenza da salmonidi. In prossimità del lago, dove è possibile dedicarsi alla pesca e ad altri sport d'acqua, è presente un’area attrezzata per il camping e un maneggio. Curiosità particolare è l’accesso al centro storico: si accede attraverso tre porte, una delle quali completamente scomparsa, e due delle quali trecentesche: Porta Abruzzo è l’ingresso principale di Castellone e Porta San Filippo che è l’ingresso principale di San Vincenzo. La prima deriva il proprio nome dalla posizione geografica, poiché è rivolta verso la regione Abruzzo, la seconda invece è così denominata per la presenza della piccola chiesa settecentesca intitolata a San Filippo Neri. Le porte sono caratterizzate, nella parte esterna, da un arco ogivale, presente nella parte esterna, realizzato in pietra locale mentre la parte interna è stata quasi interamente inglobata in diverse abitazioni. Varcate le porte, ci si imbatte in una realtà che riporta indietro nel tempo: la via principale stretta e allungata, pavimentata in basoli e talvolta affiancata da sporgenze rocciose, è frastagliata da lunghi vicoli e suggestivi scorci panoramici. Per la visita all’Abbazia: Tel. 0865 955246 Madre Miriam) Altro elemento attrattivo è il Museo della Fauna Appenninica di Castel San Vincenzo, all’interno del quale si ammira l’intero campionario della fauna delle Mainarde e una vasta collezione ornitologica e entomologica. (Per informazioni e visite guidate: Museo della Fauna Appenninica di Castel San Vincenzo Tel. 0865 951354) G) a Km 28 - Pietrabbondante Caratteristico paese di montagna della provincia di Isernia, conserva alla periferia testimonianze importanti delle origini storiche del Molise. Qui i Safini, emigranti venuti dalla Sabina settentrionale, hanno lasciato segni forti della loro lingua, della loro religione, del loro Stato di tipo repubblicano su basi democratiche. Di quel mondo delle origini storiche molisane, Pietrabbondante ha restituito testimonianze importanti: 1 - sulla vetta del monte, la cinta del IV secolo a. C.; 2 - sul fianco, in basso, a sud-ovest, la necropoli della Troccola (V secolo a. C.); 3 - più giù (m 966), sul fianco dello stesso monte , due templi, un teatro e la residenza pubblica. Tel. O865 76129. Visite: aprile-settembre 10,00-18,30 e ottobre-marzo 10,00-16,00. Biglietto: euro 2,00 (anni 25-65); euro 1,00 (anni 18-25); gratis (under 18 e over 65). H) a Km 29 Guardiaregia L'Oasi WWF GuardiaregiaCampochiaro ci offre spettacolari fenomeni carsici, come il Canyon del torrente Quirino, la cascata di San Nicola, le grotte di Pozzo della Neve e Cul di Bove che sono fra i più profondi abissi d'Europa. Una delle Oasi più grandi e selvagge in gestione al WWF. L'ambiente è montano e forestale con spettacolari fenomeni carsici, come il canyon del torrente Quirino, la cascata di San Nicola (salto totale di 100m.) e le grotte di Pozzo della Neve (profondità - 1048 m.) e Cul di Bove (profondità - 913 m.) che sono tra i più profondi abissi d'Europa. Aperta tutto l'anno il martedì, giovedì, sabato e domenica. Le visite sono guidate, su prenotazione, e la partenza è dal Centro Visite. Telefono: 3383673035 (Guardia Oasi) E-mail [email protected] I) Per lo shopping esclusivo: IT FASHION Fantastica struttura disposta su 2 piani per un totale di 900 mq all'insegna della moda e del design, per un'esperienza a 360° nel mondo fashion del risparmio e dei capi di qualità. Si parte subito dal piano terra, che ospita il reparto dedicato all'abbigliamento per uomo per poi passare al pezzo forte ospitato dal primo piano: qui infatti sono allestiti i locali occupati dal reparto donna, bambini ma dove si trovano anche calzature, articoli di pelletteria, una vasta offerta di accessori (sciarpe, guanti, foulard, occhiali e cravatte), linee donna e uomo, l'ideale per perdersi in un turbinio di capi di abbigliamento e di griffe altisonanti. Alcuni esempi? 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