Lizard Island Stati Uniti New York Fiji

Transcript

Lizard Island Stati Uniti New York Fiji
I Viaggi di SHERMAN
Numero 2 – Marzo - Aprile 2015 Newsletter di viaggi
Lizard Island
un paradiso terrestre
Stati Uniti
il MISSISSIPI NAVIGANDO SUI BATTELLI A VAPORE
New York
alla scoperta di Manhattan
Fiji
dove la vita gira attorno alla parola “relax”
In questa newsletter
Idee e spunti per viaggi
d’autore
a pagina 6
Steamboat
sul Mississipi
a pagina10
My Kind
of Broadway
a pagina 14
Australia: Lizard
Island
SHERMANVIAGGI by Intertravel
2 I Viaggi di Sherman
SHERMANVIAGGI by Intertravel
copertina American
Queen Steamboat.
destra Antelope Canyon,
uno dei parchi americani
più suggestivi.
Chi siamo
Sherman Viaggi è un marchio
registrato di Intertravel Co srl
In questo numero
3
In questo numero
Lettera aperta
di Caterina Clasadonte
Steamboat sul Mississipi River
Cura e Redazione
6
Caterina Clasadonte
Mark Twain aveva visto i segreti e la bellezza del fiume.
Caterina Clasadonte
Addetti Banco
Alessandro Gemmi
Francesco Pastorelli
10
Specialisti Prodotto
12
USA
Un viaggio nel tempo di
Isole Fiji
Un luogo unico, perle incastonate nell’azzuro del mare, dove la vita gira intorno alla parola Relax
“My kind of Broadway “
Il mondo in una strada
Lizard Island
Luca Arioli, Luciano loi,
Roberto Rovera
16
Canada
21
Idillio per coppie
Elisabetta Rossi, Luca Arioli,
Luciano Loi
22
Uno sguardo sul mondo
Australia
Il mondo in un click. Tante piccole finestre digitali che ritraggono posti da favola. Ecco le nostre preferite.
Un sogno, un posto unico al mondo dove il tempo non sembra esistere.
Roberto Rovera
Polinesia
Roberto Rovera
Nuova Zelanda
Roberto Rovera
Giappone
Luca Arioli, Yuri Asahi
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I Viaggi di Sherman 3
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Il Golden Gate e spesso avv olto dalla nebbia
4 I Viaggi di Sherman
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Lettera aperta
di Caterina Clasadonte
destra San Francisco, il
Golden Gate
sotto La Spa di Lizard
Island
Crediamo di avere visto, detto, fatto tutto; eppure
a volte capita di cercare qualcosa. Qualcosa di
indefinibile e indefinito. A chi di noi non è mai
capitato di sprofondare nella noia infinita e di
provare vera e propria nostalgia di un periodo passato e magico in cui tutto era nuovo, in cui tutto
era una prima volta?
Ci vuole una scossa, un’esplosione, un’emozione,
un fremito che ci restituisca quelle sensazioni
primordiali, totalizzanti, avvolgenti, proprie di chi
ancora ha tutto da scoprire.
Allora, coraggio: non tutto è perduto! Essere adulti
talvolta sarà noioso, ma c’è sempre una resa!
Per esempio saltare sul primo volo disponibile
e librarsi nell’aria alla ricerca di quello «sfarfallìo»
nello stomaco che così tanto ci manca. Questo
cerchiamo: un viaggio che sia un piccolo, grande
...Un viaggio è un mondo
che ci portiamo dentro
investimento per se stessi, su se stessi. Un viaggio che ci porti davvero alla scoperta di paradisi
perduti, eden inimmaginabili. Che non sia solo un
vedere, ma piuttosto un sentire nuovo, una profonda comprensione. Non importa la meta, ciò che
conta è tornare a respirare aria pura!
E allora godiamo del vento in faccia sul battello
che solca il Mississippi River, ci perdiamo nel tramonto di Lizard Island con l’acqua che sfiora le
caviglie. Un’acqua che alle Fiji si fa ancora più calda
forse, ci piace pensare, contagiata dal calore della
gente. Un’accoglienza semplice, ma viva e intensa,
che spalanca le porte di tradizioni, usi e costumi, di
millenaria esistenza.
Vi sembra di essere già più felici? Non è un’illusione.
Scriveva Mark Twain: «Tra vent’anni sarai più infastidito dalle cose che non hai fatto che da quelle
che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal
porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele.
Esplora. Sogna. Scopri».
Shermanviaggi by
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I Viaggi di Sherman 5
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destra dopo anni di
abandono le maestose
regine del Missisipi sono
state restaurate e pronte
per salpare.
Steamboat sul
Mississipi River
Mark Twain aveva visto i segreti e la bellezza del fiume.
Un viaggio nel tempo di Caterina Clasadonte
«Your true pilot cares nothing about anything on earth but
the river, and his pride in his occupation surpasses the pride
of kings».
Era il 1883 e Mark Twain raccontava se stesso, avventure
ed emozioni reali a bordo di battelli a vapore in compagnia del suo più grande amico: il Mississippi River. Lungo e
sinuoso si muove il Mississippi, scivola verso sud: dal nord
del Minnesota raggiunge il Golfo del Messico. Una goccia
d’acqua che guizza alla sorgente ha bisogno di novanta
giorni per giungere alla foce. A tratti il fiume si attorciglia, poi
attraversa praterie, montagne, boschi e, tra rapide e secche,
aggira isolotti deserti e sabbiosi disegnando anse, meandri
e bracci strettissimi... È il «Meschacebé», il padre delle acque:
così solevano chiamarlo i nativi americani stanziati lungo le
sponde. Sono gli stessi luoghi di Tom Sawyer e Huckleberry
Finn: anche nelle loro vite il Mississippi si fa persona, complice di ogni avventura, garante di affrancamento.
Questo era il Mississippi di Twain: libertà. Libertà e fierezza!
È per questo che Finn dice: «Non c’era casa migliore della
zattera, dopotutto. Tutti gli altri posti sono così stretti e chiusi,
ma la zattera no. Sulla zattera ti senti libero, tranquillo e
felice». Intanto Finn viaggiava verso la libertà in compagnia
di un amico fuggito dalla schiavitù... Accanto a quel fiume
Twain c’era nato, ne amava lentezza e impeti. Infine, il fiume
gli restituì immortalità. Lungo il Mississippi, la suggestiva
atmosfera coloniale fa vibrare il cuore ancora oggi come
fece con la romantica Rossella, il libertino Rhett Butler o
l’enigmatico Ashley. La malia della perfezione, o imperfezione, storica è ancora oggi tutta da fendere. Grandi battelli
a vapore, mossi da enormi pale posteriori, discendono ogni
giorno il Mississippi per condurci alla scoperta delle vere
radici del Sud.
L’American Queen Steamboat è la più grossa nave fluviale
mai costruita. Regina indiscussa, accoglie i suoi passeggeri in un caldo stile vittoriano, fatto di legni scuri e arredi
sontuosi. Rivivono gli antichi fasti nel teatro e nel Grand
Saloon; rifioriscono eleganti tradizioni nella Ladies Parlor,
6 I Viaggi di Sherman
raffinata sala con camino dove è servito il té pomeridiano,
e nella Mark Twain Gallery dove gli ospiti si intrattengono
con giochi di carte, dama e scacchi. Non mancano comfort
tutti moderni: ampi sono gli spazi per godersi la navigazione
in totale relax, un relax che può proseguire nei bar, nella
palestra, nella SPA e, addirittura, in una incantevole piscina
panoramica. E intanto, magari assaporando la gustosa southern cuisine, tra l’altro pluripremiata, la steamboat scivola,
scivola, scivola...
Tutto ha inizio a New Orleans. Passeggiare a piedi per le
strade colorate del quartiere francese fa molto Bohéme,
soprattutto quando, dal niente, arriva da lontano, poi sempre
più vicina, l’emozione della musica. È New Orleans: capitale
del jazz! Luogo, anche, un tempo deputato al controllo dei
battelli che navigavano il Mississippi.
Era il tempo in cui, la domenica sera, un colpo di cannone
avvertiva gli schiavi dell’inizio del coprifuoco. La fama della
musica, il destino del jazz e del blues, è indissolubilmente
legato alla navigazione del fiume del quale, in un certo
senso, sembrano seguirne il ritmo. Fate Marable, probabilmente il più conosciuto musicista di battello, tentando
sapientemente un’equilibrio tra musica «bianca» e musica
«nera», offriva lavoro a musicisti che di nome facevano
Louis Armstrong o Duke Ellington.E proprio da qui, da New
Orleans, parte una crociera che realmente segue le tracce
del vecchio sud prebellico.
Un’ora prima di salpare, un’anziana signora suona un organetto forse un po’ stridente, ma allegro, che invita i passeggeri
a radunarsi per l’imbarco. È un organetto a vapore che, per
ogni nota, emette un fumo di colore diverso. La musica sarà
il filo conduttore della traversata, in perfetto stile Dixieland,
direzione Natchez. Questo è il più antico insediamento
lungo il fiume: villaggio indiano prima di passare agli inglesi,
agli spagnoli, ai francesi e, infine, agli americani. Fiorivano le
piantagioni di cotone e per questa ragione molti milionari
decisero di costruire qui le proprie dimore.
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Il lento scorrere del fiume segna i tempi di
questa regione
I Viaggi di Sherman 7
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destra e sotto
in navigazione
Il National Historical Park ne riunisce molte
occupando interi isolati nei quali il tempo
sembra essersi fermato. Melrose Mansion, per
esempio, è una dimora del 1840 lussuosa,
sfarzosa e circondata da ettari di terreno: fa
un certo effetto visitare gli spazi riservati agli
schiavi. Natchez è anche Under the Hill: c’è
un saloon sotto la collina, esattamente dove
sorgeva un tempo come punto di ritrovo per
ladri, tagliatori di gole e giocatori d’azzardo
fluviale in cerca di whisky a buon mercato e di
amore illecito. Ora si può mangiare un’ottima
cucina locale e si ascolta sempre musica dal
vivo, magari sotto il portico, in compagnia del
Mississippi.
Rimangono vecchie foto alle pareti e vari cimeli
fluviali a testimoniare ciò che fu, e che qui si
può facilmente immaginare esista ancora. Una
vera meta di pellegrinaggio per gli amanti della
musica è Memphis, luogo di nascita di Blues,
Soul e Rock’n’roll. La Sun Record, oggi museo, è
stata sala d’incisione non solo di Elvis, ma anche
di Roy Orbison, Jerry Lee Louise e Johnny Cash.
Graceland è perfetta anche solo per «dare una
sbirciatina» alla vita del re del Rock ma, poi,
giornate splendenti e straordinaria ospitalità
stuzzicano l’appetito specialmente se un invitante profumo di costolette di maiale cotte sul
barbecue solletica l’olfatto... Probabilmente il
Mud Island River Park è lì in zona...
Seguendo la scia, si avrà un’ulteriore sorpresa:
ammirare un modello in scala di tutto il percorso del Mississippi e sorprendersi a pensare
che sarà anche in scala, ma è così grande! Ma
la vera città della musica è Nashville, patria del
Country e di musei a tema, e non solo... C’è
un museo particolarissimo, il Lane Motor, che
espone una collezione unica di vetture, automobili, ma anche motociclette, provenienti da
ogni parte del mondo. Poi però bisogna rituffarsi nel vecchio Sud, al Loveless Café, semplice,
familiare, e tanto amato dai musicisti.
Si può assaggiare una frittura di pesce gatto
qui, oppure rimanere sul classico e optare per
fragranti focaccine fatte in casa e crocchette
di patate.Tanto ci sarebbe ancora da fare e da
raccontare. I tempi della crociera sono forse un
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sotto Immancabili i gamberi, specialità locale
sotto Le camere sono
arredate in stile, per un
vero viaggio nel passato
po’ stretti ed è già ora di crogiolarsi nel viaggio
di ritorno, magari sul deck più alto, col vento in
faccia, ripensando all’intreccio di storia, musica
e cultura legate insieme da un unico filo, un
filo lungo tremilasettecentotrentaquattro chilometri che si chiama Mississippi River!. sher
I Viaggi di Sherman 9
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Isole Fiji
Un luogo unico, perle incastonate nell’azzuro del mare, dove la vita
gira intorno alla parola Relax
10 I Viaggi di Sherman
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sinistra Rilassarsi al sole,
cullati dale rumore delle
onde....ecco le Fiji
C’è un posto nel mondo, così lontano eppure
così vicino, di indicibile bellezza: abbagliante,
limpida, pura. Il sole stesso se ne è invaghito
tanto da sceglierlo come prima cosa su cui
posare gli occhi al suo risveglio. La prima alba
del nuovo giorno sorge in questo arcipelago
accovacciato nel Pacifico: ben arrivati alle Fiji.
L’alba è di un tenue color lilla. Dipinge gli arenili,
si specchia nelle increspature del mare, avvolge
le cime più alte. Poi un bagliore improvviso, e si
alza il sole. Forte, possente, caldo.
Dall’alto sembra quasi d’intravedere un ferro
di cavallo in mezzo al mare che diventa più
grande via via che la quota si abbassa. Sono più
di trecento isole e più di cinquecento isolotti
cinti da atolli corallini e bagnati dal mare di
Koro. Di tutte queste isole, sono abitate soltanto
un centinaio.
Tra il duemila e il seicento a. C. ci vivevano
popolazioni malesiane provenienti dalla Papua
Nuova Guinea e in seguito dalle Vanuatu e
dalle isole Salomone. Era una civiltà fortemente
gerarchica, organizzata in tribù.
centinaia gli specchi d’acqua in cui l’anima del
mare pulsa e ruba i colori vivaci di tutti i pesci
tropicali che l’hanno scelta a dimora. Le spiagge
sono candide e soffici, ombreggiate da palme
secolari. Così lontani dal mondo, ma realmente
vicini a se stessi.
Se Turtle Beach è forse la più famosa, frequentata da vip e star hollywoodiane, i più temerari
o esperti possono spingersi oltre, navigare
fino ad isolotti disabitati o popolati, al massimo, da gruppetti di tre o quattro indigeni che
bevono ancora l’acqua piovana raccolta nelle
scanalature scavate nei tronchi delle palme e
si nutrono di ciò che la natura offre generosa:
manioca, banane, papaya, mango e cocco.
I cannibali di un tempo si sono trasformati in
una popolazione di rara socievolezza: «bula» è
la parola che si sente ripetere, sempre accompagnata da ampi sorrisi calorosi. È il loro saluto,
un modo per augurare felicità e fortuna. Basta
rispondere con un sorriso e ripetere questa
parolina magica e si spalancheranno le porte di
un mondo semplice e gioioso, un mondo dove
metodo culinario fijiano: il lovo. Carne o pesce
sono avvolti nelle foglie di banano e cotti sottoterra. Il sapore non si può raccontare.
Le Fiji si sono arricchite, nel tempo, di resort
che definire di lusso è puro eufemismo. Bure
col tetto di paglia, a filo d’acqua, nel verde
rigoglioso, dove ogni desiderio, ogni fantasia,
può diventare realtà. Tutto è possibile. Anche
addormentarsi davanti in un acquario tropicale.
Per poi andare a scoprire come si è evoluta nel
tempo l’antica civiltà e come si è integrata nel
progresso che si è impadronito delle città più
grandi, che pure si sforzano di mantenere la
loro millenaria cultura.
E speriamo che la mano dell’uomo rimanga
clemente e non infierisca su questi luoghi
ancestrali, purissimi, talvolta inviolati.
C’è ancora un regalo per chi parte: un canto
di saluto melanconico e caldo. Una vecchia
canzone d’amore, una melodia indimenticabile.
Come indimenticabile sarà il profumo dei fiori.
«Vinaka», grazie: è tutto ciò che si può dire. sher
....un bagliore improvviso, e si alza il sole. Forte, possente, caldo
Furono gli spagnoli i primi a scoprire tanto
splendore ma all’epoca queste isole erano
accompagnate da una fama molto triste: le
tribù indigene, infatti, erano sovente in lotta tra
loro, guerre intestine che nella maggioranza dei
casi si traducevano in episodi di cannibalismo
nei confronti del nemico. Fu quindi William
Bligh, celebre comandante del Bounty, il primo
a compierne un’esplorazione completa: siamo
quasi a fine Settecento.
I famigerati «cannibali» vivono in un territorio
straordinario, di origine vulcanica e perciò
paesaggisticamente vario che, oltre a vantare
un mare incantato e particolarmente caldo,
offre una vegetazione lussureggiante ricca
di alberi ad alto fusto e fiori colorati, soprattutto orchidee: il Garden of the sleeping giant
nacque proprio per accoglierne la collezione di
Perry Meson.
Dalle palme ciondolano brillanti iguane sornione e golose, pronte a carpire con destrezza
ogni leccornia che capita a tiro.
Percorsi, forse un po’ faticosi ma ben tracciati,
conducono sui belvedere da cui si ammira
un panorama che non si lascerà dimenticare
facilmente: il mare, nelle sue mille sfaccettature
turchesi, è un riflesso fulgente tra il verde delle
foglie. Il mare. Ciò che rende davvero le Fiji
meta sognata e agognata. La Barriera Corallina
disegna baie, lagune, piscine naturali e, mentre
fuori scrosciano e si frangono le onde oceaniche, dentro l’acqua è pacata e calma. Sono
il tempo acquista un nuovo significato. Ogni
piccolo gesto è un grande rito, il lavoro è lento,
sembra adattarsi al ritmo della risacca. È il Fiji
Time, filosofia di vita che non conosce la fretta.
Le donne intrecciano foglie di cocco o palme
per le loro stuoie e raccontano la loro vita
speciale, straordinaria, nella serena, totale, accettazione di se stessi. Intanto, un uomo aprirà
un cocco giovane, verde, e ne offrirà l’acqua,
dolce e buona.
I Fijani esprimono il massimo della loro
accoglienza invitando i nuovi arrivati alla
cerimonia della kava, una bevanda scura, dal
sapore indecifrabile, ottenuta dalla radice di un
arbusto, una varietà di pepe, ridotta in polvere
coi denti e mescolata per ore con l’acqua in una
grande ciotola concava in un rituale solenne.
Sarà poi servita nella metà di una noce di cocco,
che passerà di mano in mano, in assoluto silenzio. Induce tranquillità, socievolezza, buona
predisposizione verso gli altri. Il rito in passato
aveva valenza religiosa: creava un contatto con
gli spiriti degli antenati. Tutta questa cultura
è impregnata di aldilà: la danza, per esempio:
un tripudio di colori e movimenti armoniosi
tramandato di generazione in generazione che
accompagna i momenti importanti della vita.
La danza è espressione artistica, come lo è la
tradizione artigianale molto viva, soprattutto
nei villaggi: ceste in foglie di palma, orecchini
in legno, senza dimenticare la maestria nella
lavorazione della ceramica. E arte è anche il
I Viaggi di Sherman 11
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“My kind of
Broadway “
destra Milioni di luci
illuminano a giorno Times
Square, cuore pulsante di
Manhattan.
Il mondo in una strada
Intensità.
Una fiumana inarrestabile di persone, luci, colori
ed i suoni di una trafficata metropoli.
fino a tutto il Central Park lo scenario muta
continuamente: non è di una via che si sta
parlando, ma dell’essenza stessa della città.
Broadway in realtà potrebbe essere un
viaggio nel viaggio lungo duecentoventicinque
chilometri. C’è storia a Broadway: rientra nel
Native American Trail, il percorso dei padri
fondatori. Secondo gli esperti, ricalcherebbe un
antico percorso indiano.
Il modo migliore per conoscere questo spaccato di realtà newyorkese è stato, ed è tutt’ora,
passeggiare. Stringendo in mano un
bicchierone di caffè caldo. E dedicandosi al window shopping: per qualità e quantità di negozi,
Broadway è seconda solo alla Fifth Avenue. Tra
vetrine stupefacenti, souvenir, abbigliamento e
alta tecnologia ci sono dei must: punti strategici
e imperdibili.
La nostra Broadway, cuore della grande mela,
la via irregolare che taglia Manhattan da
nord a sud, risale al 1625 quando un gruppo
di coloni della Compagnia Olandese delle
Indie Occidentali avviò la costruzione di Fort
Amsterdam, a sud di Manhattan. La via principale di New Amsterdam, futura Broadway,
all’epoca si chiamava ancora High Street.
Nel secolo successivo cominciarono a fiorire
attività commerciali piuttosto eterogenee
considerato che negozi rispettabilissimi erano
affiancati da bordelli e case da gioco, mentre
maiali randagi bivaccano allegramente.
Si soleva dire: «Spara un intero caricatore di pistola all’incrocio tra Broadway e Houston Street e
non colpirai una sola persona onesta!».
L’apertura dei teatri migliorò decisamente
la situazione e Broadway si mutò in scintillio,
glamour, celebrità.
Se temete che, tra boutique, centri commerciali,
grandi magazzini – come non perdersi nel
luccichio di Macy’s? - e outlet davvero appetitosi, una giornata non basti, niente panico:
quasi tutti gli shops garantiscono l’apertura
ventiquattr’ore su ventiquattro.
E allora, coraggio: pronti per scrivere il nostro,
personalissimo, «I love shopping in New York»!
Nei dintorni di Herald Square, sovrastati
dall’Empire State Building, sventolano le famose
ali d’angelo di Victoria’s Secret: indossarle
significa provare l’ebbrezza della passerella di
biancheria più trendy del momento! Il fucsia
dominante negli interni scuri e i profumi
suadenti faranno il resto: ogni donna potrà
sentirsi una dea e susciterà l’incanto di ogni
uomo.
Passeggiare per Broadway divenne uno stile
di vita: nel caos infernale di un traffico
impazzito, in quel «vivace turbinio di carrozze»
che ammaliò Charles Dickens in visita a New
York, persone eleganti si affollavano nei negozi
di lusso fioriti tra Canai Street e Houston Street.
Non solo teatri, dunque, per quanto la musica
che esplode nel petto sia un’esperienza estremamente esaltante.
All’ombra del Flatiron, nei dintorni di Union
Square, talvolta c’è un profumo che a New
York non ti aspetti. Sa di verdure fresche, frutta
dolce e latte appena munto. È Union Square
Greenmarket: quattro volte a settimana, gli
agricoltori delle zone limitrofe espongono e
vendono i loro prodotti.
Passeggiare per Broadway significa tagliare
diagonalmente Manhattan: da Downtown
Chi l’avrebbe mai detto? Un angolo bio tra taxi
e grattacieli, una sorta di prodigio che risveglia
12 I Viaggi di Sherman
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un senso di misticismo e questo è senz’altro il
posto giusto perché si può arricchire lo spirito
curiosando tra le ultime novità di Barnes &
Nobles.
Le sfav illanti luci di Broadw ay
illuminan Times Square
Lo storico edificio di mattoni rossi e vetrate
ospita tutto ciò che è edito: siano libri, film
o cd, tutto si può trovare. Sfogliare i titoli
passeggiando sulla soffice moquette verde e
poi fermarsi a leggere, volendo per ore e ore,
senza che nessuno venga a protestare, anche
se è noto che, prima di comprare, merita
dare un’occhiata, si fa per dire, alle chilometriche scaffalature zeppe di libri dello Strand
Bookstore. Definirla semplicemente libreria
dell’usato è riduttivo considerato che le scansie
nascondono, a volte, vere e proprie rarità. E
sempre in tema di rarità, Forbidden Planet offre
il meglio del meglio in fatto di fumetti.
Rigenerati dal caffè di Shake Shake, nell’oasi
verde di Madison Square Park, coi tavolini
all’aperto e gli scoiattoli golosi che girellano, è
tempo del tripudio: l’incrocio con la Settima.
Broadway incontra Times Square. Le luci, i neon
abbaglianti dei display pubblicitari...
Nettamente si avverte di essere nel centro
della comunicazione mediatica: non a caso
sorge proprio qui il grattacielo del New
York Times.
Broadway, però, offre anche uno shopping
insolito e più originale. Tra Soho e Tribeca, per
esempio. Un grande store di legno scuro, porta
azzurra e vetrine invecchiate ad arte. J. Crew
Liquor Store e il suo bancone da bar, da cui
ammicca una distesa di cravatte esuberanti,
sono lieti di presentare tutto l’abbigliamento
del marchio in una location che ha mantenuto,
esaltandolo, l’antico aspetto di negozio di
alcolici, con tanto di bottiglie e bicchieri esposti.
What Goes Around Comes Around è un nome
un po’ buffo per un negozio, non però se si
tratta di un negozio vintage di tale livello!Tra
sciarpe coloratissime e borse culto bisogna
cercare, cercare e cercare: di sicuro salteranno
fuori veri stivali da cowboy! Pezzi unici, introvabili altrove.
E peccato per la recente chiusura di Treasure
& Bond. Il nome non tragga in inganno: i
profitti erano interamente devoluti ai bambini
disagiati di New York. C’era di tutto, dai gioielli
agli articoli di cancelleria. Un posto di riguardo
meritava l’esposizione di abiti, per la maggior
parte griffatissimi. Un ascensore collegava i due
livelli di uno store concepito tutto in mattoni,
tubature a vista e legno vissuto. Campeggiava,
tra l’altro, un murales di Ruben Toledo, famoso
artista di New York. L’idea era ottima e chissà
che, guardando bene, non si scovi qualcos’altro
di simile... Del resto Broadway è così: un incantesimo accade lì dove meno te lo aspetti, tra
negozi inusuali e bancarelle che sembrano fuori
dal tempo, quasi anacronistiche agli angoli
di palazzi che bucano il cielo. Si può godere
I Viaggi di Sherman 13
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14 I Viaggi di Sherman
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sinistra A passeggio sulla
51ma si scopre il nuovo
spettacolo di Broadway
appieno il fascino di piccoli negozi della west side; mentre
allegri e simpatici negozietti per studenti costeggiano la
zona della Columbia.
Per i bambini, e per chi non ha mai smesso di sentirsi tale,
è Times Square il Paese dei balocchi: non solo un enorme
Disney Store, ma anche Toy’s “R” Us: supereroi formato
gigante, profumo di caramelle e una ruota panoramica
a grandezza naturale. A proposito di caramelle... L’M&m’s
world: il mondo col cuore di cioccolato!
Volendo vivere la magia di «Alice nel paese delle meraviglie» basta deviare un po’ da Herald Square: un soldatino
tutto vestito di rosso custodisce l’ingresso di uno dei negozi
di giocattoli più grande al mondo: Fao Schwarz. I commessi
sono animatori che amano giocare; bambole e peluches
sono personalizzabili lì per lì, intere pareti sono rivestite dai
mitici mattoncini lego e il pavimento è un pianoforte che si
lascia suonare saltellandoci sopra.
Per calarsi nell’autentico spirito americano adesso è proprio
necessario un fast food, purché non sia uno qualunque!
Ted’s Montana Grill è una tipica steackhouse newyorkese.
Si riconosce bene perché un enorme bisonte marrone fa
da insegna e la carne di bisonte in tutte le sue forme è, in
effetti, la vera attrazione, meglio se con contorno di jacket
potatoes. La carne certificata e l’atteggiamento eco-friendly
garantiscono sulla qualità, ma è l’atmosfera ad essere particolare: il bar è popolatissimo nell’ora dell’aperitivo post
lavoro, ma poi dei separè creano angolini tranquilli dove
gustare con calma piatti abbondantissimi da cui sventola la
bandiera americana.
Adesso, dopo essere entrati nello spirito di Broadway, si può
pensare di scegliere uno spettacolo per coronare la giornata. Chissà che non nasca una nuova stella... sher
nyc steack house
Chi visita New York lo
sa già! Oltre alle classiche tappe alla Statua
della Libertà, Tribeca
ed il National History
Museum, deve obbligatoriamente anche
andare ad assaggiare
e gustare la vera
bistecca americana!
Avete presente quelle
bistecche larghe
quasi quanto il piatto
e spesse “2 dita”? Le
steakhouses newyorkesi sono diventate
una delle più popolari
mete turistiche – e
la carne e il mashed
potato americani sono
veramente imbattibili!
Ma come fare a scegliere le migliori fra la
moltitudine di insegne
che ci invitano ad
entrare? Ecco le nostre
preferite.
1 - Peter Luger
Steakhouse
2 - Smith & Wollensky
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image.
3 - Sparks Steakhouse
4 - StripHouse
5 - Virgil’s
Buono a sapersi: la
prima domanda che
ogni cameriere vi farà
nello stesso istante in
cui ordinerete la vostra
bistecca sarà “How do
you like it?” (come ti
piace?), e si riferisce
alla cottura.
Potrete rispondere
Well done (ben cotta)
– medium – medium
rare (poco cotta) se
invece la volete rare
(al sangue)....beh
.... sappiate che in
america per motivi
igenici sarà veramente
molto difficile che vi
servano della carne
(hamburger compresi)
al sangue. Se quindi
ben cotta non vi piace
allora un consiglio,
non ordinatela o ci
rimarrete male.
I Viaggi di Sherman 15
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Lizard Island
Un sogno, un posto unico al mondo dove il tempo non
sembra esistere.
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I Viaggi di Sherman 17
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in questa pagina
Passeggiando sulle spiagge di Lizard Island, ogni
passo è una scoperta di un
posto inesplorato.
Era il 1770. Capitan Cook registrava nel suo diario di bordo l’incaglio della
nave su un tratto di Barriera Corallina che si affacciava a filo d’acqua. In
cerca di una via d’uscita, scese su un’isoletta e camminò fino al punto più
alto, che ora porta il suo nome. Durante la strada, vide delle lucertole piuttosto singolari e così... Lizard Island si lasciò scoprire e, nel tempo, divenne
il «gioiello della Barriera Corallina».
Secondo gli aborigeni, l’isola e tutto l’arcipelago che ne prende il nome
sono nati dal Dreamtime: prova inconfutabile della misura del sogno,
sicuramente dell’attuale dimensione del «sogno».
Il Lizard Island National Park è un arcipelago che comprende vari isolotti
dalla bellezza incolta e selvaggia, tra i quali Lizard Island gode di fama
maggiore. Vibrante è il contrasto tra l’asprezza della natura e la purezza del
mare, interrotta solo dai vividi colori del corallo.
Siamo nel sud del Pacifico, a meno di trenta chilometri dalla costa, nel
tratto settentrionale del Queensland.
La sabbia finissima e il mare cristallino ne fanno un paradiso per gli appassionati di immersione: di origine vulcanica, è senza dubbio uno dei tratti
più belli della Grande Barriera Corallina Australiana, una sorta di parco
giochi acquatico.
Lo snorkeling è chiaramente l’attività principale. Non capita tutti i giorni
di poter nuotare accanto a tartarughe marine, stelle marine blu elettrico,
cernie potato e un’impressionante varietà di pesci coloratissimi e corallo...
Giardini di corallo a perdita d’occhio... Di altezza e durezza che varia a
seconda del fondale.
Snorkeling per tutti, dunque, ma anche immersioni che richiedono un
minimo di abilità in più come Cod Hole. L’esperienza è memorabile perché
18 I Viaggi di Sherman
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il cod fish o il napoleon raggiungono davvero dimensioni notevoli ed è facile imbattersi nel pigrissimo
squalo nutrice che, con la sua pellaccia dura, striscia tra i coralli.
Dovunque, fauna e flora ittica sono pressoché intatti, incontaminati. Al No Name Reef, per esempio, è
una meraviglia la distesa di tridacne gigante immersa nel blu profondo del mare. Tridacne di ben centocinquanta anni e vongole giganti anche al Clam Gardens.
La barriera, a un tratto, forma una laguna, Blue Lagoon, luogo sacro agli aborigeni.
Nell’acqua bassa e protetta dalle correnti, il mare ha espresso al meglio la sua maestria intrecciandosi coi
coralli per dare vita a un mosaico, o ad una maiolica, di un celeste acceso che ricorda il blu dei turchesi o
dei lapislazzuli e che evoca suggestioni orientali.
Imperdibile è il tramonto da Sunset beach, quando il colore puro e cristallino dell’acqua cede il passo
all’arancione del cielo: un piccolo pic nic in spiagge appartate per brindare all’imbrunire con dello champagne ghiacciato.
L’isola si presta anche a piacevoli passeggiate giungendo magari a Cooks Look, il belvedere, per una vista
ad ampio raggio sulle scogliere circostanti e le altre isole dell’arcipelago che, da lassù, sembrano placide
tartarughe marine adagiate là dove mare e cielo diventano indistinguibili.
Lungo percorsi ben tracciati, attraverso boschi di eucalipto, acacia e mangrovie, si nascondono importanti aree di nidificazione e poi bisogna necessariamente cercare il monitor angus, ovvero la famosa
lucertola di Cook. La sua caratteristica? La dimensione! È davvero molto grande: il varano macchiato di
giallo può tranquillamente superare il metro di lunghezza.
Di grande interesse scientifico, poi, è il sito di ricerca gestita dall’Australian Museum per lo studio della
Barriera Corallina.
Sorge un resort di lusso a Lizard island: il Great Barrier Reef. Appare come un miraggio, in un posto che
già di per se è etereo come una fantasia.
Il resort offre agli ospiti ogni cura e coccola possibile; il personale, con riservatezza e discrezione, è un
valido aiuto per vivere al meglio l’isola consentendo, per esempio, la panoramica completa del luogo in
elicottero, oppure mettendo a disposizione barche per raggiungere una delle ventiquattro, splendide,
spiagge private, offrendosi di preparare appetitosi spuntini da consumare in riva al mare.
Completa l’idillio la Essential Day Spa. Ogni trattamento mira al benessere psicofisico e trae ispirazione
dalla natura e dallo spirito dell’Australia degli aborigeni. Miracolosamente antistress la terapia dell’acqua...
«Non di solo pane», è vero, ma nutrito lo spirito non si può certo tralasciare di nutrire il corpo!
Anche i palati più esigenti saranno accontentati: il ristorante propone prelibatezze di pesce freschissimo;
il Driftwood per assaporare, cullati da comodissimi sofà, succhi di frutta tropicale e birra australiana, senza
perdere di vista la carta dei vini; il Saltwater offre un’esperienza più che una cena: in riva al mare, in assoluta intimità.
Il profumo di legno pregiato sposa l’impalpabilità del candore dei tessuti: le camere sono tutte lussuose, ma le Anchor Bay suite lo sono, se possibile, ancora di più: il letto è magicamente posto davanti ad
un’ampia vetrata che guarda il mare. Da qui, un vialetto privato giunge fino alla spiaggia dove un lettino
è già adagiato all’ombra di un’enorme palma.
Fin quando non arriva il momento di ripartire...
Si saranno sentiti così Adamo ed Eva quando lasciarono l’Eden? sher
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Idillio per coppie
Famosa per le sue ben 24 spiagge di sabbia finissima e per le
sue splendide lagune turchesi, è l´isola più a nord della Grande
Barriera tra quelle aperte al turismo, un vero e proprio paradiso
unico per bellezza e servizi, al punto che ha vinto prestigiosi
premi internazionali di massima eccellenza.
Caratterizzata da un clima tipicamente tropicale mite e
apprezzato praticamente tutto l´anno, Lizard è diventata Parco
Nazionale, ma ospita comunque un resort molto raffinato ed
esclusivo, tale da renderla meta ideale per un romanticissimo
viaggio di nozze (non trascurabile anche il fatto che ospita solo
coppie di adulti).
I Viaggi di Sherman 21
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Uno sguardo sul mondo
Il mondo in un click. Tante piccole finestre digitali che ritraggono posti da
favola. Ecco le nostre preferite.
Dubai
Il Burj Al Kalifa è il grattacielo più alto al mondo.
Rappresenta appieno quanto gli Emirati Arabi
Uniti siano riusciti a diventare nel corso egli
ultimi anni una delle destinazioni più trendy.
(foto di Luca Arioli)
Italia - Alberobello
I Trulli, costruzioni antiche che ancora
oggi ci affascinano.
(foto di Valentin Spidalieri)
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Cross Sabres Ranch Wyoming
La vita in un Ranch alle volte
porta a conoscere personaggi
molto interessanti. Questo è
il Cow boy che accompagna i
clienti durante le passeggiate
a cavallo fra le montagne
del Wyoming.
(foto di Paola Nava)
USA - Maine
Le aragoste sono uno dei piatti principali del
Maine. Anche le targhe ce lo ricordano
(foto di Pola Nava)
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numeri della nostra newsletter.
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