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COMPLESSO TERMALE A FIRENZE Cantiere Giugno 2006 N. 5 Giochi d’acqua IL NUOVO CANTIERE 86 Architettura compatta e sistemi costruttivi a secco per un moderno centro benessere con parco acquatico che ha visto l’impegno di quaranta progettisti specializzati nelle varie discipline, necessari per affrontare le diverse tematiche relative a impianti ed equilibrio climatico di Giuliano Bicchierai on i suoi 35mila metri quadrati di superficie complessiva e 20 milioni di euro di investimento complessivo, il nuovo Hidron di Campi Bisenzio, Provincia di Firenze, rappresenta il più grande centro dedicato allo sport e al benessere dell’Italia centrale. Nella sua concezione architettonica, Hidron si pone l’obiettivo di interpretare nel modo più completo i principi della nuova filosofia del wellness: benessere a 360 gradi, fuori e dentro l’acqua, spazi generosi, soluzioni impiantistiche avveniristiche. C Esternamente l’edificio è stato pensato per comunicare tutte le sensazioni proprie degli utenti che lo frequentano: dinamismo, tonicità, movimento. Il complesso, che nasce attorno al progetto dell’acqua, baricentro di tutte le altre funzioni, ripropone in chiave moderna la grandiosità e l’universalità dei grandi complessi termali romani. Un’ idea che l’architetto Marco Margheri, con la collaborazione dell’architetto Sergio Bizzarro per l’interior design, ha voluto sviluppare e applicare nella progettazione di tutta la struttura: negli oltre ottomila metri quadrati di superficie coperta, infatti, non c’è ambiente che non si affacci sul piano vasca. Un concetto che nella sua linearità percettiva, si applica anche alla disposizione della hall, centrale nell’organizzazione globale degli spazi e delle attività. Come una conchiglia La struttura si articola su quattro volumi. L’edificio è composto da due corpi di fabbrica, essenzialmente riconducibili a due parallelepipedi, e da due volumi a forma di quarto di cerchio, entrambi con lo stesso centro generatore: la “torre”, una struttura in ferro conica, alta 23 metri, la cui funzione è di richiamo. I due parallelepipedi presentano una struttura portante in cemento armato con solai in laterocemento e copertura a terrazza praticabile; l’altezza libera interna è di 3 m, oltre a 50 cm di intercapedine tecnica controsoffittata in cui sono stati fatti passare gli impianti. Le pareti esterne presentano finestre a nastro, davanti alle quali, sul lato esterno, sono stati disposti dei pannelli in pvc sorretti da una struttura metallica con teli serigrafati su cui sono impresse immagini sportive. I teli assolvono a più funzioni: pensati da un punto di vista estetico perché “raccontino” come un grande murales (mille metri quadrati di superficie) cosa succede all’interno, hanno anche ilcompito di riparare dal vento la struttura. Il volume principale è quello a forma di conchiglia che ospita il piano vasca, realizzato con pilastri in cemento armato e pareti vetrate. È l’ambiente più importante ed esteso, ed è stato concepito perché si affacciasse in direzione sud. Ha una copertura a tetto spiovente, realizzata con nove travi in legno lamellare della lunghezza di 40 m, che facilità l’entrata della luce all’interno; la copertura si integra con la grande serra vetrata esposta a sud che ospita le vasche al coperto. Un particolare sistema di aperture nelle vetrate strutturali in vetrocamera e tende parasole integrate, permette anche nei mesi estivi il controllo della temperatura all’interno dell’ambiente. Chiudono il sistema compositivo i volumi della palestra, del centro benessere e dell’ingresso. La forma dell’edificio quindi nasce e si sviluppa insieme alle funzioni che ospita. I corpi in cui si articola hanno ognuno una diversa funzione. Una particolare cura è stata posta nell’individuare la migliore esposizione secondo i principi del- Giugno 2006 N. 5 In apertura, vista delle piscine coperte, sopra, planimetria generale, sotto, il centro Hidron. IL NUOVO CANTIERE 87 L’acquario sotterraneo Da un punto di vista costruttivo, è interessante la soluzione ideata per il piano vasca, che propone una nuova concezione di piscina. Un concetto più evoluto di quello tradizionalmente adottato in Italia, che il committente ha voluto sperimentare prendendo ad esempio strutture già operanti nel Nord Europa. La particolarità è che la struttura delle vasche è a vista su tutti i lati nel piano interrato, una scelta che semplifica la gestione soprattutto in previsione di possibili infiltrazioni o eventuali riparazioni. Tecnicamente, per fare il fondo delle vasche si è adottato un riempimento tutto a sasso, per evitare l’eventualità che il solaio di fondo faccia breccia compromettendo la stabilità del rivestimento. La scelta del materiale di rivestimento delle vasche ha preso in esame due soluzioni: resine o gres. La scelta è caduta sul secondo, in quanto l’utilizzo delle resine nelle vasche, nonostante un ottimo risultato architettonico, è ancora in fase di sperimentazione e, secondo i progettisti, presenta problemi tecnico-logistici rilevanti in caso di fessurazioni. È stato adottato, quindi, un rivestimento tradizionale in gres, di colore chiaro in modo da non aggredire visivamente il cliente. Sotto, vista notturna dell’ingresso principale; sulla sinistra, il volume con l’involucro esterno coperto da teli serigrafati con immagini natatorie. la bicolimatica: il posizionamento degli spazi all’interno della struttura è stato studiato affinché ogni attività possa beneficiare il più possibile dell’illuminazione naturale. Vasche a vista L’ingresso al centro è ubicato sul lato nord-est del fabbricato. La parte destinata all’attività natatoria è situata nella zona a forma di quarto cerchio, con una piscina di 25 m a otto corsie. Completano lo scenario acquatico una vasca di forma rettangolare per i corsi dei bambini con l’arrivo di uno scivolo, una vasca per il relax e una destinata esclusivamente ai neonati. Le piscine sono organizzate all’interno di un piano vasca di dimensioni tali da consentire una libera circolazione da parte dei frequentatori. Nel volume posto a nord, al piano terra, si trova invece una piscina in cui è possibile praticare acquagym. Al piano terra è ubicata la zona destinata agli spogliatoi, che consentono di accedere al piano vasca interno e alla zona esterna. Per accedere al piano vasca i clienti passano obbligatoriamente dalla zona spogliatoi, dove è posizionato un controllo accessi posto a fianco della reception. Un lungo corridoio permette a ciascun utente di accedere a specifiche zone, tramite un braccialetto di identificazione con microchip. All’uscita degli spogliatoi verso il piano vasche è posta una vasca disinfettante in cui i clienti sono obbligati a passare per accedere alla zona natatoria. Particolare attenzione è stata posta anche all’ubicazione dell’infermeria, posta in modo tale di essere posta vicino al piano vasca e altrettanto prossima all’esterno del fabbricato, per permettere, in ca- Colore e superfici Nelle intenzioni del progetto, il concetto di benessere diffuso doveva essere veicolato e sottolineato dalla qualità cromatica e materica dei rivestimenti, innanzitutto i pavimenti. La strada scelta è quella della soluzione mocromatica in tutta la struttura. Le sfumature di base sono tre: beige chiaro per le vasche e le pavimentazioni del piano vasca, marrone per gli spogliatoi, verde per le zone dedicate al relax. Nella scelta architettonica c’è una chiara indicazione di uniformità cromatica per tutto il centro, nell’obiettivo di creare una struttura elegante e non condizionata da colori visivamente pesanti. I nomi del progetto Centro benessere Hidron, Campi Bisenzio (FI) • Committente: Happy Land srl (Gruppo Margheri) • Progettazione architettonica: arch. Marco Margheri con arch. Sergio Bizzarro (interior design) e geom. Simone Margheri (esecutivi) • Progettazione strutturale: ing. Marco Bartoloni • Progettazione impiantistica: p.i. Mirko Marchesini • Prevenzione incendi: ing. Giuliano Galzigni • Sicurezza: arch. Stefano Damato • Impresa esecutrice: Margheri spa • Responsabile realizzazione: Mauro Margheri • Responsabile di cantiere: geom. Massimo Boddi Sopra, il piano vasca nella zona del centro coperta con una struttura di travi di legno lamellare; sulla sinistra, l’accesso alla hall e agli spazi fitness. so di emergenza, l’accesso di automezzi di soccorso. A fianco delle reception si trova un ulteriore controllo accessi che consente si accedere alla zona palestra posta al primo piano dell’ala nord, mentre percorrendo una scala a vista di forma curvilinea posta nella hall è possibile accedere alla zona che Hidron riserva alla zona benessere, con ambulatorio, solarium viso e corpo, camerini per estetica, area relax, ternario, sauna e servizi igienici. La zona esterna, posta all’interno di un’ampia zona di verde attrezzato, comprende una piscina olimpionica da 50 m, una vasca ludica destinata ai bambini e una termale alla quale è possibile accedere dall’interno nei mesi invernali e direttamente dall’esterno nei mesi estivi. Presenti anche un campo da beach volley, oltre a una zona bar e spogliatoi. Nella concezione del centro Hidron una particolare attenzione è stata posta nella progettazione degli impianti, che sono di tipo tecnologicamente avanzato. La gestione degli impianti, come l’accensione e lo spegnimento delle luci, i programmi di pulizia nella notte di tutti gli ambienti, eccetera, è completamente automatizzata. Un computer gestisce e programma tutta una serie di funzioni all’interno della struttura (apertura delle vetrate, filtrazione dell’aria, il controllo accessi, gli impianti audio e video). Tutta l’impiantistica è obbligatoriamente posta a una quota più bassa di quella del fondo vasca, e si trova quindi al piano interrato. Qui la pianta dell’edificio ha forma ridotta rispetto alla sagoma fuori terra del complesso, in quanto è stato calcolato esclusivamente per lo spazio necessario degli impianti che contiene. Una piscina a secco Le tecniche costruttive adottate derivano dalla necessità di coniugare la qualità del risultato finale con le ridotte tempistiche a disposizione: solo 14 mesi dall’inizio degli scavi all’inaugurazione. L’equilibrio è stato trovato scegliendo tecniche tradizionali, con struttura portante in cemento armato e tamponamenti e opere di completamento a secco. Non costruire in muratura, infatti, è stata una scelta precisa del costruttore. Tutti i tamponamenti sono stati realizzati con pannelli di cemento rinforzato, per l’esterno, e pannelli di cartongesso, all’interno. L’opzione di utilizzare sistemi costruttivi a secco ha permesso di ottenere superfici di adeguata qualità, risparmiando sui tempi di messa in opera e fini- Giugno 2006 N. 5 Sopra, planimetria generale al piano terra; in azzurro le vasche e le zone termali. Sotto, sezione longitudinale, in basso, prospetto est. IL NUOVO CANTIERE 90 1 2 3 Il progettista Nato nel 1968 a Borgo San Lorenzo (FI), l’architetto Marco Margheri collabora con la società di famiglia come progettista della maggior parte degli interventi, soprattutto residenziali, realizzati dal Gruppo Margheri, all’interno del quale è general manager dell’area tecnica. Dal 2004 è delegato Ance nel Gruppo Temi Tecnologici. tura di una tradizionale parete in laterizio. A tutto vantaggio dell’isolamento. La tamponatura in lastre di cemento (6 cm), infatti, occupando uno spazio di pochi centimetri ha permesso di destinare tutto il pacchetto che viene normalmente destinato alla muratura alla coibentazione (intercapedine di 25 cm con 20 cm di materiale termoisolante in lana di vetro). Stesso discorso per l’interno, dove sono state utilizzate lastre di cartongesso particolarmente resistenti all’umidità. In questo caso l’intercapedine, seppure ristretta rispetto a quella esterna, è stata utilizzata per isolare i vari reparti. I partner • Acquasport (impianti piscine) • ArchLegno (legno lamellare) • Arno Manetti (ascensori) • Astrapool (impianti filtraggio) • Berni (rivestimenti) • Borgi Luciano (urbanizzazione) • Cem (opere in c.a.) • Floor Gres (rivestimenti vasche) • Gruppo Abaco (infrastruttura informatica) • Idrotermica Coop (impianti idrotermosanitari) • Isolma (tamponamenti e isolamento) • Itaca (software gestionale) • Leoni, Boni e Rontini (opere in acciaio) • Locabox (box prefabbricati) • Montaggi System (vetrate e infissi) • Righi Elettroservizi (impianti elettrici) • Sabatino Sottofondi (massetti) • Team Brugnone Impianti (impermeabilizzazione) A fianco, vista della piscina dalla facciata vetrata; il controllo ambientale è affidato a un sistema domotico che regola i movimenti di apertura e oscuramento. 4 5 6 7 Sopra, particolare costruttivo della facciata vetrata: 1 travi in legno lamellare 2 solaio in legno 3 gronda in legno 4 rivestimento in legno 5 facciata continua 6 pilastro in c.a. 7 finestrature apribili Umidità addio Una delle tante problematiche, previste e risolte in fase progettuale, connesse alla particolare tipologia di edificio è l’eliminazione dell’umidità all’interno della fascia superiore della grande vetrata. La soluzione è stata individuata in un sistema di lavaggio della facciata, in senso verticale e dall’alto verso il basso, attivato tramite dei bocchettoni modulanti che lanciano aria dall’alto per poi essere ripresa dal basso. Questo effetto è possibile grazie a macchine a recupero totale di calore (che possono combinare aria viziata con aria nuova), con recuperi che superano il 90 per cento del calore estratto. Si riesce così a ottenere un’ottimizzazione del rendimento energetico e una migliore qualità dell’aria all’interno del complesso. Altra particolarità della vetrata è quella che interessa la parte superiore: qui è posizionata una finestratura lungo tutta la facciata (per una lunghezza di 70 m) dotata di tende oscuranti. L’azionamento della finestratura dipende dalla stazione meteo (che rileva le condizioni climatiche, altezza e potenza dei raggi del sole, temperatura, velocità del vento); tramite cablaggio domotico, la stazione regola l’apertura e il movimento, sia degli infissi che delle tende.