N S F Sui media cattolici anche il Paese che funziona Stasera a
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N S F Sui media cattolici anche il Paese che funziona Stasera a
16 SABATO 15 SETTEMBRE 2012 L’italiano Bianchetti vescovo di Quiché tra le comunità dove ha vissuto 25 anni CITTÀ DEL GUATEMALA. Ieri Benedetto XVI ha nominato vescovo della diocesi di Quiché, in Guatemala, l’italiano Rosolino Bianchetti Boffelli, finora vescovo di Zacapa y Santo Cristo de Esquipulas. Nato nel 1945 a Camisano (Cremona), in diocesi di Crema, il presule, che è missionario in Guatemala dal 1979, con questa nomina tornerà in mezzo alle persone, soprattutto indigene, con le quali ha condiviso gli anni più difficili della guerra civile durata 36 anni tra il 1960 e il 1996. Bianchetti, infatti, arrivava nella diocesi del Quiché nel 1983, incardinandosi nel 1987. Oggetto di violenza e repressione, in quegli anni, furono in particolare gli operatori pastorali, visti dalle milizie militari e paramilitari come pericolosi per via delle loro attività di promozione umana e sociale. In questi anni sono state numerose le cause Sui media cattolici anche il Paese che funziona SORRENTO. L’emergenza educativa, di beatificazione avviate per quei testimoni. Una violenza che colpì anche il vescovo di quella diocesi: a Juan José Gerardi Conedera, pastore dal 1974, infatti, venne impedito di rientrare nella sua sede nel 1980, quando si recò da Wojtyla per relazionare sulle violenze. Nel 1998 Gerardi veniva assassinato a Città del Guatemala mentre stava ancora lottando per dare giustizia alle vittime. In questo contesto Bianchetti, che fu poi vicario generale di Quiché dal 2005 al 2008, quando è stato nominato vescovo di Zacapa, ha lavorato anche alla promozione sociale attraverso diverse iniziative a favore soprattutto dei produttori di caffè. Ora il vescovo cremasco tornerà in quella regione, dove ancora oggi le violenze non sono cessate. Un momento del convegno (Fotosprint) © RIPRODUZIONE RISERVATA Accolti dall’arcivescovo Alfano, a Salerno il direttore di Avvenire Tarquinio e di Famiglia Cristiana Sciortino al ciclo «Semi...siamo» tenere la bussola dei valori in un sistema mediatico dove, ormai, i cattolici sono una minoranza». Una minoranza, gli ha fatto eco Tarquinio, che però «è viva e creativa, in un Paese come l’Italia dove la Chiesa può contare su una bella esperienza di popolo». Per il direttore di Avvenire, «non siamo i guardiani di un bidone sfondato» nel difendere i valori della famiglia, del matrimonio, della vita, dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Anzi «i cattolici offrono una grande testimonianza civile alla società». Al contrario della maggioranza dei giornali che enfatizzano gli aspetti negativi, Avvenire e Famiglia Cristiana, raccontano «con buona pace di chi avrebbe voluto chiuderli» ha ricordato Tarquinio, «anche quello che funziona in questo Paese, quell’Italia le sfide della comunicazione nell’era dei new media, la responsabilità dei giornalisti, soprattutto di ispirazione cattolica. Sono alcuni degli aspetti trattati, la sera del 13 settembre, a Sorrento, dai direttori di Avvenire, Marco Tarquinio e di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, nell’ultimo incontro di «Semi… siamo», ciclo promosso dalla comunità della Cattedrale per favorire un dialogo proficuo tra Chiesa e città. Alla presenza dell’arcivescovo di SorrentoCastellammare di Stabia Francesco Alfano, don Sciortino e Tarquinio hanno risposto alle sollecitazioni di Massimo Milone, direttore del Tgr Campania della Rai, secondo il quale «i giornalisti cattolici hanno un supplemento di responsabilità nel che non si rassegna al malessere e al declino». Don Sciortino, dal canto suo, ha parlato della necessità di «contaminare la cultura con il Vangelo» e di aiutare i giovani, di fronte all’«orgia di informazioni che ricevono», a «discernere tra le notizie» e a «decifrare la realtà». In un Paese in cui «l’informazione è fortemente manipolata», «i giornalisti, in particolare quelli di ispirazione cattolica, devono essere coscienza critica» per «un’iniezione di etica di cui abbiamo bisogno». Compito, questo, che poi «riguarda tutti i cattolici». Monsignor Alfano ha concluso l’incontro: sottolineando che «anche se siamo un piccolo gregge, dobbiamo continuare a essere fermento di speranza nella società». Gigliola Alfaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Decalogo unisce le piazze d’Italia Stasera a Napoli e Verona l’iniziativa promossa da Rinnovamento nello Spirito Santo Napoli Sepe: la famiglia è ancora viva Liberati: evento che dà coraggio DI ROSANNA BORZILLO apoli è pronta per accogliere oltre diecimila persone. Da parrocchie, comunità, associazioni, che si raduneranno oggi alle 16.30 in piazza Dante per iniziare da qui il pellegrinaggio delle famiglie, tradizionalmente celebrato a Pompei, ma che quest’anno si trasferisce a Napoli a sostegno del progetto «Dieci piazze per dieci Comandamenti», promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo. Da piazza Dante, oggi, si dirà che la famiglia esiste e resiste, dove è atteso il presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, assieme a monsignor Carlo Liberati, arcivescovo-prelato di Pompei, e con Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, e don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei. Dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Ennio Antonelli, già presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, alle 18.30 partirà il pellegrinaggio diretto a piazza del Plebiscito dove si terrà il cuore dell’iniziativa. Alle 20.30 – con diretta televisiva su Tv2000 – inizierà la serata dedicata al comandamento «Onora il padre e la madre». «L’obiettivo – spiega il cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli – è trasformare due piazze in un luogo ove testimoniare l’amore di Dio. Qui non è in crisi la famiglia – precisa – anzi è un’istituzione che tiene ancora nonostante la crisi. Da noi si sente ancora forte il legame tra genitori e figli. A Napoli quindi – sottolinea Sepe – si ricorderà che la famiglia è viva così come è viva la Chiesa». «Nel Sud – concorda Liberati – la famiglia è un valore che resiste, rispetto al panorama nazionale. L’incontro di Napoli, quindi, servirà per incoraggiare gli sposi cristiani, nonostante i tempi di crisi, la mancanza di lavoro, le difficoltà. La Chiesa propone N ancora e sempre di avere fiducia nel matrimonio con il sostegno dello Spirito e la grazia di Maria che guida i nostri passi e ci accompagna lungo il percorso». E la città partenopea si è preparata ad annunciarlo a tutto il Paese. Con uno spettacolo serale, della durata di due ore e mezza, condotto da Caterina Balivo e ricco di ospiti. «Sono fortunata ad aver avuto la famiglia e il senso della famiglia nella mia esistenza», commenta Mariella Nava, cantautrice, tra gli ospiti attesi in piazza del Plebiscito, dove proporrà due testi Comandamento e Per amore. «Credo che i Comandamenti siano leggi universali e che sia fondamentale per ciascuno porsi interrogativi sulla propria vita e la propria fede. Ognuno di noi – prosegue la Nava – deve confrontarsi con chi è differente e cercare il contraddittorio da cui può nascere il confronto. Cerco con la mia musica di invitare alla riflessione». In piazza del Plebiscito, oltre al sindaco Luigi de Magistris, anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, il direttore di «Famiglia Cristiana» don Antonio Sciortino, l’economista Stefano Zamagni, il cantautore Eugenio Bennato, l’attrice Lina Sastri. Dopo il momento musicale e le varie testimonianze, alle 22 si ascolteranno le parole di Benedetto XVI, affidate a un videomessaggio trasmesso in tutte le piazze. Il Papa ribadisce che quando «l’uomo ignora i Comandamenti non solo abbandona l’alleanza con Dio, ma si allontana anche dalla vita e dalla felicità duratura». Poi la benedizione per la città. Al cardinale Sepe spetterà una riflessione sul quarto comandamento. Poi, ci sarà l’atto di affidamento alla Vergine e a san Gennaro. Il momento più suggestivo sarà l’accensione delle candele: la piazza si illuminerà per dire a tutti che i cristiani sono «la luce del mondo e devono far risplendere la loro luce davanti agli uomini». Verona Zenti: alle radici del vivere sociale Moraglia: rimettere Dio al centro DI ALBERTO MARGONI S Un’immagine della tappa romana dell’iniziativa di Rinnovamento (Siciliani) MARTINEZ esta questa sera per la diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola per l’ordinazione sacerdotale di Gabriele Micci. La cerimonia, che sarà presieduta dal vescovo diocesano Armando Trasarti, avverrà oggi alle 20.30 nella Cattedrale di Fano. «Vorrei soffermarmi sull’importanza che ha avuto la mia famiglia e la mia parrocchia nel cammino vocazionale – spiega Micci in una testimonianza resa nei giorni scorsi –, soprattutto pensando al tempo appena precedente all’ingresso in Seminario e al Seminario stesso, dove ho maturato la scelta definiti- F «COSÌ RIDIAMO CITTADINANZA ALL’AMORE» «Ridare cittadinanza all’amore e ridestare la passione per la vita»: questa è la sfida lanciata con l’iniziativa «Dieci piazze per dieci Comandamenti» promossa da Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), secondo il presidente Salvatore Martinez. «L’amore cristiano è il compimento delle dieci antiche leggi date da Dio all’uomo, perché l’uomo viva la propria dignità e sappia promuoverla nel rispetto dell’altro. Non dieci divieti o concessioni – nota Martinez –, ma dieci modi concreti per non mortificare Dio, se stessi e gli altri». L’amore «non è un sentimento che va e che viene – prosegue il presidente di RnS –, ma una volontà stabile, intelligente, generosa, creativa, che rivela all’uomo ciò che egli stesso è e deve divenire. L’amore è anche responsabilità. Ecco perché, per noi, evangelizzare è intanto riumanizzare la storia, i comportamenti umani, gli stili di vita, perché alle nuove generazioni sia assicurata un’esistenza buona, piena, felice». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Oggi alle 20.30 nella Cattedrale di Fano Trasarti ordina un nuovo presbitero DA FANO arà piazza dei Signori, nel cuore di Verona, il suggestivo scenario che ospiterà stasera alle 20.30 la seconda tappa di «Dieci piazze per dieci Comandamenti», l’iniziativa promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo che ha preso il via sabato scorso a Roma. Sotto lo sguardo pensoso di Dante Alighieri, la cui statua si erge al centro della piazza, alcuni rappresentanti del mondo ecclesiale, culturale, scientifico, economico e musicale proporranno riflessioni, testimonianze e performance artistiche sul secondo Comandamento: «Non nominare il nome di Dio invano. Quando l’amore dà senso alla tua vita». La serata sarà condotta da Lorena Bianchetti. «Questa iniziativa costituisce un valido strumento per far ridestare nella coscienza di credenti e non i valori, i principi costitutivi del vivere sociale e civile – commenta Giuseppe Zenti, vescovo di Verona –. I comandamenti sono per i cittadini in quanto tali, per l’essere umano. Certo, ogni grande diritto e dovere non può che avere una fondazione trascendente». «Verona è orgogliosa di ospitare questo importante evento dal profondo valore sia religioso che laico – ha affermato il sindaco della città scaligera, Flavio Tosi, in occasione della presentazione dell’iniziativa –. I dieci comandamenti sono le regole alla base della nostra società ed è bene diffonderne la conoscenza soprattutto in momenti difficili come questo, dove la crisi economica rischia di essere accompagnata da quella dei valori». La serata vedrà anche la partecipazione di Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, il quale spiega che «il primo modo di onorare il nome di Dio consiste nel pronunciarlo con rispetto, non tirandolo "a mezzo" nei nostri discorsi, in modo superficiale, improprio, sconveniente. È auspica- Acerenza in festa per un novello prete va del sacerdozio ministeriale». Parlando della famiglia Micci ricorda «le lacrime di mamma il primo giorno di Seminario. Da quelle lacrime posso dire senz’altro che non erano lacrime di dolore, ma lacrime di emozione e partecipazione piena al mistero di un figlio che iniziava il suo cammino di discernimento». E un ricordo anche per la parrocchia «in particolare il parroco di San Lorenzo in Campo» che «mi ha sicuramente aiutato». Il neo presbitero celebrerà la sua prima Messa domani alle 11, nella Basilica di San Lorenzo in Campo. a Chiesa di Acerenza festeggia una nuova ordinazione sacerdotale. Oggi, alle 17.30, nella parrocchia di Santa Maria del Carmelo, a Laurenzana (Potenza), l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti ordinerà presbitero il diacono Antonio Romano, di 26 anni. Il novello sacerdote ha frequentato, a Potenza, il Seminario maggiore di Basilicata, conseguendo nel giugno scorso il baccalaureato in teologia. Romano ha svolto il servizio pastorale, da diacono, nella comunità di Santa Maria, a Banzi (Potenza). Celebrerà la sua prima Messa domani, alle 11, nella stessa chiesa dove oggi si svolgerà l’ordinazione. (V.Sal.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA DA ACERENZA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il vescovo Marrucci consacra sacerdote stasera nel Duomo di Civitavecchia DA CIVITAVECCHIA L bile, invece, che il nome del Signore entri nelle nostre conversazioni in maniera conveniente a chi, credendo, fa di Dio il centro della sua vita; il rispetto non è formalismo ma amore; si dimentica che il vero amore si nutre di rispetto e il rispetto è il primo nome dell’amore». All’evento in riva all’Adige interverranno anche Mario Landi, coordinatore nazionale Rns; il sociologo Massimo Introvigne; lo psichiatra Vittorino Andreoli; il fisico Antonino Zichichi; il giornalista e scrittore Paolo Brosio; l’attore Pippo Franco; il tenore Fabio Armiliato; lo psichiatra Alessandro Meluzzi, il quale ricorda che l’appellarsi a Dio «fa parte del bisogno di sacro che c’è nell’umano». Dietro alla formulazione del secondo Comandamento «si è andata annidando in questi anni una tentazione sottile: per non invocare invano Dio, non lo si nomina affatto. Nel nome del politicamente corretto, della laicità e talvolta del dialogo interreligioso – evidenzia Meluzzi – anziché innalzare e proclamare il nome di Gesù, per paura di dividere non lo nominiamo». Il punto estremo in senso deteriore si ha nella bestemmia, spesso influenzata dall’ambiente di provenienza o di frequentazione: «A scanso di equivoci, Verona non è la patria della bestemmia», precisa Zenti, secondo il quale per debellare questo tarlo basta «il buonsenso civile». Alla serata prenderanno parte i Sonohra, il duo veronese dei fratelli Luca e Diego Fainello, che proporranno in versione acustica tre brani tra cui L’amore e Si chiama libertà. «Abbiamo accettato volentieri di partecipare a questo evento – dichiara Luca –. Noi proviamo un forte disprezzo nei riguardi della bestemmia e del nominare invano il nome di Dio. Anzitutto è una forma di rispetto e, indipendentemente dalla fede che uno professa, sono cose che sminuiscono l’uomo». n piano d’amore di Dio, portato avanti senza la mia collaborazione, ma che alla fine si è avverato». Così Herbert Djibode Aplogan descrive il cammino, molto lungo, che questa sera lo porterà a essere ordinato sacerdote nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia. Nato in Benin quarant’anni fa, Herbert è arrivato in Italia nel 1997 come frate francescano dell’Immacolata. Una vocazione che nel corso del tempo è mutata verso il sacerdozio «ministero sacro e aperto al mondo». Dal 2005 è stato accolto nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia entrando nel Semi- «U nario di Viterbo. Oggi alle 17.30 nella Cattedrale di San Francesco sarà il vescovo Luigi Marrucci a ordinarlo con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria. Alla cerimonia interverranno anche rappresentanti della Chiesa del Benin tra cui il fratello del nuovo presbitero, anch’egli sacerdote. Herbert presiederà la sua prima Messa domani alle 11,30 nella chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta in Cielo di Allumiere e celebrerà un’altra Messa solenne domenica prossima, 23 settembre, alle 11,30 nella Chiesa parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore a Civitavecchia. © RIPRODUZIONE RISERVATA