Adorazione Eucaristica I gigli del campo e gli uccelli del cielo G
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Adorazione Eucaristica I gigli del campo e gli uccelli del cielo G
Adorazione Eucaristica I gigli del campo e gli uccelli del cielo Dal libro del profeta Isaìa G:Gesù ci invita a fare una scelta. Egli lo fa spesso con un vigore estremo. Noi abbiamo capito bene che il regno di Dio è incompatibile con il regno del denaro. In quel regno non si vende nulla. La vita è gratuita, come l’aria, come l’acqua (Is 55,1; Ap 21,6), l’acqua soprattutto, senza la quale non c’è vita. E colui che ha ricevuto gratuitamente, deve dare gratuitamente (Mt 10,8). In questo regno, invece, tutto si compra. La prudenza raccomanda di essere previdenti e rapaci. Bisogna preparare l’avvenire, poiché è incerto. Ma l’avvenire ci sfugge. Dio stesso se ne preoccupa per noi. Gesù si incarica di “prepararci un posto” (Gv 14,2). Il nostro avvenire è in buone mani. È sicuro. Perché farci tante preoccupazioni? Questo atto di fiducia, che Gesù esige, è anche una lezione di saggezza. Troppo spesso, con il pretesto di preparare l’avvenire, noi non viviamo più. Gesù è un maestro, non di noncuranza, ma di pacifica serenità. Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. 1 minuto di silenzio Dio ti conosce, Dio ha bisogno della tua sana incoscienza, fidati, affidati, accontentati di ciò che hai, la felicità non si compra, vali anche se non sei splendido, conti anche se non realizzi i sogni che i falsi profeti ti vendono. Che liberazione! Salmo 61 Canto Rit: Solo in Dio riposa l’anima mia. Oggi decido di avere un po' di tempo per fermarmi e "contemplare". Un albero o un filo d'erba, un uccello o il manto verde di una montagna, ecco io li guardo con gli occhi del cuore illuminati dall'Alto, dallo Spirito Santo, li guardo in chiave contemplativa. Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza. Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare. Canto allo Spirito Santo La fede è una decisione che impegna tutta l'esistenza. E' incontro, comunione di amore e di vita del credente con Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Comporta un atto di confidenza e di abbandono a Cristo, e ci dona di vivere come lui ha vissuto, ossia nel più grande amore a Dio e ai fratelli. (Giovanni Paolo II) Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore. (Paolo Curtaz) Rispondo alla parola: Prima il Regno Mio Signore, Tu nutri gli uccelli dentro la loro semplice vita, libera da ogni preoccupazione. Mio Dio, Tu vesti i fiori meglio di come si vestiva Salomone. Liberami dunque dall'affannosa preoccupazione. Che io rispetti il ritmo del mio vivere non schiavizzato da nessuno e da niente perché colmo di fiducia in te, di pieno abbandono all'unica ricchezza vera: il tuo AMORE. Dal Vangelo secondo Matteo «Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Viviamo tempi difficili, siamo onesti. Non soltanto per le questioni economiche, che comunque mettono a dura prova le nostre famiglie. Ma soprattutto per la mancanza di speranza che sta travolgendo i giovani, esasperati dalla mancanza di futuro, storditi da un mondo che non li vuole se non per consumare e fare gli idioti. Ma proprio in questi momenti siamo chiamati a tirare fuori il meglio, ad andare all'essenziale. Con i piedi ben piantati in terra e con il cuore che vola alto, sopra i problemi, per guardarli da un'altra angolazione. Quella di Dio. È ciò che afferma l'inaudito messaggio del cristianesimo. Dio è ed è presente. Non è un severo contabile che dall'alto della sua indifferenza ci lascia sguazzare nelle nostre tragicomiche vicissitudini. Dio si occupa di noi, sempre. Prima il Regno Con questa stupenda certezza la Parola di oggi ci invita a sollevare lo sguardo dalle nostre inquietudini e preoccupazioni per guardarci intorno, per osservare gli uccelli del cielo e i gigli del campo, ed avere uno sguardo che sappia ancora stupirsi del fatto che Dio ha creato il mondo con saggezza e previdenza. Certo: siamo chiamati a guadagnarci il pane col sudore della nostra fronte, ma senza l'ansia dell'accumulo, senza il demone della bramosia che rischia di accecare la nostra anima. È leggero, il cuore del discepolo, sa che il Padre conosce il suo cuore e veglia su di lui. In questa domenica invernale proviamo a cogliere i segni della presenza del Signore nella Provvidenza che si occupa dei passerotti e degli alberi che si stanno risvegliando dal freddo dell'inverno. Proviamo ad alzare lo sguardo oltre l'angusto limite della nostra quotidianità, cercando anzitutto il Regno e tutto il resto ci sarà dato in aggiunta. Non facciamo come i pagani che si lasciano travolgere dall'inquietudine. Ad ogni giorno basta la sua pena: viviamo intensamente il presente, lasciando al Signore e nelle sue mani il nostro futuro. Madre È una madre, il nostro Dio, così sperimenta Isaia. Una buona madre e un buon padre. Non possessivo, né isterico, né iperprotettivo, né severo, come a volte capita di essere a noi genitori. Dio sa che dobbiamo crescere, segue da distante il nostro percorso, non interviene per soffiarci il naso o allacciarci le scarpe. Dio si fida di noi, sa che ce la possiamo fare da soli. E ci ricorda che non ci abbandona, mai. Come una buona madre non può dimenticarsi del figlio che ha portato in grembo e che ha generato alla vita. Allora, in questa splendida avventura che è la vita, siamo chiamati a fissare lo sguardo su di lui, a mettere al centro della nostra crescita la ricerca del Regno di Dio. Dio non è un assicuratore che ci garantisce l'assenza del dolore dalla nostra vita, no. Ma un adulto che ci tratta da adulti, che ci offre la possibilità di guardare alle cose che sono con un altro sguardo. Il mondo non è un inganno e un covo di violenza che precipita nel caos, e la vita non è inutile. Attorno a noi si sta costruendo un gigantesco mosaico d'amore in cui ognuno di noi è una tessera. Dio ci chiede di collaborare al suo grande progetto. Certo, ci vuole fede, e molta, per credere in questo. Uccelli Perciò Gesù ci invita a guardare meglio. I gigli, gli uccelli del cielo. E, aggiungo: il mare, il vento, la primavera che freme, la neve che riflette la luce accecante. Tutto intorno ci grida che Dio ha creato il mondo con sapienza e lo conserva con lungimiranza. Occupiamoci del lavoro, del futuro, del mutuo da pagare, certo, ma sapendo che il nostro cuore è altrove, che il Regno è da un'altra parte. Sapendo che ogni (buona) cosa che viviamo non è che la caparra del futuro, la pagina pubblicitaria dell'assoluto di Dio, della pienezza che ci aspetta altrove. Allora capiamo l'invito di Paolo nella seconda lettura: se anche la gente, intorno a noi, vive al contrario, chi se ne importa? Perché ci preoccupiamo di cosa pensa la gente e del loro impietoso giudizio? Vivere le beatitudini, vivere il paradosso del vangelo, vivere il desiderio di guardare l'invisibile è la nostra vita. Anche se veniamo presi per ingenui, o pazzi. Sappiamo mettere al centro l'essenziale, in questa settimana, non lasciamoci ingannare dalle mille sirene che ci indicano una improbabile strada della felicità (il successo, il denaro, l'apparire?), ma ostinatamente guardiamo verso l'unico che può colmare il nostro infinito bisogno di pienezza. A ogni giorno basta la sua pena, certo, e noi vogliamo investire bene le nostre energie spirituali. 5 minuti di silenzio Prendere la vita così com'è? (don Luciano Sanvito) PRENDERE LA VITA COSI' COME E'... Sembra una massima troppo elementare, ma in effetti rispecchia il senso della nostra esistenza di fronte alla Provvidenza di Dio. Questa accettazione della realtà naturale in ogni nostra situazione diventa l'applicazione semplice e veritiera del Regno. Questa applicazione richiede atteggiamenti di non affanno e di non pena, perché si guarda all'oggi di Dio che provvede e oggi e domani. L'affanno non è previsto e non è contemplato dove si vede Dio all'opera nella sistemazione della nostra vita. Prendere la vita così com'è non è dunque arrendersi all'evidenza, ma affidarsi alla Provvidenza, con la certezza che comunque le cose andranno, tutto quanto rientra nel progetto del Regno di Dio, cioè nella sua volontà per noi. Infine, significa anche lasciarsi guidare dal senso di Dio per noi, e non dai nostri sensi nell'orientamento della nostra giornata. Tutto è nelle mani di Dio, veniamo ad affermare, e tutto rimane a Lui collegato in quello che viviamo, anche nelle realtà più insulse e inutili. PRENDERE LA VITA COSI' COM'E': IL SENSO DELLA PROVVIDENZA Preghiamo Signore Gesù, liberami dall'affanno che mi paralizza di fronte agli impegni della giornata. Aiutami a valorizzare ogni momento come un tuo regalo, un passo con te, verso il regno; perché questo si realizzi sempre più in me e attorno a me. (Monaci Benedettini Silvestrini) Io non ti dimenticherò mai Dio è amore! Non possono mancare in Lui quelle intensissime e divine tenerezze che noi attribuiamo di preferenza alle nostre buone mamme. "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai". Non è soltanto una splendida dichiarazione di amore: tutta la storia della salvezza è la conferma di questo amore viscerale di Dio per le sue creature. Egli è il Dio fedele lento all'ira e grande nell'amore. Egli perdona, Egli è la mia misericordia, dice un salmista! Egli attende con impazienza il figlio che si è perduto; non vede l'ora di dargli il suo abbraccio e riaverlo come figlio. Egli manda i suoi a compiere e perpetuare la sua missione nel mondo. Sono i suoi servi e i suoi amministratori dai quali esige assoluta fedeltà perché Egli per primo è fedele. Egli è per tutti il Dio provvido. Con l'esistenza ci ha dato nel nostro meraviglioso abitat anche tutto il necessario per vivere senza troppi affanni il tempo e prepararci all'eternità. Nella preghiera che Egli ci ha insegnato ci invita a chiedere il pane quotidiano, che per noi non significa soltanto il necessario al nostro corpo, ma anche quanto ci nutre nell'anima; la sua Parola e il Pane di vita. Per questo ci insegna ad essere sapienti, saper discernere cioè i veri valori: quelli del tempo e quelli dell'eternità. Ci dice: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena." Ci siamo costruito le nostre umane sicurezze e abbiamo spento in noi la fede nella divina Provvidenza. Sono nate le ingordigie, gli affanni, le inquietudini e tutto ciò che scaturisce da questo. Dobbiamo riscoprire e tornare a vivere nella fede in Dio e immergerci ancora nel suo amore per acquietare i nostri animi e sopire i nostri appetiti smodati. Dio ci illumini! Padre buono, che ti sei rivelato ai piccoli e ai poveri, rafforza il nostro desiderio di incontrarti, sciogli la durezza del nostro cuore e donaci lo sguardo della fede. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, Figlio tuo prediletto e nostro salvatore. Benedizione Dio sia benedetto…. Reposizione e canto finale Canto Dio si fa trovare sulla via di chi desidera incontrarlo. Nella parola e nell’opera di Gesù, egli si rivela e si dona a noi: o Nelle mille perfezioni della natura, nel fascino misterioso del cielo stellato, nell’umile veste dei campi o Nelle vette delle arti e del pensiero, nelle profondità del cuore umano, nell’amore gratuito dei genitori e degli amici o Nei momenti di dolore e di gioia, nel grido di chi è ferito dalla vita, nello sguardo del povero che chiede o Nel mistero di cristo crocifisso e risorto, nelle parole dette del Vangelo, nel dono dell’eucaristia Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena. Dio è la nostra quotidiana provvidenza, ad una sola condizione però: che noi mettiamo la nostra vita a suo totale servizio. Noi lavoriamo per Lui. Lui lavora per noi. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, fate che serviamo solo Lui. Padre nostro Tantum ergo Orazione