Il Pd sfida Chiamparino “Pensi a governare bene”
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Il Pd sfida Chiamparino “Pensi a governare bene”
9A 12 45 67 18 NEL QUARTIERE LINGOTTO Si sveglia e trova sul balcone un serpente di due metri Quando la signora Laura D’Apolito ha aperto la finestra del primo piano di casa sua nel quartiere Lingotto ad attenderla, nascosto accanto alle serrande, ha trovato un ospite tanto inatteso quanto sgradito: un serpente lungo Che tempo fa due metri. «Sono corsa in casa e ho chiamato mio marito». I due coniugi, non sapendo cosa fare, hanno fatto intervenire i vigili del fuoco che hanno portato via il serpente. Probabilmente si tratta di un pitone fuggito da una casa vicina. [FE. CAL.] LA STAMPA DOMENICA 12 LUGLIO 2015 Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 B fax 011 6639003, e-mail [email protected] B [email protected] B [email protected] REPORTERS Il serpente che la signora ha trovato sul balcone di casa TORINO & PROVINCIA Situazione Una nuova onda di calore di origine africana si estende all’Europa occidentale, incluso il Nord-Ovest; aumenterà il caldo, ma per ora l’afa sarà contenuta. La denuncia di Guariniello PARTITA LA SFIDA AI MARCHI POP. IL NUOVO HERMÈS SARÀ IL PIÙ GRANDE D’EUROPA “Pochi i soldi Il lusso vuole riprendersi il centro per la sicurezza delle scuole” Il pm scrive al ministro “Situazione a rischio” 21° 34° Oggi Soleggiato ovunque con cielo sereno o poco nuvoloso in giornata sui rilievi; in serata velature estese. Sono 50 gli istituti che avrebbero bisogno di interventi urgenti per la sicurezza: ma dopo la soppressione della Provincia e il passaggio di competenze alla Città Metropolitana, mancano i fondi necessari. I tecnici dell’Asl, in una relazione inviata al magistrato, denunciano che la volontà di mettere a norma le scuole c’è, da parte di presidi e funzionari, ma non si trovano i fondi. L’appello al governo della mamma di Vito Scafidi, morto nel crollo del Darwin: «Mantenete le promesse fatte». Laugeri A PAGINA 45 1 22° 35° Domani Soleggiato con velature e banchi nuvolosi sparsi; qualche addensamento sui pendii montani in giornata. 21° 35° LA SENTENZA La Croce Rossa dovrà risarcire i precari Autisti e barellieri assunti a termine hanno chiesto i danni all’ente Soltanto a Torino costerebbe tre milioni Andrea Rossi A PAGINA 44 Martedì Condizioni ben soleggiate con poche nubi sparse sui rilievi alpini e prealpini; caldo in aumento. IL CASO I cantieri della ristrutturazione di Hermès in via Roma Minucci e Romoli Venturi ALLE PAG. 40 E 41 Dopo la sentenza sulle firme false Il Pd sfida Chiamparino “Pensi a governare bene” Torna il “botellon” con migliaia di giovani Domani la resa dei conti tra presidente e partito “Impossibile vietarlo” Il presidente Chiamparino decisone del Tar che ha mante- del partito ieri ha cominciato la A febbraio la festa sconvolse piazza Cavour Venerdì tocca a piazza Carlo Alberto I vigili: non possiamo farci niente Letizia Tortello A PAGINA 42 1 venerdì ha mostrato i muscoli al segretario regionale del Pd Gariglio chiedendogli perché non si fosse dimesso dopo lo scandalo delle firme false. La nuto Chiamparino in sella alla Regione Piemonte e gettato ombre sulla lista del Pd di Torino sembrava aver dato grande forza al presidente ma ieri un pezzo Una pioggia di poesie NOEMI PENNA n principio fu dalla Mole. Poi dalle finestre di Palazzo Reale e oggi ancora più su, nel cielo di Torino. Trecento aeroplanini di carta contenenti altrettante poesie saranno lanciati alle 17 sul Gran Balon da Turin Eye, la mongolfiera di piazza Borgo Dora. A offrire in dono un po’ di poesia alla città sono Valeria Bianchi Mian, psicoterapeuta e scrittrice di «Favolesvelte», Franco Idda, artista, scultore e scenografo attivo anche al «Concertino dal balconcino» di via Mer- I canti (dove i due si sono incontrati la prima volta) e la casa editrice digitale Matisklo. I doni volanti sorprenderanno i passanti, che a loro volta avranno il compito di raccogliere, custodire o regalare l’aeroplanino. Lo spettacolo è assicurato: basterà sollevare lo sguardo verso il pallone aerostatico, ben visibile da più zone della città, per vedere planare per centocinquanta metri le poesie in volo. A scrivere i versi sono stati oltre cinquanta poeti, piemontesi e liguri con punte da tutta Italia, e una decina di scrittori contemporanei. controffensiva, invitandolo a pensare a governare bene e non alla politica. Lo scontro finale è previsto per domani nella direzione regionale. Mondo A PAG. 47 LA PROTESTA Oggi sciopero di autobus e metro indetto per oggi, dal sindacato di base Usb, lo sciopero dei mezzi di trasporto della Gtt. Il servizio sarà comunque garantito dalle 6 alle 9, per le linee urbane e suburbane, e dalle 12 alle 15. Anche la metropolitana funzionerà con gli stessi orari. Mentre le autolinee extraurbane saranno in funzione dall’inizio del servizio alle 8 e dalle 14,30 alle 17,30. La sfm1 Pont-Rivarolo-Chieri (ferrovia Canavesana) e la sfmA Torino-Aeroporto-Ceres trasporteranno passeggeri dall’inizio del servizio alle 8 e dalle 14,30 alle 17,30. È assicurato il completamento delle corse in partenza entro gli orari di servizio garantito. Si annuncia comunque qualche disagio per i passeggeri. Da aprile, è la quarta volta che l’Usb dichiara lo stato di sciopero: negli scorsi mesi, gli autisti Gtt hanno incrociato le braccia il 26 aprile, il 24 maggio e il 14 giugno. Le ragioni sono sempre le stesse: «Lo sciopero aziendale di 24 ore in Gtt - si legge dai comunicati del sindacato - riguarda il mancato confronto sul rinnovo del contratto integrativo». La motivazione «dello sciopero - si legge ancora - è il perseguimento da parte dell’azienda (nonostante l’alta adesione agli scioperi precedenti) di una totale indisponibilità ad aprire il dialogo con la Gtt. Il contratto integrativo è vacante da 4 anni». [L. TOR.] È 12 45 67 18 LA STAMPA DOMENICA 12 LUGLIO 2015 . Cronaca di Torino .47 In vista della direzione precipitano i rapporti tra il presidente e il Pd “Chiamparino pensi a governare bene” Lepri: “Il partito lo ha sempre sostenuto, si mostri leale”. Anche i fassiniani in soccorso di Gariglio ALESSANDRO MONDO Acque agitate nel Pd in vista della direzione regionale di lunedì (per la prima volta sarà in streaming), preceduta da schermaglie destinate a protrarsi fin sull’uscio di via Masserano. Accuse a Chiamparino Giornata di valutazioni e posizionamenti, quella di ieri, in un clima di attesa. Di nervosismo, anche. Nel quartier generale del partito non sono state gradite le indiscrezioni filtrate al termine dell’incontro - evidentemente non così riservato avvenuto venerdì in Regione tra lo stesso Gariglio e Chiamparino: indiscrezioni finite sui giornali e veicolate ad arte, questo il sospetto, per indebolire il segretario in vista della direzione. Tanto più che, si fa notare, non è seguita alcuna smentita da parte di Chiamparino. Vale per la frase pronunciata dal presidente all’indirizzo del segretario: «Al posto tuo mi sarei dimesso allora» (ndr: quando scoppiò la questione delle firme false). L’affondo di Lepri Un termometro dello stato dei rapporti tra il numero uno in Regione e il Pd si coglie nelle dichiarazioni di Stefano Lepri, renziano vicecapogruppo al Senato: «Basta con l’elenco delle responsabilità, che certamente investono la segreteria regionale ma sono state collettive. O qualcuno dimentica che alle ultime elezioni la lista Monviso chiese al Pd di aiutarla a raccogliere le firme?». Quanto a Gariglio, «ha fatto bene a non dimettersi, e mi aspet- Nervi tesi 13 La direzione del partito convocata lunedì sarà il primo, vero momento di confronto dopo la sentenza del Tar sulle firme false indagati Gli indagati nell’inchiesta penale sulle firme false, per lo più dipendenti e funzionari del Pd 8 consiglieri Sono 8 i consiglieri regionali del Pd torinese che rischiano l’esclusione dopo la decisione del Tar Piemonte REPORTERS to che non lo faccia adesso: le dimissioni si rassegnano soltanto a fronte di un risultato elettorale fallimentare. Non è stato il caso del Pd che l’anno scorso, con Gariglio segretario, ha preso il 40 per cento. In ogni caso, chiunque chieda le dimissioni per poi intervenire in assemblea e rigettarle perpetua vecchi riti della politica del passato». Una replica in chiaro a Chiamparino, richiesto di non giocare per sè stesso - «Il Pd lo ha sempre sostenuto, ci aspettiamo che la lealtà sia reciproca» - e invitato in maniera abbastanza spiccia a concentrarsi sull’attività amministrativa: «Su alcune politiche, penso a cultura, turismo e attività produttive, abbiamo raccolto da consiglieri regionali e rappresentanti delle associazioni di categoria sollecitazioni esplicite affinchè la giunta lavori in modo più efficace». La sponda di Fassino «Su alcune politiche abbiamo ricevuto solleciti perché la giunta lavori in modo più efficace» Stefano Lepri vicecapogruppo al Senato Gariglio ha trovato una sponda anche in Fassino e nei fassiniani, che nelle ultime ore hanno ammorbidito parecchio la loro posizione verso la segreteria: si continua a parlare di discontinuità ma non più di dimissioni. Diversi i fattori che motiverebbero la scelta del sindaco di Torino: dalla necessità di evitare fibrillazioni nell’ultimo anno alla guida del Comune all’esigenza di non affrontare le elezioni amministrative con un partito acefalo, preda delle convulsioni interne e distratto dalla scelta del nuovo segretario. Non ultimo: il destino della segreteria regionale è legato a doppio filo a quello della segreteria provinciale, convocata da Fabrizio Morri giovedì prossimo. Il fronte delle dimissioni Anche così, gli scenari sono aperti. Gli ex-civatiani sono pronti ad abbandonare la segreteria se questa non si presenterà dimissionaria. «Siamo per lavorare nel partito in maniera unitaria ma chiediamo discontinuità con questa gestione fallimentare - spiega Fabio Malagnino -. Non accettiamo l’operazione di maquillage politico e compro- messi al ribasso». Anche la sinistra interna mette in guardia dall’autoconservazione fine a sè stessa. «Il Pd deve ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini e contribuire a rafforzare l’azione della giunta Chiamparino - interviene Andrea Giorgis -. Per questo occorre un partito unito e al tempo stesso rinnovato». Anche i Giovani Turchi si aspettano, se non le dimissioni, un segnale di rottura rispetto al passato prossimo. Molto dipenderà da come si presenterà Gariglio, e dalle proposte che metterà in campo. Per tacere del «fattore C»: ovvero un eventuale intervento di Chiamparino, per il momento silente, in direzione. Partita aperta. L’ordinanza dei giudici sospende il calendario venatorio Retroscena Caccia, il Tar boccia la Regione “Nessun divieto per la pernice bianca” na bocciatura in piena regola da parte del Tar Piemonte. In questo caso i giudici amministrativi non si sono occupati di firme false o di complesse riforme sanitarie ma del calendario venatorio, accogliendo il ricorso presentato contro la Regione da un fronte eterogeneo: associazioni di cacciatoti, comprensori alpini, ambiti territoriali di caccia. Nell’elenco del provvedimento, lunghissimo, compare anche l’Associazione dei Migratoristi Italiani. U Tempi stretti La stagione della caccia parte a settembre, adesso la Regione dovrà adeguarsi alle prescrizioni del Tar questione) ordinando alla Regione il riesame. La replica della Regione Conto alla rovescia A stretto giro di posta la replica di Giorgio Ferrero, l’assessore regionale di riferimento, perplesso da un provvedimento: «Francamente sono sorpreso, tanto più che alcuni punti del calendario venatorio tengono conto delle esigenze manifestate dai cacciatori. Nel E adesso? L’assessore non sembra particolarmente preoccupato: «Studieremo la sentenza del Tar e valuteremo il da farsi, per fortuna la stagione della caccia comincia a settembre quindi abbiamo ancora tempo per rimediare». [ALE.MON.] Per il secondo anno consecutivo il calendario venatorio della Regione è oggetto dei ricorsi presentati non dagli animalisti ma dagli stessi cacciatori. 1 L’ordinanza Diversi i punti sui quali il Tar, in merito al ricorso preparato dall’avvocato Paolo Scaparone, sospende l’esecutività della delibera regionale. Il primo ad esser messo in discussione riguarda il divieto di caccia alla pernice bianca: «E’ del tutto priva di motivazione e non tiene conto dell’avviso espresso, per l’intero territorio nazionale, dall’ISPRA». Stando al parere dell’Istituto, citato nell’ordinanza, un periodo di caccia compreso tra il primo ottobre e il 30 novembre risulta accettabile sotto il profilo caso del cinghiale, ad esempio, eravamo favorevoli ad anticipare i prelievi alla quarta domenica ma il mondo venatorio ci ha chiesto di poter aprire la stagione per tutte le specie, in simultanea». Altrettanto indecifrabili, stando alla Regione, i ripetuti riferimenti ai pareri dell’Ispra: «Mi limito a dire che prima dell’approvazione il nostro calendario venatorio è stato girato proprio all’Ispra, ottenendo giudizio positivo». Per la cronaca, è il secondo anno consecutivo che su questo fronte ricorrono i cacciatori dopo decenni di barricate da parte delle associazioni ambientaliste e animaliste: «Probabilmente perchè abbiamo cercato di tenere conto delle loro esigenze», riflette Ferrero. Sulla «Stampa» biologico e tecnico e compatibile con il periodo di fine della riproduzione e dipendenza. I punti contestati Nel mirino dei giudici, in aggiunta, la decisione di posticipare al 4 ottobre l’apertura della caccia alla tortora e quella di restringere il periodo di caccia al fagiano («non tiene conto delle indicazioni espresse dall’ISPRA e della situazione specifica e differenziata delle aziende faunistiche venatorie, che immettono esemplari allevati in cattività»). Del tutto immotivata anche la scelta di non anticipare alla quarta domenica di settembre l’apertura della caccia al cinghiale, «anche in relazione ai danni che possono venirne all’agricoltura». Nessun problema per quanto attiene alla quaglia e alla bec- caccia: «Per la determinazione del periodo di caccia alla quaglia ed alla beccaccia la Regione si è sostanzialmente conformata al parere». Quelli approvati È la sola nota positiva. In conclusione, il Tar accoglie in parte l’istanza cautelare e sospende l’efficacia del calendario venatorio 2015/2016 (limitatamente alle specie in 12 45 67 18 44 .Cronaca di Torino STAMPA .LA DOMENICA 12 LUGLIO 2015 Autisti e barellieri trascinano l’ente in Tribunale La Croce Rossa deve risarcire i precari Dal 2003 non versa il premio di produzione ai dipendenti a termine. A Torino risarcimenti per 3 milioni za soluzione di continuità. Per i precari non è stato difficile vedersi riconoscere il diritto a incassare i premi di produzione. Assistiti dall’avvocato Roberto Carapelle hanno inondato di ricorsi i tribunali, vincendo ovunque. A Torino, ad esempio, la sezione Lavoro del Tribunale civile ha condannato la Croce Rossa a versare i 3 mila euro annui per ciascun anno di precariato. Totale: oltre tre milioni. Questo un anno fa. La storia ANDREA ROSSI e ultime sentenze sono di poche settimane fa e non lasciano scampo: i precari della Croce Rossa hanno ragione da vendere, l’ente ha un mese di tempo per pagare tutto quel che spetta loro altrimenti verrà nominato d’imperio un commissario “ad acta”, individuato nel prefetto di Roma. Ci mancava solo quest’ultima magagna, che solo a Torino finora è costata tre milioni, soldi che la Croce Rossa è restia a versare, tanto che negli ultimi tempi il Tar del Piemonte si è dovuto pronunciare più volte per sollecitarla a provvedere e liquidare a un centinaio di lavoratori i bonus e i premi di produzione mai versati negli ultimi dieci anni. Ciascuno di loro ha diritto a somme che oscillano tra 20 e 40 mila euro a seconda dell’anzianità di servizio. E siccome in Croce Rossa il precariato è una condizione endemica e per molti perenne, le cifre non sono di poco conto. L 500 euro È il premio mensile che finora è stato negato ai precari storici 100 in causa Solo a Torino sono cento i dipendenti che hanno fatto causa chiedendo il bonus In Piemonte più di 200 Un esercito di precari Era scontato che sarebbe finita così. Tra i dipendenti della Croce Rossa si annida un L’ente non paga esercito di precari, soprattutto tra coloro che giorno e notte viaggiano sulle ambulanze a soccorrere chi sta male. La maggior parte di autisti e barellieri - anche quelli impiegati da una decina d’anni - ha contratti a tempo determinato che vengono rinnovati di anno in anno. In alcune regioni, secondo i calcoli delle organizzazioni sindacali, il personale precario arriva a coprire l’80% della pianta organica. In definitiva, sui 4 mila dipen- denti dell’ente quasi 2 mila hanno contratti a termine. La causa civile Anche il Piemonte non se la passa granché bene. E qui, l’anno scorso, oltre 200 lavoratori precari hanno deciso di portare in tribunale la Croce Rossa per sollecitare quel che legittimamente spetta. Solo a Torino sono cento. Reclamano bonus e premi che l’ente paga ogni anno, ma solo ai (pochi e fortunati) dipendenti inqua- 4 mila dipendenti Circa la metà dei lavoratori della Croce Rossa ha contratti a termine Poi ci sono 150 mila volontari drati con contratti a tempo indeterminato. Si tratta di circa 500 euro al mese, 3 mila all’anno. Non è poca cosa, considerato che lo stipendio medio oscilla intorno ai 1.500-1.600 euro al mese. Ai precari, però, questo salario accessorio viene negato, proprio perché hanno un contratto a termine. In teoria non fa una piega, tuttavia il loro inquadramento è quanto meno fittizio visto che la maggior parte lavora per la Croce Rossa da oltre dieci anni e sen- Peccato che a distanza di un anno la Croce Rossa non abbia ancora provveduto. E così i precari sono tornati alla carica. L’avvocato Carapelle ha presentato una serie di ricorsi al Tar chiedendo di ordinare all’ente di rispettare le sentenze del Tribunale di Torino. Ricorsi puntualmente accolti con non poche ripercussioni su una struttura che in dieci anni è stato capace di bruciare un miliardo, viene tenuto in piedi dai suoi 150 mila volontari che per una giornata di lavoro ricevono un buono pasto e costringe lo Stato a sborsare 180 milioni l’anno per mantenerlo in vita. In questo contesto, i precari - mentre attendono di incassare i 20-30-40 mila euro a testa cui hanno diritto - si interrogano sul loro futuro. L’annunciata privatizzazione della Croce Rossa rischia di trascinare verso il basso i loro stipendi. Almeno ricevessero i premi di produzione potrebbero compensare.