Il Doping - Istituto Paritario Michelangelo

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IL DOPING -­‐ Classificazione e descrizione dei 5 gruppi di sostanze proibite – 1) STIMOLANTI PSICOMOTORI Questa categoria comprende una serie di sostanze molto diverse fra loro, ma comunque dotate di effetto stimolante sul sistema nervoso centrale ed in particolare sull'attività del cervello e del midollo spinale. Gli stimolanti causano principalmente un incremento della frequenza respiratoria e della frequenza e della gittata del cuore. Da un punto di vista generale, l'assunzione di stimolanti allo scopo di migliorare la prestazione sportiva ha il fine di ottenere gli stessi effetti causati dall'adrenalina, secreta naturalmente nel nostro organismo. Gli stimolanti possono migliorare la prontezza di riflessi, il grado di attenzione e la capacità di concentrazione. L'assunzione di stimolanti può, inoltre, migliorare la capacità di sopportare la fatica e una diminuzione della sensibilità al dolore. L'assunzione di stimolanti nello sport è proibita. Mentre, per alcune sostanze, come ad esempio cocaina e anfetamine, la semplice presenza nelle urine porta all'apertura di un procedimento disciplinare a carico dell'atleta, in altri casi (es. caffeina ed efedrina) è necessario che venga superato un valore-­‐limite, chiamato "soglia di positività". I principali stimolanti psicomotori sono le anfetamine, la caffeina e la cocaina. 1.1 ANFETAMINE L’assunzione di anfetamine causa un aumento della concentrazione nelle cellule di dopamina, con conseguente rilascio della stessa ed anche di noradrenalina e serotonina. L'anfetamina ed i relativi derivati fanno parte di una più vasta classe di composti denominati fenetilamine. È basica e poco solubile in acqua; si scioglie meglio in etanolo. I sali sono invece facilmente solubili. Viene infatti generalmente prodotta e commercializzata sotto forma del suo sale solfato e quindi si presenta come una polvere cristallina bianca. L'anfetamina fu sintetizzata la prima volta nel 1887 ma l'uso medico sperimentale delle anfetamine è cominciato negli anni 1920. È stato introdotto nella maggior parte del mondo sotto forma di Benzedrina verso la fine degli anni venti. Simpamina era il nome commerciale di un prodotto farmaceutico adrenergico derivato dall'anfetamina, prodotto dalla ditta Recordati e venduto in farmacia senza ricetta sino al 1972. L'anfetamina è uno stimolante sintetico usato per •
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sopprimere l'appetito; controllare il peso; trattamento di disturbi mentali e comportamentali compreso narcolessia e ADHD (sindrome da deficit di attenzione ed iperattività). Questi usi sono illegali nella maggior parte dei paesi ma è comunque una droga comunemente usata. Per quanto riguarda la classificazione delle anfetamine, ne esistono tantissime tipologie e si differenziano per la loro composizione chimica, ma l’effetto che hanno sul nostro corpo è praticamente lo stesso. Le più comuni anfetamine in commercio sono lo “speed” ed “ecstasy”. Nel suo uso illegale la forma più diffusa oggi è lo speed (dall'inglese "velocità"). Il suo colore varia dal bianco, al giallo, al rosa, al marrone chiaro e dipende soprattutto dalle impurità contenute nei solventi usati nel processo chimico di realizzazione della sostanza. Il termine “ecstasy” si riferisce a sostanze sintetiche che sono chimicamente correlate alle anfetamine ma che si differenziano in qualche modo da queste per gli effetti prodotti. All’interno del gruppo ecstasy, le sostanza più nota sono la metilendiossimetamfetamina (MDMA) e la metanfetamina (METH). Se analizziamo la differenza fra i vari tupi di anfetamine noteremo che dal punto di vista molecolare si tratta di sostanze simili. La psicoattività (pur in presenza di una notevole somiglianza chimica) è diversa. Le anfetamine sono sostanzialmente delle sostanze eccitanti. L’effetto eccitante comprende effetti come: iperattività, riduzione del senso della fatica, logorrea, riduzione dell’appetito, aggressività, impulsività, fino alle psicosi vere e proprie con crisi maniacali, deliri e allucinazioni, aumento dell’attività del sistema cardiovascolare con rischio di aritmie, infarto emorragie cerebrali. Le metanfetamine, tra cui le più note sono appunto l’MDMA (ecstasy e analoghi) e la METH, sono dette invece “entactogene” (ovvero in grado di indurre “uno stato psicologico tale da aumentare le capacità introspettive e di contatto con il mondo esterno”). Anche queste sostanze hanno un effetto eccitatorio, con iperattività, riduzione del senso della fatica, ma in esse prevalgono l’effetto di aumento delle relazioni interpersonali, disinibizione, riduzione della capacità di giudizio rispetto alle situazioni vissute e rispetto ai propri atti. A dosaggi alti, o, in soggetti predisposti a dosi usuali, può esserci anche sviluppo di sintomi psichiatrici e cardiovascolari, come succede per le anfetamine. Le metanfetamine si presentano in diverse forme e possono essere fumate, sniffate, ingerite o iniettate. L’ice, la forma fumabile di metanfetamina, è un cristallo solitamente limpido fumato in pipe di vetro come il crack. Il fumo è senza odore e lascia un residuo che può essere ancora fumabile e produce effetti che possono durare 12 ore o più. La forma invece “ingeribile” è fondamentalmente una polvere cristallina bianca, inodore e dal sapore amaro che può essere disciolta in acqua o alcool. Le metanfetamine, assunte per via endovenosa o fumate, producono un intenso flash inteso come una sensazione piacevole che dura qualche minuto, mentre, quando assunte per via orale o sniffate, producono sempre una sensazione molto forte, ma non paragonabile al flash con effetti che compaiono in 15-­‐20 minuti. •
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L'abuso dell'anfetamina causa una grave dipendenza psicologica. L'abuso di lunga durata provoca esaurimento fisico e malnutrizione/denutrizione estrema fino alla cachessia e alla morte. Dopo decenni di abuso, la FDA (Food and Drug Administration statunitense) ha vietato l'uso come stupefacente e l'ha limitata all'uso con prescrizione medica nel 1959. L'Italia è stata uno degli ultimi paesi europei a recepire la normativa mentre oggi è invece fra le nazioni più restrittive e non esiste più nessun anfetaminico è in commercio. Nella classifica di pericolosità delle varie droghe, le anfetamine occupano l'ottavo posto. DANNI PROVOCATI DALLE ANFETAMINE: -­‐ Intossicazione lieve: Irrequietezza, Loquacità, Nausea, Sudorazione, Tremori, Vomito, Insonnia, Diarrea, Mal di testa, Nervosismo, Agitazione, Accelerazione del ritmo cardiaco, Aggressività, Ansia, Paranoia, Disidratazione, Colpi di calore -­‐ Intossicaizone media: Ipertensione, Aritmie, Ipertermia, Sudorazione, Allucinazioni, Delirio, Stato confusionale, Problemi di equilibrio -­‐ Intossicazione grave: Collasso, Convulsioni, Ipertermia, Coma A lungo termine, queste sostanze possono modificare il sistema di produzione della serotonina creando danni permanenti al cervello. Ricorda inoltre che il potenziale di dipendenza delle anfetamine è elevato: è quindi facile che il piacere di una serata diventi una pericolosa abitudine che può compromettere non solo la tua salute, ma anche la tua vita. 1.2 COCAINA È un alcaloide che si ottiene dalle foglie della coca (Erythroxylum coca), pianta originaria del Sud America, principalmente del Perù, della Colombia e della Bolivia. L’effetto farmacologico di questa sostanza è, come per le anfetamine, una interazione con il nostro sistema nervoso con lo scopo di rilasciare grosse quantità di dopamina. A BREVE TERMINE: Gli effetti della cocaina si manifestano in relazione alla modalità di assunzione: molto rapidamente nel caso di somministrazione endovenosa e via via più lentamente con l'inalazione, con l'aspirazione e con la masticazione. Gli effetti neuropsichiatrici sono estremamente vari: •
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Distorsione cognitiva e delle capacità recettive, sensazione di aumento delle percezioni Accentuazione della reattività fisica e mentale Riduzione dello stimolo di addormentarsi, della fame e della sete Euforia (da cui l'uso passato come antidepressivo e come trattamento dalla tossicodipendenza da oppiacei) Maggiore socievolezza e facilità di relazione Infaticabilità Incremento della libido Fisicamente può portare a vasocostrizione e anestesia locale, specialmente a livello delle mucose nasale e orale. Se assunta inoltre a livello nasale, essa si fissa all'interno delle fosse nasali formando croste, spesso associate a riniti ed infiammazioni della mucosa; a livello cardiocircolatorio si presentano tachicardia, elevazione della contrattilità del ventricolo sinistro e della pressione arteriosa, con aumento della produzione di adrenalina. A LUNGO TERMINE: L'utilizzo prolungato crea una forte dipendenza psichica e fisica, che può manifestarsi con importanti crisi d'astinenza. Le manifestazioni neuropsichiatriche possono risultare in irritabilità, sindromi depressive, stati d'ansia, insonnia e paranoia. L'uso cronico espone inoltre ad aumentato rischio di aterosclerosi, trombosi, infarto miocardico, ipertensione arteriosa e deficit del sistema immunitario. Può portare inoltre a disfunzione erettile con calo della libido. L'assunzione per inalazione può portare a gravi danni della mucosa nasale, inducendo nei casi più gravi alla distruzione più o meno diffusa di cartilagini o tessuto osseo, comportando perforazione del setto, perforazione dell'osso palatino, distruzione della punta nasale, collasso del naso. COMBINAZIONE CON ALTRE SOSTANZE: Le combinazioni più conosciute sono principalmente tre: •
Cocaina e alcool Gli effetti della sostanza si manifestano più velocemente e persistono per più tempo, e la tossicità a carico del SNC, del cuore e del fegato è più elevata. L'alcool rende più difficile controllare i risvolti prettamente psicotropi della sostanza (come ansia, fobia ed aggressività). •
Cocaina ed eroina (speedball) L'assunzione di cocaina combinata all'eroina è ricercata dal consumatore poiché migliora la fase di down della coca e consente di essere più energici e reattivi durante l'effetto dell'eroina, ma aumenta enormemente il rischio di blocco respiratorio e collasso cardiocircolatorio. •
Cocaina e polvere da sparo (brown-­‐brown) Con il nome Brown-­‐brown si intende un mix di cocaina in polvere e polvere da sparo ottenuta generalmente dallo svuotamento di cartucce. Il consumo avviene tramite inalazione, ma l'aggiunta di polvere da sparo genera fumi estremamente irritanti, serve soprattutto a dare al gesto un'aura d'asprezza. MODALITA’ DI ASSUNZIONE: Masticazione delle foglie di coca Al contrario di quanto si pensi comunemente, il consumo di foglie di coca tramite masticazione non produce nessun effetto importante sul comportamento. Infatti l'uso delle foglie per la masticazione è legale nei paesi andini. La popolazione delle Ande è irritata del fatto che gli stranieri considerino le semplici foglie di coca come una sostanza stupefacente, in quanto l'assorbimento sublinguale diluisce molto l'assorbimento nel tempo. Se assunta in questo modo, i suoi effetti sono più o meno indistinguibili da altri stimolanti, come la caffeina. Inalazione della cocaina in polvere È il metodo di gran lunga più diffuso nella società occidentale. La cocaina in polvere viene disposta su una superficie liscia, allineata in strisce quindi, attraverso inalatori o cannucce (è uso diffuso l'utilizzo di banconote arrotolate) viene inalata. Gli effetti sono pronunciati e durano da 20 minuti circa a qualche ora (in base alla quantità e alla purezza della sostanza assunta). L'assorbimento nel sangue avviene attraverso la mucosa nasale, consentendo ad eventuali agenti patogeni, se presenti, di infettare l'utilizzatore. Aspirazione/inalazione dei vapori La cocaina viene depositata su un foglio di alluminio che viene scaldato. Quindi ne vengono inalati i vapori (generalmente tramite una cannuccia). Spesso il braciere di alluminio viene preparato sull'imboccatura di ampolle o bottiglie di vetro che dispongono di un secondo foro in cui inserire la cannuccia o da cui aspirare direttamente i fumi. Aspirazione dei fumi di Freebase/Crack La cocaina cloridrato (cioè la forma in polvere) non può essere fumata, per questo motivo sono state create le preparazioni Freebase e Crack. •
Per freebase si intende la forma "base" della cocaina cloridrato, è ovvero la trasformazione della cocaina in sali (solubile in acqua) nell'alcaloide base. Si ottiene dapprima dissolvendo la cocaina cloridrato in acqua. Una volta dissolta in acqua viene aggiunta ammoniaca (o una base forte) per eliminare protoni in eccesso. La soluzione ottenuta in questo modo, però, non è ancora libera da tagli. A questo proposito si aggiunge alla soluzione etere etilico in quanto il freebase è insolubile in acqua ma altamente solubile nell'etere etilico. Questo permette di separare la freebase dal taglio ottenendo quindi, dopo l'evaporazione dell'etere etilico, una freebase quasi del tutto priva di taglio. Preparare la freebase è estremamente pericoloso, poiché sono possibili esplosioni o produzioni di fiamme e incendi. Con il termine freebase si indica, più in generale, ogni alcaloide nella sua forma base. •
Il Crack si ottiene mischiando le dovute dosi di cocaina cloridrato e una base, come il bicarbonato di sodio. Il crack è spesso usato più del freebase, in quanto si salta un passaggio (eliminazione del taglio con etere) che ne rende meno pericolosa la preparazione. Crack e freebase hanno effetti quasi istantanei e molto forti. Causano entrambi alta dipendenza psichica e fisica. Iniezione endovenosa Iniezione mediante siringa endovena diluendo la cocaina in soluzione acquosa. Iniezione sottocutanea o intramuscolare Permette un assorbimento più lento e quindi una durata maggiore degli effetti, evitando la tossicità di picco[2]. Tuttavia tale modalità di somministrazione può causare necrosi tissutale, sia a causa di sostanze contenute nel preparato somministrato, sia a causa di batteri che possono contaminare la siringa[3]. PROBLEMI LEGATI ALL’USO E DIPENDENZA: La cocaina causa forte dipendenza psichica in chi ne fa uso. Dopo gli effetti di carattere eccitatorio, infatti, il consumatore di cocaina si sente spossato, stanco e completamente senza energie. Questo lo spinge a ripetere l'assunzione della droga per rivivere il benessere. Tale appagamento viene ricercato sebbene gli effetti negativi a livello psichico, reversibili e non, siano di primaria importanza. In relazione alla frequenza di assunzione, la persona modifica nel lungo termine e sempre più la coscienza di sé e la percezione delle proprie azioni rispetto all'ambiente. La dipendenza da cocaina, erroneamente ritenuta solo di tipo psicologico, ha anche una grande importanza a livello fisico legato al neuroadattamento del sistema nervoso centrale ai suoi effetti. Gli studi sull'animale, mostrano inoltre che le somministrazioni ripetute di cocaina distruggono selettivamente una parte del cervello (fascicolo retroflesso), con ripercussioni di tipo psicopatologico (psicosi, alterazioni della gratificazione) . Oltre a questi danni del cervello, l'atto di "sniffare" determina un danneggiamento progressivo dei tessuti interni e dei capillari del naso, con riduzione notevole della capacità olfattiva, può comportare frequenti perdite di sangue dal setto nasale, ulcere, perforazione delle cartilagini, con danni che possono portare alla necessità di interventi di chirurgia plastica. L'iperattivazione dell'apparato cardiovascolare, insieme alla vasocostrizione provocate dalla cocaina, sono causa di infarto ed ictus. La cocaina, però, produce soprattutto danni a livello psichico, il consumo prolungato, infatti, porta ad una progressiva modificazione della personalità verso la “paranoia”: prevale il sospetto, l'irritabilità, la sensazione di trovarsi in un ambiente ostile, fino, talvolta, al delirio psichico. La cocaina, infatti, blocca il riassorbimento di noradrenalina e dopamina, causando un eccesso della disponibilità di queste sostanze eccitanti, che possono alterare il funzionamento del cervello facendo comparire disturbi identici a quelli causati da una psicosi. Il cocainomane è convinto di essere spiato, perseguitato, il tono dell'umore è altalenante, in certi casi presenta allucinazioni. Frequenti sono gli attacchi di panico e uno stato di profonda depressione, che può durare anche alcune settimane. Il traffico di questa sostanza, costituisce una parte rilevante dell'economia globale. 1.3 CAFFEINA La caffeina é una sostanza appartenente alla famiglia degli alcaloidi, un gruppo di composti assai diffusi nelle piante. La caffeina, così come gli altri alcaloidi (atropina, nicotina, stricnina, morfina ecc.) é fisiologicamente attiva sugli animali anche a concentrazioni molto basse e probabilmente viene impiegata dalla pianta come meccanismo di difesa dagli erbivori. Anche nell'uomo la caffeina influenza numerosissime reazioni biologiche. Alcune di queste interazioni sono favorevoli per l'organismo mentre altre sono responsabili degli effetti collaterali di questa sostanza. La caffeina (estratta soprattutto dal caffè, Coffea arabica, famiglia Rubiaceae), appartiene al gruppo degli alcaloidi purinici come la teofillina (dal té, Camellia sinensis, fam. Theaceae), e la teobromina (dal cacao, Theobroma, famiglia Sterculiaceae). La caffeina non é contenuta soltanto nel caffè ma si trova anche in altre piante ed alimenti. E' il caso, ad esempio, della coca cola, dell'erba mate, del cioccolato, red bull (ed altre bevande energizzanti), nel guaranà, per non parlare poi degli analgesici, dei cosmetici anticellulite o dei farmaci per malattie da raffreddamento. E' curioso notare, ad esempio, come le foglie di the abbiano un contenuto in caffeina circa doppio (2-­‐4%) rispetto ai semi di caffè (1-­‐2%); tuttavia, a causa del diverso metodo estrattivo, l'infuso contiene all'incirca quattro volte meno caffeina. EFFETTI DELLA CAFFEINA: La caffeina é il farmaco psicoattivo più usato al mondo, la sua conformazione chimica la rende infatti adatta ad interagire con particolari recettori che regolano il sistema cardiovascolare, endocrino e nervoso. Il tratto intestinale assorbe la caffeina molto rapidamente ed i picchi di concentrazione nel sangue si osservano dopo circa un'ora dalla sua ingestione. Il suo metabolismo è tuttavia rapido e decisamente superiore rispetto ad altri stimolanti come le amfetamine. Già dopo 3-­‐6 ore dall'assunzione i livelli plasmatici di caffeina si riducono del 50%. Le azioni che ha la caffeina sul sistema nervoso riguardano il miglioramento dei riflessi e della capacità di concentrazione. In più favorisce il rilascio di adrenalina e noradrenalina che a loro volta aumentano il metabolismo, la frequenza cardiaca, la pressione del sangue il numero di respiri, aumentando cosi l’ossigenazione del sangue. CAFFEINA E DOPING: In virtù dei suoi effetti eccitanti, la caffeina non può essere assunta liberamente dagli atleti. Le autorità antidoping hanno infatti fissato dei limiti di assunzione, oltre i quali l'utilizzo di questa sostanza viene considerato doping e come tale punito con la squalifica dell'atleta. Un soggetto risulta positivo ai controlli antidoping quando la concentrazione di caffeina nelle urine supera i 0.012 mg/ml (= 12mcg/ml)*. Non é facile stabilire con esattezza quale sia la dose di assunzione in grado di superare tale soglia, dato che la caffeina viene metabolizzata dal fegato a velocità diverse da individuo ad individuo (un po' come succede per l'alcol). Tale valore limite può essere raggiunto, a grandi linee, assumendo 800-­‐1200 mg di caffeina pura oppure 8 tazze di caffè forte. Per questo motivo si consiglia di non superare le 6-­‐8 tazzine di caffè espresso o le due-­‐
tre tazze di caffè tradizionale nelle tre ore precedenti la competizione. E' inoltre importante prestare particolare attenzione al possibile effetto additivo (assunzione contemporanea di energy drink, caffè e farmaci o altre bevande a base di caffeina).