Gennaio 2009 - Pilo Albertelli
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Gennaio 2009 - Pilo Albertelli
Gennaio 2009 Anno II - Numero 3 Non c on v e n t i on a l Pi l o Il lato oscuro del fastfood - Il giornale del Pilo Albertelli - NO! Agli alleva menti di anima li da pelliccia Cecilia Lugi, V B Argomento assai controverso è il “cibo spazzatura”. Inutile ripetere che negli USA, e sempre più spesso anche in Europa, il fenomeno obesità, in vertiginoso aumento, sia causato e aggravato dalla consuetudine a consumare i pasti presso i fast-food . E questo non è l'unico effetto negativo che tale alimentazione provoca sulla nostra salute: disfunzioni fisiche, danni irreversibili al fegato e ad altri organi vitali sono le conseguenze principali che il futuro di clienti di Wimpy, Burger King e McDonald's ci riserva. Segue a pagina 4 Pag 7 BlowUp Si può fare Lorenzo Raffio L'uomo delle stelle Elisabetta Raggio Pag 8 Le ragazze di Sanfrediano Chiara Antoniucci I gatti lo sapranno di Giovanni Ricciardi Prof Andrea Monda Pag 9 Sara Manini, III E Soko Keira Thriller: Gli album che hanno fatto la storia della musica Claire Piombo Fuso a pagina 6 Armando Pitocco Luca Davoli V A Kaki King Valeria Tiburzi, IVC & Flavia Tiburzi, VB “È di 1 .330 morti e 5.450 feriti il bilancio definitivo dei 22 giorni di offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. [..] sono morti tra gli altri 437 bambini sotto i 1 6 anni, 1 23 anziani, 1 1 0 donne, 1 4 medici e 4 giornalisti. Tra i feriti, 200 dei quali sono in condizioni gravi, ci sono 1 .890 bambini. Sul versante israeliano sono morti 3 civili e 1 0 soldati, a cui si aggiungono decine di feriti.” Agi, 23 gennaio 2009 Nella Mishnà (la codificazione della Torah orale), così è descritta una pena capitale : due boia stringono un sudar (telo) intorno al collo del condannato, costringendolo ad aprire la bocca, e un terzo boia versa del piombo fuso nelle sue viscere. 1 “Piombo Fuso” è appunto il nome dell'offensiva dell'esercito di Israele nella Striscia di Gaza. Segue a pagina 4 Uno spettro si aggira per l'Europa (e per il mondo)... red-iguana 91 Intervista doppia Amati Foglietta a pagina 6 a pagina 3 l Inside the School O nda2nomaA Lingue Più A Giorgia Fanari nche quest’anno stanno per partire i corsi di lingua inglese (P.E.T. ed F.C.E.), francese e spagnolo (primo e secondo livello). La classe si riunirà una volta a settimana (martedi, mercoledi o giovedi) per due ore alla fine dell’orario scolastico. Le lezioni saranno tenute da Carlos, un professore argentino laureato in lingue, molto bravo e simpatico! Per esperienza, consiglio questi corsi a chiunque è intenzionato a imparare in modo semplice, comodo ed economico le lingue. La nostra scuola offre a tutti una grande opportunità per avvicinarsi, Iniziative di solidarietà in molte scuole di Roma Natale Solidale « Trionfo all'Albertelli Armando Pitocco Magari tutte le scuole fossero così». Non sono ancora entrato nel mercatino natalizio di Emergency che già una decina di amici, tutti volontari dell'ONG, si sono congratulati per il grande successo dell'Albertelli. Siamo già un mito! Giovedì 1 8 dicembre 2008, il nostro liceo festeggia l'arrivo delle vacanze natalizie. Concerto, cibo e... divertendosi e stando in compagnia, di studiare le lingue: spesso infatti ci si rivolge ad istituti per i corsi di lingue, in cui si spendono molti soldi e dove a volte è difficile trovare orari adatti. L’obiettivo che si pongono questi corsi è quello di fornire una preparazione valida da poter conseguire alla fine dell’anno degli esami che vi daranno la possibilità di ottenere scolastici, di avere un certificato che potrà tornare utile anche in alcune università e, soprattutto, di avere una grande soddisfazione a livello personale!Info: prof.ssa Emanuela Turchetti (succursale) o segreteria della centrale. un banchetto di Emergency! Ebbene sì, la festa è stata dedicata a quest'organizzazione, che porta servizi sanitari in paesi afflitti da guerra e povertà, un'opera di solidarietà in tono con l'originale sentimento del Natale. Con i biglietti d'ingresso Anomalia Collettiva è riuscita a raccogliere ben 1 600€, 500€ sono stati utilizzati per le spese, poco meno di 200€ sono andati alle casse del collettivo, e 800€ sono stati la donazione alla ong. In più il banchetto è riuscito a raccogliere altri 200€. In totale dall'Albertellil sono usciti ben 1 000€ tondi tondi per Emergency. Una bella cifra, CineAlbertelli Armando Pitocco D urante quest'anno scolastico s'è attivato un gruppo di studenti per mettere in piedi un cineforum , il quale ha già proiettato alcuni film di grande rilievo. Per esempio “Tutta la vita davanti”, di Virzì, eccezionale ritratto dei tempi moderni, della precarietà del lavoro e della mentalità di massa; o “ Mamma Roma”, di Pasolini, viaggio nelle periferie romane; o quelli proiettati i primi giorni del nuovo anno: “A sud di Lampedusa” e “ Come un uomo sulla terra”, entrambi girati da Andrea Segre, il secondo insieme a Dagmawi Yimer. Questi documentari, di straordinaria importanza, ci hanno illuche nessun'altra scuola è riuscita a mettere insieme. Anche in altre scuole di Roma ci sono stati iniziative di solidarietà simili. Al mercatino natalizio del liceo classico Manara sono stati raccolti 500€, sempre per Emergency. Anche al liceo classico Augusto nella festa di Natale sono stati raccolti 500€, questa volta per un progetto di solidarietà con il Malawi. Speriamo che si ripeta questa magnifica esperienza anche i prossimi Natali, e perché no, anche nelle feste di fine anno. Grazie a tutti! Gallery Art I Lettera d'amore Anno II - Numero3 [email protected] strato storie sconosciute, i viaggi dei migranti, attraverso il deserto del Sahara (ma anche attraverso carceri, torture, violenze gratuite, sfruttamento, discriminazione). Ed è stato proprio Dagmawi Yimer, studente etiope di giurisprudenza ad Addis Abeba, a Roma rifugiato politico e insegnante alla scuola per stranieri Asinitas, che ci ha presentato l'ultimo film, “Come un uomo sulla terra”. È stata un'esperienza unica quella di poter parlare, di persona, con una persona simile, grande per le sue esperienze, e per i suoi pensieri. Rimane però il grande dispiacere di non aver avuto la giusta partecipazione da parte delle varie componenti S Studenti nel Pallone ta partendo il torneo di calcio a 5 del Pilo Albertelli! Le squadre possono essere al massimo di 7 calciatori, 2 possono essere esterni alla scuola. Si giocherà presso gli impianti "Cisco Roma" e "Partenope", in via Gordiani, e "Tata Giovanni", vicino la metro B Piramide. Ogni squadra dovrà contribuire alla spesa dell'affito dei campi con 30€. Inoltre dalle casse del Liceo Pilo Albertelli arriverà un contributo di 900€! Per iscrivervi contattate: Nicolò Di Matteo, II F: 3342209082 Giacomo La Porta, II A: 3489276509 l prof. Pronuncia la parola “nenia”, l’unica che sento, l’unica espressiva di questa ora infinita. Quest’ora che mi separa da te;spero che almeno oggi arriverò in tempo per te, per trovarti ancora lì. Ultimamente faccio sempre tardi. Quando arrivo tu ti stai già allontanando. Rincorro la tua ombra, forse credendo di poterti riprendere per la scia, ma già non ci sei più, scomparso e inghiottito da un paesaggio fin troppo conosciuto. E più ti rincorro, più tu mi scappi. In amore vince chi fugge, e tu mi sfuggi, e tu non mi aspetti. Tu che quando parti non ti fermi più e tutti ti guardano andare, andare più veloce di chi ti cammina a fianco. Ma tu non hai occhi per vedere e forse non hai neanche un cuore per renderti conto che io esisto. Aspettami! Almeno oggi, aspettami. Eccola, finalmente, la campanella suona. Mi alzo scusandomi, devo andare –mi dispiace prof., ho fretta, non posso aspettare che finisca, c’è chi non mi aspetta-. Devo arrivare prima che se ne vada, devo sbrigarmi. Scendo i gradini a due a due, pensando a come sarebbe bello se potessi arrivare in un battito d’ ali dovunque. Ma non mi serve nessun luogo, nessun dove, mi basta raggiungerti. Il mio ovunque è dove sei tu. Esco di fretta, passo veloce, lo zaino mi rimbalza sulle spalle. I minuti non si fermano, i secondi passano, ma tu non andare, ti prego, almeno oggi, aspettami! Ok, ci sono. Ti vedo da lontano, non andare, non oggi, non chiudermi tutte le porte in faccia. Eccomi ci sono. Quella sensazione di vittoria mi attraversa in un brivido la schiena quando sono sopra di te. Sì, ci sono, ho il fiato corto, ma sono sopra di te ed è quello che conta. Ora puoi andare, ora possiamo andare. Ora riportami a casa, treno. (lettera d'amore ad un treno puntuale). scolastiche. Si cercherà di fissare i prossimi appuntamenti in giorni più favorevoli (rimane comunque la limitazione dei 3 giorni d'apertura fissi della scuola, cioè martedì, mercoledì e giovedì). Forse si approfitterà delle ore successive alle assemblee d'istituto per proiettare qualche film in tarda mattinata. In ogni caso il consiglio rimane uno e urlato a chiare lettere: PARTECIPATE! Teatro dell'Opera giovedì 1 9 febbraio 2009, ore 1 0.00-1 3.00 • IPHIGÉNIE EN AULIDE, Tragédie-opèra di C. Willibald Gluck, regia, scene e costumi di Yannis Kokkos Relatore: Carlo Cavalletti • IL PENSIERO FILOSOFICO-MUSICALE NEL SETTECENTO Relatore: Ferdinando Abbri giovedì 1 9 marzo 2009, ore 1 0.00-1 3.00 • IL RE NUDO, opera di Luca Lombardi, libretto di Sandro Cappelletto, regia di Dmitri Bertman Relatori: Sandro Cappelletto, Luca Lombardi, Elio delle Storie Tese giovedì 26 marzo 2009, ore 1 0.00-1 3.00 • TRITTICO (CASSANDRA Monodramma per attrice, ensemble strumentale e elettronica di Michael Jarrel, regia di Pamela Hunter, FOR YOU, opera in due atti di Michael Berkley, regia di Pamela Hunter, EISLEMATERIAL, opera di Heiner Goebbels, regia di Heiner Goebbels). Relatore: Giordano Montecchi lunedì 6 aprile 2009, ore 1 0.00-1 3.00 • LES BALLETS RUSSES, direttore Zoltán Peskó Relatori: Luca Aversano, Concetta Lo Iacono, Gaetano Santangelo, con l’intervento di Beppe Menegatti Gennaio 2009 www.ondanomalapilo.com O Amati vs Foglietta 7. Perché ha scelto la matematica? 1. Nome, cognome e data di nascita F: Sergio Foglietta, 26/05/67 V: Viviana Amati, 25 novembre 1 964 2. Il periodo della vita per cui prova nostalgia F: Gli anni '80, quelli del primo periodo universitario V: per aspetti diversi un po’ tutti i periodi della mia vita, perché ognuno ha avuto cose belle e cose più difficili da superare. Forse non vorrei che nessun periodo tornasse. In ogni caso mi sono divertita molto durante gli ultimi anni di liceo e all’università 3. Il gruppo musicale preferito F: Sicuramente gli U2! V: dal punto di vista musicale sono molto legata ai Beatles; sinceramente i gruppi più recenti li seguo poco! Anche i Pink Floyd sono un gruppo che amo e ascolto spesso. 4. Dove compra i vestiti? F: Boutique, non nei grandi magazzini... V: In più posti!...ma quali rimarrà un mio piccolo segreto! 5. Look "comodo" o accurato? F: Accurato, curo il look ma riesco anche a renderlo "comodo". V: Comodo! Però con qualche accortezza ai dettagli! 6. Cibo preferito F:La pasta asciutta e i primi piatti in generale, perché nel cucinarli data la sostanza della pasta si concentra l'attenzione solo sul gusto! V: a me piace veramente tutto: l’italiano, il cibo etnico… vado molto a periodi anche con il cibo! Sono una buona forchetta! A Inside the School ndanomal 3 F: In realtà ho scelto la fisica, preferisco infatti il come al perché! V: In realtà sono laureata in fisica (indirizzo biofisica). La fisica per me è stata una scelta di curiosità, mi interessava capire come funziona il mondo, mi ponevo molte domande. Per quanto riguarda la matematica sicuramente mi diverte, e al tempo stesso è una parte e uno strumento fondamentale della fisica. 8. È superstizioso? F: No! V: Assolutamente no! Anche se conosco persone che, pur avendo menti scientifiche, sono molto superstiziose e che se vedendo cadere il sale in tavola cominciano a disperarsi! 9. Che voti aveva a scuola? F: La media dell'otto... V: Ero la classica “potrebbe fare di più”!!! avevo buoni voti, ma sempre senza strafare. 10. Capelli lunghi o corti... perché? F: Corti, perché mi stanno meglio! V: Sempre corti! Soltanto da piccola ho avuto i capelli molto lunghi, ma dall’età di 5 anni li ho tagliati e li ho sempre portati corti, sia per comodità che per estetica: mi ci vedo molto meglio! In generale devo dire che mi piace molto anche vedere le persone con i capelli corti. 11. Argomento di attualità che segue con maggior interesse F: Crisi mediorientale... V: mi interesso molto di politica interna, di ciò che succede nel nostro Paese in particolare riguardo alla scuola, e di politica estera, quindi in questo momento in particolare soprattutto della guerra. Poi seguo sempre ciò che accade negli Stati Uniti. Stamattina riflettevo su questa intervista e riguardo ciò che la nostra generazione vi lascerà: vi abbiamo preparato un futuro davvero pericolo e difficile riguardo a molti aspetti. Cercavo di immaginare come potrebbero migliorare le cose e forse proprio la figura di Obama negli Usa potrebbe rappresentare uno spiraglio di speranza per un cambiamento di rotta. 12. Mezzo di trasporto con cui si muove di solito? F: Due ruote! V: Bicicletta o motorino 13. A casa fa la raccolta differenziata? F: Sì, anche se non viene minimamente sostenuta dal comune!! V: si 14. Tre aggettivi per descrivere il suo rapporto con i ragazzi! F: Sincero, sentimentale e di stima reciproca V: per me è arricchente, stimolante e coinvolgente anche se a volte un po’ stressante per voi…vi lascio la parola! 15. Ha animali domestici? F: No, a parte le (odiose) formiche in balcone... V: no 16. Ha figli? F: Claudia, un anno! V: Si, 2, una femmina di 1 1 anni e un maschio di 8 17. Giradischi o mp3? (della serie...conservatrice o all'avanguardia nella tecnologia) F: Giradischi tutta la vita! V: ormai mp3! Anche di ultima generazione, ho un buon rapporto con la tecnologia! 18. Dolce o salato? F: Salato! V: Come ho già detto, mi piace mangiare tutto, ma se dovessi scegliere, forse rinuncerei al dolce piuttosto che al salato 19. Mare o montagna? F: Montagna! V: Tutti e due! Per aspetti diversi mi piacciono entrambi. In montagna durante l’estate faccio molte passeggiate. 20. Come passa il tempo libero? Fa sport? F: Faccio sport e gioco con Claudia! V: Per quanto riguarda lo sport faccio nuoto, vado in bicicletta e d’inverno scio. Quando ho del tempo libero mi piace trascorrerlo con i miei figli che porto a fare passeggiate o gite, in bicicletta e altre attività adatte a loro. Poi ho il tempo libero tutto per me che dedico prevalentemente alla lettura, al cinema, a mostre, a passeggiate in bici o a piedi, alla cucina ogni (ma sempre meno in realtà!) e a coltivare e a conservare i miei rapporti di amicizia a cui tengo molto. 21. Un messaggio da lasciare a noi ragazzi: F: "Due sono, a mio avviso, i valori principali di un uomo: la salute e la cultura. La prima - e solo quella - grazie a Dio me l'ha regalata la natura..." V: ragazzi anche se non sono il tipo da fare discorsi e in genere quando li faccio mi vengono sempre male! Come avete osservato anche voi in parte la riflessione che ho fatto sopra condiziona il mio pensiero adesso, per cui credo che lascerò parlare Antonio Gramsci in una citazione che ritengo molto appropriata in questo momento: "Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro coraggio. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza." e poi ovviamente non perdete la speranza e non fatevi sopraffare dall'indifferenza! ....Mi rendo conto che il compito è arduo ma ho fiducia in voi: ...quindi, tanto per continuare nelle citazioni: YES! YOU CAN! l O nda4nomaA Fuori dal Pilo Il lato oscuro del fastfood Piombo Fuso Armando Pitocco (segue dalla prima pagina) Risulta da subito complesso definire ciò che è stato a Gaza tra il 27 dicembre e il 1 8 gennaio. Guerra, massacro, legittima difesa? Chi è la vittima, chi è il carnefice? La situazione è in verità troppo complicata, in 60 anni troppo sangue è stato versato, e appena si prova a dividere in buoni e cattivi si offende il dolore di qualcuno. Per districare questo groviglio di odi, e fare chiarezza sulla situazione, ci vorrebbero informazioni oggettive. Ma spesso i giornali ci riportano una realtà alterata, parziale, o perché sono incastrati anch'essi nella spirale di odio, o perché sono sottomessi. E così alcuni descrivono Hamas, partito che governa nella striscia di Gaza, solamente come organizzazione terrorista, e Israele come vittima. Altri invece descrivono una situazione opposta. Perfino nelle singole parole troviamo la scorrettezza dell'informazione: gli israeliani sono uccisi, mentre i palestinesi muoiono semplicemente2 . E del resto è stato molto difficile avere informazioni dalla Striscia di Gaza durante l'invasione. I giornalisti non riuscivano a entrare, 4 sono stati uccisi, 35 feriti, gli uffici dei giornali bombardati. Inoltre Hamas impedisce la libera informazione3 . Cerchiamo allora di fare luce, risalendo alle origini di questo specifico conflitto. Enrico Piovesana4 ne trova la causa nelle elezioni democratiche del gennaio 2006, quando Hamas vinse con il 44% dei voti. Così scriveva William Sieghart, inviato del 'Times' di Londra: Anno II - Numero3 [email protected] C Cecilia Lugi, VB (Segue dalla prima pagina) ostituisce un esempio emblematico Super Size Me, un documentario di Morgan Spurlock passato letteralmente inosservato nelle sale (estate 2004). L'idea del film trae spunto da un episodio di cronaca: nel 2002 due cittadini americani citarono in giudizio il colosso McDonald's accusandolo di aver loro provocato la sfavorevole condizione di obesità. Spurlock decise perciò di proporsi come cavia di un folle esperimento. Si costrinse, così, a un mese di sole “specialità” McDonald's. Dopo 30 giorni accumulò ben 1 1 kg riportando una serie di alterazioni e lesioni al proprio sistema cardio-circolatorio - ipertensione ed ipercolesterolemia comprese - guaribili solo grazie a una l enta e progressiva “disintossicazione”. Non bisogna trascurare che alla base di tali problematiche risulta evidente la smaniosa ricerca del profitto da parte delle già nominate grandi catene, non solo a discapito degli ignari (?) consumatori, ma anche a svantaggio di coloro che lavorano nell'industria del junkfood. Ma se Super Size Me sottolinea specialmente gli aspetti sanitari, culturali e sociali legati al largo consumo di hamburger negli USA, Fast food Nation, tratto dall'omonimo romanzo-denuncia di Eric Schlosser, e diretto da Richard Linklater (School of Rock), porta lo spettatore a riflettere sul funzionamento del complicato meccanismo produttivo della carne bovina, a partire dall’allevamento del bestiame fino alla macellazione, dal confezionamento delle polpette alla cottura, dalla promozione del prodotto alla scarsa serietà dei controlli sanitari. Nella struggente pellicola del "La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di cinquecento laureati, formati nelle università occidentali, senza odi ideologici contro l'Occidente”4. Le votazioni vengono elogiate da tutti, tranne che da Usa (Bush) e Israele (Olmert), il quale fomenta il conflitto tra Hamas e Fatah (il partito che ha sempre governato nei Territori Palestinesi), che durerà per oltre un anno, dopo centinaia di morti. Tra marzo e giugno 2007 i due partiti si uniscono in un governo di unità nazionale, ma gli scontri continuano. Dopo la battaglia di Gaza, Abu Mazen (leader di Fatah) scioglie il governo e proclama lo stato d'emergenza. Hamas allora insedierà militarmente nella Striscia di Gaza il governo di Ismail Haniyeh, mentre Fatah (ritenuta da alcuni una “forza di polizia israeliana” 5 ) pone Abu Mazen a governo della West Bank (la parte di Cisgiordania dei Territori Palestinesi, l'unico altro territorio oltre alla Striscia di Gaza). Nel settembre 2007 Hamas comincia i lanci di razzi Qassam, Israele risponde ponendo 1 Da “Piombo fuso: propaganda fin dalle origini”, di Maso Notarianni, 5-1-09, http://it.peacereporter.net (dopo solo “Peacereporter”) 2 Vedi “Eyeless in Gaza”, di Muhammad Idrees Ahmad, 22-1-09, www.adbusters.org 3 Vedi “Gaza, le 2 verità”, frutto della visita della federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) a Gaza, dopo la tregua, di Paolo Serventi Longhi, 26-1- Su internet girano immagini che collegano foto della shoah con quelle delle stragi in Palestina sotto embargo Gaza e nel marzo 2008 la invade per pochi pochi, uccidendo 1 1 2 persone di cui 58 civili. Nel giugno 2008 Hamas e Israele una tregua di 6 mesi. Il lancio dei razzi cessa, ma l'embargo continua. Quindi il 4 novembre 2008 6 approfittando della distrazione dei media per le elezioni americane, l'esercito israeliano compie un incursione nella Striscia di Gaza, uccidendo alcuni miliziani di Hamas. Israele ha rotto la tregua, e Hamas il giorno dopo ha ripreso a lanciare razzi. Il 27 dicembre comincia l'operazione Piombo Fuso (“Cast Lead”), l'attacco a Gaza, che si conclude domenica 1 8 gennaio 2009. Gaza è un fazzoletto Note 09, Articolo21 4 Vedi “La road map della guerra”, di Enrico Piovesana, 7-1-09, Peacereporter 5 Vedi “Chomsky: indebolendo Gaza”, intervista di Sameer Dossani (di Foreign Policy In Focus) a Noam Chomsky sulla guerra di Gaza, tradotto da Daniele Mannella, 21-1-09, Peacereporter 6 Vedi “Gaza truce broken as Israeli raid kills six di terra lungo 40km, largo 1 0km. Abitato da un milione e mezzo di persone, quindi con una densità di 4mila ab/km 2 . Il 70% della popolazione ha meno di 1 8 anni. Bombardare e invadere significa fare una strage, indiscriminata. Infatti durante l'invasione vengono colpite 20 scuole dell'ONU, moschee, migliaia e migliaia di abitazioni rase al suolo. Nonché le migliaia di vittime. Per giunta è stato verificato che Israele ha sperimentato armi illegali, come le atroci bombe al fosforo (usate nel 2004 anche a Falluja, bruciano ogni molecola d'acqua, “prosciugano” le vittime, lasciando intatti i vestiti). E molte armi sembra che siano state fornite dagli Stati Uniti, con la complicità della Grecia e forse Hamas gunmen”, di Rory McCarthy, 5-1-09, www.guardian.co.uk 7 Ci si riferisce al caso della Wehr Erbe, cargo carico d'armi che partito dagli Usa ha vagato per il mediterraneo, di cui poi si sono perse le tracce mentre viaggiava in direzione della Puglia. Vedi “Cooperazione internazionale”, a cura di Peter Danssaert, Sergio Finardi, Pavlos Nerantzis, Carlo Tombola e Gennaio 2009 www.ondanomalapilo.com O A ndanomal 5 2006 emerge, inoltre, il punto di vista di chi opera in un laboratorio, intento a cercare tra centinaia di additivi “l'essenza” giusta per rendere la carne più appetitosa, oppure la fragile esistenza dei desperados messicani che ogni giorno tentano di varcare il confine statunitense nella speranza di un lavoro qualunque esso sia - e di una vita migliore. L' incipit del film è dedicato a un’analisi di laboratorio che avrebbe accertato la sostanziosa presenza di coliformi fecali (letame) nella carne macinata degli hamburger provenienti da una famosa catena di fast-food... Vogliamo veramente essere quello che mangiamo? dell'Italia7. Inoltre l'esercito israeliano (IDF) ha impedito l'ingresso degli emissari ONU, come Richard Falk, incarcerato per 1 5 ore, che ora non ha dubbi: “Israele ha commesso crimini di guerra”8. Hamas ha risposto con la resistenza armata, causando la morte di 1 0 soldati israeliani, e di 3 civili continuando a lanciare razzi sulle città israeliane. È la guerra. Una spirale d'odio inghiottisce tutto e tutti, confondendo vittime e carnefici . Sì, certo, se per giudicare e dividere in “buoni” e “cattivi” confrontassimo solamente i numeri, le “quantità” di sofferenza generate, certamente lo Stato d'Israele sarebbe il male. Ma la morte di un essere umano può ridursi a un numero? Possiamo forse dire che le singole persone morte a Gaza, siccome sommate sono in maggior numero, valgono più delle persone morte in Israele? Ma alla fine, è possibile dividere l'umanità in tanti gruppi, in palestinesi, israeliani, civli, militari, donne, uomini, bambini, vecchi, non siamo forse tutti esseri umani? È chiaro, la violenza è il nostro male, ed è ancora più chiaro che se si contrappone altra violenza, il male raddoppia. L'unica soluzione sarebbe spezzare la spirale di odio, il circolo vizioso. E la mente va ad alcuni simboli della nonviolenza di queste settimane. Va a Vittorio Arrigoni, pacifista dell'International Solidarity Movement (ISM), a novembre sequestrato e poi espulso dall'IDF in novembre, minacciato di morte durante “Piombo Fuso” in un sito americano9 . Va a Omer Goldman 1 0, 1 9 anni, ragazza ebrea che ha ri- Note con il contributo di Mike Lewis della Omega Foundation, 22-1-09, Peacereporter 8 Vedi “Crimini di guerra a Gaza? Relatore onu non ha il minimo dubbio”, fonte MISNA, 23-1-09, http://www.nenasili.cz/it/ (Nonviolenza) 9 Vedi “Gaza, eliminate il pacifista Arrigoni”, Peacereporter 1 0 Vedi “Rifiuto di Servire”, di Dheera Suhan, Fuori dal Pilo Bombe al fosforo su una scuola ONU a Beit Lahiya, nel Nord della Striscia di Gaza. Queste armi sono vietate dalle convezioni internazionali. fiutato di servire la leva militare (che a quanto pare in Israele è obbligatoria, e lo è anche per le donne) e a tutti gli obiettori coscienza come lei. È stata in carcere e fuori subisce l'odio della società (ha subito anche un'aggressione). Va a Dignity, la nave del Free Gaza movement, che è approdata finalmente nella Striscia rompendo l'assedio. 1 1 Ora c'è la tregua, e i soldati israeliani si ritirano. Olmert grida vittoria: “obbiettivi raggiunti”. “Quali erano questi obbiettivi?” si chiede Lorenzo Galbiati, nella “ipotesi per la tonnara di Gaza”. 1 2 Li analizza Gideon Levy, nell'articolo “La guerra di Gaza è una totale sconfitta per Israele” 1 3 : se Israele voleva interrompere il lancio dei razzi Qassam, ha fallito, i razzi si sono fermati solo con il cessate-ilfuoco; se voleva interrompere il contrabbando (che prevalentemente riguarda il cibo) che spezzava l'embargo, ha fallito (anzi, la guerra ha dimostrato che il contrabbando di armi ne porta solo di rudimentali, non pericolose come annunciato); se l'esercito israeliano voleva ristabilire la propria credibilità, ha fallito, colpevole di un'immane strage. Solo su un punto sembrano tutti concordare: come ha detto Olmert, è stata “una giustificata guerra d'opportunità”, cioè fatta con lo scopo di vincere le prossime elezioni in Israele. E infatti Benjamin Netanyahu, leader del partito di destra Likud, sembra avere aumentato i consensi. Tuttavia, dice Galbiati, questo non basta. C'è anche una “follia morale”, un disturbo “sociopatico”. E questo smarrimento dei principi morali dell'intera società israeliana deriverebbe dalla negazione della pulizia etnica, dalla quale, dice Galbiati, Israele trae origine. “Per gli israeliani, rico- stenziali sulla psiche degli ebrei israeliani: dovrebbero riconoscere di essere divenuti l’immagine speculare dei loro incubi peggiori.”1 4Insomma fonte thttp://www.radionetherlands.nl/, radotto da Maddalena Parolin, 26-1-09, www.peacelink.it (dopo solo Peacelink) 1 1 Vedi www.freegaza.org/ 1 2 Vedi “Ipotesi per la tonnara di Gaza, di Lorenzo Galbiati, 19-1-09, www.nazioneindiana.com 1 3 Vedi “La guerra di Gaza è una totale sconfitta per Israele”, Gideon Levy, fonte Ha'aretz, tradotto da Ines Gramigna, 23-1-09, Peacelink 1 4 Partim, da Ilan Pappé, “La pulizia etnica della Palestina”, Fazi editore, pag. 292. 1 5 Vedi “Israele, i partiti arabi esclusi: «Un attacco politico ai nostri diritti. Pronti a boicottare il voto»”, di Michele Giorgio, Il Manifesto, 14-1-09, pubblicato su www.osservatorioiraq.it/ noscere i palestinesi come vittime delle azioni di Israele è fonte di profondo turbamento, almeno per due motivi. Sia perché metterebbe in dubbio gli stessi miti fondanti dello Stato di Israele, sia perché [… ] scatenerebbe anche ripercussioni morali ed esi- sarebbe un inconscio razzismo alla base della società Israeliana, a generare la guerra. E allora, interpretando alla luce di ciò le risposte di Noam Chomsky nell'intervista già citata5 , queste sembrano dire che Israele (la società o come minimo il governo) all'interno di una “follia morale”, comunque opera lucidamente, con strategie e furbizie. La soluzione alla questione palestinese potrebbe essere un accordo, la stabilizzazione di uno Stato Palestinese. Tuttavia Israele, prima di raggiungere un accordo definitivo, vuole creare una situazione vantaggiosa, cambiando le carte in tavola, di volta in volta, violando qualsiasi legge internazionale (giacché la potenza militare glie lo consente). E così indebolisce Gaza, diventata un recinto con solo palestinesi all'interno, da attaccare a piacimento. Si espande con nuove colonie nel West Bank, crea checkpoint all'interno dei villaggi palestinesi, costruisce il muro, rende la vita dei Palestinesi invivibile, discrimina gli arabi cittadini d'Israele (recente la notizia dell'esclusione dalle prossime elezioni di due partiti arabi 1 5 ). Dopo tutto questo logorio lento e progressivo dei Palestinesi il territorio di Israele coinciderà con la Palestina, e sarà così ben radicato che i futuri accordi dovranno accettare quella situazione. Ai Palestinesi non resterà che andarsene, oppure rimanere: “potrebbero servire da attrazione turistica - magari la silhouette di un pastore che conduce una capra su una collina [...] Questo è l'obiettivo. Ed è esplicito. Non si può accusarli di inganno perché è esplicito. Ed è un obiettivo che da queste parti è acclamato.“5 altRa cultura NO! Agli allevamenti di animali da pelliccia S Valeria Tiburzi, IVC & Flavia Tiburzi, VB guardi spenti, musi sofferenti, guaiti disperati: ques to e’ ciò che si potrebbe vedere negli allevamenti di animali da pelliccia. Essi infatti non considerano minimamente le esigenze naturali dell’animale, puntando esclusivamente all’ottenimento di un manto folto e di bell’aspetto. Le povere creature vivono in gabbie dalle dimensioni ridottissime, in cui anche il pavimento é in rete per facilitare la pulizia. Sono costretti a subire correnti d’aria e freddo, per favorire l’infoltirsi del pelo e le femmine divengono spesso “macchine” forzate alla riproduzione. I metodi di soppressione in allevamento cambiano a seconda delle dimensione dell’animale. Nel caso di animali più grossi, come le volpi si usa l’ elettricità infilando elettrodi nell’ano e nella bocca, oppure un proiettile nella nuca, o il soffocamento da gas. Per gli animali di taglia più piccola, come i visoni, si utilizza un colpo di martello sul muso, un chiodo conficcato nella fronte oppure si annega l’animale precedentemente tramortito. Altri metodi diffusi sono l’ avvelenamento con la stricnina e il soffocamento con il cloroformio. Molto diffusi, soprattutto nel nord della Cina, sono gli allevamenti di cani e gatti. Qui muoiono ogni anno oltre 2 milioni di vittime. Le condizioni di questi allevamenti sono spaventose, e gli animali affrontano un vero e proprio calvario fino alla fine dei propri giorni. I cani vengono sgozzati e fatti morire dissanguati, oppure bastonati sulla testa. I gatti vengono spesso impiccati con cappi metallici. In Italia l’allevamento, l’importazione e il commercio di pelli di cane e di gatto e’ illegale (Legge 1 89/04 sui maltrattamenti degli animali). Tuttavia bisogna prestare attenzione al fatto che, per nasconde- re la provenienza delle pelli ai consumatori, sull’ etichetta (quando presente) vengono utilizzati pseudonimi o nomi di fantasia. Tra i più importanti cercate di ricordare i seguenti: asian wolf, dogue of China, fox of Asia, housecat, mountain cat, special skin ecc. Se non vuoi essere complice di queste inutili sofferenze, non acquistare capi di pelliccia o accessori (giacche, stivali, guanti...) che contengono inserti di pelliccia!! La nostra vanità non provoca che sofferenza ad animali innocui, che non hanno alcuna colpa! DECIDETE DA CHE PARTE STARE ! Noi abbiamo scelto la parte degli animali, la parte della civiltà! l O nda6nomaA Anno II - Numero3 [email protected] Uno spettro si aggira per l'Europa (e per il mondo)... S red-iguana 91 eneca diceva: ”la globalizzazione accompagna chi non vi si oppone, trascina chi vi si oppone” Sembrerebbe una descrizione soltanto parziale di questo fenomeno. Tuttavia ne coglie l’aspetto più sottovalutato ma nondimeno rilevante: la globalizzazione è una realtà con la quale volenti o nolenti dobbiamo rapportarci, perché è entrata nelle nostre vite e se ne è impadronita attraverso ogni nostra azione quotidiana. Questo fenomeno,detto anche mondializzazione, comprende molteplici aspetti tutti interconnessi tra loro come il turismo,le comunicazioni la rete degli scambi,ed ha preso forma negli ultimi anni del novecento modificando radicalmente, anche se spesso non ce ne accorgiamo, il nostro modo di vivere, la nostra cultura ed ha avvicinato i popoli e le nazioni. L’aspetto forse più importante, che potremmo intendere come la più recente metamorfosi compiuta dal capitalismo, è senz’altro quello economico e dei sistemi di comunicazione, si tratta ,infatti, di un fenomeno per il quale i prodotti messi in vendita nei mercati nazionali sono il risultato di un processo di produzione che si è svolto in diverse parti del mondo, grazie ad un complesso sistema di integrazione e collaborazione. I principali fautori, promotori ed esecutori di questa evoluzione sono state le compagnie e le società transnazionali che, con il crollo del sistema economico pianificato, vigente nei paesi del blocco sovietico, insieme ai nuovi mercati, hanno ottenuto immense opportunità di guadagno. Ovviamente anche i Governi, che avevano già iniziato ad adottare come unico modello l’economia di mercato, hanno garantito l’espandersi e la “colonizzazione” di quasi tutto il mondo, trasformando così quelle società in vere e proprie imprese multinazionali . Queste società, a volte con centinaia di migliaia di dipendenti e con bilanci superiori a quelli di molti stati, hanno favorito spesso lo sviluppo industriale nei paesi in cui si erano stabilite,ma avendo come unico scopo il guadagno ad ogni costo, il più delle volte calpestano i diritti dei lavoratori e deturpano l’ambiente. Inoltre, quando si rivela poco conveniente mantenere una filiale o uno stabilimento in un paese, hanno la possibilità di chiudere e di spostare in un altro luogo la produzione, lasciando dietro di sé disoccupazione e crisi economica. Ad incentivare queste malsane “metodologie di lavoro” è senz’altro la dilagante ignoranza dei fatti da parte dei cittadini-consumatori, ma anche dei governi locali che ,dal canto loro, non sono abbastanza potenti da contrastare lo strapotere di queste società e il più delle volte mostrano indifferenza o addirittura sono conniventi. Così per cercare di regolare meglio gli squilibri della globalizzazione e le multinazionali ed i governi hanno istituito enti internazionali, quali il Fondo Monetario Internazionale (IMF), la Banca Mondiale e l’organizzazione del commercio Mondiale (WTO). L’economista Joseph Stiglitz (“La globalizzazione e i suoi oppositori”, Einaudi) sottolinea come queste istituzioni hanno fallito nel loro compito, che era, oltre che favorire l’apertura dei mercati, anche garantire tutele e aiuti ai paesi sottosviluppati, in procinto di aderire agli accordi di libero scambio; così facendo hanno promosso politiche economiche sorpassate e inadeguate, che invece di bilanciare gli squilibri economici e sociali nazionali e internazionali, hanno dato la massima priorità agli interessi dei paesi è più avanzati,penalizzando di gran lunga i paesi sottosviluppati. Esempio della fragilità di questo sistema economico è la crisi finanziaria improvvisa e inaspettata, esplosa negli Stati Uniti ha tradito l’intero sistema speculativo, che non ha mai recepito come proprie l’etica e l’onestà professionale. Le persone comuni che hanno perso la casa e i risparmi sono state truffate due volte, prima dai propri istituti di credito, poi dai loro stessi governi che si sono resi complici delle banche, della speculazione e del capitalismo selvaggio, e ora invocano aiuti di stato e protezionismo. Fortunatamente la globalizzazione non è solo questo e sarebbe ingiusto non valutarne anche gli aspetti positivi come la grande occasione di arricchimento reciproco tra tutte le culture, che ora sono più vicine che mai; infatti grazie a trasporti e comunicazioni possiamo spostarci da una parte all’altra del mondo e mantenere contatti, possiamo conoscere aspetti del mondo straordinari e sempre nuovi e stringere relazioni con chiunque, ovunque ci troviamo. Si tratta di un’opportunità straordinaria, basti pensare alle scarse o addirittura inesistenti possibilità che avevano i nostri nonni o bisnonni. Tuttavia, per realizzare completamente queste possibilità dobbiamo renderci cittadini consapevoli di tutti i meccanismi e di tutte le modalità di produzione che la mondializzazione ingloba, correggendo quelli che sono gli effetti collaterali del sistema. Se lo faremo, la globalizzazione potrà rivelarsi un utile strumento di progresso per la civiltà. Gennaio 2009 www.ondanomalapilo.com Film Blowup Michelangelo Antonioni, (1966) Luca Davoli, V A I nghilterra, seconda metà degli anni sessanta. In un periodo di grandi sconvolgimenti sociali durante il quale soprattutto i giovani si riconoscevano in nuovi sentimenti e consapevolezze e diversi modelli di comunicazione, Michelangelo Antonioni ci offre un’istantanea sulla vita e i modi della giovane generazione occidentale. Protagonista dell’opera è la giornata di un fotografo il quale, assorbito dalla quotidianità, casualmente scopre di aver immortalato l’ omicidio di un uomo che alcune ore prima, era stato soggetto di alcuni scatti dello stesso artista. La vicenda si articola proprio intorno a questo episodio, e vedrà il fotografo londinese piuttosto impegnato a provare l’accaduto, essendo infatti l’unico testimone. Malgrado il film sia composto da una sceneggiatura che trova la sua efficacia proprio nell’ essenzialità, suscitando così una velata atmosfera onirica, il ritmo dell’intreccio e piuttosto sostenuto. Inoltre la rappresentazione non lascia pochi interrogativi allo spettatore; è infatti interessante notare come lo svolgersi degli eventi faccia permeare sempre più un senso di estraneazione dalla realtà, percepito in primo luogo dal protagonista, e, in conclusione della vicenda, anche un sentimento di impotenza e disadattamento, sottolineando così l’ incapacità dell’uomo di comunicare con i propri simili. Blow-up (“ingrandimento”) è una raccolta di impressioni e di spunti (ispirata, fra le altre fonti, anche da un racconto di Julio Cortàzar, La bava del diavolo) geniale nella sua accuratezza, anche se probabilmente qualcuno lo troverà tedioso e privo di logica. O A ndanomal 7 Si può Fare Giulio Manfredonia N Lorenzo Raffio ello, malvisto dal sindacato, viene retrocesso ed esiliato in una cooperativa di malati mentali. L'iniziale scetticismo lascia spazio all'entusiasmo e al suo spirito costruttivo, e Nello inizia a socializzare con i suoi nuovi "dipendenti", impegnati fino a quel momento in (inutili) attività assistenziali. Il nuovo direttore propone subito alla cooperativa di cimentarsi per la prima volta in un lavoro vero. Iniziano così a delinearsi i vari personaggi, le storie e i problemi di ognuno. Nello, per niente scoraggiato ed intimorito da questi ostacoli (tutt'altro che insuperabili) raccoglie le idee di tutti e con entusiasmo esclama: "Si può fare!". I "soci", dapprima scettici e quasi affezionati agli inutili (ma semplici e rodati) lavori assistenziali, iniziano a credere nel progetto, partecipando attivamente. La Cooperativa 1 80 (in onore della legge 1 80/78, di Franco Basaglia), inizia a respirare un'aria nuova, e ognuno trova un proprio spazio per esprimersi, anche non avendo le parole. La Cooperativa riesce ad andare avanti e a conqui- altRa cultura starsi una fetta di mercato, e con essa anche i ragazzi iniziano a ritrovare la "normalità", scoprendo le proprie potenzialità e riacquistando fiducia in loro stessi . Vanno a vivere da soli, riducono l'assunzione di psicofarmaci e cominciano ad avere i problemi delle persone "normali" (innamoramento, sesso, vita di coppia, vita sociale, ecc) ma l'aria idilliaca e perfetta di questo inaspettato cambiamento si dissolve improvvisamente, imbattendo in qualcuno troppo fragile per abituarsi così rapidamente a questa nuova vita. Emerge così anche il dramma dell'oppressione familiare e di una realtà poco incline all' accettazione del "diverso", che si ferma spesso alle apparenze, rifiutando qualsiasi apertura verso chi più difficilmente riesce ad ambientarsi in questa società chiusa e menefreghista. Il film, ambientato proprio negli anni in cui venivano chiusi i primi manicomi, si addentra in un mondo spesso trascurato dal cinema, fatto di esseri umani che provano sentimenti e vivono (almeno ci provano) come noi. L'uomo delle stelle Giuseppe Tornatore U Elisabetta Raggio na tristezza indiscreta e una risata amara si fondono in l’uomo delle stelle. Le aspirazioni, i sogni e le verità dei siciliani finiscono in una macchina da presa ingannatrice. Il suo proprietario, Joe Morelli , truffa la povera gente, facendogli sostenere un falso provino per 1 .500 lire, in cambio gli regala qualcosa in cui credere: l’aspirazione di recitare in un film, grazie all’ Universalia cinematografica . Il pastore, il carabiniere, l’ultimo dei mille, la figlia della Vergine Maria si aggrappano alla speranza di poter cambiare vita, di uscire dalla loro realtà e approdare in un altro mondo, anche non magico, ma almeno migliore. E Joe Morelli, se pur con i rimorsi di coscienza, li asseconda nelle loro ambizioni, non solo per soldi. Il falso talent-scout ha infatti bisogno dei guai degli altri, delle loro aspettative e soprattutto ha bisogno della loro ve- “In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla” (Franco Basaglia) rità. Ha bisogno del segreto dei piccoli e dei grandi per riuscire ad ammettere il suo… La disperata fuga dall’entroterra siciliano del 1 953 diventa anche l’ossessione di salvezza di Beata, una trovatella che arriva a nascondersi nel furgone di Joe per seguirlo. La più piccola fra i siciliani, con la perseveranza e l’amore di chi non ha altro in cui credere, riuscirà ad aprire uno spiraglio nella in scalfibile figura dell’uomo delle stelle. Il ruolo del protagonista, Joe, è affidato a Sergio Castellitto che interpreta magistralmente l’immobilismo di una terra in cui la volontà di diventare una star convive con la mancanza dell’acqua per dissetare i campi. Il film del 1 995, diretto da Giuseppe Tornatore, vanta una nomination agli oscar come miglior film straniero. Una struggente malinconia, un disincantato realismo, un fulminante umorismo, lasciano addossa la drammaticità di un passato che è ancora presente. altRa cultura Libri I gatti lo sapranno Giovanni Ricciardi Prof. Andrea Monda* Dal giornale Il Foglio del 18 luglio 2008 D iceva Pietro Germi che in Italia, rispetto agli USA, era molto più difficile fare film polizieschi credibili, perché negli USA la gente ha timore della polizia, mentre in Italia sui carabinieri si fanno le barzellette. Ottavio Ponzetti non è un carabiniere e infatti non fa ridere, anche se è un commissario così italiano, anzi romano, che più romano non si può, eppure sembra uscito da un film noir americano, di quelli di Sidney Lumet o Don Siegel, con il volto di un Mitchum o di un Robert Ryan. Già l’incipit rende tangibile quell’atmosfera inconfondibile, rigorosamente in bianco e nero: “ Chiamatemi sbirro. Sono vecchio del mestiere, per queste cose non mi offendo più. Chiamatemi come volete, insomma. Non mi manca il senso dello humour per sapere come a volte mi guarda la gente”. Tutto il libro di Giovanni Ricciardi fin dal titolo, I gatti lo sapranno, è pieno di umorismo ma che non sfocia mai nella risata di derisione che accompagna le disavventure dei nostri tutori dell’ordine, un umorismo appunto molto romano, come l’autore, pieno cioè di quello strano mix di disincanto, rassegnazione e pietas. Sappiamo poco di Ricciardi, visto che questo è il suo romanzo d’esordio: è un giovane professore di latino e greco presso il liceo di Roma Pilo Albertelli all’Esquilino, il dato topografico è importante visto che il protagonista vero della vicenda è l’Esquilino stesso, l’antico quartiere della capitale ormai diventato quasi una Chinatown . “ I negozi non sono più gli stessi.” osserva il protagonistanarratore all’inizio della storia, “ Ma il confine italiano, il vero confine tra Roma e Chinatown, è segnato da Fassi, solo un poco più in là, sullo stesso marciapiede. Palazzo del freddo. Sembra l’insegna di uno stadio di pattinaggio su ghiaccio. Il gelato è ancora quello di una volta. Ci vado, a volte, con Gisella, la mia figlia maggiore, negli intervalli tra un fidanzato e l’altro. Fidanzato è la parola che uso io, si capisce. Subito prima due negozi sono stati uniti per ricavarne una chiesa evangelica. Mia moglie dice che è un be- l O nda8nomaA Anno II - Numero3 [email protected] Le ragazze di Sanfrediano L'atroce vendetta delle belle del quartiere Q Chiara Antoniucci Dall'omonimo film uante di voi hanno conosciuto dei casanova? Immagino molte. Le loro di Valerio Zurlini, 1954 caratteristiche sono sempre le stesse: alti, magri, affascinanti e ovviamente belli da Scritto da togliere il fiato. Anche Bob era così, ma l'unica cosa che lo rendeva “speciale” Vasco era il fatto di abitare a Sanfrediano, una via senz'altro non indifferente. Sanfrediano era una pittoresca via di Firenze, una Pratolini di quelle tante vie popolari dove ad ogni passo ti rendi conto di quanto la gente 1949 fatichi per guadagnarsi un pezzo di pane, una via malfamata, una via povera. E lì tra i vecchi sdentati ed ubriachi e le madri indaffarate sto gioco era destinato a durar poco perché non appenelle loro faccende, si muovevano leggiadre le “belle na le belle del quartiere scoprirono di essere state predel quartiere”, impossibile confonderle perché «belle se in giro dal bel ragazzo con le ciglia lunghe, il loro o brutte che siano, coi porri in viso o con gli occhi di orgoglio superò la loro devozione, perché dovete sapemadonna, le riconoscete dalle mani. Sono il loro miste- re che «le ragazze di Sanfrediano non prendono i rifiuro, il loro orgoglio più segreto e la loro dote; sono ti di nessuno», sanno essere dure e decise e anche se bianche, di latte, con le dita lunghe e affusolate»; ed è giovani e innocenti: « Furie o Baccanti , al momento proprio con quelle mani che le ragazze di Sanfrediano opportuno, un po' tutte lo sarebbero diventate». rivestono le sedie e sfiorano il viso di quel ragazzo che Il libro offre un interessante spaccato della vita dei egualmente fa battere il cuore a tutte: Bob. Il suo regno quartieri poveri fiorentini, narrati in ogni singolo dettalì era sconfinato, sapeva come toccare ognuna di loro, glio come solo Pratolini sa fare; scorrendo tra le pagisapeva cosa dire, sapeva come guardarle... le conosce- ne sembra di vedere quelle mani giovani e va una per una. bianche,ma già solcate dal lavoro,sembra di sentire Ma il suo regno infinito era in realtà limitato da «quel l'odore del vino inacidito delle osterie, le grida dei grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la bambini che giocano tra le vecchie pietre di Sanfrediachiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo» fuori no, e di intravedere in lontananza quel viso, conosciudi lì era solo un comune bel ragazzo, ciò però non gli to da tutti lì, bello, sbarbato e sorridente, un viso importava, a lui bastava sapere di avere in mano il cuo- inconfondibile, il viso di Bob. Oltre alla grande capacire di ciascuna ragazza di Sanfrediano, gli bastava sape- tà descrittiva,va anche sottolineato come l'autore riere che erano tutte “sue”. Così ogni giorno si dilettava sca a cogliere e rendere al meglio con un linguaggio a saltare da una all'altra, ad incastrare orari e luoghi e semplice e diretto, la faticosa e semplice quotidianità a mormorare ad ognuna nell'orecchio le stesse parole di quei luoghi,in quella città che fu la sua culla per d'amore, facendole sentire uniche e speciali. Ma que- anni e il suo “protagonista” preferito: Firenze. ne, almeno quelli sono cristiani. In non sono così convinto”. Come spesso capita (sempre?) anche questo romanzo parla di un mondo al tramonto, di un passaggio di epoca. Il commissario Ponzetti è un uomo “al valico” tra due mondi , tra due ere inconciliabili. Riuscirà, faticosamente e tenacemente, a risolvere il complicato caso che gli si spalanca davanti quando la sora Giovanna, la “gattara” della zona, viene investita da un’auto in via Turati, ma quella Roma non è più la sua città e quella figlia parla una lingua che lui non comprende più: entrambe, la vecchia Roma e la giovanissima Gisella, sono distanti, molto lontane da quest’uomo di mezza età in cui si nasconde l’autore (accennando un sorriso sotto la sigaretta) che, pur essendo I gatti lo sapranno, Giovanni Ricciardi Fazi Editore, 2008, pp.157, 14,50 euro alla sua prova d’esordio, dimostra di essere “vecchio del mestiere” come il suo protagonista (forse anche troppo, a volte “il mestiere” prende il sopravvento e la scrittura si fa bozzetto, quadretto oleografico). Ma, oltre il sapore e il colore, il giallo c’è e tiene. E come i buoni gialli che si rispettano, la storia lascia trapelare molto di più del mero plot poliziesco. C’è, tra le altre cose, una domanda squisitamente religiosa che l’autore pone al lettore, “incarnata” nella sorprendente figura di Suor Elvira (finalmente una figura di suora non caricaturale) e nella preghiera che l’anziana suora recita quotidianamente per ottenere la grazia di evitare la morte improvvisa: è la domanda sulle cose ultime e sulla (im)possibilità di vivere tutta una vita nella tensione continua verso di esse. Forse questa di Ottavio Ponzetti non sarà l’ultima avventura, ma la prima di una lunga serie. Almeno così ci auguriamo. *Andrea Monda, professore di Religione Cattolica del Ginnasio Liceo Pilo Albertelli Gennaio 2009 www.ondanomalapilo.com Musica A Claire più di ventisei anni dal suo concepimento, “Thriller” di Michael Jackson conserva, con le sue 60 milioni di copie, il primato di album più venduto della storia della musica. E' stato leggenda quasi da subito, e non solo per lo straordinario numero di copie venduto, ma anche perché fu un esempio di novità e record incredibili, dai suoi 7 Grammy e altri i nnumerevoli riconoscimenti , a elementi meno incisivi che riguardavano per esempio la pubblicizzazione del disco. Thriller contiene nella sua preziosissima tracklist tracce che solo nelle loro trasposizioni visive hanno segnato un'epoca: creato in un periodo in cui i videoclip iniziavano ad avere un peso enorme nella distribuzione del prodotto musicale, (qualcuno, tre anni prima, cantava che i video avevano ucciso le star della radio) quello del pezzo omonimo dell'album ha mantenuto il record di più lungo cortometraggio mai realizzato per una canzone per più di un ventennio; quello di Billie Jean è stato il primo video di un cantante di colore a essere trasmesso nella rete neonata di Mtv America, oltre che la prima dimostrazione delle innovative tecniche di danza di Michael. “Thriller” ,seppur un episodio fuori del comune, fu però tutt'altro che un'esplosione di genialità spontanea. Il sogno dichiarato di Michael Jackson era creare un disco commercialmente perfetto, cioè il prodotto di un elaborato compromesso tra easy-liste- Kaki King Dreaming ofRevenge Sara Manini, III E E O A ndanomal 9 altRa cultura Thriller: come il Royal Pop divenne (e rimase) campione di vendite Gli album che hanno fatto la storia della musica ning e qualità, che garantisse all'album non solo l'apprezzamento generale di tutti, ma anche eterna validità nel tempo. Così, il giovane Jackson scelse il momento più favorevole della sua già avviatissima carriera, in modo da poter permettersi la scelta di una squadra di professionisti e di una serie di collaborazioni più che selettive. Beat It, capolavoro di simbiosi di generi, trovò la magnifica esecuzione dell 'assolo in Van Halen , e più tardi le esibizioni live furono affidate alle sapienti mani di Slash . Un Paul McCartney maturo, in uno dei ricorrenti momenti spenti della sua carriera solista, decise di avvicinarsi a Jackson in una canzone che forse non meritò l'unione di due nomi così importanti, ma che vinse per simpatia di testo e originalità di intento, “The Girl is Mine”. Da parte loro, le sorelline Jackson , come LaToya e Janet, conferirono un tono famigliare al disco, con il loro piccolo contributo nel coro di “P.Y.T.(Pretty Young Thing)”. Con l'aiuto del suo team, Michael, inoltre, rese armoniosa la successione delle canzoni, che si dimostrarono il risultato di un giusto connubio tra rock, r'n'b e pop, genere del quale dettò per almeno un decennio i canoni, validi e insuperabili ancora oggi. Forse non tutti sanno, per esempio, che il tormentone di Rihanna “Please don't stop the music” è stato reso meno insopportabile alle nostre orecchie dal sample di “Ma ma-se, ma ma-sa, ma ma-coo-sa” rubato all' opening track di Thriller, “Wanna Be Startin' Somethin'”. Per l'ambizioso progetto di Michael, inoltre, divenne indispensabile persino la selezione di foto nel libretto all'interno dell' LP, e più di esse l'immagine della copertina, che avrebbe determinato l'impatto immediato col pubblico. indie-rock e la tradizione malinconica di poeti della 6corde quali Elliot Smith o Nick Drake sono integrati ad arte, con un tocco di femminilità spesso estraneo a questi generi. I pochi pezzi cantati sanno molto di Cranberries, con qualche eco carmenconsoliano; fra tutti spicca il fortunato singolo “Pull Me Out Alive”, colonna sonora di ogni situazione imprecisa e opprimente. Ma i virtuosismi e le felici intuizioni della King si fanno decisamente più coinvolgenti nei pezzi strumentali : finalmente degli accostamenti di accordi insoliti , soprattutto in composizioni quali “Open Mouth” o “Can Anyone Who Has Heard This Music Really Be a Bad Person”, in cui è possibile scorgere talvolta delle melodie morbide assimilabili a quelle di un certo signor Jeff Buckley. Quindi, 1 1 tracce da ascoltare in un angolo assolato la domenica pomeriggio, ma non solo: i suoi trascorsi da batterista fanno sì che la chitarra diventi anche uno strumento a percussione, trasformando ogni nota apparentemente arrendevole in una pervicace resistenza. cco la rivincita delle giovani donne non particolarmente carine che si cimentano nel suonare la chitarra. Kaki King, originaria della Georgia, newyorkese d’adozione, con questo disco delicatamente crudele si afferma come talento del finger picking dopo una lunga gavetta non proprio rose&fiori: partita dal suonare nelle stazioni della metropolitana del Village, è arrivata ad un contratto con la Universal , ma passando anche per quegli improbabili locali in cui la gente non si accorge nemmeno che ci sia qualcuno sul palco. E proprio questo travagliato [Kaki King suonerà il 13 marzo al Circolo degli Artipercorso le ha permesso di entrare in contatto con le sti… se vi intrigano gli schitarramenti puri e semplici diverse anime musicali di New York, riscontrabili in esenti da pogo violento, fateci un salto.] questo album prevalentemente acustico: blues, jazz, Garanzia, unica condizione e collante necessario perché questi fattori dessero il risultato sperato fu però Quincy Jones, che, allevato e istruito alla Motown, era il produttore migliore che il giovane Jackson potesse trovare. Unico neo: Thriller, assurdamente, non ebbe mai un tour live che gli rendesse giustizia. Michael incoerentemente con le sue manie di protagonismo, scelse di partecipare al Victory tour con il gruppo dei fratelli, i Jacksons, accontentandosi di alcuni minuti che gli riservarono per la presentazione dei suoi brani solisti. La longevità del primato del disco “commercialmente perfetto” dimostra però che Thriller fu più che un mero tentativo di record : è un prodotto di qualità unico, è un caso eccezionale di consenso comune a pubblico e critica che manterrebbe la sua straordinarietà anche se in futuro il disco dovesse perdere il titolo. Senza contare che il tentativo di ripetersi da parte di Jackson, pur rivelandosi vano, generò “Bad”, un album reso ancor più unico da nomi come Stevie Wonder e tracce come la celeberrima “Smooth Criminal”. U Soko Keira no dei casi più famosi di successo, acquistato in Internet, è quello della giovane parigina Soko, al secolo Stephanie Sokolinski, franco-polacca di Bordeaux, già conosciuta in patria come attrice. Lo scorso anno, tuttavia, ha deciso di postare su MySpace una canzoncina molto orecchiabile ed “home-made”, registrata in camera con il cellulare e grazie all’accompagnamento della chitarra del fratello. Ma grazie ai tremila contatti raggiunti in pochi mesi e alla proposta di Stella McCartney di usare il motivetto come “theme” della serata di apertura della settimana della moda parigina, la star si è data alla registrazione del suo primo cd online “Soko not Sokute”, naturalmente con un budget lowcost. Come insegna la brava star della musica parigina Internet sta giocando in questi giorni un ruolo fondamentale nella diffusione della musica dei gruppi emergenti e non. Scatti da Matti anomal A O nd10 IV ginnasio! Anno II - Numero3 [email protected] Gennaio 2009 www.ondanomalapilo.com O A ndanomal 11 Scatti da Matti Take it easy! Redazione Elisabetta Raggio III D (direttrice) Chiara Antoniucci Chiara Borrelli III A Giorgia Fanari III F anomal A O nd12 Anno II - Numero3 [email protected] Si ringraziano i collaboratori di questo numero: Ilaria Assenza (II D), Luca Davoli (VA), Keira, Cecilia Lugi (V B), Sara Manini (III A), Prof. Andrea Monda, Flavia Tiburzi (V B), Valeria Tiburzi (IV C), Alessandro Varvaressos (III F) Lorenzo Raffio I C (sito web) Armando Pitocco II F (impaginazione) La Posta Ciao CHIARA! Anche se hai cambiato scuola, non ti scordar di noi! Un grande abbraccio e tanti auguri di buona fortuna dalla redazione di OndanomalA Peddy, Peddy ogni mattina entro in II ora Solo per incrociare il tuo sguardo ancora Ogni permesso che mi hai strappato È stato un attimo donato All’ossessività del mio amore, Alla passionalità del tuo rancore… Chiedo solo un’opportunità Non tenga conto della mia età! Adriano III F non so resisterti! *** Per il ragazzo moro del I D: gli sguardi che mi lanci mi bruciano dentro… *** Lucilla mi lasci senza parole *** La vita è la continua meraviglia di esistere insieme a te… E ora che sei diventato grande, ti amo ancora un po’ di più! *** Saraaaaa svegliati è primavera! Ma no, è inverno… *** Ormai tutti i prof. In bicicletta… C’è chi se la monta addirittura! *** Bella moretta del IV D, so che hai capito chi sono, vieni ad incontrarmi alla macchinetta ogni giorno alle 1 2.1 5… Ti aspetterò! *** Alzi la mano chi vorrebbe tappare la bocca ad Armando! *** Grazie Giulia per sopportare tutti i giorni una compagna di banco inopportuna e casinara come me!!! Betta *** Gaia, Che Sarà, Sarà whatever will be, will be!!! *** Un saluto a Gigi, che mi chiede sempre del giornale e mi chiama giornalista! Claire *** Complimenti al PIACIONE della C! Finalmente una sei riuscito a mantenertel a...magari potevi scegliertela meno analfabeta! *** Non riesco più a salutarti! Mi dispiace, non odiarmi. *** "Davide onesto, Davide probo, tralallalatralallalaleru, si innamorò perdutamente d'una che non lo amava niente!" Si consiglia al suddetto di aprire gli occhi e di ascoltare La Ballata dell'Amore Cieco di De Andrè per non fare la fine di quello della canzone. *** Shakespeare diceva: "Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono solo degli attori". E aveva ragione...persephone*** ti prego dì addio alla vibrazione...la mia pazienza ha un limite *** continua, a distanza di mesi, a sognare riccioli perfetti... *** D’Artagnan sei proprio carino, sai? *** Ragazza del III E avvistata in platino, moro, e rosso...A quando il rosa confetto? *** A Marco del II E: ma anche nei momenti...porti gli occhiali??? *** Grazie a Hegel capisco perché tra noi non avrebbe mai funzionato! *** A Valerio del III E: sei proprio VIRILE!!!E...potente!!! *** "Will I wait a lonely lifetime? If you want me to-I will"BEATLESINE(VB) *** Monda sei er più simpatico, er prof migliore!Un mito!!!Alunno 4A *** Giuseppe IIB SEI IL NOSTRO IDOLO! Le tue ammiratrici (C&G) VB *** X la ragazza bionda del I F, 6 la + bella di tutte *** A Daniele del I F sei il mio sole quando ti vedo mi illumino d'immenso. Anonima 93 *** Avvistato M. minacciare delle giovani giornaliste. Ma sapete chi non si ferma mai? Gossip Girl XOXO *** Nel liceo C c'è uno zoo: Vipera, Cavallo, Orso, Pecora...Ci mettiamo anche un Nano? *** Eddy o come te chiami ritirati!!! *** Non sporcate la cassetta di OndAnomala! Grazie. *** Senza Mama niente di tutto ciò sarebbe stato possibile!!Grazie infinite!! Il ciclo "I dischi che hanno fatto la storia della musica" continua, ma vi passa il testi- mone. Scegliete un album che secondo il vostro parere ha cambiato la storia della musica contemporanea, scrivete la sua storia, arricchendola di aneddoti e particolarità che giustifichino la vostra scelta, e mandatecela via email ( [email protected]) oppure infilandola in una cassetta blu in centrale o succursale.I migliori articoli verranno pubblicati sui prossimi numeri! La redazione si scusa con la professoressa Coppini e con i lettori per un errore di stampa del numero di dicembre. Nell'intervista doppia "Sommella-Coppini", il proverbio della prof.ssa Coppini era "In Cauda Veneno" (e non "in causa veneno"), in riferimento al veleno nella coda dello scorpione. Ci scusiamo ancora