Schema sintetico della sessione: Per me Capo
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Schema sintetico della sessione: Per me Capo
Schema sintetico della sessione: Lancio: 1. 2. 3. 4. Gioco del Rischiatutto Per me Capo catechista ed educatore alla fede Il contenuto: Gesù Cristo Un metodo: esperienza – simbolo – concetto Uno strumento: Il Sentiero Fede Per me Capo catechista… I primi chiamati a camminare sul sentiero della fede sono tutti i Capi e gli AE dell’Agesci, nel loro ruolo di educatori alla fede, a servizio della crescita di tutti i ragazzi. Fondamentale è la relazione tra ogni ragazzo e il suo capo: questo è un grande veicolo di messaggi per la vita. Sul sentiero di Dio, spesso i piccoli ci precedono, ci tracciano il cammino, a loro dobbiamo assomigliare per entrare nel Regno di Dio. Per i nostri ragazzi noi siamo testimoni “qualificati” e punti di riferimento “sicuri”. È attraverso l’ascolto della Parola che entriamo nella dinamica della fede: Ora, come potranno invocarlo, senza aver prima creduto in Lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, senza uno che lo annunci? E come potranno annunciarlo, senza prima essere inviati? Come sta scritto: quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene- Rm 10,14-15 1 Il contenuto Il centro vivo della fede è Gesù Cristo. Solo per mezzo di Lui gli uomini possono salvarsi, da Lui ricevono il fondamento e la sintesi di ogni verità, in Lui trovano la chiave, il centro e il fine dell’uomo e di tutta la storia umana. Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue… il lieto annuncio di ogni catechesi è Gesù”. RdC 56-57 “Scegliendo Gesù come centro vivo, la catechesi non intende proporre un nucleo essenziale di verità da credere; ma intende soprattutto far accogliere Lui, la sua persona vivente. Il Vangelo, la buona notizia è Gesù. Quando un messaggio viene dalla persona e la persona consacra ad esso la vita, gli uomini del nostro tempo sono disposti a farlo proprio e a dargli testimonianza. La via è quella seguita dalla Chiesa fin dai primi tempi: predicare la persona di Gesù Cristo, Lui che è sempre presente e sempre lo stesso, ieri, oggi e sempre”. RdC 58 “Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo. In una parola, nutrire e guidare la mentalità di fede: questa è la missione fondamentale di chi fa catechesi a nome della Chiesa”. RdC 38 La fede è: - dono gratuito di Dio; - riconoscere ciò che Dio fa per noi; - fidarsi e affidarsi a Dio e al suo progetto; - comunione di vita con Dio - decisione radicale e fondamentale dell’uomo. - …che si incarna oggi in una esperienza di comunione e di Chiesa. Dunque, educare alla fede sarà “inventarsi” una pedagogia capace di accompagnare bambini, ragazzi, giovani a un atto così decisivo per la loro vita. Un metodo Un itinerario di catechesi dovrà sempre tener presenti i diversi modi attraverso cui la fede si esprime, per evitare che rimanga qualcosa di insignificante nella vita dei capi e dei ragazzi: la preghiera, la celebrazione liturgica, le scelte morali, l’esperienza comunitaria, l’impegno nel dono di sé… Sono questi i linguaggi tipici dell’esperienza religiosa ed ecclesiale, ed è parlando questi linguaggi che si fa catechesi. La rivelazione di Dio si snoda lungo il tempo come un grande racconto, dove il protagonista si fa sempre più vicino a colui che ascolta, fino ad incontrarlo realmente e a salvarlo. La Bibbia ci trasmette questo racconto della grandi cose che Dio ha fatto per noi e ci impegna a raccontare ancora: non una storia di altri tempi, ma la grande storia che racchiude il senso ultimo della nostra vita e la risposta alle domande di ogni uomo. 2 Esperienza, simbolo, concetto Uso di segni e simboli Attraverso questi l’uomo riesce a dare senso alle cose. Anche le lettere dell’alfabeto sono dei segni: ad essi associamo un particolare suono della voce e quando li uniamo nelle loro possibili combinazioni possiamo trasmettere concetti, sentimenti, emozioni. È lo stupendo gioco della lingua parlata di cui siamo gli unici possessori nel creato. Non tutti i segni e le loro combinazioni, danno un senso alle cose e anche quando lo danno, non lo fanno sempre nello stesso modo. Anagrammando le lettere R,M,O,A possiamo avere diverse combinazioni: ROMA, RAMO, ORMA, MORA, OMAR combinazioni che ci richiamano qualcosa in mente, immagini ben precise, eppure con significati diversi per ciascuno. La parola ROMA richiama un immagine che sarà diversa per ognuna di noi. Altre combinazioni tipo MRAO, RMAO, saranno insignificanti. Segno: è un oggetto, un suono, un gesto a cui l’uomo attribuisce un significato. Ad esempio i cartelli stradali, la bandiera nera con il teschio (pirati). Il segno non ha bisogno di essere interpretato; deve essere chiaro. Si ha esclusivamente una visione oggettiva (uguale per tutti). - l’oggetto a me caro…: significato per me e significato per gli altri Simbolo: dal greco συν-βαλλειω (SYN-BALLEIN) significa riunire o combaciare. Il simbolo è qualcosa che unisce assieme due parti altrimenti separate. Nell’antichità il symbolon era un oggetto (un coccio, una moneta, un sigillo,…) che, diviso in due parti, veniva consegnato a due diverse persone con lo scopo di permettere di riconoscersi ricongiungendolo. Il suo contrario è separare=ςια- βαλλειω (DYA-BALLEIN) ed è all’origine del termine diavolo. Alcuni esempi di simboli usati nell’antichità sono: 3 (triangolo) = perfezione celeste 4 (quadrato) = perfezione terrestre 7 (3 + 4 ) o 12 (3 X 4) = perfezione assoluta (Dio). Es. nella bibbia: 12 tribù di Israele-12 Apostoli 10 (dita delle mani) = totalità 70 (7 X 10) = totalità della perfezione/// 70 volte 7 in sovrabbondanza 144.000 (12 X 12 x 1.000) = salvati dell’Apocalisse Una moltitudine perfetta (Al tempo è un numero che esprime una grossa quantità) 6 (7 – 1) = imperfezione assoluta = diavolo/satana 11 (12 – 1) 3 Il simbolo deve essere qualcosa di concreto, di palpabile, di gustabile, ma soprattutto qualcosa che abbia la forza di richiamare “al di là di sé” un significato che rimanda non solo all’oggetto rappresentato, ma anche e soprattutto ad una situazione, ad un sentimento o a un valore. Mentre il segno rinvia al significato in modo diretto, il simbolo rinvia a qualcosa di non direttamente accessibile. Il simbolo si lega con ciò che si vuole significare, stabilendo legami con il significato e con l’esperienza (il Credo è detto Simbolo di Fede). Ciò che dà un significato ad un oggetto è l’esperienza soggettiva nella quale l’oggetto stesso è inserito. Il simbolo, quindi, diventa tale solo dopo una esperienza. Ma solo chi è a conoscenza del contesto in cui il simbolo si è creato può passare da una visione oggettiva ad una soggettiva. Il capo scout, l’educatore e il catechista è chiamato a collegare ogni esperienza al suo significato, per mostrare l’insegnamento che essa può offrire, per passare dall’esperienza al concetto, proprio attraverso il simbolo. Ecco che il simbolo è qualcosa che unisce assieme due parti che altrimenti rimarrebbero separate: esperienza e concetto. Il simbolo è un collegamento non solo concettuale, ma vitale: tutte le volte che ripropongo un simbolo, ripropongo l’esperienza emotiva che a quel simbolo è legata. L’esperienza È un momento di vita (gioco, camminata, buona azione, attività manuale…) che coinvolge direttamente in prima persona i ragazzi. Perché un’esperienza diventi strumento di crescita, bisogna che sia vissuta attivamente: che sia cioè occasione di riflessione e rielaborazione personale. Il capo è colui che fa vivere l’esperienza. La sua coerenza e la sua testimonianza diventano fondamentali affinché l’esperienza sia significativa e arrivi al cuore dei ragazzi. È importante che le esperienze siano occasionate e non occasionali, cioè inserite in un programma e rimandate ad un valore ben preciso che si vuole trasmettere. Un’esperienza “buttata lì” non comunica niente. Con le parole si può raccontare l’esperienza vissuta e descrivere cosa essa ha significato in termini di sentimenti ed emozioni, ma con le sole parole non si può far vivere la stessa esperienza a chi ascolta. Il significato, il concetto Con il termine “concetto” vogliamo dare un nome e un valore all’esperienza fatta, comprendere il messaggio che l’esperienza vuole trasmettere, comprenderne il significato. Il simbolo senza spiegarlo perde il suo significato; l’esperienza senza contestualizzarla non viene capita. Quando parliamo di concetto intendiamo proprio il comprendere. È organizzare in parole l’esperienza che si è vissuta e renderla così universale, proprio per averla sintetizzata in un simbolo. Questa è stata anche la pedagogia di Gesù nell’istituire il sacramento dell’Eucaristia: - partire da un’esperienza reale, da qualcosa di vissuto; - universalizzare questa esperienza in un simbolo (pane, vino); - rendere esplicito il significato nascosto nel simbolo. 4 La Catechesi con i ragazzi Nella catechesi con i ragazzi 3 sono i passi fondamentali che bisogna tener conto e preparare per essere sicuri di lasciare una traccia in loro: T e o l o g i c o Esperienza Simbolo Concetto P e d a g o g i c o Questa triplice dinamica è la via normale per comunicare i contenuti della fede: - partire da una esperienza reale, da qualcosa di vissuto a livello di sensazione e di emozione fisica; - universalizzare quest’esperienza in un simbolo, ovvero qualcosa di concreto; - rendere esplicito il significato nascosto nel simbolo. Quando lo staff progetta la sua attività deve partire sempre dal concetto che vuole trasmettere, sintetizzarlo nel simbolo e poi pensare un’esperienza da far vivere (senso teologico). Invece, quando proponiamo l’attività ai ragazzi bisogna fare esattamente il cammino inverso: si parte dal vivere l’esperienza, che verrà riassunta nel simbolo ed infine resa esplicita con il concetto che volevamo comunicare (senso pedagogico). Uno strumento: il Sentiero Fede Il nostro “Sentiero Fede” nasce dal PUC (Progetto Unitario di Catechesi) edito nel 1983 come risposta al Rinnovamento della Catechesi (1970) e al fecondo incontro tra scoutismo e fede in Italia. Il PUC è formato di una prima parte, che possiamo chiamare “fondativa” e da una seconda parte dove si tratteggia a volte con fatica un itinerario di catechesi. Gia dagli inizi del 90 si percepiva però che il PUC era sempre meno conosciuto ed utilizzato dai capi in servizio educativo e si diffondevano itinerari ed esperienze di catechesi spesso ingenue e con scarso valore di fede. Tra il 1997 e il 2000 vede dunque la luce il Sentiero fede, pensato e realizzato “dall’interno del PUC”di cui conserva gli obiettivi e le pagine più significative, mentre notiamo anche importanti novità. Cominciamo da uno sguardo esterno per entrare progressivamente nel cuore di questa proposta: La copertina: dalle dita della creazione di Adamo all’icona di San Giorgio… Il titolo: da un’espressione tecnica ineccepibile a una formula evocativa, ma non riducibile a sigla. Sentiero, perché questo è il mondo degli scouts, fede, perché questo è il dono in esso da scoprire e vivere. 5 • La struttura: da un unico volume in due parti (quella teorica più vasta di quella pratica) a due raccoglitori (un agile volumetto di orientamenti, un sussidio di strumenti, 44 fascicoli di schede per il “laboratorio della fede”). • L’indice del progetto: se il PUC partiva dalla teologia dell’iniziazione cristiana, il Sentiero fede sceglie l’approccio induttivo, a partire dallo spirito scout e dall’annuncio del Vangelo. Quali riflessioni e scelte hanno guidato l’èquipe che ha curato il passaggio dal PUC al Sentiero fede? Davanti al non facile impatto delle prime pagine del PUC su tanti capi, in Co.Ca. e staff sempre più spesso prive della presenza competente dell’AE, non si è pensato semplicemente di “indorare la pillola” (nella banale considerazione che, cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia!), ma di rispettare maggiormente la storia viva dello scautismo cattolico e di come lo incarnano i giovani di oggi. La logica stessa di Dio che si rivela, nella natura e nella storia, lo conferma: come il Risorto che si fa viandante verso Emmaus al fianco dell’umanità desolata, così il Vangelo è benvenuto nelle esperienze umane che fanno lo scautismo, quando è recepito come il grande gioco della vita. Così lo riassume una singolare formuletta, quella delle “4 ESSE”: Scouting → Stile scout → Spirito scout → Spiritualità scout Recependo il dibattito nella Chiesa di fine e inizio millennio, nuove parole-chiave ricevono attenzione nel Sentiero fede, per proporsi alla vita dei nostri gruppi: riscoprire l’urgenza dell’evangelizzazione per rispondere al bisogno di spiritualità. Occorrono educatori che, con la maestria dello spirito e del metodo scout (inscindibili!), si mettano per primi in ascolto della Parola di Dio nella Chiesa, per raccontarla con credibilità e vero fascino alle nuove generazioni. Il “meglio” del PUC, dunque, non è in archivio ma sta nel Sentiero fede, in forma che ci auguriamo sia risultata anche più snella e leggibile, a sostenere un “laboratorio della fede” cui generalmente i capi mettono mano spinti più dalle necessità contingenti che da ponderate progettualità. La scelta delle schede e della loro impostazione è, così, il frutto di una non facile discussione. Da tempo, l’Agesci ha demandato alle singole Comunità Capi il compito di progettare gli specifici itinerari educativi, il che esclude in partenza l’ipotesi di pubblicare itinerari catechistici “nazionali”, magari ricchi di spunti pratici facilmente applicabili, le famose “ricette”. Ma siamo anche convinti che la formazione dei capi come educatori alla fede non passa attraverso elevate proposte teologiche da “addetti ai lavori”, pur esigendo da parte di tutti un graduale sforzo di alfabetizzazione e soprattutto un impegno spirituale personale. 6 Mettendoci nei panni di una Co.Ca. o di uno staff di unità, generalmente alle prese con un obiettivo educativo o con un tema da tradurre in attività per i ragazzi, abbiamo raccontato delle attività-esca, ci siamo inoltrati in una riflessione sui contenuti e sui metodi, aprendo un possibile mercato delle idee. Ogni scheda è scandita da queste tre tappe, affiancate da domande che vogliono sollecitare il lettore, singolo o in èquipe, a reagire man mano, diventando protagonista del suo percorso di autoformazione, nella linea dell’”imparare facendo” con opportuni rimandi alla Parola di Dio, al Progetto, ai catechismi CEI, ai sussidi disponibili. Scorrendo l’indice delle 44 schede, stampate in tre colori diversi, si può imparare a distinguere e collegare i tre ingredienti che non devono mai mancare per una catechesi incarnata nella vita: 1) l’esperienza umana ed educativa; 2) il linguaggio scout; 3) lo specifico dell’esperienza cristiana, Entrando da ciascuna di queste porte, si può accedere a un dialogo fecondo tra Vangelo, scautismo e vita. Nel Sentiero e nel laboratorio della fede… Accoglienza Affettività Amicizia Attesa Carità Corpo Essenzialità Famiglia Festa Fratellanza Pace Politica Responsabilità Riconciliazione Sofferenza Speranza Vita Avventura Campo Gioco Impresa Legge Natura Partenza Passaggi Promessa Servizio Strada Uscita Bibbia Chiesa Dio Fede Maria Messia Natale Pasqua Preghiera Regno Religioni Sacramenti Santi Spirito Santo Vocazione Certo, qui sta il bello… e anche il difficile del Sentiero fede: scegliere non la scheda, ma le schede giuste al momento giusto… e questo va proposto, insegnato, sostenuto e verificato, magari in zona, cominciando dal servizio dell’AE tra i capigruppo, perché siano a loro volta capaci di animare la formazione permanente e la progettazione in Co.Ca. (aiuti ulteriori sono esemplificati nel fascicolo degli Strumenti). 7 Come la vita scout diventa annuncio e spiritualità cristiana Dovremmo riappropriarci del vocabolario integrale dell’esperienza educativa e spirituale, a partire ciò che concretamente i ragazzi vivono. Scorriamo le suggestioni proposte dal seguente raffronto, aperto a correzioni ed integrazioni: La vita… ridere lottare mangiare muoversi guardare aiutare relazionarsi cercare parlare prevedere, prevenire udire, sentire praticare scout… sorridere e cantare crescere condividere camminare osservare servire fare amicizia scoprire esprimere essere ottimisti ascoltare vivere la legge annuncia… gioire santificarsi celebrare seguire contemplare amare fare comunione ricevere lodare sperare accogliere, incarnare testimoniare 8