Come le statine, il bergamotto riduce il colesterolo. Il limone è ricco

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Come le statine, il bergamotto riduce il colesterolo. Il limone è ricco
AGRICOLTURA OGGI
PAOLO INGLESE
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AGRUMI: SCUDO
CONTRO IL MALE
Come le statine, il bergamotto riduce il colesterolo. Il limone
è ricco di antiossidanti capaci di contrastare la formazione
di neoplasie. Impacchi con succo d’agrume diluito aiutano
a liberare il viso dai punti neri. Da bere o mangiare, i Citrus
illuminano l’inverno coi caldi colori del sole.
Paolo Inglese
“
andaluse di Cordoba e Sevilla perdetevi nel giardino
della Mesquita, con i loro gloriosi aranci amari; per
non parlare dei jardini di Sorrento dove il profumo
“accussì fino” della zagara di arancio che “dinto ‘o
core se ne va”. Per non parlare dell’olio di bergamotto,
re degli oli essenziali, che ha in se la forza, la grazia e il
calore della Calabria ionica, capace di creare profumi
e thè unici celebrati in tutto il mondo. Ed è, infatti,
dovunque nel mondo che questi frutti straordinari, i
Citrus, sono celebrati da sempre e a volte, come nel
caso dell’uso dei frutti del Cedro, il biblico ‘albero
più bello’, per la festa del Sukkoth, sono addirittura
protagonisti di millenarie celebrazioni religiose. Gli
agrumi, i limoni, le arance, i pompelmi, i mandarini,
presenza costante e inevitabile nelle case di chi abita
il Mediterraneo e ambizione di chi, comprando una
pianta ornamentale di agrumi, prodotta dalle mani
esperte dei vivai italiani, cerca di dar colore e profumo
ai freddi inverni del nord Europa.
Ma c’è proprio un Paese dove gli aranci
crescono in piena terra? Chiedevo alla zia”
ed avendo spiegato la zia Elisabeth che c’era
questo Paese e si chiamava Italia, “che paese
di delizie, pensavo”, così concludeva Henry
Brulard, alias Stendhal, nel suo celebre romanzo
postumo. È ancora Stendhal a scrivere: “Bisogna
sapere che il maggior lusso della città erano sessanta
o ottanta piante d’arancio in cassette… all’avvicinarsi
dell’estate, questi aranci venivano collocati in
pompa magna nei pressi dello splendido viale degli
ippocastani”. Prima e dopo di lui, ieri, oggi e domani,
artisti, poeti, letterati, per non parlare di agronomi e
chef, tutti dunque celebriamo con gli agrumi l’arrivo
dell’autunno e ci apprestiamo a colorare il grigio
inverno con l’arancio brillante delle arance e dei
mandarini.
O’ RE DEL SUD
I giardini di agrumi, simbolo della voluttà
dell’agricoltura mediterranea, cantata dai poeti
arabi alla corte dei Re di Sicilia, luogo mitico dove,
per dirla come Pasolini “non è mica una chiacchiera
che qui profumano zagare e limoni, liquirizia e
papiri”. Andate a Palermo, dove limoni e mandarini
fioriscono, coraggiosi reduci del sacco che ha fatto
scempio della Conca D’oro; affacciatevi sulle strade
BELLEZZA E SALUTE
La spremuta d’arancia, ricordo delle premure di una
nonna o di una madre, di fronte alle prime febbri
influenzali: “Bevila che ti fa bene, è ricca di vitamina
C”, chi può dire di non aver sentito quest’antica
raccomandazione? Perché gli agrumi sono produttori
di bellezza e di salute. Di bellezza, spesso unica, del
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dalle coste atlantiche di Bahia, in Brasile, fino a quelle
pacifiche di Riverside, in California, per conquistare,
da li, tutto il mondo. Un’arancio incredibile, con frutti
senza semi, quindi, apparentemente senza progenie,
ma che la natura, grazie al susseguirsi costante di
mutazioni spontanee, ha reso ‘madre’ di altre varietà
Naveline, Navelate, Lane Late, Cara Cara, diffuse
negli aranceti di tutto il mondo. I clementine, che
hanno trovato casa lungo la costa ionica che dalla
Calabria sale in Basilicata, fino al Golfo di Taranto,
iniziano la loro storia in Africa, in Algeria, dove frate
Clemente, nel 1902, scoprì, per primo quella pianta
capace di far frutti, ibrido di mandarino Avana e
arancio amaro ‘Granito’. E il mandarino, coltivato
da sempre lungo le pendici Himalayane, si diffonde
in Europa grazie all’Orto Botanico di Palermo, cui
erano pervenute da Malta, probabilmente dai Kew
Garden Londinesi. Siamo nei primi decenni del XIX
secolo e i mandarini conquistano la Conca d’Oro, la
Piana dei Colli palermitana e i mercati europei.
paesaggio sia esso rurale che urbano; un esempio per
tutti? Il Giardino pantesco. È infatti a Pantelleria che
troviamo quella che è una celebrazione dell’albero,
un giardino che ricorda quello mitico mesopotamico
chiuso da un recinto, con un solo albero al suo interno.
Un agrume, molto spesso un limone, recintato da
un muro di pietra lavica circolare che lo circonda
interamente, assicurandogli protezione e frescura,
anche in estate. Di salute, grazie non solo alla vitamina
C, ma anche agli antociani che fanno dei Tarocchi
siciliani uno scrigno di sapori, di colori, di profumi
e di salute. E sono proprio le loro caratteristiche
nutraceutiche ad averne fatto instancabili navigatori e
viaggiatori; il limone, per esempio, fedele compagno di
interminabili traversate oceaniche e unica barriera per
lo scorbuto. Le arance, che in Italia, ma anche nei paesi
arabi e in Turchia diventano ‘portualle’ o ‘portukal’,
a segnare un’origine, un punto di transito. Ma anche
‘Brasiliane’, come i Washington Navel DOP di Ribera,
enclave di aranceti, figli di una varietà che viaggiò
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AGRUMI TUTTO L’ANNO
Da allora, la ricerca scientifica ha consentito una
continua e progressiva innovazione varietale,
tanto che, oggi, possiamo mangiare mandarini
e clementine, di diverse varietà, da ottobre ad
aprile; arance ombelicate (Navel) da novembre a
maggio; arance bionde, anche in estate; e arance
rosse, le regine del frutto siciliano, da dicembre a
maggio. Sembrerebbe, e forse dovrebbe essere, un
quadro idilliaco, e invece, l’agrumicoltura italiana
ha battaglie difficili da dover vincere, nonostante
l’eccellenza del suo prodotto. Innanzitutto, una
battaglia contro una sua propria cultura, che, in
qualche modo, riflette alcuni dei problemi più
tipici del Sud Italia, dalla carenza di servizi, alle
difficoltà infrastrutturali, alla ancestrale incapacità
di fare squadra, massa critica e fronte comune per
affrontare le sfide di mercati ormai planetari. Ma è la
crescita dei Paesi nordafricani, dell’Argentina, per il
limone, e la forza della rivale di sempre, la Spagna, a
creare scompensi di mercato e crisi che rischiano di
divenire strutturali. Di qui, la necessità di una sempre
più forte sinergia agroindustriale, di una politica di
mercato attenta, alle richieste dei nuovi buyers dei
diversi canali di commercializzazione, e aggressiva,
di una costante selezione di qualità e, non ultimo, di
una comunicazione capace.
QUALITÀ E SUCCESSO
Tre sono le arance valorizzate e dal marchio
comunitario: due in Sicilia, Arancia Rossa di
Sicilia IGP, Arancia di Ribera DOP, una in
Puglia, Arancia Bionda del Gargano IGP;
due i clementine: Clementine di Calabria
esportatore. È nella qualità che va trovata la chiave
del successo e, per l’Italia qualità significa mettere
insieme storia, innovazione, paesaggio, cultura
alimentare e straordinarie caratteristiche varietali
di molti dei suoi agrumi più significativi.
e Clementine del golfo di Taranto IGP;
sei sono le produzioni di limone IGP, dalla
Campania, Limone costa d’Amalfi e Limone
di Sorrento; alla Puglia, Limone Femminello
del Gargano; alla Calabria, Limone di Rocca
Imperiale; alla Sicilia, Limone di Siracusa,
Limone Interdonato; e, infine, il Bergamotto
di Calabria DOP. Un grande sforzo politico
che deve divenire realtà commerciale importante,
perché l’Italia, con il 3,5% della produzione
mondiale di agrumi, ha un saldo negativo in
termini di import/export di agrumi e ha perso da
tempo, a favore della Spagna il suo primato di paese
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Paolo Inglese
Professor of Horticulture
President of the Italian Society for
Horticultural Science
Dipartimento DEMETRA
Università degli Studi di Palermo