Il Resto del Carlino Morto dopo un colpo di calore Il medico legale

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Il Resto del Carlino Morto dopo un colpo di calore Il medico legale
6 luglio 2016
Il Resto del Carlino
Morto dopo un colpo di calore Il medico legale: «Fu una concausa»
QUASI tre mesi di coma, in una stanza della Rianimazione del Sant’Anna, senza mai
aprire gli occhi dopo il ricovero d’urgenza per un colpo di calore. Fino al decesso,
avvenuto il 18 ottobre per shock settico dovuto a una grave infezione. Una morte sospetta,
quella di Paride Capelli, 58 anni operatore ecologico originario di Cesena, sulla quale la
procura da mesi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo – quattro indagati: tre figure
apicali di Asp e Camelot e un medico del pronto soccorso, quest’ultimo solo per omissione
di referto – che oggi si arricchisce di un nuovo elemento, la relazione medico legale di
Donatella Fedeli, consulente del pm Barbara Cavallo. LA MORTE. Venticinque luglio, un
anno fa, parco urbano. Capelli sta svolgendo un tirocinio per l’inserimento lavorativo
gestito dal Centro servizi alla persona e dalla coop Camelot. Lavori di pulizia e
giardinaggio, come ogni giorno. Fa caldo e, secondo quanto emergerà, nessuna
protezione viene usata dal 58enne per coprirsi la testa. Il turno finisce, Capelli torna a casa
dalla compagna ma alla sera ha un crollo improvviso. L’ambulanza, chiamata dalla stessa
donna, lo trasporta d’urgenza a Cona dove vi arriva alle 23.30. Già in coma. E mentre il
medico del Ps lo indirizza immediatamente in Rianimazione, sarà la compagna a riferire al
personale del triage che il paziente era un operatore ecologico e che per tutto il giorno si
era dedicato alla pulizia del parco urbano. Passano le settimane, i mesi, le condizioni di
Capelli peggiorano fino al tragico epilogo. RELAZIONE. Secondo la ricostruzione che oggi
arriva dal consulente della procura, Capelli venne ricoverato per un colpo di calore: la
temperatura del suo corpo era di 42 gradi (la massima oltre la quale si muore), 180 di
tachicardia e 80-45 di pressione. Ma, sempre secondo il consulente, il colpo di calore
avrebbe avuto un ruolo concausale nel decesso e non esclusivo. All’ingresso al pronto
soccorso, il paziente venne visitato e sottoposto ad un esame al torace dove emerse «un
principio di ispessimento polmonare» cosa che potrebbe aver favorito l’evento letale. Una
condizione di salute non perfetta, dunque, sulla quale si sarebbe innestato il colpo di
calore fino alla morte, infine, per shock settico. Sulla base dei documenti analizzati, recita
ancora la relazione, però non sarebbe possibile ad oggi esprimere «alcun parere su
eventuali responsabilità di terzi». INDAGATI. Secondo le accuse, vertici e dirigenti di Asp
e Camelot non avrebbero «valutato i rischi correlati alla prolungata esposizione ai raggi
solari e alle conseguenze derivate». Tra gli indagati anche lo stesso medico del Sant’Anna
chiamato in causa per non aver trasmesso la pratica all’Inail una volta saputo che si
trattava di un infortunio sul lavoro, già la sera del 25 luglio.
La Nuova Ferrara
«Si apra una riflessione seria per migliorare la sanità»
CENTO Da tempo si sta curando e la Nuova del 4 luglio scorso ha pubblicato un suo
accorato appello al ministro della salute Beatrice Lorenzin. In quell’appello, Anna Sartirani,
conosciuta imprenditrice, titolare assieme al marito dell’agriturismo Le Pradine, a
Mirabello, nonché ex amministratrice pubblica comunale, prendendo spunto dalla sua
personale vicenda e da una pratica per cui attendeva risposta entro luglio (pratica peraltro
già accolta), ha fatto ingresso in territori che non riguardano soltanto la salute in senso
stretto, ma l’intera funzionalità della rete di servizi sanitari e i disagi, come lei stessa
sottolinea con forza, «di tutti i cittadini, non solo i miei». Ieri, nuovamente raggiunta al
telefono, la Sartirani ha confermato la sua intenzione di chiedere alle autorità preposte
(«assessore regionale, direttore sanitario dell’Asl di Ferrara e i sindaci») l’avvio di un
tavolo di confronto «concreto e propositivo che consenta - sono sempre parole della
Sartirani - di superare i tanti problemi che la sanità purtroppo ancora ha». I riferimenti
principali, i temi di maggior rilievo sono, per l’imprenditrice, «i tempi di attesa, le lungaggini
burocratiche, i diritti troppo spesso negati a chi invece, e mi riferisco a tutti i pazienti, è un
avente diritto a pieno titolo».
In funzione all’ospedale la risonanza magnetica
ARGENTA Da tempo si andava dicendo che all'ospedale di Argenta si sarebbe
incrementata la diagnostica con l'installazione della risonanza magnetica. Ebbene,
l'importante passo è stato fatto. Da quattro giorni la risonanza magnetica è in funzione e a
fruirne fra i primi è stato Gabriele Bonsi, un neo pensionato di Santa Maria Codifiume
meravigliatosi per l'accettazione nell'ospedale argentano per questo tipo di esame. Giova
ricordare che, l'importante apparecchiatura è stata smontata dall'ospedale del Delta e
portata appunto ad Argenta e in sua sostituzione, è stata installata una strumentazione
nuova di zecca e di ultima generazione.