Luca Montecchi Nel suono il senso, nel ritmo il significato
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Luca Montecchi Nel suono il senso, nel ritmo il significato
Luca Montecchi Nel suono il senso, nel ritmo il significato The Naming of Cats [What’s a Jellicle cat?] The Naming of Cats is a difficult matter, It isn’t just one of your holiday games; You may think at first I’m as mad as a hatter When I tell you, a cat must have THREE DIFFERENT NAMES. First of all, there’s the name that the family use daily, Such as Peter, Augustus, Alonzo or James, Such as Victor or Jonathan, George or Bill Bailey All of them sensible everyday names. There are fancier names if you think they sound sweeter, Some for the gentlemen, some for the dames: Such as Plato, Admetus, Electra, Demeter But all of them sensible everyday names. But I tell you, a cat needs a name that’s particular, A name that’s peculiar, and more dignified, Else how can he keep up his tail perpendicular, Or spread out his whiskers, or cherish his pride? Of names of this kind, I can give you a quorum, Such as Munkustrap, Quaxo, or Coricopat, Such as Bombalurina, or else Jellylorum Names that never belong to more than one cat. 1 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] But above and beyond there’s still one name left over, And that is the name that you never will guess; The name that no human research can discover But THE CAT HIMSELF KNOWS, and will never confess. When you notice a cat in profound meditation, The reason, I tell you, is always the same: His mind is engaged in a rapt contemplation Of the thought, of the thought, of the thought of his name: His ineffable effable Effanineffable Deep and inscrutable singular Name.1 Abbiamo appena ascoltato uno dei testi di poesia più riusciti del XX secolo e di ogni tempo, composto da colui che con ogni probabilità è il più grande poeta del secolo che ci sta alle spalle. E si tratta di un pezzo di un poemetto per bambini, protagonisti gatti d’ogni sorta. Eliot lo scrisse per i nipotini… pensando agli uomini fatti, per intendere la loro irriducibile, inconfondibile unicità così come voluta dal Creatore, in un momento dei più cupi della storia del Novecento: alla vigilia della II Guerra mondiale. Da oltre trent’anni, Old Possum’s Book of Practical Cats è universalmente noto per via del miracoloso musical, che altro non è se non il poemetto-libretto eliotiano, pressoché letterale, musicato dal geniale Andrew Lloyd Webber (che da bambino ne rimase incantato) e rimasto ininterrottamente sulle scene del West End e di Broadway per più di vent’anni. The Naming of Cats – che apre lo spettacolo – è l’unico dei numeri di scena a non esser cantato, bensì detto in coro da tutti i gatti e accompagnato da una melodia di fondo. 1 T.S. ELIOT, Old Possum’s Book of Practical Cats, 1939 www.youtube.com/watch?v=2W4a9P6ZQeU / www.youtube.com/watch?v=TXkLgtusza4 2 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] Qui troviamo il connubio – ripeto l’aggettivo – miracoloso del binomio oraziano, non dell’alternativa, ars/ingenium2: vale a dire, di tecnica e ispirazione (o intuizione o fantasia) insieme. Ci troviamo, occorre dire, in un singolare dominio della conoscenza, quello cioè della poesia, che s’incarica di parlare dell’essere – della terra, degli astri, della vita, delle cose, dell’uomo, dell’anima, del mistero – non secondo un qualsivoglia parametro mensurale e definitorio, bensì in chiave analogica, metaforica, allegorica. Detto in altra maniera, le immagini prodotte dalle parole sono segniche: hanno un proprio signi-ficato il cui senso è, non già altro da quel che possiedono (non ci troviamo nel territorio del simbolismo sfumato e arbitrario), però oltre, di là da esse. Per intenderci, rinvio direttamente alla Epistola a Can Grande della Scala nella quale Dante espone appunto i celebri quattro sensi delle Scritture, arditamente trasferiti dall’ermeneutica delle Scritture sacre al proprio poema – poema sacro / al quale ha posto mano e cielo e terra3. [Voglio precisare, comunque, che segniche sono le parole, le immagini, in quanto partecipano dei segni veri e proprii che sono i testi; diversamente, cadremmo in una visione semiotica alla Saussure (e di tutti i suoi seguaci strutturalisti), che vede nella lingua un système de signes che funziona per mere regole combinatorie e segnaletiche, alla stregua di ogni altro “sistema” semiotico]. E per parlare di quelle realtà – ché di realtà si tratta –, la poesia adopera il linguaggio umano ordinario sfruttandolo in tutte le sue potenzialità, dal grado minimo dei rumori e dei suoni disarticolati (livello “pregrammaticale”, direbbe Contini) fino a quello del lessico e della sintassi più raffinati – con tutta l’infinita scelta di varietà note e possibili che vi sta in mezzo. In questo senso, il “miglior fabbro” del parlar poetico del XX secolo, cui Eliot dedica The Waste Land, Ezra Pound, definisce la poesia “language charged with meaning at the utmost possible degree”. Del resto, lo stesso Pound, in ABC del leggere (da poco ripubblicato in italiano), dichiara che, se autentica, “literature is news that stays news”, e perciò, in quanto “notizia”, foriera di conoscenza e di 2 Cfr. HOR., Ars poet., 295-298: Ingenium misera quia fortunatius arte / credit et excludit sanos Helicone poetas / Democritus, bona pars non unguis ponere curat, / non barbam; secreta petit loca, balnea vitat. 3 Pd XXV, 1-2. 3 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] cambiamento, maturazione, della coscienza. Il che comporta, in sostanza, l’essere invitati a una conversione da una veduta superficiale, approssimativa, a un modo di guardare alla realtà di cui s’intravedano i legami e le distanze. Tale è il logos, il modo di ragionare, della poesia: come direbbe Eliot sulla scorta di Dante, “vedere le idee” ossia cogliere il senso, la verità, dei fatti e dei fenomeni. Già, ma come si fa a vedere le idee? I. Liberiàmoci di due immani pregiudizii, che gravano finanche nelle sedi inconsce del nostro io: 1. pregiudizio romantico: la poesia è tutta ispirazione, come un furor divino, una theia moira, che invade il genio possessore dei segreti divini della natura, da cui i comuni mortali restano esclusi. Al più, a essi è dato contemplare ammirati il miracolo del genio, e inchinarvisi; 2. pregiudizio illuministico-positivistico: la poesia è inutile e inservibile perché non procura conoscenza pratica, ed è però un ottimo condimento della vita, cui può offrire, a seconda dei gradi sociali o delle sensibilità, sollievo, consolazione, svago, stordimento. Sicché il poeta, il letterato, trova la sua giustificazione sociale quale funzionario (anche ben stipendiato) a servizio dell’industria culturale di massa. II. Non abbiamo paura e non stanchiàmoci di svolgere un lavoro professionale e un cammino interiore, un’ascesi al séguito di maestri che sappiano renderne testimonianza attraente. Dante, che per sua, e nostra, fortuna è vissuto assai tempo prima di assistere al divorzio tra arte e vita, tra letterato e pubblico, tra io e mondo, definisce altrimenti la natura della poesia4: “invenzione verbale espressa (composta) da arte retorica e musicale”. Dunque, ingenium et scientia insieme, dove la scientia è qui costituita da “retorica & musica”, ché nella congrua saldatura – l’oraziana e dantesca convenientia – di ciascuna di queste facoltà consiste la bellezza dell’opera, il piacere di gustarla, l’intelligenza di farla propria. 4 DANTE, de vulg. II, iv, 2: “recolimus nos eos qui vulgariter versificantur plerunque vocasse poetas: quod procul dubio rationabiliter eructare presumpsimus, quia prorsus poete sunt, si poesim recte consideremus, que nichil aliud est quam fictio rethorica *musicaque posita*”. 4 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] Allora, da lettori e da insegnanti, abbiamo il compito di educare a una lettura (evitiamo la sociologica “fruizione”…) dei testi che insegni a coglierne le forme e le tecniche – lessicali, grammaticali, stilistiche, metriche – con cui l’autore ha costruito e veicolato il significato o i possibili significati. Soprattutto, abbiamo il compito di favorire nel laboratorio della classe l’esperienza o, meglio, la comunicazione dell’esperienza quanto più forte dei testi, aiutando, da maestri competenti, a scoprire la prosodia, le sonorità, i ritmi, l’orizzonte musicale insomma, che va scoperto e conquistato con la recitazione e l’apprendimento mnemonico, par cœur, by heart, col ri-cordare. I termini sono quelli dell’azione drammatica, che comporta perciò il concorso del lettore, del pubblico, della voce intonata, della dizione curata, del gesto che dà corpo alla pagina scritta. Infatti, come dice Pound, il ritmo deve avere significato: o il significato passa attraverso il suono e il ritmo delle parole e della loro combinazione circolare (versus5), così da ottenere l’esperienza estetica del testo, oppure in classe non faremo che moraleggiare, attribuendo significati bene o male posticci, estranei alla forma del testo – e forma, in latino, vuol dire appunto “bellezza”. Con quale effetto educativo? Di scindere dualisticamente la cosiddetta “forma” dal cosiddetto “contenuto” (sempre che si riesca davvero in sì ardua impresa). Per questa via, non si dà certo esperienza di nuovo inizio, d’invenzione, di scoperta. E l’opera letteraria cessa di destare interesse o avere rilevanza. Per un discente – per ogni uomo che voglia imparare, mendicare, il senso –, io sono convinto sia importante, anzi, decisivo, in presenza di un testo poetico proposto fare ogni volta l’esperienza di stupore incantato, come del bimbo o del giovane innamorato, per inoltrarsi nella magia della parola, come autorevolmente afferma Pavel Florenskij. Non già come inganno, come fenomeno illusorio atto a sedurre l’altro, ad allontanarlo dalla presa sul reale; al contrario, per accogliere con semplicità di cuore il senso unitario, misterioso e stupefacente, dell’essere: “nella sua attività 5 Dal lat. vertere, “girare, voltare”, cioè compiere giri, come di danza, e in ciò è subito visibile l’origine o la consanguineità della poesia con la musica. Ricordo, poi, che perciò versus si distingue, geometricamente e ritmicamente, da prorsus, “in avanti”, da cui l’italiano prosa. 5 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] conoscitiva la parola guida lo spirito al di là dei confini della soggettività e lo mette in contatto col mondo che si trova oltre i nostri stati psichici”6. Personalmente, e con me quelli della mia generazione, ricordo ancora l’impressione sbalorditiva, quasi di rapimento, che ricevetti, che avevo appena nove anni, all’udire la voce arcana e profonda del vecchio Ungaretti che leggeva passi dell’Odissea, poco prima della messa in onda di ogni puntata della splendida riduzione televisiva del poema omerico. Lo stesso Ungaretti (un poeta che per altro non è fra i miei preferiti), nelle letture pronunciate dei suoi stessi componimenti, mostrava che nella costruzione delle sue poesie vi sono elementi sonori di primaria importanza, destando scalpore, all’epoca, come se di quelle poesie venissero allo scoperto risvolti (“spigoli” ama dire Ezio Raimondi) che il lettore non aveva percepito. Ma, appunto, per giungere a questi gradi di percezione, e dunque d’intellezione, ci vuole tempo, pazienza, e fiducia in un maestro che ne dia testimonianza e da cui ci si lasci educare. Rimettendoci quindi sulle tracce del grande poeta dantista di cui all’inizio ho presentato il pezzo di apertura del Libro dei Gatti – e del musical derivato –, a mo’ di provvisoria conclusione invito alla lettura, nonché alla degustazione del video correlato, del pezzo che chiude il Libro a cornice: The Ad-Dressing of Cats. La contemplazione dell’intimo mistero del nome – l’essenza –, dopo esser passati sulla scena del mondo in mezzo ai tipi umani più varii, culmina nell’accordo, nella pacifica armonia, delle amabili, affettuose, relazioni fra gli uomini riscattate dalla brutalità, dall’omologazione, dal nonsenso. Ma non è un happy end. Semmai, dirà Tom qualche anno più tardi, in my end is my beginning7, è un uomo che rinasce. 6 P. FLORENSKIJ, Il valore magico della parola, Medusa, Milano 2001, p. 21. Sull’energia sonora della parola, cfr. inoltre ibidem, pp. 58 s. 7 Il motto – En ma Fin gît mon Commencement – della tragica Maria Stuarda diventa il verso conclusivo di East Coker, V, il secondo dei Quattro Quartetti (1945). Sull’esempio della regina di Scozia, Eliot rovescia la desolazione del v. 1 – in my beginning is my end – nella formula detta, finalmente aperta alla speranza. 6 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] The Ad-Dressing of Cats You’ve heard of several kinds of cat And my opinion now is that You should need no interpreter to understand [their] our character You’ve learned enough to take the view That cats are very much like you You’ve seen us both at work and games And learnt about our proper names Our habits and our habitat But how would you AD-DRESS A CAT So first, your memory I’ll jog And say: A cat is not a dog So first, your memory I’ll jog And say: A cat is not a dog With cats, some say, one rule is true Don’t speak ’til you are spoken to Myself I do not hold with that I say, you should ad-dress a cat But always keep in mind that he resents familiarity You bow, and taking off your hat, ad-dress him in this form: “O Cat!” Before a cat will condescend To treat you as a trusted friend Some little token of esteem is needed, like a dish of cream And you might now and then supply Some caviar or Strassburg pie Some potted grouse or salmon paste He’s sure to have his personal taste 7 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected] And so in time you reach your aim And call him by his name A cat’s entitled to expect These evidences of respect So this is this and that is that And there’s how you ad-dress a cat 8 (twice)8 T.S. ELIOT, Old Possum’s Book of Practical Cats, 1939 http://www.youtube.com/watch?v=3lcnCd_Gyfc 8 Associazione Culturale Il Rischio Educativo Via Poerio, 14 – 20129 Milano tel. +39 02 36581227 fax +39 02 36581228 [email protected]