Dispensa - Macchina fotografica, Obiettivi, Esposizione

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Dispensa - Macchina fotografica, Obiettivi, Esposizione
C O RS O FOTOGR AFI CO DI BASE!
La macchina fotografica, gli obiettivi e l’esposizione
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Corso Fotografico di Base - La macchina fotografica, gli obiettivi e l’esposizione"
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C O RS O FOTOGR AFI CO DI BASE !
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Premessa
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1. Come è fatta una macchina fotografica
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1.a Cos’è una fotocamera
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1.b Fotocamera analogica e digitale
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1.c I Vantaggi delle Reflex
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1.d Scelta della fotocamera
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1.e Prepariamoci ad usare una fotocamera
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2. Gli obiettivi
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2.a Cosa sono
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2.b Lunghezza focale
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Lunghezza focale e angolo di campo
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Lunghezza focale e ingrandimento del soggetto
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Lunghezza focale e distanza dei piani
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Lunghezza focale e zona nitida
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2.c Luminosità
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2.d Altri tipi di obiettivi
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3. I materiali sensibili
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3.a Le pellicole
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3.b Pellicole Speciali
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3.c Il sensore digitale
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4. L’esposizione
4.a Cosa significa esporre una fotografia
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4.b Risultati ottenibili e Terminologia
5. La coppia tempo/diaframma
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5.a Perchè preoccuparci?
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5.b Generalità
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5.c Criteri di scelta
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5.d Criteri di scelta: Il tempo
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5.e Criteri di scelta: Il diaframma
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Premessa
Prima di addentraci nelle parti più tecniche, una precisazione:
Le nozioni che imparerete si possono applicare a qualsiasi tipo di apparecchio fotografico e vi permetteranno, lo speriamo, di sfruttare al meglio la vostra fotocamera.
Quasi sempre però, i termini di riferimento sono riferiti essenzialmente ad apparecchiatura di tipo
reflex, in quanto sono le sole che permettono il totale controllo su ogni fase del processo creativo
E’ inoltre importantissimo, per chi ne è in possesso, conoscere la propria macchina fotografica. Al
fine, è indispensabile leggere il manuale d’istruzione.
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1. Come è fatta una macchina fotografica
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1.a Cos’è una fotocamera
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La macchina fotografica è, sostanzialmente , una scatola a tenuta di luce con un foro sulla parte
frontale (obiettivo) e del materiale sensibile alla luce sul lato opposto (pellicola o sensore digitale).
La luce attraversa il foro e colpendo la superficie sensibile, forma una immagine capovolta a ridotta
di quanto si trova di fronte davanti alla scatola
L’obiettivo ha il compito di formare un’immagine nitida e luminosa; la pellicola o il sensore, quello
di registrarla.
A questo semplice schema si aggiungono poi altri elementi: un otturatore per dosare il tempo di ingresso della luce nella “scatola”, un diaframma per regolarne la quantità, un mirino per verificare
l’esattezza dell’inquadratura.
Ancora, possiamo avere un esposimetro che misura l’intensità della luce, un meccanismo per l’avanzamento della pellicola, batterie e sistemi elettronici, schede, per la memorizzazione delle immagini
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1.b Fotocamera analogica e digitale
Ancora oggi si fa un gran parlare di quanto siano diversi questi due mondo quando, in realtà, differenze vere nel fotografare non ce ne sono.
Vi sono differenze di costruzione e di gestione dell’immagine finale, ma poche, o nessuna, in fase di
creazione dell’immagine stessa.
Una fotocamera analogica usa la pellicola, ha una elevata risoluzione e permette ingrandimenti molto spinti. Dopo aver effettuato tutti gli scatti, una pellicola va generalmente portata al laboratorio
fotografico per lo sviluppo e per ritirarne le prime stampe. Nel caso del bianco e nero, sviluppo e
stampa possono essere effettuati all’interno di una camera oscura domestica. Le immagini analogiche possono comunque essere elaborate al computer importandole a mezzo di scanner.
Una fotocamera digitale memorizza le immagini su schede di memoria in forma di file digitali.
Questo vi permette di rivedere subito l’immagine realizzata ed eventualmente di rifarla o cancellarla. Per il successivo trattamento è necessario l’utilizzo di un computer e di software necessari allo
sviluppo del negativo digitale e al fotoritocco. Molto importante risulterà anche l’utilizzo di una
stampante di qualità fotografica, per realizzare in completa autonomia l’intero processo di gestione
di una immagine, senza ricorrere ai servizi di un laboratorio esterno.
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1.c I Vantaggi delle Reflex
I principali vantaggi di una reflex o una mirrorless rispetto ad una compatta economica, sono:
Certezza dell’inquadratura: non sempre ciò che vedo è ciò che ottengo
Dimensioni finali del soggetto: la possibilità di decidere la grandezza che avrà nella foto il soggetto,
in quanto non posso cambiare l’obiettivo
Resa del movimento: rendere un soggetto completamente fermo o completamente mosso sono appannaggio delle reflex
Profondità della zona nitida: decidere quanto di quello inquadrato deve essere perfettamente leggibile anche se su piani diversi
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1.d Scelta della fotocamera
La scelta di una fotocamera dipende essenzialmente da due parametri: l’uso che intendete farne e la
somma che potete investire.
Mentre il secondo punto è a vostra discrezione, sul primo posso accennare alcuni consigli.
Se amate la qualità a prezzi accessibili e il computer vi è particolarmente ostico, orientatevi su una
macchina a pellicola.
Se vi piace elaborare i vostri scatti e vi piace l’idea di scattare grandi quantità di immagini in qualsiasi momento e in qualsiasi condizione di luce, è decisamente più indicata una fotocamera digitale.
Se volete una macchina da portarvi sempre dietro è sicuramente più indicata una compatta
Ma se volete avere tutte le possibilità espressive, di obiettivi o di accessori, se volete essere veramente padroni della vostra immagine, non dovete avere esitazioni e acquistare una reflex o una delle moderne mirrorless.
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1.e Prepariamoci ad usare una fotocamera
Introdurre la pellicola nella fotocamera (solo con fotocamera analogica)
Impostare nella fotocamera la sensibilità della pellicola (nelle moderne fotocamere analogiche, tale
valore è automaticamente assunto tramite codice DX sul barilotto) o la sensibilità ISO a cui deve
lavorare il sensore di una fotocamera digitale.
Puntare la fotocamera sul soggetto, impugnandola correttamente.
Mettere a fuoco
Predisporre la fotocamera per far arrivare sulla pellicola l’esatta quantità di luce (l’esposizione)
Scattare.
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2. Gli obiettivi
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2.a Cosa sono
L’obiettivo è costituito da un insieme di lenti e viene inserito nella parte anteriore della macchina fotografica.
Il suo compito è quello di costruire un’immagine luminosa
del soggetto e di proiettarla sulla pellicola
La qualità di una fotografia, la sua nitidezza ed incisione,
dipende in larga misura da quella dell’obiettivo.
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2.b Lunghezza focale
La lunghezza focale (LF) si esprime in millimetri
Indica la distanza dal piano pellicola del punto, lungo
l’asse dell’obiettivo, in cui vengono concentrati i raggi
raccolti dall’obiettivo.
La LF classifica ogni tipologia di obiettivo.
Gli obiettivi si classificano in:
Normali: aventi lunghezza focale di circa 43mm (pari
alla diagonale del fotogramma)
Grandangolari:aventi LF minore di 43mm
Teleobiettivi:aventi LF superiore a 43mm
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Lunghezza focale e angolo di campo
E’così definito l’angolo sotto il quale l’obiettivo vede il
soggetto.
Normalmente viene riferito alla diagonale del formato
del fotogramma.
L’angolo di campo indica l’ampiezza della scena riprodotta
Ogni LF presenta delle caratteristiche per l’Angolo di Campo
•
Grandangolari:ampio angolo di ripresa, consente di inquadrare soggetti molto vasti
•
Normali: angolo di campo di circa 50°; come il nostro occhio
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•
Teleobiettivi: ridotto angolo di ripresa, perciò il soggetto appare ingrandito
Lunghezza focale e ingrandimento del soggetto
Ogni Lunghezza Focale presenta delle caratteristiche di ingrandimento della scena
Grandangolare:fornisce una immagine rimpicciolita del soggetto, lo allontana
Normale: fornisce una immagine molto vicina a quella dell’occhio umano
Teleobiettivo:fornisce una immagine ingrandita del soggetto, lo avvicina
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Lunghezza focale e distanza dei piani
Ogni Lunghezza Focale presenta delle caratteristiche di resa dei piani facenti parte l’inquadratura
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20mm
50 mm
100 mm
1.
Grandangolare:fornisce una dilatazione dei piani; essi appaiono più distanti della realtà
2.
Normale: fornisce una resa dei piani molto vicina a quella dell’occhio umano
3.
Teleobiettivo:fornisce una distanza dei piani compressa
Lunghezza focale e zona nitida
Ogni LF presenta delle caratteristiche per la Profondità di Campo
1.
Grandangolari:fornisce una immagine con una PF molto estesa
2.
Normali: forniscono una immagine con una PF molto vicina a quella dell’occhio umano
3.
Teleobiettivi:fornisce una immagine con una PF poco estesa
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2.c Luminosità
E’ il rapporto fra LF e diametro della lente frontale dell’obiettivo.
Indica la quantità di luce che l’obiettivo è in grado di raccogliere.
Più è basso il valore, maggiore è la luce che entra.
Luminosità e LF sono sempre indicati sull’obiettivo
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2.d Altri tipi di obiettivi
Oltre alle classificazioni già citate, esistono altre denominazioni, determinate da caratteristiche di
progettazione.
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I più comuni, sono:
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1.
Fish eye: è un grandangolare che ha un angolo di campo di 180° o maggiore e fornisce una
immagine fortemente deformata con linee a barilotto
2.
Zoom: sono caratterizzati dalla capacità di variare la lunghezza focale: un solo obiettivo può
sostituirne diversi, di focale fissa. Generalmente, però, una ottica fissa è più luminosa e porta immagini più nitide
3.
Macro: sono progettati per dare il miglior rendimento nella ripresa a distanza ravvicinata,
con fattori di ingrandimento sino al rapporto di 1:1, ossia il soggetto avrà sul negativo la grandezza
reale
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3. I materiali sensibili
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3.a Le pellicole
La pellicola è l’elemento fondamentale della fotografia.
Sopra un supporto sintetico, viene stesa una emulsione composta da gelatina e sali d’argento sensibili alla luce.
Quando la pellicola viene esposta alla luce i sali d’argento subiscono una trasformazione
Questa trasformazione chimica produce una “immagine latente”, invisibile ad occhio nudo.
Da essa, per effetto dello sviluppo, ha origine l’immagine negativa
Quando una pellicola subisce il processo della luce si dice che è stata impressionata o esposta.
Le pellicole si differenziano per:
Formato. Si riferisce sia alla larghezza della pellicola che alla sua perforazione. Il formato comunemente usato è denominato 135, in quanto ha una altezza di 35mm e produce fotogrammi di 24x36mm
Tipo. Le pellicole possono essere a colori o in bianco e nero, per negativi o diapositive; queste ultime sono generalmente destinate alle proiezioni e le preferite per la stampa dalle riviste.
Sensibilità. E’ la caratteristica più importante di una pellicola. Rappresenta la sua capacità di reagire
alla luce. Con una maggiore sensibilità sono maggiori gli effetti che la luce produce durante l’esposizione. Una pellicola molto sensibile, anche con poca luce, è in grado di dare buoni risultati. Al
contrario una pellicola con poca sensibilità necessita di una maggiore quantità di luce o di tempi di
esposizione maggiori. La sensibilità si misura in gradi ISO o ASA.
La scala dei valori comprende:
50
100
200
400
800
1600
3200
A valore basso corrisponde bassa sensibilità, a valore alto corrisponde alta sensibilità. La sensibilità
influenza altri due proprietà delle pellicole
Il Contrasto. Si definisce contrasto la capacità della pellicola di separare le varie tonalità di tinte.
Maggiore la sensibilità, minore il contrasto e tonalità un po’ confuse.
La Grana. Ogni fotogramma è composto da migliaia di punti sensibili alla luce. Detti punti vengono
definiti Grana. La dimensione della grana è strettamente legata alla sensibilità della pellicola. Maggiore sarà la sensibilità e maggiori saranno le dimensioni dei cristalli d’argento e quindi maggiore
sarà l’effetto della grana
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3.b Pellicole Speciali
In commercio è possibile recuperare pellicole per utilizzi particolari come:
1.
Pellicola per infrarosso
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2.
Pellicola per luce artificiale
3.
Pellicole per diapositive in bianco e nero
4.
Polaroid
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3.c Il sensore digitale
Il CCD (o il C-Mos) è un elemento sensibile, fisso, usato dalle recenti macchine fotografiche digitali che non utilizzano la pellicola.
Sulla superficie sono stesi migliaia di punti sensibile (pixel) che trasformano la luce in impulsi elettrici che vengono immagazzinati nella memoria della fotocamera in forma numerica: cioè in sequenze numeriche.
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4. L’esposizione
4.a Cosa significa esporre una fotografia
Esporre una immagine è l’operazione atta a far arrivare sulla pellicola la giusta quantità di luce riflessa dal soggetto.
Le problematiche legate all’esposizione sono fondamentali per la corretta resa tonale della scena
ripresa, e sono legate a due fattori:
Il tempo per cui la luce colpisce la pellicola
La quantità di luce che colpisce la pellicola
Per la comprensione ci viene in aiuto un esempio:
Dobbiamo riempire un secchio d’acqua di una determinata capacità (la nostra pellicola o il nostro
sensore)
Possiamo agire in due modi:
Apro completamente il rubinetto per poco tempo
Apro poco il rubinetto per molto tempo
Agisco su 2 variabili: tempo e area di passaggio
In fotografia è la stessa cosa. Sono sempre i fattori tempo ed area a regolare il “riempimento” del
materiale sensibile di luce.
Per fare ciò ci affidiamo a due congegni, che sono:
L’otturatore: regola il tempo di passaggio della luce
Il diaframma: che stabilisce l’area di ingresso della luce
Per determinare il giusto accoppiamento dei due parametri (detto anche stop) ci affideremmo ad un
dispositivo che si chiama Esposimetro.
L’esposimetro, interno alla fotocamera o manuale, mostrerà all’interno del mirino, o sul display, la
coppia tempo/diaframma ritenuta corretta in rapporto alla scena ripresa ed alla sensibilità ISO impostata.
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4.b Risultati ottenibili e Terminologia
L’esposizione di una immagine, può risultare di tre categorie:
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Correttamente esposta:
è quando le tonalità dei colori presenti nella scena
ripresa sono resi reali nella stampa finale.
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Sovraesposta:
si verifica quando la pellicola riceve troppa luce
luce. I toni appaiono chiari, le alte luci sono completamente illeggibili
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Sottoesposta:
si verifica quando la pellicola riceve poca luce. I
toni appaiono scuri, le basse luci sono completamente illeggibili
!
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Una domanda appare d’obbligo: possiamo sempre fidarci dell’esposimetro?
L’esposimetro è un particolare elettronico, tarato in fabbrica su un determinato valore di riflessione
di luce dal soggetto.
Il valore di riferimento è la luce riflessa da un cartoncino grigio medio con riflettanza al 18%.
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Ciò vuol dire che misurerà in modo corretto quando si troverà a valutare la luce riflessa da un soggetto di tonalità media.
Non spaventiamoci, sono molte le cose di tonalità media, anche se non grigia; il prato primaverile,
il cielo terso, la nostra pelle riflettono una quantità di luce paragonabile al grigio 18%.
Se la situazione sembra complessa, con tante luci differenti che entrano nella scena e possono influenzare l’esposimetro, cerchiamo di isolare solo quella fonte che ci sembra di tonalità media e rileviamo l’esposizione.
Altre situazioni in cui il nostro esposimetro può ingannarci sono quelle in cui i soggetti da riprendere sono molto chiare o molto scure, come ad esempio fotografare sulla neve, o gli abiti degli sposi o
una persona di colore, oppure i controluce.
In queste situazioni, l’esposimetro probabilmente sbaglierà, dandoci indicazioni errate, del tipo:
In presenza di soggetti scuri: tenderà a dare dei valori di tempo/diaframma che facciano entrare più
luce del dovuto. In questo caso è bene correggere l’esposizione di -1 o -2 stop.
Es. se i valori indicati sono 1/60sec f/8 correggere a 1/125sec. F/8 o 1/60sec f/11
In presenza di soggetti chiari: tenderà a dare dei valori di tempo/diaframma che facciano entrare
meno luce del dovuto. In questo caso è bene correggere l’esposizione di +1 o +2 stop.
Es. se i valori indicati sono 1/60sec f/8 correggere a 1/30sec. F/8 o 1/60sec f/5,6
Atra situazione è quella del controluce.
Quando ci si trova a fotografare un soggetto con la fonte di luce frontale, si deve scegliere che cosa
rappresentare.
Se si espone per il soggetto lo sfondo verrà chiaro.
Se si espone per lo sfondo il soggetto apparirà scuro (silhouette)
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5. La coppia tempo/diaframma
5.a Perchè preoccuparci?
Il nostro problema non sarà solo esporre correttamente una immagine, bensì trovare la giusta coppia
tempo/diaframma.
Ossia trovare i valori idonei al fine di esprime al meglio ciò che si va a fotografare.
Non è possibile considerare separatamente i valori costituenti la coppia tempo/diaframma, in quanto
sono variabili dipendenti ed inversamente proporzionali .
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5.b Generalità
Il tempo: la scelta del tempo definisce quanto appariranno nitidi e fermi i vari oggetti all’interno
dell’immagine che in realtà si muovono.
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Scala dei tempi:
1/2
1/4
1/8
1/15
1/30
1/60
1/125 1/250 1/500 1/1000
Sono frazioni di secondo, più alto il valore, più veloce lavorerà l’otturatore e viceversa
Il diaframma: la scelta di un valore di diaframma definisce l’intervallo metrico (lungo l’asse di ripresa) in cui la foto apparirà nitida. Detto spazio è denominato Profondità di campo.
Scala dei diaframmi:
1,4
2
2,8
4
5,6
8
11
16
22
32
Sono aree di passaggio della luce, più alto il valore, minore sarà questa area e viceversa
I valori di tempo e diaframma sono riportati sulle due ghiere di regolazione, o indicati all’interno
del mirino.
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5.c Criteri di scelta
Quando noi andiamo con la fotocamera a valutare una scena, l’esposimetro ci indica una coppia
tempo/diaframma idonea ad ottenere una immagine correttamente esposta.
Quello che dobbiamo capire è che questa non sarà l’unica possibile, ma che ne esistono altre compatibili.
Come abbiamo visto, sia il tempo che il diaframma raddoppiano e si dimezzano.
Questo comporta che, se la fotocamera suggerisce la coppia: 1/125 f/8
Saranno compatibili con la nostra scena anche: 1/60 f/11 oppure 1/250 f/5,6
Questo comportamento si definisce: effetto di reciprocità
Qualcuno ora potrebbe chiedersi che senso ha complicarsi la vita con tutte queste scelte possibili.
E’ questo il primo passo per decidere come noi vogliamo che venga rappresentata la scena.
Dobbiamo decide se preferire un determinato tempo e regolare di conseguenza il diaframma, o viceversa.
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5.d Criteri di scelta: Il tempo
Quando noi andiamo a decidere quale tempo utilizzare, andiamo ad influenzare il grado di nitidezza
di una immagine.
Vediamo alcune possibilità:
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La foto deve apparire nitida, ogni soggetto ben
leggibile.
Sarà necessario utilizzare un tempo rapido, breve
in modo da congelare qualsiasi movimento all’interno dell’immagine
La foto deve dare una sensazione di movimento.
Questo lo si può ottenere in due modi:
facendo risultare fermo lo sfondo e mosso il soggetto
fermo il soggetto e mosso lo sfondo. In entrambi i
casi il tempo dovrà essere lento
!
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Potreste ora chiedervi: Quale il tempo giusto da
utilizzare?
Risposta: quello più idoneo a quanto volete comunicare con l’immagine.
Sarà una delle prime scelte da compiere per la creazione di immagini forti.
Dovrete scegliere se congelare tutti i movimenti o se rendere il movimento di una parte dell’immagine; o di tutta.
Non esistono regole precise da adottare nelle varie situazioni; solo l’esperienza fornirà aiuto.
L’unica regola che è bene ricordare è quella relativa al tempo di sicurezza, ossia il tempo sotto il
quale non scendere onde evitare del mosso involontario. La regola dice di non scendere mai sotto il
tempo più vicino a : 1sec/lunghezza focale dell’obiettivo.
Es. Obiettivo 50 mm tempo di sicurezza 1/60sec
Vedremo quando ci occuperemo degli obiettivi come applicarla.
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5.e Criteri di scelta: Il diaframma
Quando noi andiamo a decidere quale diaframma utilizzare, andiamo ad influenzare l’estensione
della zona nitida, che in fotografia assume il nome di profondità di campo (PdC).
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Per campo , si intende lo spazio rappresentato dal punto più vicino a quello più lontano, lungo una
ipotetica semiretta che collega il fotografo all’infinito lungo l’asse di ripresa.
La profondità di campo rappresenta la zona percepita nitida lungo tale semiretta.
!
Fattori che influenzano la profondità di campo
1.
Apertura del diaframma
2.
Distanza di messa a fuoco
3.
Lunghezza focale dell’obiettivo
!
La PdC è estesa quando:
1.
Il diaframma è chiuso (valori alti)
2.
Il soggetto è distante
3.
L’obiettivo è di corta focale
!
La PdC è minima quando:
1.
Il diaframma è aperto (valori bassi)
2.
Il soggetto è vicino
3.
L’obiettivo è di lunga focale
!
Potreste ora chiedervi: Quale il diaframma giusto da utilizzare?
Risposta: come per il tempo, non esiste un diaframma giusto a priori ma solo quello più idoneo a
quanto volete comunicare con l’immagine.
Vi troverete a scegliere se volere tutto a fuoco, come in un bel paesaggio, oppure con nitido solo il
volto di una persona e lo sfondo sfocato.
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Non esistono regole precise da adottare nelle varie situazioni; anche qui solo l’esperienza fornirà
aiuto Anche qui esiste una regola che è bene conoscere; nel caso vi trovaste a fotografare un soggetto che non presenta una disposizione importante di piani, come un manifesto, o un panorama messo
a fuoco ad infinito, è bene utilizzare, se la luce lo consente, un valore di diaframma intermedio,
come f/8 o f/11. Questo perché è a questi diaframmi che gli obiettivi hanno la resa migliore.
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