figli per sempre - Associazione Alice onlus
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figli per sempre - Associazione Alice onlus
FIGLI PER SEMPRE Di Giulia Donelli Con Enrica Chiurazzi, Claudia de Candia e Fabio Zulli Regia Carmen Giordano Con il sostegno di Associazione Culturale ỒYES e ALICE ONLUS Supervisione e consulenza psicologica Dott.ssa Stefania Andreoli Si ringraziano il Dott. Antonio Piotti, l’adolescente Susanna Russo, Il Faro Teatrale di Milano Il progetto Figli per sempre nasce, in qualche modo, su commissione. A maggio 2012 Giulia Donelli viene incaricata di ideare e curare gli inserti teatrali di una rassegna sull’adolescenza a cura dell’ Ordine Psicologi della Lombardia. Quello che emerge dagli approfondimenti per la creazione di questa rassegna è una meravigliosa marea di stimoli e tematiche sul mondo dell’adolescenza delle quali Giulia sente di non poter fare a meno di parlare. Così l’autrice e gli attori Fabio Zulli, Claudia de Candia e Enrica Chiurazzi, seguiti dalla supervisione della Dott. essa Stefania Andreoli, curatrice della rassegna, cominciano a lavorare sul progetto Figli per sempre. Si tratta di un lavoro che va oltre la rassegna di settembre perché con lo studio continuano ad emergere idee e contenuti che non possono rientrare nei limiti delle tematiche che la commissione degli psicologi ha ordinato. L’obiettivo diventa la stesura di un testo che racconti storie vere e possibili, esempi credibili di adolescenti che rimangono costretti nella loro condizione di figli anche quando raggiungono l’età adulta. Le tematiche Il tema è quello dell’adolescenza, o meglio della “specialità” dell’adolescenza, che probabilmente è il periodo della vita in cui si raggiunge la maggior profondità nei sentimenti e negli ideali. L’anzianità, per quanto sia ugualmente profonda, è nutrita anche dall’esperienza che le conferisce ovviamente maggiori capacità di riflessione sull’esistenza e sui sentimenti. L’adolescenza no… è come se in questa fase della vita, l’iperuranio di cui parlava Platone fornisse ai ragazzi le idee e i concetti più puri che vivono in lui, lassù. Di conseguenza questi giovani, per via della loro inconsapevolezza, ingenuità e dell’inesperienza che li caratterizza, si rapportano alle situazioni che vivono in modo viscerale: le relazioni, l’amore, la morte, le regole, la famiglia, la società, il corpo e il sesso, la vergogna. Se pensiamo alle utopie e ai sogni di gloria, spesso, per convenzione, tendiamo a pensare che facciano parte dell’immaturità, quindi dell’adolescenza. Con Figli per sempre, abbiamo deciso di indagare questa immaturità, di aprire delle domande a riguardo, ma anche di rivalutare la virtù di questa immaturità. Se leggiamo le parole di un sms o la chat di un adolescente di oggi – degni sostituti dei diari segreti di ieri – ci sorprendiamo a volte della qualità di forma e di contenuto che racchiudono. Sembrano parole di un adulto o di uno scrittore più che di un ragazzo. Potrebbero essere state copiate in effetti, ma il punto è: come vivono i ragazzi quelle parole, come le interpretano. Noi abbiamo provato a pensare a noi stessi, a ricordarci di come eravamo e ci siamo accorti che anche noi eravamo così: eravamo i nostri diari segreti, le nostre poesie nel cassetto, le grida tra le pareti di casa verso genitori che si sorprendevano di trovarci d’un tratto così cresciuti. L’unica differenza di noi giovani di ieri con quelli di oggi è il bisogno di rendere pubblica questa nostra intimità. La società è cambiata, oggi è necessario confondere l’interno con l’esterno di sé stessi per sembrare fighi ed essere accettati, ma anche per sentirsi meno soli: scrivere su facebook che si ha paura di qualcosa può essere al tempo stesso sbagliato, ma anche utile e necessario. Dal confronto delle nostre esperienze personali di adolescenti con i testi e i saggi di psicologia studiati, primo fra tutti “Il banco vuoto – Diario di un adolescente in estrema reclusione” del Dott. Piotti, siamo passati a riflettere quindi sugli esempi esterni, sui ragazzi che vediamo tutti i giorni. Sia Giulia che Claudia che Fabio lavorano a teatro con adolescenti e pre-adolescenti, la Dott.ssa Andreoli è referente psicologa nelle scuole da diversi anni e scrive per la rivista DYOU, periodico femminile per pre-adolescenti. Abbiamo letto questa e altre riviste, lettere e risposte, abbiamo guardato con attenzione film brevi e lunghi sull’argomento fino a parlare proprio coi ragazzi dell’argomento stesso. E così abbiamo individuato più precisamente di cosa volessimo parlare, o meglio di chi, di quali adolescenti. I personaggi come storie a sé Tre sono i protagonisti della nostra storia. Tre sono le storie intrecciate che il nostro testo racconta. Una è quella di Angelo, un giovane intelligente e arguto che ha perso il padre e due anni di scuola e ora fatica a continuare a vivere la sua vita per colpa dell’assenza di comunicazione con sua madre e per la paura di quel che il suo futuro gli riserva. Decide di chiudersi nel mondo dei computer e della realtà virtuale perché è molto più facile far vivere la sua vita a uno dei suoi avatar anziché a se stesso. Hikikomori è una parola giapponese che significa “isolarsi”. In Giappone viene definito tale chi rifiuta di lasciare la sua abitazione per più di sei mesi, isolandosi. Tale chiusura può durare anche anni e il fenomeno spesso ha inizio col rifiuto di andare a scuola: la pressione che il mondo esterno esercita su questi ragazzi non è in grado di essere gestita da loro. Un’altra storia è quella di Olivia, adolescente anticonformista figlia di genitori severi e assai religiosi. La sua vita è colma di splendidi sogni che non riuscirà a realizzare perché nessuno la sostiene né le insegna come fare a scegliere da sola le strade da prendere. Infine c’è Clara, immediatamente riconoscibile come “quella benestante”, che rifiuta questo benessere. Non si accetta per quel che è, parla poco, soffre tanto e fa di tutto per accontentare sua madre che non vede, non sente e non si accorge di nulla: è troppo impegnata a vivere la sua vita. Clara cercherà nella chat e nella vendita della propria immagine una rivalsa personale: “se piaccio agli altri, potrò essere almeno un po’ più orgogliosa di me stess.” Ma finirà vittima del Cyber-bullismo. Gli esempi, i racconti, le vite di questi tre ragazzi sono talmente distanti tra loro da rincontrarsi all’altro capo del mondo, nel loro ruolo di “eterni figli” anche quando saranno cresciuti. Di qui il titolo del progetto: Figli per sempre. Curiosità shakespeariane Durante lo sviluppo del lavoro, abbiamo riscontrato una forte analogia tra le storie di questi adolescenti, specialmente gli hikikomori, e le emblematiche figure letterarie shakespeariane. Amleto non ha il tempo di vivere la sua vita come un adulto autonomo: il suo mondo e le sue vicende si sviluppano tutte intorno al suo ambiente famigliare e per tutta la tragedia egli rimane sempre un figlio, dipendente dal suo ruolo di figlio. Oggi, lo abbiamo provato a rappresentare attraverso Angelo, un arguto diciassettenne, che, come Amleto, ha perso il padre e che pensa tanto, talmente tanto da essere portato a rinchiudersi nel suo mondo, a isolarsi e a crearsi una vita parallela su internet in cui il suo avatar vive per lui le sue vendette e ottiene la soluzione ai problemi che nella vita reale lo schiacciavano. Spesso gli hikikomori dall’isolamento non escono più vivi, proprio come Amleto. E quel che resta del ricordo di loro quando ancora vivevano è la loro giovane età e il loro ruolo di figli. Come Amleto, anche Ofelia nella tragedia shakespeariana non va oltre il ruolo di figlia. O meglio, non le è permesso andarci. Suo padre Polonio gioca una parte dominante nella sua educazione e nella conduzione della sua vita: Ofelia, coi suoi sogni d’amore, è sola. Per una ragazza che oggi vivesse la stessa situazione, alla quale venisse represso qualunque sogno a prescindere dalla sua opinione da parte di genitori che credono di sapere sempre cosa sia meglio per lei, forse possiamo pensare che giungerebbe a una forma di pazzia come quella di Ofelia. In ogni caso, il cordone ombelicale che la lega alla sua famiglia non si staccherà mai, così anche lei resterebbe sempre e soltanto figlia, come Ofelia; e in qualche modo ugualmente morta. Note di Regia Lo spettacolo è nato con l’obiettivo di parlare ai giovani, ma anche agli adulti che hanno figli e che provengono da quello stesso mondo dei ragazzi, cosa di cui a volte si dimenticano. In questo senso, lo scopo del lavoro è legato al teatro sociale: gli hikikomori, il rapporto con la religione, i problemi col cibo e l’immagine, il cyberbullismo, etc... Sono tutti argomenti necessari su cui riflettere, per migliorare l’ambiente in cui viviamo: riprendere a comunicare con gli altri è la prima forma di aiuto. La presenza della psicologa ci ha sostenuto per il raggiungimento di questo obiettivo.