La Governance dell`Acqua per le Città Future

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La Governance dell`Acqua per le Città Future
La Governance dell’Acqua per le Città Future
Concept Note per il progetto OCSE
Obiettivo del Progetto
Il progetto mira a dimostrare il rapporto tra strutture di governance per la gestione
dell’acqua nelle città e la performance delle politiche dell’acqua (accesso, qualità, tariffe,
affidabilità della fornitura dei servizi, equità, sostenibilità, ecc.) e ad esaminare meccanismi di
governance in grado di superare la frammentazione delle politiche al fine di migliorare la gestione
urbana dell’acqua, compresi quelli che favoriscono complementarietà intersettoriali. Ciò implica
analizzare fallimenti e best practices di coordinamento all’interno al settore idrico
(approvvigionamento idrico, gestione delle acque reflue, drenaggio, protezione dalle inondazioni) e tra
politiche dell’acqua e altre politiche settoriali (principalmente sviluppo economico, uso del suolo,
pianificazione territoriale, biodiversità, ecosistemi ed energia).
Come tale, il progetto si concentrerà in particolare sul contributo dei meccanismi di
governance a livello metropolitano, sul partenariato tra aree rurali ed urbane e sul
coinvolgimento delle parti interessate come strumenti per superare la frammentazione delle
attività legate all’acqua e la mancanza di coordinamento all’interno di una città, tra diverse città e tra
l’ambiente circostante, nonché tra le varie funzioni di gestione della risorsa idrica e altri settori
strategici. L’obiettivo è quello di sostenere la coerenza delle politiche e la gestione efficace
dell’acqua oltre i confini amministrativi e le divisioni settoriali.
Risultati attesi
I risultati saranno pubblicati in un rapporto dell’OCSE (Q3 2015) che comprenderà:

Una tassonomia delle città in base a criteri esogeni al settore idrico (vedi paragrafo
successivo) e una valutazione delle implicazioni della governance dell’acqua, tenendo
conto dei futuri trends di sviluppo urbano e delle conseguenze sulla gestione attuale e futura
dell’acqua;

Una base dati riguardante più di 100 medie e grandi città in paesi industrializzati ed
emergenti, tra cui mappature istituzionali sulla ripartizione di responsabilità’ nella gestione
del servizio idrico e la definizione di “profili” di città;

Analisi delle performance dei sistemi di governance dell’acqua nelle città selezionate e
comparazione di diverse realtà urbane tramite dati empirici raccolti attraverso un
questionario;

Best practices internazionali per la gestione delle interdipendenze generate dal settore
idrico (risorse e servizi) tra istituzioni, luoghi e diversi settori; e

Una serie di raccomandazioni politiche su come ridurre la frammentazione e favorire la
gestione integrata dell’ acqua nelle città e nell’ hinterland.
Il quadro concettuale
Il termine “città” è usato per riferirsi in generale alle aree funzionali urbane che comprendono
uno o più comuni minori. In termini amministrativi, le città hanno il compito di svolgere funzioni
governative, ma le unità amministrative, per le quali le politiche sono attuate, sono spesso arbitrarie e
riflettono antichi modelli di vita1. Le aree urbane funzionali, al contrario, sono definite da modelli di
insediamento e di attività umana (ad esempio, il pendolarismo) e possono comprendere più città
amministrative o comuni e includere aree rurali. Come risultato, i confini tra città e aree rurali sono
spesso non definiti e cambiano con la riduzione dei costi di trasporto e l’uso crescente delle
telecomunicazioni e IT, che permettono alle persone di lavorare in città e vivere nelle aree rurali. In
questo contesto e dal momento che l’acqua va al di là dei confini amministrativi, è
fondamentale analizzare i meccanismi che possono aiutare a risolvere problemi di scala nella
gestione dell’acqua, secondo una logica funzionale piuttosto che amministrativa.
Le città sono i luoghi dove la maggior parte delle persone vive e vivrà in futuro e, per tale
motivo, son aree in cui si continuerà ad affrontare la pressione in termini di disponibilità e domanda di
acqua, come nei Paesi BRIC. Si stima che entro il 2050, il 70% della popolazione mondiale (86% per i
paesi OCSE) vivrà in aree urbane, concentrandosi in maniera crescente nelle grandi città di un milione
o più di abitanti, soprattutto nei paesi asiatici in rapida crescita2. Questa tendenza avrà conseguenze
inevitabili per il modo in cui l’acqua è gestita all’interno dei confini amministrativi e nei settori legati
all’acqua. E’ quindi necessario individuare le sfide e le best practices per la gestione dell’acqua
ad un livello di scala pertinente, sia esso “rurale-urbano”, metropolitano, di bacino o
sottobacino.
Il report OCSE (2012), “Ridefinire i contesti urbani: Un nuovo modo per misurare le aree
metropolitane” mostra un nuovo modo di misurare le aree metropolitane, offrendo una definizione
che si adatta meglio al dinamismo dei contesti urbani, qualificandoli in termini “funzionali”. Sono state
definite quattro tipologie di aree urbane funzionali (AUF) - piccole, medie, metropolitane, grandi-,
impiegando come criterio per identificare i nuclei urbani e flussi casa-lavoro, la densità della
popolazione. In questo modo si distinguono i nuclei urbani dall’hinterland, il cui mercato del lavoro è
strettamente connesso al nucleo centrale. L’utilità dell’AUF per la politica delle acque consiste nella
mappatura dei centri di domanda urbana dell’acqua (da cui valutare le necessità di investimento legate
all’acqua oltre i tradizionali confini della città). Tuttavia Le zone geografiche di approvvigionamento
sono potenzialmente molto diverse: infatti, la fornitura di acqua trascende dai confini amministrativi e
dipende dagli spartiacque, dalle zone di ricarica, ecc. Dato che la geografia funzionale dipende dalla
funzione in questione, nel caso della gestione delle risorse idriche, la valutazione delle logiche
metropolitane e idrologiche è la chiave per affrontare i collegamenti tra le aree urbane (dove la
maggior parte delle persone vive) e gli ambienti circostanti (rurale e bacini idrografici) che li
sostengono.
Le città sono le aree urbane che svolgono le funzioni amministrative e governative, ma le
riforme istituzionali, le traiettorie fiscali e i nuovi confini socio-economici delle città stanno
ridisegnando la governance locale. In particolare, le aree metropolitane, con nuclei urbani e periferie,
pur appartenendo ad una stessa “area funzionale” per logiche socio- economiche, presentano uno
spazio politico frammentato, dove persistono notevoli diversità in termini di status giuridico,
composizione, potere, bilancio e personale impiegato. In questo contesto così complesso, i vincoli
finanziari hanno generato pressioni verso riforme territoriali in molti paesi OCSE volte a semplificare
le interazioni tra i diversi livelli di governo e ottenere un miglioramento dell’efficienza. Un’analisi
della situazione corrente e delle tendenze delle riforme territoriali (accorpamento e fusioni) e
della gestione del servizio idrico a livello metropolitano ( mult-utility, imprese pubbliche locali,
1
http://stats.oecd.org/glossary/detail.asp?ID=4497
L’Outlook al 2050 riporta che la domanda urbana di acqua diminuirà nei paesi OCSE, mentre globalmente la domanda
per elettricità (+140%), manifattura (+400%) e per uso domestico(+130%) crescerà in maniera significativa, spinta
soprattitto dai BRICS e dagli altri EMEs.
2
privatizzazioni, ecc.), in alcune città selezionate dei paesi OCSE e non, può contribuire ad
identificare i drivers per le riforme in materia di acqua nelle città del futuro.
Le città sono laboratori per lo sviluppo di politiche che si differenziano in termini di
caratteristiche geografiche, vincoli spaziali, inclusione sociale e capacità dei governi locali. La loro
capacità di rispondere a crisi future cambia secondo la loro esposizione alle problematicità del settore
idrico (qualità, quantità e protezione ambientale), alla disponibilità di risorse (umane e finanziarie),
alla loro organizzazione istituzionale, agenda politica e tendenza all’innovazione. Una tassonomia
delle città può contribuire a chiarire la serie di sfide legate all’acqua e gli strumenti di
governance necessari per affrontarle, per costruire capacità, promuovere la coerenza politica,
far fronte agli impegni e catalizzare i finanziamenti. Il progetto selezionerà casi di studio
nell’ambito di ciascuna categoria per far luce sulla necessità di risposte legate al contesto e al luogo.
Tassonomia delle città
Sulla base del lavoro svolto dall’OCSE sullo sviluppo urbano e sugli indicatori territoriali in
questi ultimi anni, il progetto proporrà una tassonomia delle città, tenendo in considerazione
variabili esogene alle politiche idriche e analizzerà le sfide relative alla governance dell’acqua loro
associate. I criteri utilizzati nella tassonomia non sono esclusivi per ciascuna categoria, ma possono
essere collegati a diversi drivers e contribuire a fornire risposte legate al contesto e a questioni
specifiche.
L’analisi si baserà su casi studio selezionati e su dati raccolti tra le città incluse nel database OCSE
sulle aree metropolitane. Il lavoro beneficerà inoltre degli studi OCSE sulla governance multilivello,
sulla capacità e sugli investimenti pubblici a livello sub-nazionale, sulla governance metropolitana,
nonché di specifici lavori riguardanti città verdi, città portuali, città compatte e città con problematicità
demografiche.

Le città per dimensione (piccole, medie, grandi, mega-città)
La dimensione di una città ha un impatto sullo sfruttamento delle risorse idriche, in termini di
resilienza e sostenibilità; sulla fornitura di servizi e sul trattamento delle acque reflue in termini di
scala temporale (velocità di crescita urbana e capacità di adattarsi ai cambiamenti) e le sfide su scala
spaziale (uso del suolo, del territorio rurale-urbano, scala geografica strettamente legata all’acqua).
Inoltre, la domanda e gli effetti negativi sull’ambiente sono a carico dell’intera area urbana funzionale,
in altre parole ricoprono la dimensione dell’intero agglomerato. Mentre nelle megalopoli la necessità
di servizi idrici e igienico-sanitari supplementari potrebbe influenzare la flessibilità delle
infrastrutture e richiedere nuovi modelli di business, nelle piccole città, il problema delle economie di
scala potrebbe influenzare il settore degli investimenti, spesso in gran parte trascurato. Su una scala
diversa, grandi e piccole città devono affrontare problemi di complementarietà delle politiche, in
qualità di fornitori e/o destinatari dei servizi.

Città per configurazione spaziale o forma urbana (città compatta, città soggette a fenomeni
di suburbanizzazione, ecc.)
L’organizzazione spaziale delle città e le caratteristiche del territorio in termini di densità,
prossimità e connettività hanno un impatto sulle modalità di fornitura del servizio (organizzato
attorno a nuclei urbani collegati o all’interno di agglomerazioni urbane) e sulle tendenze di consumo.
Allo stesso modo, la pianificazione strategica ha un impatto sullo sviluppo e il rinnovamento delle
infrastrutture, nonché sul consumo delle risorse naturali e sull’impatto ambientale globale. Questa
pianificazione è generalmente integrata in maniera coerente con altre politiche in una città compatta e
non sufficientemente in città soggette a fenomeni di suburbanizzazione.

Le città per struttura di governance (metropolitana, sovra-comunale, intercomunale, ecc.)
Le strutture di governance delle città hanno un impatto sulle risorse naturali, finanziare e umane
disponibili per la gestione dell’acqua, nonché sulla natura del ruolo degli enti locali (regolatore,
facilitatore o fornitore di servizi) e sul loro modo gestire le interdipendenze tra istituzioni, luoghi e
settori. L’impatto di determinate strutture di governance sui risultati delle politiche dell’acqua deve
essere ulteriormente esaminato, in quanto esse possono rappresentare uno strumento di
coordinamento tra i vari livelli di governo per ridurre la frammentazione.

Le città per dinamiche di crescita fisica e demografica (le città in espansione vs. città stabili
o in decrescita)
Le questioni legate alle dinamiche di crescita possono influenzare l’agenda politica dell’ acqua e
mettere alla prova la capacità dei governi locali di gestire in modo efficiente le risorse idriche,
affrontando al contempo il degrado ambientale e le tendenze economiche. La crescita e la decrescita
demografica influiscono sui bisogni delle infrastrutture idriche, sia attraverso i cambiamenti nella
domanda, sia alterando la composizione delle finanze pubbliche in base alla crescita o decrescita della
popolazione. L’espansione crea il più delle volte pressioni e conflitti nell’area peri-urbana. La
diminuzione del consumo di acqua potabile e le relative quantità di flusso ridotto possono
compromettere il corretto funzionamento delle reti di approvvigionamento e creare zone di ristagno,
causando problemi igienici. Allo stesso modo, l’impatto ambientale dell’espansione delle città e il modo
di “urbanizzare” hanno un impatto sulla domanda di acqua e sulle esigenze di investimento. Queste
tendenze di urbanizzazione devono essere prese in considerazione per le decisioni di investimento nel
settore idrico, considerando modelli di business adatti per la fornitura di servizi (ad esempio, opzioni a
basso costo vs. infrastrutture di grandi dimensioni progettate per una durata di 50 e 100 anni a fronte
di una popolazione in crescita).
Analisi delle implicazioni e delle tendenze in materia di governance dell’acqua
Per ciascuna categoria sopra elencata, il progetto mira a fornire approfondimenti sul rapporto
tra l’evoluzione dei drivers e i modelli di governance adottati, nonché tra strutture di
governance e risultati in termini di qualità e quantità di acqua, fornitura di acqua potabile e servizi
igienico-sanitari, e protezione dalle inondazioni. La tassonomia, sulla base di criteri esogeni ad accordi
e politiche sull’acqua, aiuterà a confrontare le diverse performances di città caratterizzate da
circostanze analoghe, ma con diverse soluzioni di governance.
Il progetto prevede anche di individuare gli ostacoli comuni alla capacità delle autorità
pubbliche di affrontare tali sfide e le best practices per garantire l’efficacia delle interconnessioni tra i
settori trasversali. Particolare attenzione sarà inoltre dedicata agli obiettivi politici della città
considerate come drivers per le riforme della governance dell’acqua (ad esempio, riduzione delle
esternalità ambientali negative nelle città verdi, riqualificazione urbana attraverso nuovi approcci di
“imprenditorialità urbana” nelle città competitive). L’analisi collegherà la tassonomia delle città con i
drivers di cambiamento, le implicazioni di governance per le funzioni di gestione dell’ acqua, le possibili
complementarietà tra i settori legati all’acqua e i meccanismi di governance in grado di fornire
soluzioni. Per esempio:

La gestione della quantità di acqua è intrinsecamente legata ai cambiamenti della
popolazione e le tendenze di urbanizzazione, dato che entrambe influenzano la domanda e la
disponibilità di acqua. Questo ha implicazioni di governance per le diverse categorie di utenti
(energia idroelettrica, estrazione mineraria, agricoltura, industria, famiglie, ecc.) e luoghi (aree
rurali-urbane), soprattutto in termini di informazione, monitoraggio, capacità e partecipazione
pubblica.

La gestione della qualità dell’acqua richiede un esame più approfondito delle opportunità
che consentono di affrontare gli ostacoli legati alla pianificazione territoriale (e la
combinazione con acque reflue per esempio) per essere in grado di adottare una visione a
lungo termine.

La fornitura di acqua potabile e servizi igienico-sanitari è influenzata dai cambiamenti
nell’organizzazione spaziale delle città, così come dalla mobilità del lavoro e dal divario
urbano, soprattutto per alcune categorie della popolazione urbana, come per i migranti dalle
zone rurali a quelle urbane o per popolazioni che vivono nelle baraccopoli. Garantire una
fornitura sufficiente e sostenibile del servizio idrico può essere complesso quando gli ostacoli
nella governance (frammentazione, mancanza di capacità, scarsa integrità, debole framework
normativo, scarsa applicazione e rispetto della legge) impediscono per esempio, la
mobilitazione di fondi necessari per rinnovare infrastrutture obsolete.

La protezione dalle inondazioni richiede strumenti di governance per prevenire, gestire e
porre rimedio ai disastri legati all’acqua. Le città a rischio inondazioni costiere si trovano nei
paesi in rapido sviluppo come l’India e la Cina (ad esempio Calcutta, Shanghai, Guangzhou) e
nei paesi industrializzati come gli Stati Uniti (es. Miami, New York City), Paesi Bassi (ad
esempio Rotterdam, Amsterdam) e Giappone (ad esempio Tokyo, Osaka). È importante,
pertanto, individuare gli ostacoli di governance per migliorare la pianificazione e la
mobilitazione degli investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture idriche.
Realizzare le complementarità settoriali a livelli territoriali adeguati: una rassegna delle
esperienze delle città
Poiché l’acqua supera i confini amministrativi, le città da sole non possono affrontare la portata
delle sfide legate alle dinamiche economiche, sociali e ambientali. Hanno bisogno del loro hinterland,
non solo perché i bacini idrografici attraversano i confini amministrativi, ma anche perché le nuove
forme di partnership pubblico-pubblico, privato-privato e pubblico-privato, possono aiutare a gestire
meglio l’acqua come una responsabilità condivisa.
L’implementazione di soluzioni tecnologiche e finanziarie, efficaci e innovative, richiede strutture
di governance che affrontino i temi a livello territoriale adeguato, trovino soluzioni locali per problemi
locali, chiariscano chi fa che cosa e incentivino la cooperazione tra più stakeholder provenienti dal
pubblico, dal privato e settori no-profit, così come tra gli organismi formali e informali all’ interno
della stessa area funzionale. Da qui la necessità di indagare ulteriormente complementarietà
intersettoriali all’interno e all’esterno delle aree urbane per sviluppare politiche urbane e idriche
coerenti e sinergiche.

Capire chi fa che cosa, a che livello è un primo passo per identificare i potenziali ostacoli, i
collegamenti e le vie da percorrere per una migliore interconnessione tra la gestione delle
risorse idriche e i settori strategici ad essa connessi. Il progetto prevede una mappatura
istituzionale delle funzioni di gestione chiave dell’ acqua in casi studio selezionati e analizza gli
ostacoli nella ripartizione dei ruoli e delle responsabilità che possono inibire la capacità di far
fronte alle sfide idriche.

Gli incentivi istituzionali per il coordinamento a livello inferiore (tra città, regioni, bacini),
superiore (tra ministeri ed enti pubblici), orizzontale e verticale tra i diversi settori di
intervento rappresentano la chiave per l’attuazione delle decisioni integrate a diversi livelli. Il
progetto raccoglierà e analizzerà le best practices in città selezionate in termini di strumenti e
strategie per affrontare la frammentazione politica e promuovere interdipendenze all’interno e
all’esterno della catena dell’acqua.

Il coinvolgimento delle parti interessate, come strumento di governance, in grado di
assicurare la disponibilità a pagare per i servizi idrici, aumentare la consapevolezza sulle sfide
idriche attuali e future, garantire la responsabilità dei dirigenti della città e i fornitori di servizi
per gli utenti finali e per i cittadini, gestire i conflitti sulla distribuzione dell’acqua, garantire
l’accettabilità politica dei diversi modelli di proprietà, e impostare obiettivi convergenti tra
tutti i settori strategici. Il progetto fornirà una visione d’insieme, in determinate città, di
strumenti e pratiche in atto per favorire il coinvolgimento delle parti interessate, nonché il loro
contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti.

Partenariati rurali-urbani sono fondamentali per la gestione integrata dell’acqua tra città e l’
hinterland e per la coerenza tra le politiche in materia di acque, uso del suolo, pianificazione
territoriale e salvaguardia della natura. Il progetto fornirà una panoramica dei meccanismi
utilizzati in tutte le aree urbane e rurali selezionate per gestire congiuntamente l’uso e la
conservazione delle risorse idriche, con un’attenzione particolare alle acque sotterranee
(esaurimento) e agli ecosistemi, con benefici dal punto di vista paesaggistico e ambientale.

Governance metropolitana come meccanismo per unire risorse e capacità per un’efficace
gestione idrica ad un’adeguata scala territoriale. Il progetto fornirà approfondimenti sul
contributo degli strumenti di governance metropolitana che collegano il centro urbano
dell’area metropolitana con una parte significativa dell’hinterland, comprese le recenti
tendenze che riguardano l’acqua e settori connessi, come nel caso delle imprese pubbliche
multi-settoriali.
Questioni politiche che dovranno essere affrontate dal progetto

Quali sono i drivers economici, territoriali e ambientali della gestione urbana dell’acqua?

In che modo la governance può adattarsi ed affrontare le incertezze relative ai futuri scenari
concernenti il settore idrico? (ad esempio, l’impatto del cambiamento climatico, legami tra
acque sotterranee e flussi superficiali, ecc.)

In che modo la velocità e l’entità della crescita urbana incidono sulle soluzioni di governance,
considerando che ciò che può funzionare per le grandi città OCSE potrebbe risultare, invece,
inadeguato per megalopoli asiatiche in rapida crescita?

Come si differenziano tra di loro le tipologie di città in termini di risultati nella gestione dell’
acqua? A cosa è dovuta questa differenza?

L’attuale ripartizione dei ruoli e delle responsabilità è adatta per le sfide future? Se sì, quali
istituzioni contano, come agiscono e come cambieranno? Se no, quali ostacoli devono essere
superati e come si può migliorare l’interconnessione?

Gli obiettivi delle politiche sull’acqua risultano generalmente chiari? In che modo la mancanza
di conformità può ostacolare il funzionamento delle istituzioni?

Quali ripercussioni o interconnessioni con i settori collegati all’acqua bisogna considerare nella
gestione dell’acqua in una determinata città?

Come si può determinare la complementarità delle politiche considerando confini
amministrativi, aree funzionali e sistemi idrologici?

Quali strumenti e strategie possono aiutare a superare la frammentazione, garantire la
compattezza politica e la coerenza tra più soggetti e settori interessati? Quali sono le best
practices?

Quali meccanismi di finanza pubblica possono contribuire a impegnare i vari partner locali
nella fornitura di servizi di qualità e nella gestione efficace delle risorse idriche in un’area
funzionale?
Metodologia
Il progetto si basa sulla raccolta di dati tramite un questionario che verrà distribuito a più
di 100 medie e grandi città in paesi industrializzati ed emergenti. I dati verranno incrociati con il
database dell’OCSE sulle Aree Metropolitane (dati sulla popolazione, PIL, ecc.). Il questionario è rivolto
ai dipartimenti delle municipalità che si occupano della gestione delle acque, a prescindere dal tipo di
fornitore del servizio (pubblico, privato, misto). Le risposte dovranno essere fornite da esperti tecnici e
non politici. Nel caso delle aree metropolitane, i dati richiesti dovranno riguardare la città principale
dell’area metropolitana, ma il questionario esplorerà i legami tra la città nucleo e le città circostanti
(siano esse all’interno di un’area metropolitana o meno). I membri dell’ Iniziativa OCSE sulla
Governance dell’Acqua contribuiranno a catalizzare le risposte nell’ambito delle rispettive reti di enti
locali.
I risultati dell’indagine aiuteranno a trarre delle conclusioni tenendo in considerazione la
situazione economica, sociale e ambientale delle città oggetto di indagine, nonché’ le variabili
relative alla forma urbana, alla dimensione, alla struttura di governance e ai modelli
demografici.
Agli intervistati sarà fornita la possibilità di presentare casi studio su pratiche innovative in
materia di governance urbana dell’ acqua. Queste informazioni qualitative aiuteranno a mostrare le
best practices per far luce sulla gamma di opzioni per determinare soluzioni di governance in risposta
ad eventuali e futuri shock.
Una cluster analysis, attraverso un metodo di raggruppamento gerarchico, consentirà di
identificare gruppi omogenei di città e sintetizzare le molteplici dimensioni che li descrivono. Il
metodo ha lo scopo di identificare le differenze tra i gruppi, diversi modelli di governance e il rapporto
tra strutture di governance e risultati delle politiche dell’acqua.
Il progetto sarà sviluppato in modo iterativo e inclusivo. Verrà stabilita una taskforce
all’interno dell’Iniziativa OCSE sulla Governance dell’Acqua e tutti coloro che risponderanno al
questionario saranno informati e impegnati per tutto il ciclo del progetto. Si terranno una serie di
webinars per discutere i risultati e si organizzerà un workshop all’inizio del 2015 per discutere le
raccomandazioni politiche e catalizzare le reazioni da parte di una vasta gamma di parti interessate. Il
report sarà presentato durante la 5a riunione dell’Iniziativa OCSE sulla Governance dell’Acqua e
sottoposto agli organi e comitati competenti dell’ OCSE per commenti e declassificazione.
Timeline

Luglio - Agosto 2014: Raccolta dati (tra più di 100 città e aree metropolitane invitate a
rispondere al questionario on-line OCSE)

Settembre-Ottobre 2014: Raccolta dei casi studio

24-25 Novembre 2014: Discussione del progetto durante la 4a riunione dell’Iniziativa OCSE
sulla Governance dell’Acqua, sede OCSE, Parigi

Gennaio 2015: Discussione del report in un workshop (date e luogo da confermare)

26 Maggio 2015: Discussione dei progressi del progetto durante la 5a riunione dell’Iniziativa
OCSE sulla Governance dell’Acqua, Edimburgo, Scozia

Q3 2015: Lancio finale del rapporto “La Governance dell’acqua nelle città” (date e luogo da
confermare)
Dettagli di contatto
Per maggiori informazioni, si prega di inviare una mail a:
 Aziza Akhmouch, Responsabile del Programma OCSE sulla Governance dell’Acqua:
[email protected] (+ 33 1 45 24 79 30)

Oriana Romano, Policy Analyst, [email protected] (+33 1 45 24 76 86)