sapore di libri le nuove letture di febbraio 2000sette

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sapore di libri le nuove letture di febbraio 2000sette
biblioteca civica di costigliole saluzzo
sapore di libri
le nuove letture di febbraio 2000sette
markus zusak
la bambina che salvava i libri
Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e
rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li
salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato
appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco,
dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di
uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi,
sinagoghe, persone... Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando
affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta
avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la
prima volta la libreria della moglie del sindaco, un'intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella
sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il "Mein Kampf" e infinite
sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s'infilò in una colonna di
ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era
la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano
solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti.
richard north patterson
i cinquantanove giorni
Gli ultimi cinquantanove giorni di vita di Rennell Price, rinchiuso da quindici anni nel
braccio della morte, scivolano via senza che il giovane nero, ex tossicodipendente e
affetto da una forma di ritardo mentale, si renda davvero conto del proprio destino.
La sua vita è stata una lunga catena di abusi, violenze subite e testimoniate,
conclusasi con la condanna per lo stupro e l’omicidio di una ragazzina indocinese,
vittima quanto lui di un ambiente degradato. L’avvocatessa Terri Paget, che a sua
volta ha alle spalle una triste storia di violenze familiari, è però convinta non solo che
Rennell non debba essere giustiziato, ma che sia addirittura innocente... E per offrire
a Rennell una possibilità di riscatto, ma soprattutto per fare pace con i propri demoni e per fermare una
macchina di morte che, ignorando le realtà personali, schiaccia ogni umanità con fredde formule legali,
Terri è pronta a mettere in gioco tutta se stessa e il delicato equilibrio del rapporto con sua figlia.
danielle steel
appuntamento al buio
Paris Armstrong ha due figli grandi, una splendida casa nel Connecticut e un
matrimonio inossidabile. Eppure bastano poche parole, pronunciate dal marito Peter,
a mandare in frantumi il suo dorato castello: "Voglio il divorzio". Incredulità, dolore,
rabbia, disperazione, gelosia. Che cosa dire ai ragazzi? Come sopravvivere
all'improvvisa solitudine? Come ricominciare un' esistenza "da single"? E soprattutto:
come evitare i tormentosi tentativi degli amici, animati dalle migliori intenzioni, di
organizzare improbabili appuntamenti al buio? La California sembra essere la terra di
tutte le risposte. E San Francisco la città dove ricominciare una nuova vita, più libera,
intensa e ricca di emozioni. Purtroppo, l'elenco degli uomini che cominciano a corteggiare Paris è tanto
sterminato quanto poco convincente: l'affascinante impegno-fobico, il giovane francese, così
adorabilmente sexy da far quasi dimenticare i suoi anni, l'amante un po troppo dipendente... dalla
bottiglia. E se l'amore bussa finalmente al cuore della figlia Meg, sembra inesorabilmente fuggire quello
della madre. Fino all'ultimo, sorprendente e definitivo rendez-vous...
lorenzo beccati
il guaritore di maiali
Genova 1589. In un convento avvengono strani delitti. Un assassino uccide i maiali,
fonte principale di sostentamento dei monaci. Le bestie vengono ritrovate morte
sull'altare. Sul petto hanno due profondi tagli che riproducono la croce cristiana. Per
scoprire l'autore di queste luciferine uccisioni, il superiore del convento chiama
Pimain, un ex soldato investigatore. Inoltre, l'uomo esercita un mestiere particolare:
il guaritore di maiali. Conosce i porci tanto da sembrare che comunichi con loro.
Giunge persino, per curarli, a tagliare loro le carni senza che si ribellino. Pimain si
aggira per il convento di Sant'Anna scrutando a fondo l'intima natura degli undici
monaci guidati da padre Nicolò Doria, il primo a portare in Italia la patata. In quegli stessi giorni, Genova
vive nel terrore in cui l'ha sprofondata un assassino seriale, chiamato dal popolo l'Artiglio, che uccide una
donna dopo l'altra squarciando loro la gola con un gancio, l'artiglio. Il guaritore di maiali, suo malgrado,
deve indagare anche su questo mostro. Fanno da sfondo alla storia i carruggi di Genova, i suoi mercati, il
porto, la sua gente ombrosa e una ridda di personaggi storici. Pimain il guaritore, grazie a un sistema
davvero particolare di condurre le indagini, cercherà di dare un volto sia all'Artiglio sia all'assassino di
maiali. Ma sarà davvero la fine o solo un nuovo inizio?
davide schiffer
non c’è ritorno a casa… memorie di vite stravolte dalle leggi
razziali
Un denso racconto autobiografico che si snoda tra i luoghi dell'infanzia, trascorsa
nel Piemonte degli anni Venti-Trenta e quindi al sole di Procida, per arrivare
all'adolescenza sconvolta dalle persecuzioni razziali e all'impegno nella lotto
partigiana nel cuneese durante la Seconda Guerra Mondiale. Così l'autore, di padre
ebreo-ungherese e madre piemontese, rievoca con toni asciutti e privi di retorica,
ma con la convinzione di essere stato dalla parte giusta, la vita che l'ha portato
dalle passeggiate nei borghi intorno a Verzuolo, agli studi universitari nella Milano distrutta, violenta e
affamata dell'immeidato dopoguerra, poi a Torino e da lì a Neustadt, in quella Germania che aveva ucciso
il padre nel campo di concentramento, da dove prenderà il via la sua carriera nel campo della neurologia.
corrado farina
il cielo sopra torino: 1940 e dintorni
"Il 10 giugno 1940, dal balcone di Palazzo Venezia, Benito Mussolini comunica agli
italiani che "la dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran
Bretagna e di Francia". Giorni oscuri si preparano per tutto il Paese, e anche nel cielo
sopra Torino si addensano nuvole che non portano pioggia ma lutti e rovine. Il destino
di tre ragazzi di vent'anni ne viene condizionato e sconvolto. La loro storia,
intrecciandosi con quella di una città e di un'intera nazione, diventa una piccola tessera
di un mosaico molto più grande: quello della Storia con la S maiuscola. E il mistero che
avvolge la morte di uno di loro verrà chiarito solo sessant'anni dopo, all'alba del nuovo
millennio: quando ormai il ricordo di ciò che successe allora sopravvive solo nella memoria incerta dei
vecchi". L'immagine della sovracoperta fa parte di una serie di schizzi delle città italiane viste dall'alto,
realizzati nei primi anni Trenta (in parte ad acquerello e in parte a pastelli colorati) dal pittore Uberto
Bonetti (Viareggio, 1909-1993). Bonetti aveva vinto nel 1931 il concorso per il manifesto del Carnevale di
Viareggio, dando vita alla maschera del Burlamacco, diventato da allora l'icona ufficiale della città e del
suo Carnevale. Gli schizzi di Bonetti si iscrivono di diritto nel movimento della cosiddetta "aeropittura",
una corrente artistica del secondo futurismo che si proponeva di ricreare le sensazioni del volo attraverso
la scomposizione del movimento e l'esasperazione delle prospettive.
gianna baltaro
pensione tersicore, delitto a teatro per il commissario martini
Il teatro si è sempre prestato come ambiente ideale per rappresentare il delitto, sia
sulla scena sia dietro le quinte. Gianna Baltaro lo sceglie come luogo dell'omicidio di
un attore dal fascino ambiguo, la sera del debutto di uno spettacolo importante. Il
commissario Martini, chiamato a risolvere il mistero, riuscirà come sempre a
individuare l'assassino...
celia rees
la casa dei desideri
Estate 1976, di nuovo in vacanza: mamma, papà, il caravan, il campeggio nel Galles
del sud. Il quindicenne Richard non ha motivo di aspettarsi grandi sorprese. Ma una
novità c’è: la grande casa abbandonata attorno cui Richard e il suo amico d’infanzia
David amavano curiosare è improvvisamente abitata. A Wish House, la Casa dei
Desideri, sono tornati i proprietari: i disinibiti, anticonformisti Dalton. Il pittore Jay,
quasi un sacerdote dell’arte, a cui si dedica con instancabile e fanatico fervore; sua
moglie Lucia, bella e trasognata; il figlio Joe, appassionato di musica; e la bellissima
figlia Clio, musa onnipresente nei quadri di Jay, da cui Richard è irresistibilmente,
quasi perdutamente attratto. Lo stesso Jay mostra un interesse speciale per Richard, che aspira a entrare
nel clan; e ben presto l’attrazione per Clio si trasforma in una storia d’amore, potente e intensa. Con lei
trascorre giorni e notti indimenticabili, prendendo coscienza delle proprie emozioni e dei propri sensi. Fino
a quando il genio di Jay non diventa distruttivo e un doloroso segreto viene alla luce...
luis sepùlveda
cronache dal cono sud
Luis Sepúlveda ama il suo Paese, gli uomini e le donne del Cile e per questo scrive di
loro e dei giovani cileni, ostinatamente impegnati a conquistare felicità e giustizia. In
questo nuovo libro, lo scrittore cileno riparte dal terribile 11 settembre 1973 a Santiago
del Cile, quando Pinochet e gli altri tre ufficiali che comandavano la marina, le forze
aeree e i Carabineros, dichiararono guerra al marxismo “lininismo” (così lo
chiamavano) e con quella scusa cominciarono ad assassinare, torturare, sequestrare
persone. Razziarono i beni di chi cadeva nelle loro mani, i morti e i desaparecidos
furono a migliaia. Sedici anni dopo, la Corte suprema di giustizia del Cile ha ritenuto,
con sentenza assolutoria, che quei delitti non sussistessero. Da queste premesse muove l’indignazione
che anima questa nuova, intensa raccolta di scritti di Luis Sepúlveda, autentico j’accuse contro il regime
dell’ex dittatore Pinochet. Il grande narratore se la prende anche con chi (come lo scrittore peruviano
Mario Vargas Llosa) ha giudicato positivamente come “neoliberista” il modello economico imposto dai
militari, non rendendosi conto, invece, che quel regime non faceva altro che legalizzare le ruberie. La
tattica viene descritta: Pinochet dava ordine di assassinare qualcuno, solitamente di sinistra, che avesse
un grande appezzamento di terreno edificabile. La terra passava per qualche giorno allo Stato cileno, poi
veniva donata all’ente diretto da Lucia Hiriarte in Pinochet, moglie del dittatore. L’esercito vi costruiva
sopra centinaia di alloggi, che poi venivano rivenduti ai cileni. E i profitti scomparivano nei conti correnti
dei Pinochet a Miami, Gibilterra, in Svizzera. Altro che libero-scambisti, osserva Sepúlveda, questi erano i
“ladri cileni”, il clan che ha tenuto in scacco il Paese andino per sedici lunghi anni. Sepúlveda in questo
libro non parla solo di Cile, si scaglia anche contro le coperture fornite dai Paesi occidentali ai dittatori. Se
la prende con le guerre scatenate dall’Inghilterra di Blair e dall’amministrazione di G. W. Bush, con i
politici e i premier dell’Occidente ossessionati dall’idea di “andare verso il futuro”. A quella visione,
Sepúlveda oppone “la solidità di un presente libero dalle infamie del passato”. Perché è convinto che “i
morti sono fastidiosi; il loro ricordo è come un sassolino nella scarpa: impedisce di andare verso il futuro”.
giulia carcasi
io sono di legno
“Ma le stelle quante sono”, il primo libro della giovane autrice romana, parlava dei
giovani e del loro modo di crescere, di diventare adulti, ognuno con il proprio bagaglio
di paure ed insicurezze. La descrizione della vita normale di due ragazzi, Alice e Carlo,
personaggi veri, idealisti e un po’ pazzi come tutti a quell’età. Un libro a due voci. La
stessa storia raccontata dai suoi due protagonisti. Un romanzo realistico, puro, dolce,
romantico. Anche questo secondo romanzo è un libro a due facce, quelle di Mia e
Giulia. Una madre e una figlia che non riescono a parlarsi, che si scrutano da lontano,
immobilizzate nel loro "essere di legno". Così vicine eppure così distanti, così convinte
che stare chiuse nelle proprie certezze sia l’unico modo per non scalfire la corteccia del proprio io che
finiscono per non riuscire neanche a parlarsi. Mia scrive sul diario dei suoi sabati sera sfrenati. Giulia resta
chiusa nel silenzio che l’avvolge da sempre. Non riesce a parlare con sua figlia, non sa come fare. E allora
legge il suo diario. A questo punto, però, il meccanismo si rompe. Non si può più stare in silenzio. È
necessario parlare. Giulia però lo sa bene, a volte le parole muoiono in gola. Alla carta si può rispondere
solo con la carta e lei lo fa ritornando indietro con la memoria, raccontandosi come non aveva mai avuto
il coraggio di fare prima. Una vita ferita dall’egoismo e dalla prepotenza di una famiglia falsamente
perbenista: una famiglia di matrioške, dove ogni donna conteneva l’altra, e lei, che era l’ultima arrivata,
era solo la coda, quella che arrivava sempre per ultima. Il culto delle apparenze della madre, una donna
fragile che credeva nella catena del bene, quella in cui l’anello sopra regge quello di sotto. I sabati
pomeriggio passati con Suor Sofia, una giovane monaca peruviana curiosa dei balli e dell’amore, l’unica
amica della giovinezza. I primi passi da medico. Il matrimonio con un primario. La gravidanza a lungo
attesa. E i segreti. Le parole non dette. Le frasi sperate. Più la storia prende forma, però, più diventa
difficile accettarne la realtà. L’incontro tra Giulia e Mia può avvenire solo accettando una verità difficile.
Solo cercando di ammorbidire il legno.
baya gacemi
nadia, paure e speranze di una donna algerina
Sconvolgente e attualissima, la testimonianza di Nadia, lo pseudonimo con cui una
donna algerina, moglie di un terrorista islamico, racconta la sua storia. La storia di
una ragazza che, quasi bambina, si è innamorata perdutamente di un uomo
turbolento e affascinante, diventato con il tempo il temuto capo di una banda di
fanatici fondamentalisti. Dall'euforia iniziale, Nadia passa poi attraverso la solitudine,
la paura, la disperazione e, soprattutto, l'impossibilità, o l'incapacità, di uscire
dall'inferno del terrorismo. Finché con una decisione coraggiosa, e rischiosa, non si
risolve a parlare della sua tragica esperienza con una giornalista sensibile e
intelligente, che ha qui raccolto la sua drammatica testimonianza... Un libro unico, per conoscere la parte
più debole di un popolo travolto da anni da un'assurda guerra civile.
thomas harris
hannibal lecter, le origini del male
Lituania, fine della seconda guerra mondiale. Un bambino di otto anni emaciato e
sporco, emerge dalle macerie e dalle stragi del fronte occidentale e vaga senza meta
nella neve con un braccio rotto e una catena stretta al collo. Quel bambino è
Hannibal Lecter, fuggito dal casino di caccia in cui si era rifugiato con la famiglia per
scampare alla violenza delle soldataglie. Gli occhi attraversati da un'indecifrabile
espressione, chiuso in un ostinato silenzio, il piccolo Hannibal cresce nell'orfanotrofio
russo che lo ospita in una solitudine apparentemente assoluta. Lo zio, un famoso
pittore, riesce a rintracciarlo e lo porta a vivere con sé a Parigi. Qui, grazie alle
amorevoli cure di sua moglie, Hannibal avrà modo di scoprire e coltivare i sui innumerevoli talenti, che
spaziano dalla musica alla letteratura, dall'arte alla medicina. È in questa atmosfera, densa di stimoli e
suggestioni, che il giovane comincerà a edificare un vero e proprio "palazzo della memoria",
impreziosendolo di visioni spettacolari e insieme agghiaccianti, teatro e sfondo interiore delle più raffinate
speculazioni come dei più inconfessabili desideri. Fino al giorno in cui Hannibal decide che è tempo di
tornare a casa e bussare alla porta dei demoni che così spesso vengono a fargli visita...
janine boissard
la casa dei bambini
Nella verde provincia francese, la storia di Margaux, donna chirurgo alle prese con
una delicata inchiesta, tra amore e impegno sociale. "La Casa dei Bambini, sta scritto
sulla targa nuova di zecca affissa al portone. Certo che questi bambini sono proprio
viziati! Di solito quelli che "non sono come gli altri", i guastafeste, vengono tenuti
nascosti, fuori città, possibilmente in mezzo a grandi parchi cintati da alte mura. E
invece questi hanno diritto al centro storico. E a un edificio fantastico. La giornata si
preannuncia bella, di un malinconico azzurro dorato. Se non altro in Borgogna avevo
ritrovato il profumo dell'estate di San Martino. Il portone è spalancato. Lo varco. Un
corrile grazioso, circolare, per terra ghiaino rosa, conduce all'elegante costruzione in pietra scura con il
tetto d'ardesia. Sollevo involontariamente lo sguardo verso le mansarde: sette finestre. La piccola
Catherine ha avuto l'imbarazzo della scelta". "Di nuovo il silenzio. Insieme alla notte entra anche l'aria
fredda, Catherine batte i denti, il lupo la morde nel ve ntre, nel cuore, e la mamma non è lì a proteggerla.
La finestra è troppo alta, come se volesse impedirle di farlo..." La morte della piccola Catherine fa
scoppiare la bomba. Allo scandalo fanno eco le reiterate polemiche e i pregiudizi sull'istituto che accoglie
bambini con gravi problemi: la Casa dei Bambini deve chiudere. Margaux ha quarant'anni. Dopo la morte
del marito, ha lasciato l'ospedale dove lavorava come chirurgo, ha cambiato città, e si occupa ora di
infanzia maltrattata al Ministero. Dopo quello che le è successo, l'amore è un capitolo chiuso nella sua
vita. Ma il Ministero della Sanità decide di inviarla in una missione "non ufficiale" in Borgogna, nella
provincia francese dove è vissuta, per indagare sulla delicata questione della Casa dei Bambini.È costretta
così a ritornare nei luoghi da cui era voluta fuggire. L'inchiesta non si presenta per niente facile.Sono vere
le accuse che ritengono la Casa un rifugio per pericolosi psicotici? O è soltanto l'ennesimo tentativo di
liberarsi di un'istituzione così "scomoda"? E qual è realmente la causa della morte di Catherine? Può una
bambina suicidarsi a undici anni? Janine Boissard tinge di giallo le vicende di una nuova grande
protagonista femminile, una donna dolce e forte, segnata dalla vita e mossa da un forte senso della
giustizia. Uno stile asciutto, molta azione e un taglio cinematografico sono i segni distintivi di una scrittura
ricca di emozioni, di un'autrice che sa descrivere i grandi sentimenti dell'animo umano.
joan didion
l’anno del pensiero magico
La vita cambia in un istante. Passa dalla normalità alla catastrofe. John Gregory
Dunne, sposato da quarant’anni con Joan Didion, muore all’improvviso la sera del 30
dicembre 2003. Ed è così che per Joan inizia l’anno del pensiero magico. Un anno in
cui tutto viene rimesso in discussione, riconsiderato, riformulato. Le idee sulla morte,
sulla malattia, sul calcolo delle probabilità, sulla fortuna e sulla sfortuna, sul
matrimonio e sui figli e sulla memoria, sul dolore, sui modi in cui la gente affronta o
non affronta il fatto che la vita finisce, sulla fragilità dell’equilibrio mentale, sulla vita
stessa. Una scrittrice ironica e graffiante, un’icona dell’America contemporanea
racconta se stessa con sincerità, con crudezza, e racconta una storia d’amore. Le sue parole colpiscono
nel profondo chiunque sappia che cosa significa amare qualcuno e perderlo. Pagine che scandiscono un
rito di passaggio, che si affollano di riflessioni, letture, stralci di conversazioni, di stratagemmi per
sopravvivere. Come quel pensiero magico che induce a credere di poter modificare ciò che è già
accaduto, di poter tornare indietro, perché lui possa tornare indietro. Fino a che, dopo un anno e un
giorno, Joan si rende conto, quasi suo malgrado, che qualcosa sta cambiando. Che guardando al tempo
trascorso incontra ricordi in cui John non è più presente. Che è necessario, e giusto, lasciare andare i
morti. Per poter sopravvivere. Per poter continuarea vivere. Joan Didion è nata in California nel 1934 e
vive a New York. Giornalista, scrittrice e sceneggiatrice, ha pubblicato romanzi e libri di saggistica. Scrive
per il New Yorker e la New York Review of Books.Nel novembre 2005 "L’anno del pensiero magico" ha
vinto il National Book Award per la nonfiction.
somaly mam
il silenzio dell’innocenza
Nata nella poverissima campagna cambogiana, dove i genitori arrivano a vendere i
propri figli all’età di cinque o sei anni per pochi soldi, Somaly Mam, oggi
trentacinquenne, ha vissuto parte dell’adolescenza in un bordello, in condizione di
schiavitù. Violentata, picchiata e torturata, è riuscita a sottrarsi al suo destino e
insieme al marito Pierre Legros ha creato nel 1997 un’associazione no-profit, la
AFESIP (Agir pour les femmes en situation précaire) che dalla Cambogia, dove ha la
sede principale, si è rapidamente sviluppata in Tailandia, Vietnam e Laos. Nonostante
abbia subito numerose minacce, finora Somaly Mam è riuscita a salvare dalla
prostituzione e dalla schiavitù migliaia di ragazze. Il silenzio dell’innocenza racconta la sua storia, la storia
di migliaia di persone come lei, il dolore e la rabbia, ma anche la speranza che il mondo possa cambiare.
Somaly Mam nel 1998 è stata insignita del Premio Principe delle Asturie per la cooperazione
internazionale su segnalazione di Emma Bonino, sua grande sostenitrice. Candidata al Premio Nobel per
la pace dalla Regina di Spagna, da anni le televisioni e la stampa di tutto il mondo si occupano di lei. Ma
in Italia Somaly Mam è diventata un personaggio pubblico soprattutto con le Olimpiadi invernali di Torino
quando, il 17 febbraio 2006, ha portato la bandiera olimpica assieme ad altre sette grandi donne come la
keniota Wangari Maathai Kenia (Nobel per la pace 2004), la scrittrice cilena Isabel Allende e l’attrice e
ambasciatrice dell’Unicef Susan Sarandon. Oggi Somaly Mam vive vicino a Phnom Penh con i suoi figli
Melissa, Adana e Nicolai.
wangari maathai
solo il vento mi piegherà
Quando, nell'ottobre 2004, Wangari Maathai riceve la notizia dell'assegnazione del
premio Nobel per la Pace, decide di festeggiarlo nel modo migliore che conosca:
piantando un albero. Attorniata da una folla di spettatori e giornalisti, scava la terra
rossa e calda della valle dominata dal Monte Kenya e, commossa, vi depone una
pianticella. Negli oltre trent'anni di lotta incessante in difesa dell'ambiente e della
democrazia, gli alberi sono sempre stati la sua fonte d'ispirazione: da loro ha
imparato che, per quanto si tenti di distruggerle, una volta che giustizia e verità
hanno messo radici nel cuore di un popolo germoglieranno per sempre; come gli
alberi, ha attinto forza e nutrimento dalla sua terra, restandovi ben piantata, ma allo stesso tempo è
riuscita a svettare verso il cielo, diventando un esempio di speranza e coraggio per il mondo intero.
Ripercorrendo gli ultimi cinquant' anni della storia del Kenya, Wangari Maathai racconta in questa
autobiografia una vita di battaglie pubbliche e private: l'infanzia in un villaggio, gli studi negli Stati Uniti
dell'era Kennedy, il rientro in Africa all'indomani dell'indipendenza, la fondazione del Green Belt
Movement - che arriverà a piantare oltre trenta milioni di alberi -, i numerosi riconoscimenti
internazionali. Ma anche la discriminazione etnica e sessuale, la fine della carriera all'Università di Nairobi,
il divorzio, gli anni bui del governo autoritario di Daniel arap Moi, le minacce di morte, il carcere.
charlotte link
profumi perduti
Felicia Donnelly, giovane tedesca dell'alta borghesia, viene travolta dalla prima
guerra mondiale che cambia in modo drammatico le prospettive e i destini di tutti.
Felicia, spirito ribelle e anticonformista, si adatta ai tempi nuovi e si scopre abile
donna d'affari, si sposa e ha due figlie. Pur vivendo a Berlino, Felicia resta
sentimentalmente legata a Lulinn, la splendida tenuta di famiglia nella Prussia
orientale, dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza e dove decide di tornare
dopo essersi separata dal marito. Qui Felicia accudisce l'anziana madre ma il
paese è di nuovo in guerra. Le operazioni sul fronte russo interrompono le
comunicazioni e Felicia è costretta per non perdere l'azienda dell'ex marito che lei
dirige, ad allontanarsi da casa e a rifondare una nuova Lulinn su un lago bavarese.
wendy holden
mogli a mollo
Amanda e Hugo aspettano un figlio: il piccolo nascerà in una clinica privata molto
chic, dove la puerpera ha a disposizione tutte le comodità, Internet compreso... Del
resto Amanda è una giornalista d'assalto, molto glamour, sempre pronta a gettarsi
sull'ultimo gossip e non può rimanere tagliata fuori dal mondo dorato delle star
nemmeno per un secondo. Anche Alice e Jake aspettano un figlio: il piccolo nascerà
in casa, alla luce delle candele, cullato dal canto delle balene su un letto costruito
riciclando le cassette della frutta... Del resto Jake è un ecologista militante, che
alleva vermi anoressici perché mangino i rifiuti organici e per il parto ha regalato a
sua moglie un fantastico braccialetto ricavato da un vecchio spazzolino da denti. Ma si sa che i figli sono
fatti per scombinare i piani dei genitori... E così, fra tate prestigiose che arrivano direttamente dalla
famiglia reale e cavolini di Bruxelles coltivati usando concime umano, sentimenti paterni (e materni) che
stentano a decollare, ritorni al lavoro e asili gestiti da direttrici rottweiler, i bambini crescono, le coppie
scoppiano e si ricostituiscono in un'esilarante commedia romantica sulla maternità.
simonetta agnello hornby
boccamurata
Chi è stata la madre di Tito? Una poco di buono, come dicono certe voci cattive? O
una signora di buona famiglia costretta a “sparire”, come ha sempre detto il padre
Gaspare? Tito è alla guida di un pastificio, fonte non solo di ricchezza ma anche di
conflitti, tensioni e invidie in seno a una famiglia allo sbando. È soltanto la sua
autorità a tenerla insieme, a volerla unita, con il sostegno forte della mite presenza di
una vecchia zia: zia Rachele ha vegliato su Tito e poi sui figli di lui e non ha perso la
capacità di intuire anche quello che le si vorrebbe tener nascosto, ma nel suo
sguardo cominciano ad affiorare a poco a poco ricordi confusi e brandelli di segreti
custoditi tenacemente per più di mezzo secolo. A smuovere ulteriormente le acque torbide, insieme alla
bellissima Irina, spregiudicata e intraprendente, arriva all’improvviso Dante, figlio di una ex compagna di
collegio della zia. E c’è chi sospetta oscuri moventi. Quanto più la storia si apre a inattesi sviluppi nel
presente, tanto più il passato viene folgorato da una nuova luce e il mistero che nascondeva si dischiude
lentamente con la forza di una grande storia d’amore. Ancora una volta, sono al centro della scrittura di
Simonetta Agnello Hornby la famiglia come covo di sentimenti innominabili, la lotta per la roba, la
sensualità di uomini e donne. Sullo sfondo, una Sicilia modernissima e viva, colta nel declinare di valori
assodati. Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo e vive dal 1972 a Londra dove svolge la professione
di avvocato ed è presidente del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. Il suo studio legale
nel quartiere di Brixton lavora per lo più con le comunità nera e musulmana.
edo prando
baio: l’antico carnevale del Piemonte occitano
Nelle giornate della Baio tutti si sentono partecipi di un avvenimento che risalda in
modo forte e forse unico, lo spirito di appartenenza alla propria terra. Nell'incontro
dei quattro cortei delle Baio di Villar, Calchesio, Sampeyre e Rore c'è un pathos
reale. Quando gli Abbà incrociano le spade nel saluto, non si finge, ma si rivive un
momento. Non ha importanza che la caccciata dei Saraceni sia realmente
accaduta: questa non è un rievocazione, ma un'affermazione della propria identità,
che la comunità rinnova ogni cinque anni. Letta in questa maniera, anche l'assenza
delle donne nei cortei ha un suo significato. La parte visibile, maschile, è possibile
perchè esiste una parte femminile, invisibile, che fa da contraltare. E' la parte che
mantiene il ricordo, lo tramanda, lo organizza e ogni cinque anni lo concretizza
nella simbologia dei costumi.
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