Relazione di risposta alle integrazioni richieste

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Relazione di risposta alle integrazioni richieste
Anas SpA Società con Socio Unico
Cap. Soc. € 2.269.892.000,00 – Iscr. R.E.A. 1024951 – P.IVA 02133681003 – C.F. 80208450587
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Compartimento della Viabilità per la Toscana
PROGETTO PRELIMINARE DEL RACCORDO AUTOSTRADALE SIENA – FIRENZE
SVINCOLO DI SAN CASCIANO NORD
COMUNE DI SAN CASCIANO IN VAL DI PESA
PREMESSA
Con riferimento alla procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. ai sensi dell’art. 48
della LR 10/2010 relativa al progetto preliminare dello Svincolo di San Casciano Nord sul raccordo
Autostradale Siena-Firenze, con nota prot. n° CI.008 Cat.06 Cas. del 26/06/2015, la Città
Metropolitana di Firenze chiedeva all’ANAS alcune integrazioni documentali al fine di “rendere
possibile la complessiva valutazione del progetto”.
Le pagine che seguono costituiscono la relazione di risposta alle specifiche integrazioni richieste.
Essa è corredata dei seguenti documenti:
- Procedura di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. - Relazione di risposta alle integrazioni
richieste
- Valutazione previsionale di impatto acustico (Tav. V00SG00MOARE01A)
- Valutazione dei flussi di traffico (Tav. V00SG00GENRE01A)
- Planimetria di cantierizzazione (Tav. V00CA00CANLF01A)
- Layout di Cantiere (Tav. V00CA00CANLF02A)
- Planimetria con indicazione delle aree di sterro e di riporto (Tav. V00PS00CMSLF01A)
- Planimetria con ubicazione dei tombini sui corsi d’acqua minori (Tav. V00TM00IDRPL01A)
- Relazione Piano di Utilizzo (Tav. V00SV00GEORE02A)
- Rapporti di prova analisi chimiche e di laboratorio (Tav. V00SV00GEORE03A)
- Planimetria indagini geognostiche e ambientali (Tav. V00SV00GEOPU02A)
- Risultati delle indagini geologiche e geotecniche allegati al Progetto Preliminare, costituiti dai
seguenti elaborati:
o
Relazione Gologica-NTC 2008 (Tav. V00SV00GEORE01A)
o
Planimetria indagini geognostiche (Tav. V00SV00GEOPU01A)
o
Sezioni
geologico-tecniche
-
Sezioni
Tomografiche
–
Indagine
Sismica
(Tav.
V00SV00GEOSG01A)
o
Sezioni geologico-tecniche (Tav. V00SV00GEOSG02A)
I paragrafi che seguono sono organizzati secondo l’ordine sequenziale dei quesiti posti nella nota
prot. n° CI.008 Cat.06 Cas. del 26/06/2015 della Città Metropolitana di Firenze.
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1. Si chiede di chiarire la modalità realizzativa e la profondità degli scavi per la realizzazione
delle fondazioni, al fine di evitare eventuali fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e/o
sotterranee, valutando per queste ultime il possibile impatto delle attività di cantiere con il livello
dell’acquifero superficiale e con le sue variazioni nei periodi di morbida e di magra
Come si evince dell’elaborato V00M0ARCDT24 “Indicazioni delle opere d’arte minori: schemi
tipologici muri di sostegno” le opere di sbancamento di maggiore consistenza avverranno nella
zona di monte situato nel settore orientale. Tale area è caratterizzata dall’affioramento dei
ciottolami poligenici dotati di permeabilità media per porosità, seguita più in profondità dalle argille
con calcari palombini che, in relazione alla forte componente argillosa, possiedono una permebilità
molto scarsa.
Al fine di monitorare la falda idrica riscontrata durante la campagna geognostica, si è proceduto
all’installazione nei sondaggi S1, S2, S4 e S5, di piezometri a tubo aperto. Il successivo
monitoraggio piezometrico ha evidenziato la presenza di falda idrica alle seguenti profondità:
LETTURA PIEZOMETRICA NEI PIEZOMETRI EFFETTUATA IN DATA 15 NOVEMBRE 2012
Sondaggio
Profondità (in m dal p.c.)
S1
7.65 m
S2
3.34 m
S4
3.53 m
S5
0.77 m
In relazione ai livelli freatici riscontrati, la progettazione è stata impostata in base all’assetto
idrogeologico, tenendo conto delle plausibili interferenze degli sbancamenti necessari alla
realizzazione dei muri di contenimento.
Si riporta qui di seguito un estratto della Sezione 4-4’ della
TAV V00VSGEOSG02 “Sezioni
geologico tecniche” in cui è riportato l’assetto stratigrafico e profondità dei livelli piezometrici nel
settore di monte in cui sono previsti gli sbancamenti di maggiore entità e dove si verificano
plausibili interferenze con la falda idrica durante l’esecuzione degli sbancamenti necessari alla
realizzazione dei muri di contenimento.
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Figura 1: sezione geologica 4-4’ (cfr. tav. V00VSGEOSG02)
Come desumibile dalla sezione sopra allegata durante la realizzazione dello sbancamento in tale
settore è prevista l’intercettazione della falda idrica ad una profondità di 7.65 m da p.c. in
prossimità del contatto tra le unità CS e C.
A tergo dei muri di contenimento per un adeguata regimazione delle acque superficiali verranno
eseguiti drenaggio la cui quota di imposta e caratteristiche costruttive saranno progettate con
l’obbiettivo del mantenimento dell’equilibrio delle falde superficiali. Al tale fina si prevedono
drenaggi costituiti da materiale di natura granulare che raggiungeranno la quota della base dei
muri di contenimento il cui scopo sarà quello di intercettare le acque di infiltrazione con la loro
reimmissione nel limitrofo fosso ricettore. Il dimensionamento delle opere di drenaggio verrà
opportunamente eseguito in fase di progettazione definitiva ed esecutiva.
Per quanto concerne la valutazione di plausibili inquinamenti si fa presente che gli sbancamenti
avverranno solo tramite l’ausilio di pale ed escavatori meccanici. Per quanto concerne i pali di
fondazione, in relazione alle caratteristiche di terreni si prevede la loro escavazione a secco
limitando solo quando strettamente necessario
l’utilizzo di fanghi bentonitici ad acqua senza
l’ausilio di additivi.
L’unica potenziale fonte di inquinamento è dovuto all’accidentale sversamento di olii e combustibile
dei mezzi di cantiere. In virtù di ciò tutte le aree interessate (dal ricovero e dallo stazionamento di
automezzi) in via cautelativa, saranno considerate soggette alla produzione di acque meteoriche
potenzialmente contaminate e saranno pertanto convogliate ad una vasca di trattamento di prima
pioggia opportunamente dimensionata per il volume di acqua da trattare e dotato di sistema di
trattamento fisico attraverso un dissabbiatore/disoleatore di tipo statico.
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2. Per quanto riguarda l'impianto di lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dal cantiere deve
essere specificato il modo di funzionamento, la localizzazione di tale impianto su planimetria del
cantiere e la gestione delle acque di lavaggio
In prossimità delle uscite delle aree di cantiere saranno istallati due impianti lavaruote automatici
che dovranno essere dotati di un sistema per la depurazione ed il riutilizzo totale delle acque e
trattamento dei fanghi (cfr. Planimetria layout di cantiere).
L’Impianto lavaruote preso in considerazione, consiste in una struttura completa di collettori ed
ugelli fissi di lavaggio. L’attivazione di questo sistema avviene con fotocellule. Il mezzo d’opera,
entrando nell’impianto, attiva una prima coppia di fotocellule: le pompe si accendono e
pressurizzano i collettori facendo defluire l’acqua in pressione attraverso gli ugelli. Il mezzo lavato,
uscendo dall’impianto, attiva una seconda coppia di fotocellule poste in uscita spegnendo le
pompe di lavaggio. La velocità di passaggio del mezzo all’interno del lavaruote è naturalmente
determinata dall’autista che dovrà, se necessario, eseguire delle brevi soste intermedie per
permettere ai getti d’acqua di “lavorare maggiormente”.
L’Impianto di lavaggio ruote mobile sarà installato sopra una platea di cemento o conglomerato
bituminoso, e tipicamente sarà costituito dai seguenti elementi (cfr. Fig. 2):
• Rampe di salita e discesa con una pendenza massima del 10%;
• Collettori di transito e lavaggio con struttura tubolare con ugelli a ventaglio;
• Pista di lavaggio studiata per agevolare l’eliminazione dei residui dai pneumatici e tale da evitare
danneggiamenti ai pneumatici stessi;
• Pannelli paraspruzzi;
• Quadri elettrici per la gestione e il monitoraggio di tutte le funzioni operative;
• Pompe per il lavaggio laterale;
• Pompe per il lavaggio battistrada;
• Pompe di rilancio al trattamento acque;
• Trattamento acque reflue con Decantazione, Flocculazione, Chiarificazione, Estrazioni fanghi;
• Vasca di trattamento per la: Dissabbiatura, Estrazione sabbie e fanghi, Disoleazione e Accumulo;
• Stazione dosaggio polielettrolita;
• Impianto estrazione fanghi con catenaria;
• Vasca o sacconi di raccolta fanghi.
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Figura 2: schema tipologico di funzionamento dell’impianto lavaruote preso a riferimento
L’impianto è quindi concepito in modo da riciclare tutta l’acqua, garantendo il massimo riutilizzo
dell’acqua con un minimo reintegro. (Si deve reintegrare solamente la quantità d’acqua persa con il
mezzo in uscita dal lavaggio e con i fanghi smaltiti).
Trattamenti reflui per il riutilizzo delle acque di lavaggio:
• L’ impianto di depurazione oltre alle sabbie estrae molte impurità presenti nelle acque reflue.
• Dissabbiatore e Decantatore - Le sabbie e i fanghi estratti sono inviati direttamente ad una vasca
di raccolta o a un impianto di disidratazione a sacconi drenanti o alla Filtro pressa.
• Possibilità di eseguire la chiarificazione completa delle acque anche quando i fanghi sono
presenti in grande quantità.
• in alternativa ai Decantatori, i fanghi possono essere estratti da una catenaria con palette
raschiatrici in gomma.
• Disidratazione dei fanghi con Ispessitore, sacchi filtranti, cassone drenante o filtropressa: la
scelta del sistema di disidratazione più appropriato dipenderà dalla quantità e dalle caratteristiche
dei fanghi che si potrà fare con una fase successiva di progettazione definitiva/esecutiva.
Processo di depurazione per il riutilizzo delle acque di lavaggio
• La tipologia delle attività svolte (scavi, demolizioni, movimentazione terre e macerie)
determina la composizione dei solidi nelle acque di lavaggio. L’intensità dei lavaggi ne
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determina la quantità. In base alla conoscenza e allo studio di questi dati, nelle successive fasi
progettuali saranno opportunamente dimensionati i processi di trattamento più adatti:
Dissabbiatura
Disoleazione
Defangazione.
Chiarificazione.
Rimozione metalli pesanti.
Disidratazione dei fanghi.
Impianti come quello descritto trovano impiego in svariati campi di applicazione, in particolare sono
consigliati per
•
Cave, Miniere, Lavorazione Rocce
•
Stoccaggio e Lavorazione Carbone
•
Macchine da Frantumazione
•
Scarico Tramogge Lavorazione e Stoccaggio Minerali
•
Impianti di Riciclaggio
•
Trasformazione Inerti
•
Acciaierie
•
Discariche
•
Demolizioni, cantieri di bonifica
•
Cementifici, stabilimenti di betonaggio
•
Imprese edili, cantieri edili temporanei
•
Costruzioni Stradali - Gallerie
3. Nonostante si preveda la realizzazione di un cantiere con superficie inferiore ai 5000 m2, si
ritiene comunque opportuno che siano fornite indicazioni su:
- gestione delle acque meteoriche dilavanti nelle zone di parcheggio mezzi/piazzole di
rifornimento/baracche/ricovero notturno dei mezzi prima del loro convogliamento verso
gli impluvi naturali, al fine di limitare il trascinamento dei solidi sospesi e di aventuali
idrocarburi sversati accidentalmente;
- gestione delle acque meteoriche dilavanti nelle zone di stoccaggio delle terre di scavo e
del materiale vegetale scoticato, in modo da evitare ristagni e da permettere attraverso
dei sistemi di decantazione il trattamento delle acque per i solidi sospesi prima dell'invio
agli impluvi naturali.
L’area di cantiere avrà una superficie inferiore a 5.000 mq e ciò ne comporta l’esclusione dal
campo di applicazione del Regolamento 46/R in materia di gestione delle acque meteoriche di
dilavamento. Ciò nonostante, come richiesto, tale area avrà un apposito sistema di raccolta e
smaltimento delle acque costituito da fossi di guardia che correranno lungo tutto il perimetro
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dell’area di cantiere fino a raggiungere il punto più depresso in cui saranno ubicati due appositi
impianti di trattamento prefabbricati in cui le acque meteoriche dilavanti subiranno i trattamenti di
grigliatura, sedimentazione e disoleazione prima di immetterle nel compluvio naturale.
Onde evitare i ristagni di acqua, tutte le aree verranno opportunamente sistemate e livellate in
modo da convogliare l’acqua verso i fossi di guardia. La tavola V00CA00CANLF02A riporta il
Layout del cantiere base che è stato ubicato nella zona Est, nell’area compresa tra le rampe di
progetto 1 e 7. Tale area risulta attraversata da un impluvio naturale che la divide in due parti e
sarà il recapito finale delle acque trattate.
Le due aree di cantiere saranno ricongiunte mediante la posa di un ponticello provvisionale, che
garantirà anche il normale deflusso delle acque nel fosso.
Saranno ubicati due distinti impianti di trattamento: uno destinato alle aree di stoccaggio a sud del
fosso e l’altro a servizio delle aree di ricovero mezzi, a nord.
Un terzo impianto è previsto nell’area destinata allo stoccaggio del terreno vegetale, a nord della
rotatoria di progetto R1, tra le rampe di progetto 2 e 6.
4. Relativamente al monitoraggio delle acque di falda devono essere forniti dettagli sulla
localizzazione del sondaggio da attrezzare a piezometro, sugli analiti chimici e microbiologici che
si intende tenere sotto controllo e sui limiti di riferimento da considerare. Si riterrebbe opportuno
inserire nel monitoraggio anche gli altri sondaggi eseguiti ed effettuare su ciascuno sia il
monitoraggio chimico e microbiologico ma anche il monitoraggio del livello di falda.
Relativamente al monitoraggio dell’acque di falda si fa presente che in fase di progettazione
preliminare si è provveduto all’installazione di n.4 piezometri a tubo aperto di cui n.2 nel settore di
monte e n.2 in quello di valle. Gli stessi sono stati opportunatamente posizionati con lo scopo di
non avere interferenze con le opere in progetto e permetteranno il monitoraggio piezometrico,
chimico e microbiologico, per tutta la durata del cantiere.
Oltre al monitoraggio dei piezometri precedentemente istallati si prevede l’istallazione di un
ulteriore piezometro il cui posizionamento è riportato nella figura in appendice.
Nei cinque piezometri installati si provvederà al monitoraggio piezometrico, chimico e
microbiologico secondo le seguenti modalità:
Ante operam: preliminarmente all’apertura del cantiere si provvederà all’esecuzione almeno
sei mesi prima dell’apertura del cantiere di cicli di letture mensile piezometriche ed un mese
prima dell’inizio dei lavori del prelievo di campioni di acqua in ciascun piezometro che
verranno successivamente sottoposti ad analisi chimiche e batteriologiche (totale n.5
campioni) .
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In Operam: per tutta la durata del cantiere si provvederà all’esecuzione per ciascun
piezometro installato cicli di lettura mensile ed cicli di prelievo di campioni di acqua con
cadenza trimestrale.
Post operam: ultimati i lavori si provvederà al monitoraggio delle acque di falda con le
medesime modalità della fase in operam per un periodo di almeno un anno.
I campioni di acqua sotterranea prelevati durante il monitoraggio saranno sottoposti alle
determinazioni analitiche di laboratorio per la ricerca dei parametri riportati nella seguente tabella,
dove sono indicate anche le metodologie analitiche utilizzate:
Parametri
Metodi analitici
pH
APAT CNR IRSA 2060 Man 29 2003
Conducibilità elettrica
APAT CNR IRSA 2030 Man 29 2003
Cloruri
EPA 9056 A 2007
Nitrati
EPA 9056 A 2007
Durezza totale
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Ossidabilità
Rapporti ISTISAN 2007/31 pag.97
Nitriti
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Idrocarburi totali
APAT CNR IRSA 5160A Man 29 2003
Olii e grassi animali e vegetali
APAT CNR IRSA 5160A Man 29 2003
Ammoniaca
APAT CNR IRSA 4030 A2 Man 29 2003
Alcalinità alla fenolftaleina
APAT CNR IRSA 2010 Man 29 2003
Acidità totale
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Alcalinità totale
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Bicarbonati
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Carbonati
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Alcalini da idrossidi
APAT CNR IRSA 2040 Man 29 2003
Conta Coliformi totali
APAT CNR IRSA 7020 B Man 29 2003
Conta Coliformi fecali
APAT CNR IRSA 7020 B Man 29 2003
Come valori limite verranno considerati quelli riportati nella sottostante tabella, facendo riferimento
quando applicabili i valori riportati negli allegati del D.Lgs. 152/06:
Parametri
u.m.
valore
Riferimento normativo
PH
-
6.00 -8.50
non definito dalla legge valori di riferimento consigliati
Durezza totale
°F
15-50
non definito dalla legge valori di riferimento consigliati
Conducibilità elettrica
µS/cm (20°)
< = 400
A1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/06
Cloruri
Mg/l
< 25
A1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/06
Nitrati
Mg/l di NO3
<=5
A1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/06
Nitriti
µg/L
<=500
A1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/06
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Ossidabilità
Mg/l O2
<=5
Valore di riferimento consigliato
Idrocarburi totali
µg/L
< 350
Tabella 2 allegato 5 D.Lgs.152/06
Benzene
µg/L
< 0.1
Tabella 2 allegato 5 D.Lgs.152/06
Olii e grassi animali e
Mg/l
< 20
non definito dalla legge valori di riferimento consigliati
Ammoniaca
Mg/l
< 0.50
DPR 236/88 e nel D.Lgs 31/2001
Alcalinità alla fenolftaleina
Mg/l
-
non definito dalla legge – nessun valori di riferimento
Acidità totale
Mg/l
-
non definito dalla legge – nessun valori di riferimento
Alcalinità totale
Mg/l
-
non definito dalla legge – nessun valori di riferimento
Bicarbonati
Mg / l (ppm)
< 250
Classe 1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/99
Carbonati
Mg/l
-
non definito dalla legge – nessun valori di riferimento
Alcalini da idrossidi
Mg/l
-
non definito dalla legge – nessun valori di
vegetali
riferimento
Conta Coliformi totali
MPN/100 ml
< 50
A1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/06
Conta Coliformi fecali
MPN/100 ml
< 20
A1 Tabella 20 allegato 1 D.Lgs.152/06
5. Deve essere chiarito come si intende operare, in fase di cantierizzazione, per evitare o limitare
al massimo, possibili interferenze delle attività di lavorazione con i corsi d’acqua minori dell’area.
Il progetto prevede la realizzazione di n.13 tombini (di cui n.9 scatolari e n.4 circolari), che avranno
il compito di garantire la continuità idraulica dei corsi d’acqua minori attraversati dai diversi rami
dello svincolo. In fase di cantierizzazione si provvederà a realizzare per prima cosa tali opere di
attraversamento in modo che sin da tale fase le interferenze con il reticolo idrografico risulteranno
risolte. Ove si renderà necessario realizzare attraversamenti temporanei per specifiche esigenze di
cantiere, essi si realizzeranno con la posa di tubazioni in PeaD corrugato di opportuno diametro,
tale da assicurare il funzionamento dell'opera in presenza di piogge con il prescritto tempo di
ritorno. Per quanto concerne l’attraversamento del fosso interno all’area del cantiere base, su di
esso verrà realizzato un ponticello metallico il cui intradosso sarà rialzato rispetto alle sponde e,
quindi, rispetto al piano di campagna di almeno 0.50 m, garantendo quindi il funzionamento del
fosso a sezione piena con un ulteriore franco di sicurezza di almeno 0,50 m.
6. Deve essere esplicitato come si intendano eseguire le attività lavorative previste, per evitare o
limitare al massimo, possibili interferenze delle attività di lavorazione con la falda acquifera, in
particolare nella zona est dove la stessa si trova a profondità molto prossime al piano di
campagna.
Come già esplicitato nel precedente punto 1 le interferenze maggiori con la falda acquifera si
verificheranno nel settore di monte nella zona ovest dove sono previsti gli sbancamenti maggiori.
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Per evitare al massimo le interferenze dell’attività di lavorazione con la falda acquifera è prevista
durante la fase di cantiere la realizzazione alla base degli scavi di fossi di regimazione idrica aventi
lo scopo di intercettare le acque di falda e convogliarle nel limitrofo fosso ricettore.
Inoltre per garantire una maggiore tutela ambientale verranno presi in operam i seguenti
accorgimenti:
• Gli scavi verranno eseguiti nei periodi meteorici favorevoli, evitando di lasciare questi ultimi
aperti e proteggendo gli stessi tramite teli di protezione, al fine di evitare fenomeni di
saturazione e di ruscellamento diffuso in caso si verificassero eventi meteorici non previsti.
• Lo stoccaggio del materiale proveniente dalle operazioni di sbancamento verrà eseguito
evitando l’accumulo del terreno in prossimità degli scavi aperti e ponendo
sul fondo
adeguati teli impermeabili di protezione in modo tale da evitare che le acque di
percolazione provenienti dai materiali stoccati si infiltrino direttamente nel terreno.
7. Si chiede di esplicitare la modalità di esecuzione delle trivellazioni per i pali di fondazione
profonde e degli scavi (a secco, con fluidi di perforazione, ecc..), specificando le modalità di
gestione di eventuali fluidi di perforazione e del materiale di scavo.
Come precedentemente accennato per i pali di fondazione delle opere d’arte, tenendo conto delle
caratteristiche dei terreni , si prevede la loro escavazione a secco, limitando a solo quando
strettamente necessario l’utilizzo di fanghi bentonitici ad acqua senza l’ausilio di additivi.
Nel caso di utilizzo di fanghi bentonitici al fine di evitare lo spargimento nell’ambiente, verranno
predisposte apposite vasche di decantazione per l’abbattimento dei materiali fini, appositamente
dimensionate in relazione al volume da trattare. Una volta depurate le acque verranno reimmesse
nel limitrofo fosso ricettore.
Il materiale di risulta proveniente dai pali di fondazione verrà stoccato separatamente e smaltito
come rifiuto.
8. Deve essere presentato il bilancio degli sterri e dei riporti nella “gestione terre”, specificando: i
quantitativi di scotico (strato vegetale), i quantitativi di scavo, e i quantitativi di riporto per la
realizzazione dei vari rilevati.
Per quanto concerne il bilancio degli sterri e dei riporti si fa presente che a supporto della
progettazione preliminare è stato redatto il Piano di Utilizzo all’interno del quale si è proceduto alla
quantificazione degli sterri e riporti, la quale viene qui di seguito riproposta:
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Quantificazione degli sterri e dei riporti
In base a quanto riportato nella relazione tecnica generale, la realizzazione dell’infrastruttura sono
previsti i seguenti di scavo e riporto, calcolate per ciascuna rampa:
BILANCIO FINALE STERRI/RIPORTI (in mc)
Sterro
Riporto
Rampa 1
9271,73
5183,57
Rampa 2
693,43
981,46
Rampa 3
711,82
15,91
Rampa 4
2786,62
4604,31
Rampa 5
1637,35
2407,34
Rampa 6
2937,77
5081,21
Rampa 7
6163,37
3351,70
Rampa B2
7254,05
2511,88
31456,14
24137,38
Totale
Disavanzo
7318,76
Pertanto, in base a quanto riportato nella tabella soprastante per la realizzazione
dell’infrastruttura è previsto un disavanzo di 7319,00 mc che verranno smaltite
esternamente al cantiere.
Materiale di scotico
Nell’area di cantiere sono stati eseguito sondaggi geognostici e saggi con escavatore meccanico
che hanno permesso di stimare con esattezza lo spessore del livello pedogenetico costituente lo
scotico.
In particolare nell’area in esame procedendo ad un’analisi degli spessori individuati nei singoli
sondaggi e saggi geognostici può essere stimato uno spessore medio del livello pedogenetico pari
a 0.30 m che moltiplicata per la superficie interessata dagli sbancamenti e dei riporti determina un
quantitativo di materiale di scotico pari a 9.534 mc.
Tale materiale verrà in parte ricollocato nelle superfici interessate dai movimenti terra e in parte
utilizzato per l’attivazione pedogenetica dei rinterri delle opere d’arte.
Utilizzo terre e rocce da scavo in disavanzo
Gli accertamenti effettuati e le analisi eseguite nel Piano di Utilizzo permettono di escludere la
presenza di contaminazioni delle terre da scavo oggetto della presente caratterizzazione.
Pertanto, per i materiali di scavo in oggetto, si può prevedere l’utilizzo indifferenziato per qualsiasi
tipo di destinazione d’uso. Essi quindi possono essere utilizzati per:
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Utilizzo sul suolo: in ripristini e recuperi ambientali
Dato che le risultanze delle indagini sui materiali non evidenziano il superamento dei limiti di
concentrazione di cui alla tabella 1, colonna A, dell’Allegato 5 al Titolo V della Parte Quarta del
D.Lgs 152/06, essi possono essere riutilizzati sia per la destinazione d’uso industriale che
residenziale, salvo diverse disposizioni per effetto di specifiche.
Utilizzo sul suolo per rilevati
Senza alcuna limitazione, salvo diverse disposizioni per effetto di specifiche norme regionali o
situazioni specifiche particolarmente critiche.
Riempimento di cave in aree a destinazione d’uso agricola
Area di riempimento previste nei piani di ripristino di cave o sistemazioni morfologiche in aree
agricole debitamente autorizzate.
Sito di utilizzo
Come riportato nel Piano di Utilizzo le terre da scavo, data la composizione granulometrica
prettamente sabbioso limosa, saranno conferite alla cava Le Ville di proprietà della Agnorelli scavi
s.r.l..
Gestore: AGNORELLI STRADE S.R.L.
Sede: Località le Ville - 53034 COLLE DI VAL D’ELSA - Tel. 0577 929831
Trasporto
Il sito di utilizzo si trova nei pressi della località Le Ville nel Comune di Colle Val d’Elsa, a circa 49
Km dal sito di produzione.
9. Dovranno essere indicate, in planimetria, le zone di prelievo delle terre e quelle di riporto, come
ad esempio le zone di accumulo dello scotico, le zone di accumulo del materiale di rinterro per i
rilevati (che dovrà essere separato dallo scotico), ecc..
Allegata alla presente sono stati prodotti gli elaborati V00PS00CMSLF01A (Planimetria con
indicazione delle aree di sterro e di riporto) e V00CA00CANLF02A (Layout di Cantiere) nei quali
sono ubicati rispettivamente le aree di prelievo delle terre e di riporto e le zone di accumulo dello
scotico e del materiale di rinterro per i rilevati.
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10. Deve inoltre essere chiaramente definito il quantitativo di materiale di risulta derivante dalle
operazioni di scavo che verrà utilizzato per le sistemazioni delle aree interne al cantiere e il
quantitativo dello stesso materiale che verrà portato fuori dal sito di intervento per un suo riutilizzo
secondo la normativa vigente come terra e roccia da scavo o come rifiuto, specificando se sono
previsti o meno accumuli temporanei
Sulla base dei risultati del piano di utilizzo sinteticamente riassunto nella tabella innanzi riportata, si
evidenzia che tutto il materiale scavato verrà utilizzato per le sistemazioni interne al cantiere,
mentre il materiale eccedente, stimato allo stato attuale in 7318,76 mc., verrà portato fuori dal sito
di intervento per un suo riutilizzo secondo la normativa vigente come terre e rocce da scavo o
come rifiuto.
Sono stati previsti dei siti di stoccaggio per l’accumulo temporaneo di tali materiali all’interno delle
aree di cantiere così come indicato nella planimetria V00CA00CANLF02A.
11. Per gli accumuli temporanei deve essere specificato:- per quali materiali e per che quantitativi
sono previsti, i tempi di accumulo provvisorio, - la destinazione definitiva di ciascun accumulo
temporaneo e l'indicazione, su planimetria, dei luoghi di stoccaggio temporanei distinti per
tipologia di materiale.
Come riportato nella planimetria V00CA00CANLF02A – Layout di cantiere, sono stati previsti i
seguenti siti di stoccaggio/accumulo:
•
Deposito terreno vegetale
•
Deposito terre e materiali proveniente dalle cave
•
Zona ricovero mezzi d'opera ed attrezzature
•
Zona di stoccaggio materiale proveniente dalle demolizioni
•
Deposito/Stoccaggio materiali imballati
•
Deposito materiale proveniente dagli scavi
•
Deposito rifiuti vari
Tenuto conto che i normali cicli di lavorazione di un cantiere stradale normalmente prevedono il
contestuale trasporto a rilevato del materiale scavato, non sono previste lunghe permanenze di tali
materiali nelle aree di accumulo. In particolare queste ultime saranno utilizzate come volano per
garantire il normale funzionamento del ciclo produttivo, andando a compensare eventuali
asincronie tra operazioni di scavo e quelle di riporto. Pertanto si prevede in questa fase una
permanenza media nel sito di stoccaggio dei materiali di 5 giorni lavorativi.
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12. Nella Relazione illustrativa si fa riferimento ad una specifica indagine geognostica eseguita e
costituita da n. 5 sondaggi a carotaggio, n. 6 prove penetrometriche dinamiche e 1 prospezione
geofisica con due basi sismiche. L’indagine con i relativi risultati sarebbe illustrata in una
Relazione geologica allegata al progetto ma tale Relazione geologica con tutti i dati e le
localizzazioni dei punti di indagine non è presente nella documentazione fornita e nessuna
valutazione può essere fatta al riguardo.
Si allegano alla presente la Relazione geologica con la localizzazione dei punti di indagine ed i
relativi allegati.
13. Si chiede di presentare una valutazione previsionale di impatto acustico con identificazione
delle mitigazioni che sin dall'inizio dei lavori dovranno, eventualmente, essere adottate per limitare
il disturbo ai ricettori presenti in zona.
Con riferimento alle integrazioni richieste al fine del perfezionamento della Procedura di Verifica di
assoggettabilità a V.I.A. ai sensi dell’Art. 48 della L.R. Toscana 10/2010 relativamente al rumore, è
stata effettuata la valutazione previsionale di impatto acustico comprensiva dell’identificazione
delle mitigazioni che dovranno essere adottate per limitare il disturbo ai ricettori più vicini all’area di
intervento, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio.
Per la caratterizzazione dei livelli sonori allo stato attuale sono stati effettuati rilievi fonometrici sui
ricettori più disturbati situati all’interno delle fasce di rispetto stradale e sono stati rilevati il numero
e la tipologia di veicoli transitanti sul raccordo Firenze-Siena in prossimità dello svincolo di San
Casciano Nord e sulle corsie di entrata e di uscita dallo svincolo stesso.
Per la caratterizzazione dei livelli sonori nella situazione post operam sono stati considerati due
scenari di incremento del traffico (uno più modesto e uno più significativo) e la nuova
conformazione dello svincolo: i livelli risultanti sui ricettori più disturbati nello scenario più severo
sono riportati nella Tabella sottostante.
PERIODO DIURNO
PERIODO NOTTURNO
Ricettore
Livello in dB(A)
Limite in dB(A)
Livello in dB(A)
Limite in dB(A)
1 - Torricelle
63.9
70
56.4
60
2 - Colombaia
59.7
70
52.0
60
3- Casa su S.R. Cassia
66.9
70
59.3
60
4 - Montecapri
54.8
65
47.3
55
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Come è possibile vedere, per la fase di esercizio, i livelli sono al di sotto dei limiti previsti dalla
normativa vigente: tuttavia il ricettore 3 (cfr.Tav. V00SG00MOARE01A) presenta valori previsionali
molto vicini al limite ed occorrerà dunque valutare, nelle successive fasi della progettazione, gli
effetti di eventuali tagli parziali di vegetazione o di modificazione dell’orografia del terreno
compreso tra il ricettore ed il raccordo autostradale, che possano portare a significative variazioni
dei livelli previsti: nel caso emergessero incrementi di livelli oltre il limite consentito sarà opportuno
prevedere, prima dell’apertura al traffico del nuovo svincolo, opportune schermature o,
nell’impossibilità di conseguire valori tollerabili negli spazi esterni, occorrerà almeno assicurare un
adeguato livello di protezione acustica degli spazi interni attraverso la messa in opera di infissi
fonoisolanti.
Per quanto riguarda la fase di cantiere le lavorazioni dovranno avvenire negli orari previsti dal
regolamento Comunale delle attività rumorose: anche nel caso che le lavorazioni avvengano in
deroga ai limiti, qualora esse si presentino troppo rumorose, occorrerà procedere all’installazione
di barriere temporanee presso i ricettori. Le lavorazioni più rumorose non devono avere durata
superiore a due-tre ore giornaliere.
14. Si richiede di valutare i flussi di traffico nell'area indotti dalla nuova progettazione.
Come richiesto è stato effettuato uno studio di Valutazione dei Flussi di Traffico (Tav.
V00SG00GENRE01A) che si allega alla presente.
15. Si chiede di specificare i quantitativi ed i luoghi di eventuale stoccaggio temporaneo dei
materiali prodotti, ossia: terre di sbancamento (gestite come rifiuti), detriti di demolizione,
materiale di scarifica.
Si stima che lavorazioni di scavo/demolizione, produrranno i seguenti quantitativi di materiale:
•
scavo di sbancamento (asse principale e rampe) 7.500,00 mc
•
demolizioni strutture esistenti 590,00 mc
•
demolizione di sovrastruttura stradale 12.220,00 mc
Nella planimetria V00CA00CANLF02A sono indicati i luoghi di stoccaggio temporaneo di tali
materiali di risulta.
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16. Per quanto riguarda i materiali prodotti, ossia: terre di sbancamento (gestite come rifiuti),
detriti di demolizione, materiale di scarifica, si richiede che venga specificato se detti rifiuti
verranno recuperati ai fini dell'infrastruttura stradale in progetto e in tal caso le modalità di
recupero che si intende porre in atto nel caso dell'intervento.
In fase preliminare si è cautelativamente previsto di smaltire tutti i materiali provenienti dagli scavi
e quelli derivanti dalla demolizione delle sovrastrutture esistenti e delle opere in cls (demolizione
viadotto sulla SR2 Cassia), così come elencati al punto precedente. Nella successiva fase di
progettazione si procederà a vagliare il materiale rinveniente dalle demolizioni/scavi mediante test
di cessione e valutare di conseguenza dettagliatamente quali potranno essere riutilizzati in cantiere
e quali invece dovranno essere trattati come rifiuto.
17. Si ritiene opportuno che vengano esplicitate, con dettaglio, tutte le attività di cantierizzazione
previste e l'organizzazione del cantiere stesso. Dovrà anche essere prodotta idonea cartografia di
tale area in cui siano individuate, almeno, le zone di ricovero giornaliero (fine giornata) dei mezzi
d'opera, le zone dei baraccamenti, la regimazione delle acque di dilavamento superficiale ed il
loro trattamento, le zone di stoccaggio dei diversi materiali utilizzati per l'opera (scogliera, terre in
attesa di reimpiego, scotico, ecc..).
E' stata prodotta apposita planimetria della cantierizzazione suddivisa per fasi lavorative così
riassumibili:
• FASE 0 - Impianto cantiere base
• FASE 1 - Realizzazione rampe n.4 e n.6 e rotatoria R1
(realizzata la Rampa 4 si procederà a demolire la rampa esistente di uscita dal raccordo autostradale
Siena Firenze RA - 03 direzione Siena-realizzata la Rampa 6 si procederà a demolire le rampe
esistente di ingresso al raccordo autostradale Siena Firenze RA - 03 direzione Firenze)
• FASE 2 - Demolizione e ricostruzione viadotto sulla SR2 Cassia
la realizzazione del viadotto avverrà in due fasi:
o
Demolizione e realizzazione del viadotto lato ovest con deviazione del traffico sulla
carreggiata opposta
o
Demolizione e realizzazione del viadotto lato est con deviazione del traffico sulla carreggiata
opposta
• FASE 3 - Realizzazione rampa n.7
• FASE 4 - Realizzazione rampe n.1 e n.2
(realizzata la Rampa 1 si procederà a demolire la vecchia sede della sr2 cassia non più utilizzata)
• FASE 5 - Realizzazione rotatoria R2
• FASE 6 - Realizzazione rampa n.5
(realizzata la Rampa 5 si procederà a demolire la vecchia sede della rampa di immissione
sul raccordo autostradale Siena Firenze RA - 03 direzione Siena non più utilizzata)
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• FASE 7 - Realizzazione rampa n.3
• FASE 8 - Opere di finitura e smobilizzo cantiere
È stato anche redatto un elaborato grafico in cui è stato schematizzato il layout di cantiere. Nella
planimetria in cui è stato riportato il layout di cantiere sono state indicate oltre alle aree destinate ai
baraccamenti ed al ricovero dei mezzi di cantiere, anche le aree in cui saranno stoccati i materiali
provenienti dagli scavi, dalle demolizioni, dalle cave di prestito, le zone di stoccaggio dei materiali
imballati, e le aree destinate ai rifiuti vari. Per quanto riguarda lo stoccaggio del terreno vegetale,
si è individuata un ulteriore area, separata dalle precedenti, a nord della realizzanda rotatoria R1
(cfr. Layout di cantiere).
18. Si chiede di esplicitare la localizzazione del sito di stoccaggio dei terreni vegetali, indicandolo
anche su planimetria, e come si intenda provvedere al mantenimento delle caratteristiche fisicochimiche del materiale pedogenetico accantonato per evitare il deterioramento della frazione
fertile.
Tale materiale, come meglio visibile nella planimetria del Layout di Cantiere verrà adeguatamente
accantonato e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche. In particolare
l’accantonamento degli strati maggiormente fertili sarà effettuato avendo cura di differenziare la
porzione superficiale maggiormente dotata di sostanza organica e più in generale, di non
miscelare i vari orizzonti pedologici.
Il cumulo di terreno vegetale proveniente dallo scotico, sarà protetto provvedendone l’inerbimento
che sarà effettuato mediante semina di un miscuglio di specie erbacee rustiche che favoriscano
fissazione dell’azoto.
Il materiale di scotico in fase finale di cantiere, al fine di permettere un più rapido inerbimento,
verrà in parte ricollocato nelle superfici interessate dai movimenti terra e in parte utilizzato per
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APPENDICE
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