Commentary_ Baroncelli_24.11.2011(1)

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Commentary_ Baroncelli_24.11.2011(1)
24 novembre 2011
Elezioni presidenziali e parlamentari nella
Repubblica Democratica del Congo: consolidamento della democrazia
o ritorno al caos?
Leonardo Baroncelli (*)
Le elezioni presidenziali e parlamentari previste il 28 novembre corrente nella Repubblica Democratica del
Congo rivestono importanza cruciale per il consolidamento della pace e della stabilità nel paese e nell’intera
regione dei Grandi Laghi reduce da una lunga stagione di ribellioni interne e di conflitti interstatali.
Il prossimo ricorso alle urne avverrà a circa cinque anni di distanza dalle prime elezioni libere e multipartitiche della storia congolese tenutesi nel 2006 grazie al notevole appoggio politico, finanziario, logistico e tecnico della comunità internazionale, al ruolo guida svolto con sagacia e competenza dalla Commissione Elettorale Indipendente e alla forte determinazione del popolo congolese di imprimere una svolta pacifica e democratica ai destini della Rdc.
Esistono oggi le condizioni per sperare che l’esperienza positiva del 2006 possa ripetersi? Al riguardo le
indicazioni non sono molto incoraggianti.
I risultati ottenuti dall’attuale dirigenza politica non sono considerati all’altezza delle vive aspettative riposte
dal popolo congolese per un’effettiva pacificazione del paese e per il suo decollo economico e sociale.
All’attivo del presidente Kabila vi sono il ristabilimento della pace interna, ancorché fragile, e i migliorati rapporti con i paesi vicini, segnatamente con il Rwanda, che hanno contribuito a ridurre le tensioni nell’Est congolese.
Tra le opportunità mancate restano le carenze nel rispetto dei diritti umani e i gravi ritardi accumulati sul
piano economico e sociale, che collocano la RDC agli ultimi posti negli Indici di Sviluppo Umano stilati dalle
Nazioni Unite.
Su questo sfondo di luci e ombre gli elettori congolesi andranno a votare per rinnovare il mandato presidenziale e quelli dei membri dell’Assemblea Nazionale e del Senato.
Il presidente uscente gode ancora del favore dei pronostici, potendo contare sulle leve del potere e su cospicue risorse per la campagna elettorale. Egli potrà trarre vantaggio anche dalla revisione costituzionale operata nel gennaio scorso che ha previsto l’elezione del capo dello stato a scrutinio unico e a maggioranza
semplice, eliminando la possibilità di un secondo turno di ballottaggio e di un rimescolamento di alleanze
elettorali. Kabila avrà di fronte dieci avversari e un’opposizione alquanto divisa che in ultima analisi potrà
affidare le possibilità di successo all’ottantenne Etienne Tshisekedi, soprannominato “la Sfinge di Limete”
(dal nome del quartiere di Kinshasa dove è ubicata la sede del partito di Tshisekedi). Quest’ultimo è rientrato
nell’agone politico, dopo aver boicottato le elezioni del 2006 e aver effettuato un lungo soggiorno all’estero
per sottoporsi a cure mediche, potendo contare sulle capacità di mobilitazione dei suoi militanti – in primo
luogo nelle roccaforti nelle Province del Kasai e a Kinshasa – che, malgrado i lunghi trascorsi storici, continuano a venerare il leader dell’Udps (Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale, partito d’opposizione
storicamente guidato da Tshisekedi).
Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell’ISPI.
(*) Leonardo Baroncelli, già ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo (fino a marzo 2010), coordinatore della posizione italiana nell’ambito del dialogo transatlantico.
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ISPI - Commentary
Spetterà comunque agli elettori il compito di giudicare nel segreto dell’urna l’operato del presidente uscente
e del suo governo. Ciò presuppone naturalmente che il processo elettorale si svolga in maniera corretta e
pacifica, nonostante le difficoltà obiettive di registrare circa 32 milioni di elettori, allestire 62.000 seggi elettorali e gestire la presenza di 11 candidati alle presidenziali e 18.000 alle legislative in un paese a dimensione
continentale e carente di infrastrutture basilari, in primo luogo di vie di
comunicazione, e di efficaci mezzi di trasporto.
La ricerca ISPI analizza le
Purtroppo la campagna elettorale è stata funestata da numerosi atti di dinamiche politiche, strateviolenza e di intimidazione commessi in gran parte contro esponenti giche ed economiche del
dell’opposizione che hanno alimentato le preoccupazioni dell’Ufficio per i sistema internazionale con
Diritti Umani delle Nazioni Unite e della Corte Penale Internazionale che si il duplice obiettivo di informare e di orientare le scelte
accinge a scopo dissuasivo a inviare una missione di osservatori.
di policy.
Al di là degli appoggi, degli appelli e dei giusti moniti della comunità internazionale occorre che il presidente uscente e il maggior leader I risultati della ricerca vendell’opposizione si impegnino in prima persona per calmare gli animi, ridur- gono divulgati attraverso
re le tensioni e favorire lo svolgimento delle elezioni in un clima disteso e pubblicazioni ed eventi,
pacifico. Occorre anche che essi si impegnino formalmente ad accettare il focalizzati su tematiche di
verdetto degli elettori e degli organi competenti in materia di ricorsi eletto- particolare interesse per
rali.
l’Italia e le sue relazioni
Se ciò avverrà, come è vivamente auspicabile, sarà ancora una volta la
democrazia ad affermarsi nella Rdc e a risparmiare al popolo congolese
ulteriori tragedie e sofferenze.
Se dovessero invece prevalere i propositi incendiari e gli incitamenti
all’intolleranza e alla violenza la Rdc rischierà di ripiombare ancora una
volta nel caos e di perdere la sfida per il consolidamento della democrazia
e della stabilità nel paese e nell’intera Africa Centrale.
internazionali.
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