INDICAZIONI E SUGGERIMENTI PER NOTE, CITAZIONI E

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INDICAZIONI E SUGGERIMENTI PER NOTE, CITAZIONI E
INDICAZIONI E SUGGERIMENTI
PER NOTE, CITAZIONI E BIBLIOGRAFIA
Da un testo di Laura Zanardo
Quando si scrive un documento (elaborato finale per l’esame di laurea) occorre
tener conto di alcune regole che consentono una lettura scorrevole e una facile
ricerca della bibliografia utilizzata.
Sono state riportate solo alcune indicazioni ed alcuni suggerimenti che possono
essere utilizzati dagli studenti, ma che non sono certamente considerati universali
ed esaustivi. Molti, infatti, sono i casi rintracciabili in diversi testi che si
discostano da quanto viene riferito di seguito. Tuttavia, tali indicazioni si possono
considerare sufficientemente adeguate per la stesura di un elaborato per l’esame di
laurea.
LE CITAZIONI
1. Se nell’elaborato si riporta il concetto espresso da un autore senza trascrivere
le precise parole ma semplicemente il senso della considerazione o della
riflessione, al termine del periodo occorre indicare tra parentesi il cognome
dell’autore e l’anno della pubblicazione cui si fa riferimento.
Esempio:
Occorre prendere ispirazione dal settore privato, e usare una vasta gamma di
incentivi, da quelli finanziari (aumenti di stipendio, bonus, ecc.) a quelli
immateriali come il pubblico riconoscimento, premi, più responsabilità e
minori vincoli, partecipazione a corsi formativi, ecc. (Wholey, 1983)
2. Se invece l’autore di cui si riporta un pensiero viene menzionato, occorre
scrivere tra parentesi solamente l’anno della pubblicazione cui si fa
riferimento.
Esempio:
Questa caratterizzazione tuttavia non sembra possa avere una portata
generale, se è vero, come afferma Ricolfi (1992), che…..
3. Infine, se si trascrive un intero passo o se si utilizzano espressioni o parole
chiave di un autore, occorre scrivere tutto tra virgolette e al termine del
periodo indicare tra parentesi il cognome dell’autore, l’anno della
pubblicazione di riferimento e la/le pagina/e in cui è possibile ritrovare
l’intero periodo o la parola, o la frase inserita nella tesi tra virgolette.
Esempio:
La valutazione significa “confrontare l’esecuzione effettiva del programma
con gli standard di esecuzione, e trarre conclusioni sulla efficacia del
programma e i suoi valori” (Wholey, 1986, p. 6)
Oppure:
1
Per Wholey la valutazione significa “confrontare l’esecuzione effettiva del
programma con gli standard di esecuzione, e trarre conclusioni sulla efficacia
del programma e i suoi valori” (1986, p. 6)
4. Se si fa riferimento ad un autore che ha scritto solamente un capitolo di un
libro, occorre citare l’autore in questione come al punto 1., ma in bibliografia
deve essere indicato come al punto 3. della bibliografia.
LE NOTE A PIÉ DI PAGINA
1. Nelle note deve essere indicato tutto ciò che costituisce un approfondimento ma
che, se inserito nel testo dell’elaborato, potrebbe interrompere il filo del
discorso.
2. Nelle note possono essere indicati riferimenti a ciò che viene detto in altre parti
dell’elaborato, a rimandi di altri autori o a precisazioni di termini ed
espressioni utilizzate.
L’ELENCO DEI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
L’elenco dei riferimenti bibliografici deve seguire un ordine alfabetico (per
cognome dell’autore) e cronologico, se uno stesso autore ha scritto più libri.
1. La bibliografia deve essere così strutturata se l’autore citato è l’unico ad
aver scritto il libro cui si fa riferimento:
Cognome e Nome (anche solo l’iniziale), Anno di pubblicazione, Titolo del
libro in corsivo, Città della casa editrice, Nome della casa editrice.
Esempio:
Masoni Vittorio, 1997, M.&V. Monitoraggio e valutazione dei progetti nelle
organizzazioni pubbliche e private, Milano, Angeli
2. Se gli autori di un libro sono diversi, essi vanno inseriti in ordine alfabetico,
intervallandoli con una virgola.
Esempio:
Bezzi C., Palumbo M., 1995, Questionario e dintorni, Perugia, ArnoudGramma.
3. Un libro può essere scritto da più autori che hanno partecipato alla stesura
dei diversi capitoli, ma uno soltanto o solo alcuni ne sono i curatori.
Esempio:
Bezzi C., Palumbo M., a cura di, 1998, Strategie di valutazione. Materiali di
lavoro, Perugia, IRRES Gramma.
4. Se si cita uno degli autori dei diversi capitoli, il quale non è curatore
dell’intero libro, occorre scrivere:
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Cognome e Nome, Anno di pubblicazione, titolo del capitolo scritto dall’autore
citato, in Autore del libro e curatore, a cura di, Titolo del libro in corsivo, Città
della casa editrice, Nome della casa editrice.
Esempio:
Amendola G., 1993, La nuova piccola città, in Stoppa C., a cura di, Territorio,
ambiente e nuovi bisogni sociali, Napoli, Liguori
5. Se si citano diversi libri di uno stesso autore, occorre che vadano in ordine
cronologico. Se le pubblicazioni di uno stesso anno sono diverse, allora va
indicato accanto all’anno anche una lettera alfabetica in minuscolo per
creare un’ulteriore cronologia.
Esempio:
Palumbo M., 1991, Problemi di metodologia della ricerca sociale, Genova,
Ecig, 2 a Ed.
Palumbo M., 1995a, La valutazione. Definizioni, concetti, obiettivi, in Bezzi
C., a cura di, La valutazione della formazione professionale, Perugia, Irres
Palumbo M., 1995b, “Indicatori e valutazione di efficacia delle policies”, in
Sociologia e Ricerca Sociale, n. 47-48, Milano, Angeli
Palumbo M., 1998, Elementi di una teoria generale della valutazione, in
Bezzi C., Palumbo M., a cura di, Strategie di valutazione. Materiali di lavoro,
Perugia, Gramma
6. Se si citano autori di articoli di riviste, il titolo dell’articolo va scritto tra
virgolette ed il titolo della rivista in corsivo, in numero romano l’anno di
pubblicazione, il numero del fascicolo, la città della casa editrice ed il nome
della casa editrice.
Esempio:
Stame N., 1990, “Valutazione ex post e conseguenze inattese”, in Sociologia e
Ricerca Sociale, XI, 31, Milano, Angeli
7. Se si cita un paper o se si fa riferimento ad un intervento, si scrive il nome
dell’autore, l’anno, tra virgolette il titolo del paper, si indica il contesto in
cui è stato presentato, il titolo del congresso (o altro) in corsivo, la città (in
cui si è svolto il congresso) e la data (giorno e mese).
Esempio:
Stame N., 2000, “Come si formano i valutatori? Sul campo…interdisciplinare”,
paper presentato al Terzo Congresso dell’Associazione Italiana di Valutazione,
Verso la costruzione dell’identità professionale dei valutatori nel pluralismo
disciplinare e metodologico, Torino, Villa Gualino, 23-25 marzo
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