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CONFINDUSTRIA Area Mezzogiorno Area Politiche Territoriali ANALISI DELLA DOTAZIONE DI INFRASTRUTTURE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI n.34 A cura di Ecoter Roma, novembre 2000 INDICE 1. PREMESSA ..........................................................................................................................................1 2. IMPOSTAZIONE DELL’ANALISI.................................................................................................3 3. 2.1. TIPOLOGIE INFRASTRUTTURALI E AMBITI TERRITORIALI CONSIDERATI ......................... 3 2.2. FONTI E INDICATORI DI BASE ................................................................................................. 7 2.3. CRITERI DI SINTESI DEGLI INDICATORI ............................................................................... 11 IL LIVELLO DI DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE NELLE REGIONI EUROPEE...........................................................................................................................................15 4. 3.1. LA DOTAZIONE COMPLESSIVA ............................................................................................. 15 3.2. LA DOTAZIONE PER SINGOLA CATEGORIA INFRASTRUTTURALE .................................... 27 3.3. LA DIFFUSIONE DELLE INFRASTRUTTURE NEI PAESI EUROPEI ........................................ 34 LA DOTAZIONE DI INFRASTRUTTURE NELLE REGIONI EUROPEE TRA IL 1985 ED IL 1995................................................................................................................................44 4.1. PROBLEMI DI COMPARABILITÀ............................................................................................ 44 4.2. CONFRONTO TRA LE DOTAZIONI INFRASTRUTTURALI REGIONALI NEL DECENNIO 1985-95................................................................................................................ 47 5. LA RELAZIONE INFRASTRUTTURALE-SVILUPPO...........................................................58 5.1. IMPOSTAZIONE TEORICA E APPROCCIO EMPIRICO ............................................................ 58 5.2. A NALISI DELLA RELAZIONE TRA SVILUPPO E DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE ......... 64 5.3. A NALISI DELLA RELAZIONE SVILUPPO-INFRASTRUTTURE ATTRAVERSO LA FUNZIONE DI QUASI -PRODUZIONE ....................................................................................... 74 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI..............................................................................................................82 APPENDICE STATISTICA .........................................................................................................................85 3 1. PREMESSA Il presente Rapporto contiene i risultati di una ricerca condotta sui livelli di dotazione infrastrutturale nelle regioni dei paesi più rilevanti dell’Unione Europea: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna 1 . La ricerca è stata svolta da un gruppo di lavoro costituito da esperti per ciascun paese considerato, con il coordinamento di Ecoter in collaborazione con Confindustria. 2 . Il lavoro qui presentato si inserisce nell’ambito di un più vasto progetto di ricerca che ha prodotto le seguenti analisi: a) quantificazione di indicatori fisici di dotazione infrastrutturale, calcolati a livello regionale e provinciale (rispettivamente NUTS 2 e NUTS 3) per l’Italia al 1995 3 e successivamente aggiornati al 1997; 1 Si ricorda che questi 5 paesi (per brevità: UE5) rappresentano circa l’80% dell’intera Unione Europa nell’attuale assetto a 15 membri, in termini sia di popolazione che di prodotto lordo. 2 In particolare, hanno collaborato i seguenti esperti: Deutschland: Dieter Biehl, Philip Nimmermann, Elke Stellbrink; France: Rémy Prud’homme, Bernard-Marie Fritsch; Italy: Maurizio Di Palma, Claudio Mazziotta, Alice Cacciamani, Carlo Del Castello, Stefano Delfino, Francesca Magarò; Spain: María Jesús Delgado Rodríguez; United Kingdom: Peter Jackson, Mark Burridge. Il coordinamento è stato assicurato da Maurizio Di Palma e Claudio Mazziotta (Ecoter) e da Giuseppe Rosa (Confindustria). 3 Come già detto in precedenti occasioni, le date di riferimento delle quantificazioni infrastrutturali sono orientative. Si tratta, in pratica, di “intorni” temporali, che scontano il riferimento degli indicatori considerati ad anni precedenti o successivi alla data assunta come mediamente indicativa. D’altra parte, è ovvio che le dotazioni infrastrutturali – b) quantificazione di indicatori fisici di dotazione infrastrutturale, calcolati a livello regionale (NUTS 2) per i principali paesi dell’Unione Europea (intorno al 1995); c) analisi del contributo offerto dalle infrastrutture ai processi di sviluppo dei sistemi territoriali italiani ed europei, attraverso la quantificazione di opportune relazioni tra indicatori di livello infrastrutturale e indicatori di livello economico; d) individuazione di indicatori qualitativi sul livello di servizio offerto dalle diverse tipologie infrastrutturali considerate, in Italia e in Europa. I risultati dell’analisi sub a) hanno fatto oggetto di un apposito Rapporto 4 per quanto riguarda i dati al 1995 e di un successivo aggiornamento per i dati relativi al 1997. L’analisi sub b) costituisce l’oggetto principale del presente Rapporto. L’analisi sub c) viene anch’essa illustrata nel presente Rapporto per ciò che riguarda il riscontro tra livello infrastrutturale e livello di sviluppo nelle regioni europee. Infine, l’analisi sub d) ha condotto ad un documento di sintesi sull’attuale stato di disponibilità nei diversi paesi di indicatori “qualitativi” per le diverse categorie infrastrutturali considerate, edito in contemporanea con il presente Rapporto. soprattutto se calcolate a livello di territori piuttosto ampi, come sono le regioni europee del livello NUTS 2 – non sono soggette a variazioni brusche da un anno all’altro, dipendendo eventuali modificazioni di rilievo da investimenti in genere pluriennali e di costo elevato. 4 Cfr. Confindustria-Ecoter (1998). 2 2. IMPOSTAZIONE DELL’ANALISI 2.1. Tipologie infrastrutturali e ambiti territoriali considerati L’impostazione dell’analisi ? per quanto riguarda la raccolta dei dati di base e la metodologia di trattamento statistico degli indicatori ? segue per quanto possibile la linea già tracciata in analoghi studi svolti in passato sullo stesso argomento 5 . In particolare, data l’esigenza di confrontare elaborazioni quanto più possibile omogenee, si è fatto esplicito riferimento alla ricerca svolta da Ecoter per conto del Centro Studi Confindustria alla fine degli anni ‘80 6 . La quantificazione di indicatori di dotazione infrastrutturale omogenei e comparabili con i precedenti consente in tal modo di rendere possibile il confronto tra la situazione attuale (1995) e quella del 1985 . Le categorie infrastrutturali principali prese in considerazione sono quattro, tre delle quali (trasporti, energia, telecomunicazioni) appartenenti al sottoinsieme delle infrastrutture cosiddette economiche e la quarta (istruzione) facente parte delle infrastrutture cosiddette sociali. Naturalmente, per giungere alla quantificazione di indicatori di sintesi per ciascuna categoria principale è stato necessario disporre di indicatori per una decina di categorie cosiddette intermedie, di seguito elencate: 5 Oltre allo studio citato nella nota precedente, si vedano: Biehl (1986), Di Palma ed. (1990), Biehl et al. (1990), Bracalente (1993). 6 Cfr. Biehl et al. (1990), op. cit. 3 Trasporti Strade Ferrovie Aeroporti Porti Energia Oleodotti Gasdotti Elettricità Telecomunicazioni Telefoni Istruzione Scuole medie superiori Università In realtà, le serie di dati raccolti sono molto più numerose, facendo riferimento ad una ventina circa di categorie infrastrutturali elementari: l’insieme delle categorie considerate e la loro struttura “gerarchica” sono riportate nel Prospetto 1. L’articolazione territoriale della base di informazione statistica corrisponde, come già detto, al livello NUTS 2 di Eurostat per tutti i paesi considerati. Ciò introduce una sensibile novità migliorativa rispetto alle quantificazioni effettuate nel 1985, dato che in quell’occasione alla Gran Bretagna fu possibile fornire informazioni di base solo a livello di Nuts 1. Le regioni complessivamente considerate nel presente lavoro ammontano quindi a 132, così suddivise per appartenenza nazionale: Paese7 N. regioni NUTS 2 Germania 38 Spagna 17 Francia 22 7 L’ordine di elencazione dei paesi, nel prospetto del testo così come in generale nelle tabelle successive, corrisponde all’ordine alfabetico dei 5 paesi, ciascuno espresso nella propria lingua nazionale: Deutschland, España, France, Italy, United Kingdom. 4 Italia 20 Regno Unito 35 Totale (UE5) 132 Sotto il profilo dell’omogeneità e della comparabilità delle informazioni di base su cui l’analisi in oggetto è stata costruita, occorre rilevare che si è in presenza di un duplice ordine di problemi: da un lato, la diversa ampiezza delle aree considerate e, dall’altro, il modo in cui in ciascun paese è stato possibile procedere alla definizione ed alla rilevazione dei vari indicatori considerati per ciascuna categoria infrastrutturale. Quanto al primo problema, è del tutto evidente che differenze nella dimensione ? ed anche nelle caratteristiche di densità e di concentrazione ? delle unità territoriali considerate possono influire negativamente sulla comparabilità dei risultati. Laddove, ad esempio, una regione includa un centro altamente agglomerato – composto di un centro urbano in senso stretto e di un hinterland - , è facile constatare che il livello dell’indicatore di dotazione infrastrutturale sarà verosimilmente molto più alto per il centro che non per l’hinterland. Questa è la ragione per cui regioni molto piccole e densamente popolate, come quelle di Amburgo, Berlino, Brema, Île de France, Greater London, Madrid ed altre, esaurendosi quasi esclusivamente in centri densamente popolati e urbanizzati, risultano avere livelli di dotazione infrastrutturale molto elevati. 5 Prospetto 1 Categorie principali, intermedie ed elementari di dotazione infrastrutturale considerate nell’analisi a livello di regioni NUTS 2 (UE5) Categoria infrastrutturale Pesi TRASPORTI Strade - Autostrade (km) ampiezza carreggiata - Strade statali (km) ampiezza carreggiata - Strade provinciali (km) ampiezza carreggiata Ferrovie - Ferrovie elettrificato binario doppio (km) 4,5 - Ferrovie non elettrificato binario doppio (km) 3,0 - Ferrovie elettrificato binario semplice (km) 1,5 - Ferrovie non elettrificato binario semplice (km) 1,0 Aeroporti - Superficie piste aeroporti principali (mq) Porti - Lunghezza totale accosti (m) TELECOMUNICAZIONI Telefoni - Collegamenti telefonici affari (n.) - Elettrodotti 200/220 kv (km) - Elettrodotti 380/400 kv (km) ENERGIA Elettrificazione - Elettrodotti 200/220 kv (km) 1/10 tensione in kv - Elettrodotti 380/400 kv (km) 1/10 tensione in kv Petrolio - Oleodotti (km) Gas - Gasdotti (km) ISTRUZIONE Scuole medie superiori - Studenti iscritti professionale (n.) a scuole superiori di tipo Università - Studenti universitari (n.) 6 2.2. Fonti e indicatori di base Il secondo problema rilevante è stato quello della disponibilità e della qualità dei dati di base, problema acuito dall’eterogeneità delle fonti statistiche nei diversi paesi, laddove esse non confluiscano in sistemi integrati e uniformati, quali quelli organizzati da Eurostat o da altre fonti ufficiose che operano per ricondurre ad omogeneità informazioni relative a determinati settori specifici (ad esempio, aeroporti e porti). Di seguito si forniscono sintetiche indicazioni su fonti e indicatori di base per ciascuna categoria infrastrutturale considerata. Strade Le informazioni di base sono state raccolte dagli esperti nazionali presso le fonti specifiche disponibili in ciascun paese. L’indicatore elementare per questa categoria infrastrutturale è stato ottenuto con il seguente procedimento: rilevazione della lunghezza delle strade per ciascuna classe considerata (autostrade, strade statali, strade extraurbane di minor livello, con esclusione delle strade comunali); ponderazione dell’estensione stradale con l’ampiezza della carreggiata prevalente in ciascuna classe considerata (diversa nei paesi considerati), con il risultato di ottenere tre indicatori, uno per classe; somma dei dati ponderati ottenuti per ciascuna classe, in modo da ottenere un indicatore unico dell’estensione (ponderata) delle strade in ciascuna regione. Poiché il dato relativo all’ampiezza delle carreggiate in Spagna non era disponibile, all’estensione stradale esistente in questo paese per ciascuna classe è stato attribuito un peso desunto dall’ampiezza media delle carreggiate rilevata negli altri paesi. 7 Ferrovie Le informazioni di base sono state raccolte dagli esperti nazionali presso le fonti specifiche disponibili in ciascun paese. Anche in questo caso sono state considerate diverse tipologie infrastrutturali: ferrovie elettrificate o non elettrificate e ferrovie a binario semplice o a binario doppio. Per tener conto del diverso livello di servizio fornito agli utenti, si è proceduto alla ponderazione dei dati di estensione chilometrica dei binari, con il seguente 8 sistema di pesi: binario semplice non elettrificato: 1,0; binario semplice elettrificato:1,5; binario non elettrificato doppio: 3,0; binario elettrificato doppio: 4,5. Aeroporti Le informazioni elementari per questa categoria infrastrutturale ? in particolare per l’indicatore ritenuto significativo, cioè la superficie complessiva delle piste degli aeroporti principali ? sono state desunte dalle indicazioni riportate nella pubblicazione specializzata dell’International Civil Aviation Organisation (ICAO) “Airport Characteristic Data Bank”, la quale riporta dati aggiornati al 1998. 8 Il sistema di pesi di cui nel testo è stato assunto identico a quello già utilizzato nel precedente lavoro del 1990 (Biehl et al., 1990, op. cit.), in modo da rendere possibili e significativi i confronti tra i livelli di dotazione infrastrutturale del 1995 e del 1985. Va tuttavia rilevato che poiché tali pesi riflettono in sostanza la “potenzialità di circolazione” (numero massimo dei treni transitabili in un giorno) delle varie linee, è possibile che in realtà i pesi non siano gli stessi nei diversi paesi considerati, date le non uniformi condizioni istituzionali ed operative in essi esistenti. 8 Porti Anche per questa categoria infrastrutturale si è preferito far riferimento ad una fonte comune, anziché alle singole fonti nazionali. Tale fonte è stata identificata nella pubblicazione specializzata dei Lloyds of London “Ports of the World”, la quale riporta dati aggiornati al 1998, tra cui anche per l’indicatore elementare qui assunto, la lunghezza totale degli accosti. Telecomunicazioni I dati di base relativi a questa categoria infrastrutturale (in pratica, alcune tipologie di collegamenti telefonici) sono stati rilevati a livello di ciascun paese considerato, sulla base delle fonti di informazione ivi disponibili. In realtà, per la Gran Bretagna non è stato possibile reperire alcun dato (analogamente a quanto già verificatosi nel 1985), mentre per la Francia la base informativa si è rivelata incompleta. Per colmare tali lacune si è proceduto nel modo seguente: nel caso della Gran Bretagna utilizzando il dato relativo alla popolazione residente si è ripartito a livello di regione il numero complessivo di linee principali del paese (dato disponibile presso la banca dati QUID elaborata dalla DG XVI della Commissione Europea); per la Francia si è operato ipotizzando che il totale nazionale desumibile dalla banca QUID per la categoria delle telecomunicazioni si distribuisca a livello regionale secondo la struttura dei dati (pur incompleti) rilevati dalle fonti nazionali 9 . 9 Naturalmente, la mo dalità di costruzione dell’indicatore per la Gran Bretagna ha in pratica coinciso con l’attribuzione di una stessa dotazione pro-capite – quella nazionale – a tutte le regioni del paese. L’attribuzione di un valore anche per questa categoria, invece che la pura e semplice omissione della quantificazione a livello regionale, si è resa necessaria per poter poi calcolare l’indicatore complessivo di sintesi come media tra le diverse categorie considerate. 9 Energia I dati di base sono stati rilevati da fonti nazionali per 3 distinte categorie infrastrutturali: elettricità, gas e petrolio. In particolare, per quanto riguarda l’elettrificazione sono state considerate le serie relative alle categorie dell’alta tensione (200/220kv e 380/400kv), che identificano le linee di trasmissione a lunga distanza di questa fonte energetica, nell’ipotesi che la rilevazione di linee di più bassa tensione rifletta soltanto un diverso impiego della rete all’interno di ciascun paese considerato. Occorre peraltro rilevare che mentre in Italia ed in Gran Bretagna linee di tensione inferiore ai 110kv sono considerate di distribuzione e non di trasmissione, in altri paesi, come la Germania, le linee di 110kv costituiscono la parte più rilevante della rete di trasmissione interregionale. Per ottenere, infine, un indicatore rappresentativo dell’intera categoria dell’elettrificazione i dati precedentemente rilevati sono stati sommati dopo avere attribuito a ciascuna linea di diversa tensione un peso pari ad 1/10 del relativo voltaggio. Per i gasdotti, il dato di base è costituito dalla lunghezza della rete di trasmissione ad alta pressione, che si riferisce specificamente al sistema di trasmissione di livello nazionale. Analogamente, per misurare la dotazione in termini di oleodotti si è provveduto a rilevare i dati di base costituiti dall’estensione chilometrica delle relative tubazioni. Istruzione Si tratta di una categoria per la quale sarebbe stato opportuno elaborare indicatori riferiti all’esistenza di strutture finalizzate al miglior svolgimento dell’attività didattica, ed eventualmente di quella di ricerca per le Università. Purtroppo la scarsa disponibilità di informazioni specifiche nei paesi considerati non ha 10 consentito di ricorrere a tali indicatori ottimali. Si è pertanto dovuto far riferimento ad un indicatore d’uso, assunto come proxy di un indicatore di dotazione: l’indicatore è il numero di studenti iscritti ad istituti professionali (scuola superiore) ed Università, rapportato alla popolazione di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Tale indicatore è stato costruito sulla base dei dati statistici pubblicati da Eurostat nella pubblicazione “Annuario Statistico – Regioni”, edizione 1997. 2.3. Criteri di sintesi degli indicatori Una volta effettuata la rilevazione degli indicatori elementari, si pone il problema della loro aggregazione in livelli via via più sintetici: dalle categorie elementari (ad esempio, autostrade) a quelle intermedie (ad esempio, strade) e da queste alle categorie principali (trasporti), fino all’indicatore che esprime in sintesi il livello complessivo di dotazione infrastrutturale dell’unità territoriale considerata. Tale problema è stato affrontato secondo un approccio sperimentato e perfezionato in precedenti lavori10 , il quale ha prodotto risultati soddisfacenti e affidabili, anche se ovviamente perfettibili11 . In breve, la procedura adottata per l’aggregazione e la sintesi degli indicatori infrastrutturali risulta articolata nelle seguenti fasi: i) costruzione degli indicatori elementari di dotazione per le singole categorie infrastrutturali; ii) normalizzazione degli indicatori elementari; 10 Si vedano i lavori citati nelle note 2 e 3. 11 Sui problemi – e sulle eventuali alternative – che l’aggregazione degli indicatori presenta si veda Mazziotta (1998). 11 iii) standardizzazione degli indici normalizzati; iv) aggregazione degli indicatori standardizzati in un indicatore di sintesi rappresentativo della dotazione infrastrutturale complessiva. Rinviando ai lavori citati per maggiori dettagli, si richiamano di seguito i tratti essenziali delle diverse fasi. Costruzione degli indicatori elementari Gli indicatori elementari sono assunti come indicatori di dotazione fisica, quindi costruiti secondo le definizioni e le unità di misura specifiche delle singole categorie; ad esempio: chilometri per le strade, numero di collegamenti telefonici per le telecomunicazioni, e così via. Normalizzazione degli indicatori elementari Poiché i dati ottenuti nella fase precedente sono riferiti ad unità territoriali di dimensione demografica e superficie diverse, essi non consentono una adeguata comparazione della reale dotazione di infrastrutture tra le regioni considerate. A tal fine si procede a rapportare gli indicatori elementari ad un opportuno numerario, in modo da fornire dati “pro capite”, svincolati dalla dimensione delle aree in questione. Tale numerario viene individuato distintamente a seconda che si tratti di infrastrutture a rete (space serving ) o di infrastrutture puntuali (population serving ): nel primo caso esso coincide con la superficie territoriale, nel secondo, con la popolazione. Standardizzazione degli indici normalizzati Gli indicatori così ottenuti non sono ancora comparabili, in quanto espressi in unità di misura diverse (ad esempio, chilometri di strade per chilometro quadrato 12 di superficie oppure numero di collegamenti telefonici per abitante). Occorre quindi procedere alla costruzione di indicatori depurati dalle diverse unità di misura, in modo tale da poter predisporre graduatorie ? specifiche per ogni categoria infrastrutturale ? dalle quali risulti chiaro il livello relativo di dotazione di ciascuna regione considerata. Il metodo utilizzato è stato quello di rapportare gli indici normalizzati al loro valore massimo e moltiplicare per cento, ottenendo in tal modo scale della medesima ampiezza (tra 0 e 100, per l’appunto) e quindi immediatamente comparabili. In pratica, ciò significa scegliere come numerario per la standardizzazione la regione che risulta la prima per livello di dotazione in una determinata categoria: tale regione avrà, per definizione, un valore pari a 100, mentre tutte le altre risulteranno da essa distanti in proporzione della loro minore dotazione. Aggregazione degli indicatori standardizzati In pratica, i problemi che si pongono nell’operazione di aggregazione sono di due ordini: il tipo di sintesi, in genere identificato con una qualche media, e l’introduzione di un sistema di pesi, ovvero la ricerca di una ponderazione non arbitraria che rifletta il diverso rilievo delle categorie infrastrutturali considerate. Seguendo un approccio consolidato in precedenti lavori, si é optato per una procedura articolata nei seguenti termini: ? gli indicatori standardizzati per le categorie intermedie compresi nella medesima categoria principale sono stati aggregati mediante media aritmetica; ? ponderazioni sono state introdotte solo nei casi in cui si disponeva di criteri sufficientemente oggettivi per la determinazione dei pesi (ad esempio, ampiezza della carreggiata per i diversi tipi di strade, oppure potenzialità di circolazione dei treni a seconda della tipologia delle linee, etc.); 13 ? per passare dagli indicatori di sintesi ottenuti per le quattro categorie principali ad un unico indicatore di dotazione infrastrutturale complessiva si è proceduto attraverso il calcolo di una media geometrica non ponderata. Il diverso procedimento adottato per calcolare, da un lato, gli indicatori di sintesi delle categorie principali (media aritmetica) e, dall’altro, l’indicatore di sintesi complessivo (media geometrica) si giustifica con la considerazione che all’interno della stessa categoria principale può essere ragionevolmente ammesso un certo grado di sostituibilità tra i servizi forniti dalle diverse tipologie di infrastruttura (ad esempio, una strada e una ferrovia sono in qualche misura fungibili dato che entrambe puntano alla soddisfazione dello servizio di mobilità), mentre tale sostituibilità appare molto più remota tra categorie principali diverse (ad esempio, fra i trasporti e le telecomunicazioni). L’applicazione del procedimento sopra richiamato ha condotto ai risultati presentati nei paragrafi successivi. Al riguardo occorre sottolineare che, pur avendo effettuato l’operazione di standardizzazione utilizzando come numerario il livello massimo della serie degli indicatori normalizzati, in fase di presentazione dei risultati si è preferito esprimere la dotazione di ciascuna regione in termini di numero indice rispetto alla dotazione media dei cinque paesi fatta pari a 100 (UE5=100). I risultati presentati in tal modo – anziché come rapporti rispetto al valore massimo – offrono infatti il pregio di essere immediatamente rappresentativi della situazione di vantaggio o di svantaggio che caratterizza ciascuna regione rispetto a tutte le altre. 14 3. IL LIVELLO DI DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE NELLE REGIONI EUROPEE 3.1. La dotazione complessiva I risultati dell’analisi svolta, se esaminati a livello di paese (Tab. 1), disegnano un quadro della dotazione infrastrutturale complessiva che vede Gran Bretagna e Germania nettamente al di sopra degli altri tre paesi considerati. Tra questi ultimi la Francia risulta sostanzialmente in linea con la media dei cinque paesi (UE5), mentre l’Italia mostra un livello complessivo di dotazione leggermente inferiore alla media e la Spagna, infine, appare ancora attestata su un livello nettamente al di sotto (di circa il 30%) rispetto alla media UE5. Se si esamina la graduatoria a livello di regioni europee, ordinate sulla base dell’indice (decrescente) di dotazione complessiva (Tab. 2) 12 , è la regione tedesca di Hamburg – come già nel 1985, peraltro - ad occupare il primo posto, seguita dalle regioni britanniche di Merseyside e Greater London. Più in generale, nell’ambito delle prime 10 posizioni figurano 5 regioni appartenenti al Regno Unito, 4 regioni tedesche ed una regione francese (Île de France, la regione di Parigi). All’estremo opposto della classifica si collocano due regioni spagnole (Canarias e Extremadura); tra le ultime 10 in graduatoria, inoltre, figurano complessivamente 5 regioni spagnole, 3 italiane, ed una ciascuna per Francia e Regno Unito. 12 Nella Tav. A.1 dell’Appendice statistica si forniscono i livelli dell’indicatore infrastrutturale sintetico ordinati per nazione e per regione, anziché per valore decrescente. 15 Tab. 1. Livelli di infrastrutturazione complessiva nei 5 paesi europei (media UE5 = 100) Paese Indice sintetico di dotazione infrastrutturale Germania 115,9 Spagna 71,4 Francia 101,8 Italia 95,0 Regno Unito 117,9 In effetti, più che ad una graduatoria ordinale che assegna un preciso rango (posto in graduatoria) ad ogni regione, conviene far riferimento ad un ordinamento in classi, ciascuna delle quali risulta individuata sulla base di prefissati valori estremi dell’indicatore di dotazione infrastrutturale: ciò semplifica la lettura sintetica dei risultati e al tempo stesso attenua la rigidità di una classifica posizionale, dato che l’importante non è conoscere l’esatto posto in graduatoria di una determinata regione, quanto piuttosto di sapere se una regione presenta una dotazione di infrastrutture alta o bassa o media. 16 Tab. 2. Code DE6 UK84 UK55 DE5 DE3 UK73 UK82 UK81 FR1 DEA1 UK24 DEA2 UK51 IT13 DEA5 UK83 UK56 UK72 ES3 UK57 DE71 UK32 UK54 DE12 UK23 DEB3 DEC UK53 UK71 FR23 DE13 UK92 DE11 FR42 FR3 DEA3 DEA4 IT6 UK21 ES21 DEB2 UK52 DEDOI UK31 DE21 UK61 IT2 DE91 UK11 DE72 FR71 DE14 DE92 IT32 UKA1 DE73 Graduatoria decrescente delle regioni europee UE5 secondo l'indicatore di dotazione infrastrutturale complessiva (media UE5 = 100) Regione Hamburg Merseyside Greater London Bremen Berlin West Midlands (County) Greater Manchester Cheshire Ile-de-France Düsseldorf West Yorkshire Köln Bedfordshire, Hertfordshire Liguria Arnsberg Lancashire Hampshire, Isle of Wight Shropshire, Straffordshire Madrid Kent Darmstadt Leicestershire, Northhamptonshire Essex Karlsruhe South Yorkshire Rheinhessen-Pfalz Saarland Surrey, East-West Sussex Hereford & Worcester, Warwickshire Haute-Normandie Freiburg Gwent, Mid-South-West Glamorgan Stuttgart Alsace Nord-Pas-de-Calais Münster Detmold Lazio Humberside Pais Vasco Trier Berkshire, Buckingamshire, Oxfords Leipzig Derbyshire, Nottingamshire Oberbayern Avon, Gloucestershire, Wiltshire Lombardia Braunschweig Cleveland, Durham Gießen Rhône-Alpes Tübingen Hannover Veneto Borders-Central-Fife-Lothian-Tayside Kassel Indice generale 374,3 295,9 288,2 268,2 233,4 222,0 215,6 203,3 197,1 188,5 175,4 169,6 165,3 163,6 156,0 155,9 153,0 150,8 149,5 148,1 144,8 144,5 144,1 144,0 142,3 141,0 135,6 135,4 135,1 134,4 132,1 131,1 130,8 130,3 129,6 129,4 128,5 124,7 124,5 124,0 123,8 122,8 121,7 121,7 121,3 120,7 118,6 117,6 117,2 116,7 114,6 113,3 112,6 112,6 112,5 112,4 Rango 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 (continua) 17 (segue) Code UKA4 UK91 FR82 DE25 DE94 IT4 IT11 DEF DEDOY IT33 DEB1 UK13 UK63 UK22 ES51 FR41 UK62 UKA2 DE23 IT51 FR22 DE24 DE27 FR43 FR24 FR25 FR52 FR21 DEDOE UK4 FR51 IT8 DE26 DEE UK33 FR81 FR26 FR61 UK12 DE93 FR63 IT53 DEG DE4 FR53 IT71 FR62 DE22 ITA Regione Grampian Clwyd, Dyfed, Gwinedd, Powys Provence-Alpes-Côte-d'Azur Mittelfranken Weser-Ems Emilia Romagna Piemonte Schleswig-Holstein Dresden Friuli Koblenz Northumberland, Tyne and Wear Dorset, Somerset North Yorkshire Cataluna Lorraine Cornwall, Devon Dumfries & Galloway, Strathclyde Oberpfalz Toscana Picardie Oberfranken Schwaben Franche-Comté Centre Basse-Normandie Bretagne Champagne-Ardenne Chemnitz East Anglia Pays-de-la-Loire Campania Unterfranken Sachsen-Anhalt Lincolnshire Languedoc-Roussillon Bourgogne Aquitaine Cumbria Lüneburg Limousin Marche Thüringen Brandenburg Poitou-Charentes Abruzzo Midi-Pyrénées Niederbayern Sicilia Indice Generale 111,4 109,7 109,3 109,0 107,4 105,8 105,1 104,9 104,2 102,0 102,0 101,6 101,3 101,2 100,9 100,7 99,9 98,2 98,1 98,1 98,0 97,4 97,3 95,1 94,7 94,7 94,0 93,3 92,9 92,6 92,2 92,2 91,7 91,6 91,0 89,9 88,9 87,6 87,4 86,9 86,4 85,3 85,0 84,9 84,5 84,4 83,1 82,6 82,3 Rango 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 (continua) 18 (segue) Code IT12 IT91 ES52 DE8 FR72 ES13 UKB ES12 ES41 ES23 IT52 ES11 ES53 ES22 IT93 IT92 ES24 IT31 ITB ES61 IT72 UKA3 ES62 ES42 FR83 ES43 ES7 Regione Valle d'Aosta Puglia Valencia Mecklenburg-Vorpomm. Auvergne Cantabria Northern Ireland Asturias Castilla Leon Rioja Umbria Galicia Baleares Navarra Calabria Basilicata Aragon Trentino Alto Adige Sardegna Andalucia Molise Highland, Islands Murcia Castilla-Mancha Corse Extremadura Canarias Indice generale 82,1 80,1 78,6 76,7 76,3 75,6 75,0 73,0 72,7 72,2 71,5 70,2 69,8 69,7 68,6 65,9 64,6 64,5 58,7 57,5 57,1 55,6 55,4 54,8 49,7 47,3 40,4 Rango 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 Codice paesi: DE = Germania; FR = Francia; IT = Italia; ES = Spagna UK = Regno Unito In analogia con le analisi svolte in precedenza sono state individuate 6 classi di dotazione infrastrutturale, ciascuna individuata da un estremo inferiore e da un estremo superiore dell’indicatore sintetico, secondo il prospetto di seguito riportato. 19 Classe Dotazione infrastrutturale Indicatore sintetico* I Molto alta 150,00 e oltre II Alta 125,00 – 149,99 III Medio-alta 100,00 - 124,99 IV Medio-bassa 75,00 - 99,99 V Bassa 50,00 - 74,99 VI Molto bassa fino a 49,99 * Livelli complessivi di dotazione infrastrutturale (Media UE5 = 100) In termini complessivi, ossia per l’insieme dei 5 paesi considerati, si rileva (si vedano la Tab. 3 e la Fig.1) che oltre la metà delle 132 regioni trova collocazione nelle due classi medie, con leggera prevalenza della classe medio-bassa sulla medio-alta. Della restante metà circa due terzi si situano nella zona alta della classifica (indicatore di sintesi oltre 125), mentre un terzo nella parte più bassa (indicatore di sintesi al di sotto di 75). Naturalmente, se si passa ad esaminare la distribuzione per paese ( si veda anche il Graf. 1), si notano differenze rimarchevoli: ? nessuna regione tedesca si trova al di sotto della classe medio-bassa ed anche Gran Bretagna e Francia hanno pochissime regioni nelle due classi di più bassa dotazione (rispettivamente, 2 il Regno Unito ed 1 la Francia). Ciò significa, evidentemente, che sono di nazionalità spagnola ed italiana la quasi totalità delle regioni appartenenti alle ultime due classi: delle 21 regioni ivi situate, infatti, sono spagnole circa il 60% ed italiane poco meno del 30%; 20 Fig. 1 - Dotazione complessiva di infrastrutture, 1995, UE5, Regioni NUTS 2 UE5 = 100 > 150 125 – 150 100 – 125 75 – 100 50 – 75 < 50 21 Distribuzione delle regioni europee per classe di dotazione infrastrutturale complessiva, 1995 (media UE5=100) n. regioni (%) Graf. 1. 70 60 50 40 30 20 10 0 DE ES FR IT UK >150 125150 100- 75-100 50-75 125 <50 Classe di dotazione ? all’opposto, le prime due classi sono composte per quasi l’85% da regioni tedesche e britanniche, queste ultime più numerose in assoluto nella classe di eccellenza (su 18 regioni appartenenti alla prima classe 10 sono britanniche, contro 6 tedesche ed una ciascuna per Francia e Italia); ? nessun paese presenta almeno una regione in ogni classe. La distribuzione è infatti spostata verso l’alto (Germania e Regno Unito) o verso il basso (Spagna), mentre Francia e Italia presentano una forte 22 concentrazione nelle due classi medie (in particolare, oltre i tre quarti delle regioni francesi si collocano in queste classi e quasi i due terzi si trovano nella sola classe medio-bassa). Tab. 3. Classificazione delle regioni europee per livello di dotazione infrastrutturale complessiva e per paese, 1995 (UE5=100) Distribuzione delle regioni per classe di dotazione infrastrutturale Paesi Molto bassa Bassa Mediobassa Medioalta Alta Molto alta Totale Germania - - 11 13 8 6 38 Spagna 2 10 2 2 1 0 17 Francia 1 - 14 3 3 1 22 Italia - 6 7 6 - 1 20 Regno Unito - 2 5 11 7 10 35 Totale 3 18 39 35 19 18 132 Più specificamente, per ciascun paese possono farsi, in sintesi, le considerazioni di seguito riportate. Per la Germania si osserva che tutte le sue regioni hanno una dotazione complessiva di infrastrutture superiore al 75% della media UE5. In particolare, 27 regioni su 38 (il 71%) si situano nelle due classi di migliore dotazione, mentre 11 regioni si trovano nella classe medio-bassa, dunque appena al di sotto della media. Da rilevare che 5 di queste 11 appartengono alla ex Repubblica Democratica Tedesca (Mecklenburg-Vorpommern, Thuringen, Brandenburg, Sachsen-Anhalt e Chemnitz). 23 La Spagna si conferma come il paese – tra i cinque considerati – tuttora meno dotato dal punto di vista infrastrutturale: 12 regioni su 17 hanno infatti una dotazione di oltre un quarto inferiore alla media UE5 e due di esse, Canarie ed Extremadura, non raggiungono neppure la metà del livello medio di dotazione complessiva. Madrid, unica regione del paese con un livello di dotazione classificabile come alto (indicatore superiore a 125 e 19^ posto della graduatoria decrescente), appare dunque come un’eccezione, che si distacca nettamente rispetto al resto del paese. Guardando alla Francia, si nota che le regioni appartenenti a questa nazione sono fortemente concentrate nelle due classi medie (per oltre i tre quarti), ed in particolare in quella medio-bassa (per circa i due terzi). Al di fuori di queste due classi compaiono, in positivo, le regioni Île de France (nella classe di dotazione più elevata), Alsace, Haute-Normandie e Nord-Pas-de-Calais (classe alta); mentre, all’opposto, nella classe di dotazione più bassa figura la Corsica. Venendo all’Italia, va innanzitutto sottolineato il caso della Liguria, che si conferma (come già nel 1985) la regione italiana con la migliore dotazione infrastrutturale: indicatore di sintesi 164 (superiore dunque di circa due terzi alla media UE5), unica regione italiana che si situa nella classe molto alta, 14^ posizione nella graduatoria decrescente delle 132 regioni europee considerate. Va altresì rilevato che nessuna regione italiana risulta collocata nella classe di dotazione più bassa, a differenza di quanto registrato nel 1985, in cui invece 3 regioni (tutte meridionali) figuravano in tale classe. Per il resto, si rileva una situazione infrastrutturale così sintetizzabile: - 6 regioni (circa il 30% del totale) si situano nella classe di dotazione medio-alta (indicatore di sintesi tra 100 e 125): Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lazio; - 7 regioni (il 35% del totale) si trovano nella fascia medio-bassa (classe 75-100): tra queste figurano 3 regioni del Centro-nord (Toscana, Marche 24 e Valle d’Aosta) e 4 del Mezzogiorno (Campania, Abruzzo, Sicilia e Puglia); - infine, delle restanti 6 regioni che risultano collocate nella classe di dotazione bassa (indicatore di sintesi tra 50 e 75) 4 appartengono alla ripartizione meridionale (in ordine decrescente di dotazione: Calabria, Basilicata, Sardegna e Molise), mentre 2 sono localizzate nel Centronord del paese (Umbria e Trentino Alto Adige)13 . Quanto al Regno Unito, si nota innanzitutto che nessuna regione figura nella classe di dotazione più bassa. La regione infrastrutturalmente meno attrezzata è quella scozzese delle Highland Islands, la cui dotazione ammonta al 55% della media UE5. Altre 6 regioni del paese fanno comunque registrare una dotazione infrastrutturale inferiore a tale media. Ma il tratto caratteristico della situazione britannica – che fa considerare questa nazione nettamente avvantaggiata rispetto alle altre quattro sotto il profilo infrastrutturale ? va rinvenuto nel fatto che quasi i 4/5 delle regioni hanno un livello di dotazione superiore alla media UE5 e che, cosa ancora più significativa, più della metà delle regioni appartenenti alla classe di dotazione massima appartengono al Regno Unito. I risultati ottenuti possono essere esaminati anche sotto il profilo della consistenza dei due opposti fenomeni della sottodotazione e della sovradotazione infrastrutturale, tale consistenza venendo misurata in termini di incidenza 13 È interessante notare che l’analisi recentemente svolta per le regioni e le province italiane (cfr. Confindustria-Ecoter, 1998, op. cit.) conferma sostanzialmente, pur avendo utilizzato un più ampio ed in parte diverso set di categorie infrastrutturali, le risultanze relative alla modesta performance delle 2 regioni del Centro-nord (cui nell’analisi in questione si aggiungeva anche la Val d’Aosta). L’analisi condotta a livello nazionale confermava inoltre l’ottima situazione infrastrutturale della Liguria e, più in generale, convalidava nella sostanza la configurazione delle regioni italiane sotto il profilo infrastrutturale che risulta dall’analisi qui svolta a livello delle 132 regioni europee. 25 demografica o territoriale delle regioni interessate rispetto alla media dei cinque paesi (Tab.4). Tab. 4. Sintesi del livello di dotazione infrastrutturale complessiva delle regioni europee per paese di appartenenza, 1995 Incidenza percentuale delle regioni europee – in termini di numero, popolazione e superficie - a seconda del livello di dotazione infrastrutturale Paese di appartenenza Dotazione inferiore alla media UE5 Dotazione superiore alla media UE5 Regioni (%) Popolazione (%) Superficie (%) Regioni (%) Popolazione (%) Superficie (%) Germania 28,9 23,5 43,9 71,1 76,5 56,1 Spagna 82,4 66,3 90,6 17,6 33,7 9,4 Francia 68,2 47,0 73,5 31,8 53,0 26,5 Italia 65,0 48,3 60,1 35,0 51,7 39,9 Regno Unito 20,0 15,6 41,4 80,0 84,4 58,6 Totale 45,5 37,1 66,5 54,5 62,9 33,55 Mediamente, nell’insieme dei cinque grandi paesi europei poco più della metà delle regioni ? corrispondente a circa il 63% della popolazione ? fruiscono di un livello adeguato di infrastrutture. A livello di singolo paese, si rileva che in Germania e Gran Bretagna circa 80 abitanti su 100 risiedono in regioni con dotazione infrastrutturale superiore al livello medio UE5; in Francia e Italia tale percentuale scende a poco più del 50%; mentre in Spagna soltanto un terzo della popolazione usufruisce di un livello di infrastrutturazione in linea con la media europea. 26 3.2. La dotazione per singola categoria infrastrutturale Esaminando separatamente la dotazione di infrastrutture delle 132 regioni e dei 5 paesi nel campo dei Trasporti, dell’erogazione di Energia, delle Telecomunicazioni e dell’Istruzione ? ossia delle quattro categorie principali analizzate ? , si è in grado di definire con maggior precisione la situazione di deficit o di soddisfazione che le diverse realtà territoriali considerate presentano. Innanzitutto, può essere interessante osservare il grado di variabilità che risulta associato alle serie di indicatori calcolati per ciascuna delle categorie considerate, nell’ipotesi che un’elevata variabilità evidenzi una persistente disparità nei livelli di dotazione per le regioni dei 5 paesi europei presi in esame. A tal fine si può far riferimento a semplici indici di dispersione, quali il rapporto tra valore massimo e minimo della serie considerata (MMR), lo scarto quadratico medio (SE), il coefficiente di variazione (CV). Il calcolo di tali indici di dispersione (Tab. 5) evidenzia come all’interno delle 4 serie siano presenti squilibri tra regioni piuttosto consistenti per quanto riguarda la dotazione di infrastrutture di trasporto ed energetiche, mentre la situazione è molto più equilibrata nel campo delle reti di telecomunicazione e delle infrastrutture per l’istruzione. Tab. 5. Indici di dispersione regionale per le 4 categorie infrastrutturali principali Indici di dispersione Trasporti Energia Telecomunic. Istruzione In complesso MMR 60,8 322,7 2,1 3,2 9,4 SE 199,7 119,8 13,6 22,0 49,8 CV 1,1 0,9 0,1 0,2 0,4 27 Quanto ai livelli di dotazione riscontrabili in ciascuna delle quattro categorie infrastrutturali principali, essi sono riepilogati a livello di paese nella Tab. 6 inserita nel testo, mentre il dettaglio a livello delle 132 regioni è riportato nella Tav. A.2 dell’Appendice statistica. Nel settore dei trasporti il paese con la migliore dotazione risulta essere la Gran Bretagna, la quale supera dell’85% il livello medio dei 5 paesi. Tali performance dipendono, in buona parte, dalla presenza nella regione londinese (prima in assoluto nella graduatoria regionale per questa infrastruttura) ed in quelle ad esse adiacenti, di una fitta rete stradale, oltre che dalla disponibilità, nella stessa zona, del 18% del totale delle infrastrutture aeroportuali del paese per una superficie di appena il 10%. La rete dei trasporti britannica può comunque considerarsi territorialmente ben articolata e diffusa, visto che quasi tutte le sue regioni (la sola eccezione é rappresentata da Highland Islands) raggiungono un livello di dotazione superiore a quello medio UE5. Tab. 6. Livelli di dotazione per categoria infrastrutturale principale nei paesi europei, 1995 (dotazione media UE5 = 100) Categorie infrastrutturali principali Paesi Trasporti Energia Telecomunicaz. Istruzione 120,1 153,5 96,6 101,2 Spagna 48,6 65,0 95,7 86,1 Francia 98,4 104,0 115,2 90,9 Italia 97,1 92,9 92,2 98,0 184,9 85,4 100,1 122,4 Germania Regno Unito 28 È proprio in questo settore che, probabilmente, si fanno maggiormente sentire le distorsioni dovute alla diversa dimensione delle unità territoriali sulle quali è stata condotta la rilevazione. Infatti, a fianco alle regioni inglesi, sono le città-stato tedesche (Berlino, Amburgo, Brema) ad essere in testa alla graduatoria costruita secondo il livello di dotazione di infrastrutture di trasporto (cfr. Tav. A.2). La Germania, in ogni caso, detiene il primato per capacità della rete ferroviaria ed è senza dubbio ben equipaggiata nel settore aeroportuale (Tab. 7). In quest’ultimo settore, peraltro, si registra il divario più forte tra le regioni occidentali ed orientali del paese; infatti, la dotazione di infrastrutture aeroportuali è di appena il 23,5% della media comunitaria per l’area orientale, contro il 147,5% registrato per il resto del paese. Tab. 7. Livelli di dotazione infrastrutturale nelle categorie intermedie del settore trasporti, per paese, 1995 (dotazione media UE5 = 100) Categorie intermedie del settore trasporti Paesi Ferrovie Strade 159,3 101,5 110,1 83,4 Spagna 35,8 51,4 67,9 74,0 Francia 109,3 94,6 92,2 68,9 91,6 94,5 127,5 115,5 Gran Bretagna 136,0 218,2 135,8 229,8 UE 100,0 100,0 100,0 100,0 Germania Italia Aeroporti Porti 29 Italia e Francia non sembrano presentare problemi di rilievo per nessuna delle sottocategorie di infrastrutture di trasporto analizzate (strade, ferrovie, aeroporti, porti). Al riguardo è bene comunque ricordare che gli indicatori qui analizzati sono indicatori fisici di dotazione e solo in via di prima approssimazione essi possono essere ritenuti significativi del livello di servizio effettivamente fornito alla popolazione ed al sistema produttivo, a tale automatica estensione ostando la diversa “produttività” (efficienza e qualità) di ciascuna infrastruttura considerata. Se dal livello nazionale l’analisi scende a quello regionale (Tav. A.3 dell’Appendice statistica), si ravvisano situazioni molto più differenziate e per qualche regione preoccupanti: questo sembra essere il caso, ad esempio, di regioni italiane quali Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Basilicata e Sardegna. È pur vero, tuttavia, che considerando le caratteristiche proprie di queste regioni, il grado di sottodotazione appare meno grave di quanto potrebbe apparire dalla semplice osservazione del basso livello dell’indicatore (intorno alla metà del livello medio UE5). Si tratta infatti di regioni che presentano una densità di popolazione molto più bassa della media nazionale, anche a motivo di una superficie territoriale in gran parte montuosa: entrambe queste condizioni – scarsa popolazione e intensa orografia – concorrono dunque a spiegare lo scarso sviluppo delle infrastrutture di trasporto in tali regioni. La Spagna risulta indubbiamente il paese che fa registrare il ritardo più consistente nell’adeguamento della rete ferroviaria e stradale agli standard dei maggiori partner europei, come viene evidenziato dal fatto che 13 regioni spagnole su 17 non raggiungono per questa categoria infrastrutturale la soglia del 75% del livello registrabile nella media UE5. Per quanto riguarda le infrastrutture relative al settore dell’energia, è la Germania la nazione che risulta in media la più dotata ed è una regione tedesca – quella di Hamburg – a far registrare la migliore prestazione tra le 132 regioni europee. Più in generale, l’indicatore di sintesi per il settore energetico risulta elevato per tutte 30 le regioni che ospitano centri urbani di grandi dimensioni: Bremen, Dusseldorf, Greater London, Berlin, Madrid, Île de France, Lombardia ed altre. Le differenze di dotazione tra paesi sembrano inoltre potersi far dipendere anche dalla tipologia prevalente di infrastruttura energetica: rete elettrica, gasdotti o oleodotti (Tab. 8). Infatti, se si esclude la Germania, il cui equipaggiamento per tutte e tre le tipologie analizzate risulta consistentemente superiore alla media (seppure anche qui si può individuare un maggiore peso della rete dei gasdotti), per gli altri paesi l’erogazione di energia avviene prevalentemente tramite uno o al massimo due vettori principali. Questo significa che, a seconda di quale sia il canale di distribuzione impiegato, muta il livello di efficienza della rete a parità di superficie territoriale coperta. Tab. 8. Livelli di dotazione infrastrutturale nelle categorie intermedie del settore dell’energia, per paese, 1995 Categorie intermedie del settore energia Paesi Elettricità Oleodotti Gasdotti Germania 141.5 126.5 308.6 Spagna 74.4 57.8 15.3 Francia 110.6 98.9 69.9 Italia 82.1 118.2 107.4 Regno Unito 77.9 129.0 28.7 UE 100.0 100.0 100.0 Le disparità interregionali in questo settore sono particolarmente pronunciate, come evidenzia chiaramente il Graf. 2 (per il dettaglio dei dati si veda la Tav. A.4 dell’Appendice statistica). Infatti, se si esclude la Germania che presenta in tutte le aree una capacità superiore al 75% della media e una elevata concentrazione di regioni nella classe di dotazione più alta, negli altri paesi si registrano 31 contestualmente sia casi di grave arretratezza nell’adeguamento della rete di distribuzione dell’energia, sia situazioni di forte vantaggio infrastrutturale. Graf. 2. Sottodotazione (livello <50) e sovradotazione (livello >150) regionale di infrastrutture energetiche, per paese, 1995 (Media UE=100) 60 n. regioni (%) 50 40 30 20 10 0 DE ES FR IT UK Paese <50 >150 Nella categoria della sottodotazione, identificata sulla base di un livello dell’indicatore inferiore al 50% della media UE5, rientrano: - le regioni spagnole Canarias, Murcia, Andalucia, Asturias, Baleares; - Corsica e Auvergne in Francia; - in Italia, le regioni Molise, Umbria, Basilicata, Sardegna, Calabria, Marche, Trentino Alto Adige; - in Gran Bretagna, regioni come Cumbria, Lincolnshire, East Anglia, Cornwall, ed altre. 32 Quanto alle regioni che presentano una situazione di sovradotazione, identificata con un livello dell’indicatore sintetico superiore al 150% della media UE5, esse sono: - in Spagna, le regioni di Madrid e Pais Vasco; - in Francia, Rhone-Alpes, Nord Pas de Calais, Alsace, Haute Normandie, e Île de France; - in Italia, Liguria, Lombardia e Veneto; - in Gran Bretagna le regioni di Grampian, West Midlands, North West, oltre naturalmente alla già menzionata regione di Londra. Per le infrastrutture appartenenti alla categoria delle telecomunicazioni, la nazione più dotata risulta essere la Francia, e francese è anche la regione più equipaggiata (Île de France), con una dotazione pari a 132,7. Nel complesso, comunque, la diffusione del sistema di comunicazioni (telefoniche) appare piuttosto equilibrata, come risulta chiaramente dagli indici di dispersione calcolati (Tab. 5), e come viene confermato dal fatto che il livello di dotazione delle regioni più carenti per questa categoria infrastrutturale ? quelle della ex Repubblica Democratica Tedesca ? non scende mai comunque al di sotto del 60% del valore medio UE5 14 . La quarta categoria principale di infrastrutture analizzata è quella dell’istruzione . Per la costruzione dell’indicatore relativo a questo settore è stata considerata 14 Considerando che il valore massimo per questa categoria è 132 (nella già richiamata regione francese Île de France), si è in presenza di un’escursione tra massimo e minimo di poco superiore a 2. Per avere un termine di confronto, si pensi che nel settore dei trasporti il livello minimo fatto registrare (sempre in rapporto alla media UE5) dall’indicatore sintetico è pari a 22 (Extremadura in Spagna) mentre quello massimo raggiunge 1380 (Greater London nel Regno Unito), con una escursione di oltre 60 volte tra massimo e minimo. 33 significativa la sola capacità di istruzione professionale ed universitaria, che, in assenza di valide informazioni sulle strutture e sui livelli di servizio, è stata espressa come numero di studenti iscritti, rapportato alla popolazione di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Anche in questo caso si rileva la presenza di disparità tra le dotazioni a livello nazionale e soprattutto regionale, ma, come già per le telecomunicazioni, in misura decisamente meno sensibile che per le categorie dei trasporti o dell’energia. Tra le nazioni, è il Regno Unito a far registrare il livello di dotazione più elevato, ed anche a livello regionale è britannica la regione che presenta il valore massimo dell’indicatore relativo all’istruzione (North Yorkshire, con un livello pari a 157). La Germania è l’altra nazione che fa registrare un livello dell’indicatore superiore alla media UE5, ed in essa è Brema la regione con il maggior numero di studenti rispetto alla popolazione nei gruppi di età interessati. Italia e Francia figurano entrambe al di sotto della media UE5, in misura più lieve l’Italia, più accentuata la Francia. Al loro interno, le regioni più dotate sono rispettivamente l’Emilia Romagna e l’Île de France. La Spagna resta anche per questa categoria infrastrutturale il paese più svantaggiato, anche se in questo caso il distacco è relativamente contenuto, ponendosi al di sotto del 15% della media dei 5 paesi. Sono comunque spagnole le regioni che presentano i livelli più bassi dell’indicatore di sintesi per questo settore (Baleares e Castilla-Mancha). 3.3. La diffusione delle infrastrutture nei paesi europei Per avere una misura di più diretta comprensione dei divari interni a ciascuna nazione, le dotazioni infrastrutturali delle regioni NUTS 2 sono stati espresse in termini di rapporto rispetto alla corrispondente dotazione media nazionale, fatta pari a 100. Il grado di diffusione infrastrutturale all’interno dei cinque paesi è stato inoltre evidenziato facendo riferimento alla popolazione e/o alla superficie di ciascuna 34 regione, oltre che al loro numero. Le 132 regioni, infatti, sono piuttosto disomogenee quanto a dimensioni territoriali e demografiche; di conseguenza, il numero di esse presente nelle differenti classi di dotazione non fornisce una misura completa del grado in cui le infrastrutture riescono a servire le varie zone del paese e la popolazione in esse residente. Per fare un esempio, in Germania vi sono ben tre regioni con una dotazione più che doppia rispetto alla media europea; ma esse raccolgono complessivamente solo il 7% della popolazione del paese. Da ciò si deduce: i) che il loro peso nel contesto nazionale non è rilevante; ii) che, inoltre, la misura della loro dotazione infrastrutturale è verosimilmente sovrastimata, essendo la superficie territoriale pertinente a queste regioni occupata quasi interamente da grandi centri metropolitani. In quest’ottica va, per converso, rivalutato il peso di altre regioni, il cui indicatore infrastrutturale va inteso come livello medio di dotazione di aree demograficamente e dimensionalmente più estese, che comprendono sia centri urbani ad elevata concentrazione infrastrutturale, sia zone poco urbanizzate, in cui la concentrazione è nettamente inferiore. Una di queste è l’Île de France, in cui risiede circa un quinto della popolazione del paese e che dispone di una dotazione infrastrutturale quasi doppia rispetto a quella media europea. I risultati dell’analisi condotta all’interno dei cinque paesi considerati sono riportati in sintesi nella Tab. 9: in essa, fissati cinque livelli di dotazione successivi (dal 75% al 125% della dotazione media nazionale), sono state riportate le quote di popolazione, superficie e numero di regioni la cui dotazione ricadeva al di sotto del livello considerato. Una quota più bassa nei livelli di dotazione estremi suggerisce l’esistenza di una minore sperequazione territoriale nella dotazione infrastrutturale. Guardando alla percentuale di popolazione residente in regioni comprese entro il livello del ± 10% rispetto alla media nazionale, la Francia è sicuramente il paese in cui gli squilibri risultano più contenuti; in questa fascia, infatti, ricade il 36% 35 della popolazione francese, contro il 24% di quella di Germania e Spagna ed appena il 20% e il 18%, rispettivamente per Italia e Gran Bretagna. Per l’Italia, in particolare, questa stessa popolazione si colloca in un’area molto ristretta, corrispondente ad appena il 15% della superficie nazionale. Tab. 9 Distribuzione di popolazione, superficie e regioni per livello di dotazione infrastrutturale complessiva nei 5 paesi europei, 1995 (valori percentuali) Livello di dotazione infrastrutturale complessiva (media del paese = 100) < 75 < 90 < 100 < 110 < 125 Germania % popolazione 9,8 27,5 42,0 52,2 72,1 % superficie 22,2 48,4 66,3 77,6 91,6 % regioni 10,5 34,2 50,0 63,2 81,6 Spagna % popolazione 6,7 31,9 45,1 56,4 66,3 % superficie 9,7 45,0 63,3 86,0 90,6 11,8 29,4 52,9 76,5 90,6 % regioni Francia % popolazione 0,4 22,6 51,0 58,6 68,2 % superficie 1,6 40,9 77,8 83,6 91,8 % regioni 4,5 36,4 72,7 77,3 81,8 Italia % popolazione 9,8 32,1 42,2 50,4 88,0 % superficie 22,3 48,0 52,5 62,7 92,5 % regioni 25,0 55,0 60,0 70,0 90,0 4,1 21,3 29,3 41,3 58,2 21,3 49,6 68,9 77,7 88,1 8,6 28,6 40,0 51,4 68,6 Gran Bretagna % popolazione % superficie % regioni 36 Germania ed Italia hanno la quota maggiore, circa il 10%, di popolazione residente nelle zone infrastrutturalmente meno dotate, seguite da Spagna con il 6,7%, Gran Bretagna con il 4,1% e Francia con appena lo 0,4%. Quanto alle regioni che presentano un livello superiore a 125, la situazione nei vari paesi è altrettanto disomogenea. Da un lato la Gran Bretagna raccoglie in queste aree più del 40% della popolazione, dall’altro l’Italia ha appena il 12% degli abitanti residente in regioni ad alta densità infrastrutturale. In Spagna le infrastrutture si concentrano nel nord est della penisola e nella zona di Madrid, aree che godono anche di un grande dinamismo economico e presentano elevati livelli di reddito e di densità di popolazione, tanto che su una superficie pari ad appena il 10% di quella nazionale raccolgono ben il 34% della popolazione complessiva. Il paese in cui lo squilibrio verso il basso risulta più evidente è senza dubbio l’Italia, dove il rapporto tra la popolazione collocata al di sopra e al di sotto, rispettivamente, del ± 25% della media nazionale è quasi di 1 a 1; laddove negli altri paesi, per ogni abitante in regioni con un livello infrastrutturale inferiore a 75, quelli residenti in zone con dotazione superiore a 125 sono 2,8 in Germania, 5 in Spagna, 10,2 in Gran Bretagna e ben 79,5 in Francia. Nella Tabella 10 sono riportati alcuni semplici indici di dispersione (rapporto tra massimo e minimo della serie, scarto quadratico medio, coefficiente di variazione) per le principali categorie infrastrutturali, espresse in percentuale del corrispondente livello medio nazionale. Tali indici consentono di verificare quali tipologie infrastrutturali risultino più concentrate in alcune zone del paese piuttosto che in altre e quali invece siano distribuite più equamente sul territorio nazionale. 37 Come già constatato nell’analisi svolta a livello complessivo di UE5, la presenza nelle varie regioni delle infrastrutture riguardanti le telecomunicazioni e l’istruzione è abbastanza uniforme; per le altre due categorie infrastrutturali, invece, gli squilibri sembrano più consistenti. Per la Gran Bretagna, in particolare, si segnala un’accentuata concentrazione tanto di reti di trasporto quanto di infrastrutture energetiche nelle aree forti del paese, costituite essenzialmente dalle zone attorno a Greater London e dagli altri grandi centri urbani presenti nelle regioni di Greater Manchester, del Merseyside e del West Midlands. In Spagna, in Italia ed in misura meno consistente in Francia i divari più rilevanti possono in gran parte essere attribuiti ad una distribuzione squilibrata delle infrastrutture per l’approvvigionamento energetico. In Germania, invece, è l’elevata concentrazione di infrastrutture di trasporto nei grandi centri metropolitani la principale causa degli squilibri registrati nella dotazione infrastrutturale complessiva. 38 Tab. 10. Code DE11 DE12 DE13 DE14 DE21 DE22 DE23 DE24 DE25 DE26 DE27 DE3 DE4 DE5 DE6 DE71 DE72 DE73 DE8 DE91 DE92 DE93 DE94 DEA1 DEA2 DEA3 DEA4 DEA5 DEB1 DEB2 DEB3 DEC DEDOE DEDOI DEDOY DEE DEF DEG Indicatori di dotazione infrastrutturale, per categoria principale e per regione: Germania, 1995 (media nazionale=100) Regione Trasporti Energia Telecomunic. Educazione Indice generale Stuttgart Karlsruhe Freiburg Tübingen Oberbayern Niederbayern Oberpfalz Oberfranken Mittelfranken Unterfranken Schwaben Berlin Brandenburg Bremen Hamburg Darmstadt Gießen Kassel Mecklenburg-Vorpomm. Braunschweig Hannover Lüneburg Weser-Ems Düsseldorf Köln Münster Detmold Arnsberg Koblenz Trier Rheinhessen-Pfalz Saarland Chemnitz Leipzig Dresden Sachsen-Anhalt Schleswig-Holstein Thüringen 129,9 135,8 116,4 78,2 103,9 66,6 66,4 90,7 121,0 66,8 71,3 735,1 68,0 734,1 845,6 189,3 84,7 87,0 58,5 106,8 112,0 60,1 78,6 298,7 179,3 99,7 96,8 174,3 88,7 88,3 107,9 169,5 86,1 131,9 107,8 76,6 91,6 74,7 141,8 133,2 120,3 127,1 92,2 60,7 75,2 60,7 60,7 62,7 87,7 162,2 93,8 218,1 681,1 115,8 102,3 93,7 58,1 78,3 66,4 79,3 98,9 228,3 181,3 159,4 148,4 145,6 102,7 103,3 168,8 95,8 103,1 127,9 103,1 101,8 73,7 62,0 101,6 106,8 112,0 89,6 114,9 90,3 108,0 101,7 106,4 100,9 102,4 110,9 72,3 120,8 131,4 110,6 89,8 110,6 73,2 106,3 106,9 98,0 98,3 108,1 106,1 99,8 103,0 103,7 98,3 126,6 105,9 103,4 66,0 72,0 66,4 68,9 107,1 79,8 86,9 123,4 107,7 102,5 109,3 70,8 95,2 89,1 100,1 92,8 77,7 124,6 62,5 148,6 143,9 100,8 132,4 98,1 77,3 119,5 112,3 67,8 96,7 95,1 133,1 98,0 102,2 125,0 66,9 113,1 113,7 111,6 70,5 100,3 88,5 72,7 93,0 78,5 112,9 124,3 114,0 97,8 104,7 71,3 84,6 84,1 94,0 79,1 84,0 201,5 73,3 231,5 323,1 125,0 100,7 97,0 66,2 101,5 97,2 75,0 92,7 162,7 146,4 111,7 110,9 134,7 88,0 106,9 121,7 117,0 80,2 105,1 89,9 79,0 90,6 73,4 14,46 185,29 1,16 11,72 100,54 0,80 1,99 15,84 0,16 2,38 21,44 0,21 4,88 48,23 0,43 MMR Deviazione standard Coefficiente di variazione 39 Tab. 10. Indicatori di dotazione infrastrutturale, per categoria principale e per regione: Spagna, 1995 (media nazionale=100) Code Regione ES11 ES12 ES13 ES21 ES22 ES23 ES24 ES3 ES41 ES42 ES43 ES51 ES52 ES53 ES61 ES62 ES7 Galicia Asturias Cantabria Pais Vasco Navarra Rioja Aragon Madrid Castilla Leon Castilla-Mancha Extremadura Cataluna Valencia Baleares Andalucia Murcia Canarias MMR Deviazione standard Coefficiente di variazione Trasporti Energia Telecomunic. Educazione Indice generale 137,1 127,6 141,9 300,0 94,4 80,2 65,5 306,0 84,9 66,7 46,8 159,1 131,7 274,5 86,2 96,3 248,9 78,3 71,5 91,9 274,0 79,9 117,5 78,1 441,1 110,2 83,5 79,8 203,2 103,5 45,7 71,6 49,4 5,0 86,8 101,3 92,4 102,5 99,5 109,2 107,0 121,5 95,1 87,2 72,8 121,3 105,7 127,3 78,2 82,0 87,8 100,2 117,8 104,2 107,7 121,1 101,5 122,2 117,0 120,6 71,1 70,6 101,4 101,5 57,1 87,2 92,8 93,7 98,3 102,2 105,9 173,5 97,6 101,1 90,5 209,3 101,8 76,7 66,2 141,2 110,0 97,7 80,5 77,6 56,5 6,54 82,80 0,57 88,49 100,37 0,86 1,75 15,17 0,15 2,14 18,54 0,19 3,70 37,04 0,35 40 Tab. 10. Code FR1 FR21 FR22 FR23 FR24 FR25 FR26 FR3 FR41 FR42 FR43 FR51 FR52 FR53 FR61 FR62 FR63 FR71 FR72 FR81 FR82 FR83 Indicatori di dotazione infrastrutturale, per categoria principale e per regione: Francia, 1995 (media nazionale=100) Regione Ile-de-France Champagne-Ardenne Picardie Haute-Normandie Centre Basse-Normandie Bourgogne Nord-Pas-de-Calais Lorraine Alsace Franche-Comté Pays-de-la-Loire Bretagne Poitou-Charentes Aquitaine Midi-Pyrénées Limousin Rhône-Alpes Auvergne Languedoc-Roussillon Provence-Alpes-Côte-d'Azur Corse MMR Deviazione standard Coefficiente di variazione Trasporti Energia Telecomunic. Educazione Indice generale 293,9 91,6 122,3 144,4 91,1 114,1 94,9 194,8 105,2 129,9 82,6 90,5 99,4 89,4 75,7 78,2 80,6 105,6 78,6 92,7 86,4 76,1 357,8 98,1 107,8 256,4 98,2 77,8 70,4 165,5 105,8 217,6 110,9 84,8 74,0 58,4 74,2 51,0 59,9 155,3 41,9 64,0 139,8 10,2 115,1 90,3 84,9 92,1 97,2 96,3 99,5 81,7 88,0 91,5 89,5 94,3 95,7 97,2 100,0 98,6 103,7 99,9 98,4 103,3 112,6 114,8 116,2 87,3 76,8 89,1 86,2 87,6 87,8 99,9 98,1 103,9 92,9 93,2 103,7 93,6 97,7 113,2 103,9 98,1 97,7 99,6 98,0 63,9 193,7 91,7 96,3 132,1 93,1 93,0 87,4 127,4 99,0 128,0 93,4 90,6 92,4 83,0 86,1 81,7 84,9 112,6 75,0 88,4 107,4 48,8 3,88 48,36 0,44 35,14 77,38 0,69 1,41 8,59 0,09 1,82 11,05 0,12 3,97 27,38 0,28 41 Tab. 10. Code IT11 IT12 IT13 IT2 IT31 IT32 IT33 IT4 IT51 IT52 IT53 IT6 IT71 IT72 IT8 IT91 IT92 IT93 ITA ITB Indicatori di dotazione infrastrutturale, per categoria principale e per regione: Italia, 1995 (media nazionale=100) Regione Piemonte Valle d'Aosta Liguria Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna MMR Deviazione standard Coefficiente di variazione Trasporti Energia Telecomunic. Educazione Indice generale 106,2 36,0 198,4 111,9 54,2 120,2 113,2 94,5 101,1 85,8 109,4 136,6 99,8 77,3 132,4 95,9 59,8 105,3 104,5 51,4 138,2 159,9 319,7 207,2 46,0 167,9 94,9 109,1 85,8 32,1 47,9 152,2 58,5 24,8 103,7 73,2 51,5 47,8 64,1 32,3 109,8 138,4 132,2 109,3 104,8 100,8 111,2 113,9 109,4 94,5 96,7 110,9 95,2 85,9 77,7 83,2 91,3 77,7 88,4 86,4 92,9 69,9 104,8 95,8 81,5 96,9 111,0 130,8 119,4 123,1 128,0 128,4 111,7 78,9 82,9 86,4 81,9 69,3 94,7 101,2 110,6 86,4 172,2 124,8 67,9 118,5 107,3 111,3 103,2 75,2 89,8 131,2 88,8 60,0 97,0 84,3 69,3 72,2 86,5 61,7 5,51 34,57 0,35 12,87 71,33 0,71 1,78 16,06 0,16 1,89 19,08 0,19 2,87 26,82 0,28 42 Tab. 10. Indicatori di dotazione infrastrutturale, per categoria principale e per regione: Gran Bretagna, 1995 (media nazionale=100) Code UK11 UK12 UK13 UK21 UK22 UK23 UK24 UK31 UK32 UK33 UK4 UK51 UK52 UK53 UK54 UK55 UK56 UK57 UK61 UK62 UK63 UK71 UK72 UK73 UK81 UK82 UK83 UK84 UK91 UK92 UKA1 UKA2 UKA3 UKA4 UKB Regione Cleveland, Durham Cumbria Northumberland, Tyne and Wear Humberside North Yorkshire South Yorkshire West Yorkshire Derbyshire, Nottingamshire Leicestershire, Northhamptonshire Lincolnshire East Anglia Bedfordshire, Hertfordshire Berkshire, Buckingamshire, Oxfords Surrey, East-West Sussex Essex Greater London Hampshire, Isle of Wight Kent Avon, Gloucestershire, Wiltshire Cornwall, Devon Dorset, Somerset Hereford & Worcester, Warwickshire Shropshire, Straffordshire West Midlands (County) Cheshire Greater Manchester Lancashire Merseyside Clwyd, Dyfed, Gwinedd, Powys Gwent, Mid-South-West Glamorgan Borders-Central-Fife-Lothian-Tayside Dumfries & Galloway, Strathclyde Highland, Islands Grampian Northern Ireland MMR Deviazione standard Coefficiente di variazione Trasporti Energia Educazione Indice generale 115,1 87,5 91,5 126,0 66,2 158,0 213,3 124,7 113,8 83,5 97,3 165,2 122,9 186,8 130,9 746,8 151,1 180,8 125,8 108,5 103,6 113,7 117,3 373,2 195,6 323,9 138,2 551,8 76,7 157,0 69,2 69,8 31,1 55,5 75,2 90,1 33,9 64,9 86,9 63,9 128,5 202,4 101,7 208,0 45,1 47,4 202,8 87,0 83,8 169,7 452,7 177,4 127,3 95,6 52,4 55,0 133,3 211,0 319,9 377,2 340,9 206,8 672,4 108,6 107,6 144,9 82,9 19,8 187,9 26,6 94,1 101,3 92,8 113,2 128,1 104,3 113,2 89,3 95,3 94,1 82,4 115,2 109,8 111,1 100,4 105,5 105,5 108,1 91,0 90,5 95,5 113,4 107,9 105,1 119,6 101,1 106,8 106,8 89,9 90,4 82,6 83,1 80,3 76,5 81,8 99,4 74,1 86,1 105,5 85,8 120,6 148,7 103,2 122,6 77,2 78,5 140,2 104,1 114,8 122,2 244,4 129,7 125,6 102,3 84,7 85,9 114,5 127,8 188,2 172,4 182,8 132,2 250,9 93,0 111,2 95,4 83,3 47,2 94,5 63,6 24,02 139,62 0,87 33,94 134,03 0,85 1,67 12,29 0,12 5,32 44,44 0,38 43 4. LA DOTAZIONE DI INFRASTRUTTURE NELLE REGIONI EUROPEE TRA IL 1985 ED IL 1995 4.1. Problemi di comparabilità Obiettivo di questa parte della ricerca è di verificare l’andamento nel tempo dei livelli di dotazione infrastrutturale nelle regioni dei cinque paesi considerati. Il periodo di confronto è stato identificato con il decennio delimitato, da un lato, dall’ultimo anno di disponibilità dei dati (il 1995, secondo le quantificazioni sintetizzate nel precedente paragrafo 3) e, dall’altro, con l’anno di riferimento delle analisi già svolte in argomento (il 1985, oggetto delle quantificazioni della precedente ricerca Confindustria-Ecoter 15 ). Naturalmente, come sempre in analisi del genere, si tratta di due anni “convenzionali”, che rappresentano una sorta di media tra valutazioni riferite in realtà a periodi antecedenti o successivi, a seconda della specifica disponibilità di informazioni per le singole categorie considerate. Il perseguimento di tale obiettivo ha richiesto la preliminare soluzione di alcuni problemi di comparabilità dei dati e di uniformità delle elaborazioni. In particolare, le questioni di maggior rilievo affrontate sono state le seguenti: ? 15 in via di principio, si è proceduto con la stessa metodologia seguita nella precedente ricerca per quanto riguarda il procedimento di costruzione degli indicatori di sintesi per categoria principale sulla base degli indicatori elementari. Alcuni accorgimenti, tuttavia, sono stati adottati Cfr. Biehl et al., (1990), op. cit. 44 per ovviare alle inevitabili differenze della presente analisi rispetto alla precedente. Al riguardo vanno esplicitate le avvertenze di seguito indicate; ? in primo luogo, si deve considerare che nella precedente ricerca furono costruiti indicatori elementari e sintetici per tutti i 12 paesi componenti l’allora Comunità, mentre l’analisi qui svolta si è concentrata sui 5 paesi di maggior dimensione demografica ed economica (come già detto, essi rappresentano l’80% dell’attuale Unione Europea a 15 componenti, e quasi l’85% se rapportati all’allora Comunità a 12). Si è reso pertanto necessario provvedere ad effettuare una nuova stima al 1985 degli indicatori e dei relativi “numerari” (valore massimo o valore medio) con riferimento ai 5 paesi considerati, riconducendo la media generale CE12 a quella UE5; ? si è inoltre provveduto ad uniformare la base territoriale di riferimento, dato che le regioni considerate nella ricerca riferita al 1985 non coincidono esattamente con le 132 prese a riferimento nella presente analisi. In particolare, per la Gran Bretagna le informazioni di base ed i relativi indicatori infrastrutturali erano stati precedentemente calcolati solo a livello delle 11 regioni NUTS 1, mentre nella presente ricerca, come già detto, si è potuto far riferimento alle regioni di livello NUTS 2, che sono in numero di 35. Si rileva inoltre che in Francia le due regioni (attualmente distinte) Provence - Côte d’Azur e Corsica formavano dieci anni fa una sola unità territoriale. Anche per la Germania si è dovuto procedere a rendere comparabili le informazioni attualmente disponibili per 38 regioni con quelle del 1985, relative a 31 regioni. Italia e Spagna non presentano invece modificazioni sotto questo profilo. In complesso, le regioni su cui si è potuto istituire il confronto tra 1985 e 1995 risultano essere 107, contro le 132 dell’analisi condotta nella attuale ricerca al 1995; 45 ? l’uniformità dei dati, sostanzialmente conseguita per quanto riguarda le unità territoriali di riferimento (secondo le indicazioni appena richiamate), si è rivelata molto più difficile da raggiungere per ciò che concerne l’omogeneità delle specifiche categorie elementari considerate nell’analisi. Per alcune categorie, infatti, è emersa l’impossibilità di fare attualmente riferimento agli stessi indicatori utilizzati nell’analisi del 1985; né, d’altra parte, è stato possibile ricostruire la situazione del 1985 con le definizioni del 1995. Difficoltà di tal genere si sono manifestate, in particolare, per le categorie degli aeroporti, dei gasdotti e dell’elettrificazione, ma hanno parzialmente interessato anche la categoria delle telecomunicazioni. Le considerazioni sopra riportate ? ed in particolare le difficoltà relative all’omogeneità degli indicatori per categoria ? non hanno dunque consentito di istituire confronti puntuali nel decennio considerato per i livelli di dotazione di tutte le categorie 16 . Le informazioni disponibili con riferimento ai due periodi possono invece ritenersi sicuramente sufficienti a consentire un confronto tra le posizioni relative assunte dalle nazioni e regioni considerate nelle graduatorie rispettivamente calcolate per il 1985 ed il 1995. A maggior ragione, se si fa riferimento all’inclusione di regioni e paesi nelle predefinite classi di dotazione infrastrutturale (anziché alla loro posizione ordinale in graduatoria) si può ritenere che il relativo confronto sia sufficientemente significativo, dato che esso viene in questo modo basato su più stabili classi di ampiezza e non su livelli puntuali. In definitiva, il confronto illustrato nel seguito di questo capitolo ha natura di analisi di statica comparata, piuttosto che di analisi dinamica. Le valutazioni che verranno effettuate sull’avanzamento o sull’arretramento delle diverse unità 16 Naturalmente per le categorie per le quali il confronto tra un periodo e l’altro è stato ritenuto più affidabile si forniscono nel seguito di questo stesso capitolo informazioni e valutazioni. 46 territoriali considerate – nazioni e regioni – vanno dunque ricondotte a questo contesto metodologico, trattandosi in realtà di giudizi su avanzamenti o arretramenti rispetto alla media UE5 calcolata per ciascuno dei due anni presi in considerazione. Si tratta, peraltro, di valutazioni nient’affatto trascurabili, dato che esse consentono di aver conoscenza – quantificata – dei miglioramenti e dei peggioramenti delle diverse realtà territoriali europee nei confronti dalla dinamica complessiva fatta registrare dall’insieme dei paesi considerati (che rappresentano, come si ricorda, circa l’80% dell’intera UE15). 4.2. Confronto tra le dotazioni infrastrutturali regionali nel decennio 1985-95 I risultati del confronto in questione sono riportati a livello nazionale nella Tab. 11 e per il dettaglio regionale nella Tab. A.5 dell’Appendice statistica. Per quanto attiene alle performance presentate dai 5 paesi nei due periodi considerati, distanti circa un decennio, la prima considerazione che i risultati rendono evidente è il sensibile avvicinamento dei livelli di dotazione infrastrutturale: la distanza tra la migliore e la peggiore dotazione nazionale, pari a 2,3 nel 1985, si riduce dieci anni dopo ad 1,6, a riprova del fatto che i paesi meno dotati (Spagna e Italia) migliorano la loro posizione relativa nei confronti delle nazioni tradizionalmente più forti17 . Tra queste ultime, peraltro, si nota una rimarchevole divaricazione tra la situazione di Germania e Regno Unito, da un lato, e della Francia, dall’altro. Le prime due, infatti, avanzano comunque e fanno registrare un aumento della loro dotazione generale rispetto all’insieme dei 5 17 Naturalmente, se si prendono in esame i dati della dotazione infrastrutturale a livello regionale la dispersione risulta molto ampliata a causa della maggiore numerosità delle aree considerate, ma il fenomeno della riduzione delle distanze nel tempo viene comunque confermato: il rapporto tra massimo e minimo scende infatti anche in questo caso, anche se in misura meno forte (da 12 nel 1985 a 9 nel 1995). 47 paesi (lo scarto positivo rispetto alla media UE5 era tra il 5 e l’8% nel 1985 e si situa tra 16 ed il 18% nel 1995); la Francia, al contrario, perde la posizione di netta primazia che aveva dieci anni prima (indicatore generale pari a 131) e si attesta dieci anni dopo appena al di sopra della media UE5 (indicatore pari 102). Tab. 11. Paese Livelli di dotazione infrastrutturale nelle categorie principali, per paese, 1985 e 1995 (UE5 = 100) Trasporti Energia Telecomunic. Istruzione Indice sintetico 1985 Germania 125,4 72,5 108,3 125,4 105,4 Spagna 61,4 23,9 70,4 107,1 57,7 Francia 127,8 204,9 128,3 87,5 130,9 Italia 101,6 56,3 73,7 100,5 80,7 Regno Unito 149,5 117,6 107,8 72,7 108,4 UE5 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Anno 1995 Germania 120,1 153,5 96,6 101,2 115,8 Spagna 48,6 65,0 95,7 86,1 71,4 Francia 98,4 104,0 115,2 90,9 101,7 Italia 97,2 93,0 92,2 98,0 95,0 Regno Unito 184,9 85,4 100,1 122,4 117,9 UE5 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Con riferimento alle categorie infrastrutturali per le quali è stato possibile istituire un raffronto significativo tra i livelli fatti registrare nei due periodi considerati dai 48 relativi indicatori di sintesi (v. supra, par. 4.1), si possono avanzare le seguenti considerazioni: ? la Spagna, pur permanendo nell’ultima posizione rispetto agli altri 4 paesi, fa comunque registrare un miglioramento relativo di grande rilevanza in quasi tutti i settori infrastrutturali. Di particolare evidenza la performance nelle strade: l’indicatore di dotazione raddoppia nel decennio, contro un aumento di poco più di un terzo della media dei 5 paesi; rilevante anche il progresso per le infrastrutture portuali e per il trasporto di petrolio; ? all’opposto, si segnala la posizione della Francia, che perde posizioni relative nei trasporti (strade, soprattutto), nelle comunicazioni e negli oleodotti e ne guadagna sensibilmente soltanto nelle infrastrutture portuali. Il risultato complessivo, come già detto, è comunque un netto arretramento nei confronti della media UE5; ? meno rilevanti le variazioni di dotazione che si registrano per Germania (salvo che per un miglioramento nel trasporto energetico), Gran Bretagna (ma si segnalano buone performance per trasporti stradali e istruzione) e Italia (perde terreno per strade e porti, resta più o meno in media per gli altri settori). I risultati regionali della dinamica decennale (per il cui dettaglio si veda la Tav. A.5 in Appendice) possono essere efficacemente sintetizzati in termini di posizioni perdute o guadagnate dalle singole regioni nella graduatoria costruita sulla base dell’indice sintetico di dotazione infrastrutturale. In effetti, come già in precedenza, anziché alla singola posizione in graduatoria si fa riferimento alla inclusione di ciascuna regione in una delle classi di dotazione infrastrutturale sopra definite e dunque, nel caso specifico, alla variazione o permanenza nella classe rispetto a quanto registrato nel 1985 (Tab.12). 49 A livello complessivo si rileva che oltre il 50% delle regioni considerate hanno migliorato la loro posizione relativa, risalendo da una classe di dotazione inferiore ad una superiore, a riprova di un generale miglioramento nella dotazione infrastrutturale europea nel decennio considerato. Tab. 12. Posizioni perdute e guadagnate tra il 1985 e il 1995 dalle regioni europee UE5 in termini di appartenenza ad una classe di dotazione infrastrutturale Regioni per tipologia di mutamento Paesi Hanno perso posizioni Sono rimaste stabili Hanno guadagnato posizioni Totale regioni Germania 0 14 24 38 Spagna 0 7 10 17 Francia 11 9 1 21 Italia 0 5 15 20 Regno Unito 1 5 5 11 12 40 55 107 Totale Osservando poi gli spostamenti a livello di ciascun paese, si rileva innanzitutto che Italia e Spagna fanno registrare miglioramenti relativi delle proprie regioni in misura molto consistente (passa ad una classe superiore il 75% delle regioni italiane ed il 60% di quelle spagnole), come del resto era da attendersi, dato che entrambi i paesi si trovavano agli ultimi posti della graduatoria UE5 nel 1985 e non potevano dunque che migliorare le loro posizioni (al massimo rimanere stabili, comunque non peggiorare). Per le stesse ragioni ? sia pure rovesciate, trattandosi dei paesi che presentavano nel 1985 le migliori performance ? ci si poteva attendere una sostanziale stabilità 50 nell’appartenenza alle diverse classi di dotazione infrastrutturale delle regioni francesi, tedesche e britanniche. In effetti tale stabilità si verifica in termini abbastanza uniformi nei tre paesi in questione, interessando tra il 37 ed il 45% delle relative regioni; ma per il restante 55-63% si rilevano comportamenti radicalmente diversificati nei tre paesi: in Gran Bretagna e soprattutto in Germania le regioni che non sono stabili si spostano infatti verso le classi superiori di dotazione, mentre in Francia oltre la metà del totale delle regioni (in, pratica, tutte quelle non stabili) scendono in classi di dotazione inferiori. Naturalmente, queste considerazioni sul posizionamento delle regioni nelle classi di dotazione vanno temperate con l’osservazione dei livelli che assume l’indicatore sintetico. Considerando quest’ultimo si rileva, ad esempio, che pur avendo perso posizioni relative, tutte le regioni francesi si attestano ancora oggi su un livello di dotazione superiore al 75% della media dei 5 paesi; all’opposto, le regioni spagnole, pur mostrando un deciso miglioramento delle posizioni relative, fanno registrare tuttora un ritardo consistente rispetto agli altri quattro paesi. L’analisi dei mutamenti intervenuti nel livello infrastrutturale delle regioni considerate tra il 1985 ed il 1995 può giovarsi dell’osservazione degli “slittamenti” tra una classe e l’altra di dotazione, quale è possibile desumere da apposite matrici di transizione, costruite sulla base della permanenza o della variazione delle singole regioni nei due anni considerati. L’osservazione di tale matrice di transizione, costruita sulla base delle posizioni occupate dalle province nelle classi di dotazione infrastrutturale tra l’inizio e la fine del periodo considerato (Tab. 13), consente di dare conferma alla tendenza, già riscontrata, verso la riduzione delle disparità regionali. La presenza, infatti, di valori più consistenti nelle caselle al di sopra della diagonale principale è un chiaro segnale dello spostamento della distribuzione verso le classi di dotazione più alte. 51 Tab. 13. Matrice di transizione delle regioni europee tra il 1985 e il 1995 secondo l’appartenenza alle classi di dotazione infrastrutturale. Incidenza percentuale delle regioni in ciascuna classe rispetto alla distribuzione totale dell’anno iniziale. 1995 1985 < 50 50 - 75 75 - 100 100 - 125 125 - 150 > 150 Totale regioni < 50 50 - 75 11,8 64,7 26,1 2 17 > 150 Totale regioni 4,0 25,9 28,6 22,2 7,4 28,6 77,8 17 23 25 27 7 9 12 11 108 75 - 100 100 - 125 125 - 150 23,5 56,5 48,0 25,9 14,3 17,4 48,0 40,7 28,6 37 29 Si rileva, inoltre, che la dinamica degli spostamenti verso le classi di dotazione superiori tende ad accentuarsi se ci si sposta progressivamente dai livelli di dotazione più alti verso quelli inferiori, segno anche questo di tendenziale avvicinamento dei livelli di dotazione a standard medi a livello europeo. La Tab. 14 mostra poi come tale andamento sia ancora più evidente se misurato in termini di popolazione coinvolta, anziché di numero di regioni. Ciò potrebbe essere un segnale del fatto che la crescita infrastrutturale maggiore ha interessato le regioni più densamente popolate, dove problemi di congestione e di ordine sociale rendono più urgente la necessità di un adeguamento dei servizi pubblici ai bisogni della popolazione. Dai dati di dettaglio (riportati per tutte le 107 regioni prese in esame nella Tav. A.5) si possono estrarre, con riferimento ad entrambi gli anni considerati, le informazioni relative alle prime ed alle ultime 10 regioni che compaiono nelle rispettive graduatorie, ordinate in senso decrescente sulla base del livello dell’indicatore sintetico (Tab.15). 52 Tab. 14. Matrice di transizione della popolazione delle regioni europee tra il 1985 e il 1995 secondo l’appartenenza alle classi di dotazione infrastrutturale. Incidenza percentuale della popolazione regionale in ciascuna classe rispetto alla distribuzione totale dell’anno iniziale. 1995 1985 < 50 < 50 50 - 75 7,3 50 - 75 57,2 15,1 75 - 100 100 - 125 125 - 150 > 150 % popolazione 0,9 9,1 75 - 100 100 - 125 125 - 150 35,4 58,4 26,5 42,9 20,3 6,8 53,8 44,4 23,9 27,9 30,2 > 150 % popolaz. 12,3 15,7 3,3 24,1 15,9 10,7 11,0 19,9 27,3 14,0 10,8 11,3 53,3 89,3 20,9 100,0 La regione che si trova al primo posto della graduatoria è in entrambi i casi Hamburg, che fa registrare un largo distacco rispetto alle regioni successive: la seconda regione in graduatoria (Bremen in entrambi i casi) presenta infatti una dotazione di circa il 30% inferiore a quella di Hamburg; inoltre, sono appena 5 – sia nel 1985 che nel 1995 - le altre regioni che presentano una dotazione superiore al 50% del livello massimo di Hamburg, e sono le stesse in entrambi i periodi: Bremen, Berlin e Duesseldorf per la Germania, Île de France per la Francia, North West per il Regno Unito 18 . 18 Va rilevato che la graduatoria commentata nel testo (tratta dalla Tav. A.5) non coincide perfettamente con quella già considerata nella Tab. 2, inserita nel precedente paragrafo 3.1. Ciò trova spiegazione nella diversa numerosità delle unità territoriali considerate nelle due elaborazioni: da un lato, 132 regioni (tutte di livello NUTS 2) nell’analisi svolta con riferimento al 1995; dall’altro, 107 regioni, numero imposto dalle esigenze di uniformità del confronto 1985-95 (per il Regno Unito si tratta di regioni di livello NUTS 1). Ciò spiega anche il fatto che nella graduatoria più ristretta (Tab. 15) tra le 10 migliori unità territoriali figura una sola regione britannica, mentre nella classifica allargata (Tab. 2) ne figuravano 5. 53 Tab. 15. Prime ed ultime 10 regioni in graduatoria secondo l’indicatore sintetico di dotazione infrastrutturale, 1985 e 1995 (UE5=100). Posizione Regione Indice di dotazione Posizione Regione 1985 Indice di dotazione 1995 1 Hamburg 100,0 1 Hamburg 100,0 2 Bremen 73,5 2 Bremen 71,7 3 Île de France 73,0 3 Berlino 62,4 4 Berlin 69,5 4 North West 52,7 5 Duesseldorf 56,2 5 Île de France 52,7 6 North West 51,6 6 Duesseldorf 50,4 7 Haute Normandie 49,8 7 Koeln 45,3 8 Liguria 49,7 8 Liguria 43,7 9 Alsace 47,2 9 South East 41,7 10 Prov.-Alpes-Côte d’Az. 44,9 10 Arnsberg 41,7 98 Sardegna 11,7 98 Basilicata 17,6 99 Navarra 11,7 99 Aragona 17,3 100 Galicia 11,6 100 Trentino Alto Adige 17,2 101 Murcia 11,6 101 Sardegna 15,7 102 Calabria 11,1 102 Andalucia 15,4 103 Molise 9,7 103 Molise 15,2 104 Castilla La Mancha 9,5 104 Murcia 14,8 105 Extremadura 8,8 105 Castilla-La Manca 14,6 106 Trentino Alto Adige 8,6 106 Extremadura 12,6 107 Basilicata 8,3 107 Canarias 10,8 In sintesi, delle 10 regioni che figuravano prime nella graduatoria del 1985 solo 3 non compaiono più tra le prime 10 del l995: si tratta di tre regioni francesi (Haute Normandie, Alsace e Provence-Alpes-Côte d’Azur) che vengono sostituite dieci 54 anni dopo da due regioni tedesche (Koeln e Arnsberg) e da una britannica (South West). Più stabile e uniforme, almeno in termini di paesi interessati, risulta essere la situazione in coda alle due graduatorie: in entrambi i casi, infatti, sono soltanto Spagna e Italia i paesi le cui regioni figurano in questa parte della classifica, anche se con un progressivo minor coinvolgimento dell’Italia; in termini di regioni, si rileva che 7 delle 10 regioni che figuravano ultime nel 1985 permangono in questa posizione anche dieci anni dopo, mentre le tre regioni che escono dalla coda della graduatoria (due spagnole e una italiana) vengono sostituite da altre tre regioni tutte spagnole (Aragón, Andalucía e Canarias). Nel complesso, anche da tale analisi trova conferma la considerazione generale che in Europa il divario tra regioni arretrate e regioni avanzate sotto il profilo della dotazione fisica infrastrutturale sembra essersi ridotto nel decennio considerato (altra questione, come si è detto, sarebbe il giudizio sui livelli di servizio offerti nei diversi paesi dalle dotazioni infrastrutturali esistenti). Si pensi, al riguardo, che nel 1985 erano ben 17 le regioni NUTS 2 che non raggiungevano il 50% del livello medio di dotazione dei 5 paesi, mentre nel 1995 si sono ridotte ad appena 2. Del resto, un chiaro riscontro di questo spostamento della distribuzione dalle classi più basse verso quelle superiori emerge dall’esame del Graf. 3, che rende visivamente evidente la collocazione nei due anni di riferimento delle 107 regioni nelle 6 classi di dotazione. Infine, utili indicazioni possono trarsi dall’esame contestuale degli indicatori sintetici di infrastrutturazione e dei livelli del PIL pro capite nei due periodi di riferimento (Tab. 16). 55 In particolare, si può osservare come: - per Germania, Spagna e Italia nell’arco di questi 10 anni si è avuta una crescita relativa della dotazione infrastrutturale, cui ha fatto riscontro una analoga tendenza positiva del PIL pro capite; - per la Gran Bretagna, la crescita infrastrutturale verificatasi non é stata accompagnata da un analogo andamento nei livelli relativi di sviluppo; - la Francia, infine, ha visto peggiorare la sua posizione relativa sia in termini di dotazione infrastrutturale che di PIL pro capite, più nettamente la prima che la seconda. Tab. 16. Livelli complessivi di dotazione infrastrutturale e PIL pro capite nei 5 paesi europei, 1985 e 1995 (UE5=100) Dotazione infrastrutturale 1985 Paesi Pil pro capite 1995 1985 1995 v. a. c. v. v. a. c. v. v. a. c. v. v. a. c. v. 105,4 0,467 116,0 0,435 124,1 0,190 142,9 0,266 Spagna 57,7 0,386 71,6 0,352 61,0 0,198 63,5 0,186 Francia 130,9 0,288 102,1 0,276 129,1 0,149 116,1 0,178 80,7 0,498 94,4 0,280 70,6 0,264 82,3 0,253 Gran Bretagna 108,4 0,285 117,6 0,278 95,2 0,110 83,4 0,103 UE5 100,0 0,507 100,0 0,422 100,0 0,378 100,0 0,350 Germania Italia N.B. V.A. = C.V. = valore assoluto coefficiente di variazione 56 Graf. 3. Dotazione complessiva di infrastrutture nelle regioni UE5. Anni 1985 e 1995 n. regioni GERMANIA FRANCIA 14 14 12 12 10 10 n. regioni 8 6 8 6 4 4 2 2 0 0 <50 50-75 75-100 100-125 125-150 >150 <50 50-75 Classe di dotazione 75-100 100-125 125-150 >150 Classe di dotazione SPAGNA ITALIA 10 7 9 6 8 5 7 n. regioni n. regioni 6 5 4 3 4 3 2 2 1 1 0 0 <50 50-75 75-100 100-125 125-150 >150 <50 50-75 Classe di dotazione 75-100 100-125 125-150 >150 Classe di dotazione GRAN BRETAGNA UE5 4 40 35 30 25 n. regioni n. regioni 3 2 20 15 1 10 5 0 <50 50-75 75-100 100-125 125-150 0 >150 <50 Classe di dotazione 50-75 75-100 100-125 125-150 >150 Classe di dotazione 1985 1995 57 5. LA RELAZIONE INFRASTRUTTURE-SVILUPPO 5.1. Impostazione teorica e approccio empirico Dal punto di vista teorico, le infrastrutture possono essere considerate come una parte dello stock di capitale totale di una economia, l’altra parte essendo costituita dal capitale privato: teoricamente, queste due componenti devono essere presenti in una combinazione ottima per assicurare un’efficiente allocazione delle risorse, ma ciò si verifica ben di rado nella realtà. Da ciò consegue che uno degli obiettivi di maggior rilievo da perseguire per assicurare una crescita equilibrata si identifica con una dotazione elevata di capitale collettivo di base (le infrastrutture), tale che sia compatibile con lo stock di capitale privato (l’accumulazione direttamente produttiva). Una tra le ipotesi teoriche di maggior interesse al riguardo è quella che fa riferimento all’approccio del “potenziale di sviluppo regionale”, secondo il quale una migliore dotazione di infrastrutture incrementa la produttività degli investimenti privati e riduce i costi di produzione 19 . Di conseguenza, migliore è la dotazione regionale di infrastrutture (anche se, ovviamente, non è questo il solo elemento rilevante), più alti saranno reddito e occupazione potenziale. Poiché lo sviluppo potenziale, secondo l’approccio in questione, è funzione dello stock di capitale “pubblico”, le risorse private, i tradizionali fattori produttivi come il capitale privato e il lavoro qualificato, sono necessari per sfruttare 19 Per un riscontro recente, si vedano soprattutto i contributi di Biehl (1991, 1994); tra i lavori più lontani nel tempo, è tuttora di grande rilievo quello pionieristico di Hirschman (1958). 58 pienamente questo sviluppo potenziale, ma non lo determinano. Più alta è la dotazione di capitale pubblico, maggiori sono le possibilità di remunerare adeguatamente i fattori mobili di produzione e quindi di trattenerli o attirarli in quella regione. Una combinazione ottima di risorse pubbliche e private permette ad una regione di raggiungere un livello di output reale uguale a quello potenziale. Conformemente a tale impostazione, nell’ambito di molte applicazioni modellistiche sui meccanismi di crescita il capitale pubblico viene spesso inserito nella funzione aggregata di produzione 20 ed inoltre viene ritenuta una rilevante fonte di esternalità positive sullo sviluppo endogeno. La relazione-tipo a questo riguardo può considerarsi la seguente: Y = A ƒ (K p, L, Kg) in cui: Y è il prodotto; A è il livello medio della tecnologia; Kp è lo stock di capitale privato (produttivo); L è il lavoro impiegato; Kg è lo stock di capitale pubblico (infrastrutturale). Assumendo la forma di una Cobb-Douglas generalizzata, la funzione diventa: Y = A e? t (Kp)? (L)? (K g)?? la cui trasformata logaritmica si presenta come una funzione lineare: logY = logA + ? t + ? logK p + ? logL + ?logK g 20 Dopo il ben noto lavoro di Aschauer (1989), si vedano, tra gli altri, i contributi di Argimón et al. (1993); Barro (1990); Evans e Karras (1994); Futagami et al. (1993); Holtz-Eakin e Schwartz (1994); Munnell (1993), Chang (1997). Per analisi sul caso italiano basate sulla espressione in valore della variabile “capitale pubblico” (o capitale infrastrutturale), si vedano, tra gli altri, Paci e Pigliaru (1995) e, da ultimo, Picci (1997). 59 e consente di individuare nei parametri ? ??? ?e ? le elasticità parziali della produzione rispetto ai fattori di input, rispettivamente: capitale produttivo, lavoro, capitale infrastrutturale. Per la verità, funzioni di questo tipo non sono esenti da critiche e rilievi sia di carattere generale sulla correttezza delle funzioni aggregate di produzione (per tutti, Sylos Labini, 1996); sia di carattere specifico su questioni quali: la non stazionarietà della serie considerata (Aaron, 1990; Tatom, 1991); la indeterminatezza della direzione del legame causale tra prodotto (o capitale produttivo) e capitale infrastrutturale (Eberts, 1990; Eberts e Fogarty, 1987); la preferenza da accordare a funzioni di costo anziché a funzioni classiche di produzione (Morrison e Schwartz, 1992; Nadiri e Mamuneas, 1994); e altre ancora. Pur non sottovalutando il rilievo teorico e metodologico di queste critiche, è tuttavia innegabile che le verifiche empiriche ispirate alla modellistica in questione convergono largamente nell’avvalorare la tesi che il capitale infrastrutturale produce effetti sul prodotto (o sul capitale privato) “ampi, positivi e statisticamente significativi” (Munnell, 1993). Il riscontro empirico dell’impostazione teorica sopra richiamata presuppone naturalmente che sia analizzata e quantificata la relazione intercorrente tra dotazione infrastrutturale e livello di sviluppo, ovvero che sia in qualche modo verificata l’esistenza di una correlazione significativa tra dotazione di infrastrutture e produttività del settore privato. Al riguardo, l’indicatore relativo al capitale infrastrutturale (o al capitale pubblico) è spesso definito in termini monetari: o come quota dello stock di capitale complessivo o come quota dell’investimento totale realizzato nel corso degli anni; altri lavori meno frequenti, per la verità, soprattutto per la difficoltà di 60 disporre di dati adeguati - prendono invece in considerazione indicatori “fisici” di dotazione infrastrutturale 21 . Con riferimento al primo dei due approcci, nel Prospetto 1 sono riportati i livelli delle elasticità del prodotto rispetto al capitale infrastrutturale (o capitale pubblico): tali livelli fanno riferimento, salvo diversa indicazione, ad una funzione Cobb-Douglas del tipo di quella precedentemente richiamata, stimata su serie temporali; pertanto, essi assumono il significato di contributo relativo del fattore considerato - il capitale pubblico, per l’appunto - alla crescita del prodotto. Dai risultati in questione possono trarsi alcune considerazioni: 21 - a scala territorialmente rilevante (nazione o complesso di più paesi) il livello dell’elasticità si attesta mediamente intorno a 0,35, il che significa che ogni incremento relativo del capitale infrastrutturale comporterebbe un incremento del prodotto pari ad oltre un terzo; - tale livello di elasticità viene tuttavia ritenuta da alcuni autori (per tutti, da Munnell, 1993) “troppo elevato per essere pienamente credibile”, e ciò viene attribuito, almeno in parte, alla scala di analisi troppo aggregata. Questa osservazione sembrerebbe trovare conferma nel fatto che restringendo l’analisi ad ambiti territoriali più limitati (“regioni” per i paesi europei e il Giappone, “stati” per nazioni federali come gli USA) i A quest’ultimo riguardo si possono ricordare: a livello internazionale, il Rapporto monografico sulle infrastrutture della World Bank (1994); per l’Europa, diversi lavori svolti a livello di regioni Nuts 2 (Biehl ed., 1986; Biehl, 1991, 1994); per l’Italia, alcuni lavori che elaborano indicatori di sintesi per il complesso delle infrastrutture (Biehl et al. 1990; Bracalente, Di Palma e Mazziotta, 1993; Barbieri e Causi, 1996; Di Palma, Mazziotta e Rosa 1998); e altri che prendono in considerazione indicatori di alcune specifiche categorie infrastrutturali (Canning, Fay e Perotti, 1992; Fabiani e Pellegrini, 1997; Ferri e Mattesini, 1997). Per la Spagna si ricorda il lavoro di Delgado (1998), basato su indicatori di sintesi della dotazione infrastrutturale complessiva. 61 Prospetto 1 - Elasticità del prodotto rispetto al capitale pubblico in alcune funzioni di produzione calcolate a diversi livelli di aggregazione territoriale 2 Paese considerato Livello territoriale dell’analisi Specificazione funzionale Aschauer (1989) USA Nazione CB, log 0,39 Munnell (1990a) USA Nazione CB, log 0,34 Argimòn et al. (1993) Spagna Nazione CB, log 0,60 Evans e Karras (1994) 7 paesi svil. In complesso CB, log 0,18 Costa et al. (1987) USA Stati Translog 0,20 Munnell (1990b) USA Stati CB, log 0,15 Eisner (1991) USA Stati CB, log 0,17 Mera (1973) Giappone Regioni CB, log 0,20 Francia Regioni CB, log 0,08 Eberts (1986) USA Aree Urbane Translog 0,03 Duffy-Deno e Eberts (1991) USA Aree Urbane Translog 0,08 Autore 1 Prud’homme (1993) Elasticità 1 Sono stati presi in considerazione lavori con le seguenti caratteristiche: inserimento della variabile complessiva “capitale pubblico” (non di singole categorie); valutazione in termini monetari; univocità dei risultati ottenuti. 2 CB: funzione di produzione Cobb-Douglas; log: regressione applicata ai logaritmi delle variabili; translog: funzione di produzione translogaritmica. - livelli dell’elasticità si riducono a valori mediamente oscillanti tra 0,15 e 0,20; scendendo ancora di scala (aree urbane) le elasticità si situano al di sotto dello 0,10; - in ogni caso, assumendo la scala regionale (in senso lato) come il livello territorialmente più significativo per l’analisi del ruolo del capitale 62 infrastrutturale sulla crescita del prodotto, elasticità dell’ordine dello 0,2 sono tutt’altro che trascurabili 22 . Se invece si esaminano gli studi appartenenti alla seconda categoria menzionata, ossia quelli che fanno riferimento a stime del capitale infrastrutturale in termini di indicatori fisici, ed in particolare gli studi condotti con analisi cross-section sulla realtà delle regioni europee, si possono avanzare le seguenti considerazioni: - la correlazione tra dotazione infrastrutturale complessiva 23 e sviluppo economico è sempre piuttosto alta. Per le singole categorie, si rileva: una forte correlazione, mediamente, per le infrastrutture di trasporto e per quelle energetiche, e più in generale per tutte le infrastrutture “economiche”, mentre più ambigui sono i risultati per ciò che riguarda le infrastrutture “sociali” (il che è anche logico, se si pensa che queste ultime sono riferibili piuttosto alla dislocazione della popolazione che non allo sviluppo economico regionale); - l’esistenza di notevole significatività nella relazione tra prodotto per abitante e indicatore sintetico infrastrutturale (livello del coefficiente di determinazione pari o maggiore a 0,65, da ritenere abbastanza elevato per analisi di tipo cross-section) induce a ritenere che la dotazione infrastrutturale è un potente predittore del livello del PIL pro-capite regionale (elasticità tra 0,30 e 0,50). Anche se certamente, in una 22 Un’esemplificazione certamente un pò “naïve” indicherebbe che un aumento del capitale infrastrutturale dell’ordine del 10% l’anno nelle regioni italiane in ritardo porterebbe, dopo un decennio, ad un aumento del prodotto e della produttività dell’ordine del 20%, ossia dello stesso ordine di grandezza cui si commisura il divario tra Nord e Sud del paese, calcolato in termini di produttività del lavoro (Masera, 1995). 23 Le procedure statistiche abitualmente seguite per il calcolo di indicatori di sintesi delle infrastrutture sono illustrate, ad esempio, in Biehl ed. (1986). Per una rassegna critica di metodi alternativi si veda Mazziotta (1998). 63 relazione così semplificata, una parte della varianza del PIL pro-capite, che appare spiegata dalle infrastrutture, dipende in realtà dalla mancata considerazione di altri possibili fattori dello sviluppo regionale, l’elevata correlazione che lega le infrastrutture ai livelli di sviluppo è comunque indicativa della notevole rilevanza del loro ruolo; - 5.2. analogamente, un buon risultato statistico si ottiene mediamente anche per le “funzioni di quasi–produzione”, in cui la variabile relativa alla dotazione infrastrutturale non è la sola variabile esplicativa del livello di sviluppo, ma si accompagna ad altre variabili, rappresentative di ulteriori fattori di competitività 24 . Anche in questo caso la componente infrastrutturale, pur vedendo ridursi il proprio contributo alla spiegazione dello sviluppo (rispetto al tipo di relazioni di cui al punto precedente), fa comunque registrare livelli di elasticità dell’ordine dello 0,20 rispetto all’evoluzione del prodotto. Analisi della relazione tra sviluppo e dotazione infrastrutturale Tenuto conto delle considerazioni richiamate nel paragrafo precedente, si è proceduto anche nell’ambito del presente lavoro alla verifica quantitativa della relazione infrastrutture-sviluppo. A tal fine sono stati utilizzati, da un lato, gli indicatori sintetici di dotazione infrastrutturale precedentemente costruiti e, 24 In effetti, viene spesso suggerito di affiancare alla dotazione infrastrutturale altri fattori ritenuti determinanti del livello di competitività complessiva dei sistemi economici considerati. Biehl (1991) indica, ad esempio, l’ubicazione, la struttura produttiva e l’agglomerazione; Ferri e Mattesini (1997) mettono in evidenza il rilievo del capitale umano; Fabiani e Pellegrini (1997) sottolineano anch’essi l’importanza di fattori geografici (ubicazione), di ambiente (criminalità) e di struttura produttiva; Chang (1997) sottolinea la diversità del contributo delle infrastrutture allo sviluppo a seconda della prevalenza settoriale nella struttura produttiva; Scandizzo (1997) sostiene che per apprezzare la crescita endogena si debba far riferimento ai cosiddetti “beni relazionali”; e così via. 64 dall’altro, indicatori alternativi del livello di sviluppo regionale (tratti dalla documentazione EUROSTAT disponibile - anno di riferimento 1995), quali: - il PIL pro capite (PILAB), quale misura del livello medio di sviluppo delle regioni considerate; - il PIL per occupato (PILOC), che attraverso la misura della produttività media del lavoro si presta a fornire una ragionevole approssimazione (proxy) dell’efficienza del sistema produttivo; - il valore aggiunto industriale (DVAIN) per unità di superficie, che in quanto misura del grado di diffusione di attività industriali nella regione 25 può essere assunto come espressione della competitività dei sistemi industriali locali. Nelle Tabb. 17 e 18 sono sintetizzati i risultati di una prima quantificazione, effettuata tramite l’analisi di correlazione tra infrastrutture e PIL pro capite regionale, condotta per il 1985 e il 1995, sia separatamente per ciascuno dei 5 paesi considerati, sia a livello del loro insieme. Tale analisi ha riguardato le 132 regioni NUTS 2 per il secondo anno, mentre per il primo ci si è limitati alle 107 regioni per le quali era disponibile l’indicatore infrastrutturale, secondo quanto già illustrato in precedenza. 25 Poiché l’informazione sul valore aggiunto industriale non è disponibile per Germania e Gran Bretagna in forma completa, per questi paesi l’indicatore si riferisce alle regioni NUTS 1 (11 per la Gran Bretagna e 10 per la Germania, per la quale manca anche il dato sulle regioni orientali). Le analisi di correlazione che seguiranno, dunque, saranno effettuate in questo caso su numero di osservazioni inferiore, pari a 80 regioni. 65 Tab. 17. Coefficienti di correlazione tra PIL pro capite ed indicatori di dotazione infrastrutturale (per categoria e complessivi). Regioni UE5, 1985. Categorie infrastrutturali Trasporti Energia Telecom. Germania 0,65 0,69 0,86 0,67 Indice sintetico 0,77 Spagna 0,29 0,43 0,84 0,38 0,65 Francia 0,60 0,82 0,81 0,46 0,80 Italia 0,00 0,48 0,90 0,35 0,59 Gran Bretagna (Nuts 1) 0,44 0,44 0,56 0,20 0,73 UE5 0,56 0,52 0,87 0,46 0,76 Paese Tab. 18. Educazione Coefficienti di correlazione tra PIL pro capite ed indicatori di dotazione infrastrutturale (per categoria e complessivi). Regioni UE5, 1995. Categorie infrastrutturali Paese Trasporti Energia Telecom. Educazione Germania 0,54 0,58 0,76 0,61 Spagna 0,56 0,46 0,89 0,28 Indice sintetico 0,67 0,59 Francia 0,83 0,89 0,30 0,43 0,89 Italia 0,13 0,56 0,84 0,37 0,57 Gran Bretagna (Nuts2) 0,31 0,20 0,12 0,25 - Gran Bretagna (Nuts1) 0,34 0,10 0,21 0,25 UE5 (con UK-Nuts2) 0,27 0,56 0,48 0,20 0,49 UE5 (con UK-Nuts1) 0,50 0,65 0,52 0,39 0,69 - 66 I risultati ottenuti suggeriscono le seguenti considerazioni: 26 - prendendo in esame l’indicatore sintetico di dotazione infrastrutturale, la correlazione (calcolata nel 1995 considerando per la Gran Bretagna sia le regioni NUTS 2 sia, per ragioni di omogeneità col dato del 1985, le sole NUTS 1) risulta piuttosto elevata per tutti i paesi ed in entrambi gli anni di riferimento, ad eccezione proprio della Gran Bretagna, per la quale il coefficiente nel 1995 è pari a 0,25; - la bassa correlazione riscontrata per la Gran Bretagna può dipendere dal fatto che in questo paese, come già detto, si è verificato nell’ultimo decennio un andamento difforme tra dotazione infrastrutturale (in aumento) e sviluppo economico (in diminuzione). Ciò sembra aver “sconvolto” la tradizionale compresenza nelle regioni più avanzate di alti livelli di sviluppo e di elevate dotazioni infrastrutturali. La crescita della dotazione infrastrutturale degli ultimi 10 anni è stata infatti accompagnata da una profonda recessione, che ha colpito più duramente alcune aree, come lo Yorkshire e il North West. La ragione del basso livello di reddito va ricercata, in genere, nel processo di ristrutturazione e contemporanea modernizzazione del sistema industriale, spesso accompagnato (come nel caso del Merseyside) anche da problemi di natura sociale. In particolare, il South Yorkshire e il Merseyside sono passati da un livello del PIL pro capite nel 1986 pari all’86% della media europea a livelli sensibilmente inferiori (73-74%) dieci anni dopo 26 ; - un’altra ragione, di natura più “statistica”, della bassa correlazione registrata per il Regno Unito può farsi risalire al fatto che per questo Cfr. Commissione Europea, 6 th Periodic Report on the social and economic situation and development of regions in the EU, Lussemburgo, 1999. 67 paese non era disponibile, a livello regionale, il dato del 1995 relativo alle infrastrutture di telecomunicazione, le quali mediamente sembrerebbero essere proprio la categoria più fortemente correlata con il livello di sviluppo. Infatti, per i tre paesi (Germania, Spagna e Italia) per i quali il dato a livello regionale è disponibile in forma completa 27 i livelli di correlazione, in entrambi i periodi, sono dell’ordine dello 0,80; 27 - nel settore dei trasporti l’Italia si conferma come un caso anomalo, come già sottolineato in altre sedi, essendo la dotazione di tale tipologia infrastrutturale quasi totalmente svincolata dal livello di sviluppo raggiunto nelle diverse regioni. Ciò autorizza ad ipotizzare una situazione di sostanziale squilibrio sotto il profilo del rapporto tra sviluppo produttivo e condizioni di accessibilità; detto in altri termini, l’indifferenza del grado di dotazione trasportistica rispetto al livello di attività economico-produttiva evidenzia una situazione di sottodotazione nelle aree più sviluppate del paese e di sovradotazione in quelle meno sviluppate; - elevati sono in generale i coefficienti registrati nel settore dell’approvvigionamento energetico (fatta eccezione anche in questo caso per il valore al 1995 del Regno Unito), il che fa ritenere che l’infrastruttura di distribuzione energetica segua abbastanza fedelmente la dislocazione e lo sviluppo delle attività produttive sul territorio; - nel caso dell’istruzione, la correlazione mediamente non è molto elevata. Ciò può dipendere dal fatto che tale infrastruttura fornisce un servizio di utilità sociale, legato più ai bisogni della popolazione che non a quelli Per quanto riguarda la Francia, si è già detto (cfr. supra, par. 2.2.) che i valori regionali di tale infrastruttura sono ricavati attraverso stime indirette non del tutto coerenti con quelle relative ai 3 paesi menzionati nel testo. 68 dell’apparato produttivo; ma può dipendere anche dalla scarsa qualità dell’indicatore utilizzato, che è solo una proxy della consistenza delle strutture scolastiche ed univeritarie 28. Per quanto riguarda gli altri indicatori di sviluppo (Tab. 19), nel caso del PIL per occupato la correlazione con le singole categorie infrastrutturali e con l’indicatore sintetico è leggermente più bassa rispetto a quanto verificato con il PIL per abitante; viene comunque confermata l’esistenza di un legame più forte con i settori dell’energia e delle telecomunicazioni. Tab. 19. Coefficienti di correlazione tra indicatori di sviluppo e indicatori di dotazione infrastrutturale (per categoria e complessivi). Regioni UE5, 1995. Indicatori di sviluppo Categorie infrastrutturali Trasporti Energia Telecom. Istruzione Indice sintetico PILAB 0,27 0,56 0,48 0,20 0,49 PILOC 0,17 0,48 0,49 -0,02 0,34 DVAIN 0,95 0,83 0,29 0,56 0,89 Quanto alla diffusione dell’apparato industriale, il suo legame con la dotazione infrastrutturale appare in assoluto nettamente maggiore di quello osservato per gli altri indicatori di sviluppo (con parziale eccezione per la categoria delle telecomunicazioni), come viene evidenziato da un valore all’incirca doppio del coefficiente con l’indice sintetico di infrastrutturazione. 28 Come già rilevato, il numero di studenti sembra un indicatore più adeguato a descrivere l’uso (la domanda) dell’infrastruttura di istruzione che non la sua dotazione (l’offerta). E la domanda, oltre certi livelli di sviluppo, può essere tanto più elevata quanto meno dinamico è il sistema economico regionale, a causa delle maggiori difficoltà per le classi di lavoratori più giovani di trovare un impiego immediato. 69 Ciò può farsi risalire al fatto che la concentrazione di insediamenti industriali non può prescindere dalla presenza di un livello adeguato di servizi infrastrutturali, soprattutto di quelli per il trasporto e l’approvvigionamento energetico. D’altra parte, la mancata considerazione delle regioni della Germania orientale ed il fatto di aver limitato l’analisi per le regioni tedesche ed inglesi a livello NUTS 1 senza dubbio contribuisce alla riduzione del numero di osservazioni anomale che tendono ad abbassare il grado di correlazione tra le serie. La relazione che lega le infrastrutture al livello di sviluppo, tuttavia, non è necessariamente di tipo lineare. Al contrario, volendo stimare una cosiddetta “funzione di quasi produzione”, in cui il livello di sviluppo venga spiegato da opportuni indicatori sintetici di dotazione infrastrutturale e da altri fattori di sviluppo (come la struttura settoriale dell’attività produttiva, le caratteristiche socio-demografiche della popolazione, ecc.) risulta più opportuno ricorrere ad una funzione di tipo esponenziale, espressa in termini di variabili logaritmiche, in cui i coefficienti esprimono l’elasticità del prodotto rispetto a ciascuna delle variabili esplicative, tra cui quella rappresentativa della dotazione infrastrutturale. Lo scattogramma che evidenzia la relazione tra il logaritmo del livello di sviluppo (rispettivamente rappresentato dalle variabili LNPILAB, LNPILOC e LNDVAIN) ed il logaritmo dell’indicatore di dotazione infrastrutturale (LNINFR), per tutte le regioni dei 5 paesi considerati, fornisce una prima attendibile approssimazione dell’esistenza di una relazione non lineare tra le due variabili. La stima di una semplice relazione funzionale del tipo: LNSVIL = f (LNINFR) (dove “SVIL” si riferisce ad uno degli indicatori di sviluppo considerati), conferma tale ipotesi, anche se probabilmente, come già accennato, sovrastima il reale contributo delle infrastrutture allo sviluppo regionale, dal momento che trascura la possibile influenza di fattori diversi. 70 Graf. 4. Scattogramma di correlazione tra LNPILAB e LNINFR 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 LNINFR Graf. 5. Scattogramma di correlazione tra LNPILOC e LNINFR 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 LNINFR Graf. 6. Scattogramma di correlazione tra LNDVAIN e LNINFR 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 LNINFR 71 Nella Tab. 20 sono riportate le specificazioni funzionali stimate per ciascuno dei tre indicatori di sviluppo. In tutte le regressioni il coefficiente della variabile infrastrutturale è significativo e presenta il segno atteso. Il grado di adattamento del modello, esprimibile tramite il coefficiente di determinazione R2 , è buono per l’indice di diffusione industriale (LNDVAIN), mentre risulta molto più basso nel caso del PILAB e del tutto irrilevante per il PILOC. Tab. 20. Stima della relazione funzionale tra livello di sviluppo e indicatore di dotazione infrastrutturale. Regioni UE5, 1995 Indicatori del livello di sviluppo (variabili dipendenti) LNPILAB LNPILOC LNDVAIN C 2,449 ** ( 8,117 ) 3,608 ** ( 12,578 ) -10,734 ** ( -13,859 ) LNINFR 0,441 ** ( 6,842 ) 0,193 ** ( 3,1470 ) 3,127 ** ( 18,487 ) Osservazioni: 130 130 80 R-squared 0,268 0,072 0,814 Adjusted R-squared S.E. 0,262 0,277 0,065 0,263 0,812 0,557 F-statistic Prob (F-statistic) ** 46,81 9,904 ( 0,000 ) ( 0,002 ) 341,77 ( 0,000 ) significativo al livello del 99% Se, per le ragioni già illustrate, si escludono dalla stima le regioni del Regno Unito, il coefficiente di determinazione migliora sensibilmente, come illustrato nella Tab. 21. 72 Tab. 21. Stima della relazione funzionale tra livello di sviluppo e indicatore di dotazione infrastrutturale. Regioni UE4 (esclusa la Gran Bretagna), 1995. Indicatori del livello di sviluppo (variabili dipendenti) LNPILAB LNPILOC C 1,164 ** ( 3,811 ) 2,472 ** ( 10,53 ) LNINFR 0,739 ** ( 11,14 ) 0,465 ** ( 9,117 ) 96 96 Osservazioni: R-squared Adjusted R-squared S.E. F-statistic Prob (F-statistic) 0,569 0,564 0,232 124,0 ( 0,000 ) 0,469 0,464 0,178 83,12 ( 0,000 ) ** significativo al livello del 99% Questi risultati confermano dunque il ruolo di grande rilievo della dotazione infrastrutturale quale fattore in grado di “spiegare” il livello di sviluppo regionale. 73 5.3. Analisi della relazione sviluppo-infrastrutture attraverso la funzione di quasi-produzione Secondo la teoria del potenziale di sviluppo regionale 29 , esistono altri fattori che, assieme alle infrastrutture, influenzano le possibilità di sviluppo di un’economia regionale nel medio-lungo periodo. I più importanti tra questi (Biehl, 1991) vengono ritenuti: i) la localizzazione rispetto ai principali centri di svolgimento dell’attività economica; ii) la consistenza agglomerativa dei diversi territori considerati; iii) la struttura settoriale dell’apparato produttivo locale; iv) il tasso di attività delle rispettive popolazioni regionali. Queste variabili identificano e sintetizzano, in sostanza, la potenzialità produttiva di un determinato sistema economico territoriale. In altre parole, è grazie alla loro presenza che i fattori privati di produzione, lavoro e capitale, possono essere sfruttati in modo efficiente al fine di accrescere la competitività di un’area in ambito nazionale ed internazionale. La localizzazione geografica, ovvero la posizione rispetto alle aree economicamente più forti in cui si concentra una grossa fetta della domanda complessiva, determina i costi di trasporto e comunicazione da sostenere per accedere ai mercati di sbocco della produzione regionale. Per questa ragione le aree più periferiche, a parità di altri fattori, saranno meno competitive di quelle localizzate vicino ai centri economicamente più attivi. Altro fattore importante sono le dimensioni e la struttura agglomerativa della popolazione. La concentrazione territoriale della popolazione facilita lo scambio di merci, servizi ed informazioni e consente la formazione di un vasto e differenziato mercato della forza lavoro. Il raggiungimento di livelli ottimali di agglomerazione consentirà di avere una produttività più elevata dei fattori privati 29 Cfr. i riferimenti citati nel precedente par. 5.1. 74 di produzione; d’altra parte, occorre considerare che quando l’agglomerazione supera certi limiti un ulteriore incremento degli insediamenti non si traduce in un risparmio, ma in un aumento dei costi, dovuto a problemi di inquinamento, congestione e tensioni sociali. Va inoltre considerato l’atteggiamento della popolazione nei confronti del lavoro, ossia la propensione all’attività lavorativa misurata attraverso il tasso di attività: se tale propensione è elevata l’esistenza di bacini di forza lavoro può agire da fattore di attrazione dei capitali privati e, tramite questi, stimolare lo sviluppo dell’area. La capacità di crescita di una regione dipende inoltre direttamente e marcatamente dalla composizione settoriale della produzione. Una regione, infatti, crescerà tanto più rapidamente quanto maggiore è il peso nella sua economia di settori ad elevato valore aggiunto ed in fase di espansione a livello nazionale o internazionale. Se nella funzione di quasi-produzione vengono inseriti indicatori capaci di esprimere tali caratteristiche regionali, il grado di adattamento del modello di stima del livello di sviluppo migliora sensibilmente. Gli indicatori usati per rappresentare i fattori che incidono sullo sviluppo regionale sono quelli che seguono. Infrastrutture INFR Indicatore sintetico della dotazione complessiva di infrastrutture Localizzazione PER Distanza (in km) delle diverse regioni dal centro caratterizzato dalla maggior densità di attività economica (Francoforte) 75 Agglomerazione DPOP Densità di popolazione (abitanti per kmq) a livello di regioni NUTS II Forze di lavoro ATT Tasso di attività (forze di lavoro 15-65 anni su popolazione regionale di età corrispondente) Struttura settoriale OINSER Quota di occupati in attività extragricole sul totale degli occupati OIND Quota di occupati nell’industria sul totale degli occupati OSER Quota di occupati nei servizi sul totale degli occupati Osservando la Tab. 22, che riporta la matrice dei coefficienti di correlazione tra le variabili sopra elencate, si possono avere informazioni aggiuntive circa il legame tra la dotazione infrastrutturale e le altre caratteristiche regionali. La correlazione positiva e piuttosto elevata tra livello di infrastrutturazione soprattutto nei settori dell’energia e dei trasporti - e densità di popolazione, conferma la presenza più diffusa di tali servizi nei centri urbani altamente agglomerati, dove la concentrazione di attività produttive e popolazione genera un livello di domanda tale da rendere conveniente la loro produzione. La localizzazione periferica risulta accompagnata da una bassa dotazione infrastrutturale, una minor quota di occupati in attività extragricole, in particolare in quelle di tipo industriale, e un più basso tasso di attività. Tale relazione evidenzia, ancora una volta, l’accentuato dualismo interregionale presente in paesi 76 come Italia e Spagna, le cui regioni meridionali stentano ad allinearsi sui livelli di sviluppo economico e sociale del resto d’Europa, anche a causa dell’assenza di una struttura industriale forte e diffusa. Tab. 22. Matrice di correlazione tra le variabili considerate nella funzione di quasiproduzione DPOP TRAS TELE ENER ISTR INFR OIND OSER OINSER ATT DPOP 1,000 TRAS 0,933 1,000 TELE 0,136 0,190 ENER 0,616 0,699 0,289 1,000 ISTR 0,414 0,530 0,194 0,361 1,000 INFR 0,799 0,890 0,333 0,885 0,627 1,000 OIND -0,159 -0,211 -0,152 0,041 0,019 -0,027 1,000 OSER 0,404 0,495 0,352 0,266 0,312 0,432 -0,782 1,000 OINSER 0,390 0,456 0,322 0,472 0,511 0,629 0,262 0,396 1,000 ATT 0,220 0,304 0,127 0,204 0,406 0,376 0,127 0,282 0,623 1,000 PER -0,125 -0,147 -0,263 -0,351 -0,176 -0,365 -0,454 0,077 -0,550 -0,433 PER 1,000 1,000 Nella Tab. 23 sono riportati i risultati delle stime della “funzione di quasi produzione”, anch’essa espressa in forma doppio-logaritmica, in cui sono state inserite le variabili sopra identificate. Sono state inoltre inserite variabili “dummy” per le regioni della Germania orientale e della Gran Bretagna. Per le regioni tedesche considerazioni di carattere storico possono giustificare il fatto che il livello di sviluppo sia significativamente più basso, rispetto a quello che ci si potrebbe attendere osservando le loro caratteristiche regionali. Quanto alle regioni britanniche il minore livello di reddito va attribuito probabilmente alla riconversione ancora in atto nelle aree di declino industriale, dove le condizioni per la localizzazione delle attività produttive, nel medio-lungo periodo, sono comunque favorevoli. 77 Tab. 23. Stima della funzione di quasi-produzione con riferimento a tre distinte variabili dipendenti Indicatori del livello di sviluppo (variabili dipendenti) LNPILAB LNPILOC LNDVAIN C -8,360 ** ( -4,533 ) 1,628 ** ( 3,057 ) -2,837 * ( -2,502 ) LNINFR 0,386 ** ( 5,276 ) 0,351 ** ( 5,545 ) 1,139 ** ( 5,026 ) LNDPOP -0,074 ** ( -3,152 ) -0,054 * ( -2,609 ) 0,774 ** ( 9,833 ) LNOINSER 1,552 ** ( 3,527 ) LNOSER 0,540 ** ( 4,308 ) LNPER -0,076 ** ( -4,449 ) -0,088 ** ( -6,393 ) LNATT 1,258 ** ( 7,042 ) DUMUK -0,496 ** ( -11,34 ) -0,468 ** ( -15,20 ) DUMDEE -0,412 ** ( -6,419 ) -0,329 ** ( -6,053 ) Osservazioni: R-squared Adjusted R-squared S.E. F-statistic Prob (F-statistic) 130 0,826 0,816 0,138 82,85 ( 0,000 ) 130 0,789 0,778 0,128 76,54 ( 0,000 ) -0,387 ** ( -5,238 ) 80 0,921 0,918 0,368 296,4 ( 0,000 ) * significativo al livello del 95% ** significativo al livello del 99% 78 In generale il coefficiente di determinazione (R2 ) rivela un alto grado di adattamento del modello, con un valore attorno allo 0,8 sia per l’indicatore di sviluppo (PIL per abitante) sia per quello relativo all’efficienza complessiva (PIL per occupato). La stima risulta ancora migliore nel caso si prenda come variabile dipendente la densità di attività industriali nell’area (coefficiente di determinazione al di sopra dello 0,9). In tutte e tre le funzioni considerate – dunque indipendentemente dalla variabile dipendente assunta come espressione del livello regionale di sviluppo – il grado di dotazione infrastrutturale si rivela una potente variabile esplicativa (si veda anche il valore sempre elevato della t-Student) del corrispondente livello di sviluppo regionale. Sotto il profilo della quantificazione della variabile rappresentativa della dotazione infrastrutturale, peraltro, sono possibili anche altre modalità di rappresentazione, ad esempio quella che fa riferimento all’applicazione di analisi multivariate (analisi per componenti principali, analisi delle corrispondenze, etc.). Al riguardo, si ricorda che alcuni approcci in tal senso sono già stati applicati30 agli indicatori infrastrutturali considerati, con risultati che tuttavia non sembrano aver apportato significativi miglioramenti alla qualità dell’analisi svolta. Conformemente all’impostazione metodologica inizialmente assunta dal gruppo di lavoro, si è dunque preferito anche in occasione del presente lavoro affidarsi ad una specificazione della funzione di quasi-produzione che consideri le variabili indipendenti (in particolare, quelle infrastrutturali) di per sé, senza trasformazioni 30 Si tratta di tentativi già effettuati in occasione del lavoro inizialmente condotto per la Commissione all’inizio degli anni ’80, poi ripresi in analisi più circoscritte riferite a singole realtà nazionali. Si ricordano, tra gli altri, i lavori di Bracalente e Di Palma (1982) per le regioni italiane e, più recentemente, quelli di Delgado (1997) per le regioni spagnole. 79 “statistiche” che, se non giustificate da sostanziali miglioramenti, rischiano di rendere meno agevolmente interpretabili i risultati ottenuti. In particolare, considerando la funzione in cui variabile dipendente è il PIL per abitante, le variabili selezionate sono quelle relative alla localizzazione, alla struttura settoriale (calcolata come quota di occupati in attività extragricole), alla dotazione di infrastrutture, al tasso di attività e alla densità di popolazione. Tutte le variabili, all’infuori dell’ultima menzionata, presentano il segno atteso e sono significative al livello del 99%. Il fatto che il grado di agglomerazione non sembri influire in maniera consistente sul livello di sviluppo e che il suo coefficiente presenti addirittura segno negativo può dipendere dall’esistenza di una forte correlazione tra dotazione infrastrutturale e densità di popolazione (quale risulta dalla citata Tab. 22), per cui la prima variabile, inglobando parte degli effetti positivi della struttura insediativa sul livello di sviluppo, “nasconde” in una certa misura il contributo diretto della seconda. L’elasticità del prodotto pro capite rispetto alle infrastrutture, ovvero il contributo relativo del capitale pubblico alla crescita del prodotto, risulta elevata, attestandosi su livelli di poco inferiore allo 0.4. La funzione in cui variabile dipendente è la produttività del lavoro non presenta caratteristiche molto diverse dalla precedente, sia per quanto riguarda il grado di adattamento del modello, sia per i valori assunti dai coefficienti delle variabili esplicative. L’unica differenza di rilievo riguarda l’indicatore della struttura settoriale, che sottolinea la presenza di livelli di produttività più elevati nelle economie maggiormente orientate verso il settore dei servizi. Infine, particolarmente buoni sono i risultati della funzione che considera quale variabile dipendente il livello di concentrazione industriale. Come peraltro ci si poteva attendere, tale livello aumenta al crescere della dotazione infrastrutturale, della densità di popolazione e della vicinanza al centro economico principale. 80 In conclusione, la specificazione della “funzione di quasi-produzione” supporta, per le regioni dei maggiori paesi europei, l’esistenza di una relazione diretta e consistente tra livello di sviluppo e dotazione di infrastrutture. La presenza di altri importanti condizioni localizzative, rappresentate dalle altre variabili inserite nella funzione in esame, migliora complessivamente la capacità esplicativa della funzione stessa e conferma comunque sostanzialmente il ruolo rilevante svolto dalla componente infrastrutturale. 81 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Argimón I., Gonzáles - Páramo J. M., Martín M. J. e Roldán J. M. (1993) Productivity and Infrastructure in the Spanish Economy, Banco de España, Servicio de Estudios, Documento de Trabajo, n. 9313. Aschauer D. 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