VERBALE casaclima - Comune di Vigonovo
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VERBALE casaclima - Comune di Vigonovo
OGGETTO: Opportunità per un modello urbano sostenibile a Vigonovo. Presentazione dell’esperienza di CasaClima. Relazione del Dr. Norbert Lantschner, Direttore dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Sindaco: Ho il piacere di presentarvi il Dott. Norbert Lantschner direttore dell’agenzia CasaClima della Provincia di Bolzano. Con lui affronteremo il tema del risparmio energetico degli edifici, dal punto di vista ambientale, costruttivo ed economico. Si tratta di un tema di grande importanza e valore civile. Questa tematica viene spesso mortificata o considerata utopica. Ricordo che nel 2003 il Consiglio Comunale ha approvato l’adesione alla carta di Aalborg, per un modello di sviluppo urbano sostenibile, ma non è sufficiente dichiarare i principi senza darvi traduzione pratica. L’esperienza di Bolzano ne rappresenta un esempio. Lascio al parola al Dr. Lantschner. Lantschner: Innanzi tutto vorrei spiegare perché dobbiamo riflettere sul modo di costruire, anche alla luce dell’ultima legge finanziaria che offre delle agevolazioni in questo ambito. L’Italia ha tre problemi: l’approvvigionamento di energia, in quanto importiamo quasi il 90% del fabbisogno di gas metano, di cui un terzo dalla Russia, e i prezzi stanno aumentando. Il 30% del petrolio proviene dal medio oriente. E’ chiaro che dobbiamo investire nella indipendenza energetica. Un altro problema è rappresentato dall’adesione al protocollo di Kyoto che impone la riduzione delle emissioni di Co2. Siamo in grave ritardo, e bisogna trovare delle soluzioni nel settore residenziale e del terziario, dove si registra il maggiore spreco. Infatti le costruzioni riscaldano l’ambiente esterno, ma abbiamo la possibilità di costruire case che non solo non sprecano energia, ma la producono. L’Italia è il fanalino di coda in Europa. 13.000.000 di edifici hanno bisogno di 14.000.000.000 di mq di gas all’anno. Disperdere energia non è economico e inquina. Il problema si rifletterà sulle prossime generazioni. L’Italia importa 2.000.000 di barili di petrolio al giorno. Inoltre abbiamo registrato il record di emissioni di gas Co2 . Questo gas assorbe energia e distrugge il bilancio energetico di questo pianeta, intervenendo su quello strato sottile che è l’atmosfera, e alterando un ecosistema delicatissimo, con conseguenti cambiamenti climatici. Questo processo non è compatibile con un sistema di sviluppo sostenibile. Le emissioni di Co2 sono correlate all’aumento della temperatura. Si stanno sciogliendo i ghiacciai e, secondo alcune stime, il polo nord, entro metà del secolo, sarà privo di ghiaccio in estate. Si stanno spostando le zone climatiche, in particolare quelle del nord Africa verso il sud Europa, con aumento della siccità. Non possiamo bloccare questo processo, ma possiamo rallentarlo. L’Italia deve ridurre le emissioni di Co2 del 6,5% entro il 2008, ma dista quasi il 20% dagli obiettivi del protocollo di Kyoto. Dipendiamo dal petrolio, e bisogna investire nel risparmio energetico: la risposta è evitare lo spreco. Il sistema Casaclima riduce il costo dell’energia, offre benessere abitativo e costituisce un investimento sull’ambiente. Una casa nel corso di 80 anni può risparmiare 200.000 litri di gasolio. Questa qualità è garantita da un certificato energetico redatto da un ente indipendente. Ma non bastano le norme di legge, bisogna coinvolgere gli utenti. Attraverso il certificato, prima di comprare una casa si verifica a quelle classe energetica appartiene. Il certificato misura l’efficienza energetica dell’involucro dell’immobile, la resistenza delle pareti e delle finestre. Questi interventi costano, ma si riceve qualità, e gli utenti sono stimolati in tal senso. Oggi il 10% delle costruzioni in Alto Adige appartiene alla classe A, che corrisponde a un basso consumo energetico, anche se la legge non lo impone. In Italia deve essere ancora fissato il metodo di calcolo e l’organo certificatore dell’efficienza energetica. Oggetto di certificazione è l’edificio realizzato non il progetto, e poi viene apposta una targhetta presso il numero civico dell’abitazione. Una casa tradizionale consuma 18-25 euro al mq. di superficie mentre una Casaclima di classe A consuma solo 3 euro, e comporta la riduzione di Co2 e benefici per l’ambiente. Diversi Comuni lavorano con il protocollo Casaclima. Offriamo formazione ai progettisti nei Comuni che sottoscrivono la convenzione per aderire al protocollo Casaclima. Ai fini della certificazione, vengono valutati il cappotto termico dell’edificio, la qualità dei serramenti, la tenuta d’aria. Essenziale l’orientamento, la compattezza, la tipologia dei ponti termici, e una parte dell’energia viene prodotta dal sole. E’ importante investire sul clima: secondo uno studio americano occorrerebbe un secondo pianeta per produrre l’energia di cui abbiamo bisogno. Sindaco: Ringrazio il Sig. Lantschner per l’appassionata relazione. Adesso apriamo il dibattito con i consiglieri. Trolese: Chiedo quale sia la differenza dei costi tra una casa tradizionale e una Casa Clima. Fogarin: Chiedo qualche chiarimento sulle classi “oro” e “plus”. Salmaso R.: Chiedo qual è il costo della certificazione. Lantschner: Le classi A B C esprimono il risparmio energetico, mentre la classe plus valuta i materiali impiegati e la sostenibilità ambientale. E’ una classe facoltativa. Alcuni comuni offrono degli incentivi. Per quanto riguarda il costo, è determinante il punto di partenza: se si parte dalla classe D, il costo di costruzione per portarla in classe B aumenta del 2-4 %, per andare in classe A aumenta dell’8-10% per andare il classe plus aumento del 30%. L’investimento rientra dopo 8-10 anni. La certificazione ha un costo di 300-500 euro per una casa, circa un euro a mq. di superficie. Per i condomini si spendono 1000-1500 euro. C’è comunque un tariffario e ora la legge finanziaria prevede una detrazione fiscale del 55%. In sede di acquisto o di affitto di un immobile si dovrà produrre la certificazione energetica. Salmaso R.: Volendo fare un esempio pratico, cosa è necessario per arrivare a questi risultati? Lantschner: Per quanto riguarda gli immobili esistenti non è imposta una classe minima. Si parte dalla situazione attuale dell’edificio, per quanto riguarda i materiali, l’isolamento e il tipo di impianto. Calcolato l’indice termico, è presentata una proposta di intervento, così il cliente ha elementi di scelta. Ottimi risultati si ottengono intervenendo sulle pareti e sulle vetrate. Il tetto incide per il 10-15% sui consumi. Si può abbinare la ristrutturazione di un immobile ad un intervento di risanamento energetico, e il relativo investimento rientra in meno di 10 anni. Carletti: Ringrazio il Dr. Lantschner per il suo intervento, e ricordo che l’amministrazione è sempre stata sensibile a tali argomenti. Anche quella precedente. Considerata la difficoltà di passare dalla teoria alla pratica, chiedo che cosa l’Amministrazione possa realizzare nel suo territorio. Per esempio, c’è un area che prevede una edificabilità di 50.000 mq, sarebbe interessante realizzare un esperimento pilota, e mi chiedo se nella sua provincia sono stati offerti particolari incentivi, considerati i costi per costruire una casa con certe caratteristiche. Lantschner: Queste modalità costruttive, determinano di per sé un vantaggio per il sistema economico delle costruzioni, sono infatti aumentate le vendite dei materiali di isolamento termico. Ciò premesso, la normativa statale prevede che i comuni gestiscano la certificazione energetica. Alcuni comuni hanno cominciato a premiare. La Provincia di Bolzano ha inizialmente pagato la certificazione energetica, poi è subentrata una norma che impone l’appartenenza delle nuove costruzioni alla classe C minimo. Ma prima bisogna coinvolgere la cittadinanza e si possono fare varie scelte, come ridurre l’I.c.i. o gli oneri di urbanizzazione. E’ essenziale comunque definire il metodo di certificazione e chi certifica. In alcuni comuni del milanese è prescritto uno standard minimo per i nuovi interventi, ma il Comune ha piena autonomia in merito alla certificazione. Bisogna dare dei segnali, poi il mercato si adegua. Fogarin: Un investimento del 2% per ottenere il risparmio energetico mi sembra sostenibile. Ricordo che questo comune prevede una riduzione degli oneri. So che alcuni Comuni lombardi subordinano l’abitabilità ad una determinata classificazione energetica. Lantschner: Per il momento solo la legge della Provincia Autonoma di Bolzano ha imposto la classe C subordinandovi il rilascio dell’abitabilità. Nel resto del territorio italiano vige la legge 192. Sindaco: L’obiettivo di questa serata era quello di comprendere e condividere particolari strumenti per perseguire finalità meritevoli. L’obiettivo mi pare sia stato raggiunto, nelle successive riunioni verificheremo le proposte operative per un edilizia attenta all’ambiente e all’economia individuale. A questo punto il Dr. Lantschner potrà rispondere a due domande provenienti dal pubblico. Dal pubblico provengono richieste di chiarimenti sulla applicabilità ad aziende produttive e capannoni e sull’utilizzo del tetto verde a fini di risparmio energetico. Lantschner: Questo metodo è adatto in ambito residenziale, terziario, alberghiero e commerciale, ma non è adatto in ambito in ambito produttivo, perché la costruzione deve rispondere a determinati requisiti compatibili, con la produzione. Per quanto riguarda il tetto verde esso ottimizza l’efficienza energetica, fermo restando che comunque non è di per se sufficiente ai fini del risparmio energetico, che dipende dall’isolamento sottostante. Sindaco: Voglio mettendo in evidenza la grande importanza di questo incontro , e soprattutto il suo grande valore civile. Nel congedare il Dott. Lantschner lo ringraziamo del suo contributo.