antonio stradivari archettaio

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antonio stradivari archettaio
XIII Congresso Nazionale IGIIC – Lo Stato dell’Arte
ANTONIO STRADIVARI ARCHETTAIO
“… li manderò ancora li due archi di serpentino che mi ritrovo avere…” 1775, 4 giugno, Cremona
Lettera di Paolo Stradivari a Michele Anselmi di Briatta
Fausto Cacciatori*, Marco D’Agostino**, Mario Amedeo Lazzari***, Donatella Melini***, Curzio
Merlo***, Elisa Mosconi***, Emilio Slaviero***
*Curatore delle collezioni Museo del Violino
** Paleografo, Musicologia e Beni culturali Università di Pavia
*** Docenti, corso Tecnico del restauro di Strumenti musicali della liuteria classica a pizzico ed archetteria,
Scuola di Restauro Cr.Forma
Area tematica: Problematiche di conservazione e di intervento
Abstract:
Due archi corrispondenti ai numeri di inventario: MS 476 e MS 477 sono attualmente conservati ed esposti presso il
Museo del Violino (MdV) di Cremona. Nell’inventario degli strumenti “altri oggetti e reperti consegnato al MdV da
parte del Comune di Cremona” in occasione della stipula del contratto di comodato a seguito del trasferimento dei beni
presso il Palazzo dell’Arte, nuova sede espositiva, i due archi vengono così classificati:
N. 476 – Antonio Stradivari, Archetto originale di violino con bottone d’avorio, legno, ferro. Collezione G. Fiorini.
N. 477 – Antonio Stradivari, Asta originale di archetto per violino, legno serpente. Collezione G. Fiorini.
Al MdV sono esposti anche altri reperti:
 Antonio Stradivari, Modelli per la costruzione della testina di un archetto in legno di acero e di pioppo;
 Antonio Stradivari, Modelli di nasetti per archetti di violino, viola e violoncello in legno di acero, pero e
cartone alcuni recanti annotazioni manoscritte ad inchiostro;
 archi da violino mancanti di parti in legno e avorio.
In occasione dell’esposizione tenutasi a Cremona nel 1987, per commemorare i 250 anni dalla morte di Antonio
Stradivari nessuno degli archetti attualmente conservati al MdV fu esposto. Nel catalogo della mostra si legge:
“Nella collezione del Museo Stradivariano di Cremona ci sono numerosi disegni di nasetti per archi e quindi non vi
sono dubbi che nel laboratorio di Stradivari si costruissero anche archi. Molto probabilmente erano di legno serpentino
scanalato e in origine essi potevano essere del tipo fisso, cioè la tensione dei crini non poteva essere regolata dal bottone
a vite. In ogni caso sarebbero divenuti musicalmente inadatti intorno alla fine del XVIII secolo e le poche bacchette
superstiti del XVIII secolo non possono essere attribuite con assoluta certezza a Stradivari. I due archi per violino in
legno serpentino che sono stati esposti nel 1987 godono, tuttavia, di una serie favorevole di circostanze per essere
attribuiti a Stradivari. Entrambi appartenevano alla W. E. Hill and Sons e sono descritti nel loro libro su Stradivari, così
come nell’opera “The bow: Its History, Manufacture and use” di H. St George.
Il primo arco era originariamente insieme ai violini di stradivari appartenenti al re Carlo IV di Spagna. Le scanalature di
questa bacchetta di legno serperntino, sono state decorate con un riempimento, probabilmente eseguito in Spagna, di
varie dozzine di piccoli rettangoli di diversi legni colorati. Il nasetto e il bottone a vite sembrano avere la stessa origine;
il nasetto di diversi legni colorati. Questo arco è stato venduto presso la Sotheby’s e ora è di proprietà dello Shrine to
Music Museum di Vermillion negli Stati Uniti.
Anche il secondo arco ha probabilmente una montatura dell’ultimo quarto del XVIII secolo, ma la bacchetta è
attribuibile ad un periodo precedente. L’arco fu acquistato da Hill a Cremona nel 1884: la lavorazione della bacchetta è
di così alta qualità, che è facile credere che possa averla costruita Stradivari ed è difficile immaginare quale altra origine
possa aver avuto. La scanalatura alternata della bacchetta è molto insolita e l’idea è talmente originale che può
benissimo essere nata dalla mente geniale di Stradivari.” (Antonio Stradivari, l’Esposizione di Cremona del 1987, a
cura di Charles Beare, Londra 1994).
Lo studio multidisciplinare svolto si è proposto di affrontare e rispondere alle questioni correlate all’autenticità degli
archetti e dei modelli conservati presso il MdV di Cremona.
Il percorso si è sviluppato attraverso un’approfondita ricerca bibliografica e iconografica relativa alla caratterizzazione
degli archetti costruiti nel periodo 1650-1750: luoghi di produzione, autori, caratteristiche tecniche e loro evoluzione.
Alla documentazione fotografica degli archetti e dei modelli è seguito il rilievo dimensionale; in particolare, per i due
archi N. 476 e N. 477, si è proceduto alla compilazione di schede descrittive dettagliate. Le indagini realizzate sui
archetti e modelli hanno mirato alla identificazione delle essenze lignee; sui modelli, in particolare, un contributo
essenziale è venuto dalle indagini paleografiche delle annotazioni e dalla caratterizzazione chimico – fisica degli
inchiostri.