Mood Hotels

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Mood Hotels
Un nuovo turismo di qualità
Il design nel restyling
delle strutture ricettive della Capitale
in recent years Hotels in rome too are paying particular attention to their innovative
design and structures whilst taking into consideration the sensitivity and different trends
of all of its guests. they ensure to deliver an experience which matches each ones’
tastes and needs which have also evolved greatly over recent years and become far
more sophisticated.
the efforts created by the architects and interior designers are focusing on
establishing a unique experience to travellers during their hotel stay. they aim to
deliver a magical experience, immersed in an elegant and enchanting ambience which is
artistically rich and set amidst stylish surroundings.
the experience is influenced by rome’s culture and history in each and every hospitality
as well as keeping up to date with the times. this change has taken place in all types
of accommodation, from the Grand and Luxury 5 star Hotels to the Boutique Hotels or
the Luxury townhouses as well as the Bed and Breakfasts of the city.
anche a roma negli ultimi anni la progettazione alberghiera è stata attenta al
cambiamento che è intervenuto nella sensibilità degli ospiti, in particolare ai loro gusti e
alle loro esigenze anch’essi mutati e diventati più evoluti. Gli sforzi degli architetti sono
stati volti a consentire a questi viaggiatori, anche durante il proprio soggiorno
alberghiero, di realizzare un’esperienza unica, immersi in un ambiente raffinato,
coinvolgente, ricco di riferimenti artistici e stilistici, influenzato dalla cultura e dalla
storia dei luoghi, ma al passo con i tempi. un cambiamento anche tecnologico che ha
coinvolto tutte le tipologie di alloggio, dal grande albergo di lusso, al boutique hotel
alla townhouse, ai bed & breakfast.
emidio pacini
Marco Misischia
Laureatosi in Architettura al Politecnico di
Milano, si dedica per due decenni all’attività
libero-professionale con particolare attenzione ai
temi dell’ospitalità turistico-ricettiva. Svolge
attività consulenziale e realizza studi di fattibilità
e progetti in Italia e all’estero fino al 2012
allorquando avvia, per proprio conto, iniziative
alberghiere con la maturità della consolidata
esperienza raggiunta in tutti gli ambiti dello
specifico settore.
Romano, 54 anni, sposato con due figli Francesco e
Federico. È stato direttore dell’Hotel Helio Cabala di
Marino (RM), gestore dei servizi alberghieri di Eni
Corporate University per oltre 10 anni, AD di
Promozione Castelli Romani Spa, responsabile della
promo-commercializzazione della Agenzia del Turismo
del Lazio fino al 2010. Consigliere Federalberghi fino
al 2008. Attualmente è amministratore di RSI
GROUP e direttore operativo del gruppo Mood Hotels
- Mag Hotels, con alberghi nel centro storico di Roma.
❰❰
iL turisMo a roMa
Un nuovo turismo di qualità
L
a progettazione alberghiera, in particolare nell’ultimo decennio, è stata attenta al cambiamento che è intervenuto nella sensibilità degli ospiti , in particolare ai loro gusti e alle loro esigenze anch’essi mutati e diventati più
evoluti. Gli sforzi degli architetti sono stati volti quindi a consentire ai viaggiatori, anche durante il proprio soggiorno alberghiero, di realizzare un’esperienza autentica di conoscenza della cultura locale, oltrepassando i principi di standardizzazione propri della offerta alberghiera nordamericana.
come rileva rita Geson nella sua ricerca sui nuovi trend alberghieri , “gli ospiti si
sono trasformati in consumatori consapevoli, che sanno esattamente cosa chiedere e cosa aspettarsi da un albergatore…e per loro non conta più dove si vuole
andare ma cosa ci si aspetta da quel posto”.
con altrettanta attenzione i progettisti hanno provato ad interpretare lo spirito
dei luoghi trasferendolo in ogni dettaglio e sposandolo con l’altra necessità di sviluppare costruzioni in modo razionale ed efficiente.
L’adozione di questo modello si è diffusa principalmente nei resort e nelle strutture fuori dai grandi centri urbani, destinate ad un mercato leisure, che maggiormente consentivano l’adesione a stili ed elementi architettonici, in sintonia con i
luoghi e le unicità dei paesi ospitanti.
in seguito anche le strutture alberghiere di città, utilizzate parimenti da uomini
d’affari e da turisti in visita , hanno raccolto gli stimoli dei nuovi stili, modificandosi
per accogliere una clientela sempre più internazionale. tali cambiamenti hanno riguardato sia gli spazi comuni delle strutture, luoghi di aggregazione e socialità,
sia gli spazi più intimi come le camere e le suite.
su questa falsa riga sono nati i boutique e i design hotels , che sono alberghi intimi , estremamente confortevoli, a volte stravaganti, al passo con le mode, sofisticati e tecnologici ad un tempo, spesso lussuosi, frequentati da un target di clientela che pur ancora poco numeroso, è abituato però a spendere molto, se in
cambio riceve benessere individuale ed autenticità.
Questo spiega il recente proliferare anche a roma di strutture alberghiere ed extralberghiere con queste caratteristiche che, sia pure per dimensioni e modi diversi, sono
tutte espressione di un nuovo concetto di ospitalità che bandisce per sempre omogeneità e standardizzazione, a favore della originalità e della personalità. d’altra
parte ciò non vuol dire automaticamente che tutte le realizzazioni sono “riuscite”, nel
senso che gli elementi estetici e funzionali sono realmente appaganti. Le esagerazioni
avvengono con più facilità e possono lasciare spazio a critiche e contestazioni.
rammento il forte impatto che in passato suscitarono gli ambienti comuni
dell’aleph , un albergo 5 stelle situato nella zona di piazza Barberini, passato di
mano recentemente ad investitori arabi, piuttosto che il progetto dei bagni all’interno delle camere , alle spalle del letto, di un altro grande albergo di lusso cittadino, situato nella zona di termini.
Glossario di categorie ospitali creato da BLLa (Boutique & lifestyle Lodging association)
Boutique hotel
Questo termine viene utilizzato per descrivere una struttura
solitamente di lusso o eccentrica e raffinata orientata ad una
clientela particolare
Lifestyle hotel
tipologia di hotel che combina elementi di vita comune in un
design funzionale dando agli ospiti la possibilità di vivere
l’esperienza desiderata
Luxury boutique hotel
Hotel estremamente lussuoso creato per esprimere esperienze
di vita uniche. L’hotel diventa sinonimo di salute e benessere.
design hotel
Questi alberghi si distinguono per l’architettura unica, dove sono ugualmente importnti lo stile e la cura dell ambiente.
all suite hotel
tutte le camere offrono la zona letto separata dalla zona
giorno . spesso è presente anche l’angolo cottura
artistic hotel
combinazione tra una struttura ricettiva new-age e una opera
artistica, offre ai propri ospiti la sensazione di vivere in un museo d’arte moderna.
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avant-Gard hotel
esempio di artistic hotel. Ha camere d’albergo insolite, stravaganti, funky.
city hotel
i city hotel sono creati per riflettere l’atmosfera e il carattere
della città in cui si trovano. situati normalmente ai margini del
centro città, sono facilmente accessibili.
classic hotel
i classic hotel rappresentano un ritorno ai tempi delle lobby
teatrali, ornati da lampadari maestosi e arredi sontuosi che
erano lo standard egli alberghi di lusso nel passato.
classy hotel
i classy hotel sono alberghi di lusso dove gli ospiti possono
trovare opere d’arte e antiquariato di classe, atmosfere raffinate e gran servizio.
confortable hotel
Hotel dotati di mura spesse , antirumore, letti comodi , pulizia
accurata e un ambiente rilassante.
conference hotel
Questa tipologia d’hotel offre principalmente servizi per meeting di lavoro, banchetti o altri eventi speciali
contemporary hotel
i contemporary hotel fanno parte del gruppo di hotel di stile
ed eleganza della famiglia degli artistic hotel. contano su
comfort moderni.
corporate hotel
sono orientati ad una clientela d’affari cui viene offerto un ambiente di lavoro di qualità, collegamento internet affidabile, insieme ad un servizio rapido e una sistemazione funzionale.
country hotel
sono alberghi tranquilli e affascinanti che offrono una vasta
gamma di servizi a seconda del prezzo e della posizione
distinctive hotel
simili ai boutique hotel si trovano in luoghi turisticamente appetibili,
molto spesso destinazioni di viaggio fuori dalle rotte più battute
extraordinary hotel
sono per l’appunto alberghi straordinari per la loro posizione o il
materiale con cui sono costruiti: collocati sottoterra, su un albero o
a strapiombo sul mare, fatti di ghiaccio o di altri materiali impensabili
Funky hotel
nei funky hotel gli ospiti vengono colpiti dall’uso creativo del
colore, dal design astrato e dall’arredamento unico.
Un nuovo turismo di qualità
iL turisMo a roMa
L’obiettivo dichiarato è che in futuro l’albergo stesso sia una “destinazione”, a
prescindere dal luogo dove si trova. citando ancora lo studio di sMG, “gli ospiti di
domani cercheranno sempre più luoghi particolari e fuori dall’ordinario in cui sentirsi bene. il nostro cervello infatti lega i ricordi ai posti agendo su tre livelli: il luogo nel suo contesto fisico, l’architettura e i rituali che si consumano in quel determinato luogo”.
per tutti i tipi di strutture ricettive, si è anche manifestato un percorso d’ innovazione funzionale, grazie all’avanzare delle tecnologie e dell’automazione all’interno
degli edifici. L’applicazione della domotica ha reso più comode alcune operazioni
quotidiane, come aprire una tenda o sollevare le tapparelle, piuttosto che regolare l’intensità della luce e della musica d’ascolto all’interno della camera, con l’aiuto di un ipad.
in alcune camere poi trovano spazio altre comodità quali una minipalestra o un
centro benessere “tascabile”, come nel caso di un altro albergo di lusso sempre
nei pressi della stazione termini.
il fenomeno , a roma come nelle principali destinazioni turistiche italiane e del resto d’europa, non riguarda solo gli alberghi. ormai una miriade di case vacanza,
bed&breakfast, affittacamere o townhouse secondo la definizione anglosassone,
possono definirsi di design perché replicano in piccolo le scelte architettoniche, a
volte ardite o assai originali che caratterizzano gli hotel cittadini.
il nostro gruppo ha portato a termine nel corso di questi ultimi anni alcuni significativi interventi, in particolare nei rioni parione e Monti, realizzando nuovi alberghi
di medie dimensioni, un efficace esempio di design hotel che , inseriti in un contesto metropolitano , si rivolgono ad un pubblico cosmopolita di fascia medio alta.
per spiegare cosa c’è all’origine di questa impresa, quale è stato il grande lavoro
di progettualità e di esecuzione, la fatica ma anche il piacere del successo che
ne è derivato, ho chiesto all’architetto emidio pacini, autore dei progetti e contitolare delle aziende alberghiere, di aiutarmi a raccontarne nella intervista che segue. ne è uscito un quadro assai rappresentativo di quanto sta avvenendo di
nuovo nelle capitale, in termini di trasformazione e di adeguamento della offerta
turistica rivolta ai viaggiatori contemporanei e del domani.
Conversazione con Emidio Pacini
architetto pacini può spiegare perché scegliere un edificio in disuso e trasformarlo con le difficoltà e i costi che immaginiamo? non veniva più comodo ristrutturare
uno dei tanti hotel di cui abbonda l’offerta immobiliare in questo periodo?
ci siamo cimentati in una nuova attività imprenditoriale partendo dagli stimoli dettati dalla città, ovvero dalla consapevolezza di poter realizzare qualcosa di nuovo, pure in presenza di un numero cospicuo di strutture ricettive, alcune storiche,
altre più recenti, appartenenti ad imprenditori di seconda e terza generazione.
L’idea di fondo del progetto parte dalla considerazione che la staticità storica e
sedimentata della città possa essere occasione per un nuovo illuminismo che si
fondi sulla vocazione che la città eterna ha espresso nei millenni: roma da sempre
accoglie milioni di fedeli e pellegrini, come accade ad esempio in occasione dei
vari giubilei. dalla città ospitale, urbi et orbi per antonomasia, partivano dei richiami che inevitabilmente era necessario cogliere da parte nostra.
da questa visione è nata l’idea di poter riproporre in versione dinamica e moderna l’antica cultura legata alla ospitalità ; siamo partiti dall’ immaginare quale poteva essere il destinatario finale della nostra progettazione ed abbiamo quindi ipotizzato una struttura cosmopolita , che non vuol dire una struttura priva di carattere e dal design originale, per poter esprimere una visione sincretica di alcuni
stilemi che stanno andando per la maggiore e che distinguono gli alberghi di nuova generazione nelle principali città europee e mondiali.
La progettazione è stata molto accurata ma il successo dell’iniziativa imprenditoriale si deve al costante collegamento tra chi doveva mettere a punto la macchina da corsa e chi doveva condurla. stiamo parlando di un gruppo che fonde in
maniera equilibrata le capacità progettuali e realizzative con quelle gestionali.
Quindi, in estrema sintesi, in ogni momento dell’attività progettuale c’è stato un feedback costante con chi si è poi occupato di organizzare la gestione operativa
e commerciale dell‘hotel. tutto ciò si è tradotto nella realizzazione del rome
times Hotel che per noi è “l’albergo che non c’era”: a cominciare dalla sua posizione: dico sempre ai miei amici che il rome times è l’ultimo hotel della stazione
termini e il primo di piazza Venezia.
il nazionale spazio
eventi presso il rome
Life Hotel
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ovviamente i limiti dell’attività progettuale sono venuti dalla necessità di un riscontro economico, in particolare dalla minimizzazione dei tempi di esecuzione e della
fase di start up, ragione per cui abbiamo marcatamente traguardato al principio
edonistico del massimo utile col minimo mezzo.
si poteva largheggiare in dotazioni, spazi, oggetti ed elementi suppellettili, ma non
avremmo conseguito gli stessi risultati in termini economici. e l’approccio che c’è
stato in questa iniziativa è stato proprio quello di tenere costantemente conto del
rispetto del budget. Questo l’imperativo assoluto seguito nella ideazione, nel concepimento, nella realizzazione ed infine nell’ avvio e nella conduzione di questa
prima iniziativa imprenditoriale.
iniziativa che nell’ambiente ha fatto parlare di sè , sia perchè si trattava di una
trasformazione di un edificio che aveva altra destinazione d’uso, uffici e negozi
abbandonati da anni, sia per la contrazione dei tempi di esecuzione e la sua freschezza ideativa, che hanno dato la cifra alle attività esistenti, piuttosto standardizzate su una comoda procedura ricettiva.
La sala colazioni del
rome Life Hotel
Vuole raccontare come è nata l’idea di ricostruire in una zona che definirei quasi
“smobilitata” , a cosa si deve la scelta dell’immobile in via Milano?
due risposte , la prima da idealista : c’è piaciuto tantissimo accendere una luce
laddove mancava. intendo dire che via Milano, nonostante la sua centralità, era di
fatto una strada del tutto marginalizzata ed in preda ad una progressiva asfissia
Un nuovo turismo di qualità
delle attività commerciali, all’abbondono di attività terziarie e a trasferimenti di uffici aziendali e di studi professionali, che avevano trovato più comode o più economiche altre destinazioni.
per una strada quindi in incipiente necrosi, l’idea di arrivare e trasformare una
zucca in una carrozza ci ha affascinato in maniera impressionante.
La seconda da tecnico afferisce alle potenzialità insite nella trasformazione di un fabbricato assai complicato che si è tradotto in un raggiunto obiettivo di valorizzazione
immobiliare, cosa che ci ha dato una grande soddisfazione, poiché, per noi, si è trattato di una sfida importante, in presenza di numerose imprese attive da molto tempo in
quell’area , tutte meritevoli di grande rispetto per la loro storia legata alla città.
pretendere di trovare un vecchio albergo blasonato, rinfrescarlo, rimetterlo a
nuovo, veniva un pò troppo facile! Qui diversamente arrivare in una strada trascurata dove le attività commerciali chiudevano ad ogni pie sospinto ed accendere
quella famosa luce si è rivelata una grande esperienza.
L’aspetto tecnico è anche, come detto, nel tema della massimizzazione dei risultati col minimo sforzo, della riuscita redditività che l’investimento presupponeva;
ciò è stato possibile ripeto, grazie al fatto che la compagine sociale ha tutta
l’esperienza e le competenze necessarie. i risultati di questi primi due anni di gestione stanno li a dimostrarlo.
È stato molto importante individuare bene quale era il target di riferimento, avere
una idea dei possibili mercati cui traguardare e del livello prestazionale dell’edificio, così da comprendere fino in fondo le caratteristiche che doveva avere l’edificio che andavamo a trasformare.
Veniamo alla vita politica ed economica della capitale: non è azzardato investire
nella situazione in cui oggi versa la nostra città? non era preferibile scommettere
su altre metropoli italiane ed europee ben piu organizzate della nostra?
Questa valorizzazione è strettamente collegata all’idea filosofica di cui abbiamo
detto all’inizio, ovvero riuscire a dare, nel nostro piccolo, uno stimolo, una scossa
ad una città che amiamo e che ha davvero tanto bisogno di iniziative imprenditoriali di questo genere. poichè si tratta di una città che si è trovata nel corso dei
secoli, a motivo del suo “sviluppo”, prima alle prese con le rendite fondiarie della
nobiltà nera, poi con le perduranti speculazioni immobiliari ed infine con la delocalizzazione di attività terziarie, (mi torna in mente l’esempio del tecnopolo
tiburtino) che sembrava dovesse produrre chissà quali risultati , poi, in realtà, mai
avveratisi. Questo è anche, se vogliamo, il frutto del fallimento del piano regolatore degli anni ’60, che prevedeva il sistema direzionale orientale, mai attuato.
il tema della rivalutazione per questo immobile, come per le altre iniziative che nel
frattempo sono nate, è quindi quello di dare una scossa alla città per un ritorno
alla sua reale vocazione culturale e turistico-ricettiva.
È inutile che roma si appresti a diventare, nell’immaginazione dei politici e dei burocrati, una citta industriale o si proponga di sfidare una grande capitale finanziaria,
giacché essa ha, come sappiamo, una quantità immensa di preesistenze, di reperti,
di stratificazioni e sedimentazioni, studiati tra l’altro in tutte le università del mondo.
È dunque assai meglio che conservi il suo primato di “grande bellezza” e lo utilizzi
per un ulteriore sviluppo turistico a beneficio dei suoi cittadini e del mondo.
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ora esiste una sorta di imbuto che pone roma al 4° o 5° posto tra le grandi capitali europee per presenze turistiche e che le fa avere volumi di traffico di viaggiatori che sono in realtà la metà o quasi rispetto a quelli di Londra come a quelli
di parigi. sarà perché la prima è anche una grande capitale economico finanziaria
o perché la seconda riesce a far convivere il proprio fascino tardo ottocentesco
con i grandi progetti innovativi, come la piramide di vetro del Louvre.
tutte cose di cui roma è ad oggi priva . di fronte a questo la nostra rischia di
essere marginalizzata nel circuito turistico europeo, mentre, al contrario, ha da
offrire più di tutte. e la gravità di questa considerazione sta nelle parole di
stendhal che recitano: “triste è quel popolo che già non abbia conosciuto la bellezza ma che avendola conosciuta la vede deperire giorno per giorno”.
dunque non è vero che stiamo deperendo ma che si può dare un nuovo volto, una
nuova veste all’esposizione delle enormi bellezze, soprattutto per il fatto che nella nostra città è concentrata una percentuale altissima del patrimonio artistico e
storico- culturale del mondo.
se anche pechino comincia a rivaleggiare con roma in questo settore , il tema
potrebbe essere diverso ovverosia quello di coinvolgere in un sistema più ampio
le singole iniziative imprenditoriali, come le nostre, per sviluppare una attitudine diversa, che si porti dietro anche investimenti importanti come il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino , un sistema più efficiente di comunicazione tra l aeroporto
stesso e la città , una rete metropolitana che sia degna di questo nome, un ritrovato decoro urbano, una città piu ordinata e moderna.
Quali sono state le conseguenze sull’indotto, parlo in particolare delle imprese
coinvolte nella sua realizzazione?
per tornare al rome times Hotel, la valorizzazione del’ immobile ha provocato un effetto domino; il successo si è riverberato sulle attività economiche esistenti , che, in
alcuni casi, sono state beneficiate fino ad ottenere il raddoppio del proprio fatturato; la strada si è ravvivata, e così i commercianti a loro volta hanno preso coraggio
ed impegnato risorse per migliorare i propri esercizi e renderli più accoglienti.
Quando parlavo di stimolo lo penso proprio nel senso di un virtuosismo positivo,
che è il contrario della necrosi che si è verificata in assenza di proposte dei singoli. Qui, si è innescato un meccanismo che ha portato le imprese a ripartire, come per una nuova primavera.
in termini numerici la nostra iniziativa ha coinvolto risorse per un numero pari a
centoventi unità, tra operai impegnati nelle demolizioni e ricostruzioni, appaltatori
e subappaltatori, attivando un circuito fatto di forniture di ogni genere, dalle lampadine ai materassi, alle tv, dalle poltrone agli arredi dei bagni, per un investimento complessivo di circa due milioni e mezzo di euro.
Ma se tali risorse sono state impiegate attraverso l’atto realizzativo della ristrutturazione, altre invece afferiscono alla successiva, quotidiana attività gestionale e manutentiva, e, in quanto tali, costanti nel tempo, sia in termini di forniture
alimentari, sia in termini di servizi ed altri beni di consumo come la lavanderia, la linea cortesia, i prodotti detergenti, e così via. c’è di fatto una costanza di mantenimento che è una esigenza della vita stessa dell’albergo e che garantisce un ritorno economico per tutta una serie di fornitori locali.
La terrazza di
palazzo navona
Hotel
una junior suite del
rome times Hotel
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iL turisMo a roMa
Lavoro di ebanisteria
presso l’azienda
s.e.a.M. di roma
sotto: il reparto
sartoria di divania
(terni)
GLi artiGiani
si è realizzata una attività molto customizzata, che non si è voluta omologare ad
un facile traguardo. L’omologazione era il primo elemento che abbiamo cercato di
bandire da ogni nostro ragionamento, soprattutto perché desideravamo ottenere
il contrario di quanto fanno molte aziende che preferiscono dare un involucro, per
poi affidare l’esecuzione e la fornitura di mobili, arredi, tappezzerie e quant’altro
a grandi industrie che costruiscono fuori opera, poi portano in sede e confezionano camere tutte uguali.
c’è stata da parte nostra, al contrario, una ricerca maniacale nella selezione delle aziende locali, perchè c’era la pretesa che questo aspetto emergesse chiaramente; voglio dire di aziende quasi tutte “made in roma” che potessero garantire
una qualità superiore, appunto artigianale, la precisione e la cura dei dettagli. con
loro c’è stata una sorta di co-making, poichè definito l’obiettivo, il progetto, l’
esecuzione è stata seguita, passo dopo passo, insieme alle maestranze che vi
hanno lavorato con grandissima passione e coinvolgimento.
Questo poteva essere fatto solo con aziende del genere e localmente, altrimenti
il controllo della qualità sarebbe stato impossibile.
abbiamo desiderato avere per risultato una azienda differente rispetto a cento
altre, un albergo che ci somigliasse, solo nostro, perché molto spesso la differenza tra un hotel e l‘altro sta solo nel colore scelto dall’architetto, oppure in una
una parete a quadri anzichè a rombi, o nelle testate dei letti più alte o più basse,
Un nuovo turismo di qualità
ma sostanzialmente tutte simili appunto; come succede ad esempio per le gradi
catene alberghiere che scelgono una linea per ciascuna tipologia (dall’upscale al
budget hotel) e fanno in modo di replicarla in tutti i paesi e in tutti i continenti perché venga riconosciuta.
noi viceversa, impegnando molto tempo e grande fatica, abbiamo monitorato e
controllato fin nel dettaglio tutte le realizzazioni fatte su misura, ogni singolo oggetto creato per noi.
il “made in roma” è un ulteriore elemento che si inserisce nel richiamato tema della riqualificazione e rivitalizzazione di un artigianato locale ormai in asfissia. il lavoro che con sforzo abbiamo fatto è stato mettere a confronto più aziende artigiane, operanti nello stesso settore e che avessero la passione del lavoro ben
fatto, a regola d’arte; ce ne sono infatti sempre meno.
altri trovano più semplice rivolgersi ai general contractor che realizzano tutto esternamente, chiavi in mano , grandi gruppi che poi a loro volta fanno produrre all’estero
dove la mano d’opera ed i materiali costano meno, contribuendo così a causare un
drenaggio di risorse economiche, a tutto svantaggio della economia locale.
per fare un paragone calzante è la logica dei grandi centri commerciali che rivendono ai propri clienti, spesso inconsapevoli, la frutta acquistata a diecimila chilometri di distanza , in america latina o in australia e, così facendo, danneggiano i
piccoli agricoltori locali che producono a km 0, con costi sicuramente superiori ma
con qualità non paragonabile, causandone inevitabilmente il fallimento.
abbiamo quindi dato ossigeno e soddisfazione agli artigiani locali .
abbiamo voluto poi porre grande attenzione anche alla costanza delle performance nel tempo: perchè possiamo disegnare la cosa più bella, più moderna, più
accattivante ma se non ha anche le caratteristiche di durevolezza, di facilità di
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Un nuovo turismo di qualità
manutenzione, non funziona. tutto deve portare ad una semplicità ed ad un risultato di economia gestionale, per una qualità che rimanga inalterata nel tempo.
tali elementi contribuiscono al successo dell’iniziativa o, in assenza, al suo fallimento: ci sono alcune pregevoli realizzazioni, anche a roma, eseguite da studi
importanti, con pubblicazione su riviste di architettura, progetti che ahimè comportano delle spese di gestione quotidiane che hanno effetti devastanti sui relativi
conti economici.
il design non deve essere esasperato per poter essere condiviso da una pluralità
di soggetti; non deve essere fine a se stesso, autocelebrativo, ma calato nella
realtà produttiva in maniera evidente: quante volte i manager di aziende alberghiere maledicono gli architetti che hanno fatto cose molto belle ma poco o niente funzionali!
Quando abbiamo parlato degli aspetti innovativi di una attività che si innesca su
un business antico, intendiamo in termini non soltanto ideativi e progettuali, ma anche elaborando soluzioni “futuribili”. La volontà è stata quella di creare una camera “user friendly”, ovverosia capace di far sentire a casa propria il viaggiatore
metropolitano, sia che arrivi da singapore, come da Montevideo.
ciò può essere agevolato dalla tecnologia, perchè, come diceva Henry Ford, ”la
tecnologia è veramente tale quando è disponibile per tutti”. ad esempio, consentire al cliente di poter aprire la porta della camera con il proprio smartphone, di
qualunque tipo sia e da qualsiasi parte arrivi, è un modo per mettere a proprio
agio chi viene dall’altra parte del mondo. se poi a questo aggiungiamo la possibilità di regolare le luci, ascoltare i propri brani preferiti sulla sound bar, regolare il
clima o interloquire con la reception per farsi portare un aperitivo in camera, è
chiaro che l’approccio diventa molto più confidenziale e questo a tutto vantaggio
della comunicazione.
iL turisMo a roMa
Veniamo poi ad uno dei temi più dibattuti: avete trovato collaborazione con gli uffici comunali o vi siete scontrati con la solita burocrazia ?
eravamo piuttosto prevenuti perché sapevamo che talvolta l’amministrazione dello
stato quando non è inerte è ostile; ma c’è stato un caso in cui questa collaborazione ha avuto pieno successo: si tratta di un’altra iniziativa ricettiva , più recente,
il palazzo navona Hotel, a Largo della sapienza.
sempre con la logica della accensione della famosa luce, in una strada differente,
sempre in centro storico, stavolta nei dintorni di piazza navona, in condizioni forse ancor peggiori di quanto non fosse stato per Via Milano, abbiamo trasformato,
con altrettanto successo, un edificio abbandonato da almeno dieci anni, in un albergo di categoria quattro stelle superiore che funziona assai bene e riscontra
l’assoluto gradimento degli ospiti.
in tale occasione abbiamo registrato con una certa soddisfazione e un po di sorpresa il fatto che l’amministrazione cittadina ci abbia dato la possibilità di procedere alla sistemazione, a nostre spese, di via del Melone sulla quale si affaccia
l’edificio. Questa è stata completamente smantellata e ricostruita, ripavimentata
con i sampietrini e risistemata con nuovi marciapiedi, parapetti, ringhiere, illuminazione: oggi è un esempio concreto di virtuosismo pubblico privato che sarebbe
auspicabile moltiplicare molte volte: per dare anche un senso di una bellezza diffusa; mille iniziative fanno una città bella, come mille margherite fanno un prato.
roma ha tutta la possibilità di ottenerlo, cosi come potrebbe scrollarsi di dosso la
L’officina del fabbro
presso l’azienda
s.p.p. di roma
sotto: uno scorcio
della hall presso
palazzo navona
Hotel
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polvere sedimentata negli anni a causa di una visione eccessivamente miope . un
esempio di quanto sostengo lo individuo nell’atteggiamento estremamente conservatore che taluni hanno nei confronti della gestione di decine di migliaia di reperti
archeologici , abbandonati da tanti anni nei sotterranei polverosi dei musei, senza
alcun beneficio per nessuno e per i quali dubito che addirittura esista una seria
catalogazione; sarebbe invece una soluzione estremamente efficace e di grande
impatto, portarli nuovamente alla luce ,offrendoli alla visione del pubblico con una
esposizione temporanea o permanente, negli spazi comuni degli alberghi cittadini
che possiedono certi requisiti di sicurezza che l’amministrazione dello stato possa
agevolmente verificare.
L’idea è creare una musealità diffusa di cui possano godere i turisti che vengono
a roma, già dal momento in cui mettono piede in albergo, immergendoli sin da subito nella classicità, nel barocco, nel rinascimento, godendo della visione di un
gruppo equestre, una statua bronzea, una moneta, un fregio , un decoro; abbiamo
talmente tante cose di questo tipo , nascoste ed il piu delle volte sconosciute agli
stessi addetti ai lavori, che potrebbero rappresentare un valore aggiunto, una
ennesima ragione per tutti coloro che decidono di venire a roma. dobbiamo dare
un futuro a roma utilizzando il suo passato. non vogliamo limitarci a vendere camere, ma, viceversa, fornire suggestioni ai nostri ospiti.
Èevidente che nell’albergo ci si viene per dormire, tuttavia siamo convinti del fatto
che l hotel non venga scelto solo perché ha un prezzo più basso o per la vicinanza a questo o quel luogo d’interesse, ma che lo si preferisca ad un altro per
la piacevolezza che trasmette abitandoci, e che questo sia un elemento non marginale ma essenziale del viaggio stesso.
cosi immaginiamo che il nostro cliente pianificando il suo viaggio a roma, voglia sicuramente vedere le cose più note, come ad esempio il museo di Villa Borghese o
La zona bar del
rome times Hotel
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il pantheon o piazza navona, fare shopping per le vie del centro e cenare a
trastevere, ma, contemporaneamente, voglia sostare al rome times perchè vi
trova un certo calore nell’accoglienza , una presenza cosmopolita , una cordialità
da parte del personale di servizio, lo stile italiano presente nei mobili e negli arredi, l’offerta di piatti e vini del nostro paese, magari anche un reperto da poter
ammirare. tutto questo è parte del viaggio, è coerente con il viaggio.
Quali sono le conseguenze di un progetto ben fatto sulla operatività di un albergo, dove conta non solo la bellezza ma anche la funzionalità?
L’albergo è per un architetto un tema affascinante perché racchiude in se molti
aspetti ed è contemporaneamente una serie di altre cose: è anche un bar, un ufficio, uno spazio per incontri e convegni, una cucina, un ristorante.
si tratta di un lavoro essenzialmente diverso da quello che normalmente impegna
un professionista come me: più spesso infatti si progettano singolarmente i bar, gli
uffici o i ristoranti. trovo affascinante che l’albergo sia invece un meccanismo polifunzionale. L’efficacia della progettazione non si deve percepire solo come comunicazione verso l’esterno ma è presente ancor di più nella fluidità dei rapporti
tra le diverse funzioni, ne rappresenta l’elemento fondamentale: la si verifica, ad
esempio, nel disegno di una reception dalla quale si possa comandare e gestire
tutte le operazioni, o nell’individuare il bar in una posizione visibile a chi entra o
esce, perchè questo possa produrre reddito, che risponda in maniera semplice
ed efficace all’ antica legge commerciale di “chi non mostra non vende”.
altrettanto importante è garantire nel progetto la circolazione degli ospiti all’interno
delle zone comuni, che sia possibile muoversi tra i saloni ed i corridoi in maniera quasi
intuitiva, sentendosi a proprio agio. L’ospite che gira all’interno dell’albergo ha degli
scorci prospettici, capisce che nella zona più marginale sono allocati i servizi igienici
piuttosto che gli uffici o gli ascensori e si muove di conseguenza senza difficoltà.
se poi gira comodamente intorno al buffet, quando fa la prima colazione e questo accade in maniera naturale, si serve con facilità, distinguendo tutti i prodotti
presenti, allora vuol dire che si è centrato l’obiettivo.
altrettanta attenzione è stata posta all’aspetto illuminotecnico: abbiamo dato la
possibilità di dosare le luci in relazione a quello che esse debbono garantire. È
evidente che nella zona del banco della reception ci debba essere maggiore illuminazione: su quel desk avviene la lettura delle ricevute ed i pagamenti. allo stesso modo, quando sul banco del bar e sul buffet viene servita la prima colazione,
l’illuminazione sarà più intensa. La sera viceversa negli stessi ambienti la luce può
essere più soffusa, al fine di garantire maggior calore e una sensazione di tranquillità o di intimità, dopo una lunga giornata passata fuori.
ciò vale anche per la scelta dei brani musicali in sottofondo: più soft la sera, più
“energizzante” al mattino.
anche il trattamento delle superfici e la scelta dei materiali e dei colori segue la
stessa logica, così la hall ha ad esempio superfici più asettiche, rispetto alla zona
bar dove questi devono essere più avvolgenti e più morbidi, in un continuum che
trova la sua massima espressione nella camera.
tutto deve essere studiato perché venga trasmetta all’ospite una sensazione di
benessere immediatamente percepibile. costui si deve sentire serenamente ac-
iL turisMo a roMa
Un nuovo turismo di qualità
colto ed a proprio agio pur non essendo quello il proprio ambiente abituale.
diversi anni fa andava per la maggiore la caratterizzazione dell’aspetto sensoriale, dalla posizione del letto, alla cromo terapia o alla aroma terapia; ma con
l’andar del tempo il successo immaginato non si è verificato, probabilmente perchè si trattava di scelte un po’ estreme. pretendere di far percepire al cliente
profumi, luci e brani musicali scelti dall’albergatore significa operare una scelta
univoca che non è modulata sul cliente, che non tiene conto dei suoi gusti e del
suo modo d’essere.
occorre tener conto degli orientamenti diversi come si fa con la scelta dei fiori:
un crisantemo in camera per un italiano porta male, viceversa se lo trova un
giapponese lo apprezza perchè lo considera di buon auspicio. Bisogna stare attenti a non operare delle scelte troppo marcate per non urtare la suscettibilità
degli ospiti. significa in altre parole dare delle percezioni estetiche che possano
essere accolte e gradite dal numero più ampio possibile di clienti, ricordandosi
che essi sono diversi per cultura, origine, tradizione, credo politico o religioso. ai
fini della personalizzazione l’ unico elemento che può funzionare a questo scopo
è, come dicevamo in precedenza, lo smartphone.
infine la ricercatezza delle soluzioni che si manifesta nei particolari: si deve dare l
idea che qualcuno ha pensato al benessere dell’ospite, al suo confort : come la
scelta della lampada che faccia la luce giusta su la consolle, della lista dei canali
televisivi, della corretta posizione degli arredi all’ interno della camera.
allo stesso modo anche la ricerca della linea cortesia ci ha impegnato a lungo.
abbiamo evitato prodotti economici ma che avessero un odore non perfetto o lasciassero la pelle irritata, solo per risparmiare qualche centesimo. non bisogna lesinare su queste scelte, mancheremmo di coerenza: si fanno tanti sforzi, poi ci si
perde su un dettaglio come questo che ha a che fare con la salute degli ospiti.
come se andassi al ristorante, trovassi tutto molto buono, eccetto il dolce che alla fine che ti ha fatto venire il mal di stomaco e uscendone commenti: “come ho
mangiato male, non ci torno più”. Lo sforzo che viene fatto costantemente è quello di trovare un uguale livello prestazionale a prescindere dal maggiore o minore
livello d importanza degli elementi.
avete dedicato molta attenzione alla scelta del marchio, quale filosofia c’è dietro
il nome e il logo Mood?
con il nome “Mood” vogliamo indicare il “life stile” cui ci siamo ispirati, il valore
trasmesso alla città , la percezione del viaggiatore rispetto all’ albergo, uno spirito, una emozione. esattamente le sensazioni di piacevolezza e gradevolezza che
possono provare i clienti all’ interno delle nostre strutture.
il nome “Mood” è scritto con le due “o” centrali unite, come nel simbolo matematico che indica infinito, una idea assai ambiziosa, perchè di infinito non c’è nulla,
specialmente nelle umane questioni. tuttavia noi intendiamo per infinito il desiderio
di far permanere queste sensazioni positive a lungo nella mente , nel ricordo dei
nostri clienti.
il marchio Mood scritto in bianco su sfondo nero è associato ad un payoff che indica la sensazione di poter riempire lo spirito con la vista, quasi sognando ad occhi aperti.
Questa ricerca non è fine a se stessa o autocelebrativa ma è molto più modestamente la pretesa di trasmettere con un nome scritto tutto quello che abbiamo
cercato di spiegare in questa intervista. alla fine si porta dietro tutto un sistema
di comunicazione nei confronti degli ospiti che va dalle key card , alla carta intestata, alle brochure; è la ricerca di un sistema immediato di trasmettere un concetto molto ampio, la sintesi, un flash veloce, pur nella complessità del messaggio.
esistono differenze di stile tra un albergo e l’altro?
L’idea di fondo che lega tutte le iniziative è sempre quella cui abbiamo fatto riferimento all inizio della nostra conversazione, ma ciò non vuol dire che essa abbia
un unico modo di esprimersi, significa invece tradurla in altri modi: ad esempio, a
palazzo navona, che è la terza iniziativa che abbiamo avviato, l’albergo è completamente diverso dai precedenti, ma, nella diversità, esprime gli stessi concetti
che sono sottesi al rome times e al rome Life , declinati in un ambiente diverso,
con funzioni diverse, con un layout diverso, con un design distinto dai precedenti.
in un caso dominavano i colori più scuri, in questo i colori più chiari; il palazzo navona
si rifà agli anni ‘50 – ‘60 e chi è cresciuto in quegli anni, il pubblico dei quarantenni,
cinquantenni che ne rappresenta la maggioranza, vi si riconosce! L’idea Mood è
quella di generare un rapporto empatico con gli ospiti, una comunicazione col cliente che passa attraverso la riconoscibilità degli ambienti e degli oggetti che vi trova.
se si riesce a stabilire questo rapporto con cliente, costui se ne va via soddisfatto,
lascia una buona recensione, paga senza obiezioni quanto richiesto per l’erogazione dei servizi. È la risposta alla indifferenziazione progettuale.
per il futuro bollono in pentola altri progetti. il filo conduttore che abbiamo chiamato mood come si evolverà?
non procediamo per giustapposizione di elementi coerenti, in altri termini non copiamo noi stessi.
cerchiamo laddove possibile di avere una ispirazione dal genius loci.
abbiamo parlato ad esempio di palazzo navona. non è un caso che si rifaccia
agli anni 50 dal momento che quel fabbricato è sorto proprio in quegli anni: ne
vengono di conseguenza il suo aspetto, la distribuzione interna, i prospetti, la
presenza del cemento armato, la rigidezza delle strutture.
nelle nuove iniziative seguiremo lo stesso concetto. cercheremo di seguire lo spirito ”mood”, ispirandoci alla localizzazione degli immobili e, nello stesso tempo, gli
attribuiremo una cifra stilistica particolare.
alcune cose ce le stiamo già immaginando; ci piacerebbe molto trovare la possibilità di ispirarci agli anni settanta e alla pop art, qualora riuscissimo a trovare un
immobile ed una ubicazione adatti oppure cimentarci con una struttura in pieno
centro storico, nel cuore della città medioevale.
partecipiamo così con orgoglio attraverso i nostri modesti, singoli, puntuali interventi ad un più ampio progetto di crescita e di valorizzazione della città.
Beneficium non in eo quot fit aut datur consistit sed in ipso dantis
aut facientis animo: un beneficio non consiste in quello che è fatto o dato,
ma nell’intenzione di chi da o fa (seneca)
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