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Intervista a Gigi Cristoforetti
a cura della classe 1A del Liceo Minghetti
In seguito alla conferenza sul circo contemporaneo, tenutasi all' Arena del Sole il
giorno 27 Aprile 2016, abbiamo avuto l'occasione di intervistare Gigi Cristoforetti,
critico di danza ed esperto di circo contemporaneo, direttore artistico del progetto
“Corpi e visioni” dedicato a questa forma artistica. L'ultimo spettacolo su cui ha
portato l'attenzione del pubblico è stato Circa, il best of che riunisce parti delle
migliori rappresentazioni della compagnia Circa Ensemble.
'In che cosa consiste il suo lavoro?'
'Ho cominciato a lavorare in un teatro stabile occupandomi di prosa. Solo
successivamente sono stato affascinato dalla danza, a tal punto da abbandonare il
mondo della prosa per dedicarmi al linguaggio del corpo che, secondo me, può
raccontare molto di più di quanto non possa fare la parola. Il mio lavoro al momento
consiste nell'organizzare il festival di danza contemporanea di Torino.
'Che cosa lo ha spinto a spostarsi dal mondo della danza a quello del circo
contemporaneo?'
Il motivo primario è stato la curiosità e il bisogno di conoscere nuove dimensioni. Mi
sono poi spostato dalla danza al circo perchè alcuni coreografi con cui ero in contatto
avevano iniziato ad occuparsi di questa forma artistica.
'Com'è il mondo della danza rispetto a quello del circo contemporaneo? In che
cosa differiscono e in cosa sono simili?'
Il mondo della danza, rispetto a quello del circo contemporaneo, è molto sofisticato.
L'immediatezza, la sincerità e l'energia del circo contemporaneo diventano nella
danza un'attenzione esasperata al dettaglio, alla precisione e alla perfezione.
Tendenzialmente sia circo che danza corrono lo stesso rischio: innamorarsi della
propria creazione e quindi non mettersi in discussione. Dalla parte della danza, c’è
una percentuale molto più bassa di fallimenti, poiché la predisposizione al rischio
tipica del teatro contemporaneo talvolta fa sì che vengano prodotti spettacoli non di
qualità. Al contrario gli spettacoli di danza sono molto più trattenuti e quella stessa
attenzione al dettaglio permette appunto di non perdersi nei dettagli.
'Come si inserisce la realtà della danza nel circo contemporaneo?'
Si tratta di un'attrazione reciproca: i circensi hanno chiamato i coreografi per dare una
forma più compiuta ai loro spettacoli e i coreografi hanno chiamato i circensi per dare
maggiore energia alle loro messe in scena.
'Quanto è importante la componente musicale in uno spettacolo di circo
contemporaneo?'
Tantissimo. Il ritmo e il dinamismo delle esibizioni vengono cadenzati dalla musica.
Essendoci in gioco emozioni ed estetiche, la musica è un appoggio straordinario: è la
scenografia del circo.
'Quali caratteristiche ricerca in uno spettacolo per giudicarlo positivamente?'
Ho scritto per molto tempo su vari giornali e, quando scrivevo una recensione, mi
sforzavo di oggettivizzare; quando invece ho iniziato a scegliere gli spettacoli per un
pubblico, ho smesso di essere il più oggettivo possibile e ho cercato di capire fino a
che punto uno spettacolo sarebbe stato in grado di spostare, un poco più in là, il limite
di quello che conosco, quanto uno spettacolo mi avrebbe emozionato, quanto sarebbe
riuscito a farmi creare visioni. Una cosa che faccio prima di scrivere una recensione è
vedere lo spettacolo più di una volta, in modo da notare sempre aspetti diversi.
'C'è una personalità del mondo della danza o del circo che ammira
particolarmente?'
Mathurin Bolze che programmo a Torino per metà Settembre. Lavora sul tappeto
elastico e, a mio parere, è l’artista più straordinario dal punto di vista etico,
drammaturgico e interpretativo, al massimo della grazia e della capacità acrobatica,
ha qualcosa da raccontare rispetto al desiderio di un mondo diverso. Molti anni fa, un
mio amico, programmatore di Milano, aveva richiesto la sua collaborazione per uno
spot televisivo di un noto marchio di scarpe. Lui, sebbene all'inizio fosse contrario,
accettò: ciò che a suo tempo mi colpì fu che donò il suo intero compenso in
beneficenza.
'Quanto la crisi economica ha inciso sulla programmazione degli spettacoli?'
Dal punto di vista degli artisti, la crisi incide molto soprattutto sulla possibilità di
realizzare grandi creazioni. Essa agisce sul taglio degli spettacoli: ci sono sempre
meno spettacoli grandi e ambiziosi, da grande palcoscenico e gli artisti tendono a
frantumare i grandi collettivi per realizzare produzioni più piccole, dal loro punto di
vista, più sostenibili.
C'è qualche aspetto del mondo della danza o del circo che lei critica? Cosa
cambierebbe per il futuro?
Non ho da fare una critica diretta, ma piuttosto posso rilevare una mancanza: la
distribuzione delle risorse non permette al circo italiano di crescere. Non ci sono
abbastanza scuole aggiornate e, quelle che esistono, non hanno abbastanza risorse per
poter formare grandi acrobati. In definitiva, credo che il problema sia l’immobilismo.