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Associazione per la Ricerca Applicata alla Terapia Manuale
Articolo Inedito:
Approccio Nutrizionale al Sistema Fasciale
A cura di Simona Pistolese ©
Aprile 2013
Introduzione
Il tessuto connettivo è costituito da cellule, fibre e sostanza
fondamentale immerse nella matrice extracellulare e ha la funzione di
provvedere al supporto strutturale degli organi e dei tessuti nel corpo,
oltre ad essere specializzato in altre strutture come vasi sanguigni, ossa,
cartilagine.
La fascia fa parte del tessuto connettivo, e anche se i ricercatori gli
hanno attribuito poca importanza in passato, ad oggi, ogni discorso sui
disordini o particolari condizioni dei tessuti molli sarebbe incompleto e
limitato nel campo dell’applicazione pratica, se non includesse il sistema
fasciale.
La fascia si dirama in tutto il corpo in una rete tridimensionale dalla
testa ai piedi senza interruzioni, e fornisce una connessione continua tra
muscolo e osso, tra osso e osso e tra organi e strutture di supporto, fino
ad arrivare a livello cellulare, realizzando un sistema indipendente di
forza, supporto, elasticità e ammortizzazione (1).
I componenti cellulari della fascia sono fibroblasti, mastocellule, cellule
adipose, macrofagi, plasmacellule e leucociti; le componenti fibrose
includono collagene, fibre reticolari e fibre elastiche; la sostanza
fondamentale, infine, è costituita da macromolecole come proteoglicani,
glicoproteine, sostanze esogene e fluido extracellulare. La matrice
extracellulare avvolge le cellule e da supporto e struttura ai tessuti (1).
Come ogni altro tessuto, quindi, la fascia ha delle precise necessità
metaboliche in situazioni sia fisiologiche che patologiche; un
malfunzionamento del sistema fasciale (ad esempio a causa di traumi,
infiammazione, inattività fisica, carenze nutrizionali) può generare una
pressione anomala su nervi, muscoli, ossa o organi (1), con conseguente
manifestazione sistemica. Un approccio globale al trattamento non può
non considerare le modifiche meccaniche e biochimiche che innescano
un cambiamento strutturale a livello microscopico nei tessuti.
Importanza dei nutrienti
Considerando che la fascia è composta da tutti i macronutrienti, è
indispensabile capire a fondo il ruolo di ciascuno di essi nella guarigione
e nel mantenimento della funzione fisiologica e della struttura anatomica.
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Una lesione in un tessuto aumenta il metabolismo e quindi le richieste
nutrizionali (2). Perciò, è essenziale mantenere un buono stato
nutrizionale affinché il processo di guarigione vada a buon fine;
ignorare lo stato nutrizionale, al contrario, può compromettere la
capacità del paziente di guarire e conseguentemente prolungare il
tempo di guarigione (3) e di esposizione a molecole infiammatorie.
Diversi studi hanno dimostrato che la produzione di collagene è sensibile
ai cambiamenti nell’assunzione di cibo a breve e lungo termine. A
seguito di un digiuno di 24 ore, studi sperimentali effettuati su
modelli animali hanno chiaramente mostrato una significativa
riduzione del 50% nel tasso di sintesi del collagene nella cartilagine
articolare rispetto alle condizioni normali (4).
Gli effetti di una restrizione nutrizionale possono anche essere
correlati all'età: i giovani che sono ancora in fase di crescita sono più
sensibili ai cambiamenti nutrizionali (5).
Per soddisfare l’aumento della richiesta nutrizionale, l’intake calorico di
soggetti che hanno subito un danno al sistema fasciale non deve
diminuire (come potrebbe far pensare il ridotto livello di attività fisica ad
esso conseguente), ma deve mantenersi costante o leggermente
superiore, assicurandosi che i tessuti connettivi del corpo stanno
ricevendo adeguati nutrienti ed energia per supportare la guarigione
e la riparazione.
Studi sperimentali hanno dimostrato che una restrizione calorica
prolungata (21 giorni) generalmente esprime uno scarso apporto
proteico, che a sua volta si riflette in un aumento del tasso di
catabolismo proteico nel tessuto muscolare: il risultato è una perdita
di proteine muscolari e una seguente riduzione della performance
dell’esercizio (6).
Le due principali fonti di proteine durante i periodi di perdita di massa
sono il tessuto muscolare e connettivo.
Tutti gli amminoacidi essenziali sono necessari per la sintesi di
proteine, tra cui le componenti della matrice extracellulare; la
mancanza anche di un solo amminoacido essenziale potrebbe
compromette la sintesi proteica.
Alcuni studi dimostrano che la malnutrizione proteica è dannosa per il
normale turnover e la guarigione del tessuto connettivo, ma
attraverso la supplementazione di specifici amminoacidi (metionina,
lisina, arginina, prolina), si può ridurre la fase infiammatoria del tessuto
connettivo (7).
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Gli amminoacidi direttamente implicati nel mantenimento di una corretta
struttura e di una buona funzionalità del tessuto fasciale sono:
- Cisteina: è coinvolta nella produzione di collagene per l’elasticità e
la consistenza della pelle; ciò rende i supplementi di cisteina ideali
per il recupero dopo un’operazione di chirurgia, e sono
raccomandati nel trattamento dell’artrite reumatoide. La cisteina
da sola è un potente distruttore di radicali liberi, ma funziona
meglio quando sono presenti anche la vitamina E ed il selenio. Aiuta
a disintossicare e proteggere il corpo dai danni da radiazioni, per
cui è spesso utilizzata in combinazione con chemioterapia e
trattamenti contro il cancro. La cisteina è inoltre un precursore
dell’amminoacido glutatione, antiossidante e detossificante a livello
epatico. In realtà l’N-acetilcisteina è la migliore forma di
supplementazione di cisteina; infatti si è stato dimostrato essere
più efficace ad aumentare i livelli di glutatione rispetto agli
integratori di glutatione stesso, o di supplementi di L-cisteina da
sola.
- Glutammina: gioca un importante ruolo nel rimuovere l’ammoniaca
dal cervello e durante periodi di stress, malattia o chirurgia, può
capitare che fino a un terzo delle scorte muscolari di glutammina
venga rilasciato per l’utilizzo da parte del sistema nervoso,
causando un esteso deterioramento e perdita della muscolatura. Il
rilascio di glutammina muscolare è molto più basso se i livelli di
glutammina sono aumentati attraverso supplementi di Lglutammina. Supplementi di L-glutammina sono usati anche
terapeuticamente nel trattamento dell’artrite, delle malattie
autoimmuni, dell’impotenze, della schizofrenia, e dei danni ai tessuti
da trattamenti radioterapici del cancro.
- Metionina: è un importante fornitore di zolfo, che inattiva i radicali
liberi. Livelli di metionina adeguati prevengono i disturbi della pelle,
dei capelli, e le unghie.
- Prolina: aiuta il mantenimento del collagene e rafforza anche le
articolazioni, i tendini, il tessuto connettivo e la cartilagine. Poiché è
contenuta principalmente nella carne e nei formaggi, la deficienza
di prolina in un soggetto vegetariano disattento sarà la causa dei
primi segni di invecchiamento cutaneo.
- Treonina: è una componente importante del collagene, dell’elastina
e dello smalto dei denti.
Un corretto apporto di lipidi con la dieta è importante poiché a partire
dagli acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6 si formano una serie
di molecole con attività sia pro- che anti-infiammatoria. Variando il
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rapporto di assunzione di tali acidi grassi polinsaturi si può
indirettamente modulare la risposta infiammatoria, attraverso il
controllo della produzione di precise molecole.
Per quanto riguarda i carboidrati, il glucosio rappresenta il
monosaccaride maggiormente utilizzato da quasi tutte le cellule
dell’organismo, e come tale deve essere costantemente rifornito
all’organismo affinché questo possa soddisfare in ogni momento le
sue esigenze metaboliche. Proprio per questo diversi organi e ormoni
cooperano per mantenere in condizioni omeostatiche le sue
concentrazioni plasmatiche. L’allontanamento da tali condizioni, che può
essere temporaneo in situazioni acute o diventare permanente in
situazioni patologiche croniche, comporta la comparsa di due fenomeni
tra loro opposti, l’ipoglicemia e l’iperglicemia.
Probabilmente l’ipoglicemia (livello anormalmente basso di glucosio nel
sangue) danneggia la normale funzione cellulare e ritarda la
guarigione delle ferite. Anche la produzione e il rilascio di molti
ormoni, come l’insulina e l’ormone della crescita si abbassano in
ipoglicemia e ritardano ulteriormente la crescita e la riparazione (7).
Infatti, le cellule che mediano l’infiammazione e i processi di
riparazione delle ferite utilizzano glucosio per il loro metabolismo, e
condizioni di scarsa disponibilità di tale zucchero si ripercuotono
negativamente sulla loro efficacia d’azione.
Anche l’iperglicemia (livelli anormalmente alti di glucosio nel sangue)
può essere dannosa; facendo riferimento esclusivamente al tessuto
connettivo e tralasciando tutte le altre implicazioni metaboliche legate
all’iperglicemia, alti livelli di glucosio plasmatico possono inibire l’azione
stimolatoria dell’acido ascorbico sui proteoglicani e sulla produzione
di collagene e comportano la formazione di prodotti di glicosilazione
avanzata (AGEs) che influenzano le proprietà fisiche, chimiche e
meccaniche del collagene e dell’elastina.
È stato ipotizzato che il glucosio, in condizioni ossidative, reagisce con le
proteine generando gli AGEs; tali molecole, una volta formate, possono
indurre crosslinking a livello del collagene anche in assenza di glucosio
e ossigeno (8). L’aumento della produzione di collagene, la formazione
di crosskinking e la produzione di AGEs sono associati a un aumento
della stiffness e a una ridotta funzionalità muscolare (9).
Mantenere un buon controllo glicemico quindi, insieme a piccole
modifiche dello stile di vita, permettono di controllare e modulare i
fenomeni della glicosilazione (10).
Inoltre, essendo i carboidrati molecole osmoticamente attive, capaci di
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richiamare acqua, diete a basso contenuto di CHO causano una
perdita di acqua corporea. Per gli atleti la disidratazione risultante può
compromettere l’integrità del tessuto connettivo, e considerando che
molti tessuti connettivi, come la fascia, richiedono livelli relativamente
alti di acqua per un ottimale funzionamento, la disidratazione può
aumentare l’incidenza di infortuni e ridurre la velocità di guarigione e
riparazione in caso di danno.
Il contenuto di acqua del sistema fasciale definisce il volume tissutale,
crea spazi per il trasporto di molecole e per l’organizzazione dinamica
molecolare, offre resistenza compressiva, e determina le sue
proprietà meccaniche: tali proprietà (resistenza, elasticità, plasticità e
viscosità) dipendono appunto dallo stato di idratazione (11).
I vari componenti della fascia dipendono dall’acqua per il mantenimento
della propria integrità strutturale, per la protezione da traumi fisici, e per
il funzionamento meccanico. Condizioni di deidratazione influenzano il
corretto movimento di scorrimento dei piani fasciali, interferiscono
con i messaggi biochimici e le segnalazioni intercellulari, e riducono la
capacità di guarigione dei tessuti danneggiati.
Supplementazione di nutrienti a seguito di un danno
Mantenere un corretto stato di nutrizione è un fattore positivo per la
prevenzione degli infortuni e per il loro rapido recupero, ma talvolta si
rende necessaria una supplementazione di specifici nutrienti coinvolti
direttamente o indirettamente nel ristabilimento delle condizioni
fisiologiche del sistema fasciale.
De-Souza e Greene documentano gli effetti benefici della
supplementazione di arginina nelle vittime di ustioni: questo
trattamento aumenta significativamente la sintesi del collagene
attraverso il pathway arginina-ornitina-prolina (12) e attraverso la
stimolazione dell’ormone della crescita.
Effetto analogo è svolto dalla glutammina e dagli acidi grassi omega-3;
Hankenson e coll. in uno studio del 2000 dimostrano che gli acidi grassi
omega-3 influenzano positivamente le capacità di guarigione delle
cellule del legamento collaterale mediale tanto da rappresentare
potenzialmente un trattamento curativo non invasivo di tale
legamento (13).
Tra i minerali, il rame e lo zinco esplicano un’azione positiva a vantaggio
della riparazione del tessuto connettivo: il rame coopera con la
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vitamina C per creare legami a livello del collagene, rafforzando la
struttura del sistema fasciale, mentre lo zinco ha ruolo importante nelle
fasi tardive della riparazione e rigenerazione tissutale (14).
La curcumina è un estratto della spezia curcuma, conosciuta per avere
proprietà antiossidanti e altri benefici per la salute. Subito dopo
l'infortunio muscolare la curcumina modula il processo di riparazione,
agendo principalmente sulle citochine ed esplicando un effetto rapido
sul rafforzamento del tasso di guarigione del tessuto muscolare
danneggiato; ciò implica che somministrare curcumina appena la
lesione si verifica sarebbe più vantaggioso (15).
Per quanto riguarda le vitamine, invece, sia la vitamina A che la vitamina
C hanno un effetto positivo sulla riparazione del collagene: in
particolare la vitamina C è coinvolta nelle reazioni di idrossilazione
caratterizzanti la maturazione delle fibre collagene.
Una varietà di altri composti agiscono indirettamente sul processo di
riparazione del sistema fasciale, principalmente modulando la risposta
infiammatoria.
Conclusioni
C’è da tener presente, comunque, che supplementi di questi nutrienti,
seppur ad azione benefica per la salute, in alte dosi o in combinazione
con l’uso di determinati farmaci, possono causare una varietà di
effetti collaterali, di entità più o meno grave. È necessario perciò che il
paziente possa essere costantemente seguito da figure mediche
specializzate, che sinergicamente collaborino per garantire il
recupero del benessere fisico in toto. Vista l’importanza che la
nutrizione ha acquisito ultimamente in tal senso, sarebbe auspicabile
che la figura del biologo nutrizionista sia costantemente affiancata a
quella del terapista manuale.
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