MAROCCO: UN PONTE PER LE IMPRESE

Transcript

MAROCCO: UN PONTE PER LE IMPRESE
MAROCCO: UN PONTE PER LE IMPRESE PIEMONTESI
Le Camere di commercio e Sanpaolo IMI hanno inaugurato, in contemporanea, lo scorso lunedì 28
febbraio, un ufficio a Casablanca con lo scopo di assistere l’internazionalizzazione delle imprese
italiane in Marocco e di allargarne a sud l’orizzonte commerciale.
Gli uffici avranno sede nello stesso edificio dell’ICE - Istituto per il Commercio con l’Estero,
permettendo così di creare un “Sistema Italia” con la presenza concentrata di più operatori italiani.
Il progetto è stato promosso da Camera di commercio di Milano attraverso Promos, la sua azienda
speciale per l’internazionalizzazione, Camera di commercio di Torino, Camera di commercio di
Trieste, Unioncamere Emilia Romagna, PromoFirenze (Azienda speciale Camera di commercio di
Firenze), Promec Modena (Azienda speciale Camera di commercio di Modena), Vicenza Qualità
(Azienda speciale Camera di commercio di Vicenza), Centro Estero delle Camere di Commercio
Lombarde, oltre che da Sanpaolo IMI.
L’obiettivo è di costituire una base gestionale di riferimento che possa garantire le condizioni più
favorevoli ed il massimo supporto alle imprese italiane che individuano nel Marocco una nuova
piattaforma dove crescere e sviluppare affari.
Il potenziale economico delle aziende italiane, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni,
sarà adeguatamente sostenuto da supporti normativi, finanziari e culturali. Il progetto, rappresenta
la base per uno sviluppo della cooperazione nella più ampia zona del Mediterraneo. L’Italia e il
Marocco condividono la visione di un Mediterraneo patrimonio comune, fra Europa, Africa e Asia, e
vogliono cogliere l’opportunità di creare un progetto capace di favorire lo sviluppo e la prosperità
dell’area, contribuendo ad attenuarne le tensioni economiche e sociali.
Sono 416 le imprese piemontesi che ad oggi dichiarano un’attività di import-export con il Marocco,
secondo i dati dello SDOE, l'Anagrafe Ditte Operanti con l'Estero. La maggior parte è attiva nel
settore industriale (250 imprese: il 60,1% del totale), seguite dalle aziende commerciali (71: 17,1%),
da imprese artigianali (43: 10,3%), da trading company (27: 6,5%), da società di servizi (13: 3,1%)
e da imprese agricole (3: 0,7%).
Il Marocco si presenta come un Paese molto interessante in cui investire. È infatti destinatario di
finanziamenti internazionali ingenti: è il nono Paese beneficiario di finanziamenti Banca Mondiale, il
primo beneficiario della Banca Africana di Sviluppo (davanti a Tunisia e Nigeria) ed è uno dei primi
Paesi del Mediterraneo che gode di finanziamenti comunitari.
L'export piemontese verso il Marocco
L'export piemontese nei primi nove mesi del 2004 ha superato i 79 milioni di euro, secondo i dati
provvisori dell'Istat elaborati dalla Camera di commercio di Torino. Un terzo delle merci piemontesi
dirette in Marocco (il 29,4%: più di 23 milioni di euro) è costituito da macchine e apparecchiature
elettriche, mentre il 19% (15 milioni) sono prodotti tessili, e il 15,5% (oltre 12 milioni di euro)
macchine ed apparecchi meccanici. Fra le province, a esportare verso il Marocco sono soprattutto
Torino (oltre 46 milioni di euro: il 58,4% dell'export complessivo piemontese verso il Marocco),
Cuneo (più di 11 milioni di euro: 14,3% del totale), Alessandria (6 milioni di euro: 7,7%), Vercelli (5
milioni di euro: 6,5%), Biella (4,8 milioni: 6,1%) e Novara (3,3 milioni: 4,2%).
L'import piemontese dal Marocco
Dal Marocco sono entrati in Piemonte oltre 73 milioni di euro di prodotti nel corso dei primi nove
mesi del 2004. Sono per lo più macchine e apparecchi elettrici (quasi 54 milioni di euro: il 73,4%
dell'import totale piemontese proveniente dal Marocco). Tra gli altri prodotti marocchini destinati al
Piemonte: abbigliamento (10,7 milioni di euro: 14,5% del totale), prodotti alimentari e le bevande
(2,7 milioni: 3,6%), macchinari e apparecchi meccanici (2 milioni: 2,8%) e prodotti agricoli (1,6
milioni: 2,2%). A importare dal Marocco è soprattutto la provincia torinese, che concentra l'84,2%
dell’import piemontese, seguita dal cuneese (10,5%) e dall'astigiano (3,7%).