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Analysis of current multiple sclerosis registries
Barrie J. Hurwitz
Neurology 2011;76(Suppl 1):S7–S13
L’articolo si focalizza sull’importanza della presenza di registri dedicati ai pazienti affetti da
sclerosi multipla, in quanto forniscono informazioni di tipo complementare a quelle provenienti dai
trial clinici e in particolar modo permettono di accumulare dati sul lungo termine. I più grandi
registri attualmente disponibili sono il London-Ontario database e il British Columbia Multiple
Sclerosis database (canadesi), il New York State Multiple Sclerosis Consortium e il North American
Research Committee on Multiple Sclerosis (statunitensi), lo European Database for Multiple
Sclerosis (EDMUS) e il Danish Multiple Sclerosis Registry (europei).
Dall’analisi dei dati di diversi registri sono stati ricavate osservazioni molto interessanti sulla
progressione di malattia. Dati provenienti dal registro canadese (London-Ontario database) hanno
consentito di valutare la progressione di malattia in una popolazione di 1043 pazienti affetti;1 la fase
progressiva è stata definita come la presenza di un peggioramento continuo per almeno un anno. È
stato valutato il tempo al raggiungimento di EDSS 6, 8 e 10; l’analisi ha rilevato che,
indipendentemente dall’avere avuto un singolo attacco o un decorso primariamente o
secondariamente progressivo, i pazienti presentavano una uguale velocità di progressione e che la
progressione non era influenzata dal numero di attacchi prima o durante la fase progressiva. Uno
studio antecedente2 aveva invece evidenziato come fattori predittivi di un più rapido
raggiungimento di EDSS 6 un maggior numero di attacchi nei primi due anni dall’esordio clinico,
un breve intervallo di tempo tra primo e secondo attacco e un minor tempo al raggiungimento di
EDSS 3. Da dati del British Columbia MS database emerge che il tempo medio dall’esordio della
malattia al raggiungimento di EDSS 6 è di 27,9 anni e che 15 e 40 anni dopo l’esordio,
rispettivamente, il 21% e il 69% dei pazienti richiedono un ausilio nella deambulazione. Dallo
stesso registro emergono come fattori predittivi negativi il sesso maschile, una minore età
all’esordio e il decorso primariamente progressivo 3. Da questi dati non è possibile ricavare l’impatto
delle terapie in quanto solo il 18% circa dei pazienti con decorso a riacutizzazioni e remissioni e di
quelli con malattia secondariamente progressiva aveva effettuato un trattamento per un tempo
mediano molto breve rispetto al periodo di follow-up.
La progressione di malattia e il ruolo predittivo degli attacchi sono stati valutati in un recente studio
su una popolazione di 806 pazienti del registro canadese (London-Ontario), osservati per un periodo
di follow-up di 28 anni.4 Il 66% di questa popolazione presentava una conversione da SM-RR a
SM-SP in un periodo mediano di 15 anni; stratificando il tasso di conversione in base alla durata di
malattia, si è osservato che 25 anni dopo l’esordio l’80% dei pazienti aveva assunto un decorso
secondariamente progressivo.
Dall’osservazione di questi 28.000 pazienti/anno sono stati valutati il ruolo del numero di attacchi
nei primi due anni di malattia, la durata dell’intervallo di tempo tra i primi attacchi, l’intervallo di
tempo tra esordio ed EDSS 3 e il numero di attacchi dal terzo anno di malattia all’inizio della fase
progressiva e durante tutta la fase a riacutizzazioni. Per quanto riguarda il numero di attacchi,
emergono come fattori predittivi di progressione un numero maggiore di attacchi nei primi due anni
(1 vs >3) e un più breve intervallo di tempo tra primo e secondo intervallo; il numero di attacchi
dopo il terzo anno e il numero totale di attacchi durante la fase a riacutizzazioni sono invece
inversamente correlati al rischio di progressione. Infine, un minore intervallo di tempo tra esordio
ed EDSS 3 è predittivo di un minor intervallo di tempo al raggiungimento di EDSS 6. Anche in
questo caso non è possibile evidenziare il ruolo delle terapie in quanto si tratta per la maggior parte
di pazienti non trattati.
Il dato comune a tutti i registri sembra essere che, una volta raggiunto un certo grado di
progressione, questa proceda poi ugualmente indipendentemente dal tipo iniziale di decorso di
malattia. L’aspetto interessante ed estremamente importante che emerge dai registri è dunque la
possibilità di avere lunghi periodi di follow-up e le raccomandazioni degli autori sono di migliorare
la coerenza tra i vari registri e di utilizzare i dati dei registri insieme a quelli provenienti dai trial
clinici.
Bibliografia
1. Kremenchutzky M, Rice GPA, Baskerville J, et al. The natural history of multiple sclerosis: a
geographically based study 9: observations on the progressive phase of the disease. Brain
2006;129:584-94.
2. Weinshenker BG, Bass B, Rice GP, et al. The natural history of multiple sclerosis: a
geographically based study 2: predictive value of the early clinical course. Brain 1989;112:1419-28.
3. Binquet C, Quantin C, Le Teuff G, et al. The prognostic value of initial relapses on the evolution
of disability in patients with relapsing-remitting multiple sclerosis. Neuroepidemiology 2006;27:4554.
4. Scalfari A, Neuhaus A, Degenhardt A, et al. The natural history of multiple sclerosis, a
geographically based study 10: relapses and long-term disability. Brain 2010;133:1914-29.