1906 = l` ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE di MILANO ed il

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1906 = l` ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE di MILANO ed il
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1906 = l’ ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE di
MILANO ed il
TRAFORO DEL SEMPIONE
PARTE SECONDA’
FINALMENTE HA INIZIO LA GRANDE ’KERMESSE !!
“Sabato 28 aprile fino alle ore otto e trenta una quantità enorme di vetture era
ferma dinanzi alle varie porte dei recinti dell’Esposizione e in piazza del Duomo,
lungo
la
via
Dante,
nei
dintorni
dell’Esposizione, si mostravano assai presto i
drappelli di soldati d’ogni arma …………Gli
ufficiali vestivano l’alta uniforme con le
spalline, i soldati erano in parata, i carabinieri
avevano i pennacchi di gala ………………
Bandiere di ogni dimensione sventolavano dalle
finestre e insieme a quelle nazionali, molte altre
straniere
aggiungevano
note
particolari
all’armonia dei colori…………….Sono le ore nove
e già si sente il suono delle fanfare che richiama
alle finestre i curiosi…… In giro non si vedono che
carrozze occupate da persone e personaggi in
tuba……..Tratto tratto ci si imbatte in consoli e
diplomatici con le uniformi ed i cappelli scintillanti
di galloni d’oro. Alle
9,15
i
cordoni
furono chiusi e il
passaggio lungo il
percorso
rimase
interdetto. Pochi minuti dopo la fanfara dei
lancieri intonò la marcia reale e dalle gradinate
del Duomo enormemente stipate di folla, partì un
lungo applauso. La carrozza reale usciva allora
dal palazzo…… Insieme alle acclamazioni
cominciò anche lo sventolio dei fazzoletti……
Alle ovazioni la Regina rispose con cenni del
capo e con sorrisi ed il Re salutando
militarmente…….. Viene imboccata via Mercanti,
dove ai lancieri del Nizza sono succeduti a
prestare servizio d’onore e sicurezza i soldati del
29° e del 30° fanteria… Specialmente la grande
arteria che ha per sfondo il Castello Sforzesco
(via Dante n.d.a.) si presta a questa sorta di spettacolo…. Lungo tutto il percorso gli applausi sono incessanti e dai
balconi continua la pioggia di fiori.
Ma intanto all’ingresso dell’esposizione…….. Intanto il sole ha decisamente trionfato delle nuvole e
della nebbia e accende tutti gli ori, tutti gli orifiammi, le bandiere, gli stemmi salutato da un lungo mormorio di
soddisfazione della folla e delle autorità. In questo modo anche la natura partecipa finalmente al giubilo
milanese……… Nella rotonda, dove al lato destro dei due imbocchi simulanti le gallerie del Sempione, venne eretto
il palco reale. Il palco occupa tre arcate del portico e presenta un baldacchino in avanzato tutto in velluto cremisi. In
fondo al baldacchino è un grande stemma sabaudo, altri stemmi di Savoia e di Milano ne compiono la
decorazione………Continuano ad arrivare le rappresentanze del corpo diplomatico, gli ambasciatori di Germania ed
Austria, di Turchia , di Persia e, destando un vivo moto di curiosità, l’ambasciatore Cinese ……… Dietro ai
cancellini accalca una folla enorme, rumoreggiante ……. Sono le ore 9 e 40 minuti, allorché gli araldi annunziano
con due squilli l’arrivo dei Sovrani. La banda militare suona la fanfara reale e poi la marcia reale. Nel cortile d’onore
entrano i corazzieri e la carrozza con gli ufficiali d’ordinanza del Re: poi, preceduta da battistrada, quella in cui sono
i Sovrani: indi le altre col seguito.
(Per la cronaca mondana, ma soprattutto per la curiosità femminile, il Re era in bassa (!) tenuta da generale, la
Regina in un abito “mauve”chiaro con cappello bianco guarnito da fiori e stola in ermellino. La principessa Letizia
indossava una toilette color grigio, anche lei con stola di ciniglia e pizzo, cappello bianco con aigrette celeste!)
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Ho
ritenuto
riportare,
anche se per sommi capi,
quelli ben inteso che ho
ritenuto più significativi, la
cronaca di un anonimo
giornalista presente alla
inaugurazione,
perché
meglio di un testimone
oculare dell’epoca non era
possibile restituire non solo
lo spettacolo ma anche,
l’entusiasmo l’orgoglio, la
partecipazione i costumi ed i
riti di un periodo non
eccessivamente lontano nel
tempo,
ma
sicuramente
remoto per il mondo e la
società d’oggi.
Si era nel pieno di quel
periodo storico, che venne
chiamato a giusta ragione
“Belle Époque”, un periodo
che va dalla fine della
sanguinosa guerra francoprussiana all’inizio della
prima guerra mondiale.
E’ un periodo caratterizzato da grandi scoperte sia scientifiche, come l’elettricità, sia di carattere medico come il
vaccino per la tubercolosi. Ed ancora nella tecnologia dove compaiono le prime automobili ed i fratelli Wright
faranno volare nel 1903 il primo aeromobile più pesante dell’aria, che innescherà una querelle con i sostenitori dei
palloni aerostatici. Diatriba miseramente fallita tanto che dopo poco più di un decennio gli aeroplani saranno
importanti protagonisti nella Grande Guerra.
Insomma v’erano seri motivi per sentirsi tutti protagonisti di un futuro migliore e gioioso. Il popolo partecipava
convinto facendo il coro alla classe dominante convinti ed illusi di esserne loro stessi parte.
Ecco quindi che l’occasione dell’Esposizione internazionale di Milano è solo parzialmente una occasione
commerciale e di lustro nazionale, ma rientra in quella atmosfera di coinvolgente teatralità che porterà poi quasi
inconsciamente tutti verso il baratro della Grande guerra.
L’atmosfera è molto simile a quella che si sarebbe vissuta qualche anno dopo nel 1912 con il dramma del Titanic.
La grande nave ritenuta inaffondabile, il miglior prodotto della tecnologia dell’epoca, naufragava nella quasi
generale
incredulità.
L’orchestra avrebbe suonato a
lungo
quasi
a
negare
l’evidenza più che del dramma
del
tradimento
della
tecnologia.
Ecco se non si ha chiaro
questa atmosfera questa aria
esaltante che pervadeva la
società
all’epoca
dell’Esposizione
è
difficile
comprenderne i risvolti sottesi,
l’impegno, nel costruire e
ricostruire,
le
presenze
eccezionali sia per numero di
persone che per quantità di
paesi stranieri.
Certe immagini che vedremo
ci faranno sorridere, ma
ricordiamoci che comunque
erano tutte cose serie!
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LE AREE ESPOSITIVE
Il Parco
Nell’ottima fotografia presa da bordo di un pallone
aerostatico durante una escursione raccontata
magistralmente da un giornalista coraggioso, si
riconoscono il Castello Sforzesco, l’Arena civica e
l’Arco della Pace, mentre tutta l’area a verde è
stravolta per l’inserimento di fabbricati come:
l’Ingresso Principale da Foro Bonaparte, che
incorpora gli unici due corpi di fabbrica eseguiti in
mattoni e cemento armato, tecnica all’epoca,
all’avanguardia ed agli inizi suo impiego, per garantire
alla Mostra Retrospettiva dei Trasporti, ove si
trovavano esposte carrozze in originale e pezzi unici provenienti da tutto il mondo, una garanzia contro gli incendi e
per l’Acquario, una struttura in grado di rispondere alle pressioni e sollecitazioni delle grandi vasche piene d’acqua.
Per inciso, a manifestazione conclusa il fabbricato dell’Acquario verrà ceduto al Comune di Milano per un prezzo di
circa 300.000 lire. Dopo aver passato indenne due guerre e alcune ristrutturazione, prosegue ancora egregiamente
nel suo compito ed è l’unico testimone giunto sino a noi di tutto quel lontano complesso espositivo.
Ma il palazzo di gran lunga più importante nella vita relazionale dell’esposizione era il gigantesco Palazzo dei
Ricevimenti, dove si svolgevano tutte le più importanti manifestazioni ufficiali, dalla premiazione delle varie gare
(come quella automobilistica a cui accenneremo più avanti), a spettacoli musicali di ottima caratura. Il salone
centrale era un vero e proprio teatro con tanto di palco, platea e galleria dove la gente si assiepava per assistere ai
concerti quotidiani, sempre con grande partecipazione forse un po’ troppo “popolare” e calorosa per la compassata
e seriosa classe intellettuale d’allora.
Ecco come si svolgeva usualmente una serata musicale nella cronaca del solito giornalista, nel suo pezzo di
colore.
……..invadono (i popolani) volentieri il Salone dei Concertiquando vi si entra senza pagare – felici di quella libertà, felici di
sentirsi padroni………. orgogliosi di sedere in prima fila, lassù nelle
ampie balconate, e di guardare dall’alto la folla variopinta della
platea, come fanno di solito i signori nei loro teatri. Non è difficile anzi che, la conquista di quei posti d’onore (dove
le donnine agiate di campagna, o le bottegaie di città hanno modo di mettere in vista le eleganze eccezionali delle
acconciature sfoggiate per l’occasione) sia causa di contestazioni e di rumorosi attriti, poiché nessuno avendo
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pagato il posto, tutti, disgraziatamente, ne hanno diritto! Aggiungete l’irrequietudine di quelli che non possono
stare fermi e zitti nel medesimo tempo. E quelli che non possono gustare la musica se non vedono i suonatori? Se
non si trovano davanti, si alzano, si pigiano spingono, disturbano, finchè seccati e malcontenti (le donne
specialmente) con grande strepito di sedie smosse, se ne tornano all’aria aperta. Allora una nuova ondata di gente
si butta avanti per conquistare, quelle sedie……..
Un bello spettacolo non c’è che dire! Si cercò di ovviare a questa incresciosa
situazione, prima facendo pagare l’ingresso, ma fu un sollevarsi di proteste, così si
ripiegò trasportando tutta l’orchestra all’aperto dove ognuno era libero di comportarsi
come meglio credeva. Una curiosità. Nel palazzo inoltre giganteggiava il più grande
organo a canne mai costruito in Italia. Eseguito dalla ditta Mascioni di Cuvio, era una
vera e propria “esagerazione”! Contava infatti tre tastiere con 58 tasti ognuna ed una
pedaliera di 30 pedali! I registri erano 35,11 gli accoppiamenti ed altre eccellenti
possibilità esecutive. Occupava ben 40mq con 8m. in altezza. Venne suonato con
soddisfazione dai migliori organisti del tempo tra cui anche il Ramella del Duomo di
Milano.
Ma torniamo alla foto panoramica del Parco. Più sotto nella zona dell’ingresso
dell’Arco della Pace, si individua chiaramente la stazione della tranvia ed i binari
sopraelevati che la collegano all’area della Piazza d’Armi.
Sulla sinistra poi si nota chiaramente l’imponente Palazzo dell’Arte Decorativa con
i padiglioni espositivi di Italia, Ungheria e Francia. Quest’ultimo sarà l’unico non
coinvolto nel disastroso incendio che in
una sola notte divorerà completamente
gli altri due. Va chiarito che ciò che allora andava sotto il nome di
<Arte Decorativa>, corrisponde, grosso modo agli attuali Design ed
Arredamento d’Interni!
Nell’area del Parco, come si è detto, trovavano sede soprattutto
padiglioni di rappresentanza ed altre attività di carattere più
“festaiolo”. Così era stato creato una specie di parco dei divertimenti
con giostre e laghetto, mentre un po’ dappertutto si incontravano
chioschi per bibite (ben 15), ristoranti ed il Cinematografo del
Sempione, cioè un padiglione adibito alle proiezioni di
documentazioni fotografiche e cinematografiche riprese durante le
opere per l’esecuzione del Traforo del Sempione. Sempre per
riprendere la grande opera e farne rivivere le emozioni, ecco una
linea ferroviaria a scartamento ridotto dove una sibilante motrice ad aria compressa,
uguale a quelle utilizzate per il trasporto dei materiali in galleria, trascina a spasso su
piccoli vagoni i visitatori lungo i sentieri alberati del parco.
Pochi,come si è detto, i padiglioni
di rappresentanza di Stati, solo
Canada e Svizzera, trovano qui
sede prestigiosa assieme a due
città: Milano, di diritto quale
organizzatrice
e
promotrice
dell’Esposizione e, sorprendentemente, Sanpierdarena, all’epoca
ai vertici della cantieristica navale e
quindi legata a quella Lega Navale
che fu tra le prime promotrici della
Esposizione
Internazionale.
Curioso il suo padiglione in completo contrasto con tutti gli altri
per lo stile architettonico con riferimenti talmente espliciti alla
propria attività da assumere un effetto terribilmente “kitsch” che,
però, stranamente ,trovò il favore di alcuni critici, forse nauseati dal mare di “floreale” che permeava tutta
l’esposizione.
Sempre nell’area del parco trovavano posto molti altri padiglioni dalle eterogenee attività sia espositive che di
servizio.
Si andava dalla Piscicoltura, al padiglione della Stampa, Poste e Telegrafi, a quelli dell’Architettura, e della
Mostra Cinese di Pesca, ai 4 corpi di caserma delle guardie dietro Arena e alla Guardia Medica, od ancora dal
padiglione ditta Florio, a quelli della Bigiotteria e dell’Oreficeria.
Anche l’area sociale era rappresentata adeguatamente con i padiglioni della Cooperativa Casa e Alloggi, della
Fanciullezza Abbandonata, della Società della Pace e della Cassa Mutua Pensioni di Torino, della
Previdenza, sino alla Società Umanitaria (società tutt’ora esistente!).
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Persino un sorprendente e misterioso padiglione del Debito Pubblico Ottomano, conviveva con le Vetrerie di
Murano, la Stazione Radiotelegrafica e la Torre della ditta di ascensori Stigler.
Esisteva anche un cosiddetto Parco dei Divertimenti, una vera e propria fiera di cui tratteremo nella quarta parte
LA PIAZZA D’ARMI
Da questa
immagine,
anch’essa
scattata
durante
lo
stesso raid in
pallone
precedenteme
nte citato, si
può
apprezzare
pienamente
l’enorme area
espositiva
posta sulla ex
spianata della
Piazza d’Armi.
Si
nota
molto
bene
nella
parte
alta, la linea
ferroviaria
sopraelevata
proveniente
dal Parco che,
superato
il
grande snodo
ferroviario
termina
nell’imponente
Stazione situata proprio davanti all’alto Faro della
Mostra della Marina.
Ed proprio dalla stazione che intendiamo iniziare
la lunga passeggiata che ci permetterà di “vedere” i
vari padiglioni, le mostre e tutto quanto edificato
nella grande area. Ma non lo faremo noi con la
nostra fantasia, ma lasceremo la parola all’anonimo
cronista che la notevole scarpinata se la fece
all’epoca. Una lunga camminata che si può seguire
quasi passo passo attraverso l’immagine aerea.
“ E’ una nuova città quella che sorge sulla
vastissima area fino a ieri destinata a Piazza
d’Armi……..Il centro di questa città è il largo che si
apre dinanzi e dintorno alla Stazione di Arrivo della
ferrovia elevata…………..La mostra dei Trasporti
di Mare giganteggia di fronte alla Stazione collo
slancio del suo faro………..La Marina occupa
pertanto il centro presso che geometrico del rettangolo di Piazza d’Armi e protende, verso mezzodì, - cioè verso
sinistra per chi guarda dalla Stazione – una fronte laterale di contro all’ingresso principale di via Michelangelo
Buonarroti. Lasciamo poi…………..la Mostra dell’Automobile, del Ciclo e della Carrozzeria (posizionati sulla
destra n.d.a.) e procediamo per questo lato di mezzodì……………….. Troviamo dapprima la enorme Galleria del
Lavoro, la quale occupa da sé sola 37.500 metri quadrati e che contiene nell’interno dei cortili l’Edificio delle Sete
e la Mostra delle Manifatture dei Tabacchi. La Galleria del Lavoro………volge pure un fianco a costeggiare
l’ingresso di Via Buonarroti….. Lungo la fronte esterna della Galleria del Lavoro, corre un vialone……..ombreggiato
da platani, il quale divide questa dalla Mostra Aeronautica e che conduce al largo di via Buonarroti. Qui lasciato
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alla nostra sinistra il parco Aerostatico, rientriamo nella parte più centrale ……….per mezzo del maestoso viale
che ci si apre davanti, avendo da un lato il fianco della Galleria del Lavoro e dall’altro un gruppo di mostre
varie………….. Al centro di tale gruppo sta la Mostra della Società di Navigazione Generale Italiana, con ai
fianchi verso la periferia, il Padiglione degli Italiani all’Estero e verso l’interno un altro padiglione della Marina.
Giriamo e procediamo…………. verso ponente.
Troviamo l’Edificio del Belgio al quale si attaccano,
naturali propaggini le gallerie di questa nazione.
Segue la Galleria dell’Austria, un vasto edificio
posto al principio dell’altro maggior lato della piazza,
quello di ponente. Troviamo subito dopo la ampia,
interminabile Mostra Ferroviaria che si stende
lungo e fino contro lo spazio già occupato dal
Bersaglio Militare ed ora adibito ad un Giardino dei
Divertimenti
(oltre
a
quello
del
Parcochiamare
diversamente
n.d.a).………..Come
quell’area, sorrisa dal verde, e dai fiori e ricca
dispensatrice di deliziose attrattive a piccoli e
grandi? Qui Paesaggi Orientali, qui Panorami, qui
varie e nuove e attrattive dello sport, qui
Combattimenti Navali (?)……… Se però siete
amanti di una quiete più aristocraticamente
romantica, ecco………davanti alla Ferrovia e di fianco alla Marina, il Giardino all’Italiana………….Qui possiamo
vedere il grande effetto prospettico che fanno i due maestosi vialoni che fiancheggiano il giardino sui due lati
maggiori………..quello di ponente riunisce in un sol colpo d’occhio il padiglione del Belgio, la Mostra d’Igiene, la
Sanitaria, e la Croce Rossa e si estende tra la ferrovia al di là e le Mostre Americane al di qua. Le
quali………..distinte in due padiglioni collegati da una esedra doppia a porticato, risaltano nel verde delle aiole.
Sorgono qua e là …….. numerosi chioschi. Non però minori d’interesse ed in importanza, perché portano i nomi di
Orlando-Terni, Ansaldo-Amstrong. Percorso questo vialone - del simmetrico di levante diremo tra poco - …..dietro
alla Sanitaria …… troveremo la Mostra dell’Imballaggio e quella del Genio Militare attraente colle sue strade,
ponti e vie alpine………..le Macchine di Sollevamento……….e la questione del rimboschimento…………e la
Mostra per la Manutenzione delle Strade. Girato così l’angolo, troviamo lungo l’altro lato minore della Piazza
d’Armi – quello nord – la Mostra Agraria distribuita in vari padiglioni……. Davanti ad essa è la Mostra dei
Pompieri con una Casermetta modello (operativa n.d.a.) . Ecco intanto l’ingresso di via Domodossola……. Ma
percorriamo ……. Il vialone di levante venendo verso la Stazione Ferroviaria troveremo:a destra la Mostra
dell’Arte Decorativa Francese ……… a sinistra la Mostra della Carrozzeria e poscia la Mostra dell’Automobile
e del Ciclo. Ed intanto eccoci là donde siamo partiti.”
E’ stato detto, evidentemente qualcuno deve averci provato, che per visitare completamente tutte le mostre, i
padiglioni, i fabbricati, insomma tutto quello che la mostra esponeva si sarebbero dovuti percorrere dai 25 ai 30 km.
Non è poco!
Una notazione a proposito dello stralcio di articolo riportato. Il periodo in cui venne eseguita questa “passeggiata “
penso non sia a Esposizione in corso, ma verso la fine dei lavori perché alcune indicazioni non sono del tutto
corrispondenti a quanto l’immagine panoramica indica. La sintassi e i vocaboli sono quelli originali che possono
apparire alle volte piuttosto bizzarri o scorretti secondo gli attuali criteri. Ma così si scriveva all’ora
Ma oltre ai palazzi ed alle relative mostre elencate sin ad ora, sia nell’area del Parco del Castello, sia nella Piazza
d’Armi, molti altri contribuivano alla composizione di quella straordinaria esposizione. Così, in ordine sparso
abbiamo: Esposizioni Temporanee che ospitavano per brevi periodi innovazioni tecnologiche (ad esempio la
fotografia), il Palazzo delle Belle Arti, il Padiglione dell’Austria, le Mostre della Metrologia, dei Laghi lombardi, delle
Missioni Cattoliche Italiane, esposizione Trasporti Marittimi e Fluviali ed altri ancora tutti comunque interessanti.
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Ma l’Esposizione era non solo una sorprendente ed incredibile risultato organizzativo e costruttivo, ma
soprattutto una grande opportunità per salire alla ribalta mondiale. Come abbiamo visto l’originario tema a cui si
doveva ispirare, i trasporti nella loro varie forme, per celebrare degnamente il Traforo del Sempione, s’era
trasformata in una grande enorme kermesse dove ognuno vi partecipava
perché solo il fatto di esserci era di per sé un titolo di merito. I padiglioni,
ad esempio delle varie nazioni, come Russia, Canada, Belgio, ed altri,
esponevano se stessi mettendo in vetrina dalle ricercate mise della
Francia (Così “sono pensate per una donna alta, dalle spalle larghe,con
la vita sottile e le reni falcate…..ma basta rivolgere lo sguardo sulle donne
vive che girano attorno alla vetrina quanto sono diverse le une dalle
altre…….e tuttavia, pare impossibile, la moda non si accontenta di mutar
il taglio degli abiti, ma tenta di modificare la figura umana!!” Così scriveva
la redattrice Ida Baroffo Bertoletti, che solo dal nome doveva
intendersene! Ma dopo un secolo siamo ancora lì!! La moda tenta ancora
di cambiare la donna e alle volte purtroppo ci riesce!) al tentativo
d’imitazione italiana, sino ai merletti e tomboli come industria
manifatturiera, ai cervi impagliati del Canada sino alla mostra fotografica
nel padiglione delle Esposizioni Temporanee.
Sotto la voce un po’ pomposa di Arte Decorativa v’era un tentativo tutto
da scoprire di quello che oggi noi chiamiamo con locuzione orrenda,
“Interior Design”. Così nei vari padiglioni vedremo arredamenti interni dai
gusti e dagli stili più disparati caratteristici della Nazione.
L’Architettura, in specie quella italiana, sembra abbia suscitato più
critiche per i modelli esposti che consensi dai critici, perché pare che il
resto dei visitatori non se la filasse per nulla (come pure il Padiglione
della Previdenza talmente ignorato da essere utilizzato per la sua
tranquillità da coppiette in cerca di rapidi piaceri per i quali l’Esposizione non aveva previsto alcun padiglione e
soprattutto nessuna Mostra!)
Anche per l’Architettura Francese le critiche non mancarono, venne infatti ritenuta più una mostra d’abiti di moda
che una esposizione di ricerca di stili e forme innovative.
I Trasporti riprendevano la scena soprattutto con la mostra Ferroviaria e Navale. L’automobile all’epoca pare non
fosse presa seriamente in considerazione quale mezzo generalizzato di trasporto essendo disponibile solo per le
èlite. Anche i palloni aerostatici erano più che altro mezzi per provare il brivido del volo, ma non certo per poter
trasportare persone o cosa con la sicurezza e soprattutto la manovrabilità che tale uso comportava. Lì era il vento
che la faceva da padrone ed il pilota poteva solo scendere o salire tenendo sempre stretta al petto l’immaginetta
della Madonna di Loreto! Ma di tutto ciò ne parleremo ampiamente nella terza parte.
NB: Tutte le immagini sono tratte dalla collezione della rivista “Milano e l’Esposizione Internazionale del Sempione 1906” edita da “Ftratelli Treves,
Editori in Milano - via Palermo,12 – anno 1906
Gli autori delle fotografie riportate, non necessariamente nella presente Terza Parte, sono di: Varischi, Artico &C.-Milano = Alfieri-Lacroix =
Croce = Luca Comerio = Ferrario = Elio
Gli autori delle tavole disegnate, riportate non necessariamente nella presente Terza Parte, sono di: Elio = Amato = A .Molinari = R. Salvadori = G.
Amato.
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