Commissione Paesaggio - INU SALERNO 2013www
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Commissione Paesaggio - INU SALERNO 2013www
Commissione “Paesaggio e qualità del progetto” “Segnali” dalla Commissione Paesaggio e qualità del progetto Attilia Peano e Angioletta Voghera 1 La crisi economica pone questioni importanti relative all’approccio con cui si sono ad oggi concepiti la città, il ruolo del governo del territorio, le modalità di confronto tra gli attori istituzionali e sociali e di interazione con gli operatori economici. Si stanno profilando grandi cambiamenti legati alla consapevolezza che il paradigma della crescita della città debba essere abbandonato, ripensando a nuove modalità d’azione e d’intervento, con possibili ripercussioni sulla gestione, manutenzione, sul progetto di città, territorio e paesaggio. Gli interventi sulla città dovranno essere circoscritti e di immediata visibilità e impatto, capaci di ottimizzare l’uso delle poche risorse disponibili e di trovare il consenso o la partecipazione diretta di operatori privati. L’urbanistica dovrebbe essere in grado di guidare questo processo di ripensamento dell’azione pubblica sulla città, ripartendo da alcuni principi che mettono in gioco anche il paesaggio. Occorre quindi ripensare la rigenerazione urbana che è stata, troppo spesso, occasione per integrare e/o ricostruire un ambito urbano senza attenzione alla qualità di vita e al paesaggio. A Torino (le Spine), Milano (Santa Giulia) ed in molti altri casi a Roma, Napoli, il progetto è stato utilizzato per esaltare alcuni aspetti quali: modelli insediativi e tipologie edilizie, il rapporto con l’orto sociale, con gli spazi naturali e rurali, con la sostenibilità. E’ un progetto che ha introdotto oggetti e attori, cercando di proporre un nuovo ordine fisico, sociale ed economico, tentando di costruire connessioni e immagini; tuttavia è stato incapace di produrre significati urbani e di condurre azioni rilevanti, soprattutto dal punto di vista delle ricadute economiche, per il governo della città. Ha prodotto la trasformazione di un luogo a partire dal contesto, ricomponendo interessi, ma producendo una “città nella città” (Bianchetti, 2011, il Novecento è davvero finito. Considerazioni sull'urbanistica, Donzelli Editore). Altre esperienze, tra cui si segnalano Berlino, Lione, Nancy, Lille o alcuni interventi nell’Est Europeo sono espressione di un diverso modello di rigenerazione urbana che ridisegna spazi, a partire dai luoghi della socialità, esprimendo nuovi valori ed identità urbana. Altro aspetto rilevante della passata stagione della riqualificazione urbana consiste nel fatto che i processi trasformativi non hanno messo in gioco l’economia urbana e molto limitati sono gli effetti da questo punto di vista. Si è puntato sulla trasformazione delle aree industriali dismesse in edilizia residenziale, integrata con spazi pubblici e commerciali, troppo spesso incapaci di costituire nuovi fulcri per l’aggregazione sociale. Oggi, in una fase molto distante da quella del recente passato improntata alla crescita, occorrerà sperimentare nuove forme di uso, riuso e trasformazione del territorio abbandonato (le “vacant lands”), promosse da soggetti non istituzionali, associazioni, agenzie e forme variamente aggregate della società locale, ma anche da singoli individui e cittadini. Le azioni di riuso devono promuovere, non trascurando 1 Hanno mandato contributi scritti: Chiara Bagnetti e Donatella Venti (Commissione Partecipazione), e Agata Spaziante (INU Piemonte). Inoltre i casi discussi nel testo sono esito del lavoro di: Rosalba D’Onofrio, Giuliana Campioni, Paola Cigalotto, Michele Ercolini, Maria Alberta Manzon, Marichela Sepe, Umberto Vallara. l’ipotesi che si debba convivere con l’abbandono o con il sottoutilizzo di immobili ed aree indirizzandoli, anche con l’uso di nuovi strumenti urbanistici, usi temporanei semi-naturali o la loro restituzione ad uno stato di natura, ad esempio incentivando l’agricoltura urbana. Va ridiscusso infatti il discorso sulla trasformazione dei suoli cittadini come “veicolo” di interazione sociale e strumento per la produzione di beni e servizi collettivi promuovendo o sostenendo la condivisione e il riuso creativo dei molti spazi abbandonati della città, l’interesse per la qualità del proprio ambiente di vita, oltre che la capacità di incidere sul proprio intorno, connettendo i tanti e diversi nodi di reti organizzative spontanee che si stanno costituendo. Una soluzione di prospettiva potrebbe essere, dunque, quella di promuovere nella riqualificazione delle aree dismesse anche l’insediamento di forme diverse di agricoltura urbana e di piccole attività di servizio “innovative”, volte a ricreare un tessuto produttivo o di servizi, capaci di produrre anche effetti sull’occupazione e sullo sviluppo economico. Piccoli cambiamenti per rilanciare una politica di innovazione di lungo termine L’idea su cui la Commissione ha lavorato in questi ultimi due anni è legata all’analisi di progetti di città (18 casi) 2 capaci di intessere relazioni con il sistema naturale, rurale e territoriale d’area vasta anche in considerazione di quanto auspicato dall’Obiettivo 2 della Strategia Europea sulla Biodiversità che prevede , entro il 2020, oltre il ripristino degli ecosistemi degradati e dei relativi servizi, la diffusione di infrastrutture verdi anche nelle zone urbane e rurali. Talvolta si tratta di piccoli interventi di grande qualità che promuovono l’ottimizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche per lo sviluppo a lungo termine, creando occupazione e rivitalizzando l’economia locale, con conseguenti servizi per la popolazione e nuova qualità urbana e di vita. Alcuni casi - quali lo Schema Direttore della Comunità Urbana di “Grand Nancy”, i progetti in Carnia, Bordeaux Les deux Rives, il sistema di interventi lungo i Navigli in Lombardia - sono significativi perché toccano economia, ambiente, paesaggio, rappresentando l’idea che attraverso piccoli passi si possa produrre sviluppo economico a lungo termine. Lo Schema Direttore della Comunità Urbana di “Grand Nancy” (20 comuni) propone una strategia ed indicazioni operative di gestione nel breve, medio e lungo termine, per la valorizzazione del paesaggio (“charte d’environment”) a partire dall’obiettivo della riqualificazione e trasformazione del territorio. Quest’obiettivo, trovando riferimento nel “Plan Paysage”, parte integrante del “Projet d’agglomeration”, orienta piani e progetti secondo gli assi strategici: riqualificare e conservare gli elementi naturali strutturanti i sistemi urbani e territoriali; valorizzare il corridoio della “Meurthe” come spina dorsale e come spazio multifunzionale di attraversamento del sistema insediativo; assumere le colline quale punto di riferimento per la progettazione delle frange urbane; recuperare il rapporto tra città e collina, tra il contesto urbano e naturale; intervenire sul paesaggio urbano esistente e futuro; organizzare le pratiche del paesaggio. Nel progetto “Bordeaux Les deux Rives”, la rigenerazione urbana si basa su una articolata pianificazione di interventi urbani e risorse finanziarie per ridefinire l'identità dei luoghi, da tempo legata solo alla produzione vinicola, e rivitalizzare l'economia della città, ponendola tra le prime venti metropoli francesi. 2 Progetti in corso di studio: Piano d’Assetto Naturalistico della Riserva Regionale “Borsacchio” (ABRUZZO, R. D’Onofrio); San Martino Sulla Marrucina (CH) Regolamento Generale per la Disciplina a Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Architettonico, Naturalistico e Rurale (ABRUZZO – R. D’Onofrio); Progetto Speciale Territoriale della Fascia Costiera – Provincia di Chieti (ABRUZZO – R. D’Onofrio); Linea dell'acqua: corpi idrici, territori, paesaggi, città (G. Campioni, M. Ercolini): Cassinetta di Lugagnano (MI, LOMBARDIA), Ascea (SA, CAMPANIA), Livigno (SO) (LOMBARDIA); I Navigli nel Piano Territoriale Regionale (LOMBARDIA, U. Vallara); Bordeaux, progetto Les deux Rives (FRANCIA- M. Sepe); Lione, progetto Lyon Confluence (FRANCIA- M. Sepe); Piano Paysage Grand Nancy (FRANCIA – R. D’Onofrio); Il paesaggio nei Piani Territoriali di Comunità: Comunità Alta Valsugana e Bernstol (TRENTINO- E Coletti); Natura, Campagna e Città Nel Parc Naturel Régional De La Narbonnaise En Méditerranée (FRANCIA – E. Salizzoni); I paesaggi dell’energia nella provincia di Trapani (SICILIA - I. Pinzello, F. Schilleci, V.Todaro, A. Giampino, L. Scaduto, F. Lotta); Pianura Pontina (LAZIO – A L Palazzo); Il Contratto di Fiume del Nera e i Contratti di Paesaggio nella Provincia di Terni (UMBRIA – C. Bagnetti, D. Venti); PAC, PSR e paesaggio in Piemonte (PIEMONTE – A. Spaziante); Bacino della Ruhr (GERMANIA – M. Zaoli); Progetto di paesaggio dal basso (FRIULI – P. Cigalotto, M.A. Manzon). “Bordeaux les deux rives” è teso all’integrazione, allo sviluppo e alla rivitalizzazione del territorio e del paesaggio delle due rive del fiume Garonna. Il progetto degli spazi aperti, a partire dalla Charte des Paysages, integrata nel Plan Vert (2000), alla cui redazione ha collaborato il paesaggista Desvignes, reinterpreta la tradizione bordolese rigenerando una nuova identità a partire dalla trasformazione delle aree industriali del porto fluviale, ad opera di Corajoud. Interessante è il progetto della Comunità Montana della Carnia che, anche con il contributo diretto di alcune aziende private (quali la SECAB), promuove la valorizzazione delle risorse locali per la produzione di energia con criteri di sostenibilità. In Carnia la costruzione di nove centrali a biomasse, tra le quali appare interessante, sotto il profilo del paesaggio, quella localizzata a Treppo Carnico che ridisegna il centro del paese, costruendo con e intorno all’impianto energetico, una sequenza di spazi pubblici a differenti livelli che rigenerano il paesaggio e creano nuovi luoghi di riferimento (architetti Carlini & Valle, TS, 2008). Inoltre in sinergia con la Comunità Montana, la Società Elettrica Cooperativa dell’Alto But (SECAB) reinveste gli utili della produzione elettrica per migliorare la qualità del paesaggio, nei progetti in corso di realizzazione di interramento dell’elettrodotto Timau-Paluzza (architetti Ceschia e Mentil, 2007,), di circa 7 Km (21 km di cavi), e nel progetto di sette nuove cabine di trasformazione, occasioni per offrire servizi per la fruizione del paesaggio. In sinergia con il PTRA dei Navigli Lombardi, che promuove infine azioni di valorizzazione del sistema per la fruizione turistico/ricreativa (costituzione di una rete di piste ciclabili e avviamento e sviluppo della navigazione, segnalazione di percorsi culturali, restauro di architetture monumentali di particolare attrattività turistico-culturale, recupero di contesti paesaggistici), il Comune di Cassinetta di Lugagnano, accanto alle note politiche di contenimento del consumo di suolo agricolo, realizza azioni di valorizzazione del Naviglio Grande come componente paesaggistica d’eccellenza, per promuovere il celebre paesaggio delle “ville di delizia” settecentesche e migliorare le connessioni del centro abitato mediante la realizzazione di una “Stazione” rivierasca di collegamento diretto con Milano. Nel Contratto di Paesaggio attivato dalla Provincia di Terni su 4 piccoli comuni, è stata concretamente impiegata la partecipazione quale strumento di promozione e sperimentazione di forme innovative di valorizzazione e gestione ambientale, culturale ed economica del territorio in attuazione alle indicazioni dalla CEP. Coinvolgendo amministrazioni locali, soggetti pubblici e privati, singoli e associati, si è giunti a definire e condividere visioni territoriali e azioni strategiche, poi recepite nella revisione del PTCP di Terni e in alcuni dei piani urbanistici comunali. I progetti raccolti sono esempi significativi di trasformazione del paesaggio caratterizzati dall’interazione con la pianificazione d’area vasta, una collaborazione tra pubblico e privato per l’attuazione dei progetti, un’attenzione alla creazione di servizi e di sviluppo, a partire dalla trasformazione di aree sottoutilizzate o dismesse. Plan Paysage “Grand Nancy”. Art-sue Meurthe. Azioni territoriali : valorizzare e preservare gli elementi naturali strutturanti e “incription de l’agglomeration dans sa gèographie.