Protezioni: per forza no, ma per gioco sì

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Protezioni: per forza no, ma per gioco sì
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L’inchiesta
SABATO
4 APRILE 2009
SICURI DI
Si spendono milioni per i dispositivi di tutela individuale per il tempo libero, ma si risparmia sui luoghi di lavoro
Protezioni: per forza no, ma per gioco sì
ESSERE SICURI
CONTINUA il nostro viaggio
attraverso i temi della sicurezza e
della qualità della vita a casa e sui
luoghi di lavoro. In questa puntata parliamo dei Dpi (dispositivi di
protezione individuale). Ma di
cosa si tratta? I Dpi sono l’ultima
difesa del lavoratore e dello sportivo per evitare il danno derivante
da un infortunio. Facendo un
parallelismo tra l’attività lavorativa e quella sportiva si scopre che
prima di avventurarci in una
nuova occupazione facciamo una
analisi dei rischi per cercare di
capire quali pericoli incombono.
In azienda è un obbligo a carico del datore di Lavoro e la valutazione dei rischi deve essere
messa per iscritto, mentre in
ambito ludico la valutazione la
facciamo noi e non mettendola
nero su bianco. Dalla nostra valutazione nascono delle considerazioni che ci portano ad acquistare
quegli oggetti che ci possono
tutelare nelle nostre attività di
svago, come il casco per la bici, i
parastinchi per il calcio, le ginocchiere per la pallavolo. Ogni
anno in Italia vengono spesi
milioni di euro in dispositivi per
la protezione individuale per il
tempo libero e le attività domestiche, fanno infatti parte di questa
categoria di oggetti anche i guanti monouso che si utilizzano per
le pulizie domestiche, i guanti da
giardinaggio, i guanti in gomma
per lavare i piatti ecc… I produttori di articoli sportivi si sono
lanciati da tempo nel settore delle
protezioni individuali producendo articoli di moda oltre che con
performance tecniche di buon
livello. Il consumatore si è allineato all’offerta rincorrendo questi oggetti come elementi di
culto, mettendoli in mostra
durante le attività sportive come
se l’equazione fosse “più sono
attrezzato più sono bravo”. Molto
bene proteggersi, meglio ancora
se farlo è un piacere, ma perché
questa equazione funziona solo
fuori dal mondo del lavoro? Sul
luogo di lavoro ancora non è
maturata la stessa logica, il Dpi
viene vissuto come un ingombrante accessorio che complica la
vita del lavoratore, eppure le stesse persone che rifiutano i dispositivi in fabbrica le ritroviamo la
domenica in mountain bike
attrezzate con guanti, casco,
occhiali, e abbigliamento tecnico
per fare il giro del parco delle
caprette. Per non parlare della
statale 63 dove sfilano e si ritrovano i centuari reggiani sfoggiando tute da moto, caschi, stivali,
Caschi e guanti in cantiere, è una gara a chi ne usa di meno
Di frequente
le stesse
persone
che rifiutano
i dispositivi di
protezione
in fabbrica
le ritroviamo
la domenica
in mountain
bike o
con i roller
attrezzate
con guanti,
casco,
occhiali,
e
abbigliamento
tecnico
per fare
il giro del
parco
Seggiolino d’auto per bimbi o giubbotto per la caccia. Ecco i presidi obbligatori
Il commento dell’esperto, il geometra Luca Pietranera
Dai parastinchi al salvagente
Occhio a che cosa dice la legge
Anche l’arresto per chi sgarra
QUALI sono i Dpi obbligatori
fuori dal lavoro? I dispositivi
di protezione individuale
domestici e sportivi sono tanti,
ma solo alcuni sono normati
dalla legge ed é obbligatorio
indossarli. Ed ecco una breve e
non esaustiva disamina di quei
Dpi obbligatori fuori dalla fabbrica e dal cantiere: il più noto
è il casco per moto e motorini,
a seguire i gilet ad alta visibilità obbligatori su tutte le auto,
vi sono poi i seggiolini d’auto
per i bambini che un’inchiesta
degli ultimi giorni ha portato
alla ribalta con accuse di scarsa efficacia. Per le imbarcazioni l’obbligo riguarda i giubbotti di galleggiamento che
devono essere almeno pari al
numero dei passeggeri imbarcati. In ambito sportivo l’obbligo insiste sui parastinchi
per i giocatori di calcio, il
casco per i ciclisti nelle competizioni sia amatoriali che
professionistiche,
sempre
obbligatorio il casco per gli
sciatori e gli snowboarder al di
sotto dei 14 anni diventato
obbligatorio in gennaio 2005,
vi sono poi obblighi di utilizzo
dei caschi nell’hockey sul
ghiaccio, nel football americano e per i giocatori di baseball in fase di attacco. Fatte
salve le leggi nazionali vi sono
poi le norme sull’obbligo dei
Dpi emanate da regioni, province e federazioni sportive
che regolamentano in modo
ancora più puntuale l’utilizzo
di questi presidi di sicurezza.
La provincia di Reggio per
esempio ha reso obbligatorio
l’utilizzo del gilet ad alta visibilità per i cacciatori che partecipano alle battute di caccia
al cinghiale sull’Appennino;
altre province e comuni hanno
reso obbligatorio casco e gilet
ad alta visibilità per l’utilizzo
dei pattini in linea.
ILO SAPEVATE CHEI
Alcuni consigli per acquistare le attrezzature più adatte
Primo: preferire sempre ciò che è omologato
PRIMA di avventurasi nell’acquisto di un dispositivo di protezione bisogna sapere bene da
quale danno ci si vuole proteggere, è quindi necessario fare
una analisi dei rischi e capire
quale strumento sia più adatto
per limitare eventuali danni in
caso di incidente. Prendiamo il
caso di un bambino che voglia
imparare a utilizzare i roller, i
possibili rischi sono le cadute e
quindi danni a ginocchia, gomiti, polsi e testa. Sarebbe opportuno attrezzarlo con ginocchiere,
gomitiere, polsiere e casco, se
poi per imparare lo portiamo il
luoghi di pubblica circolazione
non sarebbe male utilizzare
anche un gilet ad alta visibilità.
Fatta la scelta di cosa acquistare
bisogna sapere che ogni Dpi ha
una norma di fabbricazione che
garantisce gli standard minimi di
protezione che devono tenere
conto dell’uso specifico, della
taglia dell’utilizzatore e del
tempo di usura del materiale.
Nella scelta bisogna tenere presente che i Dpi possono avere
una scadenza che può essere
temporale tipica dei caschi realizzati in materiale termoplastico
o determinata dall’uso, gli indu-
guanti e protezioni per la schiena
ecc…Ma il casco non protegge la
testa sia in cantiere che per strada? I guanti non salvano le mani
sia sul lavoro che a casa o mentre
facciamo sport? E gli occhiali
non evitano che frammenti ci colpiscano gli occhi sia quando
siamo al lavoro vicino alla mola
sia quando “inseguiamo” la
mountain bike davanti a noi?
Cosa c’e alla base di due comportamenti così diversi? Forse una
forma di machismo per la quale
se indosso un Dpi “sportivo” da
me comprato dimostro la mia
capacità di spesa e le mie conoscenze tecniche sull’argomento,
mentre sul lavoro voglio dimostrare al collega che so dominare
la situazione lavorativa e i rischi
che comporta e pertanto i Dpi mi
sono inutili? Potrebbe essere una
spiegazione, ma forse un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nella scelta dei dispositivi
che loro dovranno indossare eviterebbe spiacevoli situazioni di
inadempienza sull’uso dei Dpi
che con il nuovo Decreto 81/08
comportano sanzioni ragguardevoli sia per il lavoratore che per il
datore di lavoro.
Amanti dei roller accessoriati con ginocchiere e caschetti
menti ad alta visibilità per esempio perdono le loro caratteristiche tecniche e l’omologazione
dopo un certo numero di lavaggi. L’etichetta che deve essere
presente e deve riportare la
norma alla quale fa riferimento
l’omologazione, il nome del
produttore o dell’importatore, il
marchio Ce, la taglia ed eventuali altre specifiche come la data di
scadenza. Il consumatore deve
diffidare dei Dpi offerti a prezzi
eccessivamente bassi e venuti in
negozi non specializzati, spesso
nella scelta del Dpi corretto il
supporto del negoziante è fondamentale. Non si devono acquistare dispositivi di protezione
sprovvisti della specifica etichettatura perché saranno più pericolosi che utili, basti pensare a un
parastinchi non omologato che
si rompe con un calcio e il materiale plastico va così tagliare la
gamba che doveva proteggere.
PASSIAMO come al nostro solito la parola all’esperto e sentiamo il parere del geometra Luca
Pietranera titolare dello studio
626 di Reggio, specializzato
nella consulenza in materia di
igiene, sicurezza e qualità sul
lavoro.
Signor Pietranera qual è la
sua esperienza professionale
relativamente ai dispositivi di
protezione individuale?
Sia sul luogo di lavoro che fra
le mura di casa o all’aperto i Dpi
sono l’ultima spiaggia in termini
di protezione della persona,
prima di arrivare all’adozione di
questi strumenti si dovrebbero
mettere in campo tutti gli accorgimenti di tipo tecnico e organizzativo al fine di eliminare i
rischi. Se persistono dei rischi
residuali allora si deve ricorrere
ai dispositivi di protezione individuale, ed è proprio la parola
“individuale” che spesso fa storcere in quanto molti la vedono
come un’invasione della propria
privacy personale. Se si ricorda
quando divenne obbligatorio il
casco per le moto le polemiche
infuriarono in quanto molti non
accettavano l’obbligo di dover
indossare qualcosa per forza, la
stessa cosa è successa con le cinture di sicurezza per la macchina. Il fenomeno è lo stesso anche
per i Dpi, spesso tra l’altro determinato dal mancato coinvolgimento dei lavoratori nella fase di
scelta dell’oggetto da indossare.
La domanda viene spontanea, ma sono davvero tutti
necessari questi dispositivi, a
volte si vedono degli operai nei
cantieri che sembrano più
ingombrati che aiutati dai Dpi.
Quando vedo scene come
quella che cita spesso mi
domando se si sono davvero utilizzati tutti gli strumenti tecnici e
organizzativi per eliminare i
rischi o se è stato più conveniente al datore di lavoro “riempire”
gli operai di Dpi. Questa logica
l’ho incontrata spesso, del tipo
costa meno fornire ai lavoratori
gli otoprotettori (cuffie per le
orecchie e tappi) che non insonorizzare un macchinario particolarmente rumoroso, ma questo
modo di lavorare cozza con il
D.lgs. 81/08 (Testo Unico in
materia di Salute e Sicurezza dei
Lavoratori) che all’art. 15 sancisce come prioritaria l’eliminazione dei rischi alla fonte. Io
sono contrario a un eccessivo
caricamento di Dpi sul lavoratore perché in genere degenera in
un rifiuto sistematico degli stessi
e non risolve il problema dell’infortunio. Questi strumenti
devono esseD.lgs. 81/08
re idonei a
all’art.
59
proteggere
prevede per i
ma
non
lavoratori la
sovradimensanzione con
sionati rispetl’arresto fino
to al pericolo,
ad un mese o
altrimenti
l’ammenda
causano
da 200 a 600
come diceva
euro per le
ingombro e
violazioni
fastidio e alla
all’art. 20 che
fine rimangoprevede tra
no inutilizzal’altro l’obti.
bligo di utiAbbiamo
lizzare
in
fatto
una
modo approbreve inda- Un operaio su un tetto
priato i Dpi
gine e abbiamessi a loro
mo visto che si possono trova- disposizione. La sanzione non
re sia caschi che scarpe viene erogata al lavoratore ma al
antinfortunistiche da tutti i datore di lavoro se quest’ultimo
prezzi, esiste un rapporto qua- non ha provveduto a fornirgli i
lità prezzo in questo genere di Dpi e in questo caso è previsto
articoli?
l’arresto da tre a sei mesi o l’amIo credo che oggi il rapporto menda da 2000 a 5000 euro.
qualità prezzo specialmente nei
Come vede sia che si parli di
prodotti che devono avere delle lavoro o di tempo libero le sanperformance tecniche ci sia dap- zioni per il mancato utilizzo dei
pertutto, il fatto che un oggetto dispositivi di protezione sono
riporti una omologazione (mar- veramente importanti.
catura Ce) vuol dire che ha pasIn questi anni mi pare si sia
sato gli standard minimi di sicu- fatto tanto in termini di sicurezza non quelli massimi. Biso- rezza nonostante questo l’imgna ricordare che questi oggetti pressione è che di infortuni ce
possono salvare la
ne siano sempre di
vita, economizzare in
più, lei cosa ne
questi casi può fare
pensa?
la differenza tra farsi
Gli infortuni sia
male e non avere
sul lavoro che in
nessun danno. Nel
ambito domestico e
caso poi dei Dpi si
sportivo in realtà
deve tenere presente
sono percentualmenche sono oggetti che
te calati, anche se a
devono essere indosdire il vero e sempre
sati e pertanto devopercentualmente parno essere confortevolando sono aumentali ,non mi metterei
te le gravità degli
mai un paio di scarstessi. Come dire “ci
poni da sci che mi Luca Pietranera
si fa male di meno
fanno male o un
ma più seriamente”.
casco da moto troppo piccolo, L’effetto mediatico degli ultimi
figuriamoci sul lavoro e per otto mesi scatenato dall’incidente
ore di fila. Con questo voglio alla ThyssenKrupp di Torino e
dire che nella scelta dei Dpi il dal fatto che il 2008 era stato
rapporto qualità prezzo è fonda- battezzato “l’Anno della sicumentale perché poi gli stessi rezza nei luoghi di lavoro” ha
vengano effettivamente utilizza- fatto da amplificatore su trageti. L’equazione giusta potrebbe die che fino a poco tempo fa
essere “economici per l’azienda passavano sottotono quasi fose confortevoli per il lavoratore”. sero un dazio dovuto al dio
Cosa succede se non si indos- lavoro. In realtà se ne parla
sano?
molto di più e per fortuna molto
In primo luogo aumenta il più a fondo e questo porta con
rischio di farsi male e il danno lo se la sensazione che di infortusubisce chi non indossava il Dpi, ni ce ne siano più che in passae questa è una conseguenza to.
assolutamente personale.
Sono convinto comunque che
Da un punto di vista normati- più se ne parla e meglio è, i
vo si rischiano delle sanzioni, giornali e le televisioni possono
esattamente come se circolo in fare molto nella diffusione della
moto senza il casco o le cinture cultura della sicurezza e nella
di sicurezza allacciate in auto. Il percezione del pericolo.