Sfratto per morosità al gestoredi villa Malesia
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Sfratto per morosità al gestoredi villa Malesia
savona provincia IL SECOLO XIX GIALLO DI VILLAPIANA. LA PERIZIA FAVOREVOLE ALL’INDAGATO Clara, nessun atto di violenza vacilla la pista dell’omicidio La Bellettato si è rotta la testa cadendo sul marciapiede GIOVANNI CIOLINA SAVONA. Non ci sarebbero segni di violenza sul corpo di Clara Bellettato, la savonese di 67 anni, morta sabato mattina al Santa Corona dopo una caduta dalla scalinata che da via Alba porta ai giardini sul lungo Letimbro. La donna sarebbe morta per la violentissima testata contro il marciapiede e non contro un gradino. Frattura occipitale: è il responso dell’esame autoptico effettuato dal medico legale Marco Canepa. E in attesa del completamento dell’esame e dei valori etilometrici, la procura ritiene che l’esito dell’autopsia sia conforme alla ricostruzione di quella notte fornita da Giacomo Morando, l’uomo al momento indagato per la morte della donna «in seguito ad altro reato» e sospettato di una presunta tentata violenza sessuale. Potrebbe quindi essere stata una fatalità ad uccidere Clara Bellettato. La posizione dell’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Giugurta, resta al centro delle attenzioni, anche se l’esito della perizia autoptica Il sopralluogo dei carabinieri sul posto della tragedia L’INCHIESTA Nei prossimi giorni il pm Ferro deciderà se archiviare o meno il caso la alleggerirebbe notevolmente L’ipotesi investigativa del sostituto procuratore della repubblica Giovanni Battista Ferro era quella di un possibile delitto maturato a conclusione di un tentato approccio sessuale di Giacomo Morando e che sarebbe stato respinto da Clara Bellettato. Proprio a sostegno di questa ricostruzione ieri pomeriggio è stata effettuata l’autopsia da parte del dottor Marco Canepa. Il perito, oltre ad individuare le cause di morte della donna (la testa ha picchiato su uno scalino o sul marciapiede?) è stato chiamato a verificare se sul corpo della sfortunata donna ci fossero segni di violenza che potessero confermare o smentire la versione fornita sabato notte dall’indagato nel faccia a faccia con il pm Ferro. Ieri mattina, intanto, l’avvocato Massimiliano Giugurta, nominato di fiducia da Giacomo Morando, ha avuto un lungo confronto con il magistrato inquirente, mirato a capire esattamente gli aspetti della vicenda e le accuse che al momento vengono mosse al suo assistito. Nel frattempo procura e carabinierihannoproseguitole indagini e i contorni di quello che inizialmente sembrava un vero e proprio giallo si sono notevolmente chiariti. Decine le testimonianze di persone che conoscevano la vittima, ma anche l’indagato. [email protected] cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Sfratto per morosità al gestore di villa Malesia Bonora: «Sono creditore di 700mila euro» VARAZZE. Renato Bonora, il gestore dell’ex villa Paradiso di Varazze, ora villa Malesia, è stato sfrattato dall’alloggio che occupava nella struttura dei Piani d’Invrea e di proprietà del seminario di Acqui. Sfratto per morosità nel pagamento dell’affitto alla chiesa acquese che il giudice Alberto Princiotta aveva stabilito nel novembre dello scorso anno, ma che solo nei giorni scorsi l’ufficiale giudiziario del tribunale di Savona, accompagnato dai carabinieri e dai legali della diocesi e dal legale rappresentante don Pino Oliveri, ha eseguito. Bonora, assistito dall’avvocato Adorno di Albenga, aveva proposto opposizione al decreto di Princiotta sostenendo di essere lui creditore nei confronti della chiesa di Acqui «per oltre settecentomila euro che ho investito per i lavori di riammodernamento della struttura. Posso presentare tutte le fatture dei lavori eseguiti e che la chiesa non mi ha pagato. Altro che io debitore» afferma il diretto interessato che poi punta l’indice contro i metodi adottati per l’esecuzione dello sfratto: « Non ero in casa al momento dell’arrivo delle forze di polizia - spiega - hanno rotto le porte perché il giardiniere Morto dopo serata al bar: l’autopsia non chiarisce eventuali responsabilità Il medico legale dovrà accertare i valori di alcol nel sangue Marco Canepa, medico legale La vicenda affonda le radici nella notte tra il 12 e il 13 dicembre scorso, quando Michele Gagliano ha trascorso la serata con gli amici in un bar del paese dell’entroterra. Una nottata, secondo la prime testimonianze raccolta, passata tra giochi, racconti e qualche bicchiere di troppo. “Eravamo quattro amici al IL QUESITO L’uomo era in coma etilico dopo la serata al bar? Quasi certa la morte per infarto bar” cantava Gino Paoli, ma tra i compagni di Michele Gagliano ci sarebbe stato anche l’alcol. Al punto che secondo quanto ipotizzato dalla procura l’uomo non era neppure in grado di rientrare a casa. Sarebbero stati gli amici a farlo, per poi accertarsi il mattino dopo se tutto fosse filato liscio. Michele Gagliano, invece, quella notte non è riuscito a superarla e quando i soccorsi sono entrati in casa era giù morto. «Morte naturale» era stata la prima considerazione. Ma l’esposto dell’ex compagna ha riaperto il caso e il pm ha aperto un fascicolo per omicidio colposo ed affidato al dottor Marco Canepa il compito di accertare cosa sia accaduto. Ma soprattutto se Gagliano avesse potuto essere salvato. Il compito non appare facile per il medico genovese e l’inchiesta potrebbe non approdare a nulla, ma la magistratura vuole togliere anche il minimo dubbi dall’orizzonte dei sospetti. G. CIO. cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI 15 VARAZZE. IMMOBILE DELLA CHIESA DI ACQUI MAGLIOLO. LA SALMA DI MICHELE GAGLIANO RIESUMATA IERI POMERIGGIO SAVONA. Potrebbe essere stato un attacco cardiaco ad uccidere Michele Gagliano, il cinquantenne di Magliolo scomparso nella notte tra il 12 e 13 dicembre dopo una serata trascorsa al bar con gli amici. Il medico legale Marco Canepa si è riservato una pronuncia però a conclusione degli esami istologici sul corpo dell’uomo, riesumato ieri pomeriggio, che dovranno eventualmente verificare la presenza di alcol nel fisico. E di conseguenza la possibilità di un eventuale coma etilico. Michele Gagliano poteva salvarsi se fosse stato portato in ospedale dopo la “ciucca” presa con gli amici? Sono le richieste che il sostituto procuratore Vincenzo Carusi ha posto al medico Legale Marco Canepa. L’inchiesta per presunto omicidio colposo è scattata in seguito alla denuncia dell’ex compagna di Gagliano con la quale chiedeva fosse fatta luce sulla drammatica fine di Michele. E soprattutto se l’uomo avesse potuto salvarsi se fosse stato soccorso in tempo. MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2017 Il tribunale di Savona Inchiesta matrimoni fasulli Accattatis dall’ospedale ai domiciliari ••• Dall’ospedale San Martino di Genova dove era ricoverato e piantonato dagli agenti della polizia penitenziaria, Luigi Accattatis, 61 anni (assistito dall’avvocato Marco Romanello di Biella) ha ottenuto gli arresti domiciliari in provincia di Savona. Accattatis secondo la Procura non avrebbe solo avuto un ruolo di organizzatore dei matrimoni fasulli (15 arresti) per ottenere il permesso di soggiorno, ma sarebbe stato lui stesso uno “sposo” finto. L’episodio che gli vale l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di induzione al falso pubblico risale anche al matrimonio in Comune a Savona del 26 gennaio dell’anno scorso tra Accattatis e Hakima F. In un altro caso (13 novembre 2016) aveva reperito la sposa e fatto da testimone: «Solo favori ad amici» è la linea difensiva. La villa ai Piani d’Invrea che era presente non gli ha aperto. ma soprattutto non mihannoconsentitodiprendere i miei effetti personali. Nell’alloggio sono rimasti i computer e anche la carta di credito». A distanza di quasi sei anni sembra essersi chiusa la partita tra il seminario di Acqui proprietario della splendida villa con vista sul mare, campo da golf, piscina e idromassaggio - e il loro uomo di fiducia che per anni ha gestito la struttura e che aveva un contratto di affitto «fino al 2026 per circa 15 mila euro l’anno». Villa Paradiso che era finita al centro di un’inchiesta giudiziaria per presunti abusi edilizi (archiviati) e violazioni alle norme commerciali per la ricezione alberghiera. G. CIO. VARAZZE Albero su cavo, causa black out scuola al buio: bimbi a casa VARAZZE. Mattinata movimentata ieri nel plesso scolastico della frazione di Casanova. Dopo appena un’ora dalla campanella d’ingresso, l’intero edificio è rimasto completamente al buio. Interrotte bruscamente le lezioni, molti dei piccoli studenti sono tornati a casa mentre altri sono stati trasferiti nell’istituto primario del centro cittadino. A causare il guasto sulla linea elettrica è stata la caduta di un grosso albero, provocata dal forte vento abbattutosi sul territorio. La pianta ha travolto un cavo elettrico procurando il black out della zona: scuola e case al buio. La direzione scolastica è così stata costretta ad interrompere le lezioni e avvisare i genitori. Intorno alle 11 molti dei piccoli studenti erano già tornati nelle proprie abitazioni, altri sono invece stati accompagnati dallo scuolabus nell’istituto del centro per concludere la giornata scolastica. In attesa di risolvere definitivamente il guasto, i tecnici Enel sono riusciti a ripristinare la corrente nel giro di alcune ore con l’installazione di generatori provvisori. Oggi la scuola della frazione potrà così aprire regolarmente. S. SIM.