I SOGNI DEI BAMBINI - Fondazione Insieme onlus
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I SOGNI DEI BAMBINI - Fondazione Insieme onlus
A002883, 1 A002883 FONDAZIONE INSIEME onlus. Da PSICOLOGIA CONTEMPORANEA del 30/11/2013 <<I SOGNI DEI BAMBINI>> di Claudio Colace, psicologo. Per la lettura completa del pezzo si rinvia al periodico citato. Una via maestra per lo studio del sognare? Lo studio scientifico del sogno infantile si sta mostrando di grande utilità per la comprensione dello sviluppo cognitivo del bambino e per l’indagine sul sognare. Già Freud (1915-1917) aveva osservato come il sogno infantile poteva essere un mezzo straordinario per comprendere i meccanismi e le funzioni del sogno in generale. In tempi più recenti, Foulkes (1999), autore delle uniche ricerche sui sogni REM e NREM dei bambini prescolari, ha osservato, sulla base delle osservazioni di Piaget (1945), come la forma e il contenuto del sogno infantile proceda di pari passo con lo sviluppo cognitivo e in particolare con lo sviluppo delle capacità simboliche e visuospaziali. Altri studi confermano che dall’indagine del sogno infantile si possono trarre preziose informazioni su alcune questioni chiave come quelle inerenti al significato individuale dei sogni e alla loro funzione (Colace, 2010; 2013). L’ASPETTO FORMALE I sogni dei bambini piccoli (3-5 anni), a differenza della maggior parte dei comuni sogni degli adulti, presentano un aspetto formale estremamente semplice. Il loro racconto generalmente si compone di poche parole (una ventina) che costituiscono una o due frasi con una struttura narrativa che si svolge in una sola unità temporale. Spesso (nel 68% dei casi) si tratta di sogni che mostrano contenuti coerenti e comprensibili rispetto alle esperienze di veglia senza elementi bizzarri (ovvero contenuti improbabili e/o impossibili rispetto alle esperienze comunemente vissute). A partire dai 5-7 anni, invece, i sogni iniziano a complicarsi: i racconti diventano più lunghi, tipicamente arrivano a circa 40 parole, e la narrativa si sviluppa su più unità temporali (generalmente due). Diminuisce la percentuale di sogni sensati e direttamente comprensibili (42%), lasciando spazio a sogni bizzarri (dal 15% nei sogni dei piccoli, si passa ora al 34%). La progressiva comparsa di elementi bizzarri potrebbe essere in relazione allo sviluppo della coscienza morale (funzioni superegoiche della personalità) (Colace, 2010). È stata osservata, infatti, una correlazione positiva, statisticamente significativa, tra lo sviluppo della coscienza morale e la presenza di bizzarria onirica. I bambini che mostrano di non avere ancora completato lo sviluppo della coscienza morale, per esempio, non manifestano A002883, 2 sensi di colpa in seguito trasgressioni di ordine morale, riportano più spesso sogni privi di elementi di bizzarria. Questo dato è in linea con la teoria freudiana del sogno che considera la bizzarria onirica come l’espressione di una serie di trasformazioni/deformazioni difensive di elementi latenti del sogno (sconvenienti sul piano etico e sociale) ad opera di una sorta di "censore" interno (il super-io). Tuttavia i dati sembrano suggerire che la progressiva comparsa di bizzarria richieda anche la presenza di alcuni prerequisiti cognitivi: in particolare la capacità di attenzione e discriminazione, di simbolizzazione, di categorizzazione e abilità visuospaziali. La bizzarria onirica invece non risentirebbe delle capacità del bambino di ricordare e descrivere (anche nei dettagli) il sogno. I CONTENUTI GENERALI I sogni dei bambini mostrano un contenuto che spesso si riferisce direttamente a situazioni ordinarie della vita di tutti i giorni (Colace, 2010). In generale i personaggi che compaiono più spesso sono quelli familiari e, a seguire, gli animali e quelli fantastici (TV, favole, ecc.), più rari invece sono i personaggi sconosciuti. Le ambientazioni più frequenti sono la propria casa, la scuola e il parco giochi. I sogni dei bambini, rispetto a quelli degli adulti, sono più facilmente riconducibili all’esperienza di veglia. Le interazioni sociali, sebbene già presenti nei sogni a 3-6 anni, a 5-7 anni lo sono in misura maggiore. Nei sogni dei bambini raramente si osservano azioni "violente" o "aggressive". Queste ultime, spesso, consistono in imitazioni di azioni di personaggi dei cartoon e assumono piuttosto il significato di un gioco eccitante. L’APPAGAMENTO DEL DESIDERIO Nei bambini piccoli (3-5 anni) spesso i sogni (circa il 65%) evidenziano in modo chiaro l’appagamento di un desiderio dello stato di veglia rimasto insoddisfatto, o non sufficientemente soddisfatto (Colace, 2010; 2013). Si tratta di desideri che riguardano la vita quotidiana. Per esempio, una bambina può sognare di ritrovare una bambola persa, un altro il suo cartoon preferito, un altro ancora di rivedere il nonno tornare a casa dall’ospedale. Nei bambini più grandicelli (5-7 anni) i sogni dì appagamento di desiderio tendono a presentarsi meno frequentemente (circa il 35%). Ulteriori studi potranno fornire dati più precisi sulla frequenza dei sogni di appagamento di desiderio. A002883, 3 Al momento risulta chiaro un dato: la disponibilità di informazioni dettagliate sulle esperienze di veglia del bambino nei giorni precedenti il sogno (non sempre reperibili) è una condicio sine qua non per individuare i sogni di appagamento di desiderio. L’IPOTESI DEL RISTABILIMENTO AFFETTIVO. Come abbiamo già detto, i sogni dei bambini rispetto a quelli degli adulti sono più facilmente riconducibili all’esperienza di veglia che fa da sfondo (origine diurna del sogno) e che spesso ne svela il significato. Per tale motivo essi possono offrire preziose informazioni per lo studio del significato e della funzione del sognare in generale. Sulla base del!’analisi dei sogni di appagamento di desiderio déi bambini piccoli (il tipo più frequente di sogno) è stata formulata recentemente l’ipotesi della funzione di ristabilimento affettivo" del sogno infantile (Box 1). L’origine diurna dei desideri che compaiono nei sogni dei bambini è spesso chiara e recente (perlopiù risalente al giorno prima del sogno o ad alcuni giorni prima; Colace, 2013). Si tratta di desideri che durante la veglia sono associati a un intenso stato affettivo (dispiacere/delusione, contentezza, sorpresa/eccitamento, impazienza) che non è stato completamente elaborato al livello psicologico, e quindi risulta essere in qualche modo disturbante. Il sogno, mettendo in scena l’appagamento allucinatorio del desiderio, sembra permettere l’elaborazione e/o la risoluzione dello stato affettivo diurno a questo associato, consentendo tra l’altro il proseguimento del sonno. Il sogno di appagamento di desiderio può agire come compensazione di un’esperienza diurna di dispiacere (sogno di compensazione), come prosecuzione di un’esperienza piacevole interrotta o non completata (sogno di prosecuzione), o come anticipazione di un’esperienza piacevole che si verificherà per il bambino, ma solo in un futuro lontano (sogno di anticipazione). L’ipotesi della funzione di ristabilimento affettivo è in linea con le funzioni di "salvaguardia" del funzionamento emotivopsicologico, nonché di protezione dello stato di sonno, teorizzate da Freud per il sogno in generale, e con le principali teorie sulle funzioni emozionali adattive del sogno. Questo suggerisce una continuità nel tipo di funzioni del sogno, dal bambino all’adulto e/o dalle prime forme del sognare alle forme più mature e complesse. Più in generale, le indagini sul sognare dei bambini mostrano che i desideri che godono di un forte interesse da parte del piccolo sognatore costituiscono la vera materia prima dei suoi sogni, e ciò è in linea con l’innesco motivazionale del sogno evidenziato dagli studi di neuropsicologia del sognare (Solms, 1997). A002883, 4 L’ipotesi del “ristabilimento affettivo" contrasta invece con le teorie che negano il ruolo delle motivazioni nel processo onirico (Hobson, 1988). A002883, 5 BOX 1 UN CAMPO ANCORA INESPLORATO. A tutt’oggi, il numero di ricerche sui sogni dei bambini in età prescolare è veramente esiguo. Foulkes e il suo gruppo hanno condotto le uniche ricerche disponibili in letteratura sui sogni REM e NREM dei bambini molto piccoli. Un primo studio, longitudinale, è stato condotto con due gruppi di bambini (n = 14, 3-5 anni, e n = 16, 9-10 anni) che sono stati esaminati per cinque anni. Un secondo studio dello stesso gruppo di ricercatori ha analizzato 193 sogni REM di 8 bambini tra i 5 e gli 8 anni di età (Foulkes, 1999). In anni più recenti sono stati realizzati cinque studi sui sogni dei bambini e un’indagine preliminare sui disegni dei sogni. Uno di questi ha utilizzato il metodo "casa" (il bambino viene intervistato nella sua abitazione al risveglio mattutino), due il metodo "scuola" (il bambino viene intervistato individualmente nelle scuole e/o negli asili), due i questionari sui sogni dei bambini compilati dai genitori (in questo caso il genitore trascrive l’ultimo sogno raccontato dal figlio conservando le stesse parole utilizzate dal bambino). Questi studi hanno permesso di contattare complessivamente oltre 900 bambini dai 3 agli 8 anni, raccogliendo in modo sistematico oltre 650 racconti di sogni e 35 disegni (per i dettagli metodologici si rimanda a Colace, 2010;2013). Una bambina sogna di abbracciare, contenta, sua zia che esce dall’ospedale. Nella realtà la zia è morta il giorno prima del sogno: «Ho sognato mia zia, io, papà e mamma e zio, che mia zia era arrivata dall’ospedale e noi gli siamo saltati addosso, perché eravamo contenti ... poi mi sono svegliata (ride)». Un bambino dispiaciuto del fatto che, pur avendo ricevuto in regalo la bicicletta, per il momento (è inverno) non può andarci (i genitori gli hanno detto che potrà andarci in primavera), impaziente, sogna: «La Befana mi portava la bicicletta e mio padre mi portava ai giardinetti, guidavo io, e facevo le sgommate». Una bambina, dopo aver assistito ad un partita di calcio nella quale la sua squadra del cuore perdeva, sogna: «Giocavo nella mia squadra e facevo 3 goal all’Inter e quando tornavo a scuola i miei compagni mi applaudivano come un eroe». Un bambino dopo un’entusiasmante gita con i genitori in un noto parco acquatico, probabilmente non durata a sufficienza, prosegue l’esperienza eccitante nel sogno: <<Mamma, mamma, ho sognato che siamo andati io, e te e papà e i miei fratelli allo Zoomarine, poi c’erano i delfini che saltavano, era tanto divertente, poi io mi sono tuffato nella vasca dei delfini e tutti ridevano e io ero tanto, tanto, tantissimo contento>>. A002883, 6 L’INFLUENZA DELLA TV. Diversi studi hanno mostrato che una prolungata visione della TV produce degli effetti negativi nelle abitudini e nei tempi di sonno dei bambini. Un dato da approfondire è se il numero di ore di visione della TV influenza il contenuto dei sogni e in particolare la modalità di rappresentazione onirica degli stessi elementi televisivi (Colace, Dichiacchio e Violani, 2006). Sembrerebbe, infatti, che i bambini che trascorrono più tempo davanti alla TV (3 ore tipicamente) finiscono per riportare un maggior numero di personaggi televisivi (cartoni animati) nei loro sogni rispetto ai bambini che trascorrono meno tempo davanti al televisore (non più di due ore). Inoltre, nei loro sogni, i bambini che guardano per più tempo la TV, interagiscono con i personaggi televisivi con un forte coinvolgimento emotivo (positivo o negativo che sia) sovrapponendo elementi televisivi e esperienze personali reali. Tale coinvolgimento sembra minore nei bambini che guardano la TV per tempi più limitati. Anche in quest’ultimo caso i personaggi televisivi entrano nei sogni, ma con un ruolo e una pregnanza apparentemente inferiori, ossia come presenze di supporto alla trama onirica o, al più, come oggetto di imitazione da parte del sognatore. Si tratta tuttavia di un tema da studiare e approfondire ulteriormente. Al momento si può concludere che la visione della TV, specialmente se prolungata, rischia di influenzare in modo emotivamente forte l’attività onirica dei bambini. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI COLACE C. (2010), Children’s dream& From Freud’s observations to modern dream research, Karnac Books, London. COLACE C. (2013), <<Are wish-fulfilment dreams of children the royal road for looking at the functions of dreams?>>, Neuropsychoanalysis (in stampa). COLACE C., DICHIACCIO C., VIOLANI C. (2006), «Effetti della televisione sul sonno e sognare nei bambini dai 3 agli 8 anni di età», Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, 73 (1), 31-40. FREUD S. (1915-1917), «Introduzione allo studio della psicoanalisi». In Opere di S. Freud, vol. 8, Boringhieri, Torino, 1976. FOULKES. D. (1999), <<Children’s dreaming and development of consciousness>>, Harvard University Press, Cambridge (trad. it. L’attività onirica dei bambini e lo sviluppo della consapevolezza, Armando editore, Roma, 2001.) HOBSON J. A. (1988), <<The dreaming brain>>, Basic Books, New York (trad. it. La macchina dei sogni, Giunti, Firenze, 1992.) PIAGET J. (1945), <<La formazione del simbolo nel bambino>> (trad.it.), La Nuova Italia, Firenze, 1979. A002883, 7 SOLMS M. (1997), <<The neuropsychology of dreams: A clinicoanatomical study>>, Lawrence Erlbaum Associates Publishers, Mahwab. L’AUTORE. CLAUDIO COLACE è dirigente psicologo presso l’Unità Operativa di Psicologia— AUSL Viterbo, Civita Castellana, dove lavora nell’Ambulatorio di Psicologia dell’Adulto e nel Centro per le Dipendenze Patologiche. Ha condotto ricerche sui sogni dei bambini, sul problema della bizzarria onirica e sul sognare nelle dipendenze patologiche. Attualmente è socio della International Neoropsychoanalysis Society.