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()dal Blog di padre Gaetano PICCOLO SJ Non è poi soltanto la
Meditazione sul Vangelo
della IV domenica di Avvento – Anno A
18 dicembre 2016
()dal Blog di padre Gaetano PICCOLO SJ
Non è poi soltanto la natura della radice, ma è soprattutto la cura del
giardiniere che favorisce la crescita e lo sviluppo dei frutti.
G. Crisostomo
I sogni sono i luoghi in cui custodiamo i nostri desideri più profondi, lo spazio
in cui incontriamo quello che non riusciamo a esprimere, le stanze in cui
chiudiamo quello che a volte non osiamo neppure sperare.
I sogni sono le ambizioni, i progetti, le immagini ideali che raccontano come
vorremmo essere. Da bambini ci sorprendiamo spesso a sognare a occhi aperti.
Poi cresciamo, e la vita sembra diventare un incubo. Chiudiamo gli occhi per
non vedere più come stanno veramente le cose e ci rifugiamo nei nostri angoli
privati, dai quali facciamo fatica a uscire per continuare a vivere.
Il sogno può essere una trappola. A volte rischiamo di passare tutta la vita
avvolti nei nostri sogni senza mai cominciare veramente a vivere. Il sogno è una
prospettiva, uno scenario, una possibilità davanti alla quale occorre decidere
cosa farne. Prima o poi occorre svegliarsi. La realtà bussa e bisogna decidersi.
Il sogno a volte sembra una follia. Può essere il progetto di un pazzo che
sogna per non rimanere schiacciato dalla durezza della realtà, come nel
film Train de vie, che racconta proprio di un sogno di cui lo spettatore si rende
conto solo alla fine: un intero villaggio ebraico in Germania nel 1941 organizza
un finto treno per arrivare in Palestina e sottrarsi ai rastrellamenti dei nazisti. Lo
spettatore è coinvolto in quel viaggio fino a quando si accorge che chi sta
sognando è già dentro il campo di concentramento.
Il testo di Matteo è proprio un viaggio dalle tenebre del dubbio alla luce della
decisione. Prima ancora delle riletture freudiane, la Bibbia ci ha insegnato che il
sogno è il luogo del profondo, dove le difese sono più abbassate, dove Dio ci
incontra nella nostra nudità, così come siamo. Nell’Antico testamento sogna,
per esempio, Giacobbe e si accorge che non è abbandonato e smarrito come
pensava: nel sogno Dio lo raggiunge. Sogna Giuseppe figlio di Giacobbe: quei
sogni, quei desideri, gli procureranno l’odio dei fratelli, perché a volte
conservare i propri sogni costa.
In questo brano di Matteo, il sogno di Giuseppe diventa un percorso, il
cammino verso la decisione. Siamo continuamente messi davanti alle decisioni
da prendere. E all’inizio la confusione e l’incertezza vorrebbero trattenerci nel
buio. Non riusciamo a vedere le cose chiaramente. È notte.
Le decisioni rimandano spesso a un conflitto. Decidere vuol dire tagliare,
recidere, uscire da un bivio. Giuseppe è giusto, ma nel contempo è anche sposo.
Davanti a una situazione irregolare, il giusto applica la legge, lo sposo guarda
alla persona amata. La giustizia e la misericordia a volte fanno fatica a
camminare insieme.
Maria è stata trovata incinta: secondo la legge deve essere lapidata. Al più, se la
misericordia attenua la giustizia, Giuseppe può ripudiarla supponendo che sia
stata stuprata in campagna, ipotizzando quindi che Maria abbia anche invocato
aiuto, ma non sia stata sentita. Oltre questo non si può andare.
Giuseppe si trova davanti a un’irregolarità che Matteo non esita a
raccontare. Se lo scopo di Matteo fosse stato quello di raccontarci un mito delle
origini, avrebbe taciuto quegli elementi che avrebbero potuto dare adito a
calunnie e sospetti. Ma lo scopo di Matteo è farci vedere come Dio non si
sottragga mai a ciò che ci sembra imperfetto e indegno.
Nel cammino verso la decisione, Giuseppe incontra altri elementi. Decidere è
raccogliere quello che c’è in gioco. Innanzitutto una promessa: non solo quella
che Giuseppe e Maria si sono scambiati, ma anche la promessa raccontata dal
profeta Isaia, quella che otto secoli prima Dio aveva rivolto a Israele. Ci sono
promesse che ci fanno attendere, che ci chiedono di aspettare e di non smettere
di sognare.
Questo viaggio verso la decisione si distende dentro questa promessa antica e
sempre nuova: Dio è l’Emmanuele, il Dio con noi. Dio non smette mai di essere
con noi, anche quando è notte. Fino alla fine questa è la parola che ci guida.
Gesù stesso, alla fine del vangelo, rinnoverà questa stessa parola: sono con voi
tutti i giorni.
Le nostre decisioni stanno tutte sempre dentro questa grande inclusione: non c’è
decisione che non debba tener presente che Dio è con me!
Come ogni sogno, anche quello di Giuseppe finisce. Giuseppe non resta
intrappolato nei suoi sogni, ma si sveglia e decide. Non tutto sarà chiaro, ma le
luci dell’alba ci invitano a smettere di dormire. Non si può passare tutta la vita
sotto la coperta di Snoopy a sognare.
Giuseppe è lo sposo giusto, perché la giustizia non è mai veramente giusta se
non si chiede cosa sia il meglio oggi, in questa realtà. Per questo solo il
discernimento conduce a una giustizia autentica.
Leggersi dentro
–
Quali sono i tuoi sogni di questo tempo?
–
In quale fase del cammino sei? Hai cominciato a sognare o è ormai
tempo di decidere?